N. 4 – 2005 – Tradizione Romana
Costantino ed il rapporto tra imperium e sacerdotium nella ricerca storiografica dei
Gesuiti Riceputi e Farlati (1720-1773). I codici ritrovati del Museo Illirico
Il Venerdi Santo di alcuni anni or sono, nella sala di lettura pressocché
deserta della Biblioteca del Museo Correr[1],
è capitato uno di quei casi imprevedibili, ma, al tempo stesso, inevitabili
quando qualcuno passa anni a frugare[2]
nello stesso deposito di vecchie carte, soprattutto se di queste vecchie carte
per un secolo, anno più anno meno, non si è pensato di dare una catalogazione
sistematica ed uniforme[3].
Da una bizzarra indicazione – che prometteva tutt’altro –
dell’ottocentesco catalogo manoscritto a schede di vario formato e consistenza
si sono materializzati undici codici, che sono risultati essere una parte,
seppur piccola, ma la più consistente fra quelle conosciute dell’imponente
lavoro di raccolta di materiali per un’opera il cui primo iniziatore era morto
prima ancora che la preparazione ne fosse terminata; un’opera di cui il
continuatore aveva profondamente modificato struttura ed obiettivo, senza
tuttavia riuscire, neppure lui, a vederla interamente stampata; un’opera il cui
ultimo volume era stato pubblicato quando la dispersione dei materiali preparatori
era pressocché ultimata.
Gli undici codici “ritrovati”, ignoti al Cavazza, il più recente
biografo di Daniele Farlati[4],
sono così descritti dal Cicogna:
«3218 usque 3226 e 601–602. Codici numero undici in fol. piccolo,
e in 8vo autentici in parte ed in parte autografi, contenenti moltissimi
materiali per
Lasciamo ancora la parola al Cicogna per la ricostruzione
del complesso lavoro di progettazione e realizzazione dell’Illyricum Sacrum e per l’individuazione del ruolo svolto da
ciascuno dei tre Gesuiti partecipanti all’impresa, che era venuta svolgendosi nell’arco
di quasi un secolo:
«Il Padre Filippo Riceputi nato a Forlì del 1667,
ascritto alla Compagnia di Gesù avea raccolti moltissimi documenti per comporre
Aveva egli divisato
di unire, come ho detto
A questi quattro volumi pensava di premetterne due altri
parimenti da lui intitolati Isagogici, cioè il Martirologio Illirico, e cinque
libri degli Atti di san Pietro Orseolo co’ quali aveva stabilito di restituire
e illustrare l’antica obliterata Corografia
Dalmatina. // Per
Di tutta questa immensa mole, il Riceputi morendo nel
1742, non lasciò di quasi compiuto, se non il Martyrologium Illyricum; e
l’altra opera Acta S. Petri Urscoli; a’ quali aveva aggiunti Commentarios de
baptismo Constantini Magni; ma sì l’una che l’altra opera era ancor lontana
dalla sua perfezione (3).
Questi due volumi ch’egli chiamava, com si è detto, Isagogicos,
dovevano uscire alla luce i primi: universae Historiae Illyricae praeferendos
et primos omnium e vulgardos esse decreverat. Tutti gli altri 300 e più
contenenti Apparatus // Synopses,
Annales, Prolegomena, Paradigmata, Commentaria ec. eran cose o da lui o dal
sullodato Daniele Farlati suo collaboratore, raccolte e copiate, ma tutte
incomplete, rozze, che abbisognavan di moltissima lima e correzione affinchè
riuscir potessero di qualche utile ad Historiam Illyricam conficiendam (4). Vi
era poi anche di male che non lasciò indici di tali manuscritti, perché quelli
che aveva fatti dapprincipio, benchè ricchissimi, pure non potevan esser di
alcuna utilità, avendo egli levati da molti volumi de’ quinternetti trasportati
in altri, e avendo cambiato il numero scritto di dietro a’ volumi che
rispondeva a’ vecchi indici. (5)
Morto, come si è detto, nel 1742 il Riceputi, tutta la serie di
detti manuscritti o una gran parte passò al detto Padre Farlati della stessa
Compagnia di Gesù, che fino dal 1722 era suo collaboratore nella grande //
impresa. Il Farlati però, abbandonata l’idea del Riceputi, che ben prevedeva
essere troppo vasta per poter esser condotta lodevolmente e prestamente al suo
compimento, abbracciò l’altra di scrivere unicamente
E approfittando anche de’ materiali suddetti compilò con
sommo suo elogio l’Opera dell’Illyricum Sacrum che impresse dal 1751 al
Il P. Riceputi
vivente aveva fino dal 1720 colle Stampe Cominiane impresso il Prospetto della
sua opera, col titolo: Prospectus Illyrici sacri; e un secondo Prospetto più ampio aveva pubblicato in Roma nel
1738, nel quale // si vede che l’Opera tutta intera doveva ascendere a XVIII
Tomi.
Il p. Coleti poi nel 1818 pubblicò in Venezia in 8. co’
tipi di Simon Occhi il Martirologio Illirico del Riceputi, e lo ripubblicò in
foglio nel 1819 alla fine del volume VIII dell’Illirico Sacro del Farlati. E
nella prefazione dice che avendo dato termine all’Illirico Sacro restava solo
di dare alla luce il Martirologio del Riceputi, che il Farlati aveva fin da
principio promesso di stampare; (9) e fa vedere quali mutazioni gli convenne
fare; cosiccè quel Martirologio veramente si può chiamar opera piuttosto del
Coleti che del Riceputi o del Farlati.
Come poi sieno andati a finire i trecento e più volumi di
materiali raccolti dal Riceputi e dal Farlati, non è facile il dire
precisamente. E’ certo dalle premesse cose che il Riceputi o tutti o parte ne
lasciò al Farlati. E’ certo che il Farlati se non tutti almeno in gran parte ne
lasciò al Coleti. E’ certo che il Coleti ne donò undici volumi o di que’ del
Riceputi o di que’ del Farlati o de’ suoi, al Seminario di Padova, come
leggiamo nell’Operetta // del chiariss.o Valentinelli intitolata Speciem
bibliographicum de Dalmatia ec. (Venetiis. 1842. 8.) a p. 72. num.216 il quale
scrive: Diversorum ad Illyricum Sacrum auctore Iacobo Coleto. Bibliotheca
Seminarii Patavini asservat codicem num. DCCXV chart. ms. in volumina undecim
distributum ab ipso iacobo Coleto dono datum con lettura ad Andrea Coi
bibliotecario del 20 aprile 1818. (12) Ma il Valentinelli a p. 33 num.65 ove
parla del Padre Filippo Riceputi citando l’Opera de rebus Dalmatinis divisa in
cinque volumi mss. in foglio dice che non sa ove oggi esista, e narra: Codex
hic quinque voluminibus in folio Romam traductis et postmodum Roma ad canonicum
Iohannem Iosephum Paulovich Lucich Macarscensem missis, quod mente conciperet
historiam Dalmatiae in lucem emittere, ad Farlatum devenit, qui ex professo per
Dalmatiam iter instituit ut notiones pro suo Illyrico Sacro hac illac sumeret.
Ubi hodie dum // extet Codex nescio. E’ certo che il Coleti stesso vivente[6]
si spogliò di altri di questi mss. volumi (13) de’ quali alcuni pervennero in
potere di Monsignor canonico Agostino Corrier e questi sono in numero di undici
che io ho acquistati dagli eredi del Corrier in questo mese di Ottobre 1844, e
de’ quali qui sotto darò l’elenco che sieno del compendio di quelli del
Riceputi e del Farlati non metto alcun dubbio sì per la qualità della materia,
sì pel carattere che vi ravviso del Riceputi, rade volte, ma spessissimo del
Farlati, e sì per la provenienza dalla libreria Coleti. Non erano numerati, ma
io per rivenirli più facilmente v’ho posto un numero progressivo. Essi sono
pieni zeppi di notizie raccozzate insieme alla rinfusa, senza numerazione
seguente, con mancanze nel mezzo ec. ec. Ma affronte di ciò, sono monumenti
pregevoli, e potrebbero riuscire, anche nello stato in cui sono, di qualche
utilità a chi volesse studiare sulla universale Storia Dalmatina (11). //
Elenco de’ presenti
/ undici volumi.
