N. 4 – 2005 – Cronache

 

XVI Convegno Internazionale di Studi “l’Africa Romana”

 

Mobilità delle persone e dei popoli,

dinamiche migratorie, emigrazioni ed immigrazioni

nelle province occidentali dell’impero romano

 

Rabat, 15-19 dicembre 2004

 

 

Rispettando l’ormai tradizionale collocazione biennale, si è svolto tra il 15 e il 19 dicembre 2004 a Rabat, in Marocco, il Convegno Internazionale di Studi “L’Africa romana”. L’incontro, giunto alla sua sedicesima edizione, ha avuto per tema la «Mobilità delle persone e dei popoli, dinamiche migratorie, emigrazioni ed immigrazioni nelle province occidentali dell’impero romano». 

Numerose anche in questa occasione le istituzioni che hanno permesso lo svolgimento del simposio, che si è fregiato dell’Alto Patronato di S.M. il Re Mohamed VI e, ancora una volta, di quello del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi. Ma significativi – ed è doveroso ricordarli tutti - sono stati anche il patrocinio del Ministero per gli Affari Esteri, del Ministère des Affaires Etrangères, del Ministère de la Culture, del Ministère de l’Éducation Nationale, de l’Enseignement Supérieur, de la Formation des Cadres et de la Recherche Scientifique del Marocco, e dell'Association Internationale d’Épigraphie Grecque et Latine (A.I.E.G.L), dell'Istituto di studi e programmi per il Mediterraneo di Sassari.

Oltre che dall’Università degli Studi di Sassari, un contributo finanziario è stato concesso anche dal Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca, dalla Fondazione Banco di Sardegna, dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato di Sassari, dall’Institut National des Sciences de l’Archéologie et du Patrimoine di Rabat, dall'Université Hassan II de Mohammedia. La Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari ha erogato 20 borse di studio per studenti, con un incremento di 4 borse da parte dell'ERSU. Il dottorato di ricerca su “Il Mediterraneo in età classica: storia e culture” ha concesso un finanziamento per la mobilità dei dottorandi (in numero di otto).

Preziosa, infine, si è rivelata anche la collaborazione dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente di Roma, del Dipartimento di scienze umanistiche e dell'antichità dell'Università di Sassari, del Dipartimento di Filologia classica, Glottologia e Scienze storiche dell’Antichità e del Dipartimento di Scienze archeologiche e storico-artistiche dell’Università degli studi di Cagliari, delle Soprintendenze archeologiche della Sardegna, dell'Istituto Italiano di Cultura presso l'Ambasciata d'Italia di Rabat.

 

La scelta della capitale del Marocco come sede dell’incontro – scelta già annunciata nel corso dell’edizione di Tozeur nel 2002 -, non è stata casuale. Rabat non conserva solo le rovine dell’antica colonia di Sala ma si può a ragione considerare oggi, insieme all’intero Marocco, simbolo di tutti i  luoghi d’incontro di civiltà e popoli diversi, crocevia di culture spesso distanti fra loro. La terra della Mauretania è stata nei tempi antichi anche questo, una terra di scambi culturali, di passaggio di popoli e persone, che rientra in «un’area del Mediterraneo - come ha osservato Attilio Mastino, ancora una volta vero promotore dell'iniziativa - che oggi come nell’antichità è uno dei punti cruciali d'incontro tra civiltà, un luogo collocato al centro di dinamiche sociali e culturali di grandissima rilevanza per l’uomo di oggi».

Il tema generale di questa edizione de "L'Africa romana", permette di inserire a pieno titolo la quattro giorni di Rabat in un ampio panorama di studi, già gravido di risultati importanti e numerosi e di spunti che ancora possono essere sviluppati; e non può essere diversamente, se si valuta la tematica in un'ottica più ampia, più moderna, si direbbe anzi di forte attualità, che all’inizio del III millennio meritava una profonda rivisitazione. D'altra parte è oggi più che mai necessario fare i conti con elementi nuovi, come le ondate migratorie sempre più costanti e complesse nelle cause e nelle conseguenze; gli effetti della globalizzazione; la ricerca sulle identità locali, in un momento in cui tutto, forse troppo semplicisticamente, viene ricondotto al "conflitto di civiltà": senza che di queste civiltà poi se ne studino a fondo le origini, se ne discutano, se ne comprendano le antiche dinamiche, che le portarono già nei tempi antichi a scontrarsi e ad incontrarsi. Anche in questa direzione il convegno ha raggiunto un importante scopo, fornendo l'esempio di come sia possibile sviluppare confronti fra popoli e civiltà in modo pacifico e amichevole, attraverso un incontro scientifico che ha avuto per protagonista la storia.

