(*) La ricerca presentata nel 2001, si inserisce
nel programma di cofinanziamento MIUR ex quota 40 %.
1. Temi di ricerca
Servitù urbane; distanze legali;
operis novi nuntiatio
2. Base di partenza scientifica nazionale o internazionale
I
rapporti di vicinanza nel diritto romano sono stati oggetto di numerose ed
approfondite ricerche, che tuttavia hanno riguardato e riguardano in
particolare il diritto classico. In questo ambito si sono svolti accesi
dibattiti, determinati da un lato dalle questioni fondamentali che il tema
coinvolge (ad es. la concezione della proprietà presso i Romani), dall’altro
dallo stato delle fonti, che, pur ricche, dettagliate e tecnicamente molto
elaborate, presentano spesso soluzioni non univoche e sottendono concezioni
diverse.
Con
riferimento in particolare ai problemi che si intendono affrontare nella
ricerca, e cioè in sostanza i rapporti fra edifici nel contesto urbano, la
dottrina dagli anni ’30 agli anni ’50 ed oltre risulta in buona parte caratterizzata,
come è noto, dal ricorso ai metodi della critica interpolazionistica, tesa a
delineare un sistema classico perfettamente coerente, con la conseguente
attribuzione all’età postclassica o a quella giustinianea di qualsiasi elemento
che con quel sistema risultasse incongruo. La dottrina più recente, pur avendo
abbandonato l’interpolazionismo, risulta ancora per molti aspetti condizionata
dai risultati in precedenza raggiunti e ritenuti acquisiti, tanto che su
numerosi temi esiste un’opinione consolidata intorno al regime del diritto
classico, e le voci divergenti trovano scarsissimo seguito. Un esempio
paradigmatico è offerto dalla contrapposizione fra l’opinione prevalente in
materia di rapporti di vicinanza e servitù urbane, opinione secondo la quale
per tutta l’età classica il principio dominante fu quello dell’assoluta libertà
del proprietario-costruttore nell’esercizio dei suoi diritti, potendosi parlare
solo per l’età postclassica e giustinianea di limiti a tutela degli interessi
dei vicini, e la contrapposta tesi sostenuta di recente dal Rodger (Owners and
Neighbours in Roman Law, Oxford 1972), il quale ritiene incredibile che una
società giuridicamente evoluta come quella romana classica, che peraltro
conosceva svariati limiti all’esercizio della proprietà, consentisse a ciascuno
di costruire la propria casa senza tenere alcun conto del danno che ne sarebbe
potuto derivare ai vicini.
Da
quanto detto risulta evidente come il regime degli istituti di cui si tratta
nel diritto giustinianeo non venga solitamente fatto oggetto di un’indagine
specifica, ma risulti solo sommariamente tratteggiato in contrapposizione con
il diritto classico.
Per il
diritto giustinianeo in realtà non esiste una bibliografia nutrita. Accanto a
ciò che si può ricavare dalle trattazioni di carattere generale, più o meno
recenti, ed insieme a quanto si può trarre da una rilettura della
pandettistica, fondamentali sono ancora le ricerche del Branca (Danno temuto e danno da cose inanimate nel
diritto romano, Padova, 1937; La prohibitio
e la denunzia di nuova opera come forme di autotutela cautelare, in «SDHI»,
VII, 1941), che ovviamente risultano in buona parte ispirate ai metodi
dell’interpolazionismo.
3 Riferimenti bibliografici
M.
VOIGT, Die römischen Baugesetzen, in «Berichten der philologisch-historischen
Klasse der Königl. Sächs. Gesellschaft der Wissenschaften zu Leipzig», Sitzung
von 12 Dezember 1903, (s.d.)
G. BRANCA, Danno temuto e danno da cose inanimate nel diritto romano, Padova,
1937
B. BIONDI, La categoria romana delle “servitutes”, Milano, 1938
G. BRANCA, La prohibitio e la denunzia di nuova opera come forme di autotutela
cautelare, in «SDHI», VII, 1941
A. BERGER,
L’“operis novi nunciatio” ed il concetto di “ius publicum” di Ulpiano, in «IVRA», I, 1950
C. COSENTINI, Appunti sull’“operis novi nuntiatio”, in
«Annali del Seminario Giuridico dell’Università di Catania», IV, 1950
B. BIONDI, Le servitù prediali nel diritto romano, Milano, 1954
A. MOZZILLO, Denuncia di opera nuova e di danno temuto (diritto romano), in
«NNDI», V, Torino, 1960
A. MASI, Denuncia di nuova opera (storia), in «ED», XII, Milano, 1964
G. GROSSO, Le servitù prediali nel diritto romano, Torino, 1969
A. RODGER,
Owners and Neighbours in Roman Law,
J.
