N. 4 – 2005 – Tradizione Romana

 

M. Marcella Ferraccioli

Gianfranco Giraudo

Università di Venezia

 

Costantino ed il rapporto tra imperium e sacerdotium nella ricerca storiografica dei Gesuiti Riceputi e Farlati (1720-1773). I codici ritrovati del Museo Illirico

 

 

Il Venerdi Santo di alcuni anni or sono, nella sala di lettura pressocché deserta della Biblioteca del Museo Correr[1], è capitato uno di quei casi imprevedibili, ma, al tempo stesso, inevitabili quando qualcuno passa anni a frugare[2] nello stesso deposito di vecchie carte, soprattutto se di queste vecchie carte per un secolo, anno più anno meno, non si è pensato di dare una catalogazione sistematica ed uniforme[3].

Da una bizzarra indicazione – che prometteva tutt’altro – dell’ottocentesco catalogo manoscritto a schede di vario formato e consistenza si sono materializzati undici codici, che sono risultati essere una parte, seppur piccola, ma la più consistente fra quelle conosciute dell’imponente lavoro di raccolta di materiali per un’opera il cui primo iniziatore era morto prima ancora che la preparazione ne fosse terminata; un’opera di cui il continuatore aveva profondamente modificato struttura ed obiettivo, senza tuttavia riuscire, neppure lui, a vederla interamente stampata; un’opera il cui ultimo volume era stato pubblicato quando la dispersione dei materiali preparatori era pressocché ultimata.

Gli undici codici “ritrovati”, ignoti al Cavazza, il più recente biografo di Daniele Farlati[4], sono così descritti dal Cicogna:

 

«3218 usque 3226 e 601–602. Codici numero undici in fol. piccolo, e in 8vo autentici in parte ed in parte autografi, contenenti moltissimi materiali per la STORIA ILLIRICA ideata dal P. Filippo Riceputi, ed eseguita in parte dal P. Daniele Farlati, e dal P. Iacopo Coleti»[5].

 

Lasciamo ancora la parola al Cicogna per la ricostruzione del complesso lavoro di progettazione e realizzazione dell’Illyricum Sacrum e per l’individuazione del ruolo svolto da ciascuno dei tre Gesuiti partecipanti all’impresa, che era venuta svolgendosi nell’arco di quasi un secolo:

 

«Il Padre Filippo Riceputi nato a Forlì del 1667, ascritto alla Compagnia di Gesù avea raccolti moltissimi documenti per comporre la Storia Sacra e Profana dell’Illirio. Aveva svolti quindi gli Annali di tutte le genti sì civili che ecclesiastici e per servirmi delle stesse parole dell’illustre Daniele Farlati, avea spogliati Martyrologia; Acta Martyrum aliorumque divorum; Chronica, Menologia plurium ordinum religiorum; collectiones Conciliorum; epistolas Romanorum Pontificum, corpus juris Pontificii ac Caesarei; Bibliothecam Byzantinam; Bibliothecam sanctorum patrum; Historicos graecos, latinosque; geographos, chronologos; genealogos; cosicchè la collezione di tali materiali ascendea ad oltre trecento volumi: crevit rerum undique congestarum et // codicum descriptorum leges // et copia ut inde extiterit Bibliotheca Illyrica e manuscriptis voluminibus amplias tercentis compilata (1).

Aveva egli divisato di unire, come ho detto la Storia civile colla ecclesiastica in quattro volumi distinti. I due primi comprender dovevano la Storia da Noè alla nascita di Gesù Cristo; e gli altri due quella da Gesù Cristo fino à nostri tempi, e in questi volumi era raccolto quanto spettava ad rem illyricam, chronologicam, Ecographicam, Genealogicam, Militarem, politicam. Questi due ultimi volumi egli chiamò Isagogici perché dovevan servire di strada alla piena ed assoluta intelligenza della Storia Sacra Illirica.

A questi quattro volumi pensava di premetterne due altri parimenti da lui intitolati Isagogici, cioè il Martirologio Illirico, e cinque libri degli Atti di san Pietro Orseolo co’ quali aveva stabilito di restituire e illustrare l’antica obliterata Corografia Dalmatina. // Per la Storia Ecclesiastica destinava dodici volumi ripartiti come segue: quattro per gli atti de’ santi di tutto l’Illirio. Cinque colla Storia della Chiesa e de’ Vescovi tutti dell’Illirio. Due colla Storia de’ Concilii, Legazioni, e lettere Apostoliche e Uno colla Storia de’ cenobii illustri di ambidue i sessi, volumi che dovea chiamarsi Monastico. (2)

Di tutta questa immensa mole, il Riceputi morendo nel 1742, non lasciò di quasi compiuto, se non il Martyrologium Illyricum; e l’altra opera Acta S. Petri Urscoli; a’ quali aveva aggiunti Commentarios de baptismo Constantini Magni; ma sì l’una che l’altra opera era ancor lontana dalla sua perfezione (3).

Questi due volumi ch’egli chiamava, com si è detto, Isagogicos, dovevano uscire alla luce i primi: universae Historiae Illyricae praeferendos et primos omnium e vulgardos esse decreverat. Tutti gli altri 300 e più contenenti Apparatus // Synopses, Annales, Prolegomena, Paradigmata, Commentaria ec. eran cose o da lui o dal sullodato Daniele Farlati suo collaboratore, raccolte e copiate, ma tutte incomplete, rozze, che abbisognavan di moltissima lima e correzione affinchè riuscir potessero di qualche utile ad Historiam Illyricam conficiendam (4). Vi era poi anche di male che non lasciò indici di tali manuscritti, perché quelli che aveva fatti dapprincipio, benchè ricchissimi, pure non potevan esser di alcuna utilità, avendo egli levati da molti volumi de’ quinternetti trasportati in altri, e avendo cambiato il numero scritto di dietro a’ volumi che rispondeva a’ vecchi indici. (5)

Morto, come si è detto, nel 1742 il Riceputi, tutta la serie di detti manuscritti o una gran parte passò al detto Padre Farlati della stessa Compagnia di Gesù, che fino dal 1722 era suo collaboratore nella grande // impresa. Il Farlati però, abbandonata l’idea del Riceputi, che ben prevedeva essere troppo vasta per poter esser condotta lodevolmente e prestamente al suo compimento, abbracciò l’altra di scrivere unicamente la Storia delle Chiese Illiriche e de’ loro vescovi. (6)

E approfittando anche de’ materiali suddetti compilò con sommo suo elogio l’Opera dell’Illyricum Sacrum che impresse dal 1751 al 1773 in cinque volumi in foglio. ma passato anch’egli all’altra vita vita in detto anno 1773 lasciò erede di molti dei manuscritti stessi e di quelli che ulteriormente aveva messi insieme, l’altro illustre Gesuita il padre Iacopo Coleti che dal Superiore della Compagnia era stato dato successore al Farlati nell’Opera dell’Illyricum Sacrum. Infatti il medesimo Coleti scriveva: (7)

Hoc Riceputi opus hagiologicum cum reliqua mss. Illyrica supellettile sane copiosa mihi reliquit // Farlatus quem in cognosconda discendaque Illyrica historica optimum magistrum habui cuique adjutor tanti operis et ad illud perficiendum successor destinatus fui suprema Societatis Iesu Praesidis auctoritate. Il Coleti quindi aggiunse altri tre volumi alla Storia dell’Illirico Sacro, l’ultimo de’ quali reca l’anno 1819. E ce ne doveva essere un altro, che formava il nono, col titolo Additamenta ad Illyricum Sacrum; volume già fino dal 1820 compiuto, e spedito dal Coleti all’allora Cardinale Mauro Cappellari, ora Sommo Pontefice Gregorio XVI, perché lo facesse imprimere; il che non fu mai eseguito, qual che ne fosse il motivo. (8)

Il P. Riceputi vivente aveva fino dal 1720 colle Stampe Cominiane impresso il Prospetto della sua opera, col titolo: Prospectus Illyrici sacri; e un secondo Prospetto  più ampio aveva pubblicato in Roma nel 1738, nel quale // si vede che l’Opera tutta intera doveva ascendere a XVIII Tomi.

Il p. Coleti poi nel 1818 pubblicò in Venezia in 8. co’ tipi di Simon Occhi il Martirologio Illirico del Riceputi, e lo ripubblicò in foglio nel 1819 alla fine del volume VIII dell’Illirico Sacro del Farlati. E nella prefazione dice che avendo dato termine all’Illirico Sacro restava solo di dare alla luce il Martirologio del Riceputi, che il Farlati aveva fin da principio promesso di stampare; (9) e fa vedere quali mutazioni gli convenne fare; cosiccè quel Martirologio veramente si può chiamar opera piuttosto del Coleti che del Riceputi o del Farlati.

