ds_gen N. 8 – 2009 – Memorie//Africa-Romana

 

Andreina Magioncalda

Università di Genova

 

I procuratori-governatori delle due Mauretaniae: aggiornamenti (1989-2004) e nuove ipotesi

 

(pubblicato in L’Africa romana. Mobilità delle persone e dei popoli, dinamiche migratorie, emigrazioni ed immigrazioni nelle province occidentali dell’Impero romano. Atti del XVI convegno di studio. Rabat, 15-19 dicembre 2004, a cura di M. Akerraz, P. Ruggeri, A. Siraj, C. Vismara, Roma, Carocci editore, 2006, III, pp. 1737-1757)

 

Sommario: 1. Mauretania Tingitana. – 2.Mauretania Caeariensis. – 3. Appendice. Ipotesi sui fasti dei governatori delle due Mauretaniae dal 198 al 217.

 

I quindici anni trascorsi dalla pubblicazione, nel 1989, degli Studi sui procuratori delle due Mauritaniae con M. Christol e, soprattutto, la sede di questo xvi convegno dell’Africa romana mi hanno indotto a presentare alcuni aggiornamenti alla sezione del volume da me dedicata alle carriere dei governatori delle due province fino a Diocleziano[1].

 

 

1. - Mauretania Tingitana

 

Inizierò dalla Tingitana, dove due diplomi militari da Thamusida pubblicati di recente da E. Papi menzionano due nuovi governatori. Il primo, del quale resta solo il praenomen L. [---], va ad aggiungersi ai fasti nel 103/4 ed è ora il primo governatore noto di età traianea (seguito da M. Clodius Catullus nel 109)[2].

Ma quello che interessa più specificamente in questa sede è il secondo, di età adrianea, il cui nome è mutilo, [---]umius o [---]mmius Rutillianus, attestato in carica il 31 dicembre 133 (o 134)[3]. Nei fasti egli sarebbe dunque da collocare dopo [---]ganius (o [---]canius) Maximus, il governatore che, secondo la lettura di M. Lenoir, sarebbe menzionato in un diploma militare da Volubilis del 131[4] e che, a sua volta, [p. 1738] sarebbe succeduto a M. Gavius Maximus, in carica dal 129 al 131 circa (e, più tardi, prefetto del pretorio di Antonino Pio, dal 138 circa al 158)[5]: avremmo, dunque, la seguente lista: M. Gavius Maximus (129-131), [---]ganius Maximus (131-132/133), [---]umius Rutillianus[6].

L’esistenza di [---]ganius Maximus, tuttavia, è molto discussa. Il primo a contestarla è stato M. Euzennat. Infatti, secondo lo studioso, nel diploma da Volubilis (la cui lettura è comunque certa) ci sarebbe un errore di scrittura, N anziché V, e questo procurator sarebbe in realtà da identificare con lo stesso Gavius Maximus[7]. Ma la sua tesi è stata respinta da Lenoir, che, rilevando come gli errori non siano frequenti nei diplomi, ha mantenuto la lettura [Lon?]ganius[8]. Nel dibattito è intervenuta poi N. Labory, che ha sostenuto invece l’opinione di Euzennat e l’attribuzione del diploma a Gavius Maximus[9].

Da ultimo, in seguito alla pubblicazione del nuovo diploma da Thamusida, W. Eck, dopo aver riesaminato il problema, è arrivato alla conclusione che [---]ganius Maximus è un «Phantom» e, ritenendo la seguente successione, Gavius Maximus (28 agosto, fra il 129 e il 130), Ganius o [---]ganius Maximus (gennaio-aprile 131), [---]umius Rutillianus (31 dicembre 133), «nicht absolut unmöglich, aber mehr als unwahrscheinlich», attribuisce il diploma da Volubilis a Gavius Maximus, che, dunque, avrebbe governato la provincia dal 28 agosto 129 per lo meno fino al gennaio-marzo/aprile (?) 131; [---]umius Rutillianus [p. 1739] gli sarebbe succeduto al più tardi nel 133, più probabilmente nel 132 o forse già nell’autunno del 131[10].

Oltre a [---]ganius Maximus sotto Adriano, anche sotto Antonino Pio un governatore sarebbe da eliminare dai fasti. L’ipotesi, formulata da J. E. H. Spaul, riguarda AV[---], il cui nome mutilo compare in un diploma militare da Volubilis, databile fra il 10 dicembre 156 e il 9 dicembre 157[11], dove, secondo lo studioso, sarebbe da leggere una E al posto della V (AE[---]) e questo procuratore sarebbe dunque da identificare con Q. Claudius Ferox Aeronius Montanus, attestato in carica fra il 10 dicembre 157 e il 9 dicembre 158[12]. Mentre Thomasson, nei Fasti Africani, continua a mantenere i due personaggi distinti[13], l’ipotesi è accolta, infine, dalla Labory[14].

Seguendo questa identificazione, T.(?) Varius Priscus, attestato anch’egli al governo della Tingitana fra il 10 dicembre 156 e il 9 dicembre [p. 1740] 157, non avrebbe potuto più trovarsi nella provincia oltre questa data, perché Ferox gli sarebbe subentrato già prima[15]. Allora il governo della Raetia, che Priscus rivestì subito dopo, sarebbe databile dal 157 (fine) al più tardi[16].

Per quanto riguarda invece Volusius, il procurator noto da un frammento di un altro diploma militare da Volubilis, edito da Lenoir, che lo data, in base alle lacune nei fasti, fra il 160 (161)-170 (o fra il 180-190)[17], forse alla sua carriera si può aggiungere un tassello, che permetterebbe di dargli una collocazione più precisa.

Infatti, un diploma militare da Gilǎu (Romania) del 26 ottobre 161 (o 162), pubblicato da W. Eck, D. Isac e I. Piso, menziona un procurator-governatore della Dacia Porolissensis, il cui nome è mutilo, Volu[---], e che gli editori hanno proposto di identificare, appunto, col governatore della provincia africana, ricordando il caso di Varius Priscus, nella carriera del quale il governo della Tingitana segue, subito dopo, quello della Dacia Inferior[18]. Se l’ipotesi è valida, Volu[sius] dopo l’incarico [p. 1741] nella Dacia Porolissensis – il terminus ante quem per la fine del quale è il 163/4[19] – potrebbe essere passato immediatamente o, magari, dopo un’altra funzione, nella Tingitana20[20].

In epoca severiana si sono aggiunti, infine, due nuovi procuratori. Il primo, il cui nome è mutilo, [.]te[--/--]us, non altrimenti identificabile, è attestato in un’epigrafe da Thamusida, pubblicata da R. Rebuffat, che fu dedicata pro salute di due Augusti (Settimio Severo e Caracalla) probabilmente nel 204 (o, altrimenti, nel 202)[21]. Il ritrovamento offre anche un tassello utile per la ricostruzione dei fasti di quegli anni[22].

Il secondo governatore, il cui nome è eraso e che figura col titolo di procurator Aug. n. pro legato, è documentato su un altare votivo da Volubilis, da lui eretto, pubblicato da Lenoir. In base alle tracce rimaste, egli si sarebbe chiamato Iulius Agri{i}anus; la menzione di un solo Augusto e la forma delle lettere, che fanno pensare all’età severiana, portano ad attribuirlo agli inizi di Settimio Severo o dopo il 211, fra la morte di Geta e quella di Severo Alessandro (211-235), ipotesi, quest’ultima, preferita dallo studioso, il quale suggerisce un’identificazione con l’Anonimo procurator pro legato di IAMar., lat., 402, che potrebbe essere databile verso la fine del regno[23].

La lettura di Lenoir, però, è stata messa in discussione da Euzennat, [p. 1742] secondo il quale, invece, nella dedica non sarebbe menzionato un nuovo procuratore di nome Iulius Agrianus (che non esisterebbe) ma il ben noto Iulius Pacatianus, il cui governo della provincia, rivestito sotto i Severi, in data purtroppo incerta, è attribuito dallo studioso al 197/8[24]. Ma Lenoir, a sua volta, tornando sul documento, conferma la lettura Agri{i}anus (che, secondo M. Christol, potrebbe anche essere Agrilanus), la quale trova il maggiore consenso fra gli studiosi[25].

Riguardo all’identificazione proposta da Euzennat, in ogni caso, bisogna osservare che nell’iscrizione da Vienne, dove il cursus di Pacaziano è ricordato fino al governo della Tingitana, il suo nome non è eraso[26], e che, se accettiamo che egli sia da identificare con l’Anonimo di CIL VI, 1642, la sua carriera si sarebbe prolungata ben oltre l’incarico nella Tingitana (fino all’importante prefettura della Mesopotamia), la qual cosa non è compatibile con una damnatio memoriae[27].

Dunque, accogliendo Iulius Agrianus nei fasti della Tingitana, A. Mastino ha richiamato il suo nome a proposito di un’iscrizione da Tamuda, da lui pubblicata di recente.

L’epigrafe contiene una dedica, eretta, come egli ritiene, dopo la vittoria sui Caledoni, da un decurione dell’ala iii Asturum, l’11 aprile 210, compleanno di Settimio Severo, pro salute di questo imperatore, di Caracalla, Geta, il cui nome è eraso, e Iulia Domna: essa fu posta durante il governo di un procurator, che resta anonimo, perché anch’egli subì la damnatio, presumibilmente in seguito all’uccisione di Geta (alla fine di dicembre del 211)[28].

[p. 1743] Chi sarà stato l’ignoto governatore di questo documento? Mastino, mentre esclude con ragione che si tratti di Pacaziano, già menzionato sopra, oltre a suggerire l’ipotesi che Iulius Agrianus fosse stato damnatus in seguito, alla morte di Caracalla o di Macrino, conserva anche un dubbio sulla possibilità che l’Anonimo sia identificabile proprio con lui[29].

