DA ROMA ALLA TERZA ROMA
XXXVII SEMINARIO INTERNAZIONALE DI STUDI
STORICI
Campidoglio, 21-22 aprile 2017
Istituto di Storia Russa dell’Accademia delle Scienze
di Russia
Mosca
МOSCA NEL CONTESTO
DELLA STORIA RUSSA DEGLI ANNI 1914-1917
(Riassunto della comunicazione)
La Prima guerra
mondiale e la Rivoluzione mutarono radicalmente la vita dei moscoviti. Con la
sua popolazione di 1,4 milioni di persone, Mosca, prima della guerra, era il
più importante centro industriale, economico-finanziario e culturale
della Russia. Nell’antica capitale erano attive 16 università, 82
biblioteche, 25 teatri e sale da concerto, 4 circhi, 40 musei, 9 pinacoteche,
64 sale cinematografiche. L’istruzione primaria e l’accesso ai
servizi sanitari erano gratuiti. A Mosca il gas e l’elettricità
erano ampiamente impiegati e l’acquedotto, il sistema fognario, le linee
telefoniche e la radio funzionavano regolarmente. Le condizioni di vita dei
moscoviti erano al passo con gli standard europei.
Fin dall’inizio della guerra, Mosca divenne il
principale centro d’accoglienza per profughi e feriti. Gli ospedali
militari di Mosca ospitarono circa 2,5 milioni di soldati ammalati o feriti; il
numero dei soli profughi registrati superò le 450 mila persone.
Nonostante l’incremento della popolazione, negli anni 1914-1915
l’economia di Mosca continuò a funzionare in modo puntuale.
Tuttavia, verso la fine del 1915 le conseguenze negative della guerra
iniziarono a farsi sentire sulla vita della città e sul rifornimento
delle derrate alimentari: nel 1916 a Mosca giungevano ancora 86 vagoni di
farina al giorno, mentre nel gennaio del 1917 solo 42.
Durante il Governo
provvisorio, a Mosca furono introdotte le tessere per il pane, la carne e il
burro. Rispetto all’inizio della guerra i prezzi dei prodotti alimentari
crebbero di otto volte e quelli dei prodotti industriali di undici volte.
Aumentarono i rischi di epidemie e il livello di criminalità crebbe
bruscamente, non solo a causa delle difficoltà economiche, ma anche per
via della proclamazione di una amnistia di massa.
Con l’ascesa
al potere dei bolscevichi la situazione peggiorò sensibilmente. Nel
dicembre del 1917 a Mosca giungevano solo 14 vagoni di farina al giorno. Per
mancanza di combustibile molti esercizi avevano smesso di funzionare e nelle
case la temperatura non superava gli 8 gradi centigradi. Le difficili
condizioni di vita costrinsero molti moscoviti a lasciare la città. Il
futuro avrebbe loro riservato gli orrori della guerra civile, la terribile
carestia del 1919, il cambiamento dell’élite governativa e lo
stravolgimento di tutti gli aspetti della vita.
Il conte De
Maistre, ambasciatore del re di Sardegna alla corte di Alessandro I, aveva
definito la Rivoluzione Francese come una grande e terribile
“profezia” mandata dalla Provvidenza al genere umano. Tale
profezia, notava De Maistre, consiste di due parti. La prima, rivolta ai
governanti, è che «gli abusi generano la rivoluzione»; la seconda
parte è invece rivolta ai popoli: «gli abusi sono comunque meglio
della rivoluzione». Non è da escludere che a tale conclusione
dovettero giungere anche molti di coloro che vissero durante la Rivoluzione
russa.
[Traduzione dal russo di SARA MAZZONI]