LOCUZIONI E BROCARDI
LATINI NEI LINGUAGGI GIURIDICI MODERNI
Università
della Lapponia
(Finlandia)
Sommario: 1. Diritto romano e lingua
latina. – 2. La coerenza internazionale
del latino giuridico. –
2.1. Una ricerca comparativa di
carattere generale. –
2.2. Due indagini specializzate:
il latino nel diritto di successione e nel diritto internazionale privato. – 3. Conclusione. – 4. Pubblicazioni
dell’autore sul latino giuridico nelle maggiori lingue di comunicazione.
Il latino è la lingua materna dell’Europa, e
il diritto romano la pietra angolare della cultura giuridica occidentale.
Essendo il latino la lingua originale del diritto romano, questi due fenomeni
culturali si sono corroborati vicendevolmente. Di conseguenza la conoscenza
delle fonti del diritto romano ha presupposto la padronanza del latino e,
simultaneamente, ne ha mantenuto in vita la padronanza[1];
l’interesse per il latino, d’altra parte, è servito a
sostenere la posizione del diritto romano come una delle principali creazioni
della cultura dell’Antichità classica[2].
In effetti, non è un miracolo che il latino sia stato la lingua nel
campo delle attività giuridiche nell’intera Europa in epoca
medievale e ancora all‘inizio dell’età moderna. In certi
paesi, si usava il latino nelle attività giuridiche pratiche fino al
secolo XVIII ed addirittura, in certi casi, ancora nel secolo XIX[3].
Nel campo delle discipline giuridiche, il periodo latino fu ancora più
lungo: in molti paesi quasi tutte le tesi di dottorato sono state presentate (e
pubblicate) in latino sino alla prima o seconda metà del secolo XIX[4].
Questa necessaria premessa vuole dunque ricordare che il
latino ha vissuto, e vive tuttora, nelle lingue giuridiche moderne. Per ragioni
retoriche, e per esprimere massime e concetti giuridici, i testi dei giuristi
sono stati colorati con locuzioni e brocardi latini e questa abitudine continua
ancora oggi. Alcuni secoli fa, il linguaggio dei giuristi era spesso una lingua
mista dove il latino a volte dominava; anche oggi però l’uso del
latino resta frequente nei testi giuridici. Questo fenomeno concerne tutta la
sfera culturale europea[5].
E’ particolarmente degno di nota che, a causa del collasso del
socialismo, il diritto romano ha vissuto un rinascimento nella parte orientale
dell’Europa centrale e nell’Europa orientale, e questo è
chiaramente visibile nell’uso del latino giuridico[6].
Inoltre, si usa il latino giuridico in molti paesi del terzo mondo che,
anteriormente, erano dominati dai poteri europei[7].
Esempi espressamente internazionali sono anche moltissimi: arbitraggio
internazionale, opinioni degli avvocati generali (soprattutto italiani) alla
Corte di giustizia delle Comunità europee che contengono moltissimi
brocardi e locuzioni latini.
Dunque, citazioni latine dirette, brocardi, termini ed
altre espressioni sono largamente usati nelle diverse lingue giuridiche.
E’ facile supporre che quest’uso faciliti considerabilmente la
cooperazione internazionale fra giuristi dei differenti paesi. In effetti,
numerosi giuristi la pensano così. Comunque, certi autori di grande
esperienza hanno osservato che non è sempre facile comprendere il latino
usato dai colleghi stranieri[8].
Le locuzioni ed i brocardi latini in uso nei differenti paesi sono spesso
divergenti, e quando si usa una espressione identica, il senso di questa
espressione non è necessariamente lo stesso.
Pertanto, qual è, in realtà, il livello di
omogeneità delle locuzioni e dei brocardi latini usati nelle diverse
lingue giuridiche? In passato non disponevamo di informazioni esatte, fondate
su ricerche documentate. L’autore di queste pagine si è proposto
di colmare questa lacuna in base a una serie di ricerche empiriche.
Il nostro gruppo di ricerca ha cominciato col fare
un’indagine comparativa di carattere generale, fondata sui dizionari
rappresentativi dei diversi paesi (dizionari speciali di latino giuridico o
dizionari giuridici generali nei quali si trova un numero notevole di locuzioni
e brocardi latini). Questi dizionari sono originari dei paesi dove vige la common law (Canada, Inghilterra, Stati
Uniti), paesi di lingua romanza (Francia, Italia, Spagna), paesi di lingua tedesca
(Germania e Austria) e la Polonia. Abbiamo cercato di dare una risposta a tre
domande: in quale misura questi dizionari includono locuzioni e brocardi latini
identici? In quale misura i sensi degli stessi brocardi e locuzioni sono
identici? In quale misura le locuzioni ed i brocardi avendo un senso identico
si presentano nella stessa forma esteriore (ortografia, ecc.)?[9].
