Pietro Masala
La tutela
dei diritti sociali
negli
ordinamenti di tipo composto
tra
uniformità e differenziazione
Decentramento
e diritti sociali in Italia,
Germania e
Spagna
Parte I
Premesse teoriche, concettuali e di
metodo
Decentramento e diritti sociali in
Italia
PISA, Pisa
university press, 2014
423 pp.
ISBN 978-88-6741-323-2
INDICE
PARTE I
Premesse teoriche
concettuali e di metodo
Decentramento e diritti
sociali in Italia
Capitolo
I
Decentramento
politico e diritti sociali un'introduzione
1. Premesse teoriche e concettuali rispetto
a uno studio del rapporto fra ripartizione territoriale dei poteri e garanzia
dei diritti sociali nella realtà storica degli ordinamenti a struttura
decentrata: l'identificazione dei due termini fondamentali di una relazione
dinamica e di reciproca interdipendenza
3
1.1.
Classificazioni tradizionali e chiavi di lettura più aggiornate per la
descrizione delle forme giuridiche del pluralismo territoriale
3
1.2. Stati
composti e Stato sociale
12
1.2.1. Dinamiche di accentramento e affermazione del modello
cooperativo
12
1.2.2. Esigenze di riorganizzazione e processi di decentramento in
un contesto mutato
29
2. Le finalità e il metodo una
comparazione selettiva diretta alla comprensione storica delle formule
giuridiche attraverso le quali viene attuata la ripartizione del potere e delle
loro trasformazioni determinate dai mutamenti della sensibilità sociale
e politica rispetto a valori e principi fondamentali dell'ordinamento
costituzionale
35
2.1.
L'utilità di un approccio storico-comparativo per lo studio di un tema
generale di diritto costituzionale
35
2.2. Gli ambiti
specifici competenze e risorse in tre ordinamenti
40
2.3.
L'utilità pratica la comune ricerca di una difficile "combinazione
ragionevole" fra autonomia uguaglianza e risorse disponibili in Italia e
in Europa
50
Capitolo
II
Decentramento
e diritti sociali in Italia
Sezione
I
La configurazione
originaria del rapporto fra pluralismo territoriale e tutela dei diritti
sociali e i suoi sviluppi anteriori alla riforma del Titolo V della seconda
parte della Costituzione
1. La distribuzione delle competenze e il
loro esercizio nella pratica
59
1.1. La
configurazione costituzionale originaria
59
1.2. La
stagione dei ritardi e dell'uniformità
64
1.3. L'avvio del
processo riformatore "a Costituzione invariata"
70
2. La ripartizione della potestà
impositiva e delle risorse
81
2.1. L'indeterminatezza
delle previsioni costituzionali e la concreta configurazione del sistema di
finanziamento delle Regioni ordinarie come regime di finanza derivata
81
2.2. I primi
passi del cammino di ampliamento dell'autonomia finanziaria
87
Sezione
II
Le garanzie
dell'omogenea attuazione dei diritti sociali nel sistema dei rapporti fra Stato
e autonomie territoriali disegnato dalla l. cost. n. 1 del 1999 e dalla l.
cost. n. 3 del 2001
1. I presupposti per lo sviluppo della
differenziazione e i suoi limiti nelle disposizioni del nuovo Titolo V della seconda
parte della Costituzione
99
1.1. La
complessiva "ambivalenza" della nuova disciplina costituzionale
99
1.2. La
possibilità di letture discordanti e un'attuazione lenta e incompiuta
110
2. L'interpretazione complessiva delle
nuove regole di riparto delle competenze da parte della Corte costituzionale
116
2.1. Il
superamento del riparto per materie e l'individuazione degli strumenti a
disposizione del legislatore statale per la garanzia delle "istanze unitarie"
116
2.1.1. La persistenza delle esigenze di unitarietà come
motivo conduttore nella giurisprudenza costituzionale successiva alla riforma
116
2.1.2. Le forme della flessibilizzazione del riparto
123
2.2. La funzione
e le forme della leale collaborazione
136
2.2.1. L'applicazione del principio
136
2.2.2. I limiti persistenti
142
3. L'assetto delle competenze in materia
sociale e gli strumenti utilizzabili dallo Stato per la garanzia dell'omogenea
attuazione dei diritti sociali alla luce della giurisprudenza costituzionale
149
3.1. Premessa
149
3.2. Il
riconoscimento di diritti nei nuovi Statuti regionali e la sua efficacia
158
3.3. I margini
ridotti dell'autonomia del legislatore regionale
167
3.3.1. La delimitazione delle materie di competenza residuale
167
3.3.2. L'estensione della potestà statale di determinazione
dei principi fondamentali nelle materie di legislazione concorrente
174
3.4. La riserva
al legislatore statale della potestà di determinazione dei "livelli essenziali delle
prestazioni" come garanzia dell'omogenea attuazione dei diritti sociali
187
3.4.1. Natura ed estensione della competenza legislativa statale
prevista dall'art. 117 co. 2 lett. m)
Cost.
