ISPROM
ISTITUTO DI STUDI E PROGRAMMI
PER IL MEDITERRANEO
CITTà DEL MEDITERRANEO
iNCONTRO PROGRAMMATICO PER LA COOPERAZIONE
Sassari, 2 - 3 dicembre 2016
Il ruolo della chiesa nel Mediterraneo:
l'esperienza del Vaticano e della Chiesa
ortodossa russa
DMITRY
SHEBALIN - EKATERINA SHEBALINA
MGIMO-Istituto Statale di Mosca per le relazioni internazionali
L’antica storia dei territori
mediterranei trova il suo compendio nella formazione di uno stato grande e
potente – l’Impero Romano, che unì in sé due categorie di paesi: le culture
secolari (Egitto, Fenicia, Palestina, Israele) e le terre associate alla nuova
cultura e vita politica grazie all’estensione dell’Impero. La prima categoria
rappresentava la parte orientale, la seconda – quella occidentale. Dalle
conquiste di Alessandro Magno i paesi orientali appresero la cultura ellenica
(resa evidente dalla diffusione della lingua greca tra questi popoli), mentre la parte occidentale dell’Impero
venne fagocitata dalla civiltà romana (i dialetti locali furono spesso
soppiantati dal latino che diventò il nucleo per la formazione delle lingue che
presero il nome di neo-latine). Così l’Impero romano unito politicamente fu
diviso in due sfere culturali che poi dominarono per secoli nel mediterraneo:
l’Oriente ellenico e l’Occidente romanizzato che poi si trasformarono
nell’Impero romano d’Occidente e quello d’Oriente. Il confine di queste due
parti si trovò in mezzo alle due penisole centrali – Grecia e Italia (luoghi di
origine delle due culture antiche).
Nel secolo VI crollò
l’Impero romano d’Occidente, e l’Europa entrò nel Medioevo. Invece l’Impero d’Oriente
si trasformò in un nuovo Stato– l’Impero Bizantino. La fioritura di
quest’ultimo avvenne durante il Regno di Giustiniano I il Grande dal 527 al
565. In questo periodo l'Italia fu liberata dai barbari e fu organizzata una
forte difesa dei territori mediterranei contro i turchi e gli arabi[1]. Ma la divisione politica tra i
due Imperi inevitabilmente determinò una scissione religiosa che sfociò nel
Grande Scisma, avvenuto nel 1054 – un anatema reciproco che alimentò le
divergenze tra i cristiani per quasi un millennio. Così le opposizioni
religiose nel mediterraneo si complicarono
ulteriormente.
Le due chiese separate
partecipavano attivamente alla vita politica mediterranea. Il Pontefice
indiceva le Crociate (a quelle prima dello Scisma partecipò pure qualche paese
dell’Europa orientale), mentre il Patriarca estendeva il suo potere nei Balcani
e nell’Europa orientale. Ma l’Impero d’Oriente non
riuscì a resistere all’invasione musulmana – nel 1453 cadde con la conquista di
Costantinopoli da parte degli ottomani sotto la guida di Maometto II. Così il
potere nella regione mediterranea ritornò nelle mani dell’Occidente che lo
divise a seguito di sanguinosi conflitti con gli arabi e turchi (si riferisce
in particolare alla Reconquista in Spagna che
gloriosamente finì con la resa di Granada nel 1492 e alla battaglia di Lepanto
che segnò il trionfo della Lega Santa contro le forze musulmane nel 1571). In
questo periodo il ruolo della Chiesa è molto evidente. Lo Stato Pontificio non
solo promuove l’idea cristiana in tutto il mediterraneo, ma ispira i suoi
fedeli alleati contro la guerra ai musulmani (nel caso di Lepanto creando una
vasta alleanza cristiana).