Come poi sieno andati a finire i trecento e più volumi di materiali raccolti dal Riceputi e dal Farlati, non è facile il dire precisamente. E’ certo dalle premesse cose che il Riceputi o tutti o parte ne lasciò al Farlati. E’ certo che il Farlati se non tutti almeno in gran parte ne lasciò al Coleti. E’ certo che il Coleti ne donò undici volumi o di que’ del Riceputi o di que’ del Farlati o de’ suoi, al Seminario di Padova, come leggiamo nell’Operetta // del chiariss.o Valentinelli intitolata Speciem bibliographicum de Dalmatia ec. (Venetiis. 1842. 8.) a p. 72. num.216 il quale scrive: Diversorum ad Illyricum Sacrum auctore Iacobo Coleto. Bibliotheca Seminarii Patavini asservat codicem num. DCCXV chart. ms. in volumina undecim distributum ab ipso iacobo Coleto dono datum con lettura ad Andrea Coi bibliotecario del 20 aprile 1818. (12) Ma il Valentinelli a p. 33 num.65 ove parla del Padre Filippo Riceputi citando l’Opera de rebus Dalmatinis divisa in cinque volumi mss. in foglio dice che non sa ove oggi esista, e narra: Codex hic quinque voluminibus in folio Romam traductis et postmodum Roma ad canonicum Iohannem Iosephum Paulovich Lucich Macarscensem missis, quod mente conciperet historiam Dalmatiae in lucem emittere, ad Farlatum devenit, qui ex professo per Dalmatiam iter instituit ut notiones pro suo Illyrico Sacro hac illac sumeret. Ubi hodie dum // extet Codex nescio. E’ certo che il Coleti stesso vivente[6] si spogliò di altri di questi mss. volumi (13) de’ quali alcuni pervennero in potere di Monsignor canonico Agostino Corrier e questi sono in numero di undici che io ho acquistati dagli eredi del Corrier in questo mese di Ottobre 1844, e de’ quali qui sotto darò l’elenco che sieno del compendio di quelli del Riceputi e del Farlati non metto alcun dubbio sì per la qualità della materia, sì pel carattere che vi ravviso del Riceputi, rade volte, ma spessissimo del Farlati, e sì per la provenienza dalla libreria Coleti. Non erano numerati, ma io per rivenirli più facilmente v’ho posto un numero progressivo. Essi sono pieni zeppi di notizie raccozzate insieme alla rinfusa, senza numerazione seguente, con mancanze nel mezzo ec. ec. Ma affronte di ciò, sono monumenti pregevoli, e potrebbero riuscire, anche nello stato in cui sono, di qualche utilità a chi volesse studiare sulla universale Storia Dalmatina (11). //

Elenco de’ presenti / undici volumi.

I Martyrologium Illyricum […]

II Constantiniana […].

II Constantiniana […].

IV Constantiniana […].

V Familiae [..].

VI Familiae […].

VII Historica […].

VIII Historica […].

IX Concilia […].

X Onomasticum […].

XI Onomasticum […]»[7].

I codici 3219-3221, il cui titolo generico Constantiniana è stato loro attribuito dal Cicogna, comprendono, i primi due, excerpta da opere antiche e moderne riguardanti la controversia sul battesimo di Costantino, mentre il terzo è dedicato a S. Elena, madre dell’Imperatore.

Se è ragguardevole la quantità di fonti e studi raccolti (assolutamente esaustiva per l’epoca), suscita non minor interesse l’approccio dei due Gesuiti alla materia trattata. Le controversie sul battesimo di Costantino vengono presentate come un aspetto del contrasto tra Chiesa romana e Chiesa orientale, e l’approccio è improntato ad un reciso scetticismo:

 

«Intorno al Battesimo […] si trouano trè sentenze.

La prima de greci l’altra de’ Romani, la terza degli Orientali.

L’ultime due sono note anzi famose; mà non tanto la prima, anzi, auuegnacche non sia punto meno dell’altra degna di essere conosciuta, e forse ancor preferita.

I Greci adunque, e con essi gl’Illirici, sono ò pure erano d’opinione una uolta che Costantino Magno fosse battezzato nella Città di […] Naisso capitale della Dardania Europea, ò sia Illirica, e patria delli suoi Antenati, per mano di Eusebio Papa di Roma, come dicono le antiche memorie che qui significa uescouo Vicario di Salona, che allora chiamauasi Seconda Roma, e poi primo vescouo supremo della stessa Città di Naisso; correndo allora l’anno di Cristo dugento nonanta sette, e il nono auanti dell’Assunzione di Costantino all’Impero.

Li Romani vogliono che questo pio Prencipe riceuesse il Battesimo nella Citta dell’antica e prima Roma, la Capitale dell’Impero, e della Cristianità; e quello per mano di S. Siluestro; né già molto per tempo, mà solo l’anno di Xp≠o 374, il cinquantesimo dell’età di Costantino e il diciottesimo dell’Impero.

Gli Orientali pretendono, che questo Battesimo seguisse in Nicomedia Città di Bittinia nell’Asia minore l’anno del Signore 337, l’ultimo dell’Impero, e della vita di Costantino […] e che gli fosse amministrato per mano di Eusebio Vescouo di quel Luogo, di Setta Ariano.

Il Battesimo primario, e sagramentale di Costantino resta sospeso, e pendente e però da ciascuno può liberamente attribuirsi ò à Naisso, ò à Roma, ò à Nicomedia, ò ad altro luogo come giudica, e uole. Io in questa pendenza inclino a Naisso atteso il peso delle ragioni; propendo per Roma considerato il peso dell’autorità; e di Nicomedia non so che dire, se non che mi rassegno al più saggio parere»[8].

 

Inoltre, il battesimo viene messo in relazione con la Donatio, il carattere di falso storico della quale non solo non viene messo in dubbio, ma è presentato con lo stile di una satira pungente:

 

«Si nauseano cert’uni di poca Letteratura in sentire controversi certi Canoni per loro di Fede, nulla sapendo, che queste sono solamente Questioni, e molto più famose, e proficue di quello sieno l’infinite de’ loro ogni giorno senza utile alcuno inventate, e difese. Una senza dubbio di quelle ch’io dico è la discordia tra gli Eruditi circa il Battesimo di Costantino, il quale è due volte menzionato nel Breviario Romano, che per mano di Silvestro Papa lo ricevette. Il negar questo arreca stupore a chi non sa più avanti, onde tosto veniamo noi rimproverati d’innovatori, e forse da Loro Canoni d’ignoranza  proscritti, e per Uomini di poca fede spacciati. Quindi se si dice che Autori, o Padri non abbiano questa Storia a noi tramandata, ci gettano in faccia, che l’Argomento negativo nulla convince, e che di ragioni deboli, e scarse ci serviamo del solo negare, che nulla di credenza in loro riporta. Ma Dio immortale! Vorrei sapere da costoro V: g: se da qui mille Anni volesse tal’uno raccontare l’incarceramento del Vecchio Re Sardo fatto per ordine del proprio Figlio or Regnante, al quale egli volontario poco prima ha ceduto il governo[9]; basterà che costui lo dica, o lo scriva in que’ Secoli avvenire á  quelle Genti venture, accio le sia agevolmente creduto? ma s’egli porterà passi d’Autori contemporanei, o almeno di poco posteriori, li potrà esser negata credenza? Lo stesso dobbiamo discorrere del Battesimo di Costantino dando fede ad Autori, che vissero in quel secolo, e benissimo lo conobbero, e trattarono, poscia a coloro, che furono doppo, indi anco a santi Padri non molti secoli lontani, quali tutti li esporrò con somma accuratezza, tessendo questa dissertazione per solo esercizio d’intelligenza di coloro, quali giudicano prima di librar le ragioni.

