Descrizione: Testatina-internaseconda-contributi

 

 

L’INFLUSSO DELLE TRADIZIONI DEL DIRITTO ROMANO E DEL DIRITTO PRIVATO EUROPEO-CONTINENTALE SUGLI ORDINAMENTI GIURIDICI EXTRAEUROPEI – RASSEGNA GLOBALE

 

GÁBOR HAMZA

Università Eötvös Loránd Budapest

socio ordinario

dell’Accademia delle Scienze Ungherese

open in pdf

 

SOMMARIO: I. AMERICA DEL NORD. – I.1. Gli Stati Uniti d’America. – I.1.A. L’influsso del diritto privato europeo-continentale sullo sviluppo giuridico degli Stati Uniti d’America. – I.1.B. La dottrina privatistica europea e la tradizione codificatoria negli Stati Uniti d’America. – I.2. Canada. – II. AMERICA CENTRALE E MERIDIONALE. – II.1. Introduzione. – II.2. Gli Stati dell’America Centrale. – II.2.A. Haiti. – II.2.B. La Repubblica Dominicana. – II.2.C. Messico. – II.2.D. Costa Rica. – II.2.E. Salvador. – II.2.F. Honduras. – II.2.G. Nicaragua. – II.2.H. Panama. – II.2.I. Guatemala. – II.2.J. Cuba. – II.3. America del Sud. – II.3.A. Bolivia. – II.3.B. Cile. – II.3.C. Argentina. – II.3.D. Colombia. – II.3.E. Ecuador. – II.3.F. Uruguay. – II.3.G. Paraguay. – II.3.H. Perù. – II.3.I. Venezuela. – II.3.J. Brasile. – II.3.K. Suriname. – II.3.L. Guyana. – II.4. Le tendenze all’uniformazione del diritto privato negli Stati dell’America Centrale e dell’America del Sud. – III. AFRICA DEL SUD. – IV. ASIA. – IV.1. Ceylon (Sri Lanka). – IV.2. Siam (Thailandia). – IV.3. Indonesia. – IV.4. Giappone. – IV.5. Cina (Repubblica Popolare Cinese e Taiwan). – IV.6. Corea del Sud. – IV.7. Le Isole Filippine.– Abstract.

 

 

I. – AMERICA DEL NORD

 

I.1. – Gli Stati Uniti d’America[1]

 

I.1.A – L’influsso del diritto privato europeo-continentale sullo sviluppo giuridico degli Stati Uniti d’America

 

Non è molto noto che, sullo sviluppo giuridico degli Stati Uniti d’America (USA), oltre al common law, ha esercitato il suo influsso anche il diritto privato europeo continentale, basato sostanzialmente sul diritto romano (ius Romanum). Nel presente contributo, si prenderà essenzialmente in esame l’influsso del diritto inglese, spagnolo e francese sullo sviluppo giuridico statunitense, nonché il rapporto fra la giurisprudenza statunitense e il diritto privato europeo continentale.

Inizialmente, l’ordinamento giuridico e la pratica giuridica delle colonie americane della corona britannica si basavano sul common law inglese, il quale però – prima di tutto per quanto riguarda la pratica giuridica dei tribunali ecclesiastici (tribunalia ecclesiastica) sul matrimonio, sul divorzio e sul testamento, nonché il diritto commerciale – ha implementato diversi principi ed istituti dal diritto romano.

 

1) L’effetto del diritto privato europeo sullo sviluppo giuridico della Louisiana[2]

 

Lo stato della Louisiana, trovatosi prima sotto l’autorità spagnola, poi francese, e appartenente dal 1803 agli Stati Uniti d’America, approvò e fece entrare in vigore il suo primo codice civile nel 1808. La gran parte dei paragrafi (articoli), nonché la struttura del codice, redatto in lingua francese e tradotto successivamente in lingua inglese, si basavano sul progetto (Projet) de Code civil francese del 1800, e sul suo testo definitivo (1804)[3].

I suoi compositori (tra i quali ha avuto un ruolo rilevante Edward Livingston [1764-1836]) presero in considerazione, seppure dandogli minore importanza, il diritto spagnolo. Il codice fu influenzato dalle opere di Jean Domat (1625-1696) e di Robert-Joseph Pothier (1699-1772)[4]. Il primo Louisiana Civil Code (secondo il suo titolo originario A Digest of the Civil Laws now in Force in the Territory of Orleans) contenne diversi elementi del diritto romano del Code civil, dato che suoi compositori, di filosofia conservativa, non immisero nel codice gli articoli riflettenti l’influsso della rivoluzione francese. Il Code civil della Louisiana del 1808 – similmente al Code civil francese – può essere diviso in tre parti. La prima parte, ‘Sulle persone’, regola il diritto delle persone, il matrimonio, il divorzio, l’adozione, il potere del padre (patria potestas) e la tutela. La seconda parte, ‘Sulle cose e sulle alterazioni della proprietà’, riguarda la proprietà sui beni mobili e immobili, le servitù prediali e personali, i diritti dei vicini (‘iura vicinitatis’) e le barriere di costruzione. Nella terza parte, ‘Sui differenti modi di acquisto della proprietà’–la parte più estesa del codice– il legislatore regola i modi di acquisto e di cessazione della proprietà ed in particolare l’eredità legittima e l’eredità basata sulle ultime disposizioni, la donazione, i delicta, i differenti tipi di proprietà ed in fine i contratti.

L’influsso del diritto romano sul Code civil si mostra soprattutto nell’istituto giuridico dell’usufrutto, se confrontato con il life estate creato dal common law. Il diritto privato della Louisiana, sempre al posto del remainder anglosassone, usa un terminus technicus francese, la nue-propriété. Il Louisiana Civil Code, similmente al Code civil francese (artt. 720-722) regolò – in base alle origini del diritto romano – l’eredità dei commorienti (commorientes – artt. 934-939) adottando le regole dell’età e del sesso del Code civil francese in materia di presunzione di sopravvivenza (presumption of survivorship). Alcuni istituti del diritto romano, come per esempio l’actio de deiectis et effusis (art. 177) o l’emptio spei (art. 2451), ricevettero maggior importanza in seguito alle esplorazioni dei giacimenti petroliferi. Può essere ricondotto al diritto romano il fatto che, in Louisiana, la liberazione degli schiavi urtò meno ostacoli che in altri Stati degli USA. Altra caratteristica dell’ordinamento giuridico della Louisiana è che, fino al 1857, gli schiavi – al fine di liberarsi – potevano anch’essi intentare processo (trial).

I redattori del secondo codice in lingua francese e inglese, entrato in vigore nel 1825, oltre che al Code civil, si inspirarono alle opere di Jean Domat e di Robert-Joseph Pothier, e presero diversi elementi direttamente dal Digesto di Giustiniano.

Il terzo codice, il Louisiana (Revised) Civil Code, approvato nel 1870 nonostante le modifiche legislative iniziate nel 1979, continua a seguire la tradizione del diritto romano trasmessa dal Code civil francese, ma rivedendo ciascun istituto giuridico (per esempio: la rappresentanza negoziale, contractual agency); nel caso di alcuni istituti, l’influsso del common law si fa sentire in maniera più decisa: questo influsso in certi casi significa coincidenza esatta. Nel caso di alcuni altri istituti, la coincidenza origina dalle premesse di dogmatica storica. Negli ultimi decenni si può notare come il common law abbia guadagnato terreno nella revisione (revision) del Louisiana Civil Code.

Dobbiamo ricordare che – in base al suo influsso all’estero – il Louisiana civil law trust mostra molte somiglianze con il negozio fiduciario del diritto romano (fiducia cum creditore), il quale si differenzia dal common law trust soprattutto perché non divide il legal title dall’equitable title[5].

Nonostante ciò, l’ordinamento giuridico dello stato della Louisiana è caratterizzato dalla ‘pacifica convivenza’ delle tradizioni giusromanistiche (diritto romano, diritto spagnolo e diritto francese) con le tradizioni del common law. In questo modo, il sistema giuridico della Louisiana, similarmente a quello del Québec, della Scozia, del Sud Africa e di Ceylon (Sri Lanka) è un ordinamento giuridico misto, appartenente agli Stati aventi una mixed jurisdiction[6].

 

2) Il diritto privato europeo e lo sviluppo giuridico degli altri Stati statunitensi

 

È molto facile documentare la presenza del diritto romano nel caso della colonia (colony) più importante, la Virginia. Thomas Jefferson (1743-1826), redattore della Dichiarazione d’Indipendenza del 1776 e successivamente presidente degli Stati Uniti (1801-1808), ebbe conoscenze approfondite nel campo del diritto romano e, nell’ambito della sua pratica di avvocato, citò spesso le regole (regulae) nonché istituti propri di quest’ultimo. Il primo professore di diritto della Virginia, George Wythe (†1806)[7] e Edmund Pendleton, rinomato giudice di quell’epoca, ritennero il diritto romano la base della formazione giuridica e si riferirono alle sue tesi nell’ambito della loro giurisdizione. In particolare, può essere riscontrato direttamente l’effetto della Novella di Giustiniano CXVIII sullo statuto sull’eredità legale (Virginia Succession Act) dello stato della Virginia, stipulato da Jefferson e approvato nel 1785. Il riferimento alle tesi del diritto romano ebbe un ruolo importante nelle aspirazioni di indipendenza dal Regno Unito, e tale ruolo si riflette anche nel sistema giuridico. Le sentenze della Corte Suprema (Supreme Court), pronunciate nei primi decenni del XIX secolo, si basarono varie volte sul diritto romano, così come le frequenti citazioni di Joseph Story ed altri giudici.

Negli Stati meridionali e occidentali degli Stati Uniti d’America (Texas, Nuovo Messico, Arizona, California, Utah, Nevada e alcuni territori, territories, del Colorado del Sud), il diritto romano rimase diritto vigente fino alla metà del XIX secolo, tramite la mediazione del diritto spagnolo. Nel Texas, accanto al common law entrato in vigore ufficialmente nel 1840, il diritto spagnolo e il diritto dell’acqua e delle miniere messicane, basate sul diritto romano, rimasero in vigore fino al 1866. L’introduzione del common law avvenne nel 1849 in California e nel 1876 in Nuovo Messico.

 

3) Le caratteristiche dello sviluppo giuridico in Porto Rico[8]

 

Lo Stato libero (affiliato) di Porto Rico (Commonwealth of Puerto Rico, Estado Libre Asociado de Puerto Rico), appartenente agli Stati Uniti dal 1898, divenne autonomo nel 1951. Merita ricordare che, secondo una leggenda, il nome dell’isola deriva dal suo esploratore José Poncé de Leon, il quale la nominò porto ricco, ovvero puerto rico, nel 1493, in base alla conformazione naturale dell’isola. La costituzione in vigore ancora oggi fu approvata nel 1952. Porto Rico dispone anche di un’Alta Corte di Giustizia, nella quale due dei cinque membri venivano originariamente designati dagli Stati Uniti d’America.

La Facoltà di Giurisprudenza di Porto Rico fu fondata nel 1888 a San Juan, ma il suo funzionamento cessò nel 1900, in seguito al cambio di dominazione. La nuova Facoltà di Giurisprudenza, nel programma della quale l’insegnamento del common law ebbe una parte significativa, fu istituita nel 1913.