Con la caduta di
Costantinopoli la Chiesa bizantina perdette considerevolmente la sua influenza
nel mediterraneo, malgrado l’Impero ottomano le avesse
concesso il predominio sul territorio turco. Anche le chiese ortodosse balcani che furono sottoposte al potere ottomano. Da questo
momento il centro dell’ortodossia si spostò verso la Russia che per molti
secoli rimase il difensore della cristianità orientale.
A questo punto la
cristianità nel mediterraneo tornò alla solita divisione tra l’Occidente (il
Pontefice che espandeva il suo potere in tutta l’Europa – con il centro
spirituale del cattolicesimo come la Spagna) e l’Oriente (la Chiesa ortodossa
russa, con lo Zar – il patrono di tutti i paesi ortodossi). Gli interessi di
due poteri religiosi spesso s’incrociavano e si contrapponevano. Nel 1847 lo
Zar Nicola I fece visita a Roma, dove incontrò Papa Gregorio XVI; nello stesso
anno venne firmato il concordato tra la Santa Sede e
la Russia. Ma già nel 1850 nel mediterraneo si accese
una disputa che frenò lo sviluppo delle reciproche relazioni. Il neo insediato
imperatore francese Napoleone III, sostenuto dal Papa Pio IX, fece consegnare
le chiavi della Basilica della Natività di Betlemme e
quelle della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme alla comunità
cattolica. Ovviamente la causa del conflitto non si basava solo sulla consegna
delle chiavi ma soprattutto sul fatto che l'imperatore Nicola I considerava il
suo ruolo come quello del difensore di tutti gli ortodossi nel mondo. A questo
punto non gli restò altra alternativa che entrare
nella guerra.
Con l’arrivo della
colonizzazione dei Paesi del bacino mediterraneo tra
la fine dell’ottocento e i primi decenni del novecento si costituì un’“unica
regione euro-mediterranea" (simile al "mare nostrum" dell’antico
Impero romano), come la caratterizza A. Malgin.
Inevitabilmente in questa regione dominava la chiesa cattolica con il “ruolo
universale della cattedra di Roma nel mondo e della sua azione missionaria”[2].
Ma dopo la fine della
Seconda Guerra mondiale e del colonialismo, la contrapposizione tra l’Occidente
e l’Oriente diminuì nell'intera regione mediterranea[3]. Questa tendenza si accentuò ancora di più negli ultimi
decenni. Viceversa i problemi inerenti la coesistenza
pacifica crescono e rafforzano in ruolo di quelle istituzioni che prima erano contrarie.
Le vecchie contraddizioni rimangono ancorate al passato dando la precedenza
alla collaborazione sui problemi chiave nella regione: migrazione, terrorismo, difesa dei diritti umani e religiosi, differenza crescente
tra ricchi e poveri. In questo contesto, procede il
dialogo interreligioso: dopo il Concilio Vaticano II (1962-1965) seguito dall'
“abbraccio di pace” tra Papa Paolo VI e il Patriarca Ecumenico Atenagora (1965) siamo stati testimoni dell’abbraccio
storico di Papa Francesco e del Patriarca di Mosca Kirill
avvenuto in Cuba nel febbraio dell’anno corrente.
Nella dichiarazione
congiunta, firmata a seguito dell’incontro all' Havana,
i due leader religiosi confermano i loro interessi comuni, prestando
un’attenzione particolare alle problematiche più spinose dell'area
mediterranea, quali:
·
sterminio delle famiglie, distruzioni di villaggi e città cristiani in Medio Oriente
(comma 8)
·
terrorismo che va combattuto con senso di responsabilità e
prudenza da tutti i paesi amanti della libertà e della pace (comma 11);
·
“esistenza dei fondamenti spirituali
comuni” che entrambe le chiese devono proteggere marciando “fianco
a fianco” (comma14);
·
Provvidenze nei casi di estrema povertà
ea favore di “milioni di migranti e rifugiati che bussano alla porta dei paesi
ricchi” (comma 17)[4].