Quest’ultima ipotesi, accolta da Spaul[30], è del tutto esclusa, invece, da Euzennat, secondo il quale – lo si è già detto – Iulius Agrianus (o Agrilanus), «n’a sans doute jamais existé», negando, oltre all’identificazione dell’Anonimo con Pacaziano, anche quella con altri procuratori attestati dal 200 al 205 (C. Sertorius Cattianus, Cn. Haius Diadumenianus, Q. Sallustius Macrinianus)[31]. Lo studioso ne avanza invece un’altra: che l’Anonimo di Tamuda sia da identificare con L. Aelius Ianuarius[32], la cui carriera è nota da un’epigrafe da Tarraco (mutila nella parte finale), il quale si trovava nella Tingitana dopo il 205 (allorché un miliario da Kizilburç, Turchia, lo attesta al governo dell’Osrhoene)[33].

[p. 1744] Tuttavia, questo procuratore dopo la Tingitana fu subito promosso al governo della Cesariense e la promozione non si adatta a una precedente damnatio memoriae, come lo stesso Euzennat rileva: per questo, egli formula l’ipotesi che la rasura nell’epigrafe di Tamuda fosse stata fatta più tardi e che sia da mettere in relazione con la morte di Caracalla o Macrino, nel 217/8, quando, secondo la cronologia da lui proposta, Ianuarius poteva trovarsi al governo della Cesariense, l’ultimo incarico noto dall’epigrafe di Tarraco[34].

Da ultimo, N. Labory segnala entrambe le ipotesi di identificazione – con Iulius Agrianus e con L. Aelius Ianuarius – dell’Anonimo di Tamuda, ma sostiene che quest’ultimo era stato senz’altro vittima della repressione di Caracalla dopo l’assassinio del fratello[35].

Riguardo alla prima delle due ipotesi, per concludere, vorrei richiamare l’attenzione sul fatto che Agrianus è menzionato nella dedica votiva da Volubilis col titolo di procurator Aug(usti) n(ostri), dunque di un solo Augusto, e che se, come appare probabile, l’erasione del nome del governatore a Tamuda è da mettere in relazione con l’assassinio di Geta, è poco verosimile che egli fosse ancora in funzione mentre Caracalla regnava da solo. Ciò mi porta a pensare che l’Anonimo e Iulius Agrianus non siano la stessa persona. Perciò, la collocazione di quest’ultimo nei fasti della Tingitana rimane incerta e, presumibilmente, da attribuire a una data più tarda[36].

Quanto all’identificazione con L. Aelius Ianuarius, si può osservare che il suo nome non è eraso nell’epigrafe di Tarraco e che, inoltre, data la frattura della pietra, non siamo neppure certi che la procuratela della Cesariense, l’ultima funzione nota dal documento, sia stata anche l’ultima qui ricordata (e l’ultima da lui rivestita).

Se queste considerazioni sono valide, bisogna concludere che l’Anonimo da Tamuda, per il momento, rimane tale.

 

 

2. – Mauretania Caesariensis

 

Passiamo ora ai procuratori dell’altra Mauretania, uno dei quali, M. Vettius Latro, già noto come governatore della provincia nel 128, è ora [p. 1745] menzionato in un nuovo diploma militare dal Basso Danubio, pubblicato di recente da P. Weiss, che non aggiunge nuovi elementi sulla cronologia del personaggio perché la datazione è perduta in lacuna[37].

Lo stesso A., inoltre, ha pubblicato un altro diploma militare proveniente dall’area balcanica, databile fra il 10 dicembre 129 e il 9 dicembre 130, che menziona Claudius Constans, un nuovo governatore della Dacia Inferior[38], il quale, secondo I. Piso, sarebbe identificabile col procurator della Cesariense Ti. Claudius Constans[39], finora attribuito alla prima metà circa del iii secolo: secondo l’interpretazione tradizionale, infatti, mentre era al governo della provincia, egli avrebbe ricevuto, col titolo di dux, un comando militare straordinario per intervenire nella parte occidentale della Numidia a reprimere un’insurrezione dei Musulami e di altre tribù, in una data solitamente compresa fra il 238 e il 254[40]. Lo studioso, invece, partendo dalla quasi omonimia dei due personaggi, fonda l’identificazione sui seguenti argomenti: la presenza del titolo di procurator e non di praeses, «comme on s’y attendrait pour une époque aussi tardive»; il termine ducatus (ducatu instantiaque), che figura in una delle epigrafi menzionanti il governatore della Cesariense, e che «n’exprime pas nécessairement la charge d’un dux, de la manière dont elle est entendue au iiie siècle» ma può significare semplicemente «“action de commander” ou “rôle de général”, sans aucun rapport avec une fonction précise»; inoltre, la possibilità che sotto Adriano, negli anni 133-135 circa, quando il procuratore della Dacia Inferior del 130 poteva ormai trovarsi nella Cesariense, ci fossero stati dei tumulti ai confini [p. 1746] della provincia[41]. Dunque, se si accolgono le sue ipotesi, Ti. Claudius Constans sarebbe ora da collocare nei fasti della provincia africana fra Vettius Latro, ricordato sopra, e C. Petronius Celer, attestato nel 137[42].

Gli altri aggiornamenti si riferiscono essenzialmente all’età severiana.

Sul governatorato di C. Octavius Pudens Caesius Honoratus, databile fra il 198 e il 211, e per il quale P. Salama aveva proposto l’anno 198[43], è tornato M. Christol, il quale, oltre a confermare la validità di questa data, ha stabilito definitivamente che l’incarico a censibus fu da lui rivestito mentre era al governo della Cesariense (non dopo)[44].

Così, egli rivestiva contemporaneamente le due funzioni anche quando fu menzionato come procurator a censibus nella dedica in tre frammenti commemoranti la costruzione del campo di Tatilti (Taraess), già segnalati da P. Massiéra (negli anni Trenta), che J.-P. Laporte ha riconosciuto appartenenti alla stessa iscrizione, dove integra v(ir) p(erfectissimus), titolo di rango dell’a censibus[45].

Ma chi fa la parte del leone è ancora una volta P. Aelius Peregrinus Rogatus, il governatore della Mauritania Cesariense per il quale abbiamo il maggior numero di testimonianze sulla permanenza nella provincia, dovute alla sua instancabile attività, mentre il resto della sua carriera è solo parzialmente conosciuto.

Oltre alla procuratela-governo in questione, infatti, grazie a un’epigrafe da Forum Traiani (Fordongianus, in Sardegna), incisa su un’ara dedicata alle Ninfe Salutari, pubblicata da G. Sotgiu, è noto l’incarico [p. 1747] di proc(urator) A[uggg. ?] praef(ectus) della Sardinia[46]: esso precedette, forse immediatamente, quello nella provincia africana, dopo il quale, come risulta da un’iscrizione da Cesarea, il nostro personaggio fu promosso al segretariato a cognitionibus, col rango di vir perfectissimus[47].

Nonostante l’alto numero di iscrizioni già pervenute (13), attestanti il governo di Peregrinus Rogatus nella Cesariense, l’unica data conosciuta era il 201, fino a quando N. Benseddik ha pubblicato un nuovo frammento da Usinaza (Saneg), che lo menziona espressamente col titolo di proc. CC e nel quale la studiosa ha riconosciuto la parte sinistra di un’altra iscrizione, CIL viii, 9228 (da Boghar), ritenuta in un primo tempo perduta[48] e poi, per una fortunata combinazione, ritrovata in Francia nel Museo di Perigueux[49]. L’epigrafe ricorda la fondazione dell’oppidum Usinazense e, grazie al nuovo frammento, sappiamo ora che Peregrinus Rogatus era in funzione ancora nel 203 o 204[50].

Su questa base viene attribuito al 201-203 o 204 anche un frammento da Sitifis (Sétif), pubblicato dalla Benseddik, dove è menzionato lo stesso governatore. Si tratta di una dedica votiva pro salute Augg[[g(ustorum trium)]] dominor(um) nn[[n(ostrorum) trium]] impp(eratorum duorum), Settimio Severo, Caracalla e Geta Cesare, e di Publius Aelius Peregrinus, e ciò, come osserva la studiosa, conferma [p. 1748] l’importanza del regno di Severo e dei suoi figli per la Cesariense e i legami privilegiati tra loro e il nostro governatore[51]. Questa testimonianza, dove Rogatus figura col titolo di praeses n., si aggiunge ad altre relative al personaggio, nelle quali il suddetto titolo si alterna al più frequente procurator. Al riguardo, la Benseddik, rilevando che, su 14 epigrafi africane, 10 lo chiamano procurator e 4 praeses, conclude: «Il est donc imprudent de se montrer catégorique au sujet des limites chronologiques à assigner à l’usage de l’un ou de l’autre»[52].

P. Aelius Peregrinus Rogatus è menzionato, inoltre, in una dedica monumentale in due frammenti dal campo di Aras (Tarmount), segnalati da Massiéra (negli anni Trenta) e ripresi da Laporte, che ne ha migliorato la restituzione, integrando, in particolare, fra il rango di v. e. e il titolo di praeses prov. Mauretaniae Caesariensis, già proposti da Massiéra, anche quello di proc. Augg(ustorum duorum) (il documento porta ora a 16 il

numero delle testimonianze pervenuteci su questo governatore)[53]. Al riguardo l’autore osserva: «La construction du camp d’Aras, postérieure de quelques années à celle de Tatilti, s’inscrit dans le droit fil de l’élaboration du limes sévérien décidée pendant le cens de C. Octavius Pudens en Césarienne et qui se poursuivit par la suite»[54]. Peregrinus Rogatus continuava, dunque, l’opera del suo predecessore, nell’ambito di un piano messo in atto per la difesa della provincia e che durò parecchi anni.

