ISPROM
ISTITUTO DI STUDI E PROGRAMMI PER IL MEDITERRANEO
Mediterraneo,
Russia, Sardegna
Da
antonio Gramsci a luigi Polano
Sassari, 1 - 2 dicembre 2017
TATIANA ZONOVA
MGIMO-Istituto Statale di Mosca per le
relazioni internazionali
SOMMARIO: 1. Politica mediterranea dell’impero russo e
dell’URSS. - 2. La politica mediterranea della
Russia di oggi. - 3. Politica russa
multilaterale nel Mediterraneo e nel Grande Medio Oriente. - 4. Italia: rapporti di carattere strategico con
la Russia. – Abstract.
Dal mese di maggio
del 2013 le navi da guerra russe presenti nel Mediterraneo costituiscono
un’unica task force operativa che fa capo al comando della Flotta del Mar Nero situato
a Sebastopoli, mentre le navi provengono non solo dalla Flotta del Mar Nero ma
anche da altre flotte russe. In aggiunta ad altre quindici navi da guerra russe
tra cui sottomarini, fregate, cacciatorpedinieri, il 26 aprile 2018 ancora una fregata della
Flotta russa del Mar Baltico entra nelle
nelle acque del Mediterraneo attraverso lo Stretto di Gibilterra. Insieme ad
altre navi ha partecipato alle manovre svolte nelle acque internazionali
adiacenti al confine marittimo della Siria.
Il terrorismo, le
vicende della "primavera araba", il problema delle armi chimiche in
Siria e il conflitto persistente in Medio Oriente, nonche’ problemi di
pirateria e traffico di droga spinsero la leadership russa di dichiarare
l’intenzione di avere una flotta di stanza permanente nel Mediterraneo. Il 19
gennaio 2013 nelle acque del Mar nero e del Mediterraneo si svolsero
impressionanti esercitazioni della marina russa cui avevano partecipato le navi
da guerra della Flotta del Mar Nero, del Baltico e della Flotta del Nord,
nonche’ l'aviazione a lungo raggio. Nel maggio del 2015 Russia e Cina
effettuarono esercitazioni congiunte «Joint Sea 2015» nella parte orientale del Mediterraneo. Alcuni
esperti russi hanno sottolineato l’interesse demonstrato dai russi e cinesi di
essere presenti nella regione dove anche le navi degli Usa e altri paesi della
Nato sono costantemente presenti. Secondo i mass media cinesi la Cina sarebbe
costretta a dimostrare il suo appoggio alla Russia in condizioni di una
crescente cooperazione tra il Giappone e gli Stati Uniti.
Storicamente la
politica estera della Russia è stata in gran parte focalizzata sul assicurare
l’accesso ai mari del Nord e del Sud, prima di tutto al Mare Baltico e al Mar
Nero. La campagna militare indirizzata verso il mare Azov e intrapresa dalla
sorella di Pietro il Grande, reggente Sophia, svelava la sua intenzione di
uscire verso il Meridione. Con l'avvento al potere di Pietro furono il Baltico
e il Mare del Nord, meta principale del suo regno segnato dalla Guerra del
Nord. La rivalità ora con l'Impero Ottomano ora con la Svezia e coi loro rispettivi alleati
determino’ la prevalenza della prima o della seconda direzione della politica
estera russa. Di solito quella scelta comportava anche un rimpasto governativo.
Con il suo noto e assai utopico "Progetto Greco" Caterina la Grande
cerco’ di fondare la sua politica estera sui pressuposti religioso/ ideologici.
Caterina sperava, dopo la sconfitta dell'Impero Ottomano di ricreare qualche
parvenza dell'impero bizantino ortodosso, guidato dal suo nipote, non per caso
battezzato con il nome di Costantino. Il “Progetto” celava la sua intenzione di
assicurare l'accesso agli Stretti Bosforo e Dardanelli e rafforzare l'influenza
russa nei Balcani, nel Caucaso e nella Transcaucasia. Coniato ancora nel
cinquecento il concetto di "Mosca - la terza Roma" sosteneva che dopo
la caduta di Costantinopoli il centro dell'ortodossia si doveva trasferire a
Mosca. Passi concreti in questa direzione intrapresi da Caterina includevano
l'annessione della Crimea (1783) e la costruzione della flotta e delle basi
marittime sulle coste del Mar Nero. Rientra nella stessa logica il trattato del
1783 secondo cui Georgia accettava il
protettorato russo. I successi di Caterina sono stati elogiati dal compositore
italiano Giuseppe Sarti con il suo oratorio "Ti lodiamo, Dio" che si
concludeva con colpi di cannoni e spari di fucili. L’Oratorio fu
eseguito in occasione della cattura da parte di truppe russe della fortezza di
Ochakovo.
