ds_gen N. 7 – 2008 – Memorie//MMD-Giuramento-plebe-Monte-Sacro

 

Cartolina

Pierangelo Catalano

Università di Roma “La Sapienza

 

Giulio Firpo

Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara

 

Giovanni Lobrano

Università di Sassari

 

Franco Vallocchia

Università di Roma “La Sapienza

 

 

 

SULL’Emissione FILATELICA celebrativA del

MMD anniversario del Giuramento della plebe

al Monte Sacro e dell’istituzione del Tribuno della plebe[*]

 

Sommario: 1. Il Tribunato della plebe nell’età repubblicana. – 2. Da Augusto al XVII secolo. – 3. Dal XVIII secolo alla Rivoluzione russa. – 4. Dall’Ombudsman al Defensor del pueblo.

 

 

1. – Il Tribunato della plebe nell’età repubblicana

 

Questa emissione celebra il 2500° anniversario dell’istituzione dei tribuni della plebe, fondata su un giuramento collettivo dei plebei (493 a.C.), a seguito della secessione in armi sul Monte Sacro sotto la guida di C. Sicinio Belluto, contro la prepotenza dei patrizi e soprattutto degli usurai.

I tribuni della plebe svolsero un ruolo essenziale nella storia romana repubblicana. Alla loro iniziativa si debbono gran parte della legislazione romana e le lotte per la parità dei diritti civili e politici, per la distribuzione della terra e contro l’usura. Il tribunato della plebe è uno dei pilastri sui quali (a un quindicennio dalla fine della monarchia) si basò definitivamente la respublica populi Romani. La libertà dei cittadini rispetto al potere dei magistrati e l’obbedienza dei patrizi alle leggi votate dalla plebe erano assicurate dalla potestas sacrosancta dei tribuni, che consentiva loro di opporsi a tutte le magistrature, anche e soprattutto patrizie, bloccandone l’azione (‘potere negativo’). Questo carattere essenziale del tribunato della plebe nella repubblica romana fu chiaramente percepito ed esposto da Cicerone nel De legibus, là dove affermò che nella contrapposizione dei tribuni ai consoli risiedeva la vera rottura rispetto al passato monarchico, cioè la piena realizzazione della respublica. 

I periodi della storia romana in cui l’azione dei tribuni della plebe ebbe più profondi risultati furono i primi due secoli della repubblica (V e IV secolo a.C.), nonché l’ultima età repubblicana, a partire dall’azione dei fratelli Tiberio Sempronio Gracco e Gaio Sempronio Gracco, che rivestirono il tribunato rispettivamente nel 133 a.C. e nel 123 e 122 a.C. e morirono, entrambi, tragicamente.

I fratelli Gracchi sono rappresentati nella presente emissione filatelica, che raffigura il cenotafio, opera di Eugène Guillaume (1853), che si conserva a Parigi nel Musée d’Orsay (il modello in gesso fu eseguito a Roma, presso Villa Medici, tra il 1847 ed il 1848).

 

 

2. – Da Augusto al XVII secolo

 

Augusto e i suoi successori assunsero la tribunicia potestas sacrosancta, che, insieme all’imperium proconsulare, costituì l’essenza del potere imperiale.

Il tribunato della plebe mostrò la sua vitalità riproponendosi, con nomi diversi e con funzioni specifiche, nel tardo impero, nel medioevo e in età moderna. Nel 365, una costituzione degli imperatori Valentiniano I e Valente istituì i defensores civitatis per proteggere le plebi cittadine dalla prepotenza delle aristocrazie locali; già in precedenza, tuttavia, erano sorte figure con analoghe competenze, i syndici (da cui gli odierni ‘sindaci’ e ‘sindacati’), che continuarono per tutto il medioevo a esplicare la loro funzione nei Comuni.