Terminerò con altri due aggiornamenti. Contemporaneamente alla pubblicazione degli Studi sui procuratori, alle carriere ivi esaminate è andata ad aggiungersene un’altra. Infatti, secondo le conclusioni di M. Christol e mie, un’epigrafe onoraria da Caesarea già nota, della quale è giunto solo un frammento, ricordava il cursus abbreviato di un anonimo governatore della provincia, databile tra il regno di Gordiano (238-244) e la fine di quello di Gallieno (253-268) circa: dopo l’incarico nella Cesariense, la cui menzione è perduta, egli sarebbe stato promosso alla prefettura della classis praetoria Ravennas, da noi restituita nel testo in base alle lettere superstiti[55].

Più di recente, inoltre, Christol e Salama hanno pubblicato un’epigrafe [p. 1749] da Aïoun-Sbiba (ai confini sud-occidentali della provincia), incisa su un altare votivo, del quale sono pervenuti tre frammenti, dedicato ai D(ii) S(alutares) M(auri) da [M.] Aur. Victor, che figura col titolo di v. e., proc. praeses prov. Maur(etaniae) Caes[ariens(is)][56]. Questa testimonianza arricchisce il numero delle altre già note su questo tipo di formula. Da essa, dunque, risulta che nel 263, quando Aurelius Victor era in funzione, il titolo di procurator era ancora usato nella Cesariense (dove, in precedenza, si pensava che dal 254, con M. Aurelius Vitalis, si fosse imposto definitivamente quello di praeses)[57].

 

 

3. – Appendice. Ipotesi sui fasti dei governatori delle due Mauretaniae dal 198 al 217

 

La cronologia del governo di P. Aelius Peregrinus Rogatus nella Mauretania Cesariense, che, come si è detto, è ora più precisamente databile agli anni 201-203 o 204, induce a rivedere il problema posto dai titoli procurator Augg[[g.]] utrarumque Mauritaniarum Tingitanae et Caesariensis o procurator Augg[[g.]] utriusque Mauretaniae, menzionati su due iscrizioni da Caesarea durante il regno di Settimio Severo, Caracalla e Geta (quest’ultimo eraso), rispettivamente per Cn. Haius Diadumenianus e Q. Sallustius Macrinianus[58], e che, secondo la communis opinio, avrebbero indicato il governo congiunto delle due Mauretanie[59]. Dunque, poiché Haius Diadumenianus, nel 202 (aprile), figura come proc. Augg. in un’epigrafe da Volubilis[60], in quella data è stato inserito sia nei fasti della Tingitana (dopo C. Sertorius Cattianus, attestato il 6 marzo del 200), sia in quelli della Cesariense, seguito in entrambe da Sallustius Macrinianus, negli anni 198-211[61].

[p. 1750] Ma che il significato comunemente accolto dell’espressione utraeque Mauretaniae o utraque Mauretania non sia così ovvio, era già stato espresso negli Studi sui procuratori dove, fra le altre considerazioni al riguardo, si era notato che nell’epigrafe da Volubilis, sopra ricordata, il titolo del governatore era proc. Augg., senz’altra specificazione, la qual cosa fa pensare, piuttosto, che Haius Diadumenianus fosse governatore solo della Tingitana, dalla quale il documento proviene[62]; un’ipotesi, questa, già sostenuta dagli editori delle IAMar., lat., i quali, tuttavia, supponevano che, in un secondo momento, il nostro procurator avesse assunto il governo congiunto delle due province[63]. Ma i nuovi dati pervenutici permettono di definire meglio la questione.

Punto di partenza è la cronologia più precisa di P. Aelius Peregrinus Rogatus, già attestato al governo della Cesariense nel 201 e che ora, grazie al frammento da Usinaza pubblicato da N. Benseddik, risulta ancora in funzione nel 203 o 204[64], verosimilmente come diretto successore di Q. Octavius Pudens Caesius Honoratus, in carica dal 198[65]. Pertanto, la Benseddik ha offerto la seguente lista dei governatori della provincia[66]:

C. Octavius Pudens Caesius Honoratus 198-200

P. Aelius Peregrinus Rogatus 201-203 o 204

Cn. Haius Diadumenianus 204 o 205-211

Q. Sallustius Macrinianus 204 o 205-211

M. Aurelius Heraclitus 207-209

Q. Munatius Celsus 212.

Come si può vedere, Cn. Haius Diadumenianus e Q. Sallustius Macrinianus sono ormai collocati nella Cesariense dopo il 203 o 204.

Abbiamo ora la dimostrazione che, siccome il primo dei due era procurator della Tingitana nel 202, quando Peregrinus Rogatus si trovava nella Cesariense, egli non rivestiva il governo congiunto delle due Mauretaniae[67]: si trattava, dunque, di incarichi distinti che, secondo un [p. 1751] modello già documentato in altre carriere, erano l’uno immediatamente successivo all’altro[68].

Peraltro, la Benseddik non ha escluso ancora del tutto che Diadumenianus, quando subentrò a Rogatus nella Cesariense, avesse assunto, nello stesso tempo, la procuratela di entrambe le province[69]. Tuttavia disponiamo ora di una testimonianza, che può sgombrare il campo anche da questa supposizione.

Si tratta del frammento da Thamusida, pubblicato da Rebuffat, che menziona un nuovo procuratore della Tingitana, [.]te[---]us, e, se è valida la datazione del 204, calcolata in base alla vii trib. pot. di Caracalla[70], questo significa che [.]te[---]us nel 203 o 204 succedette a Diadumenianus nel governo della Tingitana[71], allorché quest’ultimo fu promosso a quello della Cesariense[72], e che le due province, ancora una volta, non avevano lo stesso governatore.

Dunque, con tutta probabilità la titolatura procurator utrarumque Mauritaniarum Tingitanae et Caesariensis era stata usata solo in un senso abbreviativo e indicava che Cn. Haius Diadumenianus aveva ricoperto, uno dopo l’altro, i governi delle due Mauretanie e queste conclusioni sono valide anche per Q. Sallustius Macrinianus e per il titolo procurator utriusque Mauretaniae.

Ma qual è la posizione di questo personaggio nei fasti? Infatti, anche se si può indicare il 211 come terminus ante quem per il suo inserimento fra gli altri procuratori delle due province, la datazione dei suoi governatorati è più vaga.

In base alle conclusioni di cui sopra, nei fasti della Tingitana, dopo [p. 1752] Diadumenianus – che (come in quelli della Cesariense) era sempre seguito da Macrinianus – c’è ora [.]te[---]us, che potrebbe essere rimasto in carica fino al 205/206 circa. E poiché negli Studi sui procuratori avevo suggerito, in via dubitativa, che proprio in quegli anni fosse databile il governo di C. Iulius Pacatianus nella provincia[73], per quest’ultimo bisognerebbe trovare un’altra collocazione, come si vedrà meglio più avanti.

Macrinianus, dunque, potrebbe essere inserito nella lacuna fra [.]te[---]us e l’Anonimo di Tamuda, il primo procuratore sicuramente databile negli anni successivi, in funzione al più tardi dagli inizi di aprile del 210 (è attestato l’11 del mese) o, forse, già dal 209, che, qualche tempo dopo, fu damnatus in seguito all’assassinio di Geta, avvenuto il 26 o 19 dicembre del 211[74]. Invece, per quanto riguarda la Cesariense, dove, come si è detto, Diadumenianus, era in carica dal 203 o 204 e potrebbe esservi rimasto fino al 205/206 circa, nei fasti troviamo M. Aurelius Heraclitus, procurator di due Augusti in una data successiva al 201 (17 febbraio), forse nel 207-209, come Pflaum aveva ipotizzato[75]. Su questa base, Sallustius Macrinianus potrebbe avere rivestito il governo della provincia dopo Heraclitus, nel 209-211, e quello della Tingitana dal 207 al 209 circa (prima dell’Anonimo di Tamuda)[76].

[p. 1753] Nei fasti della Tingitana resterebbe una lacuna fra [.]te[---]us e Macrinianus, nel 205/6-207 circa, e in quelli della Cesariense, più o meno contemporaneamente, fra Diadumenianus ed Heraclitus.

A questo punto, bisogna cercare un posto fra gli altri governatori anche per C. Iulius Pacatianus, la cronologia della cui carriera, purtroppo, continua a creare dubbi e perplessità. È tuttora incerto, infatti, quando egli sia stato procurator della Tingitana e, dopo almeno altri due incarichi, della Cesariense, se, come si ritiene generalmente, seguendo l’ipotesi accolta da Pflaum, egli è identificabile con l’Anonimo di CIL VI, 1642[77].

Secondo l’ipotesi già formulata da alcuni autori, fa i quali M. Euzennat, bisognerebbe forse datare il suo governo nella Tingitana agli inizi del regno di Settimio Severo, fra il 197/8 e il 199/200[78], prima di C. Sertorius Cattianus, attestato il 6 marzo del 200, che potrebbe essere rimasto in carica fino al 201 (o, al più tardi, agli inizi del 202)[79]. Allora, [p. 1754] anche il governo nella Cesariense dovrebbe essere stato rivestito, con ogni probabilità, prima del 211: quindi, egli sarebbe da collocare nella lacuna che, come si è visto sopra, rimarrebbe nei fasti di quella provincia fra il 205 e il 207 circa (prima di Aurelius Heraclitus).

Oppure si potrebbe supporre che Pacaziano fosse stato al governo della Tingitana più tardi, nel 205/6-207, fra [.]te[---]us[80] e Macrinianus, se quest’ultimo, come si è ipotizzato, era in carica nel 207-209[81]. La procuratela dell’altra Mauretania, allora, sarebbe stata rivestita sotto Caracalla.

