Flaminia Giovannelli
Sotto-Segretario
Dicastero per il Servizio dello Sviluppo
Umano Integrale
Stato della Città del
Vaticano
Roma
DISCORSO *
The Catholic Church decade long commitment to tackling
the international debt of the poor countries phenomenon, will be pursued also
by the new Dicastery for Promoting Integral Human Development in which the
Pontifical Council for Justice and Peace has been merged, together with three
other organizations of the Holy See, in January 2017.
As is well known, the question of the international
debt is a technical and moral question with concrete and direct consequences
for the poor. Pope Francis reminded us in his Message to the Populorum Progressio Foundation in the
25th anniversary of its creation with regard to Latin America and by the
Representative of the Holy See to the UN with regard to Africa (2nd Committee,
72nd Session of the General Assembly).
The initiative consistently pursued by the
Unità di Ricerca Giorgio La Pira, by the Centro Studi Giuridici
Latinoamericani di Tor Vergata and by the Centro di Ricerca Renato Baccari of
the University of Bari so that the United Nations General Assembly formulate
the request of compliance with the general principles of law and human rights
of the rules applicable to the international debt and to public and private
debt is therefore always welcome. Due to the high complexity reached by this
phenomenon, which affects by now also the developed countries, and for the
relevance of a necessary recall to the general principles of the law remembered
by the S. Agata dei Goti Charter.
L'impegno pluridecennale della Chiesa
Cattolica nel contrasto al fenomeno del debito internazionale dei paesi poveri
sarà portato avanti anche dal nuovo Dicastero per il Servizio dello
Sviluppo Umano Integrale, nel quale è confluito, dal gennaio del 2017,
insieme ad altri tre organismi della Santa Sede, il Pontificio Consiglio della
Giustizia e della a Pace.
Il problema del debito internazionale,
come è noto, è problema tecnico e morale con ricadute concrete ed
immediate sui più poveri. Lo è stato ricordato anche da Papa
Francesco nel Messaggio inviato alla Fondazione Populorum Progressio nel
25° anniversario della sua creazione per quanto concerne l’America
Latina (20 novembre 2017) e, per quanto riguarda l'Africa, dal Rappresentante
della Santa Sede all'ONU (2° Comitato, 72.ma Sessione, 6 ottobre 2017).
È, dunque, sempre benvenuta
l'iniziativa portata avanti con costanza dall’Unità di Ricerca
Giorgio La Pira, dal Centro Studi giuridici latinoamericani di Tor Vergata e
dal Centro di Ricerca Renato Baccari dell'Università di Bari
affinché l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite formuli la
richiesta di parere alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja in merito
alla conformità ai principi generali del diritto e ai diritti dell'uomo
delle regole applicabili al debito internazionale e al debito pubblico e
privato. È questo per l'alto grado di complessità raggiunto dal
fenomeno, che tocca oramai anche i Paesi sviluppati, e per l’importanza
di un doveroso richiamo ai principi generali del diritto rammentati dalla Carta
di S. Agata dei Goti.
*****
Ringrazio di cuore il Prof. Catalano e
il Prof. Coppola per avermi invitato a partecipare con un breve intervento al
Seminario dell’Unità di Ricerca Giorgio La Pira dedicato al debito
e alle disuguaglianze.
Già l’anno scorso, in
occasione del X° Seminario sulla Tradizione Repubblicana Romana avevo
sottolineato il tradizionale interesse della Chiesa per l’annosa e grave
questione del debito internazionale dei paesi poveri e avevo sottolineato
l’impegno pluridecennale del Pontificio Consiglio della Giustizia e della
Pace per contrastare il fenomeno. Un contrasto portato avanti, naturalmente,
con i mezzi e le capacità che sono propri di un’istituzione della
Curia Romana. Quest’anno vorrei, allora, ribadire l’interesse del
nuovo organismo, creato da Papa Francesco nell’ambito della riforma della
Curia e nel quale il Pontificio Consiglio è confluito insieme ad altri
tre Pontifici Consigli (Cor Unum, per
la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti e per la Pastorale della Salute).
