ISPROM
ISTITUTO DI STUDI E PROGRAMMI
PER IL MEDITERRANEO
CITTà
DEL MEDITERRANEO
iNCONTRO
PROGRAMMATICO PER LA COOPERAZIONE
Sassari, 2 - 3 dicembre 2016
Un Osservatorio informatico
sulle azioni internazionali delle Città per
la pace e lo sviluppo
con la collaborazione della Conférence Permanente des Villes Historiques de la Mediterranée e l’ITTIG-CNR
Firenze
GIANCARLO TADDEI ELMI
Associato ITTIG-CNR
SOMMARIO: 1. Premessa. - 1.1. L’Idea politica “Città come mezzo e Pace come
fine”. -
1.2. Le reti di città. - 1.3. Riconoscimento europeo delle azioni
internazionali di pace delle città. - 1.4. L’idea di un
sistema informativo da Bethléem (2008 e 2009) a
Valmontone e Cagliari (2016). - 2. Il Progetto “Osservatorio” dell’ISPROM. - 2.1. Selezione e classificazione delle
informazioni. - 2.2. Organizzazione
e coordinamento ISPROM e gruppi di lavoro CPVHM. - 2.3. Costruzione del Portale. - 2.3.1. Area di lavoro in Rete. - 2.3.2. Regole di redazione delle informazioni. -
2.3.3. Presentazione in Rete
dell’Osservatorio. - 3. Effetti dell’Osservatorio.
Le Città sono sovente e ripetutamente indicate come uno dei principali mezzi per
raggiungere obbiettivi di pace e sviluppo a livello sociale, economico e
culturale. Tra i più significativi
assertori di questa convinzione tiene un
ruolo di spicco Giorgio La Pira che afferma e
conferma più volte questa idea come Sindaco di Firenze e come Presidente
della Fédération Mondiale des Cités Unies (FMCU) in un “crescendo” a partire dagli anni
‘50 fino alla sua dipartita.
A Ginevra esalta il valore delle città nel famoso discorso pronunciato nel 1954 in occasione di
una riunione del Comitato internazionale della Croce Rossa “Les villes sont des
unités vivantes. Les États n’ont
pas le droit de détruire les villes, véritables microcosmes dans lesquels se
concentrent des valeurs essentielles de l’histoire passées et véritables centre de rayonnement de valeurs pour l’histoire
future. Les villes constituent le tissu entier de la société humaine et de la
civilisation humaine”.
La ribadisce nei Congressi della FMCU
di Parigi 1967, Leningrado 1970, Torino 1971, Sofia 1972, Dakar 1973 e alla
Conferenza di Firenze 1977.
Da
sempre le città in rete hanno tenuto un ruolo rilevante a livello
internazionale Si pensi al cd Rinascimento comunale italiano di
inizio del secolo scorso (ANCI 1901 e altre reti settoriali).
A
fronte di queste iniziative abbastanza settoriali viene
fondata nel 1913 la prima rete transnazionale di città, la Union International des Villes
(UIV) che con alterne fortune organizzerà frequenti congressi fino al 2004 nelle più grandi città europee.
Durante
il processo di integrazione economica europea (CEE)
l’interazione municipale continua vigorosa. Nascono nel 1951 due grandi
associazioni di città, il Conseil des Communes et Régions de l’Europe
(CERM o CCRE) e Le Monde bilingue
rinominata Fédération des villes jumelées che poi prenderà il nome definitivo
di FMCU. Il CERM
oggi è la sezione europea della rete mondiale mondiale Cités et Gouvernements Locaux Unis (CGLU). La FMCU darà vita a grandi congressi internazionali di città e sarà
presieduta per lungo tempo da Giorgio La
Pira.
Nel
periodo dell’Unione Europea (UE) a seguito di un documento della rete Eurocities “Per la politica di espansione europea urbana” e sulla spinta
delle consultazioni condotte in base al Libro Verde del 1990 sull’Ambiente
Urbano, la Commissione (CE) lancia il primo progetto Urban per lo sviluppo delle
città 1994-1999. Sempre su iniziativa delle autonomie locali nel 1993, in
occasione della conferenza di Aalborg, cento città europee redigono una “Carta
delle città europee sostenibili” e viene promosso dal
CCRE-CERM il “Progetto città sostenibili”.