I Martyrologium
Illyricum […]
II Constantiniana […].
II Constantiniana […].
IV Constantiniana […].
V Familiae [..].
VI Familiae […].
VII Historica […].
VIII Historica […].
IX Concilia […].
X Onomasticum […].
XI Onomasticum […]»[7].
I codici 3219-3221, il cui titolo generico Constantiniana è stato loro attribuito
dal Cicogna, comprendono, i primi due, excerpta
da opere antiche e moderne riguardanti la controversia sul battesimo di
Costantino, mentre il terzo è dedicato a S. Elena, madre dell’Imperatore.
Se è ragguardevole la quantità di fonti e studi raccolti
(assolutamente esaustiva per l’epoca), suscita non minor interesse l’approccio
dei due Gesuiti alla materia trattata. Le controversie sul battesimo di
Costantino vengono presentate come un aspetto del contrasto tra Chiesa romana e
Chiesa orientale, e l’approccio è improntato ad un reciso scetticismo:
«Intorno al Battesimo […] si trouano trè
sentenze.
La prima de greci l’altra de’ Romani, la
terza degli Orientali.
L’ultime due sono note anzi famose; mà non
tanto la prima, anzi, auuegnacche non sia punto meno dell’altra degna di essere
conosciuta, e forse ancor preferita.
I Greci adunque, e con essi gl’Illirici, sono
ò pure erano d’opinione una uolta che Costantino Magno fosse battezzato nella
Città di […] Naisso capitale della Dardania Europea, ò sia Illirica, e patria
delli suoi Antenati, per mano di Eusebio Papa di Roma, come dicono le antiche
memorie che qui significa uescouo Vicario di Salona, che allora chiamauasi
Seconda Roma, e poi primo vescouo supremo della stessa Città di Naisso;
correndo allora l’anno di Cristo dugento nonanta sette, e il nono auanti
dell’Assunzione di Costantino all’Impero.
Li Romani vogliono che questo pio Prencipe
riceuesse il Battesimo nella Citta dell’antica e prima Roma,
Gli Orientali pretendono, che questo
Battesimo seguisse in Nicomedia Città di Bittinia nell’Asia minore l’anno del
Signore 337, l’ultimo dell’Impero, e della vita di Costantino […] e che gli
fosse amministrato per mano di Eusebio Vescouo di quel Luogo, di Setta Ariano.
Il Battesimo primario, e sagramentale di
Costantino resta sospeso, e pendente e però da ciascuno può liberamente
attribuirsi ò à Naisso, ò à Roma, ò à Nicomedia, ò ad altro luogo come giudica,
e uole. Io in questa pendenza inclino a Naisso atteso il peso delle ragioni;
propendo per Roma considerato il peso dell’autorità; e di Nicomedia non so che
dire, se non che mi rassegno al più saggio parere»[8].
Inoltre, il battesimo viene messo in relazione con
«Si nauseano cert’uni di poca Letteratura in
sentire controversi certi Canoni per loro di Fede, nulla sapendo, che queste sono
solamente Questioni, e molto più famose, e proficue di quello sieno l’infinite
de’ loro ogni giorno senza utile alcuno inventate, e difese. Una senza dubbio
di quelle ch’io dico è la discordia tra gli Eruditi circa il Battesimo di
Costantino, il quale è due volte menzionato nel Breviario Romano, che per mano
di Silvestro Papa lo ricevette. Il negar questo arreca stupore a chi non sa più
avanti, onde tosto veniamo noi rimproverati d’innovatori, e forse da Loro
Canoni d’ignoranza proscritti, e
per Uomini di poca fede spacciati. Quindi se si dice che Autori, o Padri non
abbiano questa Storia a noi tramandata, ci gettano in faccia, che l’Argomento
negativo nulla convince, e che di ragioni deboli, e scarse ci serviamo del solo
negare, che nulla di credenza in loro riporta. Ma Dio immortale! Vorrei sapere
da costoro V: g: se da qui mille Anni volesse tal’uno raccontare
l’incarceramento del Vecchio Re Sardo fatto per ordine del proprio Figlio or
Regnante, al quale egli volontario poco prima ha ceduto il governo[9];
basterà che costui lo dica, o lo scriva in que’ Secoli avvenire á quelle Genti venture, accio le sia
agevolmente creduto? ma s’egli porterà passi d’Autori contemporanei, o almeno
di poco posteriori, li potrà esser negata credenza? Lo stesso dobbiamo discorrere
del Battesimo di Costantino dando fede ad Autori, che vissero in quel secolo, e
benissimo lo conobbero, e trattarono, poscia a coloro, che furono doppo, indi
anco a santi Padri non molti secoli lontani, quali tutti li esporrò con somma
accuratezza, tessendo questa dissertazione per solo esercizio d’intelligenza di
coloro, quali giudicano prima di librar le ragioni.
Per l’una parte, e per l’altra ha questa
Questione tanti diffensori, quali tutti facilmente non potremo annoverarli; di
quello, che molto si scarseggia è d’Autori Contemporanei, o che fioriscono poco
doppo a Silvestro. Egli è molto osservabile, che non ne faccia parola Ruffino,
Eutropio, Evagrio, Paolo Diacono, Erminio, né Padri della Chiesa, o Pontefici,
o Vescovi, come non ne fa menzione Damaso, Atanasio, Ottavio Millevitano, li
due Gregorj Nisseno, e nazianzeno, Agostino, Grisostomo, e tanti Santi Padri,
ch’è superfluo ridirli. Ed in vero par irragionevole, che del primo Imperatore
convertito alla Fede e che abbia sì ampli privilegj alla Chiesa donati non ne
facciano li più famosi Scrittori Ecclesiastici menzione alcuna. Noi più abbasso
rapporteremo coloro, che in que’ tempi vissero, o poco doppo, e che non da
Silvestro, ma da Eusebio di Nicomedia nel fine della sua vita dicono sia Costantino
stato battezzato. Li Contrari a prima faccia presentano gli Atti di Silvestro,
ed in questi inserriscono il Famoso Editto, donazione, opure come da altri è
chiamato Testamento di donazione di Costantino alla Chiesa, in cui premettendo
l’infermità della lepra, l’Apparizione de’ SS. Pietro, e Paolo, il suo
battesimo per mano di Silvestro, e la sua guariggione, il quale, come maggiore
Argomento per la parte affirmante lo daremo qui troncando le lunghezze
superflue, acciò il leggitore possa considerarlo, e farne sentenza»[10].
Ritorna ancora il discorso sulla Donatio Constantini, ed il tono polemico
diviene più aspro:
«Se questo Decreto di donazione si potesse
accordare, si torrebbe qui suspizione della verità del Battesimo, ma di questo
non abbiamo alcuna notitia dagli Autori di que’ secoli. Taluno portò in campo
Damaso, che fu contemporaneo a Cesare, e al S. Papa. Ma li Centuriatori di
Magdeburgo ne a l’uno altro ha mai potuto ritrovare tal passo in Damaso. Di più
nel quinto Concilio Universale si sono mentovati tutti gli Scritti
Ecclesiastici o approvati per autentici, o riprovati come Apocrifi, ma di
questo Decreto non se n’è fatto parola; inoltre il Sinodo di Martino Papa,
ch’ebbe come capo d’impresa la ricerca de’libri di questo non ne fa alcuna memoria;
come può darsi, che que’ Padri l’ignorassero o lo tacessero.
Che se sì detto, che questo Decreto si trovi
tra gli Atti di S. Silvestro, a fronte aperta si neganon essendolo tra gli
Antichi, ma solo qualche pio moderno, che l’ha inserito a posta fatta per
deludere li men accurati nell’erudizione. Su questo proposito abbastanza ne
scrisse Nicolò Cusano, e Lorenzo Valla […].
