N° 2 - Marzo 2003 – Lavori in corso – Progetti

 

I rapporti di vicinanza nel diritto Giustinianeo (*)

 

di Maria Rosa Cimma

 

 

            (*) La ricerca presentata nel 2001, si inserisce nel programma di cofinanziamento MIUR ex quota 40 %.

 

 

 

1. Temi di ricerca

Servitù urbane; distanze legali; operis novi nuntiatio

 

2. Base di partenza scientifica nazionale o internazionale

 

I rapporti di vicinanza nel diritto romano sono stati oggetto di numerose ed approfondite ricerche, che tuttavia hanno riguardato e riguardano in particolare il diritto classico. In questo ambito si sono svolti accesi dibattiti, determinati da un lato dalle questioni fondamentali che il tema coinvolge (ad es. la concezione della proprietà presso i Romani), dall’altro dallo stato delle fonti, che, pur ricche, dettagliate e tecnicamente molto elaborate, presentano spesso soluzioni non univoche e sottendono concezioni diverse.

Con riferimento in particolare ai problemi che si intendono affrontare nella ricerca, e cioè in sostanza i rapporti fra edifici nel contesto urbano, la dottrina dagli anni ’30 agli anni ’50 ed oltre risulta in buona parte caratterizzata, come è noto, dal ricorso ai metodi della critica interpolazionistica, tesa a delineare un sistema classico perfettamente coerente, con la conseguente attribuzione all’età postclassica o a quella giustinianea di qualsiasi elemento che con quel sistema risultasse incongruo. La dottrina più recente, pur avendo abbandonato l’interpolazionismo, risulta ancora per molti aspetti condizionata dai risultati in precedenza raggiunti e ritenuti acquisiti, tanto che su numerosi temi esiste un’opinione consolidata intorno al regime del diritto classico, e le voci divergenti trovano scarsissimo seguito. Un esempio paradigmatico è offerto dalla contrapposizione fra l’opinione prevalente in materia di rapporti di vicinanza e servitù urbane, opinione secondo la quale per tutta l’età classica il principio dominante fu quello dell’assoluta libertà del proprietario-costruttore nell’esercizio dei suoi diritti, potendosi parlare solo per l’età postclassica e giustinianea di limiti a tutela degli interessi dei vicini, e la contrapposta tesi sostenuta di recente dal Rodger (Owners and Neighbours in Roman Law, Oxford 1972), il quale ritiene incredibile che una società giuridicamente evoluta come quella romana classica, che peraltro conosceva svariati limiti all’esercizio della proprietà, consentisse a ciascuno di costruire la propria casa senza tenere alcun conto del danno che ne sarebbe potuto derivare ai vicini.

Da quanto detto risulta evidente come il regime degli istituti di cui si tratta nel diritto giustinianeo non venga solitamente fatto oggetto di un’indagine specifica, ma risulti solo sommariamente tratteggiato in contrapposizione con il diritto classico.

Per il diritto giustinianeo in realtà non esiste una bibliografia nutrita. Accanto a ciò che si può ricavare dalle trattazioni di carattere generale, più o meno recenti, ed insieme a quanto si può trarre da una rilettura della pandettistica, fondamentali sono ancora le ricerche del Branca (Danno temuto e danno da cose inanimate nel diritto romano, Padova, 1937; La prohibitio e la denunzia di nuova opera come forme di autotutela cautelare, in «SDHI», VII, 1941), che ovviamente risultano in buona parte ispirate ai metodi dell’interpolazionismo.

 

3 Riferimenti bibliografici

 

M. VOIGT, Die römischen Baugesetzen, in «Berichten der philologisch-historischen Klasse der Königl. Sächs. Gesellschaft der Wissenschaften zu Leipzig», Sitzung von 12 Dezember 1903, (s.d.)