George W. Davis, il primo governatore militare statunitense di Porto Rico, ebbe come scopo quello di far passare in seconda linea il sistema giudiziario spagnolo. In base al Foraker Act, approvato nel 1900, fu creata una commissione addetta alla compilazione e alla revisione delle leggi (leyes) di Porto Rico (Commission to Compile and Revise the Laws of Puerto Rico). L’Alta Corte di Giustizia, con una deliberazione emanata nel 1902, sancì la forza obbligatoria delle dottrine e massime legali (legal maxims) statunitensi per i tribunali. Secondo questa deliberazione, nell’interpretazione delle ‘leggi spagnole’ nella fase giurisdizionale devono essere utilizzate le norme del common law . Questi tribunali si riferirono per la prima volta alla dottrina (doctrine) dello stare decisis nel 1903.

Il diritto privato di Porto Rico venne in principio regolato dalla giurisprudenza coloniale spagnola. Anche dopo la liberazione dal dominio coloniale spagnolo, Porto Rico conservò il diritto privato spagnolo. Di conseguenza, il Código civil spagnolo del 1889 entrò in vigore a Porto Rico il 1° gennaio 1890 e rimase in vigore anche successivamente.

In seguito al cambio di dominazione, fu istituita una commissione preparatoria per la riforma del codice civile spagnolo, la quale già nel 1902 modificò alcune disposizioni del Código civil. La prima modifica generale del codice avvenne nel 1930, seguita nel 1976 da una riforma alquanto importante.

A partire dal 1976, il Código civil di Porto Rico, differente dal codice civile spagnolo nella struttura e in molti istituti giuridici, venne modificato ininterrottamente. Nell’applicazione delle disposizioni del codice, raramente si fa riferimento alla dottrina (giurisprudenza) e pratica giudiziaria spagnola.

Dobbiamo mettere in risalto che, nel 1983, si tenne a San Juan un convegno per preparare la riforma generale del Código civil di Porto Rico, a cui parteciparono sia giuristi pratici che professori[9].

La commissione di riforma del Código civil (Comisión de Reforma del Código civil) cominciò i suoi lavori nel febbraio del 1998. Nel gennaio del 1999, vennero accettati i criteri direttivi della revisione del codice civile di Porto Rico (Criterios Orientadores que guiaràn el Proceso de Revisión del Código civil de Puerto Rico). La commissione, nel corso della riforma del codice civile, prese in considerazione l’Atto di Arequipa (Acta de Arequipa), avviato da Argentina, Bolivia, Perù e Porto Rico e firmato tra il 4 e il 7 agosto 1999 nella città peruviana di Arequipa. Il quarto punto dell’Acta de Arequipa rese possibile nei Paesi latino-americani l’armonizzazione di alcuni settori del diritto privato di rilevante importanza, in base all’origine romano-germanica, la quale è un elemento indiscutibile dell’identità comune.

Con riguardo alle caratteristiche ormai centenarie dello sviluppo giuridico di Porto Rico, il diritto privato di questo Paese viene considerato quale una mixed jurisdiction[10]. Considerati i lavori di codificazione, non è ancora chiaro quale parte avranno le tradizioni giuridiche europee continentali e dell’America Latina nel nuovo codice di Porto Rico.

A Porto Rico fu in vigore il (secondo) Código de comercio spagnolo del 1885. Nonostante ciò, gli istituti di questo codice vennero praticamente del tutto sostituiti dal diritto commerciale statunitense.

 

 

I.1.B – La dottrina privatistica europea e la tradizione codificatoria negli Stati Uniti d’America[11]

 

Negli Stati Uniti, il diritto romano ha dapprima avuto influsso sulla giurisprudenza (legal science) del XIX secolo tramite la dottrina (doctrine) giuridica inglese e la Pandettistica tedesca. Di seguito prenderemo in esame tre fasi della storia della giurisprudenza americana:

          a) i commentari;

          b) la codificazione;

          c) il periodo della consolidazione.

La codificazione del diritto privato, basata sul diritto romano del XIX secolo, fu sollecitata da molti. In questo ambito, ha un rilievo speciale l’influsso di Jeremy Bentham (1748-1832), il quale in Inghilterra si incaricò della guida del movimento codificatorio.

Negli Stati Uniti d’America, i codici, mancanti a livello federale e statale, vennero sostituiti da commentari riassuntivi, da alcuni ritenuti ‘mini-codificazioni’, grazie all’opera di William Blackstone intitolata Commentaries on the Laws of England.

I commentari, che trattano vari istituti giuridici, e che sono stati redatti sulla base di Blackstone da Joseph Story (1779-1854), ritenuto il patrono della ‘equity americana’, hanno un’importanza speciale[12]. Story prese sempre in considerazione gli istituti del diritto romano (civil law) a causa della razionalità di quest’ultimo.

Joseph Story fu parzialmente contrario alla codificazione e preferì una consolidazione (consolidation) cioè una compilazione  sistematica, legata al nome dell’imperatore Giustiniano I (527-568). Hanno un’importanza rilevante i commentari di James Kent (1763-1847), prestigiosi fino quasi ad avere l’autorità di un codice, i quali trattarono il diritto americano (Commentaries on American Law I-IV, 1826-1830). In questi commentari l’autore, che li concepì quali ‘Blackstone nazionale’, si riferì spesso al diritto romano.

Negli Stati Uniti d’America, verso gli anni venti del XIX secolo, si rafforzò il movimento codificatorio, di cui il rappresentante più conosciuto fu William Sampson (1764-1836). I combattenti d’avanguardia del movimento riformatorio giuridico attaccarono con veemenza il sistema dei precedenti e la dottrina dello stare decisis, che lega le mani al giudice, e presero a modello il Code civil francese. Infatti, il diritto romano –come sottolinea anche Hugh Swinton Legaré (1797-1843)– è capace di servire come base per la codificazione del diritto tramite la sua caratteristica sistematica, a differenza dell’‘incoerente’ common law. Questa opinione fu condivisa da David Hoffmann, il primo professore di diritto romano dell’University of Maryland[13].

Il rappresentante più rinomato del movimento codificatorio fu David Dudley Field (1805-1894), il quale denominò la codificazione di Giustiniano (Corpus iuris civilis) ‘una grande impresa del genio umano’ (a great achievement of human genius). Nel 1846, David Dudley Field propose all’assemblea costituzionale dello Stato di New York la preparazione di un codice civile generale. Secondo costui, con l’approvazione di un codice civile generale si sarebbe potuto realizzare lo stesso scopo della codificazione giustinianea: sistemare il diritto in vigore e privarlo delle sue imperfezioni. La struttura del progetto, composto da quattro libri e avente come scopo la codificazione del common law (restatement), si basò sul sistema delle Istituzioni di Gaio. Anche il Code civil francese e il Civil Code della Louisiana non mancarono di avere effetti su quest’opera, mentre diversi paragrafi, nonché 34 regole giuridiche apparivano direttamente influenzati dal Digesto. Il codice di Field non venne accettato dallo Stato di New York[14], ma esso ebbe effetti significativi sugli altri territori degli Stati Uniti d’America: le disposizioni riguardanti i contratti entrarono in vigore negli Stati della California, della Georgia, del Montana, del Dakota del Sud, del Dakota del Nord e dell’Idaho.

Gli oppositori del codice, come James Carter Coolidge (1827-1905), criticarono il progetto, perché non lo ritenevano adatto a riassumere il diritto in modo sistematico. James Carter Coolidge pubblicò tali sue opinioni nel 1883, nell’opera intitolata ‘The Proposed Codification of Our Common law’. Questa disputa, sotto molti punti di vista, ricorda quella tra Friedrich Carl von Savigny e Anton Justus Friedrich Thibaut all’inizio del XIX secolo.

I codici di ciascuno Stato, come quello della California (1872), della Georgia (1860), dell’Idaho (1887), del Montana, del Nord e del Sud Dakota (1865), rispecchiano in sostanza la struttura del diritto romano in tutto, tranne che per quanto riguarda le disposizioni sui contratti, sulla loro struttura e sulla loro terminologia. La legislazione dello Stato della California approvò nel 1872 il Civil Code, che si basò per lo più sul progetto di Field e che è ancora oggi in vigore, pur essendo stato modificato varie volte. I lavori, al termine della revisione del codice, vennero diretti dalla California Law Revision Commission, costituita nel 1953. La struttura del codice, composto da quattro parti (diritto delle persone, diritto di proprietà, diritto delle obbligazioni, disposizioni generali), rispecchia l’impostazione del diritto romano. Lo stesso si riferisce alla maggior parte delle massime giuridiche e regole che si trovano nella parte IV del codice.

La necessità di una compilazione/codificazione nel campo del diritto fu sostenuta anche dal professore dell’Università di Harvard Oliver Wendell Holmes (1841-1935), conoscitore del diritto romano e giudice della Supreme Court. Holmes fu rappresentante della Pandettistica tedesca, ma, ciononostante, in contrasto con i rappresentanti della Scuola Storica (Historische Rechtsschule), rifiutò le trappole della Begriffsjurisprudenz. È legata al suo nome la pubblicazione dei commentari di Kent (‘Commentaries on American Law’, 1873).

È ascrivibile a merito di Friedrich Kessler, conoscitore degli studi della Pandettistica tedesca il fatto che, negli anni trenta-quaranta del XX secolo, la tesi di Rudolf von Jhering sulla culpa in contrahendo, originante dal diritto romano, fu introdotta nel testo del Restatement of Contracts.

Il diritto casuistico, spesso sregolato e pieno di contraddizioni, richiedeva l’unificazione e la consolidazione del sistema giuridico. Questo compito fu assunto dai rappresentanti di un movimento giuridico di riforma non del tutto coeso (Law Reform Movement). Nell’ambito della consolidazione del diritto, l’opera più importante fu il Codice Commerciale Uniforme (Uniform Commercial Code, UCC), emanato nel 1952 e accettato per primo dalla giurisprudenza dello Stato della Pennsylvania nel 1954, modificato più volte (1962, 1972, 1978), il quale unificò il diritto commerciale a livello federale. In relazione al Restatement, l’incarico di Chief Reporter nella redazione dell’UCC fu assunto dal ben noto rappresentante della tendenza del legal realism, Karl N. Llewellyn (1893-1962), ottimo conoscitore del diritto tedesco, nonché della giurisprudenza tedesca[15]. È da notare che nelle parti dell’UCC redatte da Llewellyn rinacque la Voraussetzungslehre di Bernhard Windscheid, elaborata sulla base del diritto romano[16]. In questa compilazione del diritto commerciale, che adotta la tecnica di codificazione propria dell’Europa continentale, evidente appare anche l’influsso di Rudolf von Jhering.

La nascita dell’American Journal of Comparative Law, fondato negli Stati Uniti nel 1951, mostra  l’interesse per lo studio e per la codificazione del diritto privato continentale europeo. Il fondatore di questa Rivista fu Hessel E. Yntema (1891-1966), professore di diritto romano e di diritto comparato alla Columbia University dal 1921, e, dal 1934 fino alla morte, all’Università di Ann Arbor. Hessel E. Yntema prese parte attiva anche alle attività dell’UNIDROIT a Roma e del Hague Conference of International Law.