Questo esame comparativo ha dimostrato che una parte
delle locuzioni e dei brocardi latini ha una natura veramente internazionale:
l’esistenza di un nucleo comune di latino giuridico è manifesta.
Certi brocardi e locuzioni latini sono conosciuti ovunque. Tuttavia,
un’altra parte rilevante di questi brocardi e locuzioni compaiono
soltanto nelle culture giuridiche individuali. Inoltre, un termine latino
può, in alcuni casi, assumere significati differenti nelle diverse
culture giuridiche[10].
Infine, la forma esteriore delle locuzioni e, soprattutto, dei brocardi
può variare. In effetti, abbiamo trovato un brocardo che appare
addirittura in cinque forme differenti:
Quod ab initio non valet in tractu temporis non
convalescet;
Quod ab initio non valet in tractu temporis non
convalescit;
Quod ab initio vitiosum est, tractu temporis convalescere
non potest;
Quod initio vitiosum est, non potest tractu temporis
convalescere;
Quod nullum est nullo lapsu temporis convalescere potest.
L’indagine sopra indicata è unicamente
fondata sui dizionari di latino giuridico. Per questo non è possibile
affermare, sulla base di quest’indagine, quali brocardi e locuzioni
latini sono ancora usati in realtà nelle attività giuridiche (i
dizionari includono spesso delle parole obsolete). D’altronde, si
può supporre che le differenze fra diversi rami del diritto sono grandi.
Perciò, abbiamo realizzato due indagini specializzate che riguardano due
rami di diritto abbastanza differenti: il diritto di successione e il diritto
internazionale privato. Queste indagini sono fondate su importanti trattati
giuridici che coprono tutto il campo del diritto in questione.
E’ soprattutto nell’ambito del diritto civile
che le tradizioni della letteratura giuridica latina sono particolarmente
forti. Come sappiamo, il diritto civile formava già
nell’Antichità classica il fulcro del diritto romano, ed anche lo ius commune medievale si è
concentrato su questo ramo del diritto. Per quanto riguarda il diritto di
successione, esso è un dei settori più centrali del diritto
civile. Dunque, è interessante domandare: in quale misura si usano delle
locuzioni e dei brocardi latini nel diritto di successione? Quali sono questi
brocardi e locuzioni? Soprattutto, qual è il livello di
omogeneità del loro uso? Per chiarire questo, l’autore ha percorso
gli indici (parzialmente anche i testi) di certi trattati di diritto di successione
pubblicati in Finlandia ed in tre grandi paesi (Inghilterra, Francia, e
Germania)[11].
Questa indagine, pubblicata in finlandese[12],
mostra che si usa il latino nei trattati di diritto di successione in tutti i
paesi indicati. Per esempio, nel testo del trattato francese ed in quello del
trattato finlandese si trovano circa 80 locuzioni e brocardi latini differenti.
Un’osservazione sorprendente: la tradizione latina del diritto di
successione è nella periferia europea (Finlandia) ugualmente forte che
nel cuore del continente (Francia). La spiegazione va cercata
nell’influenza, al tempo stesso antica e poderosa, della scienza
giuridica tedesca nei paesi nordici. E in Germania, come è generalmente
noto, le tradizioni latine dei giuristi sono sempre state particolarmente forti
a causa della recezione del diritto romano nel paese[13].
Questo è chiaramente visibile anche nella nostra indagine: il solo
indice del trattato tedesco include più locuzioni e brocardi latini
dell’intero testo del trattato francese o finlandese.
D’altronde, abbiamo osservato che il numero delle
locuzioni e dei brocardi latini identici nei trattati di diritto di successione
è molto modesto, addirittura quasi inesistente. Un esempio a conferma di
questo fatto: come già detto, il testo del trattato finlandese (Aarnio
& Kangas) e quello del trattato francese (Terré & Lequette)
contengono pressoché esattamente lo stesso numero di locuzioni e
brocardi latini (80) ma non incontriamo alcun caso dove una locuzione sia
identica o un brocardo identico! Certo, la nostra indagine è limitata e,
perciò i risultati non sono incontrovertibili. Ciononostante, mi sembra
giustificato dire che il valore di comunicazione del latino sia abbastanza
limitato nell’area del diritto di successione. Questa comunicazione per
mezzo del latino è resa ancora più difficile da due fattori.