187
3.4.1.1. Prima approssimazione al significato della clausola
identificativa della competenza e suoi antecedenti nella legislazione statale
ordinaria
187
3.4.1.2. Il carattere trasversale e l'incidenza sulle competenze
regionali, anche a prescindere dall'effettivo esercizio
197
3.4.1.3. L'ambito oggettivo secondo la giurisprudenza costituzionale
209
3.4.1.3.1. L'esclusione in linea di principio della
legittimità di un'interpretazione estensiva
209
3.4.1.3.2. L'incertezza riguardante la possibilità di
includere nell'oggetto della competenza i profili organizzativi
214
3.4.1.3.3. La recente tendenza ad ammettere un'interpretazione
più ampia
224
3.4.2. L'ambito di applicazione della competenza sui livelli
essenziali in rapporto a quello degli altri principali strumenti a disposizione
del legislatore statale per la garanzia delle "istanze unitarie"
229
3.4.2.1. Interpretazione restrittiva della nozione di livelli
essenziali delle prestazioni e interpretazione elastica della nozione di
principi fondamentali della materia negli ambiti di legislazione concorrente
229
3.4.2.2. L'ipotesi del ricorso alla chiamata in sussidiarietà
a garanzia dell'uguaglianza nel godimento dei diritti sociali
235
3.4.3. Cenni su livelli essenziali delle prestazioni e principio di
sussidiarietà orizzontale
238
3.4.4. I profili formali della determinazione dei livelli essenziali
245
3.4.4.1. La riserva di legge relativa e la necessaria previsione di
"adeguate procedure e precisi atti formali" in caso di specificazione
mediante atti sublegislativi
245
3.4.4.2. I dubbi riguardanti il carattere costituzionalmente
necessitato dell'intesa e il loro recente superamento limitatamente alle
ipotesi di incidenza su competenze regionali residuali
257
3.4.4.3. Deroghe congiunturali, persistenti incertezze e limiti
strutturali
264
3.4.5. Livelli essenziali delle prestazioni e contenuto
minimo/essenziale dei diritti sociali: definizione legislativa e controllo di
legittimità costituzionale
269
3.5. Natura e
limiti del potere sostitutivo del Governo a tutela dei livelli
essenziali delle prestazioni (art 120, co. 2 Cost.)
277
3.5.1. Principali problemi interpretativi
277
3.5.1.1. Inquadramento generale
277
3.5.1.2. L'esercizio mediante atti non-nativi
282
3.5.1.3. L'esercizio in via preventiva
290
3.5.2. Le indicazioni desumibili dalla giurisprudenza costituzionale
con riferimento all'ipotesi specifica dell'esercizio a tutela dei livelli
essenziali
296
4. La nuova configurazione dell'autonomia
finanziaria e gli strumenti di solidarietà fiscale
300
4.1. Il riparto
della potestà impositiva e le relazioni finanziarie fra Stato e Regioni
secondo il novellato art. 119 Cost. e la giurisprudenza costituzionale fondata
sui nuovi principi
300
4.1.1. Un "mutamento di prospettiva" e i suoi limiti in
particolare sul versante dell'autonomia di entrata
300
4.1.2. Le limitazioni dell'autonomia di spesa giustificate con
riferimento alle esigenze di tutela dei diritti sociali
309
4.1.2.1. Le eccezioni al divieto di trasferimenti statali con
vincolo di destinazione
309
4.1.2.1.1. I principi enunciati nella giurisprudenza costituzionale
in materia di fondi statali vincolati
309
4.1.2.1.2. In particolare l'ammissibilità di trasferimenti
per il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni
315
4.1.2.1.3. Il finanziamento della spesa sociale nella prospettiva
della compiuta attuazione dell'art. 119 Cost.