 

 

I.2. – Canada[17]

 

Nonostante la Francia concesse la regione del Québec nel 1763 alla Gran Bretagna, nel territorio di questa regione si continuò ad utilizzare il diritto già in vigore, basato sulla Coutume de Paris. L’Act of Parliament del 1791 ed il Constitutional Act divisero il Québec in Haut et Bas-Canada. Nel Bas-Canada il diritto inglese (il common law) non fu introdotto, anche se dopo la proclamazione di Giorgio III, in seguito all’accordo di Parigi del 1763, gli abitanti delle colonie britanniche avrebbero dovuto vivere secondo il diritto inglese (the Enjoyment of the Benefit of the Laws of our Realm of England). Il modello dei primi tre libri del Code civil de la province de Québec (originalmente il suo nome ufficiale fu: Code Civil of Low Canada), entrato in vigore nel 1866, fu il Code civil francese. Il IV libro del codice tratta il diritto commerciale e ha un’importanza particolare, poiché questo testo fu il primo a regolare in un codice unico il diritto civile e il diritto commerciale. Gli autori del codice − rispetto ai redattori del Code civil − si ispirarono in maggior parte alle opere in vigore in Québec, cioè alla Coutume de Paris e ai lavori di Robert-Joseph Pothier; tuttavia, sul codice lasciò la sua impronta anche la tradizione del common law. Dopo una preparazione durata quasi quattro decenni, nel 1994 entrò in vigore il nuovo codice civile (Code civil de Québec), formato da dieci libri: tale codice conserva fondamentalmente le tradizioni continentali, con radici riconducibili fino al diritto romano. Il V libro del codice, regolante le obbligazioni, contiene sia i contratti di diritto civile e sia quelli di diritto commerciale.

Le regole riguardanti la fiducia nel nuovo Code civil du Québec (fiducie, artt.1260-1298), conosciute già parzialmente dal primo codice di diritto privato del Québec del 1866, si basano in parte sulle tradizioni del diritto romano ed in parte sul trust del diritto angloamericano. Il Code civil du Québec mostra le caratteristiche della mixed jurisdiction[18].

Il codice di diritto privato canadese del 1866 entrò formalmente in vigore anche a Saint Lucia. Quest’isola, indipendente dal 1979 e appartenente alla Comunità delle Nazioni (Commonwealth of Nations), fu colonia (colonie) francese fino al 1814.

 

 

II. – AMERICA CENTRALE E MERIDIONALE[19]

 

II.1. – Introduzione

 

Gli Stati dell’America Centrale e Meridionale[20], i quali furono per decenni sotto il dominio della Francia, dell’Olanda, del Portogallo e della Spagna, conservarono le tradizioni del diritto romano mediato dagli Stati colonizzatori. In questi Stati, la base teorica del diritto e colonna dell’istruzione giuridica universitaria fu formata dal diritto romano. Nella codificazione del diritto romano, accanto al Code civil francese, hanno avuto grande importanza la giurisprudenza coloniale spagnola (così la Recopilación de las Leyes de las Indias), le compilazioni ufficiali spagnole (la Nueva Recopilación e la Novísima Recopilación), il Código civil spagnolo, il Codice civile generale austriaco (ABGB), il Burgerlijk Wetboek olandese del 1838, il codice civile portoghese del 1867, il BGB tedesco, la legge svizzera sulle obbligazioni (OR) ed il Codice civile svizzero (ZGB). Il Codice civile italiano del 1942 influenzò e sta influenzando ancora oggi i progetti e i codici civili e commerciali redatti nella seconda metà del XX secolo.

Riguardo alla fase preparatoria delle codificazioni, dobbiamo menzionare il progetto di codice civile spagnolo di Florencio García Goyena (1851), il quale fu preso in considerazione dai redattori di più Stati dell’America Centro-Meridionale, soprattutto prima dell’entrata in vigore del codice civile spagnolo nel 1889. In dottrina, accanto alle tradizioni di diritto privato degli Stati ex-colonizzatori, ebbe un ruolo importante la Scuola storica del diritto (la Pandettistica tedesca).

Il progetto di diritto privato, preparato dal giusromanista di Panamá Justo Arosema (1817-1896), per quanto riguarda la terminologia usata, segue la codificazione giustinianea. Anche se questo progetto non entrò in vigore né a Panamá (appartenente in origine alla Colombia) né in Colombia, esso influenzò la codificazione del diritto privato nell’America Centro-Meridionale. Il romanista di Panamá, rinomato anche per le sue opere nel territorio del diritto costituzionale, fu il primo ad insistere sull’integrazione del diritto latino-americano tramite il diritto privato e la codificazione basati sulle tradizioni del diritto romano.

Negli Stati dell’America Centro-Meridionale, in seguito all’influsso francese, durante il XIX secolo furono approvati codici commerciali indipendenti (código de comercio, code de commerce). In conseguenza, nel continente è ancora in vigore una tendenza dualista (il concetto dell’autonomia del diritto commerciale)[21].

Dobbiamo poi ricordare il fatto, poco conosciuto, che il ius Romanum è in vigore in Antartide, dove due Stati dell’America Meridionale – Argentina e Cile – rivendicano una parte significante del territorio, sebbene tale pretesa non sia riconosciuta dal diritto internazionale.

 

 

II.2. – Gli Stati dell’America Centrale

 

II.2.A. – Haiti[22]

 

Il codice civile di Haiti, colonia spagnola e successivamente francese, approvato nel 1825 ed entrato in vigore l’anno seguente, fu in  vigore su tutto il territorio dell’isola di Hispaniola. Il codice si allinea al Code civil sia dal punto di vista del contenuto che del linguaggio. I redattori del codice, per quanto riguarda alcuni istituti giuridici, tennero conto anche delle tradizioni giuridiche consuetudinarie di Haiti. Tutto ciò è principalmente vero per il diritto di famiglia ed il diritto delle successioni. Merita di essere menzionato il Code rural approvato nel 1961.

Il diritto commerciale fu ricodificato nel 1949, e venne così abrogato il Code de commerce francese introdotto precedentemente. Durante i lavori preparatori della codificazione, i redattori del nuovo codice presero in considerazione anche lo sviluppo del diritto commericale di numerosi Stati europei.

 

II.2.B. – La Repubblica Dominicana[23]

 

In origine colonia spagnola e francese, la Repubblica Dominicana adottò nel 1845 il Code civil francese. Successivamente, nel 1884, entrò in vigore la traduzione spagnola del codice.

In questo stesso anno, fu approvato il codice commerciale, il quale con varie modifiche è tutt’oggi in vigore.

 

II.2.C. – Messico[24]

 

La prima costituzione della federazione messicana, approvata nel 1824, diede potere legislativo al Congresso Federale solamente per quanto riguarda il diritto fallimentare. Successivamente, l’approvazione del codice civile fu compito di ciascun Stato o territorio.

Il primo codice civile del Messico fu quello dello Stato Libero (Estado libre) di Oaxaca, redatto tra il 1827 ed il 1829. Questo codice seguì, sia per quanto riguarda la struttura, sia per quanto riguarda il contenuto, il Code civil francese.

I codici civili messicani del 1871 e del 1884 mostrarono in modo molto meno evidente l’influsso del diritto romano. Il codice del 1870 si basò sul progetto di Justo Sierra. Durante la redazione del codice, il quale entrò in vigore solo nel Distretto Federale della capitale e sul territorio della California del Sud (Territorio de Baja California), furono presi in considerazione i principi del diritto romano, la legislazione coloniale (legislación colonial) spagnola, il Code civil francese, il Codice civile generale austriaco (ABGB), il codice civile del Piemonte, il codice civile olandese del 1838, nonché il progetto di codice civile spagnolo legato al nome di Florencio Garcia Goyena. Il codice del 1884, il quale entrò in vigore in un territorio formalmente equivalente a quello del codice del 1871, può essere considerato più una riforma di piccola misura che un codice civile del tutto nuovo.

La struttura federale del Messico viene regolata dalla costituzione, approvata nel 1917, che è tutt’ora in vigore. Successivamente, i 29 Stati membri, i due territori, ed anche il Distrito Federal de México dispongono ciascuno di un codice civile. Questi 32 codici però mostrano similitudini anche dal punto di vista strutturale e del contenuto.

Ciò è dovuto in gran parte al fatto che il codice del Distretto Federale della capitale serve da esempio ai codici degli altri Stati. Il codice del Distrito fu approvato il 30 agosto del 1928. La sua entrata in vigore avvenne il 1° ottobre del 1932. Le modifiche più rilevanti del codice avvennero nel 1965 e nel 1977. I redattori del codice si attennero al BGB tedesco, al Codice civile svizzero, nonché al Progetto italo-francese delle obbligazioni e dei contratti (Projet Franco-italien des obligations et contrats) del 1927.

I codici di diritto privato, vigenti sul territorio del Messico di oggi, possono essere suddivisi in quattro gruppi: a) il gruppo degli stati che hanno interamente approvato il codice del 1928 - questi costituiscono la maggioranza, b) il gruppo degli stati che con alcune modifiche strutturali e contenutistiche hanno approvato il codice del 1928, c) il gruppo degli stati che si sono attenuti ad entrambi i codici sopraccennati, d) il gruppo degli stati il codice civile dei quali si basa sul codice del 1884.

La struttura del Código civil, approvato nel 1928, è la seguente: disposizioni introduttive (artt. 1-21), diritto delle persone (artt. 22-476), diritti reali (artt. 477-1181), diritto delle successioni (artt. 1182-1791), diritto delle obbligazioni (artt. 1792-3074). Questo codice segue le tradizioni del diritto romano per quanto riguarda gli istituti giuridici del diritto delle obbligazioni, ma prende spunto sotto vari aspetti anche dal Code civil francese.

Nel maggio del 2000, nel Distrito Federal de México fu approvato un nuovo codice civile.

La costituzione del 1857 autorizzò il Congresso Federale solamente all’approvazione dei principi della legislazione commerciale (legislación comercial). Per regolare il diritto commerciale a livello federale fu necessario modificare la costituzione. Questo avvenne nel 1883 e nel 1884.

Il diritto commerciale viene regolato dal codice commerciale approvato nel 1889, vigente su tutto il territorio della federazione. Il Código de comercio fu modificato varie volte. L’attività delle società commerciali venne regolata da una legge a parte (ley especial), approvata nel 1934. Questa legge fu modificata nel 1980 e nel 1982.

 

II.2.D. – Costa Rica[25]

 

In Costa Rica, nel 1841, fu approvato un codice generale (Código general), il quale, a parte il diritto privato, conteneva sia il diritto penale, che quello processuale civile e penale. Sulla parte del codice che regola il diritto privato esercitò un ruolo rilevante il Codice Santa Cruz nella versione del Codice per lo Stato Nord-Peruviano promulgato nel 1836. È da notare che il testo Código Santa Cruz è leggermente diverso dal Código civil della Bolivia, risalente al 1830.