Per l’una parte, e per l’altra ha questa Questione tanti diffensori, quali tutti facilmente non potremo annoverarli; di quello, che molto si scarseggia è d’Autori Contemporanei, o che fioriscono poco doppo a Silvestro. Egli è molto osservabile, che non ne faccia parola Ruffino, Eutropio, Evagrio, Paolo Diacono, Erminio, né Padri della Chiesa, o Pontefici, o Vescovi, come non ne fa menzione Damaso, Atanasio, Ottavio Millevitano, li due Gregorj Nisseno, e nazianzeno, Agostino, Grisostomo, e tanti Santi Padri, ch’è superfluo ridirli. Ed in vero par irragionevole, che del primo Imperatore convertito alla Fede e che abbia sì ampli privilegj alla Chiesa donati non ne facciano li più famosi Scrittori Ecclesiastici menzione alcuna. Noi più abbasso rapporteremo coloro, che in que’ tempi vissero, o poco doppo, e che non da Silvestro, ma da Eusebio di Nicomedia nel fine della sua vita dicono sia Costantino stato battezzato. Li Contrari a prima faccia presentano gli Atti di Silvestro, ed in questi inserriscono il Famoso Editto, donazione, opure come da altri è chiamato Testamento di donazione di Costantino alla Chiesa, in cui premettendo l’infermità della lepra, l’Apparizione de’ SS. Pietro, e Paolo, il suo battesimo per mano di Silvestro, e la sua guariggione, il quale, come maggiore Argomento per la parte affirmante lo daremo qui troncando le lunghezze superflue, acciò il leggitore possa considerarlo, e farne sentenza»[10].

 

Ritorna ancora il discorso sulla Donatio Constantini, ed il tono polemico diviene più aspro:

 

«Se questo Decreto di donazione si potesse accordare, si torrebbe qui suspizione della verità del Battesimo, ma di questo non abbiamo alcuna notitia dagli Autori di que’ secoli. Taluno portò in campo Damaso, che fu contemporaneo a Cesare, e al S. Papa. Ma li Centuriatori di Magdeburgo ne a l’uno altro ha mai potuto ritrovare tal passo in Damaso. Di più nel quinto Concilio Universale si sono mentovati tutti gli Scritti Ecclesiastici o approvati per autentici, o riprovati come Apocrifi, ma di questo Decreto non se n’è fatto parola; inoltre il Sinodo di Martino Papa, ch’ebbe come capo d’impresa la ricerca de’libri di questo non ne fa alcuna memoria; come può darsi, che que’ Padri l’ignorassero o lo tacessero.

Che se sì detto, che questo Decreto si trovi tra gli Atti di S. Silvestro, a fronte aperta si neganon essendolo tra gli Antichi, ma solo qualche pio moderno, che l’ha inserito a posta fatta per deludere li men accurati nell’erudizione. Su questo proposito abbastanza ne scrisse Nicolò Cusano, e Lorenzo Valla […].

Ma mi si dica in grazia se donato alla Chiesa il Palazzo Imperiale, la città di Roma, ed il resto, che dice l’Editto, dunque vivendo lo stesso Imperatore n’averà il Papa preso il possesso, avrà principiato il comando di Roma? Ma se sappiamo tutto il contrario! […]. Si consideri in oltre se poteva Costantino Magno donare la sede Imperiale ad uno Straniero? Si consideri se l’invitto Cesare Regnante Carlo VI. possa a capriccio far solenne donazione delli Stati, non dico d’acquisto, ma Ereditarj, ed Imperiali ad altro straniero Principe, o a chicchessia? A che no, e tanto più non l’ha fatto, perché egli era ancora Pagano»[11].

 

Se sorprende che il Riceputi echeggi uno dei luoghi comuni della polemistica anglicana anti-cattolica, quello secondo cui i Papisti sarebbero asserviti ad un “Principe straniero”, ancora più inatteso è il riferimento alle protestanti Centurie di Magdeburgo.

Tuttavia il Riceputi, nonostante le tentazioni illuministiche, ha avuto un educazione austriaca, che si manifesta in tutta evidenza già nel primo progetto dell’Illyricum sacrum:

 

«… ut Christianorum Principum commiserationem aliquam commoverem, & religionenem pietatemque allicerem ad vindicandas a Turcarum tyrannide, quæ nunc afflictæ, oppressæque manent, Ecclesias quam plurimas, easdemque olim florentissimas. Tum ut Hierarchia Ecclesiastica plurium provinciarum ex illa rerum ambiguitate, & confusione, qua nunc implicitæ sunt, expediretur, quo esset facilius eas in ordinem redigere, si forte Deus pro sua clementia illas aliquando a schismate, & Mahometis superstitione revocaret, iterumque imperio subiceret. Post ut hominibus Apostolicis aliquid opis ad Græcorum, & Rassianorum conversionem, qui etiam in dogmate, & doctrina Fidei a Latinis Romanis dissident: haberent vero Illyrici Episcopi unde ad suas Ecclesias recte, sancteque gubernandas adjumenta, & exempla sibi depromerent, ex historia videlicet suarum Ecclesiarum, atque ex vita, moribus, & factis maximorum Antistitum, qui summa cum laude Illyricis Ecclesiis præfuerunt»[12].

 

L’opera progettata sarebbe dovuta servire quindi ad accelerare il riscatto dell’Illirico (cioè, per il nostro in senso lato, dei Balcani ortodossi) dal giogo ottomano ed il rifiuto dello scisma, con il corollario dell’annessione di tutta la regione all’Impero.

Questo spiega le difficoltà alla stampa dell’opera, suscitate dai timori, a quanto pare non infondati, della Serenissima di veder messa in dubbio la legittimità del dominio veneziano in Dalmazia, nonché dei Vescovi della regione, che temevano venissero infranti delicati equilibrî interni[13].

Nell’opera a stampa, quale né il Riceputi né il Farlati hanno avuto la sodisfazione di vedere, non resta quasi nulla su Costantino e nulla del tutto sulla Donatio e su ciò che essa implicava.

Resta a chi scrive la piccola sodisfazione di aver recuperato qualche cosa da quella «farragine di carte confuse e non elencate», quattro codici «pieni zeppi di notizie raccozzate insieme alla rinfusa», per usare espressioni del Cicogna, e di aver forse dimostrato che contengono testimonianze di una certa temperie culturale e politica, nonché di aver certificato che è possibile, anche se non sempre agevole, “elencarle”, come risulta dal catalogo annesso a questa relazione.

 

 

 

 

Ms. Cic. 3218

 

Contiene 2 fascicoli.

 fasc.1             Codice cartaceo, varie misure, mm. 301 x 220, sec. XVIII. Legatura in cartone con titolo al dorso:

Martyrologium / Illyricum.

                        Comprende 46 capitoli + indice.

prima del cap. 1, Storia dei presenti manoscritti / divisi in undici volumi, cioè nove in foglio e due in quarto piccolo.

fasc.2              24 pp. a stampa.

PROSPECTUS / ILLYRICI SACRI, / cujus / HISTORIAM DESCRIBENDAM, / typisque mandandam suscipit / P. PHILIPPVS RICEPVTI / SOCIETATIS JESV SACERDOS. / PATAVII. MDCCXX / EXCVDEBAT JOSEPVS COMINVS / SUPERIORUM PERMISSV.

 

 

Ms. Cic. 3219

 

Codice cartaceo comprendente 54 fascicoli legati insieme, mm. 296 x 207; sec. XVIII. Legatura in cartone con titolo al dorso:

Constantiniana / II

Comprende 54 fascicoli legati insieme.

fasc.1              4 c. non numerate.

Controversia / De Loco, Tempore, et Ministro / Baptismi / Constantini Magni Imperatoris / Proemium / Illyricę Historię materiis

fasc.2              6 c. non numerate.

Introduzione alla controversia sopra il / Battesimo di Costantino

fasc.3              8 c. numerate.

c.1-3             De Loco, Tempore, et Ministro Baptismatis Constan= / tini M.Imperatoris

c.5-8             Caput Primum

Vere aliquanda, et diu uiguisse sententiam, / tam ętati nostrę inauditam, de tempestivo / Constantini priuati adhuc juuenis in Illyrico / baptismate, plurimorum testimonio demonstratur.

fasc.4              2 c. numerate.

c.9-10           Caput II

Historia prima de baptismate a / Constantino magno adhuc adolescente / suscepto. Ex Actis Inuentionis Sanctę / Crucis, Auctore ut creditur, Eusebio Episcopo / Naissensi coęuo Extat in Bibliotheca / Vaticana codice 523, pag.144. collata / cum plurimis exemplis cum typo editis, tum / manu exaratis.

fasc.5              3 c.

c.13-[15v.]     Caput III

                   De antiquitate huius historię, eiusque / auctoris excellentia.

fasc.6           6 c.

c.17-[22]       Caput IV

Ecgraphorum descriptę historię numerus, plane ingens, atque singularis / pręstantia declarant. Quam magna sit / ei fides habenda.

fasc.7           4 c.

c.23-[26]       Gelasii Papę censura non rejcit, sed poti / us comendat Acta Inuentionis S. Crucis, / unde desumpta est Baptismi Constantini / adhuc pubescentis Historia

                   Tra c.23v. e c.[24] :

                   Dentro al cap. V. vanno inseriti due frammenti uno da Surio, e l’altro da Cosimo …

fasc.8           3 c.

c.27-[29v.]     Cap.VI.      