La brama di affermare la propria influenza nel
Mediterraneo divenne ancor piu’ evidente durante le Guerre napoleoniche, quando
l'imperatore Paolo I intraprese il tentativo di trasformare l'isola
di Malta in un governatorato dell'Impero russo. Tra i motivi della manovre
della diplomazia russa che comportarono la guerra di Crimea (1853-1856) c’era
anche l'idea di uscire attraverso gli Stretti nel Mediterraneo. Infatti la
marina russa entrò negli Stretti nel 1878, dopo la guerra russo-turca, Nel
corso della Grande Guerra i diplomatici russi discussero piu’ volte del futuro
di Costantinopoli e degli Stretti con gli alleati dell’Intesa. La Russia
mantenne la presenza della sua flotta nel Mediterraneo fino agli eventi
rivoluzionari del 1917.
La
Convenzione di Montreux (1936), firmata anche dall’Urss, concedeva il diritto di effettuare il
controllo sugli Stretti alla Turchia. Il
desiderio di avere più basi nel Mediterraneo spinse Stalin a suggerire il
passaggio del mandato sulla Tripolitania, l'ex colonia italiana, all’Unione
Sovietica. Nel periodo della Guerra fredda. l’Urss disponeva di basi militari
navali in Somalia, Siria, Egitto, Libia e
Yemen. Con il peggiorarsi
della situazione in Medio Oriente, il governo sovietico decise di completare le
navi con una fregata operativa giunta nel Mediterraneo nel mese di luglio del
1967. La fregata pote’ servirsi di punti di sostenimento in aperto mare al
confine tra Libia ed Egitto, in Siria, nonche’nelle isole di Lemno e di Creta
mentre la sede del comandante si trovava vicino alle coste tunisine. Le navi
delle flotte del Nord, del Mar Baltico e del Mar Nero arrivavano nella regione
mediterranea alternativamente secondo un programma prestabilito. Nel primo
periodo postbellico, la flotta sovietica del Mar Nero fu dislocata nel
Mediterraneo, comunque quella flotta difficilmente poteva competere con la
Sesta Flotta americana.
Il collasso del
bipolarismo sollevò la questione della non proliferazione delle armi nucleari
con particolare acutezza. Nel 1994, i presidenti della
Russia, Ucraina e Stati Uniti, nonché il primo ministro britannico, firmarono a
Budapest un memorandum che chiedeva all'Ucraina di aderire al TNP in qualita’di
stato che non possiede questa arma. Nel 1996, l'Ucraina aderì al TNP, mentre i
quattro paesi firmatari riaffermarono il loro impegno a "rispettare
l'indipendenza, la sovranità e le frontiere esistenti dell'Ucraina ... ed
astenersi dalla minaccia o dall'uso della forza contro l'integrità territoriale
o l'indipendenza politica dell'Ucraina"[1].
Con
un memorandum (1995) le autorità della nuova Russia hanno dichiarato i loro interessi
nel Mediterraneo. Secondo il documento la strategia russa nella regione si
dovrebbe basare sul concetto del "Grande Mediterraneo" che permetesse la collaborazione tra i paesi
del Mar Nero, del bacino mediterraneo, del Medio Oriente, storicamente legati
da interessi comuni in politica, economia, ecologia e cultura. Si metteva in
rilievo la dimensione mediterranea dell'OSCE includendola nel modello di
sicurezza per l'Europa del XXI secolo; si prospettava una tavola rotonda
dell’OSCE sulle problematiche del "Grande Mediterraneo" e si
intendeva avviare un ampio dialogo a proposito della convocazione di una
Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione nel Mediterraneo. Autori del
documento esprimevano la speranza che un Mediterraneo sicuro avrebbe creato
condizioni per una zona denuclearizzata in Medio Oriente.
Ovviamente,
dopo il crollo dell'Unione Sovietica, la Russia difficilmente poteva pretendere
di essere una grande potenza marittima. Dall’agosto del 1992 la Flotta del Mar
Nero esisteva in veste di una flotta russo-ucraina, mentre la Flotta del
Pacifico è stata scossa da scandali di corruzione. Nel Mar Nero, la Russia
aveva a disposizione un solo porto di Novorossiysk, sottoposto ai venti
talmente potenti da rappresentare una seria minaccia per le navi.
