N. 7 – 2008 – Memorie//MMD-Giuramento-plebe-Monte-Sacro
Pierangelo Catalano
Università di Roma “
Giulio Firpo
Università “G. D’Annunzio” di
Chieti-Pescara
Università di Sassari
Università di Roma “
SULL’Emissione FILATELICA
celebrativA del
MMD anniversario del Giuramento della
plebe
al Monte Sacro e dell’istituzione
del Tribuno della plebe[*]
Sommario: 1. Il Tribunato della
plebe nell’età repubblicana. – 2. Da Augusto al XVII secolo.
– 3. Dal XVIII
secolo alla Rivoluzione russa. – 4. Dall’Ombudsman al Defensor del pueblo.
Questa emissione celebra il 2500°
anniversario dell’istituzione dei tribuni della plebe, fondata su un
giuramento collettivo dei plebei (
I tribuni della plebe svolsero un ruolo
essenziale nella storia romana repubblicana. Alla loro iniziativa si debbono
gran parte della legislazione romana e le lotte per la parità dei
diritti civili e politici, per la distribuzione della terra e contro
l’usura. Il tribunato della plebe è uno dei pilastri sui quali (a
un quindicennio dalla fine della monarchia) si basò definitivamente la respublica populi Romani. La
libertà dei cittadini rispetto al potere dei magistrati e
l’obbedienza dei patrizi alle leggi votate dalla plebe erano assicurate
dalla potestas sacrosancta dei
tribuni, che consentiva loro di opporsi a tutte le magistrature, anche e
soprattutto patrizie, bloccandone l’azione (‘potere
negativo’). Questo carattere essenziale del tribunato della plebe nella
repubblica romana fu chiaramente percepito ed esposto da Cicerone nel De legibus, là dove
affermò che nella contrapposizione dei tribuni ai consoli risiedeva la
vera rottura rispetto al passato monarchico, cioè la piena realizzazione
della respublica.
I periodi della storia romana in cui
l’azione dei tribuni della plebe ebbe più profondi risultati
furono i primi due secoli della repubblica (V e IV secolo a.C.), nonché
l’ultima età repubblicana, a partire dall’azione dei
fratelli Tiberio Sempronio Gracco e Gaio Sempronio Gracco, che rivestirono il
tribunato rispettivamente nel
I
fratelli Gracchi sono rappresentati nella presente emissione filatelica, che
raffigura il cenotafio, opera di Eugène Guillaume (1853), che si
conserva a Parigi nel Musée d’Orsay (il modello in gesso fu
eseguito a Roma, presso Villa Medici, tra il 1847 ed il 1848).
Augusto e i suoi successori assunsero la tribunicia potestas sacrosancta, che,
insieme all’imperium proconsulare,
costituì l’essenza del potere imperiale.
Il tribunato della plebe mostrò la
sua vitalità riproponendosi, con nomi diversi e con funzioni specifiche,
nel tardo impero, nel medioevo e in età moderna. Nel 365, una
costituzione degli imperatori Valentiniano I e Valente istituì i defensores civitatis per proteggere le
plebi cittadine dalla prepotenza delle aristocrazie locali; già in
precedenza, tuttavia, erano sorte figure con analoghe competenze, i syndici (da cui gli odierni
‘sindaci’ e ‘sindacati’), che continuarono per tutto il
medioevo a esplicare la loro funzione nei Comuni.
A Roma, nel 1347, Cola di Rienzo assunse il
titolo di “tribuno della libertà, della pace e della giustizia e
liberatore della sacra repubblica romana”, suscitando l’entusiasmo
di Francesco Petrarca. In età moderna, il pensiero giuspubblicistico
tornò a riflettere sull’istituzione tribunizia: nei Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio,
Niccolò Machiavelli attribuì il sorgere e il crescere della
libertà e della potenza di Roma alla contrapposizione tra plebe e
senato, esaltando dunque il ruolo del tribunato. L’esigenza di una limitazione
del potere di governo, sul modello del potere dei tribuni romani (nonché
degli efori spartani e dei demarchi ateniesi) fu rimarcata, tra gli altri, da
Jean Calvin, dal gesuita Juan de Mariana, dai giuristi François Hotman e
Johannes Althusius.
Nel Settecento fu soprattutto Jean-Jacques
Rousseau – sulla scia di Cicerone e Machiavelli – a evidenziare
l’essenziale importanza costituzionale del tribunato e soprattutto del
suo ‘potere negativo’ (“può impedire tutto”) in
inscindibile connessione al principio di sovranità popolare.
Al pensiero rousseauiano si riallacciano,
alla fine del XVIII secolo, l’elogio del “sacrosanto tribuno”
di Friedrich Schlegel e l’affermazione dell’“assoluto potere
negativo” tribunizio di Johann Gottlieb Fichte. Significativa fu anche la
riflessione sul tribunato di alcuni giacobini italiani.
Il 15 agosto 1805, il giovane Simón
Bolívar, sul Monte Sacro, giurò, con esplicito riferimento a
questa “terra santa”, la libertà della patria americana, di
cui sarà il Libertador.
L’idea del tribunato come strumento
della sovranità popolare emerse ancora nel progetto mazziniano della
Costituzione della Repubblica Romana nel 1849 e nelle discussioni svoltesi in
quella Assemblea Costituente. L’idea emerse anche più tardi,
durante
All’inizio del XIX secolo risale la
figura dell’Ombudsman nel
diritto svedese, quale controllore della pubblica amministrazione eletto dal
Parlamento. L’istituzione ha avuto un grande sviluppo, in tutti i
Continenti, nella seconda metà del XX secolo, soprattutto a seguito
della Costituzione spagnola del 1978, che ha previsto la figura del Defensor del pueblo (che può
richiamarsi anche al precedente ‘tribunizio’ medievale del Justicia de Aragón). In America
Latina questa figura ha assunto, con varie denominazioni, la funzione di difesa
dei diritti umani. E’ in atto una profonda riflessione, in America Latina
e in Italia, su struttura e funzioni dei difensori del popolo e dei difensori
civici, sulla scorta dell’antica esperienza dei tribuni della plebe.
Il 15 novembre 2007 il Consiglio Comunale
di Roma ha deliberato, con voto unanime, di celebrare solennemente il 2500°
anniversario del Giuramento della plebe al Monte Sacro.