Nei fasti della Cesariense, sotto questo imperatore si incontrano Q. Munatius Celsus, nel 212, che sarebbe morto in carica forse nel 214 (comunque dopo l’autunno del 213), e M. Antonius Sabinus, attestato fra il 10 dicembre 214 e il 9 dicembre 215[82]. Potremmo allora supporre che Pacaziano fosse stato al governo della provincia fra il 213/4 e il 215[83], oppure dopo Sabinus (ma probabilmente entro il 217[84]), nel caso che fosse stato quest’ultimo l’immediato successore di Celsus[85].

Tuttavia bisogna tenere conto che nei fasti delle due Mauretanie si deve ancora inserire L. Aelius Ianuarius, anch’egli già ricordato qui. Nel 205, come si è visto, egli era al governo dell’Osrhoene e, dopo avere rivestito, come si può ritenere, tre incarichi (non solo due), fu promosso, non sappiamo con precisione quando, alle procuratele della Tingitana e della Cesariense[86].

[p. 1755] È comunque certo che già il governo della prima non sia stato rivestito prima del 212 (nel 210-211 era in carica l’Anonimo di Tamuda), ma sotto Caracalla, durante il cui regno il primo governatore databile con precisione nei fasti è M. Aurellius Sebastenus, in carica dal 215 fino al 217 (sotto Caracalla e Macrino, in una data compresa entro il 9 dicembre)[87]. In seguito, in data incerta, dal 217/8 al 235, potrebbe inserirsi il discusso Iulius Agrianus, il cui nome, come si è visto, è eraso[88].

Dunque, L. Aelius Ianuarius è presumibilmente da inserire nella lacuna fra il 212 e il 215[89] e, seguendo questa cronologia, la procuratela dell’altra Mauretania è databile a partire dal 215, al più tardi. Il nostro personaggio potrebbe essere stato, allora, al governo della Tingitana nel 212-213 (dopo l’Anonimo di Tamuda)[90] e nel 213/4-215 – in entrambi [p. 1756] i casi per un periodo piuttosto breve – della Cesariense (fra Munatius Celsus e Antonius Sabinus), dove, allora, non potrebbe più trovarsi Pacaziano. Ma poiché – lo si è già rilevato – non è neppure da escludere che sia stato Sabinus il diretto successore di Celsus, Ianuarius potrebbe essere stato, invece, procuratore della Tingitana nel 213/4-215 e nel 215-217 (dopo Sabinus) della Cesariense[91]. Comunque sia, anche in questo caso Pacaziano non potrebbe essere più inserito nei fasti della Cesariense in quegli anni.

Dunque, per il nostro tormentato governatore non resterebbe che la cronologia più alta: dal 197/8 al 199 circa, per il governo nella Tingitana, e, nella Cesariense, nel 205-207 circa (dopo Haius Diadumenianus), l’unica lacuna rimasta, anche se queste date lasciano purtroppo degli interrogativi sulla sua carriera[92].

Seguendo le conclusioni qui esposte, dal 198 al 217, i fasti della Cesariense risulterebbero completi[93], mentre per la Tingitana resterebbero due lacune[94]. Ma, come si può constatare, la ricostruzione dei fasti delle due Mauretaniae di quegli anni presenta ancora delle incertezze.

Dunque, anche se il problema posto dal titolo di Cn. Haius Diadumenianus e di Q. Sallustius Macrinianus, grazie all’apporto delle nuove testimonianze, può considerarsi chiarito, è come ipotesi di lavoro che, alla fine di questo mio contributo, propongo le seguenti liste:

 

Mauretania Tingitana:

C. Iulius Pacatianus ?198-199?

C. Sertorius Cattianus 200 (6 marzo)-201?

Cn. Haius Diadumenianus 202 (aprile)-203 o 204

[.]te[---]us 203 o 204-205/6?

[---]

[p. 1757]

Q. Sallustius Macrinianus ?207-209?

[[Anonimo]] di Tamuda 210 (11 aprile)-211

L. Aelius Ianuarius ?212-213/4?

[---]

M. Aurellius Sebastenus 215-217

[[Iulius Agrianus]] fra il 217/8 e il 235?

 

Mauretania Caesariensis:

Q. Octavius Pudens Caesius Honoratus prob. 198-200

P. Aelius Peregrinus Rogatus 201-203 o 204

Cn. Haius Diadumenianus 203 o 204-205?

C. Iulius Pacatianus (= Anonimo di CIL VI, 1642?) ?205-207?

M. Aurelius Heraclitus prob. 207-209

Q. Sallustius Macrinianus ?209-211?

Q. Munatius Celsus 212-213/4

L. Aelius Ianuarius ?213/4-215?

M. Antonius Sabinus 215-217?

 

 



 

[1] A. Magioncalda, I procuratori-governatori delle due Mauretaniae: un profilo (titolatura e carriere), in M. Christol, A. Magioncalda, Studi sui procuratori delle due Mauretaniae, Sassari 1989, pp. 9-154.

 

[2] E. Papi, Diploma militare da Thamusida (Mauretania Tingitana): 103/104, «ZPE», 146, 2004, pp. 255-8, spec. pp. 257 s. Per i fasti della provincia in età traianea cfr. B. E. Thomasson, Laterculi praesidum (= LP), i, Göteborg 1984, 42:5 ss., col. 419.

 

[3] E. Papi, Diploma militare da Thamusida (Mauretania Tingitana): 31 dicembre 133/134, «ZPE», 142, 2003, pp. 257-66, spec. pp. 259, 264 s.

 

[4] M. Lenoir, Diplômes militaires inédits de Volubilis, «BAM», 15, 1983-1984, pp. 213-9, n. 1 (AE, 1985, 991); Magioncalda, I procuratori, cit., pp. 33 nota 70, 74 e nota 290, 98 s.; Thomasson, LP, iii, Göteborg 1990, 42:10 e 10a, col. 45; M. M. Roxan, Roman Military Diplomas 1985-1993 (= RMD iii), London 1994, 157, pp. 275 s. nota 6.

 

[5] Su Gavius Maximus, cfr. Magioncalda, I procuratori, cit., spec. pp. 72-4, 98-100; ivi, p. 99 nota 460, vd. riguardo alla presunta procuratela d’Asia, ancora mantenuta nella sua carriera, seppure con un dubbio, da J. E. H. Spaul, Governors of Tingitana, «AntAfr», 30, 1994, p. 241, n. 11. Segnalo che l’A. tralascia sistematicamente I procuratori.

 

[6] Cfr. Papi, Diploma, cit., p. 264.

 

[7] Cfr. M. Euzennat, Notes de prosopographie tingitane, «BCTH», n.s., 22 B, 1987-1989 [1991], p. 281.

 

[8] M. Lenoir, À propos de diplômes militaires fautifs et de prosopographie tingitane, «ZPE», 82, 1990, pp. 155-60 (AE, 1990, 1042 = 1991, 1752); cfr. Roxan, RMD iii, cit., 157, pp. 275 s. nota 6 e p. 354 (lista dei governatori, dove considera entrambe le possibilità: «-]ganius or Ga<v>ius Maximus»); B. E. Thomasson, Laterculi Praesidum. Addendorum series altera, «ORom», 20, 1996, 42:10a, p. 174 (cfr. Magioncalda, I governatori, cit., p. 416 nota 122). Lo stesso A., Fasti Africani. Senatorische und ritterliche Amtsträger in den römischen Provinzen Nordafrikas von Augustus bis Diokletian (= FA), Stockholm 1996, pp. 227 s., n. 9, lo conserva (ivi, p. 227, n. 8, M. Gavius Maximus). Spaul, Governors, cit., p. 241, n. 12, propone l’integrazione Fre]ganius.

 

[9] N. Labory, Ga[v]ius Maximus ou [Lon]ganius Maximus, procurateur de Maurétanie Tingitane en 131?, «AntAfr», 32, 1996, pp. 63-6 (AE, 1996, 1804) (cfr. B. E. Thomasson, Laterculi praesidum. Addendorum series tertia, «ORom», 24, 1999, 42:10a, p. 174); Ead., Inscriptions Antiques du Maroc, 2, Inscriptions Latines, Supplément (= IAMar., lat., Supplément), Paris 2003, pp. 150-2, n. 909.

 

[10] W. Eck, Suffektkonsuln der Jahre 132-143 und Hadrians Rückkehr nach Rom im Jahr 132, «ZPE», 143, 2003, pp. 234-42, spec. 240 s. e note relative. Dopo Rutillianus, il primo governatore noto è Uttedius Honoratus, menzionato sotto A. Pio nell’epigrafe di Sala, del 28 ottobre 144, in onore di M. Sulpicius Felix (IAMar., lat., 307, dove figura col rango di c.v.; cfr. Thomasson, LP, i, cit., 42:12, col. 420; FA, cit., pp. 228 s., n. 11) e ora anche in un diploma di recente pubblicazione (di provenienza sconosciuta) del 22 dicembre dello stesso anno: P. Holder, A Diploma for Mauretania Tingitana of 22 December 144, «ZPE», 149, 2004, pp. 275-81, spec. pp. 279 s. (p. 281: et sunt in Maur. Ting. [sub U]ttedio Honorato).

 

[11] CIL xvi, 182 = IAMar., lat., 809.