Primo: la forma esteriore della locuzione o del brocardo varia in alcuni casi[14]
e, secondariamente, certi brocardi sono spesso scritti nella forma abbreviata
consistendo in soltanto due o tre prime parole del brocardo. Un esempio
finlandese è la regola del pater
est. Il testo del trattato francese (Terré & Lequette) contiene numerose abbreviazioni di
questo tipo[15].
Infatti, sembra che nell’area del diritto di
successione, risaltino in primo piano principalmente l’uso retorico e la
funzione di rappresentazione del latino, piuttosto che la comunicazione
giuridica vera e propria a livello internazionale. Per mezzo delle locuzioni e
dei brocardi latini, il diritto moderno è legato alle comuni tradizioni
giuridiche europee d’origine romana. I brocardi latini riguardanti il
diritto di successione, che appaiono nei trattati esaminati, sono una chiara
manifestazione di questo fatto: un principio giuridico, talvolta del tutto
comune, può essere espresso in latino con diversi modi grazie al numero
rilevante di vecchi brocardi riguardanti la materia. Per esempio, la raccolta
di Jerzy Pieńkos (in Polonia) contiene 70 brocardi e la raccolta di Italo
Bellina (in Italia) addirittura 110 brocardi, sempre in relazione al diritto di
successione[16].
Le cose stanno essenzialmente altrimenti nella materia
del diritto internazionale privato (il diritto internazionale processuale
incluso). Un’indagine simile[17], fatta da noi, mostra che tutti i trattati di diritto
internazionale privato, o quasi tutti, includono certe espressioni latine di
questo diritto e che esse si ripetono a centinaia od a decine nei loro testi[18]:
849 lex fori
476 lex loci (135-341)
280 lex rei sitae
162 lex loci delicti
126 exequatur
114 locus (4-111)
101 lex causae
80 locus regit actum
62 res (13-49)
48 lex loci actus
43 lex domicilii
24 lex loci delicti commissi
Dunque, alcune locuzioni ed un brocardo: locus regit actum nella materia del
diritto internazionale privato sono molto comuni. Esse formano una parte
essenziale del vocabolario fondamentale della disciplina; questo vocabolario
latino deve essere conosciuto da tutti i giuristi. In effetti, il valore di
comunicazione del latino giuridico nella cooperazione fra giuristi dei diversi
paesi è considerabile nell’area del diritto internazionale
privato.
Come abbiamo visto, il valore del latino giuridico
è molto variabile secondo i campi del diritto. Esistono dei campi dove
le locuzioni ed i brocardi latini sono stabilizzati ed il loro valore di
comunicazione è grande. Al contrario, gli specialisti di alcuni altri
rami del diritto usano moltissimi brocardi e locuzioni latini che non sono
conosciuti fuori delle loro proprie culture giuridiche. I giuristi di oggi
leggono raramente il latino[19],
e, inoltre, la conoscenza del latino comune non aiuta sempre, infatti molte
locuzioni latine hanno un carattere di parole di cifra (esse sono abbreviati) o
esprimono dei concetti giuridici che non possono essere dedotti dalle locuzioni
stesse. Il senso delle locuzioni può anche variare. Tutto questo
significa che un lettore giurista incontra spesso, nelle opere e nei documenti
giuridici stranieri, delle citazioni latine che egli non riconosce o riconosce
in maniera non corretta.
Di conseguenza, è di fondamentale importanza
conoscere le fonti d’informazione adeguate nella materia. Nel quadro
delle diverse culture giuridiche, gli autori hanno pubblicato dei dizionari di
latino giuridico dove le locuzioni ed i brocardi latini sono spiegati. E’
importante che il lettore utilizzi, se possibile, dei dizionari compilati dagli
specialisti della cultura giuridica in questione[20].
Dato che molti brocardi e locuzioni latini si usano soltanto in alcuni paesi,
non si trovano nei dizionari stranieri, e, se si trovano, la spiegazione
può essere fallace.
Perciò sarebbe molto utile compilare un dizionario
internazionale di latino giuridico contemporaneo. Il dizionario potrebbe
includere le locuzioni ed i brocardi latini più importanti ancora in uso
nelle differenti culture giuridiche e nelle attività giuridiche di
carattere internazionale, documentando le loro somiglianze e differenze quanto
al senso e all’apparenza (ortografia ecc.). Questo presuppone tanto studi
nazionali[21] quanto esami comparativi internazionali
all’interno dei diversi campi del diritto. Sarebbe particolarmente
importante studiare l’uso del latino giuridico nei campi del diritto che
hanno un carattere internazionale (arbitraggio internazionale, diritto europeo,
diritto internazionale pubblico, ecc.).