La
flotta dotata da armi nucleari è rimasta solo nei porti settentrionali della
Russia. Nella seconda metà degli anni '90 la situazione della flotta congiunta
russo-ucraina cominciava a porre problemi. Nel 1997 i due paesi hanno firmato
l’Accordo sulla divisione della Flotta di Mar Nero in base al quale apparivano
due flotte indipendenti ed i paesi
dividevano anche le basi e gli armamenti. L’Accordo concedeva 338
navi alla Russia e 30 navi all’Ucraina.
La citta’ di Sebastopoli è stata riconosciuta come la baia principale
per le navi da guerra della flotta russa del Mar Nero. In Crimea rimanevano
25 000 militari russi, necessari armamenti, aerei ed altri mezzi di
trasporto[2]. In base all’Accordo e’
stato conesso alla Russia il periodo ventennale di stanza sulla peninsula
ulteriormente protratto con l’Accordo di Kharkiv fino al 2049. La Russia
rinunciava pure a qualsiasi arma nucleare sul territorio ucraino. Gli accordi
sono stati ratificati dai parlamenti di entrambe le repubbliche. Il precipitare
della situazione socio-politica in Ucraina nel 2014 e il referendum in Crimea
hanno visto la denuncia unilaterale degli accordi precedenti da parte
del Parlamento russo e il passaggio della Flotta del Mar Nero a Sebastopoli
sotto la giurisdizione della Russia. Immediatamente la fregata della Flotta
russa del Mar Nero fu rafforzata. “Sicuramente in una situazione cosi’
difficile che viene a crearsi nel mondo, una tale fregata uscira’ in altri
mari, prima di tutto negli oceani Atlantico e Indiano”, ha detto il comandante
Viktor Chirkov[3].
La
carenza di basi navali per la manutenzione delle navi russe creava problemi.
Una sola base navale militare russa nel Mediterraneo rimaneva nel porto siriano
di Tartus. L’allora ministro della Difesa Shoigu informava dei negoziati in
corso con Vietnam, Venezuela, Nicaragua, Singapore, Seychelles, Cuba e
Argentina per l'istituzione di basi navali militari.
Nel
contesto di un aggravamento delle relazioni con l'Occidente, la Russia ha
intensificato la direzione mediterranea della sua politica estera. Nel febbraio
2015 il Presidente Putin ha visitato l’Egitto. Nel corso dei colloqui, le parti
hanno concordato i loro sforzi volti alla soluzione delle crisi
israelo-palestinese e siriana e alla lotta congiunta contro il terrorismo. Inoltre,
le parti hanno firmato l’ Accordo sulla partecipazione del Rosatom alla
costruzione della prima centrale nucleare egiziana. Nel dicembre 2017 e’ stato
firmato un accordo preliminare sull’utilizzo congiunto delle basi militari[4]. Nello stesso tempo le
autorita’ russe hanno raggiunto l’accordo sulla costruzione di una base
militare in Sudan.
Nel
1992, la Republica di Cipro ha riconosciuto la Russia come il successore
dell'URSS. Nel 1996 fu firmato il primo accordo russo-cipriota sulla cooperazione
militare. I mass media russi hanno diffuso informazioni sulle proposte delle
autorità cipriote di affittare alcune basi aeree. Si trattava della base aerea
di Andreas Papandreou a Paphos e una base navale a Limassol, situata nella
parte meridionale dell'isola. Tuttavia, i media greci e turchi hanno riferito
che il Regno Unito, che dispone di due basi militari a Cipro secondo i il
Trattato di indipendenza del 1960 (di cui Londra è una delle parti), ha
mostrato un certo nervosismo davanti a
quelle notizie. L’allora ministro degli Esteri cipriota Ioannis Kasoulides ha
categoricamente negato l’esistenza di una richiesta russa di leasing siccome si
sarebbe trattato solo del mantenimento di attrezzature militari vendute a Cipro
anni fa, nonché dell'acquisto di pezzi di ricambio in base ai contratti
esistenti mentre la base di Limassol
potrebbe esssere utilizzata della navi russe per il rifornimento[5].
La
Russia conta anni di amicizia e condivisione del patrimonio religioso con la
Grecia. Gli eserciti di entrambi i paesi partecipano a programmi di
cooperazione nel Mediterraneo orientale. Nel dicembre 2013, e’ stato firmato un
accordo intergovernativo tra Russia e Grecia. Secondo Shoigu, i due paesi
avrebbero firmato l’ accordo che «apre nuove frontiere, nuovi orizzonti per il
nostro futuro lavoro nel campo della cooperazione tecnico-militare. Shoigu ha
anche proposto al ministro della difesa greco di elaborare un accordo che
dovrebbe consentire alle navi russe di entrare nei porti greci per il rifornimento. Nel mese di febbraio 2017 il Ministero della Difesa
greco ha firmato con l’agenzia russa Rosoboronexport
il contratto che assicura il supporto tecnico e di servizio e la fornitura di
pezzi di ricambio per i sistemi missilistici terra-aria di fabbricazione russa
che sono in dotazione all'esercito e l'aeronautica della Grecia[6].