PARICIO, La denuncia de obra nueva en el
derecho justinianeo, in Sodalitas,
V, Napoli, 1984
C. SCOFONE, Abusi edilizi nella Costantinopoli di Giustiniano: A proposito di Nov.
J.
M. RAINER, Bau- und nachbarrechtliche
Bestimmungen im klassischen römischen Recht, Graz, 1987
J.
M. RAINER, Probleme der Stadterhaltung in
der Spätantike, in «RHD», LIX,
1991
C.
SALIOU, Les lois des bâtiments: voisinage
et habitat urbain dans l’Empire Romain. Recherches sur les rapports entre le
droit et la construction privée du siècle d’Auguste au siècle de Justinien,
Beyrouth, 1994
F. PERGAMI, L’appello nella legislazione del tardo Impero, Milano, 2000
4 Descrizione del programma e dei compiti dell'Unità di Ricerca
La ricerca si propone di
studiare i rapporti di vicinanza nel diritto giustinianeo, con particolare
riguardo al contesto urbano, prendendo quindi in considerazione in primo luogo la
legislazione relativa alle distanze fra gli edifici, alla loro altezza, alle
modalità di costruzione e di restauro, alla possibilità di apertura di
finestre, e ad ogni altro problema concernente sia i rapporti fra privati, sia
interessi pubblici, quali la sicurezza ed il decoro della città. Nell’ambito
delle numerose norme emanate in materia a partire almeno dal primo secolo del
Principato si tratterà di stabilire quali devono essere considerate ancora in
vigore in età giustinianea, ed indagare su eventuali interventi dello stesso
Giustiniano, per arrivare a definire il quadro legislativo di riferimento.
Il passo
ulteriore prevede l’esame della legislazione vigente in età giustinianea per
definire quali norme si debbano intendere a tutela di interessi pubblici, e
quindi inderogabili dai privati, e quali invece fossero dirette tutelare gli
interessi dei singoli. Con riferimento alle prime sarà necessario un ulteriore
approfondimento per comprendere quali sanzioni fossero previste per i
trasgressori, ed in che modo e da chi la trasgressione dovesse essere
constatata e punita. Per le norme a tutela di interessi privati si tratterà di
definire la loro eventuale derogabilità da parte degli interessati, e le forme
attraverso le quali le deroghe si potevano realizzare, nonché gli strumenti
concessi ai singoli in caso di violazione delle stesse norme, oppure in caso di
comportamenti difformi dagli accordi intervenuti. In particolare per questi
ultimi aspetti sarà di fondamentale importanza lo studio degli istituti previsti
a tutela dei rapporti di vicinanza nel diritto classico, e delle loro
trasformazioni attraverso l’età postclassica, sino a giungere alla sistemazione
giustinianea. Accanto agli aspetti sostanziali sarà necessario approfondire gli
aspetti processuali, per verificare in che modo le trasformazioni avvenute nel
processo privato influirono sulla dinamica degli istituti in questione.
La prima fase della ricerca, della durata di 2
mesi, prevede il reperimento e la schedatura della bibliografia relativa alla
ricerca programmata; la fase successiva, anch’essa di 2 mesi, prevede la
schedatura delle fonti letterarie e giuridiche, ivi comprese le fonti
bizantine, fondamentali per la comprensione del modo in cui le fonti classiche
venivano interpretate ed utilizzate in età giustinianea e bizantina; i
rimanenti 8 mesi saranno dedicati allo studio della bibliografia e delle fonti,
e alla stesura dei risultati. Il Responsabile scientifico dell’unità di ricerca
svolgerà le fasi prima e seconda unitamente con gli altri componenti della
stessa unità. Sulla base del materiale reperito si provvederà poi a valutare
l’opportunità di assegnare ad ogni componente un tema particolare, oppure di
proseguire con una ricerca di gruppo.
