Raffaele Coppola
Promotore di Giustizia Corte d'Appello dello Stato Città
Vaticano
Avvocato di Santa Sede, della Curia romana e del Tribunale
Apostolico della Rota
Direttore del Centro di Ricerca "Renato Baccari" /
Università di Bari
DEBITO
E DISUGUAGLIANZE NEL PANORAMA GEOPOLITICO*
During the twentieth anniversary of the Charter
of Sant'Agata de 'Goti the author recalls its successes. They are appropriately
celebrated with this meeting. He informs participants of progresses about the
actualization of art. 7 of the law of 25 July 2000 no. 209 by the Italian
Government.
L'autore ripercorre i successi della Carta di Sant'Agata de'
Goti lungo l'arco di vent'anni, che vengono opportunamente celebrati con questo
incontro di studio. Informa i partecipanti dei progressi sul piano
dell'attuazione da parte del Governo italiano dell'art. 7 della legge 25 luglio
2000 n. 209.
Parlo per primo, fra gli
autori di comunicazioni, per dare un esempio del taglio e della durata ottimali
dei nostri contributi in vista del dibattito finale.
Sono stato, insieme con
Pierangelo Catalano e altri insigni giuristi, uno dei redattori della Carta di
Sant’Agata de’ Goti, che celebriamo per i suoi vent’anni di
vigenza e di vitalità, meno che mai (o non più) come difficile,
dolorosa «consumazione della speranza». Non c’è
infatti, fra i giuristi, gli economisti e i politici più avvertiti, chi
oggi non riconosca, per i Paesi in via di sviluppo (ma direi altresì per
tutti gli altri Paesi del mondo), che la ricognizione da parte della Corte
Internazionale di Giustizia dei principi generali del diritto secondo la
versione consolidata della Carta, dalla buona fede all’eccessiva
onerosità (iniziale e sopravvenuta) fino all’autodeterminazione
dei popoli, chi non riconosca – dicevo – che tale ricognizione
costituisce la soluzione più giusta per le annose questioni del debito
internazionale (ma aggiungerei anche del debito nazionale, pubblico e privato),
un valido contrappeso agli innumerevoli guasti provocati dalla struttura
“usurocratica” dell’economia planetaria.
I nostri sforzi di
vent’anni sono stati premiati dall’attenzione di alcuni Governi e
d’importanti organismi della Santa Sede, dall’adesione del
Pontificio Consiglio “Iustitia et Pax”, nonché come abbiamo
ascoltato del nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale,
di Caritas Italiana e, ancor prima,
del Consiglio della Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale
Volontariato (FOCSIV), di cui fanno parte settanta organizzazioni presenti in
ottanta Paesi del mondo. Hanno infine aderito, recentemente, Pax Christi e Attac Italia (Associazione per la tassazione delle
transazioni finanziarie e l’aiuto ai cittadini), mentre una sempre maggiore unità d’intenti si
registra, a partire dalla convention
romana intorno a Verità e
giustizia sul debito pubblico italiano (4.03.2017), con CADTM Italia e
internazionale (Comitato per l’abolizione dei debiti illegittimi).
Siamo forse molto
più che in passato sulla strada del lumeggiato parere consultivo, per
ottenere il quale sembrerebbe necessaria la maggioranza qualificata dei Paesi
membri delle Nazioni Unite, trattandosi di una questione importante (E. Cannizzaro). L’intersecarsi
dell’azione dei movimenti a livello nazionale e internazionale con quella
dei nostri organismi di studio e di ricerca, elencati nel programma del
seminario, sarà importante per la sensibilizzazione dei Governi dei
Paesi in crisi onde giungere, dopo il richiamato parere, all’assorbimento
dei principi e dei riscoperti diritti nel quadro degli ordinamenti interni dei
singoli Stati.
Certamente non
potrò vedere da vivo tutto questo ma l’utopia (o la passione),
come è stato detto, è la stella polare del cammino esistenziale
delle donne e degli uomini di buona volontà, l’unica che consenta
risultati concreti, quand’anche più ridotti, come quelli che
già stiamo constatando e abbiamo la fortuna di verificare giornalmente.