Causa mature accepti a Constantino Baptismi / mira Dominicę Crucis ad Danubianum / Apparitio

fasc.9           2 c.

c.31-[32v.]     Caput VII.

Adversus nonullus, qui Crucis ad Danu / bium Apparitionem inter Fabulas rejiciunt.

fasc.10            3 c.

c.33-35v.       Caput VIII.

Altera causa postulati tempestive a Constantino / baptismi prodigiosa de Sarmatis victoria / ab. Aliquibus ad provectam illius aetatem mali / protracta.

fasc.11          6 c.

c.37-[42]       Caput VIIII.

Post Crucis ostentum illatamque Barbaris ad Danubium cędem / illico conversum / et baptizatum fuisse Constantinum ex ante actę Vitae re / bus gestis ostenditur.

fasc.12          7 c.

c.43-49         Caput X.

Idem planum fit ex rebus a Constantino / post Danubii prodigia Sanctissime perpetratis.

fasc.13            3 c.

c.51[53v.]      Caput XI.

De Tempore, quo Constantinus, ado= / lescente baptismum adiit, anno videlicet / CCXCI. Et anno susceptu Imperiu XII.

fasc.14          2 c.

c.55-[56v.]     Caput XII.

De Loco, ubi Constantini baptisma cele / bratum fuit, nempe Naisso eiusdem patria; / Dardanię Illiricę Vrbe.

fasc.15          4 c.

c.56-[59v.]     Caput XIII.

Eusebium Episcopum Nais / ensem quem plurimi cum aliis ęqualibus / Eusebbis perperam confunderunt, Constantiniani / baptismatis ministru fuisse

fasc.16          3 c.

c.60-[62v.]     Caput XIV.

De S. Eusebio Ministro baptismi Con / stantini cum S. Silvestro Papa ab anti / quis Agiologis in Historiis Sanctorum permixto

fasc.17          1 c.

c.64              Caput XV.

Altera Historia Bapmi Naissensis ex Vita S. Siluestri Romani Pontificis à Me / taphracte edita, et à Lippomano traducta, / ubi plurima, quę ab Actis S. Eusebij Episcopi Naissensis auulsa fuerunt, et alio / miris modis detorta

                   Caput XVI.

Eadem Historia ex ead uita S. Sil / vestri Actis parit. Eusebianis infarta.

                   Cap.XVII.

Historia Bapmi Naissensis ex Actis / S. Eusebij ad Acta S. Siluestri transcripta / suo Loco restituitur, et ab interpolationis / expurganda.

fasc.18          4 c.

c.66-69v.       Cap.XVIII. et Vltimum

Sternitur via ad conciliandu cum Naissensi / Romanum, et Nicomediensem baptismum / binis Tractatibus, huic / mox subiiciendis.

 

De / Loco / Tempore, et Ministro / Baptismi Constantini / Sententia Secunda / Romanorum, et occidentalium asserentium, Constantinum / non ita pridem, sed anno dumtaxat Imperii XVI. / Christi CCCXXIV. Romae per Silvestrum / Papam baptismo fuisse initiatum.

fasc.19          2 c.

c.72-[73v.]     Caput I.

Colliguntur quinque systemata, in quę Romanoerum / Sententia distrahitur.

fasc.20          5 c.

c.74-[78]       Caput II.

Romanorum Sententię de / Costantini baptismate syste / ma primum probatissi / mum. Ex Breuiario / Romano ad Diem 31. / Decemb.

fasc.21          2 c.

c.78-[79]       Cap.III.

Sententiae Romanorum de Constantini baptismate systema / secundum; Auctore cardinali Baronio, postea retroctatum.

fasc.22         6 c.

Caput IIII.

Fundamenta, quibus descriptu superiori capite Baronii systema nitebatur.

fasc.23         4 c.

c.88-91         Caput V.

Responsio ad proposita / Baroniani sistematis / fundamenta.

fasc.24         4 c.

c.92-[95]       Caput VI.

                   Baronii palinodia perperam a nonnullis contempta.

fasc.25          6 c.

c.96-[101]      Caput VII.

Diluuntur alia argu / menta, qua Baronij pa / linodiam contemnentibus / possent Suffragari

fasc.26          4 c.

c.102-[105]    CaputVIII.

Sententię Romanorum de baptismate Constantini / systema tertium item baronianum; sed ab Auctore in mo / dum dumtaxat paradigmatis concinnatum.

fasc.27          5 c.

c.106-110v.    CaputVIIII.

Romanorum sententię de Constantino baptismo systema quartum / Auctore Francisco Macedo; pauiis probatum.

fasc.28          4 c.

c.112-[115]    Caput X.

Explicatur quidam Locus Eusebii Cęsariensis. Qui favere / videtur P. Macedi Sententię, quod Constantinus non / vetus Catechumenus, sed recens Gentilis ad Romanum / Baptismum accesserit.

fasc.29          2 c.

c.116-[117v.] Caput XI.

Romanorum sententia / de Constantini baptismate / juxta Baronii, et Macedi / sistemata, non est, ut / quidam existimarunt, / Romanę Ecclesię, multo / minus Christianę Reip / Traditio

fasc.30          3 c.

c.[118-120]    Caput XII.

Romanorum sententię de Constantini baptisma / te systema quintum, Clarissimi Praesulis Fran / cisci Blanchini, seu potius explicatio, et confir / matio primi ex Romano Breviario desumpti. Trifariam diuiditur: pars prima, et secunda

fasc.31          3 c.

c.122-[124v.] Caput XIII.

                   Continuatio Partis secundę Blanchiniani / Systematis

fasc.32          2 c.

c.126-[127v.] Caput XIV.

Systematis Blanchiniani pars tertia: / et Romani baptismatis cum Naissensi conci / liatio

fasc.33          2 c.

c.[128-129v.] Caput XV.

Superioris capitis doctrina explicatur exemplis / et Romani baptismatis cum Nais / sensi concordia stabilitur

fasc.34          5 c.               

c.130-[134v.] Caput XVI.

Varia sacrarum ablutionum genera, quę / pręter baptisma, Regenerationis Sacra / mentum, Romani veteres usurpabant.

fasc.35          7 c.

c.136-[142]    Caput XVII.

Explicata sacrorum baptismatum genera / a Baptismate Regenerationis diversa, Ro / mano Constantini baptismati accomodantur, / et cum Naissensi facili, obsequentique / ratione conciliantur.

fasc.36          5 c.

c.144-[148v.] Caput XVIII.

Romano Baptismati / secundum systema Blanchinianum explicato / neque Constantini Baptisterium, neque uultus Apostolorum officiunt.

fasc.37            4 c.

c.150-[153]    Caput XIX. Et ultimum

Cui tempori consignandum sit Roma / mum Constantini baptisma, et quid in eo / a S. Siluestro Rom. Pontifice pręstitum / fuerit.

c.154            De / Loco Tempore, et Ministro / Baptismi Constantini / Sententia Tertia / Orientalium, Transalpinorum, qui se Eusebianos / vocant, existimantium ad extremam vitae periodum / anno aetatis suae LXI. Aerœ chrstianœ CCCXXXVIII. / prope Nicomediam in Bithinia Constantinum ab Eu= / sebio eius Urbis Episcopo baptismum suscepisse.

fasc.38            1 c. numerata.

c.156               Caput I.

                   Eusebii Cœsariensis Loco, ubi loquitur de / baptismo Nicomediensi. Ex Constantini / uita cap. 6i. et segg.

fasc.39            3 c.

c.158–[160v.]                    Caput II.

                        Colliguntur variæ variorum interpre= / tationes in Loca Eusebii de bapmo Constantini / ad mortem usque dilato, infra seorsum discutien = / dæ.

fasc.40            4c. numerate.

c.162–165       Caput III.

                        Locorum Eusebii interpretatio prima: Lava= / crum Nicomediense non fuit verus baptismus, sed Pęnitentiae, aut Confrmationis sacramentum. Dum= / taxat Pia non vera.

fasc.41            6 c.[14]

c.165–[170]    Caput IV.

