N° 2 - Marzo 2003 – Tradizione Romana

Digesty òstiniana, tom 1(knigi 1-4).

Digesta Iustiniani, volumen primum, libri I-IV.

Moskva 2002, 583 s.

 

 

Premessa

 

Negli ultimi anni, nel nostro Paese, è accresciuto notevolmente l’interesse per lo studio del diritto privato romano. Principalmente, questo si spiega con il ruolo, ovviamente e logicamente, aumentato della regolamentazione civilistica (diritto privato) nell’organizzazione dell’economia di mercato, fondamento per tutte le trasformazioni socioeconomiche successive. Il rifiuto dell’intervento globale dello Stato nella vita economica e del carattere programmato, ed essenzialmente regolato in via amministrativa, della circolazione dei beni ha fatto rinascere e sviluppare gli istituti e gli approcci del diritto privato, alla cui base stanno indubbiamente molte regole e idee del diritto privato romano, che hanno di nuovo dimostrato la loro validità imperitura.

Il possesso e la difesa del possessore, le servitù, l’ipoteca ed altri diritti reali limitati, le transazioni reali e consensuali, i delitti e l’arricchimento illecito, la restituzione e perfino il processo arbitrale delle cause riguardanti i beni – questi sono soltanto alcuni, fra i più significativi, esempi della vita attuale di categorie e istituti elaborati assai minuziosamente già nel diritto romano del periodo classico e postclassico. Molti di essi erano stati quasi del tutto dimenticati perché resi inutili ai tempi del dominio dell’economia pianificata e della circolazione socialista dei beni, che risultava, sotto molti aspetti, semplificata e impoverita anche a confronto con la circolazione di beni dei tempi storici del diritto romano.

Ancora più importante sembra ora, adoperando la famosa espressione di Jhering, “lo spirito di diritto romano”, cioè quelle idee e quegli approcci fondamentali, quel sistema di definizioni e norme, armonioso e quasi impeccabile dal punto di vista logico, che era tradizionalmente caratteristico del diritto romano. Che bell’esempio per il legislatore nazionale contemporaneo, che ha “creato” una “raccolta” caotica e priva di sistema di leggi sovrabbondanti, spesso anche piene di contraddizioni interne ed esterne, per mezzo delle quali egli in molti casi spera, sinceramente, e tenta di risolvere gravissimi problemi economici e sociali! Non a caso, uno dei rari esempi recenti di leggi giuridicamente corrette e seriamente ponderate è il nuovo Codice Civile della Russia, basato sotto molti aspetti sui modelli classici, cioè quelli del diritto privato romano.

È difficile non cogliere l’importanza dello studio del diritto romano, quello privato in primo luogo, per la preparazione di giuristi sempre più qualificati. Proprio una conoscenza profonda dei postulati fondamentali e del sistema del diritto romano modella una vera mentalità giuridica e fornisce le prime esperienze sia per un’analisi autenticamente scientifica di situazioni di vita concreta; sia per la ricerca delle vie e dei modi giusti, cioè fondati sul diritto, utili alla soluzione delle nascenti controversie. Proprio per questa ragione, non a caso, il diritto romano è diventato finalmente materia obbligatoria nelle Facoltà giuridiche russe; inoltre, il numero delle ore ad esso assegnate nei programmi di studio è stato come minimo raddoppiato.