Un altro
paese mediterraneo con cui la Russia ha relazioni "storiche e
strategiche" è la Turchia. Lo
conferma il funzionamento del Consiglio di cooperazione russo-turco ad alto
livello nel cui quadro opera il Gruppo di pianificazione strategica congiunta.
La visita di Putin in Turchia e’
stata la sua prima visita all’estero dopo la sua rielezione nel marzo del 2018.
Le due parti hanno concordato l’inizio della costruzione da parte del “Rosatom” di una centrale nucleare previsto qualche anno
prima ma poi congelato. Si e’ discusso anche il progetto di
forniture dei sistemi missilistici russi alla Turchia a partire dal 2019[7].
Non c'è dubbio che la Russia pretende di
essere attivamente coinvolta in una soluzione diplomatica di problemi politici
in Medio Oriente (o nel Grande Medio Oriente). I diplomatici russi partecipano
a numerose organizzazioni multilaterali che si occupano dei problemi
mediorientali. I documenti ufficiali russi mettono in rilievo
che la Russia è anche membro del Quartetto (ONU, UE, USA, Russia) di mediatori
internazionali coinvolti nelle ricerche di vie di soluzione del conflitto arabo-israeliano[8]. La Russia intende sviluppare ulteriormente le sue
relazioni bilaterali con gli stati del Medio Oriente e del Nord Africa.
Come e’ noto, la Russia è stata anche
membro del Gruppo di sei nazioni (Stati Uniti, Germania, Francia, Cina, Regno
Unito e Russia) che erano riusciti a raggiungere un accordo importante volto a
limitare significativamente le capacità nucleari di Teheran. La Russia è anche
membro del Gruppo di supporto internazionale per il Libano che ha per lo scopo
rafforzare il paese di fronte alle molteplici sfide alla sua sicurezza e stabilità. La Russia
fa parte del Gruppo di contatto per la lotta alla pirateria al largo delle
coste della Somalia e con questo scopo ci ha inviato le sue forze navali che
partecipano all’accompagnamento della marina commerciale, al salvataggio delle
vite in caso di naufragio e alla confisca di armi e altri strumenti usati dai
pirati[9].
L'Italia rimane per la Russia un partner
“privilegiato”. I rapporti bilaterali sono caratterizzati dalla Farnesina come
“intensi e positivi anche in una fase
delicata, caratterizzata da un regime di misure restrittive imposte a Mosca
dall’UE e dai principali partner occidentali quali conseguenze ai gravi fatti
occorsi in Ucraina fin dal 2014”. L’Italia insiste sulla necessità di
conservare un approccio dialogante, costruttivo ed inclusivo con la Federazione
Russa che la incentivi a collaborare alla ricerca di soluzioni condivise ai
principali problemi globali, incluso il contrasto all’estremismo violento, ed
alle maggiori crisi internazionali[10].
Nel suo
discorso sul futuro dell'Europa, molto applaudito da professori e studenti
dell'Università Humboldt, l’ex primo ministro Matteo Renzi ha parlato delle relazioni tra Mosca e Bruxelles sottolineando che il posizionamento dell'Europa come
baluardo contro la Russia è un «errore politico, crimine contro la cultura e
falsificazione della storia »[11].
L'articolo esamina la politica russa volta ad
assicurare la presenza nel Mar Nero e nel Mediterraneo. Una tale politica
prende l’inizio nel Medioevo e si sviluppa nel periodo imperiale. Il governo
sovietico pure presta una particolare attenzione alla presenza della sua flotta
nel Mediterraneo. La nuova dottrina marittima di oggi mette in rilievo
l’importanza delle forze navali della Flotta militare russa dislocate nel
Mediterraneo nel contesto della lotta contro il terrorismo e la pirateria.
Keywords: Mediterraneo, Mar Nero,
Progetto Greco, Russia, flotta, terrorismo.
[Un evento culturale, in quanto ampiamente
pubblicizzato in precedenza, rende impossibile qualsiasi valutazione veramente anonima dei contributi
ivi presentati. Al fine della
pubblicazione, questo scritto è stato valutato “in chiaro”
dai promotori dei Seminari Russia e Mediterraneo e dalla direzione di Diritto @ Storia]
[1] Memorandum
on Security Assurances in Connection with Ukraine’s Accession to the Non-Prolifiration Treaty http://daccess-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/G94/652/92/PDF/G9465292.pdf?OpenElement.