Laura d’amati
L’inattività del
convenuto nel processo formulare:
‘indefensio’,
‘absentia’ e ‘latitatio’
L’ARTE
DEL DIRITTO
Collana diretta da Luigi Garofalo
29
Napoli, Jovene,
2016
VIII-176 pp. –
ISBN 978-88-243-2419-9
INDICE SOMMARIO
Introduzione
1
CAPITOLO PRIMO
LE SITUAZIONI
COLLEGATE ALL'INATTIVITA' DEL CONVENUTO
1. Definizione
della ricerca
9
2. Indefensio e absentia
12
3. Indefensio e latitatio
23
4. Absentia e contumacia
30
5. Il
principio del contradditorio
36
6. Prospettive
di analisi
40
CAPITOLO SECONDO
FASE ‘IN IURE’
1. Osservazioni
preliminari
45
2. I
momenti nei quali era richiesta la cooperazione del convenuto
47
3. Il convenuto non collaborativo
55
4. La posizione del convenuto nelle actiones in personam e
nelle actiones in rem
65
5. Le conseguenze dell'índefensio
nelle actiones in personam
69
6. Missio in possessionem e bonorum venditio
77
7. Restitutio in integrum propter absentiam
86
8. L'assunzione tardiva della defensio nelle actiones
in personam
91
9. Le conseguenze dell'indefensio
nelle actiones in rem
98
10. Cogere accipere iudicium e actiones in rem
111
11. L'estensione alle actiones in rem delle misure
sanzionatorie riguardanti l'assente e il latitante
118
12. Il
regime dell’indefensio nelle
azioni nossali
123
13. Considerazioni
riassuntive
135
CAPITOLO TERZO
LA FASE ‘APUD IUDICEM’
1. Osservazioni
introduttive
139
2. Litem deserere
142
3. Lo
status questionis
148
4. La condanna in giudizio del socio di una societas
omnium bonorum
154
5. Vendita dello schiavo e assenza del compratore in un
giudizio di rivendica
168
6. L'assenza dell'erede nella querela inofficiosi
testamenti
176
7. L’assenza
del convenuto in un processo provinciale
180
8. L'assenza del convenuto in un iudicium recuperatorium
188
9. Ritorno all'ipotesi ricostruttiva del Bethmann-Hollweg
192
10. L’intervento
di Antonino Pio
199
11. L’assenza
nelle liti di libertà
208
12. L’esame
unilaterale della causa in C. 3.1.13.3
214
13. Riflessione
di sintesi
221
Conclusioni
229
Indice degli autori
245
Indice delle fonti
253
Seconda e terza di copertina
Non era facile affrontare e svolgere
adeguatamente il tema dell'inattività del convenuto nel processo
formulare ed individuare e distinguere indefensio, absentia e latitatio. Ma il compito è
stato svolto felicemente da Laura d'Amati.
Nel primo capitolo è delineato
il piano della ricerca. Viene distinta l'indefensio
dall'absentia e dalla latitatio, e viene evidenziata la successiva autonomizzazione della contumacia, nonché la necessità
della presenza attiva del convenuto nel processo per formulas. Chiudono
il capitolo alcune considerazioni sul principio del contraddittorio.
Il secondo capitolo è dedicato
alla fase in iure. Si analizzano le pesanti misure sanzionatorie volte a
costringere il convenuto a comparire in giudizio e a difendersi uti oportet; i criteri per stabilire se egli, vel
per se vel per alium, recte defendit o è da considerare indefensus; le conseguenze dell'indefensio nelle actiones
in personam e nelle actiones in rem,
e si evidenzia che anche in queste l'indefensus subiva conseguenze svantaggiose (non solo
perdeva la più vantaggiosa posizione dì convenuto, ma veniva
anche privato del possesso) e che in riferimento ad esse ricorrono le espressioni
cogere actionem suscipere, cogere iudicium accipere, actionem pati debere. Vengono quindi
esaminati i casi (non rientranti nell'indefensio in senso stretto) in
cui il convenuto di un'actio in rem fosse stato assente oppure latitante.
Il terzo capitolo è dedicato alla
fase del iudicium, generalmente (ma inesattamente:
l'espressione, come non sfugge alla D'Amati, non ricorre in nessun
testo) detta in dottrina fase apud
iudicem. Chiarito che chi era stato
condannato era ormai tenuto a iudicatum facere, viene evidenziato che con litem deserere si indicava l’abbandono della
lite. Si passa quindi ad affrontare un difficile problema. Mentre nel processo per
legis actiones la perdita della lite in danno della parte che non fosse
comparsa davanti al iudex entro mezzogiorno era sancita nelle XII Tavole
dal versetto 8 della prima tavola (post
meridiem praesenti litem addicito), in riferimento al processo per
formulas sono state avanzate in dottrina opinioni diametralmente opposte;
pertanto la D'Amati ha ritenuto opportuno, riferito lo status quaestionis, procedere ad una nuova lettura dei
testi e all’analitico esame dei casi in essi considerati, pervenendo alla
conclusione che da nessuno dei casi (e dei testi) esaminati può
desumersi l'applicabilità del precetto decemvirale post meridiem
praesenti litem addicito al processo per formulas.
Nelle conclusioni viene riepilogato il contenuto dell'intera
ricerca.
Come ho
cercato di mostrare, riferendo sinteticamente (certo, abbreviando e omettendo
molto) il contenuto del libro, risulta evidente che la ricerca della
D’Amati è eccellente, condotta con acribia, conoscenza ed
equilibrata valutazione della vasta (e non agevolmente dominabile) letteratura,
e soprattutto con costante riferimento alle fonti, fatte oggetto di attente e
calibrate esegesi.
Giovanni Nicosia