Neighbours
relations in the Justinian law
The
relations of neighbourhood in the Roman law have been subjected to numerous and
deep research, that somehow have examined and examine in particular the
classical law. In this context heated debates have taken place, from one side
determined by fundamental questions that this topic involves (for example the
concept of property to Romans) and on the other side by the status of the
sources that although being rich detailed and highly elaborated, often present
unambiguous solutions and imply different concepts.
With particular reference to the problems that we plan
to face in this research, i.e. the relations between buildings in the urban
context, the doctrine from the thirties till the fifties and later, turns out
to be mostly characterised, as it is known, by the help that methods of
interpolationistic criticism offer, a doctrine that tends to delineate a
classical system perfectly coherent with the consequent attribution to the
post-classic or else to the Justinian era of any element whatsoever which would
appear incongruous with that system. Although the most recent doctrine has
abandoned interpolationism, to many aspects it sill seems to be conditioned by
previously reached and acquired results so much so that on numerous topics a
consolidated opinion exists on the regime of classical law, and diverging
voices are really heeded.
A paradigmatic example is given out as a result of
the opposition between the prevailing opinion on neighbourhood’s relations and
urban servitude; an opinion according to which the dominant principle for the
whole classical era was that of the owner-constructor absolute freedom to
exercise his rights, as to the post-classical and Justinian eras we can only
mention the limits to defend the neighbour’s interests; and the opposing thesis
sustained recently by Rodger (Owners and Neighbours in Roman Law, Oxford 1972)
who retains that it is incredible that a society legally advanced such as that
of Rome could have allowed each person to build his own house without
considering the damage he would create to his neighbours.
It seems clear from what has been already said that
the regime of institutions dealt by the Justinian law is not usually considered
as a subject for a specific enquiry, but it only turns out to be briefly
sketched in contrast with the classical law.
In fact there is no rich bibliography relative to the
Justinian law. In addition to what can be retrieved from general treatises more
or less recent and from a rereading of the Pandectists, the works of Branca (Danno temuto e danno da cose inanimate nel
diritto romano, Padova, 1937; La prohibitio
e la denunzia di nuova opera come forme di autotutela cautelare, in “SDHI”
VII,1941), that obviously appear to be mainly inspired by methods of
interpolationism, are still considered fundamental.
The
research aims to study the relations of neighbourhood in the Justinian law with
particular interest to the urban context, therefore taking into consideration
in the first place the legislation relative to the distance between buildings,
to their height, to ways of construction and restoration and to the possibility
of opening windows spaces and to any other problem concerning both the
relations between private citizens and public interests, such as security and
city respectability.
In the
context of the numerous norms emanated on the subject dating at least from the
first century of the Principate, we will have to establish which ones must be
considered still in force in the Justinian era, and also investigate on
possible interventions made by Justinian himself in order to define the
legislative reference framework.
The
further step foresees the examination of the current legislations in the
Justinian era in order to define the norms that are to be interpreted in
defence of public interests and therefore mandatory to private citizens, and
which ones were aimed to defend individuals. In relation to the former ones a
further investigation will be necessary to understand which sanctions were
foreseen for offenders and in what way and who should ascertain and punish the
infringement of the law. Regarding the norms that defend private interests, we
will try to define their possible derogability by the interested parties, and
the ways through which decided agreements were reached, also the instruments
that are granted to individuals in case of violation of the same norms, or else
in case of dissimilar behaviour concerning the present agreements. In
particular, regarding the latter aspects, the study of the institutions
provided to defend the relations of neighbourhood in the classical law and
their transformation through the post-classical era till the Justinian
organization, will be of fundamental importance.
In
addition to substantial aspects it will be necessary to study thoroughly the
trial aspects, in order to verify in what way the transformations occurred in
the private trial had an influence over the dynamics of the examined
institutions.
The first
stage of the research which will last two months, foresees the finding and
indexing of the bibliography relevant to the programmed research, the following
stage of two months also foresees the indexing of literary and juridical
sources including the Byzantine sources, that are fundamental to understand the
way in which the classical sources were interpreted and used in both the
Justinian and Byzantine eras, the remaining eight months will be dedicated to
the study of bibliography and sources, and to the writing out of results. The
Scientific Responsible of the research unity will carry out the first and
second stages together with other members of the same unity.
Later, on
the basis of the material found, the opportunity to assign to each member a
particular topic or to proceed in group research will be evaluated.