DA ROMA ALLA TERZA ROMA
XXXVIII SEMINARIO INTERNAZIONALE DI STUDI STORICI
Campidoglio, 20-21 aprile 2018
Vicepresidente del Dipartimento sinodale per l’istruzione
religiosa e la catechesi del Patriarcato di Mosca
Superiore del Monastero della Dormizione di Lipeck
ICONA MIRACOLOSA DI MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO DENOMINATA "I SLOVO PLOT’ BYST’” (E IL VERBO SI FECE CARNE) (GV. 1.14), "ZNAMENIE" (IL SEGNO) DI ALBAZINO, UNA DELLE TESTIMONIANZE DELLA GRAZIA DIVINA PER LA CHIESA E TUTTI I CRISTIANI, PER L’IMPERO RUSSO E IL SUO ESTREMO ORIENTE, IN RELAZIONE AL RUOLO PACIFICATORIO DEL TRATTATO DI NERČINSK (1689)
Il culto di Maria Santissima Madre di Dio da parte dei cristiani è indissolubilmente legato con l’intercessione della Madre del Salvatore del mondo a favore di coloro che in circostanze difficili le rivolgevano ferventi preghiere. Un culto particolare è riservato alle icone e agli oggetti sacri che, in risposta alle preghiere, hanno contribuito alla salvezza di città e di popoli interi da calamità, epidemie, guerre, fino al ristabilimento della pace e al rafforzamento della fede cristiana. Ciò è avvenuto nel corso degli anni che vanno dalla Prima Roma alla Nuova Roma (Costantinopoli) e oltre, verso la Terza Roma, dove molti di questi oggetti sacri ancora si trovano.
Così, in particolar modo a Roma, è oggetto di grande devozione l’immagine della Madonna della Basilica di Santa Maria Maggiore detta “Salvezza del popolo romano”, la cui fama risale all’anno 590, quando Papa Gregorio Magno (San Gregorio, Dialoghi) la portò in processione per Roma, colpita dalla peste e riuscì a fermare l’epidemia. A Costantinopoli era oggetto di particolare devozione l’immagine della Madre di Dio detta “delle Blacherne”, portata in processione lungo le mura della città per fermare l’invasione barbarica del 626. Innumerevoli sono gli esempi delle immagini miracolose della Madre di Dio in Russia: l’icona di Vladimir, di Kazan, del Don e altre sono diventate testimonianze della grazia divina su Mosca Terza Roma e la sua gente, per la quale le parole del Vangelo «Senza di me non potete far nulla» (Gv. 15.5), sono diventate fondamento della vita privata, familiare e pubblica.
Particolarmente diffuso nell’Estremo Oriente russo è il culto dell’icona della Madre di Dio di Albazino "Il Segno", detta “Il Verbo si fece carne”, la cui realizzazione sulle rive del fiume Amur e il cui nome (“di Albazino”) sono direttamente collegati agli eventi che hanno portato alla firma del Trattato di Nerčinsk. Nel 1665 l’icona fu portata in segno di benedizione del villaggio di Albazino, ricostruito dai Cosacchi dopo la distruzione dell’omonima fortezza da parte dell’esercito cinese, e subito dopo posta nel Monastero maschile del Salvatore misericordioso fondato nei pressi della fortezza. Nel 1685, quando il monastero fu distrutto dai Cinesi, che avevano assediato Albazino, l’icona non fu danneggiata, ma fu trasferita a Sretensk, a meno di 100 km da Nerčinsk, dove dopo alcuni anni sarebbe stato sottoscritto il Trattato di pace tra Russia e Cina. Successivamente l’icona fu trasferita a Blagoveščensk, capoluogo del Territorio dell’Amur, dove tuttora si trova. Spesso, durante gli attacchi nemici, le calamità naturali e le epidemie, la gente rivolgeva le sue preghiere alla Madre di Dio, e tramite l’icona di Albazino la Vergine manifestava il suo aiuto miracoloso.
La volontà Divina è evidente anche nel fatto che l’immagine miracolosa sia stata realizzata proprio in quegli anni sull’Amur, che si sia conservata e che abbia illuminato i confini orientali della Russia ortodossa, e che continui ad illuminarli anche oggi.
Bibliografia:
- Pribavlenie k Irkutskim Eparchialnym vedomostjam [Appendice al Bollettino diocesano di Irkutsk] № 47, Blagoveščensk 1882, 603;
- Russkij palomnik [Il pellegrino russo] № 23, 1891, 353 s.;
- Sergij [Spasskij] archiep., Russkaja literatura ob ikonach Presvjatoj Bogoroditsy v XIX v. [Letteratura russa sulle icone della Santissima Madre di Dio nel XIX sec.], San Pietroburgo 1900, 21;
- E. Poseljanin, Bogomater’ [La Madre di Dio], 194 s.;
- P. Plušs, Pervaja godovščina vozroždenija Blagoveščenskoj eparchii [Primo anniversario della rinascita della Diocesi di Blagoveščensk], in Žurnal Mosckovskoj Patriarchii [Rivista del Patriarcato di Mosca] № 11, 1995, 46 s.
