N° 2 - Marzo 2003 - Memorie

GIOVANNI LOBRANO

Università di Sassari

 

CIVILTÀ MEDITERRANEA, POPOLO SARDO,

DIRITTO ROMANO: COMPITI E RESPONSABILITÀ

DELLA UNIVERSITÀ DI SASSARI *

 

 

1. L’Università degli Studi di Sassari ha ragioni particolari di compiacimento per essere, assieme all’ISPROM, coorganizzatrice di un programma di studi sul tema dei nessi tra tradizioni religiose e istituzioni politico-giuridiche, attraverso lo studio del culto di San Costantino Imperatore e secondo quella prospettiva spaziale, specificamente mediterranea, che è la dialettica tra Oriente ed Occidente.

L’Università di Sassari è, pertanto, grata agli studiosi promotori della iniziativa, agli studiosi i quali – accogliendone generosamente l’invito – sono convenuti dai diversi Paesi del Mediterraneo ed a tutti gli Enti che hanno – altrettanto generosamente – collaborato.

Lo studio della civiltà mediterranea non ha mai cessato di essere fonte primaria di alimento delle civiltà umane; nei secoli cd. ‘bui’ come nei secoli cd. ‘dei lumi’. Lo studio della civiltà mediterranea resta fonte primaria di alimento della civiltà anche di questi nostri secoli, sia che li consideriamo secoli ‘di lumi’ sia che li consideriamo (come, credo, sarebbe più giusto fare nella prospettiva della scienza giuridica) secoli oscuri.

Ora, se è certamente vero che la libertà sovrana degli studiosi fa sì che tutti possiamo studiare tutto, ciò non di meno, quando il soggetto e l’oggetto della riflessione tendono a coincidere, entriamo in quella dimensione specifica dello studio che è la presa di coscienza, vitale e propulsiva di sé.

L’Università degli Studi di Sassari, pienamente cosciente della propria appartenenza alla regione ed alla koiné mediterranea, sa – dunque – di avere legittimazione, vocazione e – conseguente – responsabilità specifiche per gli studi mediterranei, ovverosia – nel campo delle scienze umane – per lo studio della civiltà mediterranea, nei suoi elementi di identità, continuità ed attualità.

 

2. Le istituzioni religiose e le istituzioni politico-giuridiche nonché la loro relazione (quale si manifesta nella concezione di Dio, del popolo degli uomini con-cittadini e del rapporto complesso che tutti li lega) sono elementi tra i più caratterizzanti e, insieme, più vitali e ‘più universali’ dell’ordine civile e gentium (ovverosia del sistema dei sistemi giuridici) del Mediterraneo, che da quella relazione è innervato e che, alla sua volta, costituisce la nostra identità mediterranea.

Lo studio di Costantino, imperatore romano, santo per la Chiesa ortodossa ed oggetto di un particolare culto popolare anche nella cattolica Sardegna, è oggettivamente (e particolarmente qui, nell’àmbito territoriale della nostra Università, ove sono i luoghi specificamente deputati al suo culto da parte del popolo sardo) chiave privilegiata di accesso alla comprensione di quelle istituzioni religiose e politico-giuridiche e della loro relazione.

Non si tratta, dunque, di studi per specialisti che si interessano di temi esotici. Il tema al centro dei nostri studi costantiniani è, in definitiva, il popolo, nella sua relazione essenziale con Dio. È il popolo sardo, visto nella luce speciale del proprio culto per San Costantino Imperatore. Attraverso un argomento circoscritto localmente e tematicamente, vogliamo affrontare, nell’ambito dei sistemi giuridici del Mediterraneo, le grandi questioni proprie del sistema giuridico romano incentrato sul popolo e sugli Dèi: la questione della collocazione istituzionale e quindi del ruolo istituzionale del popolo sardo fra diritto e religione; la questione della collocazione geopolitica e, quindi, del ruolo geopolitico del popolo sardo fra Oriente e Occidente; la questione della collocazione storica e, quindi, del ruolo storico del popolo sardo fra antico e moderno, fra passato e futuro.

Il sistema del Diritto romano offre strumenti più che preziosi, insostituibili per la riflessione sul popolo. Il popolo sardo dei cittadini, con i suoi sacerdoti, con i suoi magistrati, non può che avvantaggiarsi dalla utilizzazione di strumenti romanistici per riflettere su se medesimo, per cercare di dominare, attraverso la conoscenza, la propria storia e, quindi, attraverso la volontà, il proprio futuro.



 

* Pubblicato in F. Sini-P.P. Onida (a cura di), Poteri religiosi e istituzioni: il culto di San Costantino Imperatore tra Oriente e Occidente, Torino 2003.