Questo nuovo organismo, appunto, denominato Dicastero
per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha raccolto, per
così dire, “trasversalmente” le competenze di tutti i
precedenti Uffici ed è chiamato a rendere un servizio che tenga conto
non solo di tutte le componenti dello sviluppo umano integrale, economica,
sociale, spirituale, che, secondo l’espressione della Populorum Progressio, deve investire
“tutto l’uomo e tutti gli uomini”, ma è chiamato anche
ad esprimere la sollecitudine del Papa per l’umanità sofferente,
tra cui i bisognosi, i malati e gli esclusi, i migranti, gli emarginati, e tutte
le persone la cui “dignità è a rischio” (cfr. Statuto
del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, 17 agosto 2016).
Il dovere di esprimere questa sollecitudine, insieme a quello del servizio per
migliorare le condizioni umane dei poveri, potranno essere meglio adempiuti se
saremo capaci di ascoltare i poveri e lavorare insieme a loro per il loro e il
nostro comune sviluppo integrale umano. E’ una possibilità che ci
viene provvidenzialmente offerta con il mettere insieme competenze che
rientrano sia nel campo della dottrina sociale della Chiesa, che è un
ramo della teologia morale, che in quello della pastorale della Chiesa. Credo
che anche il nostro impegno - che è da rinnovare in seno al Dicastero -
nella ricerca della soluzione alla questione debitoria potrà trarre
beneficio da questo incontro della praxis
con la doxa.
Il fatto è che il problema del
debito internazionale, che è un tema tecnico, macroeconomico per la cui
soluzione si sono studiate iniziative estremamente complesse, ha come è
risaputo, ricadute immediate sui più poveri dovute alle
“condizionalità” di varia natura studiate di volta in volta
per accompagnare le iniziative che dovrebbero darvi soluzione. Lo ricordava
appena tre giorni fa Papa Francesco nel messaggio inviato alla Fondazione Populorum Progressio nel XXV°
anniversario della sua fondazione: «La situazione dell’America Latina
– scriveva - richiede tuttavia un impegno più solido, al fine di
migliorare le condizioni di vita di tutti, senza escludere nessuno, lottando
parimenti contro le ingiustizie e la corruzione, per riuscire ad ottenere il
migliore risultato dagli sforzi compiuti. Di fatto, nonostante le
potenzialità dei paesi latinoamericani — abitati da popoli
solidali con gli altri e che dispongono di una grande ricchezza dal punto di vista
della storia e della cultura, come pure di risorse naturali —,
l’attuale crisi economica e sociale, aggravata dal flagello del debito
estero che paralizza lo sviluppo, ha colpito la popolazione e ha incrementato
la povertà, la disoccupazione e la disuguaglianza sociale, e al tempo
stesso ha contribuito allo sfruttamento e all’abuso della nostra casa
comune, a un livello che mai avremmo immaginato prima» (Papa Francesco, Messaggio alla
Fondazione Populorum Progressio, 20
novembre 2017). E se la situazione non è migliore in Africa, dove in
questi ultimi dieci anni si sono perse molte delle posizioni positive
guadagnate nei primi anni del secolo, la “prospettiva generale” (the overall outlook) della
sostenibilità del debito estero dei paesi in via di sviluppo è
peggiorata, come ricordava il Rappresentante della Santa Sede alle Nazioni
Unite parlando davanti al Secondo Comitato nel corso della 72.a sessione
dell’Assemblea Generale, 6 ottobre scorso.
