Raffaele Coppola
Promotore
di Giustizia Corte d'Appello dello Stato Città Vaticano
Avvocato
di Santa Sede, della Curia romana e del Tribunale Apostolico della Rota
Direttore
del Centro di Ricerca "Renato Baccari" / Università di Bari
CARTA DI SANT’AGATA DE’ GOTI -
DICHIARAZIONE SU USURA E DEBITO INTERNAZIONALE
FRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO[1]
SOMMARIO: 1. La Carta e le linee di lavoro (politico -
scientifico) a essa successive. – 2. Principi e obiettivi. – 3. Le entità di studio e di ricerca per il
monitoraggio operativo e il suo aggiornamento. – 4. Organismi aderenti e
prese di posizione favorevoli. – 5. Gli ultimi passi. – Abstract.
Questa famosa dichiarazione su
“Usura e Debito internazionale” è stata presentata in
Sant’Agata de’ Goti il 29 settembre 1997, nel giorno della
commemorazione dei SS. Michele, Gabriele e Raffaele, per iniziativa di S. Ecc. Mario
Paciello, allora Vescovo di Cerreto Sannita -Telese- Sant’Agata de’
Goti, onde celebrare degnamente il terzo centenario della nascita di
Sant’Alfonso Maria dei Liguori, Dottore della Chiesa e Vescovo di
Sant’Agata de’ Goti, raccogliendo l’eredità culturale,
teologica, giuridica e morale, nonché la luminosa testimonianza del
grande Pastore e al fine specifico di dare risposte concrete alle indicazioni
profetiche con cui San Giovanni Paolo II preparava “la comunità
degli uomini a varcare le soglie del terzo millennio”.
Nonostante l’impronta
ecclesiale, particolarmente evidente da quanto espresso e nel contributo di
riflessione alla sua preparazione a opera di chi scrive (in Orientamenti sociali, n. 3,
luglio/settembre 1999, pp. 71-80), tale Dichiarazione, che ha fatto il giro del
mondo, costituisce il punto d’arrivo di precedenti lavori di taglio
tecnico-giuridico (principalmente del GTJ-CEISAL e dell’ASSLA) e dei
lavori futuri anche di altre entità di studio e di ricerca laiche (che
di seguito nomineremo) lungo due linee direttive. Una linea di lavoro politico,
perseguita in particolare, oggi più di ieri, dal Comitato per
l’attuazione della Carta di Sant’Agata de’ Goti, di cui
sempre chi scrive è il Segretario scientifico (non esiste un
Presidente), consistente nel “superamento delle separazioni tra
comunità statali e comunità internazionale”, con obiettivo
il parere consultivo della Corte internazionale di Giustizia per il tramite
ONU; una linea di lavoro scientifico, consistente nel “superamento delle
separazioni tra economia, diritto, morale, religione” (P. Catalano).
Nella prima linea si era posto da
tempo anche il Parlamento latino-americano e si pronunciò il Parlamento
italiano (grazie a una mozione presentata dall’On. Salvatore Cherchi e da
altri), tradotta nell’art. 7 della l. 25.07.2000 n. 209, di cui come
Comitato stiamo insistentemente chiedendo l’attuazione. Nella seconda si
evidenzia e spicca – va riconosciuto – l’azione del
Pontificio Consiglio “Iustitia et Pax”, ora trasfuso nel grande Dicastero
per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, presieduto dal Card. Peter K.A.
Turkson, attraverso i documenti “Al servizio della comunità umana:
un approccio etico al debito internazionale” (1986) e “Per una
riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di
un’autorità pubblica a competenza universale” (2011).
L’ultimo documento del 6 gennaio 2018, dal titolo Oeconomicae et pecuniariae quaestiones – Considerazioni per
un discernimento etico circa alcuni aspetti dell’attuale sistema
economico-finanziario, che ha visto la collaborazione della Congregazione per
la Dottrina della fede, è meno netto della Carta di Sant’Agata
de’ Goti sul punto delle regole e si attesta, per quanto riguarda il
debito pubblico, su pratiche di concordata riduzione che lasciano agli Stati la
maggior responsabilità.
Membri della Commissione di studio su
usura e debito internazionale, nominati dal Vescovo in carica di
Sant’Agata de’ Goti1, sono
“eminenti personalità accademiche e istituzionali di fama internazionale”
(M. Paciello), i cui nomi
compaiono con le rispettive qualifiche e appartenenze a conclusione
dell’elencazione e della esplicazione dei quattordici principi generali del diritto su cui
basa la Dichiarazione.