Il primo codice civile vero e proprio, approvato nel 1886 ed entrato in vigore nel 1888, contiene il materiale tradizionale del diritto privato. Anche questo codice si basa sulle tradizioni europee di diritto privato ed è tutt’oggi in vigore, dopo essere sopravvissuto a varie modifiche. Queste si riferiscono soprattutto al diritto di famiglia, prima parte del Código civil, ma dal 1973 regolato in un codice indipendente.

Il diritto commerciale è regolato dal Código de comercio, approvato nel 1964, il quale fu varie volte modificato negli ultimi decenni. Il primo codice commerciale, risalente al 1853, rimase in vigore solo per quanto riguarda il diritto commerciale marittimo.

 

II.2.E. – Salvador[26]

 

Il Codice civile del Salvador entrò in vigore nel 1860. I redattori del codice presero come modello il Codice civile cileno di Andrés Bello. Il codice mostra anche l’influsso del Code civil francese nonché del diritto coloniale spagnolo (derecho colonial español).

Durante il XX secolo, il codice fu modificato varie volte; tra le più importanti modifiche dobbiamo citare quelle del 1902, del 1928, del 1937, del 1955 e del 1958: nel corso di tali modificazioni novellari del codice, i redattori presero in considerazione il BGB tedesco, il ZGB svizzero e il Codice civile italiano del 1942.

Il Codice di commercio del Salvador, approvato nel 1970 ed entrato in vigore nel 1971, è tutt’oggi in vigore. Il Codice commerciale del 1970 fu modificato (modernizzato) varie volte.

 

II.2.F. – Honduras

 

Il primo codice civile dell’Honduras fu promulgato nel 1880. I redattori del codice del 1880 presero come modello il Codice civile cileno di Andrés Bello.

Il Codice civile approvato nel 1906 in vigore è il terzo codice civile del Paese. Il codice civile dell’Honduras segue la struttura del Code civil francese. Le modifiche entrate in vigore nel frattempo non modificarono la struttura del codice.

L’entrata in vigore del codice di commercio, tutt’ora vigente, avvenne nel 1950. Il Código de comercio fu varie volte modificato nelle sue parti riguardanti le società commerciali.

 

II.2.G. – Nicaragua

 

Il vigente codice civile del Nicaragua entrò in vigore nel 1904 riflettendo l’influenza del codice civile di Bello. La riforma del codice del 1904 più ampia avvenne nel 1929. A partire da questa data, la revisione del codice, basata sui risultati delle codificazioni europee, è tutt’ora in corso.

Il codice di commercio, emanato nel 1916, ha vissuto la sua più ampia modifica nel 1949. Da allora, il Código de comercio è stato modificato solo in piccola parte.

 

II.2.H. – Panama 

 

Il primo codice civile di Panamá – appartenente anteriormente alla Colombia – fu approvato nel 1916. I suoi redattori si attennero al Codice civile cileno, approvato nel 1855. Panamá prima di essere diventato uno Stato indipendente nel 1903 era parte della Colombia. Nel territorio di Panamá attuale prima dell’indipendenza vigeva il Codice civile cileno di Andrés Bello. È da menzionare che i redattori del Codice civile attuale presero in considerazione anche il Código civil spagnolo del 1889.

Anche il Codice di commercio entrò in vigore nel 1916. L’attività delle società commerciali è regolata dalle leggi emanate nel 1927 e nel 1946. Il Codice di commercio di Panamá, da allora, fu modificato varie volte.

 

II.2.I. – Guatemala

 

Il vigente Codice civile del Guatemala, emanato nel 1963, entrò in vigore nel 1964. I redattori del terzo codice civile del Paese, a parte il Code civil francese, si attennero ai più importanti codici civili europei.

Il nuovo Codice di commercio del Guatemala, promulgato nel 1970, entrò in vigore nel 1971.

 

II.2.J. – Cuba[27]

 

A Cuba, appartenente alla Spagna come colonia fino al 1898, il Código civil entrò in vigore nel 1889, contemporaneamente alla Spagna. Il codice civile rimase in vigore anche dopo che il paese venne a trovarsi sotto l’influsso degli Stati Uniti d’America (USA). Il suddetto influsso fondamentalmente non ebbe nessun impatto sul diritto privato.

Il codice rimase formalmente in vigore anche dopo i cambiamenti politici ed economici, susseguitisi dopo il 1959. Ampie riforme vennero effettuate nel campo del diritto di famiglia e del diritto del lavoro. Nel 1975, fu approvata la legge sul diritto di famiglia, la quale riflette una forte impronta socialista. Il codice di diritto del lavoro, entrato in vigore nel 1984, fu approvato nel 1985. Inoltre, la proprietà privata e la libertà contrattuale vennero in gran parte ristrette.

Il Codice civile di Cuba, basato sull’ideologia socialista, fu approvato nel 1988 [28]. Questo codice, conformemente ai codici dei Paesi socialisti europei, regola solamente alcuni campi del diritto privato classico. Il Código civil, costituito da 547 articoli, è suddiviso in quattro libri. Il codice, nel senso classico della parola, non dispone di una Parte Generale. Al suo posto troviamo delle disposizioni generali, costituite da 21 articoli. Il titolo Relación Jurídica, che si trova nel primo libro, ricopre il ruolo di Parte Generale. Nonostante i cambiamenti politici, i redattori del codice civile cubano conservarono la dommatica avente radici nelle tradizioni di diritto romano.

Anche a Cuba fu vigente il (secondo) Código de comercio spagnolo del 1885. Questo codice perse il suo vigore all’inizio degli anni sessanta del secolo XX, in gran parte come conseguenza dei cambiamenti politici ed economici.

 

 

II.3. – America del Sud

 

II.3.A. – Bolivia

 

Il codice civile boliviano del 1830 fu il primo codice di diritto privato dell’America del Sud. Esso prese come base in gran parte il Code civil francese. I redattori presero in considerazione –particolarmente per quanto riguarda il diritto ereditario– anche la legislazione coloniale spagnola, nella quale un ruolo eminente era ricoperto dal diritto romano. L’influsso del Code civil francese è motivato principalmente dal fatto che, nel periodo della codificazione, i redattori non avevano a disposizione un codice civile spagnolo da poter seguire come esempio.

Il codice boliviano del 1830 manifesta la sua influenza sia sul codice civile peruviano del 1851, sia sul codice civile entrato in vigore in Costa Rica nel 1841.

Anche il codice civile del 1845 della Bolivia è una versione in lingua spagnola del Code civil francese. Il nuovo codice civile boliviano, elaborato in misura preponderante sulla base del Codice civile italiano del 1942, venne promulgato nel 1975 ed entrò in vigore un anno dopo, nel 1976.

In Bolivia, i preparativi del nuovo Código civil sono terminati. Durante la redazione del Proyecto, oltre i codici dei Paesi dell’America del Sud e quelli dell’America Centrale, furono presi in considerazione i codici civili europei ed extraeuropei, appartenenti alla famiglia giuridica romano-germanica. Assieme ad Argentina, Perù e Porto Rico, anche la Bolivia prese parte in modo attivo alla conferenza tenuta tra il 4 e il 7 agosto del 1999 in Perù nella città di Arequipa, promuovendo l’accettazione dell’Acta de Arequipa, la quale fissa i principi della legislazione del diritto privato.

Nel 1934, venne promulgato il primo codice di commercio della Bolivia, mentre il codice attualmente in vigore venne promulgato nel 1972, entrando in vigore cinque anni dopo, nel 1977.

 

II.3.B. – Cile[29]

 

Il Codice civile cileno, promulgato nel 1855 ed entrato in vigore nel 1857, il quale – salvo alcune piccole modifiche – è tuttora in vigore, dal punto di vista del contenuto segue, almeno in parte, il Code civil francese. Il Código de la República de Chile, pur non contenendo una Parte Generale, diverge per quanto riguarda la struttura, dal modello francese. L’autore del codice, Andrés Bello (1781-1865) -cultore tra l’altro, del diritto romano-  tenne in considerazione sia la dogmatica giuridica spagnola saldamente legata alle tradizioni del diritto romano, sia le tesi della pandettistica tedesca, principalmente quelle di Savigny. Durante il lavoro, Andrés Bello prestò attenzione tra l’altro al Code civil francese, al Codice Civile Generale austriaco (ABGB), al Louisiana Civil Code, all’Allgemeines Landrecht prussiano e al Burgerlijk Wetboek del 1838. Come già ricordato, il codice non dispone di una Parte Generale e ha la seguente struttura: il Título preliminar contiene le disposizioni generali, seguito dalla parte riguardante il diritto delle persone, la parte dei diritti reali, la parte del diritto delle successioni, a cui vengono aggiunti gli articoli che regolano le donazioni tra vivi, ed infine le obbligazioni contrattuali.

Se si compie una valutazione generale del codice, Bello riuscì a comporre un’opera assolutamente originale e tuttora estremamente funzionale, nonostante i continui cambiamenti sociali.

Il codice di Bello venne impiegato nel corso dei lavori preparatori di vari codici di diritto civile, così nel 1860 in Ecuador, nel 1871 in Venezuela, nel 1887 in Colombia, poi in vari Paesi dell’America Centrale, come Nicaragua, Guatemala, Honduras, Salvador e Panamá. Il codice di commercio cileno venne promulgato nel 1865 ed entrò in vigore nel 1867. Il codice che, a pieno diritto, può essere considerato un’opera originale, ebbe un grande influsso sulla legge commerciale di Panamá (1869), del Guatemala (1877), dell’Ecuador (1882), della Colombia (1887), dell’Honduras (1888) e del Salvador (1904).

Questo Código de comercio venne modificato fondamentalmente nel 1983. È da notare che il diritto delle società commerciali venne regolato da una legge autonoma, emanata nel 1981.

 

II.3.C. – Argentina[30]

 

La Costituzione argentina, entrata in vigore nel 1853, autorizzò il governo federale a svolgere un lavoro legislativo al livello federale, tra l’altro anche per la regolamentazione del diritto civile e di quello commerciale[31].

Il risultato di questo lavoro fu il Codice civile argentino, promulgato nel 1869 ed entrato in vigore nel 1871, il quale ebbe in sostanza come modello il Code civil francese. L’autore, il professor Dalmacio Vélez Sársfield (1800–1875)[32], civilista e noto studioso del diritto romano, fu influenzato dalle opere di Robert-Joseph Pothier, dalla dottrina giuscivilistica spagnola nonché dal Codice civile cileno di cui sopra. Il testo del Codice civile argentino nacque dal testo del progetto redatto tra il 1864 e il 1869 da Dalmacio Vélez Sársfield che, a sua volta, si basò sull’opera di Augusto Teixeira de Freitas, scritta tra il 1860 e il 1864 sui principi del codice civile brasiliano (Esboço de Código civil); prese in considerazione, inoltre, anche il codice prussiano (Allgemeines Landrecht für die preußischen Staaten). Il Código civil argentino si divide in quattro parti: diritto delle persone e familiare, diritto delle obbligazioni, diritti reali e diritto delle successioni.

Gli istituti regolati nel codice subirono diversi cambiamenti e cambiò pure l’interpretazione dottrinale, ma non per questo divenne necessaria una sua riforma oppure modifica. Nonostante questo, dopo la Prima Guerra Mondiale si avviarono i lavori per una revisione completa del codice.