Alla
fine degli anni ‘90 esplode il problema dei
processi migratori che si colloca
tra sicurezza e accoglienza. Nascono i programmi
Urban II nel 1999 e AIL (Azione di partenariato locale) nel 1997. Vi aderiscono le reti Eurocities, Elaine, Quartiers en crise e le città di Torino, Napoli, Bologna e Palermo.
Nel 2003 viene lanciato il programma Intégration des ressortissants de pays tiers
(INTI) dove si afferma espressamente
il poursuit aussi d’autres objectifs
...élaborer des modèles d’intégration, rechercher et évaluer les bonnes pratiques
dans le domaine de l’intégration et créer des réseaux au niveaux européen. Inti encourage la coopération entres états membres leurs autorités
régionales et locales et d’autres intervenants ainsi que la création de
partenaires et réseaux internationaux.
Nel
2004 le due grandi reti storiche UIV e FMCU si fondono e danno
vita alla rete Cités et Gouvernements Locaux Unis (UGCL) in occasione di una
Assemblea mondiale delle città in Turchia; il CERM diviene una sezione
di UGCL.
Nel
2004 viene costituita la rete Italiane RECS (Rete delle città strategiche) di cui fanno parte
molte città sarde. Nel 2014 entra a far parte dell’ANCI ed entrambe danno vita alla Commissione per le Città Strategiche.
Tre
atti europei riconoscono ufficialmente il ruolo importante delle città nel
quadro internazionale, il Parere del Comitato delle regioni ”La cooperazione
decentrata nella riforma della politica di sviluppo” 2006/C115/09, la Risoluzione
del Parlamento europeo del 15 marzo 2007 e soprattutto la Comunicazione dell’agosto 2008 in cui
la Commissione CE (CE 8/10/08, 626)
afferma l’utilità e l’attualità di un organico censimento delle azioni
internazionali di pace, solidarietà e cooperazione delle città. Il documento riconosce
“le autorità locali come nuova dimensione della politica di sviluppo”, e
ricorda come ormai molte risoluzioni e pareri UE ribadiscano l’importante
competenza delle autorità locali non solo in termini di fornitura dei servizi
ma anche come elementi catalizzatori del cambiamento, della prevenzione dei
conflitti, del decentramento e del rafforzamento della fiducia nel processo di
sviluppo.
La
Commissione osserva in particolare che mancano dati e informazioni organizzati
per coordinare le azioni e le iniziative locali di carattere cooperativo. Si
auspicano quindi meccanismi per censire in modo più efficace la cooperazione
allo sviluppo attuata da autorità locali, prefigurando una sorta di atlante
della cooperazione. La Commissione
propone che l’UE appoggi l’attuazione di una piattaforma di scambio di informazioni, una “borsa” (dice il documento), sotto
l’egida del Comitato delle Regioni, che coinvolga le principali reti di città
europee e dei paesi partner. Partenariati, gemellaggi e reti devono essere
sviluppati e coordinati ma anche va favorito e istituzionalizzato il dialogo
tra città e organi dell’Unione europea. La Commissione invita infine il
Consiglio, gli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, il Comitato delle
regioni, il Comitato economico e sociale europeo e il Parlamento europeo a
sostenere lo sviluppo di una impostazione “olistica”
riguardo alle autorità locali come attori dello sviluppo globale, europeo e
nazionale, avvalendosi dei già citati strumenti delle azioni congiunte, dei
gemellaggi, delle reti tematiche e delle reti generali.
Le azioni congiunte delle città, auspicate da Giorgio La Pira,
possono trovare un forte ausilio nella conoscenza reciproca e nello scambio di informazioni. La Rete mondiale informatico-telematica
sviluppatasi negli anni ‘90 e consolidatasi negli anni 2000 pareva un potente strumento per
favorire i contatti e le azioni concrete tra le città che tra l’altro si
stavano unificando attraverso reti municipali tradizionali. Un primo passo
verso questo grande sistema informativo generale delle azioni internazionali
delle città potrebbe essere un sub-sistema digitale che dia conto delle azioni per la pace messe in
opera dalle città.
In questa ottica, forti anche della
raccomandazione europea del 2008, l’Unità di ricerca Giorgio La Pira del CNR di
Roma, l’ISPROM, la Conférence Permanente des Villes Historiques de la Mediterranée e ITTIG-CNR lanciano nei seminari di Bethléem del 2008 e del 2009 l’idea di predisporre uno
strumento informativo elettronico che favorisca la cooperazione tra le città
impegnate per la pace[1].