Mentre i governi dei paesi coinvolti,
elaborano i programmi comuni per poi approvarli a livello di politica
comunitaria, le chiese già intraprendono le misure prefissate. La Santa Sede
svolge un’ampia attività nel campo umanitario. Papa Francesco ha espresso più
di una volta l'opinione che la crisi umanitaria è già più grave di quella
prodottasi dopo la Seconda Guerra mondiale, riaffermando che il Mar
Mediterraneo è diventato “un cimitero”[5].
La Santa Sede ha aperto presso le sue parrocchie i centri d’accoglienza, nel
2015 più di 22 mila migranti sono stati ospitati nelle
1600 strutture della chiesa[6].
Il 16 aprile 2016 il Papa, il Patriarca Ecumenico e l’Arcivescovo di Atene e di
tutta la Grecia hanno firmato la Dichiarazione congiunta dedicata ai problemi
dei profughi e migranti, in cui hanno chiesto “alle comunità religiose di
aumentare gli sforzi per accogliere, assistere e proteggere i rifugiati di
tutte le fedi e affinché i servizi di soccorso, religiosi e civili, operino per
coordinare le loro iniziative”. Per di più, hanno esortato tutti i paesi “a
estendere l’asilo temporaneo, a concedere lo status di rifugiato a quanti ne
sono idonei”. L’incontro si è svolto in “Moria refugee
camp”, sull’isola mediterranea di Lesvos[7].
Il Patriarcato di Mosca a sua volta
partecipa in modo attivo alla politica sociale nella sua zona d’influenza (che
si estende dalla Russia e quasi tutti i paesi della CSI). Nel 2013 l’ufficio
sinodale per le relazioni della chiesa e società ha pubblicato il manuale della
lingua e cultura russa per i migranti, che si propone l’obbiettivo
di far conoscere ed apprendere a chi arriva in Russia la cultura del paese che
li ospita[8].
Poi sempre nel 2013 la chiesa ortodossa ha avviato un programma di adattamento
dei migranti in coordinazione con il Servizio federale per la migrazione nelle
città di Stavropol, Pjatigorsk, Khabarovsk, Krasnodar
e Rostov-na-Donu.
E’ necessario continuare tali iniziative e discuterle tra le religioni per
un interscambio dell’esperienza ed elaborazione delle
strategie ancora più efficaci.
Il problema acuto che tormenta il
mediterraneo è il terrorismo che a volte viene
nominato “religioso”. Il Presidente del Dipartimento per le relazioni
ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, il Mitropolita
Ilarion invece spiega che non esiste il “terrorismo
religioso” oppure quello “islamico”, perché la violenza non può esistere a nome della religione. “Nessuna religione tradizionale
insegna ad uccidere le persone e commettere un
delitto. L’ideologia dell’odio e dell’aggressione, che fa uso della retorica
religiosa, non può essere motivata dalla religione”[9].
Anche Papa Francesco, di ritorno del suo volo in
Polonia ha negato la connessione dell’islam con il terrorismo: “Se io parlo di
violenza islamica devo parlare anche di violenza cattolica - ha poi spiegato -
ma non tutti i cristiani sono violenti così come non tutti gli islamici lo
sono"[10].Per di più entrambe le chiese sono certi che non si possano
sconfiggere i terroristi solo militarmente – bisogna lavorare con l’opinione
pubblica, cambiare la mente delle persone che a volte si trovano vittime della
propaganda jihadista. In questo contesto è
necessario lavorare unitamente contro il terrorismo, creando schemi missionari
che prevengano l’attività dei fondamentalisti e rendano più sicura la zona
mediterranea. Non si può negare una ricca esperienza dell’esistenza
pacifica interreligiosa in Russia dove tutte le confessioni collaborano
intensamente sui problemi chiave della società. Un esempio efficace può essere
quello del Consiglio interreligioso russo che già dal 1998 riunisce gli alti
rappresentanti ortodossi, musulmani, buddisti ed ebrei[11]. Qui viene ricordato il sostegno
prestato dal governo all’attività del Consiglio. Nel 2004 il Presidente della
Federazione Russa V. Putin ha salutato i partecipanti del Forum interreligioso
per la pace, nel 2006 ha inaugurato il Vertice internazionale di leader
religiosi e nel 2012 ha avuto un’incontro proficuo con i capi delle religioni tradizionali sul
territorio russo[12].