 

G. BRANCA, Danno temuto e danno da cose inanimate nel diritto romano, Padova, 1937

 

B. BIONDI, La categoria romana delle “servitutes”, Milano, 1938

 

G. BRANCA, La prohibitio e la denunzia di nuova opera come forme di autotutela cautelare, in «SDHI», VII, 1941

 

A. BERGER, L’“operis novi nunciatio” ed il concetto di “ius publicum” di Ulpiano, in «IVRA», I, 1950

 

C. COSENTINI, Appunti sull’“operis novi nuntiatio”, in «Annali del Seminario Giuridico dell’Università di Catania», IV, 1950

 

B. BIONDI, Le servitù prediali nel diritto romano, Milano, 1954

 

A. MOZZILLO, Denuncia di opera nuova e di danno temuto (diritto romano), in «NNDI», V, Torino, 1960

 

A. MASI, Denuncia di nuova opera (storia), in «ED», XII, Milano, 1964

 

G. GROSSO, Le servitù prediali nel diritto romano, Torino, 1969

 

A. RODGER, Owners and Neighbours in Roman Law, Oxford 1972

 

J. PARICIO, La denuncia de obra nueva en el derecho justinianeo, in Sodalitas, V, Napoli, 1984

 

C. SCOFONE, Abusi edilizi nella Costantinopoli di Giustiniano: A proposito di Nov. 63, in Per Carlo Castello. Tardo impero, diritto romano e tradizione romanistica, Milano, 1984

 

J. M. RAINER, Bau- und nachbarrechtliche Bestimmungen im klassischen römischen Recht, Graz, 1987

 

J. M. RAINER, Probleme der Stadterhaltung in der Spätantike, in «RHD», LIX, 1991

 

C. SALIOU, Les lois des bâtiments: voisinage et habitat urbain dans l’Empire Romain. Recherches sur les rapports entre le droit et la construction privée du siècle d’Auguste au siècle de Justinien, Beyrouth, 1994

 

F. PERGAMI, L’appello nella legislazione del tardo Impero, Milano, 2000

 

4 Descrizione del programma e dei compiti dell'Unità di Ricerca

 

La ricerca si propone di studiare i rapporti di vicinanza nel diritto giustinianeo, con particolare riguardo al contesto urbano, prendendo quindi in considerazione in primo luogo la legislazione relativa alle distanze fra gli edifici, alla loro altezza, alle modalità di costruzione e di restauro, alla possibilità di apertura di finestre, e ad ogni altro problema concernente sia i rapporti fra privati, sia interessi pubblici, quali la sicurezza ed il decoro della città. Nell’ambito delle numerose norme emanate in materia a partire almeno dal primo secolo del Principato si tratterà di stabilire quali devono essere considerate ancora in vigore in età giustinianea, ed indagare su eventuali interventi dello stesso Giustiniano, per arrivare a definire il quadro legislativo di riferimento.

Il passo ulteriore prevede l’esame della legislazione vigente in età giustinianea per definire quali norme si debbano intendere a tutela di interessi pubblici, e quindi inderogabili dai privati, e quali invece fossero dirette tutelare gli interessi dei singoli. Con riferimento alle prime sarà necessario un ulteriore approfondimento per comprendere quali sanzioni fossero previste per i trasgressori, ed in che modo e da chi la trasgressione dovesse essere constatata e punita. Per le norme a tutela di interessi privati si tratterà di definire la loro eventuale derogabilità da parte degli interessati, e le forme attraverso le quali le deroghe si potevano realizzare, nonché gli strumenti concessi ai singoli in caso di violazione delle stesse norme, oppure in caso di comportamenti difformi dagli accordi intervenuti. In particolare per questi ultimi aspetti sarà di fondamentale importanza lo studio degli istituti previsti a tutela dei rapporti di vicinanza nel diritto classico, e delle loro trasformazioni attraverso l’età postclassica, sino a giungere alla sistemazione giustinianea. Accanto agli aspetti sostanziali sarà necessario approfondire gli aspetti processuali, per verificare in che modo le trasformazioni avvenute nel processo privato influirono sulla dinamica degli istituti in questione.

La prima fase della ricerca, della durata di 2 mesi, prevede il reperimento e la schedatura della bibliografia relativa alla ricerca programmata; la fase successiva, anch’essa di 2 mesi, prevede la schedatura delle fonti letterarie e giuridiche, ivi comprese le fonti bizantine, fondamentali per la comprensione del modo in cui le fonti classiche venivano interpretate ed utilizzate in età giustinianea e bizantina; i rimanenti 8 mesi saranno dedicati allo studio della bibliografia e delle fonti, e alla stesura dei risultati. Il Responsabile scientifico dell’unità di ricerca svolgerà le fasi prima e seconda unitamente con gli altri componenti della stessa unità. Sulla base del materiale reperito si provvederà poi a valutare l’opportunità di assegnare ad ogni componente un tema particolare, oppure di proseguire con una ricerca di gruppo.