Ma mi si dica in grazia se donato alla Chiesa
il Palazzo Imperiale, la città di Roma, ed il resto, che dice l’Editto, dunque
vivendo lo stesso Imperatore n’averà il Papa preso il possesso, avrà
principiato il comando di Roma? Ma se sappiamo tutto il contrario! […]. Si
consideri in oltre se poteva Costantino Magno donare la sede Imperiale ad uno
Straniero? Si consideri se l’invitto Cesare Regnante Carlo VI. possa a
capriccio far solenne donazione delli Stati, non dico d’acquisto, ma Ereditarj,
ed Imperiali ad altro straniero Principe, o a chicchessia? A che no, e tanto
più non l’ha fatto, perché egli era ancora Pagano»[11].
Se sorprende che il Riceputi echeggi uno dei
luoghi comuni della polemistica anglicana anti-cattolica, quello secondo cui i Papisti sarebbero asserviti ad un
“Principe straniero”, ancora più inatteso è il riferimento alle protestanti Centurie di Magdeburgo.
Tuttavia il Riceputi, nonostante le
tentazioni illuministiche, ha avuto un educazione austriaca, che si manifesta
in tutta evidenza già nel primo progetto dell’Illyricum sacrum:
«… ut Christianorum Principum commiserationem
aliquam commoverem, & religionenem pietatemque allicerem ad vindicandas a
Turcarum tyrannide, quæ nunc afflictæ, oppressæque manent, Ecclesias quam
plurimas, easdemque olim florentissimas. Tum ut Hierarchia Ecclesiastica
plurium provinciarum ex illa rerum ambiguitate, & confusione, qua nunc
implicitæ sunt, expediretur, quo esset facilius eas in ordinem redigere, si
forte Deus pro sua clementia illas aliquando a schismate, & Mahometis
superstitione revocaret, iterumque imperio subiceret. Post ut hominibus
Apostolicis aliquid opis ad Græcorum, & Rassianorum conversionem, qui etiam
in dogmate, & doctrina Fidei a Latinis Romanis dissident: haberent vero
Illyrici Episcopi unde ad suas Ecclesias recte, sancteque gubernandas
adjumenta, & exempla sibi depromerent, ex historia videlicet suarum Ecclesiarum,
atque ex vita, moribus, & factis maximorum Antistitum, qui summa cum laude
Illyricis Ecclesiis præfuerunt»[12].
L’opera progettata sarebbe dovuta servire
quindi ad accelerare il riscatto dell’Illirico (cioè, per il nostro in senso
lato, dei Balcani ortodossi) dal giogo ottomano ed il rifiuto dello scisma, con
il corollario dell’annessione di tutta la regione all’Impero.
Questo spiega le difficoltà alla stampa
dell’opera, suscitate dai timori, a quanto pare non infondati, della
Serenissima di veder messa in dubbio la legittimità del dominio veneziano in
Dalmazia, nonché dei Vescovi della regione, che temevano venissero infranti
delicati equilibrî interni[13].
Nell’opera a stampa, quale né il Riceputi né
il Farlati hanno avuto la sodisfazione di vedere, non resta quasi nulla su
Costantino e nulla del tutto sulla Donatio
e su ciò che essa implicava.
Resta a chi scrive la piccola sodisfazione di
aver recuperato qualche cosa da quella «farragine di carte confuse e non
elencate», quattro codici «pieni zeppi di notizie raccozzate insieme alla
rinfusa», per usare espressioni del Cicogna, e di aver forse dimostrato che
contengono testimonianze di una certa temperie culturale e politica, nonché di
aver certificato che è possibile, anche se non sempre agevole, “elencarle”, come
risulta dal catalogo annesso a questa relazione.
Ms. Cic. 3218
Contiene 2 fascicoli.
fasc.1 Codice
cartaceo, varie misure, mm. 301 x 220, sec. XVIII. Legatura in cartone con
titolo al dorso:
Martyrologium / Illyricum.
Comprende 46 capitoli + indice.
prima del cap. 1, Storia dei presenti manoscritti /
divisi in undici volumi, cioè nove in foglio e due in quarto piccolo.
fasc.2 24
pp. a stampa.
PROSPECTUS /
ILLYRICI SACRI, / cujus / HISTORIAM DESCRIBENDAM, / typisque mandandam suscipit
/ P. PHILIPPVS RICEPVTI / SOCIETATIS JESV SACERDOS. / PATAVII. MDCCXX /
EXCVDEBAT JOSEPVS COMINVS / SUPERIORUM PERMISSV.
Codice
cartaceo comprendente 54 fascicoli legati insieme, mm. 296 x 207; sec. XVIII. Legatura
in cartone con titolo al dorso:
Comprende
54 fascicoli legati insieme.
fasc.1 4 c. non numerate.
Controversia
/ De Loco, Tempore, et Ministro / Baptismi / Constantini Magni Imperatoris /
Proemium / Illyricę Historię
materiis
fasc.2 6 c. non
numerate.
Introduzione
alla controversia sopra il / Battesimo di Costantino
fasc.3 8 c. numerate.
c.1-3 De Loco, Tempore, et Ministro Baptismatis Constan= / tini
M.Imperatoris
c.5-8 Caput Primum
Vere
aliquanda, et diu uiguisse sententiam, / tam ętati
nostrę inauditam, de tempestivo / Constantini priuati adhuc
juuenis in Illyrico / baptismate, plurimorum testimonio demonstratur.
fasc.4 2 c. numerate.
c.9-10 Caput II
Historia
prima de baptismate a / Constantino magno adhuc adolescente / suscepto. Ex
Actis Inuentionis Sanctę / Crucis, Auctore ut creditur, Eusebio
Episcopo / Naissensi coęuo Extat in Bibliotheca / Vaticana
codice 523, pag.144. collata / cum plurimis exemplis cum typo editis, tum /
manu exaratis.
fasc.5 3 c.
c.13-[15v.] Caput III
De antiquitate huius historię, eiusque / auctoris excellentia.
fasc.6 6 c.
c.17-[22] Caput IV
Ecgraphorum descriptę historię numerus, plane ingens, atque
singularis / pręstantia
declarant. Quam
magna sit / ei fides habenda.
fasc.7 4 c.
c.23-[26] Gelasii Papę censura non rejcit, sed poti / us
com≠endat Acta Inuentionis S. Crucis, / unde desumpta est Baptismi Constantini
/ adhuc pubescentis Historia
Tra c.23v. e
c.[24] :
Dentro
al cap. V. vanno inseriti due frammenti uno da Surio, e l’altro da Cosimo …
fasc.8 3 c.
c.27-[29v.] Cap.VI.
Causa mature accepti a Constantino Baptismi / mira Dominicę Crucis ad Danubianum / Apparitio
fasc.9 2 c.
c.31-[32v.] Caput VII.
Adversus nonullus, qui Crucis
ad Danu / bium Apparitionem inter Fabulas rejiciunt.
fasc.10 3 c.
c.33-35v. Caput VIII.
Altera causa postulati tempestive a
Constantino / baptismi prodigiosa de Sarmatis victoria / ab. Aliquibus ad
provectam illius aetatem mali / protracta.
fasc.11 6 c.
c.37-[42] Caput VIIII.
Post Crucis ostentum illatamque
Barbaris ad Danubium cędem /
illico conversum / et baptizatum fuisse Constantinum ex ante actę Vitae re / bus gestis ostenditur.
fasc.12 7 c.
c.43-49 Caput X.
Idem planum fit ex rebus a
Constantino / post Danubii prodigia Sanctissime perpetratis.
fasc.13 3 c.
c.51[53v.] Caput XI.
De Tempore, quo Constantinus, ado= /
lescente baptismum adiit, anno videlicet / CCXCI. Et anno susceptu≠ Imperiu≠ XII.
fasc.14 2 c.
c.55-[56v.] Caput XII.
De Loco, ubi Constantini baptisma
cele / bratum fuit, nempe Naisso eiusdem patria; / Dardanię Illiricę Vrbe.
fasc.15 4 c.
c.56-[59v.] Caput XIII.
Eusebium Episcopum Nais / ensem quem
plurimi cum aliis ęqualibus /
Eusebbis perperam confunderunt, Constantiniani / baptismatis ministru≠ fuisse
fasc.16 3 c.
c.60-[62v.] Caput XIV.