Nel 1926 venne nominata una commissione per l’elaborazione di un progetto di riforma del Codice civile. Questa commissione incaricò ad uno dei suoi membri, il noto professore Juan Antonio Bibiloni (1860-1933), di preparare la stesura di un progetto preliminare (Anteproyecto) di un nuovo codice civile. Il progetto preliminare venne terminato nel 1930. La stessa commissione nominata nel 1926 elaborò il c.d. Progetto del 1936. È da menzionare che il progetto preliminare elaborato da Bibiloni servì da base al testo del Progetto del 1936 che poi alla fine non venne accolto.

Nel 1954, il Ministero della Giustizia argentino affidò l’incarico di elaborare il nuovo codice civile al professor Jorge Joaquín Llambías (1911-1981); tuttavia, la riforma del codice venne rinviata in conseguenza degli avvenimenti politici sopravvenuti.

Nel 1968, in vista delle riforme progettate, il Codice civile argentino fu ampiamente modificato.

Nel 1987, la riforma del codice civile fu messa di nuovo all’ordine di giorno. Già in quell’occasione si discusse dell’eventuale adozione dell’impostazione monista[33]. Il progetto di riforma del codice civile del 1987 era un progetto che prevedeva l’unificazione della legislazione civile e commerciale (código unificado).

Nel 1993 sono stati presentati altri due progetti di riforme al codice civile. Uno fu elaborato da una commissione nominata dalla camera dei deputati (cámara de diputados). Questo progetto era molto simile a quello del 1987. Questo Proyecto però non fu sottoposto al Senato. Un altro progetto fu elaborato da una commissione nominata dall’allora Presidente della Repubblica.

Nel 1995, venne incaricata una nuova commissione per preparare la riforma del codice civile.

Il nuovo progetto, basato sull’impostazione monista (concept moniste), venne terminato nel dicembre del 1998 [34]. Il progetto del 1998, il quale prevedeva in un’unica legge la regolamentazione del diritto civile e commerciale (ma non quello marittimo), fu presentato al Congresso nel luglio del 1999. Le modifiche proposte dalla Commissione legislativa del Congresso hanno fatto sì che questo progetto non venisse accolto. Nell’aprile del 2001, 9 dei 13 membri della Commissione rassegnarono le loro dimissioni; di conseguenza, il nuovo codice civile argentino non fu approvato nel 2001.

Nel 2011 fu nominata una nuova commissione che elaborò il c.d. Progetto di codice civile e commerciale del 2012 cioè un código unificado.

Il codice civile argentino fu adottato, nel 1876, anche dal Paraguay, ed ha fortemente influenzato quello dell’Uruguay; nel 1889, persino i redattori del Código civil spagnolo lo presero in seria considerazione durante il lavoro di codificazione; infine, esso venne usato da modello praticamente in tutti i Paesi dell’America del Sud e dell’America Centrale nel corso delle riforme attuate[35].

Il primo codice commerciale venne approvato in Argentina nel 1862. Tra i redattori, accanto a Eduardo Acevedo, troviamo Dalmacio Vélez Sársfield, il quale partecipò in modo attivo ai lavori[36].

È da notare che Eduardo Acevedo e Dalmacio Vélez Sársfield sono gli autori (redattori) del Codice di commercio dello Stato di Buenos Aires del 1857 che all’epoca fu separato dalla Confederazione Argentina.

Il Codice commerciale del 1862 venne sostituito nel 1889 dal Código de comercio tuttora vigente. La legge commerciale argentina fu modificata diverse volte dalla sua entrata in vigore. Merita uno speciale riguardo la legge del 1972 sulla regolamentazione delle società commerciali.

 

II.3.D. – Colombia[37]

 

Rispetto al sistema costituzionale della Colombia[38] è da notare che questo Paese passò per diverse forme politiche, confederazione, pluralità di Stati aventi sovranità ma parti integranti della confederazione, stato federale, prima che fosse costituita la odierna Repubblica (unitaria) della Colombia nel 1886 [39].

Il Codice civile cileno di Andrés Bello fu adottato prima dell’anno 1858 come código civil di alcuni degli Stati membri della Confederazione.

Il primo codice civile della Colombia, chiamata Nuova Granada fino al 1863 – in riguardo alla regione Santander di Colombia – prese il nome di Código civil de Santander. Questo codice fu promulgato nel 1858 ed entrò in vigore nel 1860.

Il Código civil, approvato nel 1873 – quasi quindici anni dopo – entrò in vigore nel 1887. Similarmente al suo antenato, anche questo codice tuttora in vigore fu influenzato dal Codice civile cileno di Andrés Bello.

La parte regolante le società civili fu abrogata nel 1995, mentre le altre parti del Codice civile del 1887 furono modificate già molti anni prima, nel 1970.

Il vigente Codice di commercio della Colombia risale al 1971 ed è in vigore dall’anno successivo. La regolamentazione delle società commerciali fu modificata più volte.

 

II.3.E. – Ecuador[40]

 

Il codice civile dell’Ecuador fu approvato nel 1861. I redattori del codice presero in considerazione soprattutto il Código civil cileno. A partire dalla sua entrata in vigore, il codice fu modificato varie volte. Durante le modifiche, i redattori si basarono, oltre che sul codice delle obbligazioni e sul codice civile svizzero, sul Codice civile italiano del 1942; tuttavia, l’impostazione monista (concept moniste) non prevalse in Ecuador.

Il codice di commercio (Código de comercio), a partire dalla sua entrata in vigore nel 1906, fu modificato più volte a causa della modernizzazione.

 

II.3.F. – Uruguay  

 

Il codice civile dell’Uruguay (Código civil de la República Oriental del Uruguay) fu promulgato nel 1868 ed entrò in vigore nel 1869. Da allora, il codice fu modificato diverse volte. Il redattore del codice fu Tristán Narvaja (1819-1877), giurista rinomato, cultore del diritto privato. Il codice fu influenzato dal progetto preparato da Eduardo Acevedo (1815-1863) tra il 1847 e il 1849, pubblicato nel 1852, dal codice civile cileno, legato al nome di Andrés Bello e dal Codice civile argentino elaborato da Dalmacio Vélez Sársfield.

Il codice di commercio, redatto nel 1865, e tutt’ora in vigore, è stato varie volte modificato con riguardo alle società commerciali.

 

II.3.G. – Paraguay[41] 

 

Il Paraguay adottò il codice civile argentino nel 1877. Esso fu sostituito dal codice promulgato nel 1985, in vigore dal 1987. Il codice segue in parte il sistema delle Pandette.

Il nuovo Código civil – unico tra i codici di diritto privato nell’America Centrale e Meridionale – segue in parte il code unique, dal momento che regola il diritto civile ed alcuni istituti del diritto commerciale, come per esempio le società commerciali, i contratti bancari.

Per gli istituti non regolati in questo codice è rimasto applicabile il codice di commercio del 1889, entrato in vigore nel 1891 al posto del Código de comercio del 1846. Il modello di questa legge fu il codice di commercio argentino, approvato nello stesso anno; tuttavia, questo codice non regola in modo completo il diritto commerciale.

 

II.3.H. – Perù[42]

 

Il primo codice civile peruviano fu promulgato nel 1851, ed entrò in vigore nell’anno seguente. Questo primo codice fu influenzato in maniera evidente dal Código civil boliviano del 1830.

I redattori del codice civile peruviano del 1936 presero in considerazione la codificazione argentina e brasiliana, oltre al BGB tedesco ed al ZGB svizzero.

Il nuovo codice civile del 1984 mostra prima di tutto i segni dell’influsso del Codice civile italiano; tale Codice del 1984, in vigore dal 1985, è una delle codificazioni di diritto privato più moderne dell’America Latina. Nonostante il forte influsso italiano, in Perù rimase in vigore il Código de comercio autonomo: in pratica nel campo del diritto commerciale, il codice civile viene utilizzato come lex generalis: di conseguenza, in questo Paese, in seguito all’approvazione del nuovo codice civile, l’impostazione monista svolge un ruolo importante.

Il codice di commercio promulgato nel 1902, prese il posto del Código de comercio del 1853, ed è ancora oggi in vigore. Il codice fu modificato significativamente nel 1966, riguardo alle società commerciali.

 

II.3.I. – Venezuela[43]

 

In Venezuela, il progetto del codice di diritto privato fu preparato da Julián Viso nel 1854, ma questo non ebbe copertura legislativa. In Venezuela, sino ad oggi, furono approvati sette codici civili. Il primo, promulgato nel 1862 ed entrato in vigore nel 1863, fu influenzato dal Código civil cileno, dal progetto di Julián Viso e dal progetto di codice civile spagnolo del 1851. Questo codice, entrato in vigore in modo provvisorio grazie al presidente José A. Páez, rimase in vigore solamente per quattro anni. Il codice civile seguente, promulgato nel 1867, fu influenzato dal Code civil francese.

Il terzo codice civile venezuelano, emanato nel 1873, era fortemente influenzato dal Codice civile italiano del 1865. Il Codice civile del 1873 fu derogato dal nuovo codice di diritto privato approvato durante il governo liberale di G. Blanco, nel 1880. Questo fu riposto dal quinto Código civil del 1896. Il codice civile del 1916, approvato durante il governo di M. Bustillas, si basò in maggior modo sulla dottrina della giuscivilistica italiana ed, in contrasto con gli altri codici, usò una terminologia più sofisticata. Nel 1922, sotto il governo di J. Vincente Gómez, fu approvato il settimo codice civile venezuelano, in vigore fino al 1942.

Il codice civile tutt’ora in vigore, approvato nel 1942, è molto simile al Codice civile del 1873 basandosi soprattutto sul Code civil francese, ma importa alcuni istituti dal codice civile svizzero del 1907, da quello messicano del 1928 e dal Progetto italo-francese di codice delle obbligazioni e dei contratti (Projet Franco-italien des obligations et contrats) del 1927. Il Codice civile del 1942 è stato modificato dalla Ley de reforma parcial de Código civil nel 1982.

Nel 1919 fu approvato il Codice di commercio del Venezuela, modificato in modo significativo nel 1955. Da allora fu modificata soprattutto la parte riguardante le società commerciali (sociedades mercantiles).

 

II.3.J. – Brasile[44]

 

L’influsso del diritto romano è percepibile anche sul codice civile brasiliano. L’iniziativa della codificazione del diritto privato risale all’impero brasiliano, ovvero al periodo precedente alla proclamazione della repubblica nel 1889. Alcuni autori ritengono l’imperatore Pedro II –proprio grazie alla codificazione del diritto privato– il ‘Giustiniano brasiliano’.

In Brasile, diventato indipendente nel 1822, una legge approvata nel 1823 mantenne in vigore anche gli statuti –così le Ordenações Filipinas (1603)– i decreti e le leggi portoghesi promulgate prima del 25 aprile 1821. L’articolo 179 della prima costituzione brasiliana (1824) dispose sulla creazione della legge di diritto civile e penale.

L’autore della prima consolidazione di diritto privato del Brasile indipendente (Consolidação das Leis Civis) fu Augusto Teixeira de Freitas (1816-1883), il quale cominciò la preparazione della compilazione nel 1857 su incarico governativo, seguendo le Ordenações Filipinas, di fatto in vigore ed usate nella pratica giuridica fino all’entrata in vigore del codice civile brasiliano. Le Ordenações stranamente, pur avendo una Parte Generale (Parte geral), non contenevano delle disposizioni sui negozi giuridici.