Questi passi sono stati sempre apprezzati
dal Pontefice, che più di una volta ha incontrato il Presidente russo. Il
Segretario per i rapporti con gli stati Mons.
Gallagher ha sottolineato che “la Federazione russa
può giocare un ruolo nella stabilizzazione del Mediterraneo, come l’ha giocato
nel raggiungimento del recente accordo sul nucleare con l’Iran”[13].
E’ chiaro che la Chiesa ortodossa è una chiesa autonoma e non sottoposta al
potere laico. Non va tuttavia sottaciuto che negli ultimi 20
anni sono state istituite diverse forme di cooperazione. La chiesa promuove la
cultura, la pace, l’istruzione e tanti altri programmi sociali importanti per
il governo. Da parte loro, le autorità prestano aiuto amministrativo alla
chiesa e sostegno a livello internazionale.
Se in passato i
due mondi spirituali nel mediterraneo cercarono di contrapporre i propri
interessi e vincere la battaglia per l’influenza nella regione, il secolo XXI
invita, anzi ordina di procedere insieme per rispondere adeguatamente alle
sfide di oggi. Entrambe le chiese hanno le loro parrocchie nel mediterraneo,
entrambe soffrono i problemi della secolarizzazione, le difficili relazioni con
le altre comunità cristiane (di altri rami separati), entrambe hanno la
possibilità di portare avanti l’idea di pace e di realizzarle con sincerità di intenti(perché è uno dei compiti principali di ogni
chiesa, a differenza dei governi che realizzano spesso solo i propri interessi
finanziari e politici). Pertanto una effettiva
collaborazione tra la Chiesa ortodossa e la Santa Sede, basata sullo scambio
delle esperienze ed elaborazione dei nuovi programmi comuni, può essere un
vero strumento efficace per influenzare positivamente l'intera area del
Mediterraneo, aiutare alla soluzione dei molti problemi già esistenti e
prevenire quelli futuri.
Note e
bibliografia
1.
Chenkin, S. (2014) Kulturno-istoričeskoe svoeobrazie
Sredizemnomorskogo regiona
/ Sredizemnomorskie strany Evropy: tendencii političeskogo i social’no
ekonomičeskogo razvitija. Aktual’nye problemy
Evropy. Mosca, UNION RAN.
2.
Consiglio interreligioso russo. Sito ufficiale: http://interreligious.ru/mezhreligioznyy-sovet-rossii/svedeniya-o-sovete/
3.
Consiglio permanente. Un migrante in
ogni parrocchia, ecco come fare. 13 ottobre 2015. L’Avvenire.
4.
Dejničenko, P. (2008) Epocha Rjurikovičej. Ot drevnich knjazej
do Ivana Groznogo. Mosca, OLMA Media Group – 192 pag.
5.
Dialogo interreligioso in Russia ed
altri paesi di CSI. Sito ufficiale: http://interreligious.ru/mezhreligioznyy-sovet-rossii/svedeniya-o-sovete/
6.
Dichiarazione comune di Papa Francesco e
del Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia. 12 febbraio
2016.
7.
Dichiarazione congiunta di Sua Santità
Bartolomeo, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, di Sua Beatitudine Ieronymos, Arcivescovo di Atene e di Tutta la
Grecia e del Santo Padre Francesco. 16 aprile 2016.
8.
Intervento del Presidente del Dipartimento
per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca Mitropolita di Volokolamsk Ilarion alla Conferenza internazionale scientifica, La
religione contro il terrorismo“ (Mosca, il 6 ottobre 2016). Dal sito ufficiale del Patriarcato di Mosca: https://mospat.ru/ru/2016/10/06/news136732/
9.