De S. Eusebio Ministro baptismi Con /
stantini cum S. Silvestro Papa ab anti / quis Agiologis in Historiis Sanctorum
permixto
fasc.17 1 c.
c.64 Caput XV.
Altera
Historia Bapm≠i Naissensis ex Vita S. Siluestri Romani Pontificis à Me /
taphracte edita, et à Lippomano traducta, / ubi plurima, quę ab Actis S. Eusebij Episcopi Naissensis auulsa fuerunt,
et alio / miris modis detorta
Caput XVI.
Eadem
Historia ex ead uita S. Sil / vestri Actis parit. Eusebianis infarta.
Cap.XVII.
Historia
Bap≠mi Naissensis ex Actis / S. Eusebij ad Acta S. Siluestri
transcripta / suo Loco restituitur, et ab interpolationis / expurganda.
fasc.18 4 c.
c.66-69v. Cap.XVIII. et Vltimum
Sternitur via ad conciliandu≠ cum
Naissensi / Romanum, et Nicomediensem baptismum / binis Tractatibus, huic / mox
subiiciendis.
De / Loco / Tempore, et
Ministro / Baptismi Constantini / Sententia Secunda / Romanorum, et
occidentalium asserentium, Constantinum / non ita pridem, sed anno dumtaxat
Imperii XVI. / Christi CCCXXIV. Romae per
Silvestrum / Papam baptismo fuisse initiatum.
fasc.19 2 c.
c.72-[73v.] Caput I.
Colliguntur
quinque systemata, in quę Romanoerum / Sententia distrahitur.
fasc.20 5 c.
c.74-[78] Caput II.
Romanorum
Sententię de / Costantini baptismate syste / ma primum probatissi /
mum. Ex Breuiario / Romano ad Diem 31. / Decemb.
fasc.21 2 c.
c.78-[79] Cap.III.
Sententiae
Romanorum de Constantini baptismate systema / secundum; Auctore cardinali
Baronio, postea retroctatum.
fasc.22 6 c.
Caput IIII.
Fundamenta, quibus descriptu≠ superiori
capite Baronii systema nitebatur.
fasc.23 4 c.
c.88-91 Caput V.
Responsio
ad proposita / Baroniani sistematis / fundamenta.
fasc.24 4 c.
c.92-[95] Caput VI.
Baronii
palinodia perperam a nonnullis contempta.
fasc.25 6 c.
c.96-[101] Caput VII.
Diluuntur
alia argu / menta, qua Baronij pa / linodiam contemnentibus / possent
Suffragari
fasc.26 4 c.
c.102-[105] CaputVIII.
Sententię Romanorum de baptismate Constantini / systema tertium item
baronianum; sed ab Auctore in mo / dum dumtaxat paradigmatis concinnatum.
fasc.27 5 c.
c.106-110v. CaputVIIII.
Romanorum
sententię de Constantino baptismo systema quartum / Auctore
Francisco Macedo; pauiis probatum.
fasc.28 4 c.
c.112-[115] Caput X.
Explicatur quidam Locus Eusebii Cęsariensis. Qui favere / videtur P.
Macedi Sententię, quod Constantinus non /
vetus Catechumenus, sed recens Gentilis ad Romanum / Baptismum accesserit.
fasc.29 2 c.
c.116-[117v.] Caput XI.
Romanorum sententia / de Constantini
baptismate / juxta Baronii, et Macedi / sistemata, non est, ut / quidam
existimarunt, / Romanę Ecclesię, multo / minus Christianę Reip / Traditio
fasc.30 3 c.
c.[118-120] Caput XII.
Romanorum sententię de Constantini baptisma / te systema
quintum, Clarissimi Praesulis Fran / cisci Blanchini, seu potius explicatio, et
confir / matio primi ex Romano Breviario desumpti. Trifariam diuiditur: pars
prima, et secunda
fasc.31 3 c.
c.122-[124v.] Caput XIII.
Continuatio
Partis secundę Blanchiniani / Systematis
fasc.32 2 c.
c.126-[127v.] Caput XIV.
Systematis Blanchiniani pars tertia:
/ et Romani baptismatis cum Naissensi conci / liatio
fasc.33 2 c.
c.[128-129v.] Caput XV.
Superioris capitis doctrina
explicatur exemplis / et Romani baptismatis cum Nais / sensi concordia
stabilitur
fasc.34
5 c.
c.130-[134v.] Caput XVI.
Varia sacrarum ablutionum genera, quę /
pręter baptisma, Regenerationis Sacra / mentum, Romani veteres
usurpabant.
fasc.35 7 c.
c.136-[142] Caput XVII.
Explicata
sacrorum baptismatum genera / a Baptismate Regenerationis diversa, Ro / mano
Constantini baptismati accom≠odantur, / et cum Naissensi
facili, obsequentique / ratione conciliantur.
fasc.36 5 c.
c.144-[148v.] Caput XVIII.
Romano Baptismati / secundum systema Blanchinianum
explicato / neque Constantini Baptisterium, neque uultus Apostolorum officiunt.
fasc.37 4 c.
c.150-[153] Caput XIX. Et ultimum
Cui
tempori consignandum sit Roma / mum Constantini baptisma, et quid in eo / a S.
Siluestro Rom. Pontifice pręstitum / fuerit.
c.154 De / Loco Tempore, et Ministro / Baptismi Constantini /
Sententia Tertia / Orientalium, Transalpinorum, qui se Eusebianos / vocant,
existimantium ad extremam vitae periodum / anno aetatis suae LXI. Aerœ
chrstianœ CCCXXXVIII. / prope Nicomediam in Bithinia Constantinum ab Eu= /
sebio eius Urbis Episcopo baptismum suscepisse.
fasc.38 1 c. numerata.
c.156 Caput I.
Eusebii Cœsariensis Loco, ubi
loquitur de / baptismo Nicomediensi. Ex Constantini / uita cap. 6i. et segg.
fasc.39 3 c.
c.158–[160v.] Caput
II.
Colliguntur variæ variorum
interpre= / tationes in Loca Eusebii de bapmo≠ Constantini / ad mortem
usque dilato, infra seorsum discutien = / dæ.
fasc.40 4c. numerate.
c.162–165 Caput III.
Locorum Eusebii interpretatio prima: Lava= / crum
Nicomediense non fuit verus baptismus, sed Pęnitentiae,
aut Confrmationis sacramentum. Dum= / taxat Pia non vera.
fasc.41 6 c.[14]
c.165–[170] Caput
IV.
Interpretatio Secunda: lavacrum Nicome= / diense nil aliud
fuit, quam solemnis, et pri= / mus Constantini catechismus. paucorum nec /
vera, nec pia.
fasc.42 6 c.
c.171–[176] Caput V.
Interpretatio III.
Nicomediense Lava= /crum verum fuit, divinumque baptismi sacra= / mentum sed a
Constantino ad mortem usque dilatum; de quo nihil […] adeo perspicue narravit
Eusebius, ut nullum / dubitandi locum reliquerit. Plurimorum / est, sed non omnium, / ut dictant Eusebiani.
fasc.43 7 c.
c.177–[183] Caput VI.
Ex aliis Eusebii locis
ostenditur mentem ejus / in Vita Constantini longe aliam fuisse ab inter= /
pretatione tertia de sacramento baptismi ab eodem / usque ad extremum perducto.
fasc.44 7 c.non
numerate.
c.[185–191v.] Caput VII.
Interpretatio Quarta. Tertiae patrocinatur, et ant= / quam
in seros annos Sacramentum baptismatis / rejiciendi quorumdam consuetudinem
infirmis ar= / gumentis tuetur.
fasc.45 1 c.
c.[193] Caput VIII.
Responsiones ad argumenta ab
Auctoribus / tertię et quartę interpretationes proposita.
fasc.46 5 c. non numerate.
c.[195–199] Caput IX.
Interpretatio Quinta.
Naissense lavacrum / non est verum sacramentum, sed aliquis dum= / taxat
simplex baptismus. Hęc
interpretatio viam / asserit ad genuinam Eusebii mentem pernoscendam, / dum≠odo non
semel tantum Constantinum, dum / viveret, accepisse huismodi baptismum intelli=
/ gatur.
fasc.47 5 c. non
numerate.
c.[201–205] Caput
X.
