ds_gen N. 6 – 2007 – Tradizione Romana

 

malenicaAntun Malenica

Università di Novi Sad

 

La posizione della disciplina ‘Diritto romano’ nel nuovo programma degli studi della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Novi Sad[*]

 

 

Dopo la seconda guerra mondiale, la Serbia ha costruito abbastanza rapidamente un sistema stabile di formazione negli studi di giurisprudenza. Per tutta la seconda metà del XX secolo, gli studi quadriennali di diritto hanno portato al conseguimento del titolo di “laureato in giurisprudenza” che consentiva l’impiego in qualità di referente giuridico nell’amministrazione statale, nelle imprese, nelle istituzioni e simili. Invece i laureati in legge che desideravano svolgere le attività giuridiche più complesse, quelle di rappresentanza autonoma in tribunale, le attività di magistrato, di avvocato e di procuratore e simili, dopo il praticantato presso gli organi giudiziari o in uno studio di avvocato dovevano superare l’esame di stato. I laureati in legge che avessero acquisito specifiche conoscenze in campi determinati del diritto, frequentavano corsi annuali di specializzazione al termine dei quali conseguivano la denominazione di specialista. Quelli, invece, che avevano ambizioni scientifiche, sceglievano di proseguire negli studi, affrontando il terzo grado degli studi e poi il dottorato. Il terzo grado, che aveva di norma una durata di tre anni, con la discussione della tesi finale, permetteva di arrivare al titolo di ‘magister delle scienze’, dopo di che nei corsi di dottorato, con la discussione della tesi si conseguiva il titolo di dottore.

Gli studi del terzo grado, di norma, venivano organizzati per campi ristretti. Così, per esempio, nelle cattedre di storia dello stato e del diritto si conseguiva il titolo di ‘magister delle scienze storico-giuridiche’. Anche i temi delle tesi di dottorato erano di norma legate ad un campo specifico: diritto civile, diritto penale e simili. I mentori e le commissioni davanti alle quali si svolgeva la discussione delle tesi venivano scelti nelle relative cattedre, ma il titolo che ne conseguiva era quello di ‘dottore in scienze giuridiche’, senza limitazioni a campi specifici.

 

Questo sistema d’istruzione in giurisprudenza è stato abbandonato nel 2005, quando fu promulgata la Legge sull’alta istruzione, basata sulle idee contenute nella Dichiarazione di Bologna.

Secondo questa legge tutti gli studi accademici, e quindi anche quelli giuridici, si organizzano come studi elementari valutati con almeno 180 o 240 crediti, a seconda che si tratti di studi triennali o quadriennali. Il titolo che si consegue è quello di ‘pravnik’ (giurista). Seguono poi gli studi annuali o biennali, che comportano l’acquisizione di 60, ovvero 120 crediti, per il diploma accademico (master). A conclusione di questi studi si consegue il titolo di ‘lureato in giurisprudenza – master’. Coloro che abbiano completato gli studi accademici possono iscriversi agli studi accademici specialistici, cui si attribuisce un punteggio di almeno 60 crediti, o agli studi triennali di dottorato che comportano un minimo di 180 punti. Al termine del primo ciclo si consegue la qualifica di specialista, e dopo il secondo quello di ‘dottore in scienze giuridiche’.

Invece degli studi quadriennali che comportavano il titolo di ‘laureato in giurisprudenza’, che consentiva di accedere alla professione di avvocato e di giudice, con la nuova legge, è stato introdotto lo studio quinquennale che porta allo stesso titolo, ma, ora, con l’aggiunta dell’appellativo ‘master’. Sono stati aboliti gli studi del terzo grado e di conseguenza non esiste più il titolo di ‘magister delle scienze’. Invece della discussione della tesi di dottorato sono stati introdotti gli studi triennali di dottorato, con programmi definiti dei corsi. In base ai criteri della Commissione di accredito, i corsi di dottorato, per essere riconosciuti, devono avere un contenuto che corrisponde al contenuto di almeno tre corsi di dottorato che si tengono nelle facoltà di giurisprudenza fuori della Repubblica di Serbia. Il titolo che si consegue, identico a quello della vecchia legge, è di ‘dottore in scienze giuridiche’.

La prima questione sollevata nell’ambito della Facoltà di Giurisprudenza di Novi Sad, in occasione dell’applicazione della nuova legge è stata se gli studi accademici debbano essere organizzati come studi triennali o quadriennali e di conseguenza se gli studi accademici di laurea andassero organizzati come studi annuali o biennali. L’esperienza negativa affrontata dalla nostra facoltà in occasione della riforma universitaria compiuta nel corso degli anni settanta del secolo scorso, vale a dire, le difficoltà insormontabili che sorgevano dovendo collegare a livello logico e pedagogico le materie di studio, impostate secondo gradualità (primo e secondo anno corrispondono al primo grado, mentre terzo e quarto anno al secondo), ci ha fatto scegliere di conservare nel suo insieme il già definito programma quadriennale, cui è stato dato il carattere di studi accademici elementari, dotati di 240 punti. E questo significa che gli studenti che completano questi studi conseguono il titolo di ‘pravnik’ (giurista).