Dopo circa sessant’anni di lavori preparatori, il Codice civile brasiliano entrò in vigore nel 1917, un anno dopo la sua promulgazione. Il codice civile, con numerosi tentativi di riforma rimase in vigore fino al 2003 quando fu sostituito da un nuovo codice.

L’impostazione e il contenuto del codice del 1916 sono quelli del BGB tedesco. Il codice si compone di una Parte Generale (artt. 1-179) e di una Parte Speciale (diritto di famiglia, diritti reali, diritto delle obbligazioni, diritto delle successioni). Il codice brasiliano del 1916, analogamente al BGB tedesco, ha un Einführungsgesetz contenente anche i principi del diritto pubblico internazionale; esso è un codice di natura eclettica, dal momento che il contenuto segue in gran parte il Code civil francese, mentre la struttura segue il BGB tedesco.

Il codice si basa soprattutto sull’Esboço de Código civil di Augusto Teixeira de Freitas (il ‘Savigny americano’) del 1860-1864, che armonizza la tradizione del diritto romano con le dottrine del diritto privato europeo moderno e con le codificazioni del diritto privato. Quest’opera influenzò il Código civil dell’Uruguay, redatto da Tristan Narvaja, nonché il codice civile argentino di Dalmacio Vélez Sársfield, il quale prese una parte considerevole direttamente dall’Esboço.

L’Esboço de Código civil, costituito da 4908 articoli e tradotto in gran parte in spagnolo – conosciuto anche oltre i confini del Brasile – è un’opera rimasta incompleta; in essa, Freitas divise il codice civile in preparazione in una Parte Generale e una Parte Speciale. La Parte Speciale è divisa in diritti della persona e diritti reali. Dobbiamo ricordare che Teixera de Freitas fu sostenitore dell’impostazione monista.

Oltre l’Esboço de Código civil, la codificazione brasiliana fu influenzata dal progetto di codice civile di Clóvis Beviláqua (1859-1944). Il giurista, esperto di diritto privato e comparato, fu incaricato nel 1899 di preparare un progetto per la codificazione del diritto civile brasiliano. L’opera di Beviláqua, il Projeto de Código civil, fu influenzata sia dall’Esboço de Código civil di Augusto Teixeira de Freitas, sia dai lavori preparatori del BGB tedesco. Oltre a quest’opera, Beviláqua preparò un commentario di sei volumi al codice civile brasiliano (Código civil dos Estados Unidos do Brasil Commentado). Il commentario cita spesso le fonti di diritto romano e i lavori dei pandettisti tedeschi. Quest’opera è ritenuta un lavoro fondamentale nell’ambito del diritto privato brasiliano.

Il modo di pensare proprio del diritto romano è presente anche nei lavori del romanista e giurista privatista Francisco C. Pontes de Miranda (1893-1979). Dobbiamo menzionare la sua opera in sessanta volumi Tratado de direito privado (1954-1969), pubblicata a Rio de Janeiro in numerose edizioni. In quest’opera, avente ad oggetto il diritto privato brasiliano, si sente fortemente l’influsso del diritto romano.

Il governo brasiliano, nel 1940, incaricò una commissione di tre giuristi rinomati (Orosimbo Nonato, Philadelfo Azevedo e Hahnemann Guimarães) della revisione del codice civile. Il compito principale di questa commissione fu quello di eliminare il dualismo dei principii utilizzati nel territorio del diritto privato e in quello del diritto commerciale.

Il governo brasiliano, su iniziativa del Ministero della Giustizia nel 1961, decise di riprendere i lavori della codificazione. La commissione incaricata della preparazione del progetto del nuovo codice civile, sotto la guida del professor Orlando Gomes nel 1963, preparò un progetto di 964 articoli (Anteprojeto de Código civil), ridotto da una seconda commissione nel 1964 a 870 articoli, divisi in quattro parti. L’Anteprojeto, composto dal diritto delle persone, dal diritto di famiglia, dai diritti reali e dal diritto delle successioni, fu oggetto di diverse critiche.

Nel 1965 fu pubblicato l’Anteprojeto del codice delle obbligazioni, preparato nel 1941. La prima parte dell’Anteprojeto regola i negozi, le obbligazioni e i contratti in generale. La seconda parte –secondo l’impostazione monista– regola le società e le attività commerciali. La terza parte tratta il diritto dei titoli di credito. Il regolamento del diritto delle obbligazioni in un codice indipendente fu osteggiato animosamente.

Il codice civile e il progetto della legge delle obbligazioni, presentati davanti al Congresso il 12 ottobre 1965 dal presidente H. Castello Branca, si basavano sui due anteprogetti e furono infine pubblicati in un’unica struttura di 1501 articoli. Nonostante ciò, soprattutto per le forti critiche contro la parte di diritto di famiglia, il governo federale dovette ritirare nel 1966 gli anteprogetti. Successivamente, i lavori furono continuati dalla commissione guidata dal professor Miguel Reale, mentre dei preparativi della parte sul diritto delle società fu incaricato Sylvio Marondes. L’Anteprogetto rivisto fu presentato davanti al congresso federale, e in questo stesso anno fu promulgato sotto il nome di Progetto di Legge n. 634 (Projeto de Lei 634). Il Progetto fu approvato dalla Camera dei deputati nove anni dopo la sua promulgazione, nel 1984, dopo numerose – in tutto 1063 – modifiche.

Le caratteristiche del Progetto sono le seguenti:

- il diritto privato, regolato già da Teixeira de Freitas (diritto civile), unificato con il diritto commerciale (code unique);

- la Parte Generale (Parte geral) e la Parte Speciale (Parte especial) divisi l’una dall’altra;

- la struttura della Parte Speciale si divide in diritto delle obbligazioni, diritti reali, diritto di famiglia e diritto delle successioni.

La Parte Generale del Progetto prevede la divisione della capacità giuridica assoluta da quella relativa e regola la rappresentanza negoziale – diversamente dalla regolamentazione precedente – tra le disposizioni generali riguardanti i negozi giuridici e non nell’ambito del mandato.

Nella prima parte della Parte Speciale del Progetto, insieme al diritto delle obbligazioni, viene regolata anche la laesio enormis. La spiegazione derivante dal tempo di Diocleziano (284-305), secondo la quale la sproporzione tra la prestazione e la ricompensa deve essere considerata causa di invalidità, è stata integrata nel progetto come per mostrare l’aderenza alle tradizioni romane (reverentia iuris Romani).

La terza parte del Progetto regola i diritti reali, dove saltano all’occhio le regole di protezione ambientale limitanti la pratica del diritto di proprietà. Il Progetto vuole abrogare l’enfiteusi, che, negli ultimi tempi, aveva perso la sua importanza economica e sociale in Europa e negli Stati extraeuropei.

La quarta parte del Progetto contiene norme riguardanti il diritto di famiglia. Bisogna mettere in rilievo le disposizioni sullo stato dei figli illegittimi: i figli nati al di fuori di un matrimonio possono essere riconosciuti più facilmente che quelli nati a causa dell’infedeltà dei coniugi.

L’ultima e quinta parte del Progetto regola il diritto delle successioni. In queste norme si sente fortemente l’influsso del diritto romano. Il regolamento di alcuni istituti giuridici (Rechtsinstitute), come per esempio il codicillus o le forme privilegiate di testamento, è rimasto quasi interamente quello del diritto romano.

Tutto sommato, il fatto che il Progetto non volle distaccarsi dalle tradizioni del diritto privato brasiliano favorì l’approvazione del Progetto. Questo fatto può essere considerato come segno di una continuità con le idee di Teixeira de Freitas che non furono accettate nel codice del 1916 [45].

Sotto il dominio portoghese, anche in Brasile fu di grande importanza, nel campo del diritto commerciale, l’opera di Silva Lisboa, Principios de Direito Mercantil e Leis de Marinha (1798-1804), che anche in Portogallo sostituì il codice di diritto marittimo fino all’entrata in vigore del codice di commercio portoghese nel 1833.

Il codice di commercio brasiliano fu approvato nel 1850. Questo codice è ancora in vigore nonostante le modifiche derivanti dallo sviluppo del diritto commerciale. Questo codice, considerato un’opera legislativa originale, influenzò molto il codice approvato nel 1857 ed entrato in vigore nell’allora Stato (nella provincia) di Buenos Aires. Il codice di commercio fu redatto da Dalmacio Vélez Sársfield e dall’uruguaiano Eduardo Acevedo. Con la mediazione del codice del 1857, il codice di commercio brasiliano influenzò anche il codice di commercio argentino del 1862 (quello vigente in Argentina, è, come è noto, del 1889) e quello dell’Uruguay del 1865.

 

II.3.K. – Suriname[46]

 

Nell’antica colonia olandese di Suriname, il ‘vecchio diritto olandese’ (oud-Hollandsche reg) e il diritto romano (Romeinsche Reg), utilizzato sussidiariamente, furono sostituiti nel 1869 dal codice civile olandese del 1838. Questo codice rimase in vigore anche dopo la conquista dell’indipendenza nel 1975. Di conseguenza, il nuovo codice civile olandese (Burgerlijk Wetboek) non influenzò il diritto privato del Suriname.

Il diritto commerciale è tuttora regolato dal codice di commercio olandese del 1838 (Wetboek van Koophandel): ciò non significa che nel Suriname non prevalga l’impostazione monista, dal momento che la riforma del Codice di commercio olandese del 1934 adottò proprio questa concezione.

 

II.3.L. – Guyana[47]

 

La Guyana, diventata indipendente nel 1966, fu colonia olandese fino al 1803 e, successivamente, colonia britannica. Nel 1831, le tre colonie una volta olandesi (Essequebo, Demerara, Berbice) si unirono sotto il nome di British Guyana. Già nel 1831, una corte suprema di tre giudici (Supreme Court) cercò di sostituire il Roman-Dutch Law con il diritto inglese.

La repressione della lingua olandese nei territori della colonia, come anche a Berbice, dove si conservò l’influsso linguistico e culturale più a lungo che nelle altre colonie, divenne una barriera per l’uso delle opere di autori olandesi nella pratica giuridica. Oltre a ciò, la Gran Bretagna, tramite l’emissione di diverse ordinances, dichiarò il diritto inglese obbligatorio, ad esempio nel campo del diritto delle successioni e nel regolamento della prescrizione.

Nonostante l’espansione del diritto romano, la Guyana britannica conservò come diritto ufficiale in vigore il Roman-Dutch Law fino al 1° gennaio 1917, in conseguenza dell’obbligo fissato in un contratto dalla Gran Bretagna durante la capitolazione della Repubblica di Batavia. Solo in seguito a questi eventi, il common law inglese cominciò a cambiare il sistema giuridico della Guyana. Nonostante ciò, rimase in vigore qualche istituto del diritto romano e qualche tipo di azione (actio), soprattutto nel campo degli immobili, dove l’uso del Law of Real Property inglese è del tutto escluso.