 

[12] Vd. J. E. H. Spaul, A Note on IAMar., lat. ii, 809 = CIL xvi 182, «ZPE», 96, 1992, pp. 109 s.; Id., Governors, cit., pp. 243 s., n. 17. Egli segue l’ipotesi secondo la quale Claudius Ferox sarebbe rimasto in carica fino al gennaio del 162 (il 1° febbraio di quell’anno è menzionato, senza titolo, in una tabula patronatus da Banasa, IAMar., lat., 125). Sui due personaggi vd. A. Magioncalda, Nota sulla carriera di Q. Baienus Blassianus: la datazione della procuratela-governo di Mauretania Tingitana, in Christol, Magioncalda, Studi sui procuratori, cit., pp. 155-66, passim; sulla data finale del governatorato di Claudius Ferox, ivi, pp. 159-60, 156 e nota 10 (è ricordato anche un diploma militare da Baelo, nella Betica (AE, 1984, 529; RMD ii, 107), databile fra il 13 gennaio e il 7 marzo del 161, nel quale è stato integrato il suo nome); Thomasson, FA, cit., p. 230 e nota 16, n. 14. Colgo qui l’occasione per rilevare che, nel cursus di Baienus Blassianus, Spaul, Governors, cit., pp. 242 s., n. 15, continua a mantenere la procuratela del ludus matutinus, riguardo alla quale vd. invece Magioncalda, I procuratori, cit., p. 43 e nota 110; inoltre, dopo la procuratela provinciarum Lugdunensis et Aquitanicae, considera l’incarico perduto in lacuna (pr[----]) come quello di «praefectus (vigilum, or similar)», anziché un segretariato della cancelleria imperiale, come suggerito dalle regole consuete del cursus: al riguardo vd. Magioncalda, I procuratori, cit., pp. 109 s. e note relative, dove si accoglie l’integrazione pr[oc. a rat.].

 

[13] Thomasson, FA, cit., pp. 229-30 e nota 17, nn. 13-14 (dove data il primo al 156/7 o 157/8, il secondo al 158); l’ipotesi di Spaul è segnalata dallo stesso autore, LP. Add. s. tertia, cit., 42:14.15, p. 174.

 

[14] Labory, IAMar., lat., Supplément, cit., p. 97, n. 809. Cfr. anche Roxan, RMD iii, cit., p. 247 (58*182) (cfr. p. 313 nota 6).

 

[15] Vd. anche nota seguente.

 

[16] Secondo questa cronologia, già nel 157 Priscus avrebbe dovuto succedere in Rezia a T. Varius Clemens, ancora attestato in quell’anno, almeno fino al 28 settembre (cfr. AE, 1988, 905; RMD iii, 170). Cfr. con la ricostruzione da me proposta, invece, dei fasti della Mauretania Tingitana (dove AV[---] e Ferox sono distinti) e della Raetia dal 151 al 160: Magioncalda, Nota, cit., spec. pp. 165 s. Anche il governatorato di Priscus nella Dacia Inferior, che precede quello della Tingitana, sarebbe da anticipare al 153-155 circa.

 

[17] Vd. Lenoir, Diplômes militaires, cit., pp. 219-23, n. 2 (AE, 1985, 992; cfr. Magioncalda, I procuratori, cit., p. 33 nota 70). Cfr. Thomasson, LP, iii, cit., 42:41a, col. 46: «c. 190». Vd. inoltre Roxan, RMD iii, cit., 186, p. 313 nota 6 («ca. 162?-170 aut 180-203?»; cfr. p. 354); Thomasson, FA, cit., p. 240, n. 42 (dove lo pone fra i governatori “Incerti Aevi”: «um die Mitte oder in der zweite Hälfte des 2. Jh.»). La Labory, IAMar., lat., Supplément, cit., pp. 152 s., n. 910, nel datare la sua procuratela fra il 160-170 (o fra il 180-190), pensa che egli possa essere stato il successore immediato di Claudius Ferox. J. E. H. Spaul, In Mauretania Tingitana, sub Volusio Martiale?, «ZPE», 94, 1992, pp. 279 s., ritiene che il governatore della Tingitana non solo sia da identificare con L. Volusius Mar[---], il quale nel 160 pose la dedica da Ostia al prefetto dell’annona L. Volusius Maecianus (AE, 1955, 179), ma anche con [---]sius Martia[---], dedicante di un’epigrafe da Tingi (IAMar., lat., 9); cfr. Id., Governors, cit., p. 244, n. 18 (ipotesi giustamente definita «aventureuse» da AE, 1992, 1942). Cfr. Thomasson, LP. Add. s. altera, cit., 42:41a, p. 175; Roxan e Thomasson, cit. supra; Labory, IAMar., lat., Supplément, cit., p. 153, n. 910.

 

[18] W. Eck, D. Isac, I. Piso, Ein Militärdiplom aus der Provinz Dacia Porolissensis, «ZPE», 100, 1994, pp. 577-91 (AE, 1994, 1487), spec. p. 581. Cfr. Roxan, RMD iii, cit., 177, p. 301 nota 10 (cfr. p. 354); Thomasson, LP. Add. s. altera, cit., 21:30a, p. 165 («161 vel 162») e 42:41a, p. 175; Id., FA, cit., p. 240, n. 42 (e Id., LP. Add. s. tertia, cit., 21:30a, p. 166); A. Magioncalda, I governatori delle province procuratorie: carriere, in L’Ordre équestre: Histoire d’une aristocratie (iie siècle av. J.-C.- iiie siècle ap. J.-C.), Actes du Colloque international Bruxelles-Leuven, 5-7 octobre 1995, a cura di S. Demougin, H. Devijver, M.-TH. Raepsaet- Charlier, Rome 1999, p. 426 e note 169 s. Sul rango CC di questa procuratela-governo ivi, p. 426 nota 168 (su quello CC, piuttosto che C, della Dacia Inferior, ivi, pp. 419 s. e nota 137; cfr. p. 450, n. 46); cfr. anche infra, nota 41.

 

[19] Per una lista aggiornata dei governatori della Dacia Porolissensis vd. Eck, Isac, Piso, Ein Militärdiplom, cit., p. 586 (nel 164 è attestato L. Sempronius Ingenuus); Thomasson, LP. Add. s. altera, cit., 21:29, 30a, 31a, p. 165, e LP. Add. s. tertia, cit., 21:21a, 27, 29, 30a, p. 166.

 

[20] Dove, in via ipotetica, potremmo collocarlo nel 163/4-165/6 o 165/6-167/8 ca. Nei fasti di questo periodo troviamo T. Coiiedius Maximus, fra il 161 e il 168 e l’Anonimo di IAMar., lat., 83 nel 168-169: cfr. Thomasson, LP, i, cit., 42:17 s., coll. 420 s.

 

[21] R. Rebuffat, Une inscription à Caracalla de Thamusida, in L’Africa romana ix, pp. 491-8 (AE, 1992, 1938: anno 204), spec. pp. 493 s., 496: l’epigrafe è datata in base alla tr. pot. vii di Caracalla: 10.12.203-9.12.204 (non si esclude che il numero sia errato: se così fosse, poiché l’imperatore figura come console, l’unica alternativa sarebbe l’anno 202); Labory, IAMar., lat., Supplément, cit., pp. 121 s., n. 857, spec. p. 122 (cfr. p. 167, dove accoglie il 204). Questo governatore non figura nei Laterculi praesidum e nei Fasti Africani di Thomasson.

 

[22] Vd. infra, Appendice.

 

[23] M. Lenoir, Inscriptions nouvelles de Volubilis, «BAM», 16, 1985-1986, pp. 197-9, n. 3 (AE, 1987, 1104) (cfr. Magioncalda, I procuratori, cit., pp. 15 e nota 52, 33 nota 70). Cfr. Thomasson, LP. Add. s. altera, cit., 42:39a, p. 174 («aetate Severorum?»); Id., FA, cit., p. 240, n. 40 (fra i governatori “Incerti Aevi”: «wohl im 3. Jh.») (ivi, p. 237, n. 32, vd. per l’Anonimo di IAMar., lat., 402, databile al 223 o 232-234). Favorevole alla lettura dell’editore anche Spaul, Governors, cit., 249, n. 29 (ma per lui l’Anonimo di IAMar., lat., 402 è forse Furius Celsus).

 

[24] M. Euzennat, Le limes de Tingitane. La frontière méridionale, Paris 1989, pp. 194 e nota 76, 271 nota 293 (AE, 1989, 909) (cfr. Thomasson, LP. Add. s. altera, cit., 42:39a, p. 174 e FA, cit., p. 240, n. 40); vd. anche lo stesso autore, infra, nota 31. Per le ipotesi sulla cronologia di questo incarico vd. infra, Appendice.  

 

[25] M. Lenoir, À propos de C. Iulius Pacatianus, gouverneur de Maurétanie Tingitane, in L’Africa romana vii, pp. 887-91 (AE, 1991, 1751) (ivi, p. 891 per la lettura Agrilanus, un cognomen non attestato altrove; infra, nota 73, vd. per la data da lui accolta del governo di Pacaziano nella provincia); cfr. Magioncalda, I governatori, cit., pp. 407 s. nota 65. Favorevole alla lettura di Lenoir è Spaul, Governors, cit., p. 249, n. 29 (che attribuisce al personaggio – ma su quale base? – il prenome Gaius); Thomasson, FA, cit., p. 240 e nota 41, n. 40; A. Mastino con N. Benseddik, A. Beschaouch, G. Di Vita-Evrard, M. Khanoussi, R. Rebuffat, I Severi nel Nord Africa, in Atti xi Congresso Internazionale di Epigrafia Greca e Latina, Roma, 18-24 settembre 1997, 2, Roma 1999, p. 399; Labory, IAMar., lat., Supplément, cit., pp. 136 s., n. 880 (cfr. p. 167).

 

[26] CIL xii, 1856 (ILS 1353); cfr. Thomasson, FA, cit., p. 240, n. 40.

 

[27] Vd. anche Mastino, infra, nota 29.