331
4.1.2.2. Le limitazioni derivanti dall'interpretazione estensiva
della competenza statale in materia di coordinamento della finanza pubblica: in
particolare nel settore sanitario, fra esigenze di contenimento della spesa e
tutela dei livelli essenziali di assistenza
339
4.1.2.2.1. L'estensione della potestà statale secondo la
giurisprudenza costituzionale (cenni)
339
4.1.2.2.2. I1 problema dei disavanzi dei servizi sanitari regionali:
la compressione dell'autonomia finanziaria e legislativa delle Regioni
interessate dai piani di rientro
342
4.1.2.2.3. La connessa ipotesi di esercizio del potere sostitutivo
da parte del Governo
353
4.2. La legge
delega n. 42/2009 in materia di federalismo fiscale e attuazione dell'art. 119
Cost. il finanziamento della spesa per i livelli essenziali delle prestazioni e
gli strumenti di solidarietà nel nuovo disegno complessivo dei rapporti
finanziari fra Stato e Regioni
358
4.2.1. Un punto d'arrivo e l'inizio di un nuovo percorso tormentato
358
4.2.2. I contenuti della delega
362
4.2.2.1. Oggetto e finalità generali: la riproduzione della
sostanziale ambiguità della disciplina costituzionale
362
4.2.2.2. I margini ridotti dell'autonomia tributaria e la più
stretta correlazione fra entrate e territorio
365
4.2.2.3. La classificazione delle spese per funzioni e il superamento
del criterio della spesa storica
369
4.2.2.4. Il sistema di perequazione e gli interventi speciali
372
4.2.2.5. Responsabilizzazione, coordinamento, specialità
vecchia e nuova
378
4.2.3. Profili critici del modello di decentramento fiscale delineato
dalla legge delega e dai decreti attuativi in particolare sotto l'aspetto della
garanzia dell'uguaglianza nel godimento dei diritti sociali
382
4.2.3.1. Il differimento delle soluzioni ai nodi fondamentali
382
4.2.3.2. Il regime di finanziamento diversificato fondato sulla
classificazione delle spese e delle funzioni e le carenze nella definizione dei
livelli essenziali e delle funzioni fondamentali
384
4.2.3.3. La logica dei costi standard e i problemi associati alla
loro definizione
392
4.2.3.4. L'incerto grado di solidarietà assicurato dal nuovo
modello: le questioni attinenti al concreto funzionamento del sistema di
perequazione
401
4.2.3.5. La nuova cornice di programmazione degli interventi
speciali
409
4.3. Un nuovo
mutamento di prospettiva: l'impatto della crisi e le nuove limitazioni
finalizzate alla garanzia della stabilità finanziaria
413
Parte II
Decentramento e diritti sociali
in Germania e in Spagna
Riferimenti per una comparazione
Capitolo III
Decentramento e diritti sociali in
Germania
1. Cenni storici e caratteristiche generali
della distribuzione delle competenze fra Federazione e Länder nella
Legge fondamentale del 1949
3
2. Il riconoscimento di diritti nelle
Costituzioni dei Länder
12
2.1. L' astratta
configurabilità di un problema di compatibilità con le
enunciazioni della Legge fondamentale
12
2.2. Le
soluzioni fomite sulla base dell'art. 142 GG
17
3. L'evoluzione dell'assetto delle
competenze in materia sociale rispetto all'impianto costituzionale originario,
fra prassi e formali revisioni
28
3.1. L'esercizio
della potestà legislativa concorrente della Federazione a garanzia
dell'omogeneità delle condizioni di vita e dell'unità giuridica
ed economica (art. 72 GG) come fattore decisivo di accentramento nell'ambito
del modello cooperativo
28
3.2. La
reiterata modifica dei presupposti di esercizio della legislazione concorrente,
l'affermazione della loro giustiziabilità e la realizzazione di una
più netta separazione degli ambiti di competenza come manifestazioni di
un'inversione di tendenza
36
3.2.1. L'impatto della Riunificazione: la riforma costituzionale del
1994 e la successiva svolta nella giurisprudenza del Tribunale costituzionale
federale
36
3.2.2. La riforma costituzionale "coraggiosamente
prudente" del 2006
45
4. Le trasformazioni della Costituzione
finanziaria federale
59
4.1.