Baptismus Nicomediensis refertur ad Baptis= / mum
S.Ioannis, seu Iordanis.
A destra : Interpret.o
sexta. Nicomediense La= / vacrum ad baptismum illum, quem olim / Ioannes in
Iordane ministrabat, longe alium / ab eo, quem Christus int. sacramento Ecclesię / reliquit, est referendum. Accedit ad / sententiam
Eusebii.
fasc.48 1 c.
c.[207] Caput XI.
De Veritate Baptismatis Ioannis, / eiusque inter Fideles
usurpatione ad no= / stram usq. gratum ne dum ad tempora Con= / stantini valde
celebri, atque frequenti.
fasc.49 1 c.
c.[209] Caput XII.
Quę diximus de veritate, et celebritate
/ Baptismatis S. Joannis quàm benè ≠ con= / gruant historię lauacri a Constantino Ma= / gno
Nicomedq suscepti, et ab Eusebio de= /scripti. Atque ita Interpretatio sexta
sta= / bilitur, et velut optima confirmatur.
fasc.50 4 c. non numerate.
c.[211–214] Caput XIII.
Interpretatio septima.
Eusebius loquitur de Baptismo / Ioannis, sed nullum pręter hunc tribuit Con= / stantino Baptismum. Prima pars vera, falsa / altera.
fasc.51 4 c. non
numerate.
c.[215–218v.] Caput XIV.
Interpretatio octaua: ex Nicomediensis la= / vacri loco,
Nicomediensis quoque Minister infer= / tur: sed Dialectica, quam postea ipsi
auctores / reprobant.
fasc.52 6 c. non
numerate.
c.[219–224] Caput XV.
Interpretatio Nona. Ab Aeretico Admi= / nistro
contaminatum infertur Baptisma, et / Suscepientis miserabilis exitus.
Adversatur pu= / blicę pietati , et comuni sententię.
fasc.53 6 c. non
numerate.
c.[225–230v.] Caput
XVI.
Interpretatio Decima, et ultima. Nicome= / diense lavacrum
non tam fuit divini susceptio / baptismatis, quam eiusdem sacrilega iteratio.
Auctor palinodiam cecinit.
fasc.54 1 c. numerata.
c.230 Caput XVII.
Controversiæ conclusio, et Nicomediensis / cum Romano
atque naissensi baptismate / conciliatio.
Appendix.
De Orthodoxia, Sanctimonia, et Fide Historica Eusebij Cęsariensis, qui Nicomediensem, et supremum Constantini baptismum in
Ecclesiasticos fastos invexit.
Cap. I. Propositæ
disceptationis consilium.
Cap. II. De orthodoxia Eusebii.
Cap. III. De Sanctimonia.
Cap. IV. De Fide Historica.
Ms. Cic. 3220
Codice cartaceo di 32 fascicoli, ciascuno con numerazione propria, mm. 292 x 202; sec.
XVIII. Legatura in cartone con titolo al dorso:
Constant. / III.
fasc.1 5 c. non
numerate.
Sopra
il Battesimo di Costantino M.
fasc.2 16 c. numerate.
Pro Constantini Baptismo.
fasc.3 4 c. numerate
da
De Baptismo Constantini.
fasc.4 10 c. numerate
da
Del B.mo di Costantino M.
fasc.5 8 c. numerate
da
Caput
II
Controuersia
de Baptismo Constantini discussa.
fasc.6 2 c. di cui
solo la prima numerata.
c.84–[85v.] Applicanda Conuersioni S.Helenę
Aug. / 18. Aug.
fasc.7 29 c. non
numerate.
c.[1–4] Baptisma Nicomediense.
c.[4v.–8v.] Caput III. / Locoru≠ Eusebij
interpretatio prima; Lava / crum Nicomediense non fuit verus baptismus / sed
poenitentię aut confirmationis
Sacramentum.
c.[9–16] Caput IV. / Interpretatio
Secunda. Lavacru Nico = / mediense nil aliud fuit, qua≠ solemnis, et / primus
Constantini Catechismus Paucoru≠ / nec vera, nec pia.
c.[16–23] Caput V. / Interpretatio
tertia Nicomediense / Lauacru≠ ueru≠ fuit, diuinumque / baptismi sacramentu≠ sed a /
Constantino ad mortem / usque delatu≠; idque / adeo perspicue narrauit /
Eusebius ut nullu≠ / dubitandi locu≠ reliquerit. / Plurimoru≠ est, sed
non prorsu / omniu ut dictitant. / Eusebiani.
c.[23–29v.] Caput VI. / Ex aliis Eusebij
locis ostenditur mente≠ / eius in Vita Constantini longe / alia≠ fuisse ab
interpretatione / tertia de Sacramento baptismi / ab eode≠ usque ad extremu≠ / perducto.
fasc.8 11 pp.
p.1 Caput IV […]. / Caput V
[…]. [Sono cancellati. Il cap. VI manca].
Caput VII.
pp.1–2 Interpretatio quarta. Tertię
patrocinatur et inte = / grum in suos annos Sacramentu≠ Baptismatis / rejiciendi quomdam consuetudinem infirmis
ar = / gumentis.
pp.3–11 Caput
VIII.
Responsia ad argumenta ab / Auctoribs. tertię et quartę Inter = /
pretationis. proposita.
fasc.9 7 c. non
numerate.
Caput IX.
Interpretatio quinta. / Naissensi lauacro non Sacramenti
veritas, / ed simplices dumtaxat eiusdam Baptismatu / ratio et tribuenda. Hęc Interpretatio gen uina≠ / Eusebij mentem incipit patefieri dummodo
/ huismodi Bapmu≠ simplex unicus / tota uita fuisse non intelligitur.
fasc. 10 7 carte
numerate + 3 c. non numerate.
Caput
X. / Interpretatio sexta / Bapm≠us Nicomediensis …
fasc.11 1 c. non
numerata.
Caput
XI. / De Baptismate S. Ioannis, eiusq. Institutio- / ne et veritate, et
celebritate usq: ad tempus / Constantini M., adque adeo ętatem
nostram incustodita.
fasc.12 2 c. non
numerate.
Capo
… / Raccolta di alcune notizie istoriche intorno / al Fiume Giordano, e al
famoso battesimo di Gio- / vanni, le quali seruono di primo, e rimoto / per
intendere la vera mente di Eusebio Cesariense / nel passo oue discorre del
Battesimo da Costantino / Imperatore descrito sino alla morte.
fasc.13 8 pp.
Caput. Bapm≠us
Ioannis.
fasc.14 8 c. non numerate.
Caput XII. / Quæ
constant de Instit.e, Veritate, et Celebritate Baptismatis S. Joannis quàm benè
congruant Historia Lavacri à
Constanti / no M. Nicomediæ suscepti, et ab Eusebio Cæsariensi descripta.
fasc.15 12 c. non
numerate.
Caput XI. Bapsm≠us S. Ioannis. Interpretatio
septima, quod lavacrum decessuri Con = / stantini nil aliud fuerit, quam certa,
et usitatissima Ec = / clesię Orientalis cęrimonia, sic ut ille absque baptismo / e vita migraverit, viam
quidem sternit ad veram / interpretationem, ipsa vero improba est, et falsa.
fasc.16 1 c.
Caput XII. / Optima, et vera interpretatio, si dicatur:
Eusebi / um sensisse a Constantino e vivis excessuro baptismum / fuisse
susceptum, non eum, quem Christi, et Regenera = / tionis, sed quem Ioannis, et
Poenitentiae sacrae Litterae / appellant.
fasc.17 4 c. non
numerate.
Caput
XIII. /Interpretatio septima: ex
Nico= / mediensibus lavacris
loco [illeggibile] deducitur / et
Nicomediensi Minister: sed Dialectica / quem postea ipsi auctores.
fasc. 18 7 c. non
numerate.
Caput
XIV. / Interpretatio Octava: Ab Heretico Administro / contaminatum infertur
Baptisma, et Suscipientis Mi = / serabilis exitus.
fasc.19 10 pp.