- De aequalitate
Latinitatis jurisperitorum. Le latin juridique dans les grandes familles de
droit contemporaines à la lumière des dictionnaires
spécialisés, in Revue
internationale de droit comparé 3 (2002) 717-758.
- L’héritage
latin dans les langages européens du droit, in Porta scientiae I. Lingua specialis. Proceedings of the Universitys
of Vaasa (2002) 50-69.
- The Development
of Legal Language (ed. by H. Mattila), Kauppakaari 2002 (raccolta di
articoli, con alcuni contributi che trattano del latino giuridico: Reiner
Arntz, The Roman Heritage in German Legal
Langage; Pia Letto-Vanamo, Legal
Systems and Legal Languages).
- Латинский язык в финской юридической литературе, in: Ius
Antiquum-Drevnee pravo 12 (2003) 152-164 (riassunto in italiano). L’originale (più dettagliato) in svedese:
Latinet i den finländska juridiska litteraturen, in Tidskrift utgiven av Juridiska Föreningen i Finland 3 (2000)
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- Jurilinguistique
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sous la direction de Gémar, J.-C. & Kasirer, N., Bruxelles &
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- Latin
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of the XVII World Congress. International Federation of Translators – Actes du
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&Koskinen, K.). Paris 2005, 20-26.
- Comparative
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- Comparative Jurilinguistics: a Discipline in statu nascendi, in Pozzo, B. e Jacometti,
V. (ed.), Multilingualism and the Harmonisation of European Law, Alphen
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- European
Integration and Legal Communication, Paper in Law and European
Integration. Towards a Common European Legal Thinking, Copenhagen, October 26-28, 2006 (in corso di stampa).
[1] Un buon esempio è offerto dalla storia del
diritto in Germania. La recezione del diritto romano in questo paese ha
comportato che i tribunali hanno cominciato a inviare certi casi alle
Università per ottenere l’opinione degli specialisti (Aktenversendung, originalmente una
pratica italiana). I professori delle Università possedevano la
conoscenza del latino e perciò essi potevano risolvere i problemi
giuridici sulla base delle fonti del diritto romano, che si potevano leggere
soltanto in latino.
[2] Il rapporto fra diritto romano e latino giuridico
è storicamente complesso: nei paesi anglosassoni il latino giuridico,
strumento linguistico del diritto romano, è stato nel Medio Evo preso in
uso per esprimere un diritto molto differente: la common law.
[3] La versione latina del Codex iuris canonici (1983) è sempre il solo testo autentico
di questo codice.
[4] Un riassunto di quest’evoluzione si trova in H. Mattila, Comparative Legal Linguistics 2006, capitolo C I: The heritage of legal Latin (vedi la
bibliografia).
[5] Merita menzione il fatto che nella letteratura giuridica
della Finlandia, paese periferico, si usano circa 600 locuzioni e brocardi
latini differenti. Più dettagliatamente: Mattila, Латинский язык в финской юридической литературе, in Ius
antiquum-Drevnee pravo 2003, 158 ss. e 163-164 (riassunto in italiano).
[6] In Russia, la pubblicazione del Digesto nella forma di
edizione bilingue (latino e russo), progetto molto ambizioso, dimostra la gran
importanza data attualmente al latino giuridico in questo paese: Digesty òstiniana (Digesta
Iustiniani), 8 voll., Mosca 2001-2006.
Menzioniamo anche la Polonia e l’Estonia. In
Polonia, l’uso regolare di locuzioni e brocardi latini nelle decisioni
dei tribunali polacchi è stato mostrato dal gruppo di ricerca diretto da
Witold Wołodkiewicz: Łacińskie
paremie w europejskiej kulturze prawnej i orzecznictwie sądów
polskich (sotto la direzione di W.
Wołodkiewicz & J. Krzynówek).
Varsovia: Liber
[7] Per esempio, in India ed in Indonesia si usano delle
locuzioni e dei brocardi latini in misura importante; più
dettagliatamente: Mattila, Comparative Legal Linguistics, 2006,
capitolo C I: The heritage of legal Latin
(3.1.1).
[9] I risultati di quest’indagine sono stati
pubblicati in francese nell’articolo di H.
Mattila, De aequalitate
Latinitatis jurisperitorum. Le latin juridique dans les grandes familles de droit
contemporaines à la lumière des dictionnaires
spécialisés, 2002
(vedi la bibliografia), 717-758.
[10] Un buon esempio è il termine exitus. Nei diritti della zona linguistica tedesca (come, fra gli
altri, nei paesi nordici), exitus significa,
esclusivamente o principalmente, morte.