Cosa si può dire (e
per finire) dell’ipotesi via via formulata di un’eventuale
iniziativa in tal senso del Governo italiano, in attuazione dell’art. 7
della l. 25.07.2000 n. 209, condotta con il sostegno dell’Europa, oltre che
(come abbiamo sempre auspicato) della Santa Sede? Consiglierei che il progetto
di risoluzione venga pensato e strutturato a vantaggio dei Paesi in via di
sviluppo, anche se tutti ne trarranno beneficio per la ragione che non consente
una restrizione del campo di operatività dei diritti, una volta
riconosciuti per qualcuno.
Questi disgraziati Paesi costituiscono, non solo a mio avviso,
l’avvenire dell’umanità e sarebbe in tal caso proprio
l’Italia, che non ha i mezzi economici dei Paesi più ricchi, a
donar loro il diritto su misura di immani disastri e disuguaglianze, sotto gli
occhi di tutti, secondo la migliore tradizione giuridica di Roma e della sua
riconosciuta erede, la Chiesa cattolica (Ecclesia
vivit lege romana).
L’Italia e
l’Europa (che l’interiore convincimento intravede a noi prossima)
non hanno nulla da spartire con gli algidi padroni del mondo, comunque pieni di
insoluti problemi, altrettanti giganti dunque dai piedi di argilla. Mi
riferisco all’egemonia statunitense, insidiata su tutti i fronti (gli
oceani, le Americhe, la stessa Europa, il Sud-Est asiatico) dalla Cina e dalla
Russia, che sono dominanti invece, rispettivamente, nell’Africa e in Asia
centrale e in Siria.
A fronte di una non irreale eclissi di tale egemonia e di altre
minacce l’unità dell’Europa e degli europei sul tema del
debito, quantunque per il proprio interesse o tornaconto, potrebbe essere il
preludio di altri ambiti traguardi, come una Difesa comune e nuovi trattati di
sicurezza e cooperazione con l’Africa e i Paesi musulmani.
L’Unione potrebbe finalmente
esserci più accanto di quanto si creda con il suo odierno e stimato
Presidente del Parlamento europeo, nostro connazionale. Il mondo ha un gran
bisogno dell’Europa e specialmente dell’Italia, della sua
civiltà del diritto, ma questa urgenza attualmente è poco
avvertita, rappresenta la base di una sfida che si stenta a comprendere e a
raccogliere.
Il parere consultivo della
Corte Internazionale di Giustizia sul debito dei Paesi in via di sviluppo,
passando attraverso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, sarà
il volano del successo che qui prospetto, una delle più nobili e grandi
azioni (se e quando avverrà, «presago il cor mel dice») sul
piano internazionale dell’Italia democratica.
[Un
evento culturale, in quanto ampiamente pubblicizzato in precedenza, rende
impossibile qualsiasi valutazione veramente anonima dei contributi ivi
presentati. Per questa ragione, gli scritti di questa parte della sezione
“Memorie” sono stati valutati “in chiaro” dai promotori
del Seminario “Contro l’usurocrazia ”, dal curatore della
pubblicazione e dalla direzione di Diritto
@ Storia]
* Relazione
presentata nel Seminario di studi "CONTRO
L’USUROCRAZIA. DEBITO E DISUGUAGLIANZE", organizzato
dall’Unità di ricerca “Giorgio La Pira” del Consiglio
Nazionale delle Ricerche – Sapienza Università di Roma, diretta
dal professore Pierangelo Catalano, e dal CEISAL - Consejo Europeo de Investigaciones Sociales de
América Latina, Grupo de Trabajo de Jurisprudencia, svoltosi presso la
Biblioteca Centrale del CNR il 15 dicembre 2017, in occasione del XX
Anniversario della “Carta di Sant’Agata de’ Goti –
Dichiarazione su usura e debito internazionale”.