 

[28] A. Mastino, Un decurione dell’ala iii Asturum praepositus castelli Tamudensis, in una nuova dedica a Giove nel dies natalis di Settimio Severo, «MEFRA», 102, 1990, pp. 247- 70, 255-61 (AE, 1991, 1743), spec. pp. 259 s.; cfr. Thomasson, LP. Add. s. altera, cit., 42:26a, p. 174; Id., FA, cit., p. 235, n. 26; Mastino et al., I Severi, cit., p. 400; Labory, IAMar., lat., Supplément, cit., pp. 111-2, n. 848. Sulla data dell’assassinio di Geta, 26 o 19 dicembre del 211, vd. C. Letta, La dinastia dei Severi, in Storia di Roma, ii.2, a cura di G. Clemente, F. Coarelli, E. Gabba, Torino 1991, p. 673 e nota 131.

 

[29] Mastino, Un decurione, cit., pp. 259-60 (ivi esclude l’identificazione sia dell’Anonimo sia di Iulius Agrianus con Pacaziano, che proseguì ancora la carriera «e per il quale dunque non potremmo spiegarci né una presenza tanto prolungata in Tingitana né una damnatio memoriae»).

 

[30] Spaul, Governors, cit., p. 249, n. 29, che data Agrianus agli anni 210-212.

 

[31] M. Euzennat, Le clipeus de Tamuda (Maroc). Imagines impériales et serment militaire, in L’Afrique, la Gaule, la Religion à l’époque romaine. Mélanges à la mémoire de Marcel Le Glay, éd. par Y. Le Bohec et al., Bruxelles 1994 (Coll. Latomus, 226), pp. 111-7 (AE, 1994, 1906), pp. 111 s. e note 3 s. (ivi vd. per la datazione del governo di Pacaziano nella Tingitana al 197/198, per il quale vd. anche supra, nel testo).

 

[32] Euzennat, Le clipeus, cit., pp. 112 s. e note 7 s.

 

[33] CIL ii, 4135 (ILS 1365) = RIT, 154 (da Tarraco); AE, 1984, 920 (da Kizilburç). Sulla sua carriera, Magioncalda, I procuratori, cit., pp. 46 s. e note 131, 133, pp. 70 s. e note 269 s., p. 103 (ivi, et passim, corrige il gentilizio Aurelius con Aelius); J. M. Ojeda Torres, El servicio administrativo imperial ecuestre en la Hispania Romana durante el Alto Imperio. i. Prosopografía, Sevilla 1993, pp. 156-8, n. 47; Magioncalda, I governatori, cit., pp. 401 s. e nota 44, 407 e nota 64 (cfr. pp. 423 e nota 150, 456, n. 76). L’identificazione dei due procuratori delle epigrafi da Kizilburç e da Tarraco comporta una datazione della sua carriera più risalente, rispetto a quella, comunque non posteriore alla metà del iii secolo, in precedenza proposta da G. Alföldy, RIT, ad 154, pp. 85 s., il quale, in base alla sua lettura proc. Hosdroe[n(es)] Syriae Coeles (anziché, come dal CIL in poi, proc. Chosdroe[n(es) proc.] Syriae Coeles), supponeva che la procuratela dell’Orshoene fosse stata rivestita in un momento in cui era unita alla Syria Coeles, ipotizzando, come data, l’epoca di Severo Alessandro (prima della guerra persiana) o di Massimino: al riguardo e sull’identificazione dei due procuratori, vd. A. Magioncalda, Testimonianze sui prefetti di Mesopotamia (da Settimio Severo a Diocleziano), «SDHI», 48, 1982, pp. 191 e nota 117, 209 s. e nota 204 (cfr. I procuratori, cit., p. 47 nota 133); Ead., I governatori, cit., p. 402 nota 44 (cfr. p. 407 nota 64). Vd. anche infra, Appendice e nota 86.

 

[34] Euzennat, Le clipeus, cit., pp. 112 s. Sulla datazione delle sue procuratele nelle Mauritanie, vd. infra, Appendice.

 

[35] Labory, IAMar., lat., Supplément, cit., p. 112, n. 848.

 

[36] Come si vedrà meglio infra, Appendice e nota 88.

 

[37] P. Weiß, Ausgewählte neue Militärdiplome. Seltene Provinzen (Africa, Mauretania Caesariensis), späte Urkunden für Prätorianer (Caracalla, Philippus), «Chiron», 32, 2002, pp. 501-4, spec. 503.

 

[38] P. Weiß, Neue Militärdiplome, «ZPE», 117, 1997, pp. 243-6, n. 8 (AE, 1997, 1764); cfr. Thomasson, LP. Add. s. tertia, cit., 21:21a, p. 166 (fra Plautius Caesianus (a. 129) e T. Flavius Constans (a. 138): cfr. Id., LP, i, cit., 21:21 s., col. 152).

 

[39] I. Piso, Ti. Claudius Constans, procurateur de Dacie inférieure et de Maurétanie Césarienne, «AMN», 37/i, 2000, pp. 231-42 (AE, 2000, 1852). Weiß, Neue Militärdiplome, cit., p. 246 nota 59, lasciava la questione aperta. A questo diploma se n’è aggiunto, da poco, un altro: P. Weiß, Neue Diplome für Soldaten des Exercitus Dacicus, «ZPE», 141, 2002, pp. 245-6, n. 3 (databile poco dopo il 130): et [sunt in Dacia Inferiore su]b Claudio C[onstante (AE, 2002, 1743). Cfr. W. Eck, D. Macdonald, A. Pangeri, «AMN», 39-40/i, 2002-2003, p. 43.

 

[40] Una delle epigrafi che lo menzionano (CIL viii, 9288 = 20863, da Tipasa) recita, infatti: Victoriae Augustae. Ducatu instantiaque Claudi(i) Constantis proc. Aug. contigit de[?nique ? Baquat]es et Musula[mios g]entesque alias [---], ecc. Vd. H.-G. Pflaum, Les carrières procuratoriennes équestres sous le Haut-Empire romain (= CP), iii, Paris 1961, p. 1097 e Id., CP. Supplément, Paris 1982, p. 145 («entre 238 et 254»); Magioncalda, I procuratori, cit., pp. 90 e nota 398, 140, n. 28, et passim; Thomasson, FA, cit., p. 222, n. 52 («3. Jh.»); Magioncalda, I governatori, cit., p. 428 nota 181.

 

[41] Piso, Ti. Claudius Constans, cit., pp. 237 ss. (ivi, pp. 241 s., cita, per confronto, le carriere di Varius Priscus, T. Flavius Priscus Gallonius Fronto Q. Marcius Turbo, Volu[---]). Sul rango CC delle procuratele delle Dacie Porolissensis e Inferior, cfr. ivi, p. 242 nota 74 (al riguardo, vd. anche supra, nota 18). Sui titoli dei governatori della Cesariense vd. anche infra, nel testo.

 

[42] Per i quali vd., da ultimo, Thomasson, FA, cit., pp. 200 s., nn. 10-11. Cfr. Piso, Ti. Claudius Constans, cit., p. 242.

 

[43] P. Salama, Nouveaux témoignages de l’œuvre des Sévères dans la Maurétanie Césarienne, «Lybica», 1, 1953, pp. 232-7; cfr. Magioncalda, I procuratori, cit., pp. 85 s. e note 365, 367, pp. 133 s., n. 19.

 

[44] M. Christol, L’oeuvre de C. Octavius Pudens Caesius Honoratus en Maurétanie Césarienne, in L’Africa romana x, pp. 1141-52 (AE, 1993, 1774); cfr. Thomasson, FA, cit., p. 210, n. 27 («unter Septimius Severus (198-211, vielleicht 198)»); Mastino et al., I Severi, cit., pp. 395, 403; Thomasson, LP. Add. s. tertia, cit., 41:27-29, p. 174; Magioncalda, I governatori, cit., p. 431 nota 192. Per la data del suo incarico vd. anche infra, Appendice.

 

[45] J.-P. Laporte, Notes sur les camps de Tatilti et d’Aras (Maurétanie Césarienne), in La Hiérarchie (Rangordnung) de l’Armée romaine sous le Haut-Empire, Actes du Congrès de Lyon (15-18 septembre 1994), éd. par Y. Le Bohec, Paris 1995, pp. 343-9, n. 1 (AE, 1995, 1790). Cfr. Thomasson, LP. Add. s. tertia, cit., 41:29, p. 174.

 

[46] G. Sotgiu, Ricerche epigrafiche a Fordongianus (Cagliari), in Epigrafia. Actes du Colloque international d’épigraphie grecque et latine en mémoire de Attilio Degrassi, Rome, 27-28 mai 1988, Rome 1991, pp. 728-30 (AE, 1991, 908); Mastino et. al., I Severi, cit., p. 393, n. 12 («forse tra il 198 e il 201»); cfr. Thomasson, LP. Add. s. tertia, cit., 2:19a, p. 163. Sul cursus di Peregrinus Rogatus alla luce di questa nuova epigrafe, vd. già Magioncalda, I procuratori, cit., p. 64 e nota 224; Ead., I governatori, cit., p. 425 e nota 162. 47.

 

[47] Vd. Magioncalda, I procuratori, cit., pp. 84 s.; Sotgiu, Ricerche, cit., p. 729; Thomasson, FA, cit., p. 208, n. 24; Magioncalda, I governatori, cit., p. 431 e nota 192.

 

[48] N. Benseddik, Vsinaza (Saneg): un nouveau témoignage de l’activité de P. Aelius Peregrinus sur la praetentura sévérienne, in L’Africa romana ix, pp. 425-37 (AE, 1992, 1925) (cfr. Christol, L’oeuvre, cit., p. 1142 e nota 7; Laporte, Notes, cit., p. 350 e nota 49; cfr. p. 348 e nota 42). Vd. Thomasson, FA, cit., pp. 208 s., n. 24 (e cfr. Id., LP. Add. s. tertia, cit., 41:26, p. 174); M. Euzennat, Populis novis ex Africa inlatis. Réflexions sur l’activité de Aelius Peregrinus sur la praetentura sévérienne d’après l’inscription CIL, viii 9228, complétée par Nacéra Benseddik, in «L’Africa Romana», ix, 425-437, «BCTH», n.s., 24, 1993-1995 [1997], pp. 232 ss. (con osservazioni di J. Desanges) (non visto); Mastino et al., I Severi, cit., pp. 388-91, n. 10. Inoltre, N. Benseddik, Septime Sévère, P. Aelius Peregrinus Rogatus et le limes de Maurétanie Césarienne, in Frontières et limites géographiques de l’Afrique du Nord antique, Paris 1999, pp. 90 e nota 4, 96, n. 16, 97 s., n. 34, 100 (AE, 1999, 1858); vd. Salama, ivi, pp. 108-9, per questo governatore e per Octavius Pudens.