È ovvio che tutti questi processi condizionati oggettivamente dai bisogni attuali non possono svilupparsi dovutamente in mancanza delle principali fonti – testi di diritto romano verificati ed elaborati. Com’è noto, ai tempi post-rivoluzionari questo lavoro era stato svolto solo sporadicamente da una cerchia estremamente ristretta di studiosi, principalmente romanisti della precedente scuola prerivoluzionaria. Tra loro al primo posto indubbiamente va citato il professore della cattedra di diritto civile della Facoltà giuridica dell’Università Statale Lomonosov di Mosca (MGU) Ivan Serghejevič Pereterskij, celebre non solo per le sue opere assai brillanti sul diritto civile, ma anche per le sue ottime traduzioni delle leggi straniere (in particolare, del Codice Civile Francese), nonché per i suoi manuali di diritto privato romano. Ivan Serghejevič ha tradotto in russo alcuni frammenti del Digesto di Giustiniano, opera pubblicata in parte nel 1956, e in maniera completa solo dopo la sua morte, nel 1984. Questa traduzione, come gli altri suoi lavori sul diritto romano, compresi i manuali, è stata alla base - in pratica fino ai tempi più recenti – della maggioranza dei pochi e brevi manuali di diritto romano di cui disponeva allora la letteratura giuridica nazionale. Pertanto, le condizioni attuali richiedono una seria estensione, non solo dell’insegnamento, ma anche dello studio scientifico del diritto romano; proprio per questo appare più che evidente l’effetto negativo determinato della mancanza di nuove edizioni delle fonti giuridiche romane.

In relazione a ciò, va notata l’importanza del cospicuo lavoro di edizione e ristampa dei monumenti del diritto romano svolto dal Centro di Studi di Diritto Romano, creato nel 1994 per iniziativa di una alcuni storici e giuristi della Facoltà Giuridica dell’Università Statale di Mosca “Lomonosov” (MGU) e dell’Istituto di Storia Universale dell’Accademia Russa delle Scienze. Uno degli obbiettivi principali di questo Centro è la preparazione e la pubblicazione del testo integrale del Digesto di Giustiniano; il che richiede l’impegno grande e molto accurato di un intero gruppo di storici, giuristi e filologi. Tale gruppo è stato creato nell’ambito del Centro di Studi di Diritto Romano fra professori, dottorandi e laureati delle Facoltà di Storia, Giurisprudenza e Filologia dell’Università Statale di Mosca “Lomonosov”.

La pubblicazione del primo volume del Digesto di Giustiniano, che offriamo all’attenzione dei lettori, è il risultato del fortunato inizio di questa importante attività. Essa si svolge per la prima volta in un modo così esauriente nella scienza russa, perciò non può essere del tutto priva di alcuni difetti e omissioni, prima di tutto nel campo della precisione giuridica della traduzione e soprattutto della revisione di alcuni brani. Ciononostante, alcuni piccoli errori che forse potrà evidenziare un lettore qualificato, mettendo a confronto la traduzione con l’originale latino (messo per questo a disposizione dagli autori), non possono, come sembra, influenzare sensibilmente una valutazione generale alta del lavoro enorme effettuato dal gruppo di traduzione.

La pubblicazione dei successivi volumi della traduzione del Digesto diventerà indubbiamente un evento significativo per la scienza storica e giuridica nazionale; sarà anche un risultato reale e molto significativo dello sviluppo scientifico attuale. Sono convinto che questa edizione sarà non solo un ottimo sussidio per tutti gli storici e i giuristi che hanno interesse allo studio di diritto romano, ma anche un buono stimolo all’ulteriore sviluppo sia dell’insegnamento, sia delle ricerche di diritto romano nella Russia attuale.

La traduzione completa di tutti i volumi del Digesto sarà completata alla vigilia dell’anniversario (250 anni) della fondazione dell’Università di Mosca: la prima, la più antica e la maggiore università della Russia. Il collettivo dei traduttori, composto da professori e laureati di questa Università considera il completamento di questa edizione come un ulteriore dono alla propria alma mater per il suo glorioso giubileo.

 

Mosca, 4 giugno 2001.

 

Evgenij A. Sukhanov

Direttore della cattedra di diritto civile

Preside della Facoltà di Giurisprudenza

Università Statale di Mosca

“M.V. Lomonosov” (MGU)

 

 

[Traduzione dal russo di Maria Celintseva, Università Statale di Mosca “Lomonosov”]