                        Interpretatio Secunda: lavacrum Nicome= / diense nil aliud fuit, quam solemnis, et pri= / mus Constantini catechismus. paucorum nec / vera, nec pia.

fasc.42            6 c.

c.171–[176]    Caput V.

                   Interpretatio III. Nicomediense Lava= /crum verum fuit, divinumque baptismi sacra= / mentum sed a Constantino ad mortem usque dilatum; de quo nihil […] adeo perspicue narravit Eusebius, ut nullum / dubitandi locum reliquerit. Plurimorum / est, sed non  omnium, / ut dictant Eusebiani.

fasc.43            7 c.                 

c.177–[183]     Caput VI.

                        Ex aliis Eusebii locis ostenditur mentem ejus / in Vita Constantini longe aliam fuisse ab inter= / pretatione tertia de sacramento baptismi ab eodem / usque ad extremum perducto.

fasc.44            7 c.non numerate.

c.[185–191v.]  Caput VII.

                   Interpretatio Quarta. Tertiae patrocinatur, et ant= / quam in seros annos Sacramentum baptismatis / rejiciendi quorumdam consuetudinem infirmis ar= / gumentis tuetur.

fasc.45            1 c.

c.[193]             Caput VIII.

                   Responsiones ad argumenta ab Auctoribus / tertię et quartę interpretationes proposita.

fasc.46            5 c. non numerate.

c.[195–199]    Caput IX.

                   Interpretatio Quinta. Naissense lavacrum / non est verum sacramentum, sed aliquis dum= / taxat simplex baptismus. Hęc interpretatio viam / asserit ad genuinam Eusebii mentem pernoscendam, / dumodo non semel tantum Constantinum, dum / viveret, accepisse huismodi baptismum intelli= / gatur.

fasc.47            5 c. non numerate.

c.[201–205]    Caput X.

                   Baptismus Nicomediensis refertur ad Baptis= / mum S.Ioannis, seu Iordanis.

A destra :       Interpret.o sexta. Nicomediense La= / vacrum ad baptismum illum, quem olim / Ioannes in Iordane ministrabat, longe alium / ab eo, quem Christus int. sacramento Ecclesię / reliquit, est referendum. Accedit ad / sententiam Eusebii.

fasc.48            1 c.

c.[207]          Caput XI.

                   De Veritate Baptismatis Ioannis, / eiusque inter Fideles usurpatione ad no= / stram usq. gratum ne dum ad tempora Con= / stantini valde celebri, atque frequenti.

fasc.49            1 c.

c.[209]          Caput XII.

                   Quę diximus de veritate, et celebritate / Baptismatis S. Joannis quàm benè con= / gruant historię lauacri a Constantino Ma= / gno Nicomedq suscepti, et ab Eusebio de= /scripti. Atque ita Interpretatio sexta sta= / bilitur, et velut optima confirmatur.

fasc.50            4 c. non numerate.

c.[211–214]    Caput XIII.

                   Interpretatio septima. Eusebius loquitur de Baptismo / Ioannis, sed nullum pręter hunc tribuit Con= / stantino Baptismum. Prima pars vera, falsa / altera.

fasc.51            4 c. non numerate.

c.[215–218v.] Caput XIV.

                   Interpretatio octaua: ex Nicomediensis la= / vacri loco, Nicomediensis quoque Minister infer= / tur: sed Dialectica, quam postea ipsi auctores / reprobant.

fasc.52            6 c. non numerate.

c.[219–224]     Caput XV.

                   Interpretatio Nona. Ab Aeretico Admi= / nistro contaminatum infertur Baptisma, et / Suscepientis miserabilis exitus. Adversatur pu= / blicę pietati , et comuni sententię.

fasc.53            6 c. non numerate.

c.[225–230v.] Caput XVI.

                   Interpretatio Decima, et ultima. Nicome= / diense lavacrum non tam fuit divini susceptio / baptismatis, quam eiusdem sacrilega iteratio. Auctor palinodiam cecinit.

fasc.54            1 c. numerata.

c.230               Caput XVII.

                   Controversiæ conclusio, et Nicomediensis / cum Romano atque naissensi baptismate / conciliatio.

Appendix.

De Orthodoxia, Sanctimonia, et Fide Historica Eusebij Cęsariensis, qui Nicomediensem, et supremum Constantini baptismum in Ecclesiasticos fastos invexit.

Cap. I. Propositæ disceptationis consilium.

Cap. II. De orthodoxia Eusebii.

Cap. III. De Sanctimonia.

Cap. IV. De Fide Historica.

 

 

Ms. Cic.  3220

 

Codice cartaceo di 32 fascicoli, ciascuno con  numerazione propria, mm. 292 x 202; sec. XVIII. Legatura in cartone con titolo al dorso:

Constant. / III.

fasc.1              5 c. non numerate.

                   Sopra il Battesimo di Costantino M.

fasc.2              16 c. numerate.

                   Pro Constantini Baptismo.

fasc.3              4 c. numerate da 92 a 95.

                   De Baptismo Constantini.

fasc.4              10 c. numerate da 171 a 180.

                   Del B.mo di Costantino M.

fasc.5              8 c. numerate da 223 a 230.

                   Caput II

                   Controuersia de Baptismo Constantini discussa.

fasc.6              2 c. di cui solo la prima numerata.

c.84–[85v.]      Applicanda Conuersioni S.Helenę Aug. / 18. Aug.

fasc.7              29 c. non numerate.

c.[1–4]          Baptisma Nicomediense.

c.[4v.–8v.]       Caput III. / Locoru Eusebij interpretatio prima; Lava / crum Nicomediense non fuit verus baptismus / sed poenitentię aut confirmationis Sacramentum.

c.[9–16]        Caput IV. / Interpretatio Secunda. Lavacru Nico = / mediense nil aliud fuit, qua solemnis, et / primus Constantini Catechismus Paucoru / nec vera, nec pia.

c.[16–23]         Caput V. / Interpretatio tertia Nicomediense / Lauacru ueru fuit, diuinumque / baptismi sacramentu sed a / Constantino ad mortem / usque delatu; idque / adeo perspicue narrauit / Eusebius ut nullu / dubitandi locu reliquerit. / Plurimoru est, sed non prorsu / omniu ut dictitant. / Eusebiani.

c.[23–29v.]      Caput VI. / Ex aliis Eusebij locis ostenditur mente / eius in Vita Constantini longe / alia fuisse ab interpretatione / tertia de Sacramento baptismi / ab eode usque ad extremu / perducto.

fasc.8              11 pp.

p.1                   Caput IV […]. / Caput V […]. [Sono cancellati. Il cap. VI manca].

                        Caput VII.

pp.1–2          Interpretatio quarta. Tertię patrocinatur et inte = / grum in suos annos Sacramentu Baptismatis / rejiciendi quomdam consuetudinem infirmis ar = / gumentis.

pp.3–11            Caput VIII.

Responsia ad argumenta ab / Auctoribs. tertię et quartę Inter = / pretationis. proposita.

fasc.9           7 c. non numerate.

                        Caput IX.

                   Interpretatio quinta. / Naissensi lauacro non Sacramenti veritas, / ed simplices dumtaxat eiusdam Baptismatu / ratio et tribuenda. Hęc Interpretatio gen uina /  Eusebij mentem incipit patefieri dummodo / huismodi Bapmu simplex unicus / tota uita fuisse non intelligitur.

fasc. 10         7 carte numerate + 3 c. non numerate.

                   Caput X. / Interpretatio sexta / Bapmus Nicomediensis …

fasc.11          1 c. non numerata.

                   Caput XI. / De Baptismate S. Ioannis, eiusq. Institutio- / ne et veritate, et celebritate usq: ad tempus / Constantini M., adque adeo ętatem nostram incustodita.

fasc.12          2 c. non numerate.

                   Capo … / Raccolta di alcune notizie istoriche intorno / al Fiume Giordano, e al famoso battesimo di Gio- / vanni, le quali seruono di primo, e rimoto / per intendere la vera mente di Eusebio Cesariense / nel passo oue discorre del Battesimo da Costantino / Imperatore descrito sino alla morte.

fasc.13          8 pp.

Caput. Bapmus Ioannis.

fasc.14          8 c. non numerate.

                        Caput XII. / Quæ constant de Instit.e, Veritate, et Celebritate Baptismatis S. Joannis quàm benè congruant Historia  Lavacri à Constanti / no M. Nicomediæ suscepti, et ab Eusebio Cæsariensi descripta.

fasc.15          12 c. non numerate.