La posizione delle materie obbligatorie nel programma degli studi (l’anno di insegnamento, il numero delle lezioni, la letteratura e altro) non è stato quasi cambiato. La Cattedra per la storia dello stato e del diritto continua a essere portatrice delle materie obbligatorie: Storia generale dello stato e del diritto, Diritto romano e Storia nazionale dello stato e del diritto. Invece grandi cambiamenti sono stati introdotti nel modo di svolgimento dell’insegnamento. Tutte le materie sono diventate semestrali e i relativi programmi contengono differenti impegni preesame. Il Diritto romano che precedentemente era bimestrale con un fondo settimanale di tre ore di lezione e due ore di esercitazioni, adesso è una materia semestrale collocata nel primo semestre. Ha sei ore di lezione e quattro ore di esercitazioni. La materia dell’esame è divisa in due parti, Storia del diritto romano e Istituti del diritto romano. Gli studenti possono scegliere di fare l’esame in una volta o in due volte.

L’esperienza, dopo un anno di svolgimento dell’insegnamento nell’ambito del nuovo sistema, è positiva. Gli studenti hanno scelto prevalentemente di superare gli esami in due parti e questo ha migliorato la percentuale degli esiti positivi e ha alzato la media.

L’accettazione della durata quadriennale degli studi elementari ha imposto l’introduzione degli studi annuali di laurea (master), il che ha presupposto una grande concentrazione del vecchio programma degli studi di ‘magistratura’. Sono sorti dilemmi sul modo in cui si dovesse impostare il programma, che, del resto, doveva continuare a fare da ponte verso gli studi di dottorato.

La nostra Commissione per la riforma della Facoltà, di cui fanno parte i docenti scelti fra i professori ordinari, ha dato le seguenti indicazioni: alle cattedre bisogna lasciare un’ampia libertà nella proposizione dei programmi di studio; questi programmi devono garantire uno studio approfondito della materia nelle materie fondamentali della cattedra; il contenuto di tali programmi deve essere adeguato sia alle esigenze della prassi, sia alla formazione scolastica dei futuri quadri insegnanti; due o più cattedre possono proporre programmi interdisciplinari; i moduli  proposti dalla cattedra devono avere quattro materie, di cui tre sono obbligatorie, mentre la quarta viene scelta dallo studente dalla lista delle materie opzionali; le cattedre, ogni anno accademico, prima del bando di concorso per l’iscrizione degli studenti, devono decidere  secondo quali moduli si svolgerà l’insegnamento in quell’anno.

Partendo da quanto esposto, le cattedre hanno proposto i moduli la cui somma costituisce il programma degli studi di master. In base alle norme degli studi, lo studente affronta quattro esami relativi alle materie che ha ascoltato, frequenta il Corso Tecnica di scrittura dei lavori specialistici, affronta un esame in cui si compie la verifica della sua preparazione teorica per l’elaborazione del tema del lavoro di diploma e difende il lavoro di diploma che ha scritto.

La Cattedra per la storia dello stato e del diritto ha proposto soltanto un modulo. Le materie obbligatorie sono Storia dello stato e del diritto, Diritto romano I e Sviluppo del sistema costituzionale e del diritto della Serbia, mentre sono opzionali I grandi sistemi giuridici, Diritto romano II, la Compravendita nel diritto romano e Storia della posizione giuridica e statale della Vojvodina. Ciascuna della materia ha un fondo di 80 ore di insegnamento attivo, di cui almeno 12 ore devono essere di lezione.

Quanto al diritto romano, il modulo degli studi master contiene, pertanto, tre materie: Diritto romano 1, Diritto romano 2 e Compravendita nel diritto romano.

Nel corso obbligatorio del Diritto romano 1, gli studenti conseguono conoscenze approfondite nell’ambito della materia che hanno già studiato al primo anno degli studi. Si tratta di una scelta di concetti e di istituti di carattere costituzionale della civitas romana del periodo repubblicano e di una scelta di concetti e di istituti dallo ius quod ad res pertinet. Gli studenti analizzano le fonti del diritto romano e la letteratura, apprendendo la metodologia e la tecnica del lavoro di ricerca.

Nella materia opzionale Diritto romano 2 si studiano tre concetti: il concetto di diritto, il concetto di cosa e il concetto di proprietà.

Nella materia opzionale Compravendita nel diritto romano vengono svolti alcuni dei temi seguenti: consensus, importanza del documento scritto, la caparra; ruolo del principio bona fides nella formazione delle norme di compravendita; l’oggetto e il prezzo; diritti e obblighi delle parti; effetto traslativo del contratto; condizionamento del trasferimento della proprietà mediante il pagamento del prezzo.

Per concludere. La posizione della disciplina Diritto romano nei programmi degli studi della Facoltà di Giurisprudenza di Novi Sad non ha subito mutamenti dopo la promulgazione della nuova Legge sull’alta istruzione. Il diritto romano ha conservato la posizione che gli compete.

Alla fine desidero affermare che la posizione della disciplina Diritto romano non è altrettanto soddisfacente in tutte le facoltà di giurisprudenza della Serbia. Le soluzioni, come sempre, dipendono in gran parte dalla struttura dei quadri docenti della facoltà e dalla qualità dei manuali e dell’insegnamento di questa materia.

 

 



 

[*] Comunicazione presentata nel XI Colloquio dei romanisti dell’Europa Centro-Orientale e dell’Asia “Persona e popolo nel sistema del diritto romano. Difesa dei diritti civili e difesa dei debitori. Recezione del diritto romano nel sistema giuridico attuale. Necessità dell’insegnamento del diritto romano“, organizzato a Craiova, in Romania, nei giorni 1-3 novembre 2007, dalla Facoltà di Diritto e Scienze Amministrative “Nicolae Titulescu” dell’Università di Craiova, in collaborazione con l’Unità di ricerca “Giorgio La Pira” del CNR, l’Università di Roma “La Sapienza” e il Gruppo di ricerca sulla diffusione del diritto romano.