Caput
XV. Interpretatio Nona et
Ultima; Nicomediense Lavacrum non tam fuit diuini Susceptio Ba = / ptismatis,
quam eiusq. Sacrilega Iteratio.
fasc.20 5 c. non
numerate.
Caput XIV. / Sententia de Bapmo
Constantini usq: ad / supremum uitæ
tempus dilato explicatur: / et Testimonia quib: innititur in mediun /
proferuntur.
fasc.21 5 c. non
numerate.
Diluuntur nonnulla Constantini / Sanctimonia aduersantia,
quæ perpe= / rum aliqui ab Eusebij loco de Nicome= / diensi baptismate /
deduxerunt
fasc.22
5 c. non numerate.
Caput XVII.
[cancellato].
fasc.23 10 c. non
numerate.
Caput
XVIII. / Soluuntur quædam dubia de /
Constantini Baptismate secundu≠ /Eusebianoru≠ Sententiam.
fasc.24 6 c. non
numerate.
Caput XV.
Eusebium Lauacri Nicomediensi nomine / haud intellixisse
Baptismi Sacramentum, / sed aliquid aliud à Bapm≠o
Naissitano, et / Romano eius. diversum.
fasc.25 2 c.
Cap. III.et IV.
fasc.26 7 c. non
numerate.
De
Tertio Constantini M. Imp. / Baptismate; / Nicomedię in
Bythinia celebrato. / Caput XIV.
fasc.27 pp.
numerate da
Caput
IV. / Vehementer hallucinantur ii qui
male de / Eusebio sentientes ejus de baptismo Constantini / sententiam
modis ab hujus pietate, et illius ingenuitate / prorsus abhorentibus
interpretantur.
fasc.28 1
c.
Prima interpretatio refellitur de permissa Constantini /
tempore baptismum differendi ad extremum usque spiritum / consuetudine.
fasc.29 2 c. non
numerate.
Caput III. /Vnde factum ut Eusebiani descriptum locum
expli = / cantes in tot, tamque contrarias opiniones distrahantur.
fasc.30 2 c. non
numerate.
EUSEBIOU TOU
PAMFILIOU É EIS TON BION TOU MAKARIOU É KWNSTANTINOU tou'
basilevw" É LOGOS TETARTOS É kefavlaion a.
fasc.31 3 c. non
numerate.
Riflessioni / per il Capo Penultimo.
fasc.32 5 c. non
numerate.
Caput. / Animadversiones in
Titulum De Veritate / Interpolatione, et Auctore.
fasc.33 2 c. non
numerate.
Annotationes, et Varia.
fasc.34 13 c. non
numerate.
Ms. Cic. 3221
Contiene 10 fascicoli di misure varie, legati insieme, ciascuno
con numerazione propria, mm. 295 x 215, sec. XVIII. Legatura in cartone. Il
titolo è illeggibile.
fasc.1 4 c. numerate
da
S.Helena / De Historiographis
Britannis, qui scripserunt S. Hele / nam, et, Constantinu≠ Britannos fuisse. Judicium
Sauiorum / Britannoru≠ mendaces eos, et fabularum fabros fuisse pag.a / 261. Ex Hist.a Britannica.
fasc.2 6 c. numerate:
8, 17–21.
Conuersio S. Aug.ę Helenę
fasc.3 2 c. non
numerate.
Ex.
Ms.o Vallicellano pag. C II. 102 / in Festivitate sc≠tę Helenę
fasc.4 1 c. [verosimilmente
conteneva altre c., ora perdute]
fasc.5 5 c. numerate.
Festa
di S:a Elena si celebra li 8 di Febraro nel Mon:o di Trebigne.
fasc.6 1 c.
Index
Capitu / Vitę S.Helenę
[v. intra,
fasc. 9].
fasc.7 1 c. numerata
78.
S.Helena.
fasc.8 2 c. numerate
261–262.
[a
ciascuna c. è incollato un foglio].
D e S.tę Helenę [illeggibile] / Index.
fasc.9 52 c. numerate
da
c.5–10v. caput… / S.Helenę Mtr s Constantini /
Magni Patria, et Nuptię
c.11–15v. Caput III. / De S. Helena Constantini Magni / Matre,
Illyrica, Dalmatica, Brettiana, / et non Britanna, et multo minus Bythina.
c.17–24v. Caput IV. / De Genere, Connubio, Prole, Re = / pudio,
Reditu, et Obitu Helenę
[tra c. 21–22 inserite 2 c.].
S.Helenę patria, et / Nuptię
c.25–25v. Bayerlink.
c.27–36 S.Helena Mat≠. Constantini.
c.38–40 Excerpta de Elena […] à
Baronio.
c.41–47v. Ex […] Vita S.Constantini / Magni Imperat. et S. Helenę Matris.
c.49–51v. Continuatione d.a Vita di S. Helena.
c.53–55v. De S. Macario Hier. ep.o qui interfuit Crucis /
Inventioni, Die eius Natali 10. Maÿ.
fasc.10 46 c.numerate
da
c.105–106 Brachia Insulae Illyrici.
c.106 carta sciolta
contenente un indice di fonti.
c.107–108v. Historia Anglicana Ecclesiastica […] / De Helena
Constantini Matre / caput XIIII
c.111–115 Historia Anglicana Ecclca≠ à primis
gentibus susceptę / fidei incunabulis ad nostra ferè
tempora deducta …
c.116–119v. Cap:2. De Fide xpna≠ […] imperante / Lucio in Britania
suscepta …
c.120–121 Ex Petro Natali / In Festo Inventionis S. Crucis.
c.123–125v. ancora
sull’Invenzione della Croce.
c.126–126v. [cancellato]
c.127–128 De Constantio et Constantino / ex Nicephori Historia.
c.129–132v. Caput II. / Constantius […] amplectitur xpna≠ Religione≠ …
c.133–138v. Caput 2. / De Constantio, alijs Constantino Chloro, /
Constantini Magni Genitore Illyrico, / Dardano, Nisiensi.
c.141–150v. Della Conuersione di Costanzo, Costantino / Elena, e degli
altri loro Famigliari.
[1] Sulla storia del Museo Correr v.: P. Molmenti, Il Civico
Museo Correr nella sua nuova sede, “Rivista Mensile della Città di
Venezia”, I (1922), 9, 1-8; M. Brunetti,
Guida del Museo Civico Correr, Le
collezioni storiche, Venezia, C. Ferrari, s. d.; T. Pignatti, Il Museo
Correr, Bergamo, Istituto Italiano di Arti Grafiche, 1958; D. Sutton, Teodoro Correr and his Museum, “Apollo”, 1975, 9, 156-163; Una città e il suo museo, Un secolo e mezzo
di collezioni civiche veneziane, a c. di G. Romanelli, Venezia, Museo
Correr, 1988.
[2] Dal 1993 chi scrive si dedica – chi a tempo pieno (MMF), chi
saltuariamente (GG) – alla catalogazione e all’edizione dei documenti,
conservati nel Museo Correr, riguardanti i Balcani, l’Europa Centro-Orientale
ed il Mediterraneo: M. M. Ferraccioli,
Libri e manoscritti della Biblioteca del
Museo Correr di Venezia riguardanti i
Paesi dell’Oltre-Adriatico, a cura di G. Giraudo, Roma, Società Dalmata di
Storia Patria, I, 1994, XVI+194 pp.; II, 1995, VIII+313 pp.; M.M. Ferraccioli, G.Giraudo, Documenti sui rapporti tra Venezia e Ragusa nella Biblioteca del Museo Correr di Venezia ,
“Atti e Memorie della Società Dalmata di Storia Patria”, XX (1997), 111-163; M.M. Ferraccioli, La Dalmazia antica e tardo-antica nei documenti della Biblioteca del
Museo Correr di Venezia, “Atti e Memorie della Società Dalmata di Storia
Patria”, XXI (1998), 19-31; M.M.