Ma, gli autori della common law gli danno dei significati come: «children»;
«offspring»; «the rents, issues, and profits of lands and
tenements»; «an export duty»; «the conclusion of the
pleadings».
[11] Questi trattati sono: Aulis Aarnio & Urpo Kangas, Perhevarallisuusoikeus, Helsinki 2002; iidem, Suomen jäämistöoikeus I e
II, Helsinki 1999 e 2000; Heinrich Lange
& Kurt Kuchinke, Lehrbuch
des Erbrechts, München 1989; (Anthony)
Mellows, The Law of Succession,5th ed., by Clive Margrave-Jones. London etc. 1993; François
Terré & Yves Lequette,
Droit civil. Les successions. Les
libéralités. 3e éd. Paris 1997.
[12] Mattila, >De Latinitate recentiorum doctrinarum ad iura hereditaria
pertinentium (in finnico), in Juhlajulkaisu Saarenpää, Suomalainen Lakimiesyhdistys
2006.
[13] Un riassunto dell’uso del latino nel diritto
tedesco, sulla base delle fonti tedesche, si trova in Mattila, Comparative
Legal Linguistics 2006, capitolo C III: Legal
German (vedi la bibliografia).
[14] L’ordine delle parole è differente, per
esempio, nelle locuzioni portio legitima (nel
trattato finlandese) e legitima portio
(nel trattato britannico). Un buon esempio delle formulazioni divergenti dei
brocardi è ambulatoria est
voluntas defuncti usque ad vitae supremum exitum (nel trattato tedesco) che
appare nella forma voluntas ambulatoria
est usque ad mortem nel trattato finlandese. La prima formulazione non
include la parola defunctus, e la
«morte» è espressa sia colla parola mors, sia con la parola vitae
supremus exitus. D’altronde, in Francia, ed in molti altri paesi, si
usa l’espressione a contrario
(risalendo al latino scolastico) ma, per esempio, in Germania e nei paesi
nordici l’espressione e contrario.
Nel brocardo in dubio contra preferentem
si usa l’ortografia medievale preferens,
non la forma classica praeferens;
anche il prefisso pro appare
frequentemente: proferens.
Menzioniamo, inoltre, ius
representationis (nel trattato finlandese) che, classicamente, sarebbe ius repraesentationis.
[15] Spesso, il testo di questo trattato include la forma
completa del brocardo, ma non sempre. Per esempio, Terré e
Lequette si riferirono al brocardo nemo
plus juris senza la presentazione della sua forma completa nemo plus juris ad alium transferre potest
quam ipse habet / haberet che è supposta di essere familiare al
lettore.
[16] Italo Bellina, Salvis iuribus.
Il latino degli avvocati, Torino
2002, e Jerzy Pieńkos, Praecepta iuris. Łacina
dla prawników. Terminy, paremie, wyrażenia w porządku
systematycznym, Varsavia 1999. Per esempio, il brocardo sopra menzionato Ambulatoria est voluntas defuncti usque ad
vitae supremum exitum / Voluntas
ambulatoria est usque ad mortem è completato dai brocardi Posteriore testamento, quod iure perfectum
est, superius rumpitur, Novissima
voluntas servatur e Suprema voluntas
potior habetur.
[17] Quest’indagine, ed i suoi risultati, sono
dettagliatamente descritti in francese nell’articolo di Mattila, Jurilinguistique et latin juridique, 2005, 83-88 (vedi
la bibliografia).
[18] Le espressioni sono precedute dal loro numero totale nei
testi dei trattati e seguite (fra parentesi) da due cifre: il numero delle
espressioni nella forma nuda (per esempio: locus)
e quello delle espressioni con precisione supplementare (per esempio: locus regit actum).
[19] Perciò, le declinazioni del latino formano una
difficoltà supplementare dal punto di vista della comprensione delle
locuzioni latine, apprese a mente nella forma nominativa: per esempio, nel
testo del trattato inglese appare la forma ablativa animo testandi, incomprensibile al lettore se egli conosce soltanto
animus testandi.
[20] I dizionari più importanti di latino giuridico
delle differenti culture giuridiche (inglese, francese, tedesca, spagnola,
portoghese, italiana, russa e greca) sono presentati in H. Mattila, Comparative Legal Linguistics 2006, capitolo C I: The heritage of legal Latin (sezione 5)
(vedi la bibliografia), e quelli della Polonia nell’articolo Mattila, De aequalitate Latinitatis jurisperitorum. Le latin
juridique dans les grandes familles de droit contemporaines à la
lumière des dictionnaires spécialisés, 2002 (vedi la bibliografia), 729, nota 44.