N° 2 - Marzo 2003 - Memorie 

Pierangelo Catalano

Università di Roma “La Sapienza

 

SISTEMI GIURIDICI DEL MEDITERRANEO*

 

 

I lavori del “Progetto strategico” del Consiglio Nazionale delle Ricerche “Sistemi giuridici del Mediterraneo” sono iniziati nel 1997, sulla base di una decisione del Comitato nazionale di consulenza per le scienze giuridiche e politiche del CNR. Le “unità operative”, coordinate dall’ISPROM-Istituto di Studi e Programmi per il Mediterraneo, sono stabilite presso l’Università di Napoli ‘Federico II’ (Diritto internazionale e diritti umani), l’Università di Bari (Diritto pubblico), l’Università di Roma ‘Tor Vergata’ (Diritto privato), l’Università di Sassari (Poteri religiosi e istituzioni).

La “unità di coordinamento”, stabilita presso l’ISPROM, ha il compito di condurre le ricerche su Identità giuridica del Mediterraneo: “persone” e “città” e provvedere alla Metodologia e coordinamento dei risultati del Progetto. Sono stati fissati come prioritari temi riguardanti il conflitto e la convergenza dei sistemi giuridici nel Mediterraneo, nonché gli uomini (personae) e le loro organizzazioni politiche concrete, le città (civitates).

In questo quadro ricordiamo le cinque linee di lavoro dell’“unità operativa” dell’ISPROM: 1) Condizioni giuridiche degli alieni nei sistemi giuridico-religiosi del Mediterraneo. Matrimonio e famiglia; 2) Condizione dei nascituri nei sistemi giuridico-religiosi del Mediterraneo; 3) Elementi del sistema giuridico di formazione romano-cristiana nelle sue componenti di Oriente e di Occidente, ortodossa e cattolica; 4) Cooperazione tra le città storiche del Mediterraneo; 5) Principi generali del diritto e diritti umani, con particolare riferimento al problema del debito estero.

 

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Nel sistema giuridico di formazione romano-cristiana (fino all’età delle rivoluzioni borghesi!), e analogamente in quello islamico, non si ha “isolamento” del diritto rispetto alla morale e alla religione. Lo ius publicum, secondo la giurisprudenza classica così come secondo i Digesta dell’imperatore cristiano Giustiniano I, consiste in sacra, sacerdotes, magistratus. Da tale punto di vista (positio studii del diritto) si comprende bene che il culto di San Costantino Imperatore, affermatosi anche in Occidente e particolarmente in Sardegna, costituisca ancora oggi elemento essenziale dell’identità del popolo sardo.

In questo elemento religioso dell’identità del popolo sardo, che si unisce a quello della propria lingua, sta il principale motivo per cui l’“unità operativa” dell’Università di Sassari (università fondata, devo ricordarlo, dalla Compagnia di Gesù alla metà del secolo XVI) ha iniziato i suoi lavori nel nome di San Costantino.

Tutto ciò si può vedere, dal centro del Mediterraneo, come un aspetto della “costante resistenziale sarda” (per utilizzare una espressione usata dall'accademico dei Lincei Giovanni Lilliu[1]). Sempre che oggi si comprenda il carattere “resistenziale”, contro il fatto economico-finanziario e informativo-culturale della globalizzazione, di una forma antica dell’universalismo giuridico-religioso cristiano.

Il culto del primo imperatore cristiano sta al centro, ancor oggi, sia dell’unità storica dei Cristiani d’Occidente e d’Oriente sia del conflitto (e “dialogo”) tra i sistemi giuridico-religiosi del Mediterraneo: per questo ripubblichiamo qui lo scritto su Costantino nella polemica islamica del Padre Vincenzo Poggi, direttore della rivista del Pontificio Istituto Orientale.

È merito di Francesco Sini, direttore del Dipartimento di scienze giuridiche dell’Università di Sassari negli anni 1994-2000, aver incentrato l’attenzione dell’“unità operativa” nelle due solenni celebrazioni popolari del culto di San Costantino Imperatore: quella di Sedilo, di origine “bizantina” altomedievale[2], e quella di Pozzomaggiore, il cui tempio, costruito in soli tre anni per iniziativa di reduci della Grande Guerra e di emigrati, fu consacrato nel 1923[3].

Si ricordi che della Cavalcata di Sedilo ha scritto Sebastiano Dessanay, illustre intellettuale e politico sardo, che fu il primo presidente dell’ISPROM (dal dicembre 1979 al 17 gennaio 1986, data della morte): un articolo che apre prospettive politiche (“vera e propria festa federale”) e storico-religiose (anche di antica religione romana)[4].

Ripubblichiamo questo scritto del Dessanay e, per precisare il senso del nostro lavoro giuridico e politico, anche la “riflessione storico-politica” sull’Arco di Costantino fatta dal professor Giorgio La Pira nel novembre 1973[5]. Entrambi questi scritti sono stati già riprodotti per i seminari di Sedilo e di Pozzomaggiore.

 

 

 



 

* Pubblicato in F. Sini-P.P. Onida (a cura di), Poteri religiosi e istituzioni: il culto di San Costantino Imperatore tra Oriente e Occidente, Torino 2003.

 

[1] Vedi G. Lilliu, “La costante resistenziale sarda”, in Studi Sassaresi, serie III, Anno accademico 1970-71, vol. 3, Autonomia e diritto di resistenza (Università di Sassari - Società sassarese per le scienze giuridiche), Giuffrè, Milano 1973, pp. 47-60.

 

[2] Vedi A.F. Spada, Santu Antine. Il culto di Costantino il Grande da Bisanzio alla Sardegna, Coop. grafica nuorese, Nuoro 1989. Due fatti voglio ricordare, significativi per la storia delle istituzioni in età moderna. La data della prima ricostruzione della Chiesa di San Costantino a Sedilo, confermata dall’aquila bicipite scolpita presso l’altare, e la data della lotta dell’imperatore Carlo V contro i Musulmani “devono coincidere” (così A.F. Spada, op. cit., p. 25). Nel 1850, l’anno della sommossa (s’annu de s’avvoltu) di Sedilo, al comandante delle truppe del Regno Sardo che venivano a porre l’assedio sarebbe apparso, come difensore di Sedilo, l’imperatore Costantino: «la diceria è giunta fino ai giorni nostri» (A.F. Spada, op. cit., p. 46); vedi più ampiamente infra.

 

[3] Vedi M. Atzori, Cavalli e feste. Tradizioni equestri della Sardegna, L’Asfodelo editore, Sassari 1988, pp. 168 ss. “San Costantino a Pozzomaggiore tra culto antico e crisi contemporanee”; Id., Il Santo Cavaliere e l’Ardia. La festa di San Costantino a Pozzomaggiore, Editrice democratica sarda, Sassari 1990).

 

[4] Vedi S. Dessanay, “La sagra di San Costantino. Gli antichi riti agrari nella bardia di Sedilo”, in Sardegna Oggi, n. 8 (15-30 luglio 1962).

 

[5] Vedi Chiesa e Stato dal IV al VI secolo (Prospettive, Quaderno 2), Firenze 1974, pp. 134-137. Conviene confrontare questa riflessione del La Pira con il discorso da lui pronunciato a Cagliari, nel gennaio 1973, come premessa al convegno su “Le condizioni per lo sviluppo dei paesi dell’area mediterranea”. V. il volume Premier Colloque Méditerranéen de Florence con la “Premessa” di Cagliari di Giorgio La Pira (ISPROM/testi e documenti mediterranei 2), Tema, Cagliari 1998.