                        Caput XI. Bapsmus S. Ioannis. Interpretatio septima, quod lavacrum decessuri Con = / stantini nil aliud fuerit, quam certa, et usitatissima Ec = / clesię Orientalis cęrimonia, sic ut ille absque baptismo / e vita migraverit, viam quidem sternit ad veram / interpretationem, ipsa vero improba est, et falsa.

fasc.16            1 c.

Caput XII. / Optima, et vera interpretatio, si dicatur: Eusebi / um sensisse a Constantino e vivis excessuro baptismum / fuisse susceptum, non eum, quem Christi, et Regenera = / tionis, sed quem Ioannis, et Poenitentiae sacrae Litterae / appellant.

fasc.17          4 c. non numerate.

                   Caput XIII. /Interpretatio septima: ex  Nico= / mediensibus  lavacris loco [illeggibile] deducitur / et Nicomediensi Minister: sed Dialectica / quem postea ipsi auctores.

fasc. 18         7 c. non numerate.

                   Caput XIV. / Interpretatio Octava: Ab Heretico Administro / contaminatum infertur Baptisma, et Suscipientis Mi = / serabilis exitus.

fasc.19          10 pp.

                   Caput XV.   Interpretatio Nona et Ultima; Nicomediense Lavacrum non tam fuit diuini Susceptio Ba = / ptismatis, quam eiusq. Sacrilega Iteratio.

fasc.20            5 c. non numerate.

                        Caput XIV. / Sententia de Bapmo Constantini usq: ad  / supremum uitæ tempus dilato explicatur: / et Testimonia quib: innititur in mediun / proferuntur.

fasc.21            5 c. non numerate.

                        Diluuntur nonnulla Constantini / Sanctimonia aduersantia, quæ perpe= / rum aliqui ab Eusebij loco de Nicome= / diensi baptismate / deduxerunt

fasc.22            5 c. non numerate.

Caput XVII.

[cancellato].

fasc.23            10 c. non numerate.

Caput XVIII. / Soluuntur quædam dubia de / Constantini Baptismate secundu /Eusebianoru Sententiam.

fasc.24            6 c. non numerate.

                        Caput XV.

Eusebium Lauacri Nicomediensi nomine / haud intellixisse Baptismi Sacramentum, / sed aliquid aliud à Bapmo Naissitano, et / Romano eius. diversum.

fasc.25            2 c.

                        Cap. III.et IV.

fasc.26            7 c. non numerate.

De Tertio Constantini M. Imp. / Baptismate; / Nicomedię in Bythinia celebrato. / Caput XIV.

fasc.27            pp. numerate da 15 a 16 e da 7 a 12.

Caput IV. / Vehementer hallucinantur ii qui  male de / Eusebio sentientes ejus de baptismo Constantini / sententiam modis ab hujus pietate, et illius ingenuitate / prorsus abhorentibus interpretantur.

fasc.28            1 c.

Prima interpretatio refellitur de permissa Constantini / tempore baptismum differendi ad extremum usque spiritum / consuetudine.

fasc.29            2 c. non numerate.               

Caput III. /Vnde factum ut Eusebiani descriptum locum expli = / cantes in tot, tamque contrarias opiniones distrahantur.

fasc.30            2 c. non numerate.

EUSEBIOU TOU PAMFILIOU É EIS TON BION TOU MAKARIOU É KWNSTANTINOU tou' basilevw" É LOGOS TETARTOS É kefavlaion a.

fasc.31            3 c. non numerate.

                        Riflessioni / per il Capo Penultimo.

fasc.32          5 c. non numerate.

Caput. / Animadversiones in Titulum De Veritate / Interpolatione, et Auctore.

fasc.33            2 c. non numerate.

                        Annotationes, et Varia.

                  

fasc.34          13 c. non numerate.  

La Controuersia sopra / il Battesimo di Costantino Magno / con un progetto di conciliare li / diuersi pareri.

 

 

 

Ms. Cic. 3221

 

Contiene 10 fascicoli di misure varie, legati insieme, ciascuno con numerazione propria, mm. 295 x 215, sec. XVIII. Legatura in cartone. Il titolo è illeggibile.

fasc.1              4 c. numerate da 155 a 158.

S.Helena / De Historiographis Britannis, qui scripserunt S. Hele / nam, et, Constantinu Britannos fuisse. Judicium Sauiorum / Britannoru mendaces eos, et fabularum fabros fuisse pag.a / 261. Ex Hist.a Britannica.

fasc.2              6 c. numerate: 8, 17–21.

                        Conuersio S. Aug.ę Helenę

fasc.3              2 c. non numerate.

Ex. Ms.o Vallicellano pag. C II. 102 / in Festivitate sctę Helenę

fasc.4              1 c. [verosimilmente conteneva altre c., ora perdute]

fasc.5              5 c. numerate. 372 a 377.

Festa di S:a Elena si celebra li 8 di Febraro nel Mon:o di Trebigne.

fasc.6              1 c.

                   Index Capitu / Vitę S.Helenę

                   [v. intra, fasc. 9].

fasc.7              1 c. numerata 78.

                        S.Helena.

fasc.8              2 c. numerate 261–262.

                        [a ciascuna c. è incollato un foglio].

                        D e S.tę Helenę [illeggibile] / Index.

fasc.9              52 c. numerate da 5 a 56.

c.5–10v.          caput… / S.Helenę Mtr s Constantini / Magni Patria, et Nuptię

c.11–15v.        Caput III. / De S. Helena Constantini Magni / Matre, Illyrica, Dalmatica, Brettiana, / et non Britanna, et multo minus Bythina.

c.17–24v.        Caput IV. / De Genere, Connubio, Prole, Re = / pudio, Reditu, et Obitu Helenę

[tra c. 21–22 inserite 2 c.].

                        S.Helenę patria, et / Nuptię

c.25–25v.        Bayerlink.

c.27–36           S.Helena Mat. Constantini.

c.38–40           Excerpta de Elena […] à Baronio.

c.41–47v.        Ex […] Vita S.Constantini / Magni Imperat. et S. Helenę Matris.

c.49–51v.        Continuatione d.a Vita di S. Helena.

c.53–55v.        De S. Macario Hier. ep.o qui interfuit Crucis / Inventioni, Die eius Natali 10. Maÿ.

fasc.10            46 c.numerate da 105 a 150.

c.105–106       Brachia Insulae Illyrici.

c.106               carta sciolta contenente un indice di fonti.

c.107–108v.    Historia Anglicana Ecclesiastica […] / De Helena Constantini Matre / caput XIIII

c.111–115       Historia Anglicana Ecclca à primis gentibus susceptę / fidei incunabulis ad nostra ferè tempora deducta …

c.116–119v.    Cap:2. De Fide xpna […] imperante / Lucio in Britania suscepta …

c.120–121       Ex Petro Natali / In Festo Inventionis S. Crucis.

c.123–125v.    ancora sull’Invenzione della Croce.

c.126–126v.    [cancellato]

c.127–128       De Constantio et Constantino / ex Nicephori Historia.

c.129–132v.    Caput II. / Constantius […] amplectitur xpna Religione

c.133–138v.    Caput 2. / De Constantio, alijs Constantino Chloro, / Constantini Magni Genitore Illyrico, / Dardano, Nisiensi.

c.141–150v.    Della Conuersione di Costanzo, Costantino / Elena, e degli altri loro Famigliari.

 

 

 



 

[1] Sulla storia del Museo Correr v.: P. Molmenti, Il Civico Museo Correr nella sua nuova sede, “Rivista Mensile della Città di Venezia”, I (1922), 9, 1-8; M. Brunetti, Guida del Museo Civico Correr, Le collezioni storiche, Venezia, C. Ferrari, s. d.; T. Pignatti, Il Museo Correr, Bergamo, Istituto Italiano di Arti Grafiche, 1958; D. Sutton, Teodoro Correr and his Museum, “Apollo”, 1975, 9, 156-163; Una città e il suo museo, Un secolo e mezzo di collezioni civiche veneziane, a c. di G. Romanelli, Venezia, Museo Correr, 1988.