E’ dunque benvenuto
l’impegno costante del gruppo di studiosi che fa capo all’Unità
di Ricerca Giorgio La Pira, al centro di Studi giuridici latinoamericani di Tor
Vergata e al Centro di Ricerca Renato Baccari del Dipartimento di
Giurisprudenza dell’Università di Bari affinché
l’Assemblea generale delle Nazioni Unite giunga a formulare la richiesta
di parere alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja in merito alla
conformità ai principi generali del diritto e ai diritti dell’uomo
e dei popoli delle regole applicabili al debito internazionale, nonché
al debito pubblico e privato. Questo essenzialmente per due motivi.
Il primo è l’opportuno
richiamo dell’attenzione su questo problema tuttora irrisolto e che si
è fatto negli anni ancora più complesso con la comparsa sulla
scena dei fondi avvoltoio in grado di "paralizzare la riduzione del debito
per i paesi fortemente indebitati", come asseriva nel 2014 l’Esperto
delle Nazioni Unite sul debito estero e i diritti umani. Inoltre, se non si
può non rilevare come la questione debitoria costituisca oggi un enorme fardello
anche per i paesi sviluppati, con conseguenze molto dolorose per le loro
popolazioni – un esempio per tutti, quello della Grecia -, la
comunità internazionale non sembra coglierne l’accresciuta
gravità per i paesi poveri. E questo se si considera che
nell’ultima conferenza dell’Onu sul Finanziamento allo Sviluppo
svoltasi ad Addis Ababa nel 2015 non è stata presa nessuna iniziativa
concreta per la riduzione del debito e l’accordo ha riguardato solo un
riferimento vago ai principi relativi alla ristrutturazione del debito sovrano.
Il secondo motivo è il doveroso
richiamo ai principi generali del diritto compresi nei 14 principi della Carta
di Sant’Agata dei Goti. Già il documento pubblicato nel 1986
dall’allora Pontificia Commissione “Iustitia et Pax” sulla questione del debito affermava che
bisognava affrontare l’urgenza, con la quale la questione si presentava a
quell’epoca, rispettando, fra l’altro, il debitore insolvente e non
sottoponendolo al peso di esigenze immediate che sarebbero insopportabili:
“anche se legali, queste esigenze possono divenire abusive” (Al servizio della comunità umana: un
approccio etico al debito internazionale, 27 dicembre 1986, 13). E, infine,
più di recente, la Nota della Santa Sede riguardo all’Agenda 2030
per lo Sviluppo Sostenibile, inseriva fra i principi generali quello di
“rispettare il principio della giustizia”. La giustizia, aggiunge
la Nota «esige
passi concreti e misure immediate per preservare e migliorare l’ambiente
naturale e vincere il più presto possibile il fenomeno dell’esclusione
sociale ed economica, con le sue tristi conseguenze» (Dicastery
for Promoting Integral Human Development, Note of the Holy See Regarding the
2030 Agenda for Sustainable Development, LEV, 2017, 11).
[Un
evento culturale, in quanto ampiamente pubblicizzato in precedenza, rende
impossibile qualsiasi valutazione veramente anonima dei contributi ivi
presentati. Per questa ragione, gli scritti di questa parte della sezione
“Memorie” sono stati valutati “in chiaro” dai promotori
del Seminario “Contro l’usurocrazia ”, dal curatore della
pubblicazione e dalla direzione di Diritto
@ Storia]
* Discorso
pronunciato nel Seminario di studi "CONTRO
L’USUROCRAZIA. DEBITO E DISUGUAGLIANZE", organizzato
dall’Unità di ricerca “Giorgio La Pira” del Consiglio
Nazionale delle Ricerche – Sapienza Università di Roma, diretta
dal professore Pierangelo Catalano, e dal CEISAL - Consejo Europeo de Investigaciones Sociales de
América Latina, Grupo de Trabajo de Jurisprudencia, svoltosi presso la
Biblioteca Centrale del CNR il 15 dicembre 2017, in occasione del XX
Anniversario della “Carta di Sant’Agata de’ Goti –
Dichiarazione su usura e debito internazionale”.