DA ROMA ALLA TERZA ROMA
XXXVIII SEMINARIO INTERNAZIONALE DI STUDI STORICI
Campidoglio, 20-21 aprile 2018
Università della Cina di scienze politiche
e giurisprudenza – Pechino, RPC
LA NUOVA E L’ANTICA VIA DELLA SETA ED IL DIRITTO INTERNAZIONALE.
IL SIGNIFICATO DEL TRATTATO DI NERČINSK PER IL DIRITTO INTERNAZIONALE*
SOMMARIO I. Il Trattato di Nerčinsk. – II. “Antica Via della seta”, commercio e processo di colonizzazione. – II. Il significato del Trattato di Nerčinsk per il diritto internazionale.
Il Trattato di Nerčinsk, “Nibuchu Tiaoyue” (尼布楚条约) in cinese[1], può essere osservato e studiato da diverse angolature, in ogni caso si è concordi nel riconoscere quanto segue:
1. Il Trattato è stato concluso tra Cina e Russia il 27 agosto 1689.
2. Questo è stato il primo trattato che la Cina ha stipulato con una ‘potenza occidentale’.
3. La lingua ufficiale impiegata è stato il latino ed i gesuiti, che provenivano dalla corte dell’Imperatore cinese Kangxi, ne avevano redatto il testo.
4. Il Trattato ha stabilito i confini territoriali tra Cina e Russia[2].
5. Questo è stato un trattato eguale tra Cina e Russia.
Vi sono molte discussioni contenute in diversi libri ed articoli in cui vengono svolte delle valutazioni circa questo Trattato in particolare dalla prospettiva storica o da quella delle relazioni internazionali[3]. In ogni caso, può notarsi come sotto il profilo del diritto internazionale questo Trattato abbia avuto un impatto fondamentale, in particolare con riguardo al contesto dell’antica e della nuova “Via della seta”.
L’esistenza di relazioni commerciali tra Asia ed Europa è un fatto inevitabile e ciò è la base della “Antica Via della seta” che può dirsi sia attiva da circa due millenni, affondando le proprie origini quantomeno nei contatti tra Impero cinese al tempo della dinastia Han ed Impero romano. Come notato anche in De l’Esprit des lois, dove vi è commercio vi è anche pace[4].
Il processo di colonizzazione avviatosi con particolare vigore dal XVII secolo ha portato miseria e guerre nel mondo, non soltanto per i colonizzati, ma anche per le potenze colonizzatrici.
L’eguaglianza nella sovranità tra gli stati è attualmente uno dei principi fondamentali del diritto internazionale[5]. Il sistema di riconoscimento della decolonizzazione è la ragione per cui l’Organizzazione delle Nazioni Unite viene ampiamente accettata tra i paesi del Terzo mondo[6] e la “Nuova Via della seta” si basa a sua volta su questo principio.
Per quanto è possibile ricostruire, può notarsi che il sistema delle Nazioni Unite abbia avuto le proprie origini dal cd. diritto pubblico di matrice europea e si sostanzia in un sistema bilanciato, non centralizzato, diverso da quello che era l’approccio al diritto internazionale della Cina antica. Quest’ultimo può essere descritto come un sistema di ‘paesi tributari’ ed un potere centrale ed era il sistema che la Cina adottava al tempo del Trattato di Nerčinsk[7]. È, in ogni caso utile svolgere alcune riflessioni.
1. Per quanto riguarda gli aspetti relativi alla risoluzione di controversie attraverso mezzi pacifici, occorre sottolineare che la disputa circa il territorio tra Cina e Russia sia stata risolta dalle due parti tramite delle negoziazioni che rappresentano, dunque, uno dei mezzi pacifici di risoluzione delle controversie[8]. Il principio della risoluzione delle controversie attraverso mezzi pacifici è attualmente un principio fondamentale del diritto internazionale ed infatti l’impiego della forza, secondo quanto permesso dalla Carta delle Nazioni Unite, è possibile soltanto in un numero limitato di casi in cui si rende inevitabile; mentre nel XVII secolo, l’impiego della forza era un metodo comunemente impiegato nella risoluzione delle dispute e quello di fare la guerra era considerato come un diritto di una potenza sovrana. Questo paragone ci permette dunque di riuscire a cogliere ancora meglio quanto significativo sia stato il Trattato di Nerčinsk per il diritto internazionale nel XVII secolo essendo stato, appunto, concluso a seguito di negoziazioni tra due grandi paesi mentre le ‘potenze occidentali’ erano occupate a stabilire le proprie colonie. Inoltre, l’importanza della risoluzione delle controversie attraverso mezzi pacifici ha anche una forte valenza sotto il profilo umanitario: guerre e crimini durante il processo di colonizzazione hanno causato moltissime fatalità sotto il profilo umanitario. Oltre 200 anni dopo si sono verificate ben due guerre mondiali e l’umanità ha sofferto molto, anche se agli inizi del XX secolo si tennero due importanti conferenze sulla risoluzione delle controversie con l’impiego di mezzi pacifici e nel 1928 venne stipulato il cd. Patto di Parigi (oppure Patto Kellogg-Briand), il Trattato generale per la rinuncia alla guerra.