 

[2] Dal 1993 chi scrive si dedica – chi a tempo pieno (MMF), chi saltuariamente (GG) – alla catalogazione e all’edizione dei documenti, conservati nel Museo Correr, riguardanti i Balcani, l’Europa Centro-Orientale ed il Mediterraneo: M. M. Ferraccioli, Libri e manoscritti della Biblioteca del Museo Correr di Venezia riguardanti i Paesi dell’Oltre-Adriatico, a cura di G. Giraudo, Roma, Società Dalmata di Storia Patria, I, 1994, XVI+194 pp.; II, 1995, VIII+313 pp.; M.M. Ferraccioli, G.Giraudo, Documenti sui rapporti tra Venezia e Ragusa nella Biblioteca del Museo Correr di Venezia , “Atti e Memorie della Società Dalmata di Storia Patria”, XX (1997), 111-163; M.M. Ferraccioli, La Dalmazia antica e tardo-antica nei documenti della Biblioteca del Museo Correr di Venezia, “Atti e Memorie della Società Dalmata di Storia Patria”, XXI (1998), 19-31; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Documenti riguardanti l’Albania nella Biblioteca del Museo Correr di Venezia, in Albania, Storia, immagini e documenti dalla Biblioteca Marciana e dalle collezioni del Museo Correr di Venezia, Tirana, Istituto Italiano di cultura, 1998, 80-109; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, La bisaccia del mercante: merci e libri da una sponda all’altra dell’Adriatico, “Letterature di Frontiera”, VIII (1998), 1–2, 57-68; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Manuscripts on the Relations between Venice and Dubrovnik at the Museo Correr in Venice, “Diplomatic Academy Yearbook”, III (1998), 203-211; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Mercanti (e) Ebrei tra Venezia e la sponda orientale dell’Adriatico: documenti dalla Biblioteca del Museo Correr e dall’Archivio “Renato Maestro” della Comunità Ebraica di Venezia, in Le due sponde del Mediterraneo, L’immagine riflessa, Trieste, E.U.T., 1998, pp. 295-325; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Documenti riguardanti i rapporti tra Venezia e la Polonia nella Biblioteca del Museo Correr di Venezia, a c. di G. Giraudo, pref. di L. Calvi, Padova, E.V.A., 1999; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Il Codice Cicogna 2738 del Museo Correr di Venezia, “Annuario dell’Istituto Romeno di Cultura e di Ricerca Umanistica di Venezia”, I (1999), 51–67; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Documenti riguardanti le terre dell’attuale Ucraina nella Biblioteca del Museo Correr di Venezia, in L’Ucraina del XVIII secolo, crocevia di culture, a cura di A. Pavan, M.M. Ferraccioli e G. Giraudo, Padova, E.V.A. 2000, 80-94; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Manuscrits vénitiens concernants les Pays Roumains dans la Bibliothèque du Museo Correr de Venise (XVI–XVIII siècles), “Annuario dell’Istituto Romeno di Cultura”, II (2000), 143-153; Il Festino d’Europa ed altre Pasquinate, in Miti anticho e moderni tra Italia ed Ucraina, a cura di Ks. Kostantynenko, M.M. Ferraccioli e G. Giraudo, I, Padova, E.V.A., 2000, 123-128; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Sulla via di Costantinopoli: un Veneziano attraversa le terre romene, “Annuario dell’Istituto Romeno di Cultura”, III (2001), 132-161; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Daghe al can che xè rabioso, Satire contro i Gesuiti all’epoca della soppressione dell’Ordine, in  Le minoranze come oggetto di satira, I, Padova, E.V.A., 2001, 134–179, I–VIII; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Respublica versus Imperium, Morte di due Repubbliche…, in  Polonia 1795 / Venezia 1797, Morte ed eredità di due Repubbliche, a cura di H. Samsonwicz, Warszawa 2002, 289–433; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, La Tunisie, la guerre et la paix dans le Journal du capitaine Paravia, dalmato–corphiote, “Letterature di Frontiera”, XII (2002), 1, 101-111; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Bourguiba et la Tunisie dans la presse italienne, Quelques échantillons, in Mécanismes du pouvoir à l’époque de Bourguiba en Tunisie et dans le monde arabe, sous la direction du Prof. A. Temimi, Zaghouan, FTERSI, 2003, 17-31; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, A. Pavan, Dizionario dei termini riguardanti gli Ebrei nei documenti veneziani, secc. XVII–XVIII, Napoli, Scriptaweb, 2003; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Expirantis Transilvaniae Gemitus: un manoscritto veneziano dell’inizio del XVIII secolo, in: Dall’Adriatico al Mar Nero: veneziani e romeni, tracciati di storie comuni, a cura di G. Arbore Popescu, Roma, C.N.R., 2003, 140-149; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, A. Pavan, Entre esprit de croisade et vision géopolitique, Une lettre de Minuccio Minucci sur les Tatares, “Eurasian Studies”, II (2003), 2, 165-196; M.M. Ferraccioli, Libri e manoscritti riguardanti le terre dell’Oltre Adriatico nella Biblioteca del Museo Correr a Venezia (sec. XVI–XVIII), a cura e con un’introd. di G. Giraudo; V,  Fondi Correr, Dolcetti, Gherro, “Atti e Memorie della Società Dalmata di Storia Patria”,  XXV, N.S. XIV (2003), pp. 91-152; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Tra spirito di crociata e visione geopolitica, Valacchia, Moldavia e Transilvania nel carteggio di Minuccio Minucci, “Annuario dell’Istituto Romeno di Cultura e di Ricerca Umanistica”, V (2003), 369-377; M.M. Ferraccioli, G. Giraudo, Catalogue des manuscrits vénitiens concernant les Pays du Maghreb dans la Bibliothèque du Museo Correr à Venise, “Revue d’Histoire Maghrébine”, 115 (2004), 81-145.

 

[3] Gli unici fondi di cui esiste una descrizione a stampa moderna sono l’Archivio Morosini Grimani (Inventari dei manoscritti delle Biblioteche d’Italia, LXVIII, Firenze, Olschki, 1) ed il fondo Venier (G. Pontillo, Catalogo dei manoscritti del Fondo Venier nella Biblioteca del Museo Correr di Venezia (sec. 14.–16.), tesi di laurea, Università di Venezia, A. A. 1998/99; vi sono inoltre: indice dattiloscritto e catalogo a schede manoscritte del fondo Provenienze Diverse; descrizioni manoscritte dei fondi Gradenigo Dolfin (3 voll.) e Vucovich Lazzari (1 vol.); descrizione manoscritta del fondo Donà dalle Rose (4 voll.) e catalogo moderno parziale (L. Piccin, Catalogo dei manoscritti cartacei del 16.–17. secolo del Fondo Donà dalle Rose, tesi di laurea, Università di Venezia, A. A. 1995/96; descrizione manoscritta (1 vol.) e catalogo a schede manoscritte del fondo Correr; catalogo a schede manoscritte, nonché due serie di Descrizioni (voll.) e Indici (voll.) , curate dallo stesso Cicogna del fondo Cicogna; cataloghi a schede manoscritte dei fondi de Lazara Pisani Zusto, Gherro e Epistolario Moschini.

 

[4] Dizionario Biografico degli Italiani [più oltre citato: ADB], Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, XLV, 1996, pp. 47-50.

 

[5] CATALOGO / DELLA BIBLIOTECA / DI / EMANUELE CICOGNA / DI / VENEZIA / CODICI MANOSCRITTI …, II, c. 358.

 

[6] Nota a margine del Cicogna: «E’ certo finalmente che nella eredità Coleti, ossia dopo la morte del p. Giacomo avvenuta nel 1827, e dopo la morte di don Andrea suo fratello avvenuta pochi anni dopo, non si trovò alcun codice che si potesse dire del compendio de’ trecento».

 

[7] Ms. Cic. 3218, c. 1-6. seguono le note del Cicogna al proprio testo:

1)T. V. Illyr. Sacr. nella Vita del Farlati scritta dal p. Coleti e T. I: della stessa opera a p. XVI della vita del Riceputi scritta dal Farlati.

2) Vol. I. dell’Illyr. Sacrum. p. XVI e Prospectus Illyr. Sacri. del P. Riceputi 1720 e ristampa del 1738.

3) Farlati vol. I. p. XXV. Sul Battesimo di Costantino vedi l’opera Historia Sacra de Baptismo Constasntini Max. Augusti autore Mathia Fuhrmann austriaco. Vienna aust. 1742 1746. Tomi due in 4.

4) Farlati T. I. p. XXV.

5) ivi.

6) T. V. del Farlati alla vita di Cos.

7) T. VIII Illyr. Sacr. in fine della prefaz.e al Martirologio.

