XVII CONVEGNO INTERNAZIONALE DI DIRITTO ROMANO
LIBERTÀ
ED ABUSO NEL DIRITTO PRIVATO ROMANO
Copanello Lido, 1-4 giugno 2014
Promosso dalla
Università̀ degli Studi “Magna Græcia” di
Catanzaro, dal Dipartimento di Scienze Giuridiche, Storiche, Economiche e
Sociali di Catanzaro, dal Dipartimento di Giurisprudenza di Messina, dal Centro
di Ricerca “Cultura romana del diritto e sistemi giuridici
contemporanei” di Catanzaro e dal Centro Romanistico Internazionale
Copanello (Coordinamento: proff. Alessandro
CORBINO – Antonino METRO
– Isabella PIRO), nei giorni
1-4 giugno 2014, presso il Centro Congressi
del Villaggio Guglielmo di Copanello Lido, si è tenuto il XVII Convegno Internazionale di diritto
romano dal titolo "Libertà
ed abuso nel diritto privato romano".
L’inaugurazione del convegno ha avuto luogo nel pomeriggio
del 1° maggio, sotto la presidenza del Prof. Luigi LABRUNA (Università di Napoli - Federico II); i lavori
sono poi proseguiti con la relazione del Prof. Emanuele STOLFI (Università̀ di Siena), intitolata
"Concezioni antiche della
libertà". Il relatore ha enunciato le concezioni della
libertà a Roma e nel mondo greco attraverso la tassonomia delle
ricorrenze dei termini libertas ed eleutheria nelle fonti non solo
giuridiche e la misurazione dei loro caratteri di fondo come emersi dalla
comparazione sincronica, interna al mondo antico, e diacronica, tra mondo
antico e moderno. Da circa due secoli il confronto tra libertà degli
antichi e dei moderni è al centro di dibattiti di area giusfilosofica e
politologica, ma eleuteria e libertas sono concetti tutt’altro
che sovrapponibili.
La mattina del due maggio, sotto la presidenza del Prof. J.P. CORIAT (Università Paris
II), si è aperta con la relazione del Prof. Luigi GAROFALO (Università̀ di Padova), "Lo scambio atipico e le sue tutele",
che ha preso le mosse dalla
definizione di contratto di Labeone contenuta in D. 50.16.19 in cui la conventio è accompagnata da
elementi aggiuntivi all’accordo che connotano le varie figure produttive
di obbligazioni. È con Labeone e l’utilizzo dell’actio praescriptis verbis che è
stata introdotta una tutela forte del contratto, a fronte della precedente
tutela debole fondata sulla clausola pacta
conventa serbavo.
Ha chiuso la mattinata di lavori il Prof. Thomas FINKENAUER
(Università̀ di Tubinga) con la relazione "Forma, causa ed exceptio nella stipulatio", in cui è
stata descritta una libertà dei giuristi romani molto più ampia
rispetto a quella oggi accettata. Le decisioni dei giuristi si fondavano sul
consenso espresso nella stipulatio,
accordo caratterizzato da una maggiore libertà rispetto a quanto si
intenda di solito sia nella forma, sia nella interpretazione. La stipulatio non era un ostacolo agli
scambi ma, piuttosto, espressione del liberalismo romano e la libertà
nella sua interpretazione serviva ai giuristi romani per limitarne gli
eventuali abusi, possibili in ragione dell’astrazione del formulario
stipulatorio.
I lavori sono ripresi nel pomeriggio,
presidente il Prof. Laurens WINKEL
(Università di Rotterdam), con la relazione del Prof. Giovanni LOBRANO
(Università̀ di Sassari) dal titolo "Lex Collegii. Libertas in legibus consistit"; lo studioso ha
riferito sul nesso intercorrente tra la libertà, le organizzazioni
collettive private e la legge, evidenziando come non si possa porre la
questione della libertà senza un’organizzazione collettiva ed in
questo rapporto la legge è il termine intermedio. La dottrina dal
settecento ad oggi ha consegnato due nozioni di libertà: una dominante e
l'altra recessiva. La prima è connessa alla limitazione che ne definisce
l'essenza, la seconda è intrinsecamente legata alla partecipazione dei
cittadini in opposizione alle dominationes.