2. Il Trattato di Nerčinsk è stato il primo trattato eguale concluso dalla Cina con una ‘potenza occidentale’ ed ha rappresentato il primo contatto della Cina con il diritto internazionale[9]. Grazie all’assistenza dei gesuiti, la Cina ha negoziato con la Russia ed il termine “eguale” è stato impiegato nel Trattato. Vi sono prove del fatto che i gesuiti conoscessero il diritto internazionale la cui applicazione sarebbe stata, in quelle circostanze, inevitabile, nonostante la Cina stessa non avesse conosciuto il sistema del diritto internazionale secondo il modello ‘occidentale’[10]. Questa è stata la prima volta che la Cina abbia avuto contatto con ed abbia altresì, entro certi limiti, applicato il diritto internazionale[11]. La Cina iniziò a conoscere meglio il diritto internazionale oltre 150 anni dopo, nel 1839, praticamente a ridosso dell’esplosione delle cd. Guerre dell’oppio e passarono ancora degli altri anni sino a quando la Cina ebbe occasione di conoscere in modo completo il diritto internazionale ‘occidentale’, ossia quando nel 1864 venne interamente tradotto in lingua cinese il testo sugli Elements of International Law di Henry Wheaton grazie al lavoro svolto da William A.P. Martin presso il Jingshi Tongwenguan (京师同文馆), l’organo ufficiale di traduzione della dinastia Qing[12]. Come già sopra accennato, il diritto internazionale nella visione cinese antica era basato sul cd. sistema dei tributi che si sostanziava in un sistema centralizzato, caratterizzato come ordinamento di tipo etico. Durante la dinastia Ming, Chosun (il modo in cui la Corea era denominata al tempo) era considerato come un buon figlio, mentre il Giappone, che la attaccò, come un figlio cattivo. Il sistema dei tributi restò in vigore per secoli sino a quando Chosun inviò gli ultimi tributi nel 1894 ed il Nepal nel 1908. Sebbene alcuni studiosi abbiano interpretato il sistema dei tributi come un sistema ufficiale di commercio internazionale, è ovvio che le parti in questo coinvolte quale intento primario non avessero avuto il commercio così come l’essenza dello stesso non sia stata quella del commercio.
3. Commercio e pace sono tra di loro interconnessi. Il commercio può portare la pace e la pace stimola il commercio. Dopo il Trattato di Nerčinsk, il commercio tra Cina e Russia si sviluppò in un ambiente pacifico; l’iniziativa della Belt and Road (一带一路) di oggi rappresenta, in un certo qual modo, la rinascita della “Antica Via della seta” per il commercio. Quello che il Presidente Xi Jinping più volte richiama in termini di mingyun gongtong ti (命运共同体), il destino comune dell’umanità, può considerarsi sotto diversi aspetti, e certamente quelli della pace e del commercio sono tra quelli che rivestono primaria importanza.
4. Il Trattato di Nerčinsk indica altresì l’importanza del ruolo della cultura. I gesuiti che assistettero la Cina nelle negoziazioni erano molto attivi nelle attività di traduzione e, come detto, a differenza dalla Cina, conoscevano il diritto internazionale, facendo sì che la stessa accettasse poi che la versione ufficiale del Trattato fosse stata redatta nella lingua comune europea. Negli annali ufficiali Qing, è riportato che lingua ufficiale del Trattato sia stata il “Latino” (拉提诺)[13]. Sulla versione latina, infatti, entrambe le parti apposero i propri sigilli e venne accettata come versione ufficiale del Trattato. In base ad una consuetudine internazionale sull’interpretazione dei trattati, poi accolta e riconosciuta nella Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati del 1969, la lingua ufficiale del trattato è di grande rilievo in sede di interpretazione poiché prevale nel caso in cui vi siano differenze tra le versioni redatte nelle altre lingue[14].