Malgeri, G. (2015)
Colonialismo e la Chiesa in Italia. Roma, Dizionario Storico Tematico
La Chiesa in Italia. Volume II - Dopo l'Unità Nazionale. (http://www.storiadellachiesa.it/glossary/colonialismo-e-la-chiesa-in-italia/)
10.
Papa Francesco. Il Papa: il Mar Mediterraneo è un
cimitero. 17 settembre 2016. L’Avvenire.
11.
Rame, S. Papa Francesco: "Ingiusto
identificare l'islam con il terrorismo e la violenza”. Il Giornale,
01.08.2016.
12.
Tarle, E. (1941-1944) Krimskaja vojna. 2 volumi. Mosca, Voennaja literatura.
13.
Tornelli, A. Galeazzi, G. Gallagher: la Russia può
aiutare a stabilizzare il Mediterraneo. La Stampa, Vatican Insider. 04.08.2015.
14.
Učebnik RPC naučit migrantov russkomu jazyku i istorii. Russkij Mir, 03.07.2013 (http://www.russkiymir.ru/news/51116/).
[1] Dejničenko, P. (2008) Epocha
Rjurikovičej.Otdrevnichknjazej do IvanaGroznogo. Mosca, OLMA Media Group
– 192 pag.
[2] Malgeri, G. (2015) Colonialismo e la Chiesa in
Italia. Roma, Dizionario Storico Tematico La Chiesa in
Italia. Volume II - Dopo l'Unità Nazionale. (http://www.storiadellachiesa.it/glossary/colonialismo-e-la-chiesa-in-italia/)
[3] Chenkin, S. (2014) Kulturno-istoričeskoe svoeobrazie Sredizemnomorskogo regiona / Sredizemnomorskie strany Evropy: tendencii političeskogo i social’no ekonomičeskogo razvitija. Aktual’nye problemy Evropy.
Mosca, UNION RAN.
[4] Dichiarazione comune di Papa Francesco e
del Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia. 12 febraio 2016.
[5] Papa Francesco. Il Papa: il Mar Mediterraneo è un cimitero. 17 settembre
2016. L’Avvenire.
[6] Consiglio permanente. Un migrante in ogni parrocchia,
ecco come fare. 13 ottobre 2015. L’Avvenire.
[7] Dichiarazione congiunta di Sua Santità Bartolomeo,
Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, di Sua Beatitudine Ieronymos,
Arcivescovo di Atene e di Tutta la Grecia e del Santo Padre Francesco.
16 aprile 2016.
[8] Učebnik RPC naučit migrantov russkomu jazyku i istorii. Russkij Mir, 03.07.2013
(http://www.russkiymir.ru/news/51116/).
[9] Intervento del Presidente del Dipartimento per le
relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca Metropolita di Volokolamsk Ilarion alla
Conferenza internazionale scientifica „La religione contro il terrorismo“
(Mosca, il 6 ottobre 2016). Dal sito ufficiale del Patriarcato di Mosca:
https://mospat.ru/ru/2016/10/06/news136732/
[10] Rame, S. Papa Francesco: "Ingiusto identificare
l'islam con il terrorismo e la violenza”. Il Giornale, 01.08.2016.
[11] Dialogo interreligioso in Russia ed altri paesi
di CSI. Sito ufficiale: http://interreligious.ru/mezhreligioznyy-sovet-rossii/svedeniya-o-sovete/
[12]Consiglio interreligioso russo. Sito ufficiale: http://interreligious.ru/mezhreligioznyy-sovet-rossii/svedeniya-o-sovete/
[13] Tornelli, A. Galeazzi, G. Gallagher: la Russia può aiutare a stabilizzare
il Mediterraneo. La Stampa, Vatican Insider. 04.08.2015.