Nella celebrazione di Giorgio La Pira in
occasione del recente Seminario di Valmontone “Guerra impossibile” “Pace
inevitabile”. Pensiero e azione di
Giorgio La Pira, il progetto viene riproposto con
l’auspicio che possa essere ripreso, rivisitato, aggiornato e condotto a
realizzazione da parte dei promotori
originari, Unità di ricerca Giorgio La Pira CNR di Roma, ISPROM, Conferenza
permanente delle città storiche del Mediterraneo e ITTIG-CNR di Firenze anche
con l’aiuto di altri volenterosi collaboratori[2].
L’ISPROM fa propria questa iniziativa e chiede un finanziamento
secondo un bando della Fondazione Sardegna inserendo il progetto nel quadro dei “Progetti e iniziative di sviluppo locale”.
Il progetto viene ridisegnato in modo
mirato, almeno inizialmente, in funzione delle città della Conferenza e così
ripresentato in questa nuova veste nel recentissimo seminario di Cagliari[3].
Il
progetto dal titolo “Un Osservatorio
in rete sulle azioni internazionali delle città mediterranee per lo sviluppo e
la pace” riprende in larga misura l’idea presentata nel
seminari di Bethleèm e riproposta a Valmontone e
prevede, al momento, di creare uno strumento ipertestuale (Portale o Sito) informativo sulle attività, iniziative,
progetti ed eventi per la promozione della Pace e dello Sviluppo, svolte
inizialmente dalle città della Conferenza con possibilità in prospettiva di
estensione ad altre città mediterranee ed europee.
L’Osservatorio
dovrebbe contenere i dati relativi alle iniziative di
ogni tipo poste in essere dalle Città (enti locali come auspica la UE) per lo
sviluppo e la pace. I criteri di raccolta sarebbero: l’Area dei paesi del
Mediterraneo come limite geopolitico, l’Internazionalità dell’azione, intesa in senso lato
anche come transnazionalità e sovranazionalità, come
caratteri oggettivi; l’Urbanità come
carattere soggettivo e la Cultura di Sviluppo e Pace come
carattere teleologico dove con sviluppo e pace si intendono tutte le azioni
dirette alla pacifica convivenza, alla solidarietà, alla equità e alla
promozione di un equilibrio
socio-economico ossia allo sviluppo di quei valori e principi che ormai
sono considerati diritti collettivi o dei popoli (vedi ad esempio la Carta
africana sui diritti umani articolo 23 del 1986). Le azioni delle città possono essere distinte
tra: 1) azioni condotte individualmente
2) azioni congiunte (con associazioni, enti pubblici e privati,
università, enti di ricerca), 3) azioni collettive finalizzate alla pace
promosse da città in rete (azioni di Reti costituite ad hoc per la pace) e 4)
azioni promosse da Reti di città di carattere generale (non costituite
specificatamente per attività di sviluppo e pace). All’interno di questa partizione
si suggerisce l’individuazione di altri criteri contenutistici per classificare
l’iniziativa (economica, sociale, tutela ambientale, integrazione culturale e
linguistica, religiosa, etc.). Vi sono attività e obbiettivi
misti, socio-culturali, socio-economici, socio-politici, politico-giuridici e
così via.
Lo
strumento informatico dovrebbe offrire un panorama organico delle iniziative
delle città per lo sviluppo e per la pace e dovrebbe essere corredato, se
possibile, da rinvii ipertestuali ai luoghi della Rete dove l’azione viene descritta in modo esaustivo. In una primissima fase la
stessa Rete potrebbe essere lo strumento privilegiato di rilevamento delle
informazioni.
L’ISPROM,
una volta ottenuto il finanziamento auspicato, si farà carico di comunicare a
tutte le città della Conférence des Villes Historiques de la Mediterranée l’idea della costituzione
dell’Osservatorio informativo e contestualmente richiederà l’adesione e la forma
di partecipazione all’incremento del sito al fine di costituire un nucleo
iniziale del progetto; così come la copertura iniziale dell’archivio potrebbe
essere limitato alle azioni intraprese dalle città membri
della Conférence
anche l’accesso potrebbe essere in una prima fase consentito alle sole città
aderenti al progetto. In un secondo momento potrebbe essere esteso alle città
in generale, ad altre associazioni, università, enti, governi, uffici
municipali, etc.). Di conseguenza le città aderenti si
dovrebbero impegnare a costituire un gruppo di lavoro ad hoc con un referente.