Ricordiamo
tali principi giuridici, uno per uno, di seguito: buona fede oggettiva nella formazione, interpretazione ed esecuzione dei
contratti; libertà contrattuale; divieto di culpa in contrahendo; causalità dei contratti;
equità; laesio enormis/eccessivo
squilibro delle prestazioni; divieto di accordi usurari; diligenza del
debitore; rebus sic stantibus/eccessiva
onerosità sopravvenuta; favor
debitoris; divieto di abuso di diritto; beneficium
competentiae; inviolabilità
dei diritti umani, in particolare del diritto alla vita; autodeterminazione dei
Popoli.
I redattori della Carta tengono a
precisare nel documento che le annose questioni del debito internazionale e dei
contratti di carattere finanziario concernenti i Paesi in via di sviluppo rendono
necessaria una nuova ricognizione di tali principi, che sono altresì
fonte del diritto internazionale, come riconosce l’art. 38, 1c dello
Statuto della Corte Internazionale di Giustizia, anche se la Corte ne
approfondirà i contenuti nel rapporto con equivalenti o differenti
principi, pertinenti ad altre famiglie giuridiche dei diritti laici o perfino
dei diritti religiosi, quando siano trasfusi nell’ordinamento vigente dei
singoli Stati, secondo quanto avviene in misura non uniforme nei Paesi islamici.
Le entità di studio e di
ricerca che s’ispirano alla Carta di Sant’Agata de’ Goti pure
sul piano operativo, oltre al Gruppo di giurisprudenza del CEISAL (Consiglio
europeo di ricerche scientifiche per l’America latina, collegato con
l’UNESCO), all’ASSLA-Associazione di Studi Sociali Latinoamericani,
con sede in Sassari, al Comitato scientifico per l’attuazione della
Carta, avente sede proprio in Sant’Agata de’ Goti, sono
l’Unità di ricerca “Giorgio La Pira” del CNR
(Università di Roma “La Sapienza”), il Centro di studi
giuridici latinoamericani dell’Università di Roma “Tor Vergata”, il Centro di
ricerca “Renato Baccari” dell’Università di Bari
“Aldo Moro”, che ho l’onore di dirigere e, infine,
l’Istituto di studi giuridici internazionali, facente capo di nuovo al
CNR.
Il 18 dicembre 2015, dopo un
Seminario di studio rivolto a celebrare il “Giuramento della plebe al
Monte Sacro e l’istituzione del Tribunato”, gli organizzatori,
Unità di ricerca “Giorgio La Pira” e Centro di studi
giuridici latinoamericani, con la collaborazione del Centro di ricerca
“Renato Baccari”, sopra menzionati, hanno reso pubblico un
documento di sintesi e di aggiornamento della Carta di Sant’Agata
de’ Goti dal titolo “La Santa Sede e i Paesi poveri alle Nazioni
Unite (Osservazioni da un Seminario romano)”, mediante il quale,
correggendo il tiro in rapporto ai tempi mutati, hanno chiesto e ribadito ad alta voce
che, “con il sostegno sempre più incisivo della Santa Sede e anche
di Governi dei Paesi coinvolti nella grave crisi
economico-finanziaria-mondiale, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
giunga a formulare l’auspicata richiesta di parere alla Corte
Internazionale di Giustizia dell’Aja sui principi e sulle regole
applicabili al debito internazionale, nonché al debito pubblico e
privato, al fine della rimozione delle cause delle perduranti violazioni dei
princìpi generali del diritto e dei diritti dell’uomo e dei popoli,
cogenti, come risultanti specialmente dalla menzionata Carta di Sant’Agata de’ Goti e dalle citate Risoluzioni
dell’Assemblea generale” (69/207,
69/247, 69/319, adottate rispettivamente il 19 e 29 dicembre 2014 e il 10
settembre 2015).
Aderiscono alla Carta di
Sant’Agata de’ Goti del 1977 e al documento di sintesi e di
aggiornamento del 2015, che hanno entrambi ricevuto l’incoraggiamento del
Santo Padre e della Segreteria di Stato vaticana, il Pontificio Consiglio “Iustitia
et Pax” (a fortiori
l’assorbente Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale), Caritas italiana e, ancor prima, il
Consiglio della Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale
Volontariato (FOCSIV), di cui fanno parte settanta organizzazioni presenti in
ottanta Paesi del mondo. Più recentemente ha aderito ATTAC Italia
(Associazione per la tassazione delle transazioni finanziarie e l'aiuto ai
cittadini), mentre una sempre maggiore unità d’intenti si registra,
a partire dalla convention romana intorno a Verità
e giustizia sul debito pubblico italiano (4 marzo 2017), con CADTM Italia e
internazionale (Comitato per l’abolizione dei debiti illegittimi).