 

 

II.4. – Le tendenze all’uniformazione del diritto privato negli Stati dell’America Centrale e dell’America del Sud[48]

 

Nel 1913, i partecipanti alla conferenza panamericana tenutasi a Montevideo decisero l’unificazione dei codici civili dell’America Centrale e Meridionale. La decisione fu rinnovata nel 1933, sempre a Montevideo. Durante la redazione del Codice civile americano unico/unificato (Código civil Americano único), il progetto del nuovo codice civile brasiliano entrato in vigore nel 2003 servì come modello.

Durante la conferenza panamericana tenutasi a Lima nel 1938, fu costituita una commissione permanente con il compito di unificare il diritto civile americano e le leggi del diritto commerciale. Questa intenzione di unificare il diritto fu supportata dalle conferenze degli avvocati degli Stati dell’America Centrale e Meridionale. Tra queste, spicca quella tenutasi a Havanna nel 1941, quella tenutasi a Rio de Janeiro nel 1943 e a Detroit nel 1951 (Conferencia Interamericana de Abogados).

I tentativi di unificazione seguono principalmente due orientamenti. I rappresentanti del primo orientamento vorrebbero un codice commerciale unico, ma indipendente dal codice civile. I rappresentanti del secondo orientamento vorrebbero un codice disciplinante sia il diritto civile che quello commerciale, secondo il modello del code unique. Nella seconda metà del XIX secolo, segue l’impostazione monista Augusto Teixeira de Freitas. Nel XX secolo segue la stessa impostazione Alfredo Valladão. Entrambi giuristi sono brasiliani.

I modelli dell’impostazione monista sono il Code civil del Québec, il Codice delle obbligazioni svizzero (OR) ed il Codice civile italiano del 1942. Lo scopo di questi codici principalmente è di regolare i contratti commerciali insieme al diritto delle obbligazioni.

Nel corso della conferenza tenutasi nella città peruviana di Arequipa tra il 4 e il 7 agosto 1999, l’Argentina, la Bolivia, il Perù e Porto Rico aderirono all’Acta de Arequipa, dove si fissavano i principi della codificazione del diritto privato nell’ambito della cooperazione internazionale. Il quarto punto dell’Acta de Arequipa stabilisce che l’armonizzazione dei codici dell’America Latina è obbligatoria nei settori più importanti del diritto privato. La base dell’armonizzazione è il fatto che tutti gli Stati dell’America Centro-Meridionale appartengono alla famiglia giuridica romano-germanica[49].

 

 

III. – AFRICA DEL SUD[50]

 

Con la denominazione ‘Sud-Africa’ indichiamo non solo il Paese che nel 1910 apparteneva al Commonwealth sotto il nome di ‘Unione dell’Africa del Sud’ per uscirne poi nel 1961 come ‘Repubblica del Sudafrica’, bensì anche gli Stati diventati indipendenti nel frattempo, in cui il diritto romano-olandese in qualche misura è ancora in vigore.

L’inizio dell’adattamento del diritto romano-olandese risale ai tempi della fondazione delle colonie olandesi di Colonia del Capo (Cape Colony), avvenuta nel 1652. L’esercizio giurisdizionale del tribunale di Capetown, il quale funzionava dal 1656, si basava sul diritto romano-olandese dei colonizzatori (in lingua afrikaans, Romeins-Hollandse reg; in inglese, Roman-Dutch Law[51]), che però dalla fine del 1700 cominciò a distaccarsi dal diritto della madre patria.

Questo processo fu rafforzato anche dalla colonizzazione britannica, iniziata nel 1795, ovvero nel 1806, durante la quale, accanto al diritto romano-olandese, fu presente in modo continuo –soprattutto nel campo del diritto pubblico– anche il common law inglese. Il diritto privato sudafricano, pur mantenendo il ruolo di guida del diritto romano-olandese, negli ultimi decenni è stato caratterizzato dalla simbiosi dei due sistemi giuridici che –a parte la regolamentazione legale di alcuni istituti giuridici– ha finora respinto con successo le aspirazioni di codificazione.

Il diritto (moderno) romano-olandese oggi è in vigore nel territorio della Repubblica del Sud-Africa, della Namibia, dello Swaziland, del Lesotho, del Botswana e dello Zimbabwe.

La Namibia, colonia della Germania, denominata Africa Tedesca del Sud-Ovest fino al 1919, con il trattato mandatario del dicembre 1920 divenne territorio mandatario della Repubblica Sud Africana, diventata indipendente nel 1910. L’adattamento del diritto romano-olandese avvenne tramite la mediazione della repubblica mandataria sudafricana e rimase in vigore anche dopo che il territorio mandatario divenne indipendente. La particolarità del Sud-Ovest dell’Africa, qualificata come territorio mandatario tipo ‘B’, consiste nel fatto di aver mantenuto il medesimo titolo anche dopo la costituzione della Società delle Nazioni e dell’ONU, senza diventare territorio tutelato. Di conseguenza, il controllo su questo territorio non fu esercitato dal Consiglio di Tutela dell’ONU, ma da una Commissione delle Nazioni Unite creata per questo scopo. Questa struttura particolare mantenne l’influsso del sistema giuridico dell’Unione dell’Africa Meridionale e, dal 1961, quella della Repubblica Sudafricana in Namibia[52].

In Swaziland, governato dal 1903 insieme al Transvaal, uno Stato boero del Sud-Africa, il Roman-Dutch Law rimase in vigore anche dopo l’indipendenza.

Il Lesotho, divenuto protettorato (protectorate) britannico nel 1868 con il nome Basutoland, nel 1871 diventò colonia di Colonia del Capo (Cape Colony). Dal 1884, il Basutoland fu governato dall’alto commissario sudafricano, avente sede a Capetown. Nonostante il Basutoland non fosse mai appartenuto a nessuno degli stati boeri, il diritto romano-olandese venne applicato in Lesotho anche dopo il 1966, l’anno dell’indipendenza[53].

Il Botswana, protettorato (protectorate) britannico dal 1885 sotto il nome Botswanaland, applicò il diritto romano-olandese mediante i coloni boeri. Il diritto romano-olandese è fonte del diritto anche nel Botswana, indipendente dal 1966. Merita ricordare che, nel 1895, poco dopo che Botswanaland divenne parte del protettorato britannico, la parte meridionale del territorio fu annessa a Colonia del Capo e, a sua volta, divenne parte dell’Unione Sudafricana, esistente dal 1910.

Il diritto romano-olandese ebbe un certo ruolo anche nella giurisdizione del Sud-Rodhesia, cioè nell’attuale Zimbabwe. La ragione di ciò è che una parte dei coloni era di origine boera[54].

Per quanto riguarda la madre patria, cioè l’Olanda, l’adattamento più perfetto del diritto romano ebbe luogo in Frisia. L’opera di Hugo Grotius, ‘Inleidinge tot de Hollandsche Rechts-geleerdheid’, la cui traduzione inglese fu pubblicata da C. Herbert nel 1845, ebbe grande influsso in Sud-Africa. Il diritto romano-olandese è composto in parte: a) dal diritto romano, inoltre b) dal diritto consuetudinario olandese, dei Paesi bassi e germanico, c) da leggi olandesi, dei Paesi bassi (innanzitutto: zelandesi), d) da elementi del diritto canonico, e) da sentenze, f) da contributi di alcuni illustri studiosi (H. Grotius, S. van Leeuwen, U. Huber, J. Voet, C. van Bynkershoek ecc).

Dobbiamo ricordare Johannes Christiaan de Wet (1912–1990), considerato il più grande studioso di diritto sudafricano del Novecento. La sua attività fu influenzata dalla giurisprudenza continentale, soprattutto da Friedrich Carl von Savigny e da Bernhard Windscheid.

In conseguenza di ciò Wet non può essere considerato un rappresentante del pensiero giuridico anglo-americano.

Gli istituti radicati nel diritto romano-olandese sono presenti soprattutto nell’ambito dei diritti reali. Un istituto proprietario tipico del diritto sudafricano (e, come costruzione, simile all’enfiteusi del diritto romano), è il perpetual quitrent basato sulla Cradock Proclamation del 1813, il quale prevede la concessione da parte dello Stato di alcune parcelle di terra a privati, dietro il pagamento di un compenso annuo e mantenendo certi diritti (come per esempio quelli minerari). È oggetto di discussione nella letteratura il rapporto di questo ius in re aliena con il common law.

L’istituto in parola venne modificato dalla legge nr. 54 del 1934, la quale cancellò l’obbligo del pagamento del compenso. Lo Stato non si considerò più proprietario della terra. L’enfiteuta divenne il proprietario di fatto di un terreno su cui lo Stato mantenne alcuni diritti. Il diritto sudafricano non accetta la distinzione conosciuta nel common law tra il dominium directum del proprietario e il dominium utile del leaseholder. Da ciò consegue che il leaseholder viene considerato tendenzialmente proprietario e – in alcuni casi – la legislazione dichiara alcuni leasehold proprietà. Così dispone il Sectional Titles Act, promulgato nel 1986.

Nel campo del diritto delle obbligazioni, l’influsso del diritto romano si manifesta in modo chiaro nella regolamentazione del contratto di compravendita di beni mobili, quando precisa che non basta consegnare i beni venduti, ma è condizione dell’adempimento anche il pagamento del prezzo. Anche nell’ambito delle cessioni sopravvive la regolamentazione del diritto romano. Riguardo alle concessioni, è una curiosità della prassi giudiziaria che i tribunali prendono in considerazione in modo diretto la regolamentazione del BGB tedesco. È tuttora evidente la distinzione derivante dal diritto romano tra actio utilis e actio directa.

Nell’ambito del diritto extracontrattuale, va prestata una particolare attenzione all’actio iniuriarum. Questa azione crea le basi del risarcimento dei danni a carattere non patrimoniale. A partire dagli anni Sessanta del Novecento, acquistò sempre maggiore importanza l’animus iniurandi: è interessante notare che la costruzione amende honorable ha un’importanza minore nel diritto sudafricano. Certamente, l’actio iniuriarum come azione a carattere generale è adatta ad abbracciare una cerchia molto vasta di fatti riguardanti la lesione personale.

La recezione del concetto di trust sembra confermare l’affermazione del common law. Uno dei segni di questa recezione è che il Treuhand ad pias causas viene riconosciuto nel diritto sudafricano come un tipo speciale (for charitable purposes) di trust. Di conseguenza, a prima vista si potrebbe dedurre una sempre più limitata applicazione del diritto romano nella pratica. Non è assolutamente così se si considera che il concetto del trust (Treuhand), conosciuto dal diritto inglese in realtà come affare fiduciario, origina dal diritto romano. In questo senso, il concetto di trust for charitable purposes non è per niente estraneo al diritto romano[55].

Il diritto privato sudafricano, il quale storicamente comprende elementi del diritto romano-olandese nonché del common law inglese, può essere considerato un modello tra i Paesi aventi la cosiddetta giurisdizione mista (mixed jurisdiction).

 

 

IV. – ASIA

 

Agli inizi dell’età moderna, gran parte dei paesi asiatici erano Stati indipendenti, ma allo stesso tempo registravano uno sviluppo minore rispetto ai sistemi giuridici europei. Il diritto europeo si è ‘infiltrato’ gradualmente, progressivamente in una parte di questi Stati, mentre in quelli che erano sotto il regime coloniale olandese, britannico e francese si faceva valere sempre più intensamente, oltre ai diritti consuetudinari locali, il diritto dei Paesi colonizzatori.