Nota storica:
[Icona “Il Segno” di Albazino] (festività nella Chiesa Ortodossa Russa: 9 marzo), immagine venerata nel Territorio dell'Amur nel XVII secolo, nel periodo della conquista e del popolamento della Dauria. Prende il suo nome dalla fortezza russa di Albazino, fondata dai Cosacchi nel 1651 sulla riva sinistra del fiume Amur. Nel 1665 l’icona fu trasferita dalla fortezza di Kirensk ad Albazino dallo ieromonaco Ermogen, fondatore del Monastero maschile della Trinità di Ust’-Kirensk (1663); in seguito, nel 1671, fu portata al Monastero maschile del Salvatore misericordioso da lui stesso istituito. Nel 1685, in seguito all’assedio di Albazino da parte dei Manciù, il Monastero del Salvatore fu distrutto e lo ieromonaco Ermogen, sulla via del ritorno verso il Monastero di Ust’-Kirensk, lasciò l’immagine miracolosa a Sretensk. Nel 1860 l’icona di Albazino fu trasferita a Blagoveščensk e posta nella Cattedrale della città. Per l’immagine sacra fu predisposta una copertura d’argento con un’iscrizione commemorativa: «Questa icona della Madre di Dio di Albazino è stata trasferita da Sretensk a Blagoveščensk da Sua Eminenza Veniamin, vescovo di Kamčatka, Kurili e Aleutini nel giugno 1860, quando per la prima volta entrò nel capoluogo della diocesi». Nel 1885 con decreto del Santissimo Sinodo fu istituita la festività diocesana in onore dell’icona miracolosa, che si celebra il 9 marzo. Nel 1895 l’icona compì miracoli durante un’epidemia; con l’appoggio del Vescovo della Kamčatka Gurij (Burtasovskij) fu istituita la lettura settimanale dell’acatisto dinnanzi all’immagine sacra, che si concludeva con una preghiera per la liberazione da «piaghe purulente e ulcere mortali». Dal 1902, annualmente, dopo il secondo giorno della Santa Trinità, l’icona di Albazino compiva un lungo viaggio attraverso l’Estremo Oriente: dalla Cattedrale fino al Passaggio di Zeja veniva solennemente accompagnata da una processione guidata dal Vescovo a cui si univano fedeli partiti da tutte le chiese della città, poi, su una nave speciale che risaliva l’Amur, raggiungeva Nikolaevsk sull’Amur, e successivamente, lungo gli affluenti dell’Amur, l’isola di Sachalin. Dopo circa due mesi l’icona di Albazino ritornava a Blagoveščensk. Nel 1924 nella Cattedrale ci fu un incendio e l’icona fu portata alla Chiesa Ilinskaja, il cui patrimonio fu poi trasferito al Museo della Regione dell’Amur di Blagoveščensk il 10 maggio 1938, in base a una decisione del Consiglio cittadino. Alla fine del 1991 l’icona fu restituita alla Chiesa Ortodossa Russa e portata in processione fino alla Cattedrale di Blagoveščensk (attualmente nella capitale della Regione dell’Amur è in corso di costruzione una chiesa per ospitare l’icona di Albazino). Su iniziativa del Vescovo Gavril (Stebljučenko) è stata ripresa la tradizione delle processioni con l’icona attraverso tutto l’Estremo Oriente, da Blagoveščensk a Nikolaevsk sull’Amur, sulla motonave “Miklucho-Maklaj” (gennaio 1997; maggio 2000). Alla fine di aprile del 2000 l’immagine miracolosa ha compiuto un viaggio all’isola di Sachalin su un aereo militare; il 1° maggio l’icona di Albazino è stata trasportata nella carrozza speciale del treno Blagoveščensk -Mosca, dove, dal 7 al 13 maggio, è stata conservata presso il Monastero dell’Epifania dell’icona della Vergine di Vladimir; sulla via del ritorno ha fatto tappa a Irkutsk e a Čita. L’iconografia dell’icona di Albazino riprende i canoni della raffigurazione della Vergine “Il Segno”, dalla quale prende il nome. Particolare distintivo di questa icona è la raffigurazione di Cristo Bambino in tutta la Sua altezza con i fianchi cinti, la mano destra sul petto e quella sinistra abbassata. Su entrambi i lati della figura della Vergine sono raffigurati due serafini con sei ali. All’icona di Albazino vengono rivolte preghiere con richieste di intercessione e aiuto in caso di infermità, in prossimità del parto o in periodi di minacce militari.
E.V. Burenkova, Enciclopedia ortodossa, vol. 1, Мosca 2000, 447-448.
[Traduzione dal russo di Caterina Trocini]