Giornata
di Studio
ISOLE nel diritto
pubblico comparato ed europeo
Sassari, Aula Magna
dell’Università, 19 maggio 2006
Il 19 maggio 2005
l’Aula magna dell’Università di Sassari è stata
teatro della giornata di studi in tema di «ISOLE nel
diritto pubblico comparato ed europeo», pensata e realizzata allo
scopo di mettere in luce e approfondire le peculiarità delle
realtà insulari in prospettiva comparata. L’interesse esercitato
dalle dinamiche pressoché inesplorate della configurazione istituzionale
delle isole nel quadro costituzionale italiano, europeo e internazionale,
è ben espresso dal coinvolgimento dimostrato dalle istituzioni regionali
e provinciali, dall’Università di Sassari, dalla Facoltà
turritana di Giurisprudenza e dalla Fondazione Banco di Sardegna, che hanno
contribuito all’organizzazione del convegno, promosso nell’ambito
delle attività dell’Associazione di Diritto pubblico comparato ed
europeo e del Devolution club.
La portata del
riferimento generico alle specialità insulari è tanto ampia e
indefinita da risultare difficilmente traducibile in esempi concreti, uniti da
un filo conduttore che dimostri l’esistenza di un sostrato comune,
connaturato alle isole in quanto tali. La mera osservazione del panorama delle
isole a livello internazionale rende chiaro che il tentativo di formare una
categoria omnicomprensiva delle regioni insulari sia un’operazione
azzardata e tendenzialmente impossibile: unico aspetto condiviso e comune alle
diverse realtà isolane sembra infatti essere proprio l’assoluta
particolarità che ognuna di esse mostra di possedere. Tuttavia, come
evoca suggestivamente Giuseppe G.
Floridia dell’Università di Milano nel dare inizio ai lavori,
la specialità insulare, pur essendo una fenomenologia così varia
e molteplice da risultare difficile da ricondurre a un’univoca ricostruzione,
è tanto «particolare ed eccentrica da attingere alla dimensione
della curiosità accademica, piuttosto che a quella di una sistematica
esplorazione scientifica: non tanto un insieme in qualche modo omogeneo di
esperienze e testimonianze, il cui confronto sia significativo e istruttivo,
quanto piuttosto un repertorio appunto di particolarità».
Le scelta delle
realtà insulari trattate nell’ambito del seminario non è
casuale ma è, al contrario, il risultato dell’applicazione di un
preciso criterio selettivo che tiene conto della rilevanza che la
rivendicazione di identità minoritarie ha assunto nel contesto del
diritto pubblico dei singoli Stati europei e dell’Unione europea. La
posizione delle entità isolane rileva dunque su due piani distinti
rappresentati dal livello di diritto interno, in cui la peculiarità si
esprime generalmente per mezzo di Statuti che riconoscono forme di autonomia
eccezionali, e dall’istanza comunitaria in cui la specialità si
confronta con il diritto dell’Unione europea.
Il fil rouge della giornata di studi, che
ha visto il susseguirsi di relazioni analitiche e dettagliate su specifiche
aree geografiche insulari, è rappresentato dal rapporto, costantemente
evidenziato dai singoli relatori, tra specificità insulare e costituzionalismo.
Tale relazione si contraddistingue per il già evidenziato carattere
eterogeneo e storicamente problematico e contraddittorio.
Nell’introduzione
al seminario, ancora Floridia ricorda il ruolo di primo piano svolto proprio
dall’insularità nella determinazione del peculiare percorso
giuridico-istituzionale della Gran Bretagna, soffermandosi poi sugli esempi
mediterranei di Sicilia e Sardegna, segnate da vicende storiche che ne hanno
determinato lo spiccato carattere distintivo rispetto al “continente”
italiano. Di grande importanza, rispetto al tema oggetto di indagine, è
anche l’analisi dei casi delle isole parte dei domini coloniali inglesi,
francesi e spagnoli, che ancora oggi presentano marcati tratti di interesse e
particolarità degne di nota.
I relatori hanno
ricostruito le procedure istitutive e la conformazione degli organi e delle
funzioni politiche, normative, amministrative e giudiziarie che contribuiscono
a rendere speciali le regioni insulari, evidenziando le caratteristiche
storiche, economiche, etniche e socioculturali che determinano
l’unicità dei diversi contesti oggetto di indagine. Per quanto
riguarda l’approccio alla prospettiva del diritto europeo si è
dato conto dei margini di peculiarità nei processi ascendenti e
discendenti dell’Unione europea e del rapporto operante con le
istituzioni comunitarie. Come sottolineato da Giuseppe Franco Ferrari dell’Università Bocconi di
Milano, che ha presieduto la sessione mattutina della giornata di studi.
Giovanni Pitruzzella, dell’Università di Palermo
si è occupato delle isole maggiori italiane, tracciando il percorso
evolutivo del grado di autonomia di Sicilia e Sardegna, partendo dal 1946 fino
a giungere, alla riforma del titolo V della Costituzione del 2001 e alle
ipotesi di ulteriore sviluppo per un futuro che si prospetta all’insegna
di forme di autonomia sempre più spiccate.
L’approfondita
relazione di Marina Calamo Specchia
dell’Università di Bari, ha fornito una chiara chiave di lettura
in relazione alla specialità della Corsica, della Nuova Caledonia, delle
Isole Tonga e della Polinesia, illustrando le dinamiche che ispirano i rapporti
tra le regioni insulari francesi e le relazioni dei Territori d’Oltremare
con
La sessione
pomeridiana, presieduta da Piero Pinna
dell’Università di Sassari, che ha sottolineato l’importanza
di dare spazio a un tema tanto rilevante eppure fino a ora trascurato, si
è aperta con l’esame della realtà britannica.