Negli ultimi tempi, a partire dal
febbraio 2017, i nostri sforzi sono balzati all’attenzione degli organi
d’informazione sociale, una vera e propria esposizione mediatica, anche
in ragione di queste importanti adesioni. Crescenti le prese di posizione
favorevoli, sul piano giuridico, economico e politico (sino al G7 di Bari e al
forum dei BRICS di Shanghai del 25-26 maggio 2017), che hanno avuto vasta eco
presso il Governo Gentiloni, il quale ha esaminato tramite un’apposita
Commissione del Ministero degli Esteri, la possibilità di dare
attuazione all’art. 7 della l. 25.07.2000 n. 209, interpretato nella
lettera e nel suo spirito. I lavori sono stati ripresi, allo stato degli atti,
dal Governo in carica, presieduto dal Prof. Giuseppe Conte.
Il 15 dicembre 2017 sono stati
ricordati presso la Biblioteca Centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche
(CNR) i venti anni di “consumazione della speranza” seguiti alla
Carta di Sant’Agata de’ Goti. Si attendono passi ufficiali del
Ministero degli Esteri, condivisi dal Governo italiano e sostenuti dalla Santa
Sede, in seno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite in vista di una
gestione sempre più sostenibile della piaga del debito in tutte le sue
angolazioni.
Solo le Nazioni Unite e la Corte
Internazionale di Giustizia potranno dare una prima, soddisfacente risposta di
stampo giuridico, con indubitabili riflessi sul piano economico e finanziario,
alle istanze angoscianti scaturenti dalla struttura usurocratica e generatrice
di morte dell’economia planetaria (la c.d., dilagante “economia che
uccide” di Papa Francesco), dal crescente potere del “sistema
bancario ombra” attraverso l’attivazione, appunto,
dell’articolato meccanismo contemplato dall’art. 96 della Carta
delle Nazioni Unite e dal cap. 4 dello Statuto della Corte dell’Aja.
Mediante tali procedure e nella sua
ultima rivisitazione la Carta di Sant’Agata de’ Goti mira senza
infingimenti allo sradicamento graduale ma deciso della povertà, alla
scelta oculata di programmi speciali e generali di carattere umanitario,
oggetto di monitoraggio continuo e d’interventi mirati, frutto del
dialogo ininterrotto fra le varie Istituzioni e gli Stati, fino alla
ricostruzione del quadro giuridico del debito (in tutte le sue forme) e alla conseguente applicazione dei criteri
di ricalcolo.
Vaticano, 1.02.19
In its principal phases, the progress of the Charter
of Sant'Agata de' Goti represents the most significant testimony of the
validity and value of the utrumque ius
even to present days.
Il cammino della Carta di Sant’Agata de’ Goti, nelle sue
principali tappe, costituisce la più significativa testimonianza della
vigenza e del valore dell’utrumque ius anche ai nostri giorni.
[Un
evento culturale, in quanto ampiamente pubblicizzato in precedenza, rende
impossibile qualsiasi valutazione veramente anonima dei contributi ivi
presentati. Per questa ragione, gli scritti di questa parte della sezione
“Memorie” sono stati valutati “in chiaro” dai promotori
del Seminario “Contro l’usurocrazia ”, dal curatore della
pubblicazione e dalla direzione di Diritto
@ Storia]
[1]Testo
riveduto e aggiornato del contributo celebrativo preparato per il seminario
“Contro l’usurocrazia – Debito e disuguaglianze”,
organizzato dall’Unità di Ricerca “Giorgio La Pira”
del CNR – Università di Roma “La Sapienza” e dal
CEISAL - Consejo Europeo de Investigaciones Sociales de América Latina,
Grupo de Trabajo de Jurisprudencia, svoltosi presso la Biblioteca centrale del
CNR il 15.12.2017 in occasione del XX Anniversario della Carta di
Sant’Agata de’ Goti – Dichiarazione su usura e debito
internazionale.
1 Asdrubal
Aguiar, Francesco Busnelli, Pierangelo Catalano, Raffaele Coppola, Miguel Angel
Espeche Gil, Sabatino Majorano, Sergio Marchisio, José M. Peláez
Marón; Fausto Pocar, Sandro Schipani, Álvaro Villaça
Azevedo. Ai lavori della Commissione, in Sant’Agata de’
Goti, hanno inoltre partecipato Luigi
Labruna, Pietro Perlingieri, Piero Roggi, Sebastiano Tafaro, Leo Valladares
Lanza.