Dopo
aver raccolto le adesioni e vista la costituzione di un gruppo di lavoro presso
ogni città aderente, ISPROM e ITTIG allestiranno
presso l’ISPROM stesso una area di lavoro accessibile in Rete per
l’inserimento, modifica e aggiornamento in maniera dinamica delle informazioni
Content Management System (Wordpress o Drupal) dove
opera un programma installato su un web server per la gestione
dell’osservatorio.
Predisposizione
di regole di redazione delle informazioni indicando tipologie e struttura di
documenti (eventi, progetti, azioni, etc.), modalità
di inserimento (lingue, modi di citare
etc.) e
regole per l’invio dei dati destinati all’incremento dell’Osservatorio.
Strutturazione
dell’Osservatorio in generale e delle partizioni interne. Organizzazione e
presentazione dei contenuti, definizione delle modalità
di visualizzazione con messa in evidenza delle entità aderenti, delle sezioni
relative a notizie, eventi, progetti, iniziative e azioni, che verranno
segnalate secondo tipologia, data, luogo con messa in evidenza dei collegamenti
ipertestuali.
La
conoscenza reciproca prodotta dall’Osservatorio in Rete in
relazione alle iniziative delle Città dovrebbe consentire il
raggiungimento di risultati più concreti in tema di cooperazione internazionale
per lo sviluppo socio-economico e la pace e la promozione di azioni coordinate ed efficaci svolte anche in
forma di Reti di città per lo sviluppo socio-economico locale, per la
solidarietà e per la pace . Dovrebbe infatti, finalmente,
spingere gli amministratori delle città a intraprendere quei percorsi di
pace e sviluppo, extra moenia come indicato dal sindaco di
Firenze Giorgio La Pira (discorso di Ginevra alla Croce Rossa 1956 e in tutti i
Congressi della FMCU), attraverso la diplomazia tra i popoli, dal basso, degli
scambi culturali, delle iniziative di cooperazione e solidarietà internazionale
e intra moenia,
come suggerito dalla la Carta europea
dei diritti dell’uomo nella Città (18 maggio 2000 in Francia a Saint-Denis),
dove si auspica la promozione della
pace, dello sviluppo e della solidarietà, del dialogo e della tolleranza nelle
città e l’esigenza di bilanciare i
diritti umani a livello locale con la loro dimensione naturalmente universale.
[1] G. Taddei Elmi, Informazione e cooperazione delle città per
la pace. Un progetto di archivio digitale, comunicazione al II Seminario L’Étoile de Bethléem su “Betlemme e il ruolo internazionale delle
città per la pace”, Betlemme, 20-22
dicembre 2008, organizzato dal Centre de la Paix di
Betlemme, dall'Istituto di Studi e Programmi per il Mediterraneo (ISPROM),
dalla Conférence permanente des villes historiques de la Mediterranée e dall'Unità di ricerca 'Giorgio La Pira'
del CNR, e idem Villes
et Paix: le sentier de Giorgio
la Pira. Développement du projet “Archives
électroniques sur les actions internationales de paix des ville”, comunicazione al III Seminario
L'Étoile de Bethléem, su Paix et développement, Betlemme, 19-21 dicembre 2009.
[2] G. Taddei Elmi, Un sistema informativo digitale in Rete
sulle azioni internazionali delle città per la pace relazione a IV Seminario “Guerra
impossibile” “Pace inevitabile”. Pensiero e azione di Giorgio
La Pira, Valmontone 7- 8 ottobre 2016 organizzato da Consiglio Regionale del
Lazio, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Città di Valmontone, Unità di
ricerca ‘Giorgio La Pira’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche in
collaborazione con la Conférence Permanente
des Villes Historiques de la Mediterranée,
ISPROM (Istituto di Studi e Programmi per il Mediterraneo), con il contributo
della Regione Autonoma della Sardegna e con il patrocinio del Pontificio
Consiglio della Giustizia e della Pace.
[3] G. Taddei Elmi, Il progetto dell’ITTIG per una Rete
di città. Un sistema informativo digitale in Rete sulle azioni delle città per
la pace e lo sviluppo, comunicazione al Seminario ISPROM “Comuni
sardi e autonomia regionale tra spopolamento locale e migrazioni continentali”,
Università di Cagliari, 24 e 25 novembre 2016.