È seguita la relazione della Prof.ssa Amelia CASTRESANA (Università̀ di Salamanca) dal titolo "Usura". Vi sono stati affrontati
gli aspetti terminologici della parola usura
e di altri termini di aree semantiche affini, ad essa correlati. In particolare,
risultano evidenziate le diverse accezioni del termine usura al singolare, che attiene all'uso di una cosa e
all'utilità che fornisce la stessa, e al plurale, spesso utilizzato per
indicare gli interessi.
Nella mattina del 3 maggio, con la presidenza
del Prof. Thomas MCGINN (Università di
Vanderbilt), si sono svolte le
relazioni "Actio aquae pluviae arcendae
e abuso del diritto", tenuta dal Prof. Francesco SITZIA (Università̀ di Cagliari) e "Usus servitutis e abuso, non usus
e usucapio servitutis",
presentata dalla Prof.ssa Cosima MÖLLER
(Università̀ di Berlino).
Il Prof. SITZIA
ha analizzato l'actio aquae pluviae
arcendae come trattata nei testi post-classici e giustinianei. Le
ricostruzioni moderne sulla proprietà romana non appaiono conformi alle
impostazioni della giurisprudenza classica in cui si è costruita una
pluralità di rimedi processuali, non sempre connessi tra loro e con
varchi in cui non è previsto alcun rimedio.
La relazione della Prof.ssa Cosima MÖLLER si è occupata
delle servitù nell'ottica del tema generale di libertà ed abuso
nel diritto romano. Le servitù possono essere esercitate con abuso quando si
evidenzia un’ingiustificata limitazione della libertà del
proprietario del fondo servente. I giuristi romani hanno scelto differenti
modelli di argomentazione per delimitare i limiti dell'uso specifico nelle
servitù. Dal punto di vista dell'abuso sono state analizzate anche le
conseguenze del non usus.
I lavori sono proseguiti nel pomeriggio,
presidente il Prof. Witold WOLODKIEWICZ (Università di
Varsavia), con la relazione del Prof. Pierluigi
ZANNINI (Università̀ di Torino) "Amicizia, beneficio e abuso del diritto: spigolando tra diverse
tipologie negoziali". La relazione ha evidenziato come per alcuni
il diritto romano sia ancora in grado di offrire regole applicabili oggi, ma
come ciò possa rivelarsi fuorviante. Vi sono aspetti del diritto romano
che oggi non sono di facile comprensione. Si pensi a tutti quei rapporti che
non siano legati ad un vantaggio economico, come il comodato che ha più
a che fare con la voluntas e con l'officium che con la necessitas. In tali rapporti, nel diritto romano, amicitia e officium sono aspetti essenziali.
La sessione conclusiva del Convegno si
è svolta la mattina del 04 maggio, sotto la presidenza del Prof. Bernardo SANTALUCIA (Università
di Firenze), con la relazione del Prof. Jean-François GERKENS
(Università̀ di Liegi) "Lo
stato di necessità: invenzione romana o moderna?", che ha
illustrato l’assenza di una definizione comune e pacifica dello
stato di necessità nelle codificazioni moderne europee. A livello
giuridico lo stato di necessità si riferisce sempre alla
necessità accessoria, è quindi essenziale che ci sia una scelta,
un atto positivo da parte dell'agente. Non si trova una fonte romana che
teorizzi lo stato di necessità, ma a livello casistico alcune fonti
descrivono uno stato di necessità simile a quanto visto nei diritti
moderni, pur se il pericolo non è sempre elemento necessario e non
è previsto alcun risarcimento. È emerso, dunque, che i giuristi
romani non avrebbero potuto essere in accordo totale sulla definizione moderna
di stato di necessità.
Infine, la "Relazione conclusiva"
della Prof.ssa Carla MASI DORIA (Università̀ di
Napoli - Federico II) che ha richiamato i diversi metodi utilizzati e
sintetizzato le opinioni emerse nel Convegno sul tema libertà ed abuso
nel diritto privato romano.
Università di Sassari