Ferraccioli, G. Giraudo, Documenti
riguardanti l’Albania nella Biblioteca del Museo Correr di Venezia, in Albania, Storia, immagini e documenti dalla Biblioteca Marciana e dalle
collezioni del Museo Correr di Venezia, Tirana, Istituto Italiano di
cultura, 1998, 80-109; M.M. Ferraccioli,
G. Giraudo, La bisaccia del
mercante: merci e libri da una sponda all’altra dell’Adriatico,
“Letterature di Frontiera”, VIII (1998), 1–2, 57-68; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Manuscripts on the Relations between Venice and Dubrovnik at the Museo
Correr in Venice, “Diplomatic Academy Yearbook”, III (1998), 203-211; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Mercanti (e) Ebrei tra Venezia e la sponda
orientale dell’Adriatico: documenti dalla Biblioteca del Museo Correr e
dall’Archivio “Renato Maestro” della Comunità Ebraica di Venezia, in Le due sponde del Mediterraneo, L’immagine
riflessa, Trieste, E.U.T., 1998, pp. 295-325; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Documenti riguardanti i rapporti tra Venezia e la Polonia nella Biblioteca del Museo Correr di Venezia,
a c. di G. Giraudo, pref. di L. Calvi, Padova, E.V.A., 1999; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Il Codice Cicogna 2738 del Museo Correr di
Venezia, “Annuario dell’Istituto Romeno di Cultura e di Ricerca Umanistica
di Venezia”, I (1999), 51–67; M.M.
Ferraccioli, G. Giraudo, Documenti
riguardanti le terre dell’attuale Ucraina nella Biblioteca del Museo Correr di
Venezia, in L’Ucraina del XVIII
secolo, crocevia di culture, a cura di A. Pavan, M.M. Ferraccioli e G.
Giraudo, Padova, E.V.A. 2000, 80-94; M.M.
Ferraccioli, G. Giraudo, Manuscrits
vénitiens concernants les Pays Roumains dans la Bibliothèque du Museo
Correr de Venise (XVI–XVIII siècles),
“Annuario dell’Istituto Romeno di Cultura”, II (2000), 143-153; Il Festino d’Europa ed altre Pasquinate, in Miti anticho e moderni tra Italia ed
Ucraina, a cura di Ks. Kostantynenko, M.M. Ferraccioli e G. Giraudo, I,
Padova, E.V.A., 2000, 123-128; M.M.
Ferraccioli, G. Giraudo, Sulla via
di Costantinopoli: un Veneziano attraversa le terre romene, “Annuario
dell’Istituto Romeno di Cultura”, III (2001), 132-161; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Daghe al can che xè rabioso, Satire contro i Gesuiti all’epoca della
soppressione dell’Ordine, in Le minoranze come oggetto di satira, I,
Padova, E.V.A., 2001, 134–179, I–VIII; M.M.
Ferraccioli, G. Giraudo, Respublica versus Imperium, Morte di due Repubbliche…, in Polonia 1795 / Venezia 1797, Morte ed
eredità di due Repubbliche, a cura di H. Samsonwicz, Warszawa 2002,
289–433; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo,
La Tunisie, la guerre et la paix dans le Journal
du capitaine Paravia, dalmato–corphiote,
“Letterature di Frontiera”, XII (2002), 1, 101-111; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Bourguiba et la Tunisie dans la presse italienne, Quelques
échantillons, in Mécanismes du pouvoir à l’époque de
Bourguiba en Tunisie et dans le monde arabe, sous la direction du Prof. A.
Temimi, Zaghouan, FTERSI, 2003, 17-31; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, A.
Pavan, Dizionario
dei termini riguardanti gli Ebrei nei documenti veneziani, secc. XVII–XVIII, Napoli, Scriptaweb, 2003; M.M.
Ferraccioli, G. Giraudo, Expirantis Transilvaniae Gemitus: un manoscritto veneziano dell’inizio del
XVIII secolo, in: Dall’Adriatico al
Mar Nero: veneziani e romeni, tracciati di storie comuni, a cura di G.
Arbore Popescu, Roma, C.N.R., 2003, 140-149; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, A.
Pavan, Entre esprit de croisade et vision
géopolitique, Une lettre de Minuccio Minucci sur les Tatares, “Eurasian
Studies”, II (2003), 2, 165-196; M.M.
Ferraccioli, Libri e manoscritti
riguardanti le terre dell’Oltre Adriatico nella Biblioteca del Museo Correr a
Venezia (sec. XVI–XVIII), a cura e con un’introd. di G. Giraudo; V, Fondi Correr, Dolcetti, Gherro, “Atti
e Memorie della Società Dalmata di Storia Patria”, XXV, N.S. XIV (2003), pp. 91-152; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Tra spirito di crociata e visione
geopolitica, Valacchia, Moldavia e Transilvania nel carteggio di Minuccio Minucci,
“Annuario dell’Istituto Romeno di Cultura e di Ricerca Umanistica”, V (2003),
369-377; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo,
Catalogue des manuscrits vénitiens
concernant les Pays du Maghreb dans la Bibliothèque du Museo Correr à Venise, “Revue d’Histoire Maghrébine”,
115 (2004), 81-145.
[3] Gli unici fondi di cui esiste una descrizione a stampa moderna
sono l’Archivio Morosini Grimani (Inventari dei manoscritti delle Biblioteche
d’Italia, LXVIII, Firenze, Olschki, 1) ed il fondo Venier (G. Pontillo, Catalogo dei manoscritti del Fondo Venier
nella Biblioteca del Museo Correr di Venezia (sec. 14.–16.), tesi di
laurea, Università di Venezia, A. A. 1998/99; vi sono inoltre: indice
dattiloscritto e catalogo a schede manoscritte del fondo Provenienze Diverse; descrizioni manoscritte dei fondi Gradenigo Dolfin (3 voll.) e Vucovich Lazzari (1 vol.); descrizione
manoscritta del fondo Donà dalle Rose
(4 voll.) e catalogo moderno parziale (L.
Piccin, Catalogo dei manoscritti
cartacei del 16.–17. secolo del Fondo Donà dalle Rose, tesi di laurea,
Università di Venezia, A. A. 1995/96; descrizione manoscritta (1 vol.) e
catalogo a schede manoscritte del fondo Correr;
catalogo a schede manoscritte, nonché due serie di Descrizioni (voll.) e Indici (voll.) , curate dallo stesso
Cicogna del fondo Cicogna; cataloghi
a schede manoscritte dei fondi de Lazara
Pisani Zusto, Gherro e Epistolario Moschini.
[4] Dizionario Biografico
degli Italiani [più oltre citato: ADB],
Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, XLV, 1996, pp. 47-50.
[5] CATALOGO / DELLA BIBLIOTECA / DI / EMANUELE CICOGNA / DI /
VENEZIA / CODICI MANOSCRITTI …, II, c. 358.
[6] Nota a margine del Cicogna: «E’ certo finalmente che nella
eredità Coleti, ossia dopo la morte del p. Giacomo avvenuta nel 1827, e dopo la
morte di don Andrea suo fratello avvenuta pochi anni dopo, non si trovò alcun
codice che si potesse dire del compendio de’ trecento».
[7] Ms. Cic. 3218, c. 1-6.
seguono le note del Cicogna al proprio testo:
1)T. V.
Illyr. Sacr. nella Vita del Farlati scritta dal p. Coleti e T. I: della stessa
opera a p. XVI della vita del Riceputi scritta dal Farlati.
2) Vol. I.
dell’Illyr. Sacrum. p. XVI e Prospectus Illyr. Sacri. del P. Riceputi 1720 e
ristampa del 1738.
3) Farlati
vol. I. p. XXV. Sul Battesimo di Costantino vedi l’opera Historia Sacra de
Baptismo Constasntini Max. Augusti autore Mathia Fuhrmann austriaco. Vienna
aust. 1742 1746. Tomi due in 4.
4) Farlati T.
I. p. XXV.
5) ivi.
6) T. V. del
Farlati alla vita di Cos.
7) T. VIII
Illyr. Sacr. in fine della prefaz.e al Martirologio.
8) Giornale
delle Provincie Venete. Treviso 1820 volume XV– e Valentinelli Specimen.
p. 72. num. 215. ed anche articolo necrologico del P. Giannantonio Moschini pel
P. Jacopo Coleti. inscrito a p. 497. del T. XVI delle Memorie di religione.
Modena 1830–
9) T. I.