A Roma, nel 1347, Cola di Rienzo assunse il titolo di “tribuno della libertà, della pace e della giustizia e liberatore della sacra repubblica romana”, suscitando l’entusiasmo di Francesco Petrarca. In età moderna, il pensiero giuspubblicistico tornò a riflettere sull’istituzione tribunizia: nei Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, Niccolò Machiavelli attribuì il sorgere e il crescere della libertà e della potenza di Roma alla contrapposizione tra plebe e senato, esaltando dunque il ruolo del tribunato. L’esigenza di una limitazione del potere di governo, sul modello del potere dei tribuni romani (nonché degli efori spartani e dei demarchi ateniesi) fu rimarcata, tra gli altri, da Jean Calvin, dal gesuita Juan de Mariana, dai giuristi François Hotman e Johannes Althusius.

 

 

3. – Dal XVIII secolo alla Rivoluzione russa

 

Nel Settecento fu soprattutto Jean-Jacques Rousseau – sulla scia di Cicerone e Machiavelli – a evidenziare l’essenziale importanza costituzionale del tribunato e soprattutto del suo ‘potere negativo’ (“può impedire tutto”) in inscindibile connessione al principio di sovranità popolare. La Rivoluzione francese riprese la riflessione rousseauiana: Robespierre e i giacobini contrapponevano il tribunato alla divisione dei poteri e al principio di rappresentanza (Robespierre, peraltro, non accettò l’istituzione dei tribuni, affermando che il popolo dovesse esser tribuno di se stesso). Dopo il Termidoro, Gracchus Babeuf, come pure Filippo Buonarroti, esaltò il tribunato romano come “la più bella delle istituzioni”, che aveva “salvato tante volte la libertà romana”, e sviluppò, anche in relazione al Monte Sacro, la prima riflessione sullo sciopero generale.

Al pensiero rousseauiano si riallacciano, alla fine del XVIII secolo, l’elogio del “sacrosanto tribuno” di Friedrich Schlegel e l’affermazione dell’“assoluto potere negativo” tribunizio di Johann Gottlieb Fichte. Significativa fu anche la riflessione sul tribunato di alcuni giacobini italiani.

Il 15 agosto 1805, il giovane Simón Bolívar, sul Monte Sacro, giurò, con esplicito riferimento a questa “terra santa”, la libertà della patria americana, di cui sarà il Libertador.

L’idea del tribunato come strumento della sovranità popolare emerse ancora nel progetto mazziniano della Costituzione della Repubblica Romana nel 1849 e nelle discussioni svoltesi in quella Assemblea Costituente. L’idea emerse anche più tardi, durante la Rivoluzione russa; ma Lenin nel 1918 rifiutò la proposta di istituire un tribuno dei Soviet.

 

 

4. Dall’Ombudsman al Defensor del pueblo

 

All’inizio del XIX secolo risale la figura dell’Ombudsman nel diritto svedese, quale controllore della pubblica amministrazione eletto dal Parlamento. L’istituzione ha avuto un grande sviluppo, in tutti i Continenti, nella seconda metà del XX secolo, soprattutto a seguito della Costituzione spagnola del 1978, che ha previsto la figura del Defensor del pueblo (che può richiamarsi anche al precedente ‘tribunizio’ medievale del Justicia de Aragón). In America Latina questa figura ha assunto, con varie denominazioni, la funzione di difesa dei diritti umani. E’ in atto una profonda riflessione, in America Latina e in Italia, su struttura e funzioni dei difensori del popolo e dei difensori civici, sulla scorta dell’antica esperienza dei tribuni della plebe.

Il 15 novembre 2007 il Consiglio Comunale di Roma ha deliberato, con voto unanime, di celebrare solennemente il 2500° anniversario del Giuramento della plebe al Monte Sacro.

 

 



 

[*] L’emissione del Francobollo è stata effettuata da Poste Italiane il 24 ottobre 2008. Questo documento è stato pubblicato nel Bollettino di accompagnamento dell’emissione.