 

[49] N. Benseddik, À propos de C.I.L. viii, 9228, in L’Africa romana xi, pp. 1369-70 (cfr. AE, 1995, 1791). Cfr. Mastino et al., I Severi, cit., p. 388, n. 10.

 

[50] Esso è infatti databile al 10.12.202-9.12.203 o al 10.12.203-9.12.204: vd. Benseddik, Vsinaza, cit., p. 427. Cfr. anche infra, Appendice.

 

[51] N. Benseddik, Note d’épigraphie sétifienne, «BCTH», n.s., 23, B, 1990-1992 [1994], pp. 177-80, n. 1 (AE, 1993, 1777) (cfr. Thomasson, LP. Add. s. tertia, cit., 41:26, p. 174); al riguardo Mastino et al., I Severi, cit., pp. 391-3, n. 11.

 

[52] Benseddik, Note, cit., p. 179.

 

[53] Laporte, Notes, cit., pp. 349-52, n. 2 (AE, 1995, 1789); cfr. Thomasson, LP. Add. s. tertia, cit., 41:26, p. 174. Per proc. praeses nella titolatura dei governatori della Cesariense vd. Magioncalda, I procuratori, cit., p. 13.

 

[54] Laporte, Notes, cit., p. 351.

 

[55] CIL viii, 21002. M. Christol, A. Magioncalda, Un fonctionnaire équestre sur une inscription de Césarée de Maurétanie, in L’Africa romana vi, pp. 147-78 (AE, 1989, 904).

 

[56] M. Christol, P. Salama, Une nouvelle inscription d’Aïoun-Sbiba, concernant l’insurrection maurétanienne dite «de 253»: M(arcus) Aurelius Victor, gouverneur de Maurétanie Césarienne, «CCG», 12, 2001, pp. 253-67 (AE, 2001, 2137).  

 

[57] Christol, Salama, Une nouvelle inscription, cit., pp. 260 s. (cfr. Magioncalda, I procuratori, cit., pp. 13 s. e note 39-40, pp. 26 s.).

 

[58] CIL viii, 9366 e 9371 (ILS 1355).

 

[59] Sul problema vd. Magioncalda, I procuratori, cit., pp. 63 s. e nota 219, 102, e M. Christol, A. Magioncalda, A proposito di D. Veturius Macrinus, governatore di Mauretania Tingitana, in Studi sui procuratori, cit., pp. 184 s. e nota 35 (ivi riferimenti bibliografici al riguardo).

 

[60] IAMar., lat., 354 (posta ob vota decennalia celebrata et vicen(n)alia suscepta di Settimio Severo, Caracalla, Geta e di tutta la domus divina).

 

[61] Cfr. Thomasson, LP, i, cit., 41:27 s. e cfr. 42:25. Solo per il secondo dei due personaggi conosciamo un altro incarico, la procuratela C della Nea Polis, in Egitto (ott.-nov. 194): cfr. Magioncalda, I procuratori, cit., pp. 45 s. e nota 127.

 

[62] Magioncalda, I procuratori, cit., pp. 63 s., 102 s. (cfr. Mastino, Un decurione, cit., p. 259); Christol, Magioncalda, A proposito di D. Veturius Macrinus, cit., p. 185 nota 35; Magioncalda, I governatori, cit., p. 425.

 

[63] Vd. M. Euzennat, J. Marion, J. Gascou, IAMar., lat., ad 354, p. 318 (cfr. Magioncalda, I procuratori, cit., p. 64 nota 221).

 

[64] Vd. supra, nel testo e note 48, 50.

 

[65] Su questa data vd. supra, nel testo e note 43 s.

 

[66] Benseddik, Vsinaza, cit., p. 434.

 

[67] Benseddik, Vsinaza, cit., p. 433; Ead., Septime Sévère, cit., p. 104 nota 71; Thomasson, FA, cit., pp. 234, n. 23 (e n. 24), 209, n. 25 (e n. 26); cfr. Id., LP. Add. s. tertia, cit., 41:27-29, p. 174. Cfr. Mastino et al., I Severi, cit., pp. 392 s.

 

[68] Vd. Magioncalda, I procuratori, cit., p. 63 e nota 220.

 

[69] Benseddik, Vsinaza, cit., pp. 433 s. (ma vd. Thomasson, FA, cit., p. 209, n. 25); vd. anche Laporte, Notes, cit., pp. 348 nota 42, 349 e nota 43. Che entrambi governassero, uno dopo l’altro, le due province unite, Diadumenianus nel 202-204, Macrinianus nel 205-207, continua a sostenere Spaul, Governors, cit., pp. 248 s., nn. 27-28 (cfr. p. 254). Cfr. anche Euzennat, infra, nota 90.

 

[70] In caso di errore nel numero della stessa, l’unica data alternativa sarebbe il 202: vd. supra, nel testo e nota 21. Poiché Diadumenianus era già in carica al più tardi dall’aprile di quello stesso anno, questo potrebbe avvalorare la data del 204 per l’epigrafe di [.]te[---]us. Vd. inoltre nota seguente.

 

[71] Il primo governatore databile con certezza dopo Haius Diadumenianus è l’Anonimo di Tamuda (11 aprile 210): cfr. Thomasson, FA, cit., p. 235, n. 26; per Q. Sallustius Macrinianus, ivi, p. 234, n. 24, indica «unter Septimius Severus»; per C. Iulius Pacatianus, ivi, pp. 234 s., n. 25, «unter Septimius Severus (nicht vor 198)». [.]te[---]us non può essere succeduto a Diadumenianus nel 202, perché solo in uno dei due anni successivi Peregrinus Rogatus lasciò la Cesariense e anche questo elemento porta, dunque, a considerare il 204 come data dell’iscrizione da Thamusida.

 

[72] Dove potrebbe essere rimasto fino al 205/206 ca.: vd. infra, nel testo.

 

[73] Magioncalda, I procuratori, cit., pp. 66 e nota 236, 114 nota 558 (cfr. pp. 135, n. 21, 150, n. 15). Cfr. inoltre Lenoir, À propos de C. Iulius Pacatianus, cit., p. 889 e nota 6 (che data la procuratela della Tingitana dopo il 199 e non oltre il 205/6); Mastino, Un decurione, cit., p. 259.

 

[74] Vd. supra, nel testo e nota 28.

 

[75] Pflaum, CP. Supplément, cit., p. 144; cfr. Magioncalda, I procuratori, cit., p. 65 e nota 227; J. Fitz, Prosopographia Pannonica ii, «Alba Regia», 24, 1990, p. 187, n. 180a (dove puntualizza che la procuratela publici portorii vectigalis Illyrici, da lui rivestita nel 201, non era C ma CC, di 1° grado; cfr. inoltre Magioncalda, I governatori, cit., p. 424 nota 154, cfr. p. 457). Cfr. Benseddik, supra, nel testo e vd., da ultimo, Thomasson, FA, cit., p. 211, n. 28 (che preferisce questa ipotesi a quella che i due Augusti fossero Caracalla e Geta, nel breve periodo, febbraio-dicembre 211, in cui regnarono insieme). Il personaggio di nome Verus, proc. Augg. nn., autore della dedica Di(i)s omni(bus) potenti(bus) da Tiaret, attribuita a una data verso il 211 (P. Cadenat, Notes d’archéologie thiarenne, «AntAfr», 24, 1988, p. 45; cfr. Mastino et. al., I Severi, cit., p. 397), non sarebbe un governatore: vd. Thomasson, FA, cit., p. 211. Dunque, il primo governatore sicuramente attestato dopo Aurelius Heraclitus è Q. Munatius Celsus, sotto Caracalla, nel 212: vd. infra, nel testo.

 

[76] La sua carriera sarebbe stata piuttosto lenta, se consideriamo che sarebbero intercorsi più di 10 anni dalla carica C, che egli rivestiva nell’autunno del 194 (cfr. supra, nota 61) e il governo della Tingitana. La distanza tra le due funzioni si potrebbe accorciare nell’ipotesi che Aurelius Heraclitus fosse stato procurator della Cesariense dal 209 fino al 211 (ancora sotto Caracalla e Geta): allora Macrinianus potrebbe averlo preceduto nel 207-209 e nel 205/6-207 essere stato al governo della Tingitana (subito dopo [.]te[---]us). D’altra parte, il fatto che la carica rivestita da Heraclitus nel 201 sia di rango CC (vd. nota precedente), può far ritenere preferibile un intervallo di tempo più breve tra le due funzioni (le uniche note del suo cursus).

[77] H.-G. Pflaum, CP, ii, Paris 1960, n. 229, pp. 605-13 (si ritiene che l’ultimo degli incarichi perduti dopo il governo della Tingitana fosse la procuratela ludi mag]ni; anche quella della Cesariense è integrata in lacuna: procuratori et praesidi provin[ciae Mauritaniae Caesariensis ---]); Magioncalda, Testimonianze, cit., pp. 183-8; Ead., I procuratori, cit., pp. 46 e nota 130, 65-7 e note relative, 86 s., 93, et passim; Ead., I governatori, cit., pp. 399 e nota 33, 407 e nota 65 (cfr. pp. 423, 454, n. 69), et passim; Thomasson, FA, cit., pp. 234 s., n. 25 e p. 212, n. 31 (dove, per la Cesariense, il nome di Pacaziano è seguito da un punto interrogativo). Abusivamente Spaul, Governors, cit., p. 248, n. 25, dopo la Tingitana, inserisce la procuratela-governo della Sardinia (al riguardo, vd. Thomasson, FA, cit., p. 235 nota 33).