8) Giornale delle Provincie Venete. Treviso 1820 volume XV– e Valentinelli Specimen. p. 72. num. 215. ed anche articolo necrologico del P. Giannantonio Moschini pel P. Jacopo Coleti. inscrito a p. 497. del T. XVI delle Memorie di religione. Modena 1830–

9) T. I. Illyr. S. p. XXVI.

10) Che nella eredità de’ fratelli Coleti non siasi trovato alcun manuscritto che si possa senza dubbio dire del compendio di quelli raccolti dal Riceputi e dal Farlati lo prova il fatto seguente ufficiale. Nel 1832 il Supremo Cancelliere di Vienna interessava il Governatore delle Provincie Venete Conte di Spaur a far rintracciare se le carte lasciate da’ fratelli Coleti esistessero alcuni manuscritti relativi alla Storia dell’Illirico prelevati dagli archivi di zara, e affidati verso regolare ricevuta agli ora defunti istoriografi Farlati, Riceputi e don Giacomo Coleti; e aggiungeva che questi manuscritti interesserebbero molto all’aulico dicastero.

Il Governatore incaricò primieramente la direzione Generale di Polizia a prendere all’uopo gli opportuni concerti col Tribunale Civile di Prima Istanza di Venezia pel rinvenimento di tali manuscritti. E il Tribunale prima di fare alcuna indagine richiese alla direzione Generale la copia autentica della ricevuta o di altro regolare elenco che facesse conoscere al Tribunale di quali precisi atti si ricerca la restituzione. Ciò comunicato dalla direzione generale al Governatore, questi si rivolse in secondo luogo al Tribunale di appello riflettendo che non saprebbe procurarsi questa Ricevuta se se non se dal Governo della Dalmazia con sensibile perdita di tempo e forse anche senza alcun effetto mentre l’indicazione contenutavi potrebbe essere troppo vaga, o non si potrebbero rinvenire le carte defidenti; e quindi pregava l’Appello ossia la Presidenza dell’Appello a fare adirittura ispezionare le carte dell’eredità Coleti, e sapere se vi siano documenti relativi alla Storia dell’Illirio, di quali oggetti trattino, e se portino qualche indizio di appartenenza ad un pubblico archivio.

Il Tribunale di Appello ordinò al Tribunale Civile d’informare sull’anzidetta ricerca, avendo esso Tribunale Civile ventilata l’eredità di cui si tratta.

Il Tribunale Civile riassumendo le notizie avute dalla direzione generale di Polizia che l’Archivio di Zara aveva negli anni addietro affidati, verso regolare ricevuta alcuni documenti manuscritti relativi ai rapporti che esistevano nel medio evo fra l’Ungheria e la Dalmazia, agli ora defunti istoriografi Farlati Riceputi e don Giacomo Coleti, e come questi documenti erano stati or ora richiesti dalla direzione Generale di Polizia col mezzo del Governatore delle Provincie venete, diceva che nella eredità Coleti esistono bensì varii manuscritti chiusi sotto giudiziale amministrazione, ma che non erano ancora stati inventariati, sì per mancanza di tempo, come anche perchè non interessava tale inventario direttamente alle liste dell’amministrazione. Sogguingeva che, perché non riuscisse vana la ricerca in una farragine di carte confuse e non elencate, sarebbe desiderabile di avere la copia dell’apposita ricevuta esistente nell’Archivio di Zara rilasciata dalli suddetti istoriografi.

Il Tribunale d’Appello rinnovò la domanda al Tb≠l Civile ordinandogli di esporre quali ostacoli veramente si frapponessero ad incontrare o in tutto o in parte la ricerca del Governatore.

In questo mezzo il Governatore pregava all’Appello di sollecitare il riscontro, e dargli // un qualche certo avviso per sua e per notizia del Signor Supremo Cancelliere che tanto s’interessava per questo argomento. L’Appello rispose che aveva ordinate le informazioni.

Il Tribunale Civile replicando, giustificava di non aver fatto l’inventario delle suddette carte al momento della ventilazione ereditaria perché non era urgente il farlo; ripeteva che senza aver sott’occhio la Ricevuta non si potrebbe sapere categoricamente quali sieno le carte richieste, e si intraprenderebbe una grossa inutile fatica.

Peraltro per obbedire all’ordine implicito di esaminare le carte anche senza la Ricevuta, dopo alcuni giorni partecipava che fu eseguito l’inventario; ma che non si rinvenne verun documento relativo alla Storia dell’Illirico, e accompagnava in prova il Rapporto e Protocollo del Commissario a ciò incaricato.

Allora il Tribunale di Appello rescrisse al Governatore di conformità, attestando che nulla si era rinvenuto.

Dal 1832 in poi nulla più si è indagato.

11) Il fu don Iacopo Coleti aveva intenzione di donare altri mss. ossia spogli fatti dal Riceputi, Farlati, e da se, al Seminario di Venezia, oltre quelli dati al Seminario di Padova, e questa intenzione l’aveva più volte spiegato all’Abate, poscia Canonico, Giannantonio Mochini suo grande amico.

Ma un impreveduto avvertimento distorse l’animo del buon vecchio Coleti dalla sua intenzione. Essendo morto nel 1824 il celebre abate Benedettino Giuseppe Marin Pujati che donò i suoi libri al Seminario di Venezia, e al quale un bell’elogio lesse il Moschini, e stese un’articolo necrologico sulla pubblica Gazzetta, tanto spicque al Coleti, che dal Moschini si facessero così solenni laudi a uno da tutti conosciuto per Giansenista, che cambiò idea, né volle più donare al Seminario i codici suddetti; contentandosi piuttosto di darne alcuni alla Marciana come l’Italia Sacra con giunti mss. di don Domenico Coleti e di lui, l’Illiricum del Farlati pur con giunti mss.i, e altri ad altri, e forse allo stesso Corrier – cosicché mi assicura il chiariss. Bibliotecario del Seminario don Antonio Rossi che nulla c’è del Riceputi, del Farlati e del Coleti in quella Biblioteca relativamente all’Illiricum Sacrum.

12) Per gentilezza del chiariss. Bibl.o Valentinelli posso dar qui ragguaglio delle materie contenute negli undici volumi donati nel 1818 al Seminario di Padova dall’ab. Coleti. Questi undici volumi comprendono dieci parti, giacchè la nona è suddivisa in due.

I. Monumenti per la Storia di Spalato.

II. Monumenti per la Storia di Curzola, Marcana, e Trebigne, Stagno e Meleda.

III. Monumenti per la Storia di Cattaro.

IV. Monumenti per la Storia di Scutari.

V. Monumenti per la Storia di Traù.

VI. Monumenti per la Storia di Ragusa.

VII. Monumenti per la Storia di Strigonia città dell’Ungheria.

VIII. Monumenti per la Storia di Colovia in Ungheria.

IXa. Monumenti per la Storia di Antivari.

IXb. Monumenti per la Storia della Bosnia, Repubblica di S. Marino, Zara, Veglia.

X. Monumenti per la Storia di Antivari […].

                        Questo codice con un ricco Indice accuratamente redatto (dice il Valentinelli) potrebbe divenire di non leggero interesse se mai non si pubblicasse ed avesse fatalmente a perire.

Il Tomo VIII tuttora inedito. Intanto credo opportuno d’indicare in qual volume trovinsi i monumenti de’ luoghi ch’io accenno con ordine alfabetico; ciò rendendosi necessario, dacchè nel manuscritto non sempre regna quell’ordine rigoroso ch’è accennato dal titolo.

13) Dalle Lettere da me possedute del già Bibliotecario della Fontaniniana in S. Daniele don Giangirolamo Coluta dirette al padre Iacopo Coleti nel 1795 si rileva che in quest’anno il Coleti fece dono a quella insigne Biblioteca di varii manuscritti del P. Farlati, e spezialmente del carteggio originale del Riceputi e del Farlati.

 

[8] Ms. Cic. 3220, fasc [], c. [1].

 

[9] Vittorio Amedeo II, dopo aver abdicato a favore del figlio, Carlo Amedeo III, avendo cercato di ingerirsi ancora negli affari di Stato, venne arrestato e trasferito a Moncalieri, dove rimase sino alla morte.

 

[10] Ms. Cic. 3220, fasc. 1, c. 1–1v.

 

[11] Ms. Cic. 3220, fasc. 1, c. 1v.–3.

 

[12] Prospectus …, cit., pp. 5–6.

 

[13] ADB, XLV, p. 48.

 

[14] E’ ripetuto il numero di c. 165.