 

 

 

English Version

hotels in Rome

 

Neighbours relations in the Justinian law

 

The relations of neighbourhood in the Roman law have been subjected to numerous and deep research, that somehow have examined and examine in particular the classical law. In this context heated debates have taken place, from one side determined by fundamental questions that this topic involves (for example the concept of property to Romans) and on the other side by the status of the sources that although being rich detailed and highly elaborated, often present unambiguous solutions and imply different concepts.

With particular reference to the problems that we plan to face in this research, i.e. the relations between buildings in the urban context, the doctrine from the thirties till the fifties and later, turns out to be mostly characterised, as it is known, by the help that methods of interpolationistic criticism offer, a doctrine that tends to delineate a classical system perfectly coherent with the consequent attribution to the post-classic or else to the Justinian era of any element whatsoever which would appear incongruous with that system. Although the most recent doctrine has abandoned interpolationism, to many aspects it sill seems to be conditioned by previously reached and acquired results so much so that on numerous topics a consolidated opinion exists on the regime of classical law, and diverging voices are really heeded.

A paradigmatic example is given out as a result of the opposition between the prevailing opinion on neighbourhood’s relations and urban servitude; an opinion according to which the dominant principle for the whole classical era was that of the owner-constructor absolute freedom to exercise his rights, as to the post-classical and Justinian eras we can only mention the limits to defend the neighbour’s interests; and the opposing thesis sustained recently by Rodger (Owners and Neighbours in Roman Law, Oxford 1972) who retains that it is incredible that a society legally advanced such as that of Rome could have allowed each person to build his own house without considering the damage he would create to his neighbours.

It seems clear from what has been already said that the regime of institutions dealt by the Justinian law is not usually considered as a subject for a specific enquiry, but it only turns out to be briefly sketched in contrast with the classical law.

In fact there is no rich bibliography relative to the Justinian law. In addition to what can be retrieved from general treatises more or less recent and from a rereading of the Pandectists, the works of Branca (Danno temuto e danno da cose inanimate nel diritto romano, Padova, 1937; La prohibitio e la denunzia di nuova opera come forme di autotutela cautelare, in “SDHI” VII,1941), that obviously appear to be mainly inspired by methods of interpolationism, are still considered fundamental.

 

 

The research aims to study the relations of neighbourhood in the Justinian law with particular interest to the urban context, therefore taking into consideration in the first place the legislation relative to the distance between buildings, to their height, to ways of construction and restoration and to the possibility of opening windows spaces and to any other problem concerning both the relations between private citizens and public interests, such as security and city respectability.

In the context of the numerous norms emanated on the subject dating at least from the first century of the Principate, we will have to establish which ones must be considered still in force in the Justinian era, and also investigate on possible interventions made by Justinian himself in order to define the legislative reference framework.

The further step foresees the examination of the current legislations in the Justinian era in order to define the norms that are to be interpreted in defence of public interests and therefore mandatory to private citizens, and which ones were aimed to defend individuals. In relation to the former ones a further investigation will be necessary to understand which sanctions were foreseen for offenders and in what way and who should ascertain and punish the infringement of the law. Regarding the norms that defend private interests, we will try to define their possible derogability by the interested parties, and the ways through which decided agreements were reached, also the instruments that are granted to individuals in case of violation of the same norms, or else in case of dissimilar behaviour concerning the present agreements. In particular, regarding the latter aspects, the study of the institutions provided to defend the relations of neighbourhood in the classical law and their transformation through the post-classical era till the Justinian organization, will be of fundamental importance.

In addition to substantial aspects it will be necessary to study thoroughly the trial aspects, in order to verify in what way the transformations occurred in the private trial had an influence over the dynamics of the examined institutions.

The first stage of the research which will last two months, foresees the finding and indexing of the bibliography relevant to the programmed research, the following stage of two months also foresees the indexing of literary and juridical sources including the Byzantine sources, that are fundamental to understand the way in which the classical sources were interpreted and used in both the Justinian and Byzantine eras, the remaining eight months will be dedicated to the study of bibliography and sources, and to the writing out of results. The Scientific Responsible of the research unity will carry out the first and second stages together with other members of the same unity.

Later, on the basis of the material found, the opportunity to assign to each member a particular topic or to proceed in group research will be evaluated.