L’assoluta
peculiarità della Gran Bretagna sta alla base della scelta di dedicare due
interventi alle Isole del Regno Unito, necessari al fine di descrivere in
maniera esauriente le diverse sfaccettature di un assetto istituzionale
particolarmente complesso. Il Prof. Peter
Leyland, dell’Università Metropolitana di Londra si è
soffermato sull’analisi del British-Irish
Council, delineando nel dettaglio le caratteristiche del sistema di «multi-layered governance» vigente
nel Regno Unito. Tale modello si fonda principalmente su strumenti di
cooperazione intergovernativa che ispirano i rapporti tra il Governo di Londra
e l’Irlanda del Nord, e questa tendenza ha subito una notevole
accentuazione soprattutto in seguito al sostanziale cambiamento di prospettiva
determinato dal processo di devolution,
iniziato alla fine degli anni Novanta. Leyland ricostruisce le tappe principali
del percorso devolutivo, evidenziando l’impatto che la riforma ha
esercitato per l’Irlanda del Nord. L’attenzione viene poi
focalizzata sulla peculiare articolazione territoriale della regione nord-irlandese
e sul ruolo determinante esercitato dal British-Irish
Council che, di fatto, introduce un nuovo grado di governo che si inserisce
nel quadro di un efficace modello multilivello. Per quanto riguarda i rapporti
con l’Unione europea si segnala come le relazioni con le istanze
comunitarie siano improntate su parametri di forte asimmetria, e comunque
sostanzialmente disciplinate e controllate dal potere centrale.
Alessandro Torre, dell’Università di Bari,
prende spunto dall’elaborazione di alcune riflessioni generali
sull’insularità britannica e delinea le caratteristiche degli
Statuti speciali nello scenario delle Isole della Gran Bretagna. Un dettagliato
inquadramento storico lascia spazio all’esame dei casi specifici delle Channel Islands (Jersey, Guersney,
Alderney e Sark), dell’Isola di Mann e delle Isole scozzesi. Anche Torre
pone in evidenza l’influenza esercitata dalla devolution britannica sulla configurazione istituzionale e sul
grado di autonomia delle regioni insulari nel Regno Unito e conferma la
posizione di Leyland relativamente alla natura residuale dei rapporti con
l’Unione europea.
Gli arcipelaghi
portoghesi delle Azzorre (Açores)
e di Madera (o Madeira) sono oggetto
della relazione di Romano Orrù,
dell’Università di Teramo, che illustra il particolare regime autonómico riconosciuto in
via di principio dalla Costituzione del Portogallo. Alla luce dell’art.
6.2 della Carta fondamentale, le isole delle Azzorre e Madeira sono infatti
«regiões autónomas
dotadas de estatutos político-administrativos e de órgãos
de governo próprio» e proprio questa norma rappresenta una
delle innovazioni più significative del testo costituzionale, che nel
1976 sancisce ufficialmente, l’istituzione in Portogallo di un regime
liberal-democratico. Le fasi storiche dell’affermazione dell’autonomia
alle Azzorre e Madera vedono una graduale espansione della sfera di azione
definita da Orrù con l’eloquente espressione di «autonomia
progressiva». Il carattere di forte specialità riconosciuto alle
regioni insulari rispetto agli enti sub-statali continentali del Portogallo non
trova riscontro nel livello comunitario dal momento che le isole svolgono un
ruolo nettamente subordinato all’istanza centrale nei processi
decisionali comunitari. E’comunque necessario ricordare che, ai sensi dell’art.
299, n. 2, TCE, agli arcipelaghi atlantici delle Azzorre e di Madera viene
riconosciuto lo status di Regioni
ultraperiferiche del territorio dell’Unione europea. E’ noto che la
definizione di un ente come ultraperiferico comporta come principale
conseguenza l’obbligo, in capo alle istituzioni comunitarie, di tenere
conto della distanza e della condizione particolare di talune isole che rendono
necessaria l’implementazione di politiche speciali, soprattutto il
settori quali agricoltura, pesca, energia, ambiente e artigianato.
Di grande rilievo
è la situazione istituzionale delle isole della Scandinavia,
caratterizzate da una forte retaggio identitario che si traduce in altrettanto
nette rivendicazioni di autonomia. Susanna
Mancini dell’Università di Bologna si occupa delle isole
Åland sottolineando come la forte autonomia di questa realtà
insulare venga sancita in uno «Statuto che deroga ampiamente ai criteri
che regolano in Finlandia il riparto verticale delle competenze». Tale
grande spazio di discrezionalità non trova però espressione al di
fuori del diritto interno e, in particolare, non ha riscontro nelle dinamiche
dei rapporti con l’Unione europea, nonostante una generica
possibilità di partecipazione regionale alle fasi ascendente e discendente
del diritto comunitario. La specialità insulare di Groenlandia e Farorer
si pone invece al centro dell’intervento di Francesco Duranti dell’Università di Perugia.
L’aspetto più interessante è costituito dalla particolare
posizione costituzionale che queste isole ricoprono nell’ordinamento
danese dal momento che, pur essendo
Il seminario si
è concluso con le considerazioni del Prof. Paolo Fois, dell’Università di Sassari il quale, nel
ripercorrere i tratti più salienti emersi nel corso della giornata,
tratteggia un accurato profilo delle isole nella cornice del diritto
internazionale, evidenziando il valore dei caratteri di peculiarità che
costituiscono una indiscutibile ricchezza per gli ordinamenti democratici e
meritano dunque di essere valorizzati per mezzo di politiche e strategie
differenziate che premino le differenze al fine di promuovere una cultura
dell’accettazione, primo presupposto per una piena integrazione.
Università
di Sassari