Illyr. S. p. XXVI.
10) Che nella eredità de’ fratelli Coleti non siasi trovato alcun
manuscritto che si possa senza dubbio dire del compendio di quelli raccolti dal
Riceputi e dal Farlati lo prova il fatto seguente ufficiale. Nel 1832 il
Supremo Cancelliere di Vienna interessava il Governatore delle Provincie Venete
Conte di Spaur a far rintracciare se le carte lasciate da’ fratelli Coleti
esistessero alcuni manuscritti relativi alla Storia dell’Illirico prelevati
dagli archivi di zara, e affidati verso regolare ricevuta agli ora defunti
istoriografi Farlati, Riceputi e don Giacomo Coleti; e aggiungeva che questi
manuscritti interesserebbero molto all’aulico dicastero.
Il Governatore incaricò primieramente la direzione Generale di
Polizia a prendere all’uopo gli opportuni concerti col Tribunale Civile di
Prima Istanza di Venezia pel rinvenimento di tali manuscritti. E il Tribunale
prima di fare alcuna indagine richiese alla direzione Generale la copia
autentica della ricevuta o di altro regolare elenco che facesse conoscere al
Tribunale di quali precisi atti si ricerca la restituzione. Ciò comunicato
dalla direzione generale al Governatore, questi si rivolse in secondo luogo al
Tribunale di appello riflettendo che non saprebbe procurarsi questa Ricevuta
se se non se dal Governo della Dalmazia con sensibile perdita di tempo e forse
anche senza alcun effetto mentre l’indicazione contenutavi potrebbe essere
troppo vaga, o non si potrebbero rinvenire le carte defidenti; e quindi pregava
l’Appello ossia la Presidenza dell’Appello a fare adirittura ispezionare
le carte dell’eredità Coleti, e sapere se vi siano documenti relativi alla
Storia dell’Illirio, di quali oggetti trattino, e se portino qualche indizio di
appartenenza ad un pubblico archivio.
Il Tribunale di Appello ordinò al Tribunale Civile d’informare
sull’anzidetta ricerca, avendo esso Tribunale Civile ventilata l’eredità di cui
si tratta.
Il Tribunale Civile riassumendo le notizie avute dalla direzione
generale di Polizia che l’Archivio di Zara aveva negli anni addietro affidati,
verso regolare ricevuta alcuni documenti manuscritti relativi ai rapporti che
esistevano nel medio evo fra l’Ungheria e la Dalmazia, agli ora defunti
istoriografi Farlati Riceputi e don Giacomo Coleti, e come questi documenti
erano stati or ora richiesti dalla direzione Generale di Polizia col mezzo del
Governatore delle Provincie venete, diceva che nella eredità Coleti esistono
bensì varii manuscritti chiusi sotto giudiziale amministrazione, ma che non
erano ancora stati inventariati, sì per mancanza di tempo, come anche perchè
non interessava tale inventario direttamente alle liste dell’amministrazione.
Sogguingeva che, perché non riuscisse vana la ricerca in una farragine di carte
confuse e non elencate, sarebbe desiderabile di avere la copia dell’apposita
ricevuta esistente nell’Archivio di Zara rilasciata dalli suddetti
istoriografi.
Il Tribunale d’Appello rinnovò la domanda al Tb≠l Civile ordinandogli
di esporre quali ostacoli veramente si frapponessero ad incontrare o in tutto o
in parte la ricerca del Governatore.
In questo mezzo il Governatore pregava all’Appello di sollecitare
il riscontro, e dargli // un qualche certo avviso per sua e per notizia del
Signor Supremo Cancelliere che tanto s’interessava per questo argomento.
L’Appello rispose che aveva ordinate le informazioni.
Il Tribunale Civile replicando, giustificava di non aver fatto l’inventario
delle suddette carte al momento della ventilazione ereditaria perché non era
urgente il farlo; ripeteva che senza aver sott’occhio la Ricevuta non si
potrebbe sapere categoricamente quali sieno le carte richieste, e si
intraprenderebbe una grossa inutile fatica.
Peraltro per obbedire all’ordine implicito di esaminare le carte
anche senza la Ricevuta, dopo alcuni giorni partecipava che fu eseguito
l’inventario; ma che non si rinvenne verun documento relativo alla Storia
dell’Illirico, e accompagnava in prova il Rapporto e Protocollo del Commissario
a ciò incaricato.
Allora il Tribunale di Appello rescrisse al Governatore di
conformità, attestando che nulla si era rinvenuto.
Dal 1832 in poi nulla più si è indagato.
11) Il fu don Iacopo Coleti aveva intenzione di donare altri mss.
ossia spogli fatti dal Riceputi, Farlati, e da se, al Seminario di Venezia,
oltre quelli dati al Seminario di Padova, e questa intenzione l’aveva più volte
spiegato all’Abate, poscia Canonico, Giannantonio Mochini suo grande amico.
Ma un impreveduto avvertimento distorse l’animo del buon vecchio
Coleti dalla sua intenzione. Essendo morto nel 1824 il celebre abate
Benedettino Giuseppe Marin Pujati che donò i suoi libri al Seminario di
Venezia, e al quale un bell’elogio lesse il Moschini, e stese un’articolo
necrologico sulla pubblica Gazzetta, tanto spicque al Coleti, che dal Moschini
si facessero così solenni laudi a uno da tutti conosciuto per Giansenista, che
cambiò idea, né volle più donare al Seminario i codici suddetti; contentandosi
piuttosto di darne alcuni alla Marciana come l’Italia Sacra con giunti mss. di
don Domenico Coleti e di lui, l’Illiricum del Farlati pur con giunti
mss.i, e altri ad altri, e forse allo stesso Corrier – cosicché mi assicura il
chiariss. Bibliotecario del Seminario don Antonio Rossi che nulla c’è del
Riceputi, del Farlati e del Coleti in quella Biblioteca relativamente
all’Illiricum Sacrum.
12) Per gentilezza del chiariss. Bibl.o Valentinelli posso dar
qui ragguaglio delle materie contenute negli undici volumi donati nel 1818 al
Seminario di Padova dall’ab. Coleti. Questi undici volumi comprendono dieci
parti, giacchè la nona è suddivisa in due.
I. Monumenti per
la Storia di Spalato.
II. Monumenti per la Storia di Curzola, Marcana,
e Trebigne, Stagno e Meleda.
III. Monumenti
per la Storia di Cattaro.
IV. Monumenti
per la Storia di Scutari.
V. Monumenti
per la Storia di Traù.
VI. Monumenti
per la Storia di Ragusa.
VII. Monumenti
per la Storia di Strigonia città dell’Ungheria.
VIII. Monumenti
per la Storia di Colovia in Ungheria.
IXa. Monumenti
per la Storia di Antivari.
IXb. Monumenti per la Storia della Bosnia,
Repubblica di S. Marino, Zara, Veglia.
X. Monumenti per
la Storia di Antivari […].
Questo
codice con un ricco Indice accuratamente redatto (dice il Valentinelli)
potrebbe divenire di non leggero interesse se mai non si pubblicasse ed avesse
fatalmente a perire.
Il Tomo VIII tuttora inedito. Intanto credo opportuno d’indicare
in qual volume trovinsi i monumenti de’ luoghi ch’io accenno con ordine
alfabetico; ciò rendendosi necessario, dacchè nel manuscritto non sempre regna
quell’ordine rigoroso ch’è accennato dal titolo.
13) Dalle Lettere da me possedute del già
Bibliotecario della Fontaniniana in S. Daniele don Giangirolamo Coluta dirette
al padre Iacopo Coleti nel 1795 si rileva che in quest’anno il Coleti fece dono
a quella insigne Biblioteca di varii manuscritti del P. Farlati, e spezialmente
del carteggio originale del Riceputi e del Farlati.
[9] Vittorio Amedeo II, dopo aver abdicato a favore del figlio,
Carlo Amedeo III, avendo cercato di ingerirsi ancora negli affari di Stato,
venne arrestato e trasferito a Moncalieri, dove rimase sino alla morte.
[10] Ms. Cic. 3220, fasc. 1, c. 1–1v.