Solidarietà e cooperazione nelle relazioni finanziarie tra Federazione e
Länder
59
4.1.1. Il riparto della potestà impositiva e il riparto
verticale del gettito delle entrate
59
4.1.2. Il principio di connessione fra compiti e spese, le sue
eccezioni e le forme di collaborazione finanziaria introdotte dalla riforma
costituzionale del 1969
65
4.1.3. Il principio della "comunità solidale" e la
sua concretizzazione attraverso il sistema di perequazione
68
4.2. L'emergere
ed accentuarsi di profili di competizione e responsabilizzazione nella fase
più recente
76
4.2.1. Il grande sforzo di solidarietà richiesto dalla Riunificazione,
la reazione dei Länder erogatori e la riforma della legge di
perequazione su impulso del Tribunale costituzionale federale
76
4.2.2 Il ridimensionamento degli ambiti di applicazione degli
strumenti di collaborazione finanziaria ad opera della riforma costituzionale
del 2006
82
4.2.3. La riforma costituzionale del 2009 come risposta al problema
dell'indebitamento e alla crisi e le persistenti tensioni riguardanti la
perequazione
86
Capitolo IV
Decentramento e diritti sociali in
Spagna
1. La specificità dello Stato autonómico
95
1.1. La forma di
Stato nella Costituzione del 1978 e la sua indeterminatezza sotto l'aspetto
dell'organizzazione territoriale
95
1.2. Il
carattere aperto del processo di decentramento e il suo sviluppo fra
inclinazioni verso l'asimmetria e tendenze all'omologazione
102
2. L'assetto delle competenze in materia
sociale secondo la Costituzione e la sua evoluzione nell'ambito del processo autonómico
107
2.1.
Caratteristiche generali della distribuzione delle competenze fra Stato e
Comunità autonome
l07
2.2. La
progressiva acquisizione da parte delle Comunità autonome di ambiti di
competenza nei principali settori di definizione e attuazione delle politiche
sociali
119
2.3. I limiti
alla differenziazione
123
2.3.1. La competenza dello Stato a definire le "basi" in
materia di sanità, educazione e previdenza
123
2.3.2. La competenza a disciplinare le condizioni fondamentali che
garantiscano l'uguaglianza di tutti gli spagnoli nell'esercizio dei diritti e
nell'adempimento dei doveri costituzionali (art. 149.1.1 CE)
128
2.3.2.1. L'interpretazione estensiva data dal legislatore statale e
il crescente ricorso nel settore dell'assistenza sociale
128
2.3.2.2. La natura e l'estensione della competenza secondo la
giurisprudenza costituzionale
138
2.4. Le
implicazioni delle recenti riforme degli Statuti di autonomia e la loro
neutralizzazione da parte del Tribunale costituzionale
154
2.4.1. Premessa: ragioni e obiettivi delle riforme
154
2.4.2. Il riconoscimento di diritti all'interno dei nuovi Statuti e
la sua efficacia
160
2.4.2.1. Le previsioni statutarie e il dibattito da esse suscitato
nella dottrina
160
2.4.2.2. L'interpretazione data dal Tribunale costituzionale
169
2.4.3. La "blindatura" delle competenze contro
l'espansione della legislazione statale e l'approccio bilaterale alla
cooperazione
178
2.4 .3.1. Le tecniche utilizzate negli Statuti
178
2.4.3.2. Lo svuotamento del contenuto normativo delle previsioni
statutarie da parte del Tribunale costituzionale
185
3. Le caratteristiche fondamentali del
sistema di finanziamento delle Comunità autonome e le linee essenziali
della sua evoluzione
193
3.1. L'esistenza
di due regimi di finanziamento e le fonti di quello ordinario
193
3.2. L'iniziale
configurazione del regime di finanziamento ordinario come sistema di finanza
derivata e le prime tappe del progressivo ampliamento dell'autonomia di entrata
198
3.3. Le
limitazioni dell'autonomia di spesa derivanti dall'esercizio della
potestà di sovvenzione statale
203
3.4. Le
previsioni dei nuovi Statuti e la riaffermazione del primato della legislazione
organica statale da parte del Tribunale costituzionale
206
3.5. La riforma
del sistema di finanziamento del 2009
216
4. L'impatto della crisi
economico-finanziaria: rafforzamento delle tendenze accentratrici, arretramento
delle tutele e nuove spinte separatiste
220
Conclusioni
Principali analogie e differenze fra i
tre ordinamenti studiati, con particolare riferimento alle tendenze prevalenti
nella fase attuale
1. Una prima approssimazione e alcune
precisazioni
231
2. Prima della crisi: dal paradigma
dell'uniformità alla sua messa in discussione
239
2.1.
Ricostruzione sintetica delle dinamiche complessive sviluppatesi all'interno di
ciascun sistema
239
2.2.
Comparazione degli aspetti fondamentali dell'organizzazione territoriale
rilevanti nella prospettiva della garanzia dell'uguaglianza nel godimento dei
diritti sociali
247
2.2.1. Competenze
247
2.2.2. Risorse
252
3. Dopo la crisi: fra arretramento dello
Stato sociale e riaccentramento in nome della stabilità dei bilanci,
quali prospettive in Italia e in Europa?
255
Bibliografia
271