5. Secondo le ricostruzioni di alcuni storici, il Trattato di Nerčinsk svolse un ruolo importante nel passaggio della Cina dalla concezione culturale del “Tianxia” (天下), che letteralmente significa “sotto il cielo” alla concezione moderna di stato-nazione. Questa potrebbe essere considerata come un’esagerazione poiché la concezione culturale non mutò sino a quando, dopo le Guerre dell’oppio, alcuni funzionari ed intellettuali iniziarono a conoscere l’idea dello stato-nazione come rappresentata nel diritto internazionale che compiva le prime apparizioni in Cina[15]. Infatti, il dato da considerare è che non vi sia stata menzione alcuna del ‘diritto internazionale occidentale’ o di simili nozioni nei circa 150 anni successivi al Trattato di Nerčinsk, mostrando ciò come l’influenza del concetto del diritto internazionale fu praticamente nulla e dunque a maggior ragione deve escludersi un ruolo diretto nella formazione dello stato moderno. In ogni caso, senz’altro il Trattato di Nerčinsk rappresenta una tappa fondamentale per la Cina poiché ha rappresentato per essa la prima opportunità di venire a contatto con la nozione di stato secondo il modello ‘occidentale’ ed il diritto internazionale.
[Un evento culturale, in quanto
ampiamente pubblicizzato in precedenza, rende impossibile qualsiasi valutazione
veramente anonima dei contributi ivi presentati. Per questa ragione, gli scritti
di questa parte della sezione “Memorie” sono stati valutati “in chiaro” dal
Comitato promotore del XXXVIII Seminario internazionale di studi storici “Da
Roma alla Terza Roma” (organizzato dall’Unità di ricerca ‘Giorgio La
Pira’ del CNR e
dall’Istituto di Storia Russa dell’Accademia delle Scienze di
Russia, con la collaborazione della ‘Sapienza’ Università di Roma,
sul tema: «IMPERO UNIVERSALE, CITTÀ, COMMERCI: DA ROMA A MOSCA, A NERČINSK») e
dalla direzione di Diritto @ Storia].
* Traduzione di Stefano Porcelli, Università della Cina di scienze politiche e giurisprudenza.
[1] Per il testo in cinese del Trattato si veda A Comprehensive Compilation of Sino-Foreign Treaties and Agreements, 1689-1949, 3 vols., a cura di Wang Tieya (in cinese), Beijing 1952-1962, Vol. I, 1 ss.; per i testi in latino ed in russo si veda The Maritime Customs, Treaties, Conventions, between China and Foreign States, 2 vols., 2nd ed., Shanghai 1917, Vol. 1, 8 ss.
[2] Si veda Zhao
Erxun, The Draft History of Qing Dynasty (in cinese Qing Shi Gao), in Records of Emperors,
vol. 7, Sheng Zu Ben Ji.
[3] Si vedano ad esempio, Wu
Boya, Jesuites and Nerchinsk Treaty, in Studies on World Religions,
3/1998; Sun Zhe, Nerchink Treaty and the Making of “Kangxi Huang Yu
Quan Lan Tu” (the Royal
Map of Emperor Kangxi), in Studies on Qing History, 1/2003; Li Dalong, On the Periods and
Characteristics on the Forming and Developing of China’s Border, in
China’s Borderland History and Geography Studies, 3/2011.
[4] «L’effet naturel du commerce est de porter à la
paix. Deux nations qui négocient ensemble se rendent réciproquement dépendantes: si l’une a intérêt d’acheter, l’autre a intérêt
de vendre; et toutes les unions sont fondées sur des besoins mutuels», cfr. C.L.
Montesquieu, De l’Esprit des lois, 1748, libro XX, cap.
II.
[5] Si veda l’articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite. Si veda inoltre C.
Tomuschat, International Law: Ensuring the Survival of Mankind of
Mankind on the Eve of a New Century, Leiden 2001, 161.
[6] Si veda inoltre C. Tomuschat, International Law, cit., 37.
[7] Si veda Wang
Tieya, International Law in China: Historical and Contemporary
Perspectives, Leiden 1990, 219 ss.
[8] Si veda Wang
Tieya, International Law in China, cit., 228.
[9] Si veda Wang
Tieya, International Law in China, cit., 228.
[10] Si veda Wang
Tieya, International Law in China, cit., 226.
[11] Si veda Wang Tieya, International Law in China, cit., 228.
[12] Si veda Wang Tieya, International Law in China, cit., 236.
[13] Il testo del Trattato venne intagliato
sulla pietra in cinque lingue, tra cui, mancese, cinese, latino, mongolo e
russo. Si veda Zhao
Erxun, The Draft History of Qing Dynasty, cit., Zhi 128, Bang Jiao 1, Russia.
[14] Si vedano gli articoli 31 e 32 della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati.
[15] Si veda Wang Tieya, International Law in China, cit., 226 ss.