ds_gen N. 7 – 2008 – Notizie

 

Passio Sancti Fabii

Testo critico

con introduzione e traduzione italiana

 

a cura di

Anna Maria Piredda

Università di Sassari

 

Università degli Studi di Sassari

Quaderni di Sandalion, 13

 

Sassari, Edizioni Gallizzi, 2007

 

 

Introduzione

 

 

 

                                       Indice

 

Introduzione                                                                                     3

 

Capitolo I. Il martire                                                                        7

1. Il vessillifero Fabio                                                              7

2. La data del martirio                                                            10

 

Capitolo II. L'opera                                                                        19

1. Caratteri letterari                                                                19

2.    Struttura della Passio                                                        26

3.    Le Sacre Scritture                                                              32

4.    Presenza classica e cristiana                                              36

5.    La data della Passio                                                           48

6.    L'agiografo                                                                         52

7.    Notitiae della Passio nei Martirologi                              63

 

Capitolo III. La tradizione manoscritta                                         71

1.    I manoscritti                                                                       71

2.    Criteri della presente edizione                                          86

 

Conspectus siglorum                                                       87

 

Passio Sancti Fabii. Testo e traduzione                                     89

 

Bibliografia                                                                                  125

 

Abbreviazioni bibliografiche                                                      143

 

 

 

 

Introduzione

 

Il uexillifer[1] Fabio, martire a Cesarea di Mauretania durante la tetrarchia, è noto esclusivamente attraverso fonti letterarie[2]: la Passio, pervenutaci in sei manoscritti; la notitia dei martirologi dell'Anonimo lionese, di Floro, di Adone; successivamente confluita nelle Legendae de Sanctis di Pietro Calò e nel Catalogus Sanctorum di Pietro de Natalibus. Non si possiede alcuna testimonianza epigrafica[3] o archeologica del culto reso a questo santo né a Cesarea, dove è stato martirizzato, né a Cartenna, città nella quale sarebbe stato sepolto il suo corpo straziato e trasportato dalle correnti marine.

La passione del martire Fabio è stata edita per la prima volta nel 1890 dai Bollandisti nel nono volume della rivista «Analecta Bollandiana», insieme con altre due passioni africane: la Passio SS. Maximae, Donatillae et Secundae e la Passio S. Typasii veterani[4].

Secondo quanto affermato dagli editori nell'introduzione, l'apografo di Moissac che tramanda la passione del martire Fabio era stato portato nel 1662 da Parigi ad Anversa da Daniel Papebrock[5]. JeanBaptiste Du Sollier, che ha curato il mese di luglio, ha ritenuto però che il testo non fosse degno di far parte degli Acta Sanctorum, perché il suo stile era quello di una mera dictio, quae verboso magis panegyristae aut concionatori quam serio historico conveniat[6]. Secondo il Bollandista il contenuto dell'apografo era distante etiam ab Adoniano sensu[7]; quindi, alla data del 31 luglio si era limitato ad inserire una Commentatio postuma di Jean Bolland il quale, sulla base della testimonianza di Adone, si era messo alla ricerca della passione di Fabio per rendere onore al papa Alessandro VII, il senese Fabio Chigi[8].

Nell'introduzione all'edizione critica della Passio Fabii, effettuata collazionando i quattro codici allora conosciuti (Paris. B. N. nov. acquis. Lat 2180, Paris. B. N. Lat. 17002, Paris. B. N. Lat. 5323, Paris. B. N. Lat. 5306), i Bollandisti hanno avanzato l'ipotesi che l'apografo ritrovato da Papebrock riportasse un testo totalmente dissimile da quello in loro possesso oppure che Du Sollers avesse letto con eccessiva superficialità l'opera[9].

Nel secondo volume del Supplément aux Acta Sanctorum pour des vies de saints de l'epoque mérovingienne, l'Abate Narbey[10] ha pubblicato nel 1900 il testo della Passio Fabii contenuto nel manoscritto Paris. B. N. nov. acquis. Lat. 2179, senza segnalare comunque le proprie specificità rispetto all'edizione del 1890. L'individuazione della Passio Fabii nel Leggendario di Cardeña del secolo XI (b. I. 4), conservato nella Biblioteca del Real Monasterio dell'Escorial, mi ha indotto a rileggere questo importante documento martiriale, della cui tradizione manoscritta gli ultimi due codici segnalati costituiscono un importante ramo.

 

 



 

* Desidero esprimere la mia profonda gratitudine e un sincero ringraziamento al prof. Antonino Isola per i preziosi consigli e gli utili suggerimenti.

 

[1] Ho mantenuto il termine che la tradizione attribuisce al grado militare di Fabio: Fabius uexillifer (BHL 2818); anche se Reinach precisa che «le porteur du vexillum s'appelle vexillarius plutot que vexillifer» (Vexillum, p. 777). Cagnat ricorda che «le mot vexillarius indique soit le porte-étendard, soit le soldat qui fait partie du détachement» (Vexillarius, p. 776).

 

[2] BHL 2818, pp. 423-424; BHL Suppl. 2818, p. 321.

 

[3] La figura di Fabio, come quella di molti altri martiri africani, ma non solo, non ha lasciato alcuna traccia in epigrafia (Y. DUVAL, Loca Sanctorum Africae, t. 2, p. 724). E questo è tanto più strano in una terra, come la Mauretania, dove si è riscontrato il più alto numero di epitaffi di martiri, il cui culto è rimasto strettamente limitato alle tombe e il nome conosciuto per lo più soltanto attraverso iscrizioni (ibid., p. 717).

 

[4] «AB» 9, 1890, pp. 107-134.

 

[5] Ibid., p. 109.

 

[6] Acta Sanctorum Jul. 7, p. 180.

 

[7] Ibid.; cf. «AB» 9, 1890, p. 110.

 

[8] Acta Sanctorum Jul. 7, p. 179: Quaesitus est olim inter Sanctos nostros Martyres Fabius aliquis nomine quo insignitus esset Alexander PP VII, tum Fabius Chisius ad pacem Monasteriensem legatus Apostolicus, operosius incubuit Bollandus ut viro illustrissimo, de se bene merito, patronum synonymum assignaret, ut pluribus deductum invenies ad XVII Maii, tomo IV pag. 132. Is vero Fabius, extra ordinem ibi positus, cum plane dubius esset, substitui omnino poterat Fabius alter sociis S. Anthimi ad XI Maii annumeratus; vel ille potius qui hoc die colitur, S. Fabius Caesariensis: nam qui XXI Maii cum alias relatus est, Roma Viennam praeterito demum secolo translatus, e coemeteriis haud dubie acceptus, inter Sanctos ignotos computandus videtur. Notior hic Fabius iis patronus toto decerni potest qui forte etiam hodie eo nomine compellant; ut jure merito suspicer, dandam hic a nobis Bollandi commentationem, praeter receptum morem praemature adornatam, eo unice directam fuisse, ut laudato jam summo Pontifici Alexandro gratificaretur. Ipsam, uti inter chartas nostra reperta est, totam ad verbum subjicimus.

 

[9] «Itaque vel Moissacense apographum ab hac passione non parum diversum fuit, vel nimis leviter illud legit Sollerius» «AB» 9, 1890, p. 110.

 

[10] Paris 1900, t. 2, pp. 229-233. L'editore fa precedere il testo da un Sommaire, nel quale indica il contenuto dei singoli capitoli della Passio, la cui numerazione è comunque differente da quella presente in «AB» 9, 1890, pp. 123-134.