D'altronde, che il problema della mobilità nel mondo antico, in Africa come in Occidente, sia oggi inteso come strumento di contatto e collaborazione, è un dato ormai affermato nel panorama scientifico. Visto non solo sotto l'aspetto culturale ma anche sociale ed umano, il tema delle migrazioni dei popoli, degli spostamenti delle genti, dei viaggi delle persone è stato argomento di numerose iniziative culturali svoltesi in Italia e in tutta Europa; se ne ricorderanno tre: il II Incontro Internazionale di storia antica (Borghesi 2004) promosso dal Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del Medioevo dell’Università di Genova e dal Dipartimento di storia antica dell’Università di Bologna, dedicato al tema Migrazione di popoli, viaggi di individui, circolazione di idee nel Mediterraneo antico, svoltosi a Genova tra il 6 e l’8 ottobre 2004; il V incontro su La mobilité des personnes en Méditerranée, de l’antiquité à l’époque moderne, svoltosi a Napoli nel dicembe 2004 e dedicato in particolare ai documenti di identificazione ed alle forme di falsificazione; infine, i seminari di Aix-en-Provence (febbraio e novembre 1999), i cui atti sono stati recentemente editi nel 37° volume della rivista “Antiquités Africaines” intitolato Peuplement et mouvements de population en Afrique du Nord antique et médievale.

 

Sul piano prettamente scientifico le quattro intensissime giornate di studio, sospese solo in occasione delle splendide escursioni a Sala e a Volubilis, sono state caratterizzate da relazioni ricche di spunti e dati inediti, di informazioni e nuove interpretazioni, che autorizzano senza dubbio a eleggere questa edizione de "L'Africa romana" come una tra le più ricche. Ai lavori hanno preso parte oltre 250 studiosi provenienti da 16 paesi, dal Marocco, dall’Algeria, dalla Tunisia, dall’Egitto, dall’Egitto, dalla Francia, dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Svizzera, dalla Germania, dalla Gran Bretagna, dalla Finlandia, dagli Stati Uniti, dal Canada, da Malta, infine dall’Italia, con una ventina di diverse Università.

Le relazioni sono state in totale 111; di queste, 43 sono rientrate nella prima sessione dedicata al tema “Mobilità delle persone e dei popoli, emigrazioni ed immigrazioni nelle province occidentali dell’impero romano”, e dove è prevalsa un'attenzione significativa per temi quali la mobilità delle persone, gli scambi di popolazione tra province, le popolazioni rurali, il nomadismo: i contatti ed i conflitti.

   Nella II sessione dedicata alle relazioni del Nord Africa con le altre province, le comunicazioni sono state 25; 10 nella III sessione, dedicata ai nuovi rinvenimenti epigrafici, alcune caratterizzate da pregevoli novità, dalla Cirenaica fino a Volubilis.

Particolarmente interessante è risultata soprattutto la IV sessione, in cui si sono dibattuti i molteplici aspetti generali, istituzionali, storici, con 33 comunicazioni lette e discusse.

A margine del convegno, anche la presentazione di volumi (come gli Atti del Convegno L’Africa romana, XV, editi da Carocci, Roma 2004, o il volume di Antiquités Africaines, 37, 2001: Peuplement et mouvements de population en Afrique du Nord), ma anche mostre fotografiche e posters (tra le quali quelle dedicate a Las casas de los extranjeros en la Colonia Augusta Firma Astigi (Ecija, Sevilla – España) e alle Prospezioni geofisiche di insediamenti rurali di età punica in Sardegna).

Le giornate di Rabat sono state davvero «un momento straordinario di riflessione, di aggiornamento e di studio - come ha sottolineato Attilio Mastino - ma soprattutto una storica occasione di incontro tra specialisti delle più diverse discipline, tra persone di formazione diversa, riconosciuti maestri e giovani ricercatori animati da uguali entusiasmi e passioni, che ormai hanno costituito una rete che resterà attiva anche in futuro». Ma il convegno de "L'Africa romana", con le sue discussioni affrontate dalle angolazioni diverse dello storico, del giurista, dell’epigrafista, dell'archeologo, ha avuto soprattutto un grande merito: cioè quello di portare la discussione ancora una volta sul suolo africano, col concorso e l'aiuto di molte istituzioni del Marocco, e anche questo è senza dubbio un ulteriore elemento da sottolineare nella direzione del dialogo fra le civiltà, i popoli, gli uomini.

Molti fra i lavori presentati hanno messo in luce le tante anime che permeano spesso le ricerche storiche, archeologiche, epigrafiche, mostrando soprattutto la complessità ma anche la convergenza dei temi, dei metodi, delle prospettive e dei programmi di ricerca. E non deve sorprendere se, oltre alle puntualizzazioni cronologiche, a tematiche originali e poco frequentate, hanno trovato ampio spazio in numerose relazioni anche l’attenzione per la tutela per la salvaguardia dei beni culturali e la denuncia per le situazioni di abbandono e di degrado; a queste comunicazioni va anche il merito di aver testimoniato il crescente grado di attenzione per i monumenti archeologici in tutto il Maghreb, grazie all’azione dei Ministeri, degli Istituti e degli Enti preposti alla tutela.

L’appuntamento è ora tra due anni, nel dicembre 2006, forse a Siviglia in Spagna o ancora nel Maghreb, dove si discuterà probabilmente di ricchezze dell’Africa. Risorse, produzioni, scambi, con specifica attenzione per i problemi dello schiavismo.

 

 

Antonello Sanna

Università di Sassari