 

[78] H.-G. Pflaum, CP, iii, cit., p. 1098 e CP. Supplément, cit., p. 147: «vers 198» (cfr. Magioncalda, Testimonianze, p. 187 e nota 92: ivi altra bibliografia; Ead., I procuratori, cit., p. 66 nota 236; Ead., I governatori, cit., p. 407 nota 65); Euzennat, Le limes, cit., p. 271 e nota 293 (cfr. Mastino, Un decurione, cit., p. 259 nota 26) e Id., Le clipeus, cit., p. 111, che data la procuratela di Pacaziano a partire dal 197/8 (per l’attribuzione a questo governatore dell’epigrafe di Iulius Agrianus, vd. supra, nel testo e nota 24). Vd. anche Spaul, Governors, cit., pp. 247 s., n. 25 (198/199). Thomasson, FA, cit., pp. 234 s., n. 25, lo data «unter Septimius Severus (nicht vor 198)» e non esclude questa cronologia alta ma neppure una più tarda «nach 202». La datazione più risalente comporta il problema che nella carriera di Pacaziano, in pochissimi anni, ci sarebbe stata una notevole concentrazione di incarichi: fra il governo dell’Osrhoene, che, grazie a un’epigrafe da Kizilburç (AE, 1984, 1919), sappiamo fu rivestito nel 195, e quello della Tingitana, egli sarebbe stato: prefetto di una legio Parthica, governatore delle Alpi Cozie (196/7) e adlectus inter comites degli imperatori nel 197, nella seconda guerra partica. Al riguardo vd. già Magioncalda, I procuratori, cit., p. 66 nota 234.

 

[79] Nei fasti c’è una lacuna di 20 anni fra D. Veturius Macrinus (a. 180) e questo procuratore: vd., da ultimo, Thomasson, FA, cit., p. 233, nn. 21-22. Ivi, p. 233 e nota 28, vd. riguardo a Rufinus (cfr. Id., LP, i, cit., 42:23, col. 421; Mastino, Un decurione, cit., p. 260 nota 29), che non è da inserire fra i governatori della provincia.

 

[80] Che, come si è detto, nei fasti occuperebbe ora il posto nel quale, in precedenza, si era pensato di inserire Pacaziano: cfr. supra, nel testo e nota 73.

 

[81] Vd. supra, nel testo e nota 76. Già M. Euzennat aveva preso in considerazione per Pacaziano anche una data non anteriore al 205-206: Les camps marocains d’Aïn Schkour et de Sidi Moussa Bou Fri et l’introduction du «quadriburgium» en Afrique du Nord, in 110e Congr. Nat. des Sociétés Savantes, Montpellier, 1985, iiie Colloque sur l’histoire et l’Archéologie d’Afrique du Nord, Paris 1987, p. 373 (cfr. Magioncalda, I procuratori, cit., p. 66 nota 236); vd. anche Thomasson, LP, iii, cit., 42:26, col. 45: «Quoniam Pacatianus a. 195 proc. Aug. prov. Osrhoenae fuit, vix ante a. 205-206 Tingitanam regere potuit [M. Euzennat, per epist.]». Cfr. inoltre Thomasson, supra, nota 78.

 

[82] Vd. Thomasson, FA, cit., pp. 211, nn. 29-30 (cfr. Id., LP, i, cit., 41:31 s., col. 413).

 

 

[83] Per una datazione al 212-214, Magioncalda, Testimonianze, cit., p. 188 e nota 95, e I procuratori, cit., p. 67 e nota 243.

 

[84] Se pensassimo a una datazione dopo il 217, infatti, dal governo dell’Osrhoene (a. 195) sarebbero passati, come minimo, 20 anni. Nei fasti di Pflaum, sotto Caracalla, figura anche un certo Pu. Neratius Probus: vd. CP, iii, cit., p. 1108, e CP. Supplément, cit., p. 144, sulla presenza del quale fra i governatori non è del tutto sicuro Thomasson, LP, i, cit., 41:34, col. 414; Id., FA, cit., p. 212, n. 32 (P. Neratius [Phos]phorus); cfr. Christol, Salama, Une nouvelle inscription, cit., p. 259 e nota 23 (vd. ivi per la seconda lettura, che è quella giusta).

 

[85] Infatti, non sappiamo se nel 215 Antonius Sabinus fosse all’inizio o, invece, verso la fine del suo incarico.

 

[86] Vd. supra, nel testo e nota 33: ivi, vd. sulla lettura di Alföldy dell’epigrafe da Tarraco, proc. Hosdroe[n(es)] Syriae Coeles (anziché, come dal CIL in poi, proc. Chosdroe[n(es proc.] Syriae Coeles): ma W. Eck, rec. a H.-G. Pflaum, CP. Supplément, «Gnomon», 57, 1985, p. 254, in base all’epigrafe di Kizilburç, dove Ianuarius è menzionato come procurator dell’Osrhoene (la Syria Coele non figura), ha concluso che in RIT, 154 è da leggere [L.] Ael. Ianuario e che bisogna reintegrare [proc.] davanti a Syriae Coeles, la procuratela finanziaria di questa provincia (anche Euzennat, Le clipeus, cit., p. 112, suppone che si trattasse di due funzioni distinte): dopo l’Osrhoene, e prima della Tingitana, egli sarebbe stato, dunque, [proc.] Syriae Coeles [proc.] vect. Illyric. [proc.] prov. Hisp[aniae cite]rioris Tarrac[on(ensis); cfr. Magioncalda, I governatori, cit., p. 407 e nota 64 (cfr. pp. 423 e nota 150, 456, n. 76). Thomasson, FA, cit., pp. 221 s., n. 50, 239, n. 37 (dove accoglie ormai il gentilizio Aelius: cfr. Id., LP, iii, cit., 42:37, col. 45; LP. Add. s. altera, cit., 41:52, 42:37, p. 174), inserisce il nostro governatore fra quelli “Incerti Aevi”, ma precisa «unter Septimius Severus oder Caracalla», osservando (p. 222): «Ob er schon unter Septimius Severus nach Afrika gekommen ist, kann nicht entschieden werden; wenigstens für Caesariensis ist das jedoch kaum anzunehmen» (ivi, vd. sull’identificazione col procurator dell’Osrhoene di AE, 1984, 920). Senza neppure prendere in considerazione l’epigrafe da Kizilburç, Spaul, Governors, cit., p. 250, n. 31, data il personaggio «between 217 and 222 or after 250»; ivi, pp. 259 s., conclude che Ianuarius fu procuratore della Tingitana fra il 217 e il 224.

 

[87] Cfr. Thomasson, FA, cit., pp. 235 s., n. 27 (cfr. Id., LP, i, cit., 42:27, coll. 421 s.).

 

[88] Su questo governatore vd. supra, nel testo e note 23, 25, 29 s. Poiché Aurellius Sebastenus era ancora in funzione sotto Macrino, l’erasione del nome di Iulius Agrianus non potrebbe essere stata fatta in seguito alla morte di Caracalla (aprile 217) ma solo a quella del suo effimero successore (giugno 218): allora, per Agrianus dovremmo pensare a un incarico della durata ancora più effimera. Oppure, si può attribuirlo a un periodo ancora successivo. Sotto Severo Alessandro (in date incerte) troviamo (vd. Thomasson, FA, cit., pp. 236 s., nn. 28-32; cfr. Id., LP, i, cit., 42:28-32): Q. Herenni[us ---], L. Aurelius Nemesianus, C. Iu[lius] Maximinus, Furius Celsus («Statthalter (?)») e l’ Anonimo di IAMar., lat., 402, col quale Lenoir ha proposto di identificare Agrianus: vd. supra, nel testo e nota 23.

 

[89] Una datazione del suo governo nella Tingitana nel 217-219 sembra infatti troppo tarda, se pensiamo che, dopo l’Orshoene, egli non rivestì più di tre funzioni. Contrario a collocarlo dopo Aurellius Sebastenus è anche Euzennat, Le limes, cit., p. 272 nota 294; Id., Le clipeus, cit., p. 112 e nota 7 (cfr. Thomasson, LP, iii, cit., 42:37, col. 45).

 

[90] Per una datazione del governo della Tingitana «forse nel 212» cfr. anche Mastino et al., I Severi, cit., p. 399 e nota 242. Euzennat, Le limes, cit., p. 272, lo aveva datato «vers 210/212» (dopo Sallustius Macrinianus, considerato governatore delle due province unite), già prima di proporre l’identificazione con l’Anonimo di Tamuda, come si è visto supra, nel testo e nota 32.

 

[91] L’ipotesi che egli si trovasse al governo della Cesariense alla morte di Caracalla (o di Macrino) era stata già avanzata da Euzennat (supra, nel testo e nota 34).

 

[92] Al riguardo, vd. già supra, nota 78. Inoltre, se, dopo la Cesariense, quindi dal 207 circa, fu praefectus vexillationum per] Orientem (cui seguì la prefettura di Mesopotamia, che sarebbe da attribuire ora al 209-211 circa) in quale occasione potrebbe avere rivestito quell’incarico militare?

 

[93] Non ci sarebbe più spazio, dunque, per P. Neratius Phosphorus, al cui riguardo vd. supra, nota 84.

 

[94] La seconda delle quali potrebbe essere colmata da Antonius Sabinus, se, ma è solo un’ipotesi, subito prima del governo della Cesariense avesse rivestito anche quello della Tingitana.