Di seguito tratteremo gli Stati più rilevanti, dove può essere dimostrato indirettamente l’effetto del diritto romano.

 

IV.1. – Ceylon (Sri Lanka)[56]

 

Sull’isola di Ceylon (oggi Sri Lanka), colonia portoghese dal 1505, poi olandese dal 1658 fino al 1796, durante l’amministrazione coloniale olandese fu in vigore il diritto romano-olandese, che fu mantenuto anche durante il dominio britannico dopo il 1796, nonostante nell’applicazione del diritto –soprattutto dopo la creazione della Corte Suprema (Supreme Court), basata sull’uso del common law inglese– abbia avuto un ruolo importante il diritto casuistico inglese. Il sistema inglese delle corti, basato sul Courts Ordinance del 1889, portò inevitabilmente con sé la crescita del ruolo del diritto inglese. Chiaramente, un tale processo non potè essere controbilanciato dai frequenti riferimenti nelle sentenze alle opere teoriche –prima di tutte a quelle di J. Voet– che servirono da base al diritto romano-olandese sudafricano.

Negli ultimi decenni, la posizione del diritto romano-olandese si è ulteriormente rafforzata: ciò è dovuto al fatto che la maggioranza dei giuristi dello Sri Lanka oggi non studia più presso università inglesi. Il diritto romano-olandese, il luogo del common law dello Sri Lanka, oggi si fa valere più nitidamente nel diritto privato, soprattutto nel diritto di famiglia, nei diritti reali e nel diritto delle obbligazioni; invece il diritto inglese (il common law) viene applicato eccezionalmente, soprattutto come fonte del diritto commerciale e nella giurisdizione civile. L’affermazione del common law inglese viene segnalata, per esempio, dalla recezione dell’istituto del trust[57].

L’ordine giuridico di Ceylon è una mixed jurisdiction, ugualmente a quello della Scozia, del Sud-Africa e della Louisiana. I giuristi di Ceylon, dopo l’indipendenza del Paese, in questi ultimi decenni lo considerano come indigenous common law.

 

IV.2. – Siam (Thailandia)[58]

 

Il Siam prese il nome di Thailandia per la prima volta nel 1939, riprendendo il vecchio nome il 1° gennaio 1946, per cambiarlo di nuovo appena tre anni dopo: infatti, dal 1949 il nome ufficiale dello Stato è Thailandia. Il codice civile e commerciale della Thailandia, emanato nel 1925, risente di forti influssi del BGB, ma i suoi compilatori si ispirarono al Code civil e al Code de commerce, al Codice civile giapponese (1899), ed anche all’OR e al ZGB svizzero. Il codice thailandese ha successivamente influenzato il Codice civile giapponese.

Nel Siam, nel codice civile e commerciale tuttora in vigore, prevale con poche modificazioni l’impostazione monista (concept moniste): ciò rappresenta il primo fenomeno di codificazione sulla base dell’impostazione monista in Asia.

 

IV.3. – Indonesia[59]

 

In Indonesia –cioè nel territorio delle Indie Orientali Olandesi (Dutch East Indies) di una volta– si mantenne in vigore il diritto romano-olandese, dal momento che la legge indonesiana di diritto civile e commerciale, nata nel 1847, è praticamente una versione locale del Codice civile e commerciale olandese del 1838. Questo Codice civile indonesiano, il quale per lungo tempo fu in vigore solo per quanto riguarda gli europei, in gran parte è ancora oggi in vigore. Bisogna però ricordare che, benchè la Costituzione delle Indie Orientali olandesi, emanata nel 1854 e completata nel 1919, conteneva la possibilità per i cittadini di origine non europea di sottoporsi volontariamente al codice civile, questo, per lungo tempo, riguardò solo i cittadini europei.

Dopo che l’Indonesia divenne indipendente nel 1948, la vigenza del codice venne estesa a tutti i cittadini, ma l’applicazione fu limitata al campo dei diritti reali e del diritto delle obbligazioni. La ragione di ciò è che l’influsso sempre più notevole dell’Islam ricondusse l’Indonesia al tradizionale diritto di Adat. Questo diritto consuetudinario locale, legato strettamente alla religione, si usa innanzitutto nell’ambito del diritto personale, della famiglia e delle successioni.

Il Timor Est (Timor Leste)[60], occupato nel 1975 e successivamente annesso dall’Indonesia, è ormai indipendente dal 2002. Fino all’annessione, fu in vigore il codice civile portoghese. Durante il dominio indonesiano, il Código Civil portoghese, promulgato nel 1966, fu abrogato e al suo posto fu introdotto il diritto privato in vigore in Indonesia. Dopo il 2002, il codice in vigore è di nuovo quello portoghese.

 

IV.4. – Giappone[61]

 

In Giappone, il sistema (ordinamento) giuridico fu riformato in seguito alla restaurazione della dinastia Meiji nel 1868. Il professore francese Gustave Emile Boissonade de Fontarabie (1825-1910), professore di diritto in Giappone dal 1873, interpretò il diritto romano come base del Code civil e presentò la storia della comparazione del diritto in base al diritto romano. Il primo codice civile giapponese (Code Boissonade), il quale si basava – ad eccezione del diritto delle persone e del diritto delle successioni – prevalentemente sul Code civil, fu reso pubblico nel 1890. Tre anni dopo venne costituita una nuova commissione, con il compito di redigere un nuovo codice, il quale doveva attribuire maggiore importanza alle tradizioni giuridiche giapponesi.

Dopo un dibattito sul processo di codificazione per ragioni politiche, il quale sotto molti aspetti rammentava quello tra Savigny e Thibaut, l’entrata in vigore del codice fu rinviata. Nel 1893, venne creata una nuova commissione con il compito di predisporre un nuovo codice, che desse maggior riguardo alle tradizioni giuridiche giapponesi. I membri della commissione furono studiosi con grande conoscenza del diritto romano come Kenjiro Ume (1860–1910) e Masaakira Tomii (1858-1935), mentre Nobushige Hozumi (1855–1926) fu seguace della scuola storica tedesca. La commissione prese in considerazione principalmente il primo Progetto (Erster Entwurf) del BGB tedesco (1887), elaborato in gran parte da Bernhard Windscheid; di conseguenza, il secondo Codice civile giapponese, entrato in vigore nel 1898, si ispirò al sistema delle Pandette (Pandektensystem), il quale a sua volta si basò sul diritto romano.

Gli istituti giuridici, regolati nella parte generale, nei diritti reali e nel diritto delle obbligazioni del codice, si ispirano al diritto romano e alla Pandettistica tedesca. Si possono osservare variazioni rispetto al diritto romano nell’ambito del diritto familiare e del diritto delle successioni, in cui le tradizioni giapponesi sono molto più pervasive. In relazione all’entrata in vigore della nuova Costituzione (1946) dopo la Seconda Guerra Mondiale, avvenne anche la revisione del diritto di famiglia e quella delle successioni: a partire dal 1° gennaio 1948, vennero cambiati quasi 300 articoli del Codice civile giapponese.

Nell’ambito del diritto commerciale giapponese, si sente forte l’influsso degli Stati Uniti d’America: il concetto di trust, conosciuto nell’ordinamento statunitense, venne accolto in Giappone nel 1922, nel periodo tra le due guerre. La base del codice di commercio giapponese del 1899 fu il progetto elaborato dal professore di Rostock, Hermann Roesler (1834-1894), il quale lavorò in Giappone come consigliere del governo tra il 1878 e il 1893. (Hermann Roesler ebbe un ruolo importante anche nell’elaborazione della Costituzione del 1889)[62]. Da parte giapponese, nella codificazione pandettista del Codice commerciale giapponese assunse un ruolo importante Jogi Matsumoto (1877-1954).

 

IV.5. – Cina (Repubblica Popolare Cinese e Taiwan)[63]

 

Il Codice civile cinese, il quale si basa principalmente sul BGB tedesco e sul modello svizzero del code unique, regolante anche il diritto commerciale, entrò in vigore tra il 1929 e il 1931, ed è in vigore tutt’oggi nella Repubblica Cinese (sull’isola di Taiwan). Il diritto commerciale venne regolato insieme al diritto delle obbligazioni, diviso in cinque libri (Parte Generale, Obbligazioni e contratti commerciali, diritti reali, diritto della famiglia, diritto delle successioni). I redattori del codice, oltre al BGB tedesco, presero in considerazione anche il Codice civile giapponese, il Codice civile svizzero (ZGB), la legge svizzera sulle obbligazioni (OR), il Codice civile turco, il Codice civile di Siam, nonché il Codice civile sovietico-russo. Da allora, la giurisprudenza e la dottrina si basano ininterrottamente –sulla terraferma solo fino alla proclamazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949– sulla Pandettistica tedesca, basata a sua volta sul diritto romano. All’idea della recezione del common law in Cina si oppose indirettamente Rosco Pound (1870-1964), professore dell’Università di Harvard, il quale invitò a prendere in considerazione il mantenimento delle tradizioni del diritto romano[64]. Roscoe Pound, a partire dal 1947, lavorò per due anni a Nanking (Nanchino) come capo-consigliere del ministero della giustizia cinese. Prima del 1949, il diritto romano (in cinese luoma fa) ebbe un ruolo importante nella giurisprudenza privata cinese. In Cina, a partire dal 1976, si mostra un interesse accentuato per l’insegnamento e la coltivazione scientifica del diritto romano.

I Principi Generali del Diritto Civile della Repubblica Popolare Cinese, emanati nel 1986 ed entrati in vigore nel 1987, rispecchiano il ritorno alle tradizioni del diritto romano[65]. I Principi Generali, con i loro nove capitoli e 156 articoli, contengono le regole generali del diritto civile, applicate direttamente nella pratica. Si può scoprire un ritorno alle tradizioni del diritto romano anche nel Codice civile cinese, ancora in fase preparatoria.

Nella Repubblica Cinese (Taiwan)[66], a causa dell’occupazione giapponese dell’isola (Formosa) tra il 1895 e il 1945, il Codice civile entrato in vigore tra il 1929 e il 1931 ebbe vigenza solo dal 1945; tuttavia, con minime modificazioni è tuttora in vigore. Evidenti sono anche i segni dell’influsso del diritto statunitense, soprattutto nel regolamento delle garanzie mobiliari.

 

IV.6. – Corea del Sud[67]

 

Per la storia e per le tendenze attuali del diritto privato coreano è importante conoscere l’andamento dei rapporti politici tra la Corea e il Giappone. L’accordo di Tiencin, stipulato tra il Giappone e la Cina nel 1885, in cui le parti reciprocamente si impegnarono a rispettare l’indipendenza della Corea, mirava a ridimensionare l’influsso nipponico in Corea. La guerra, scoppiata nel 1894 tra Cina e Giappone, fu la conseguenza della violazione del trattato da parte cinese. Nel trattato di pace, firmato nell’aprile dell’anno seguente, la Cina accettò tra l’altro l’impegno di riconoscere la sovranità della Corea. Similmente, anche la guerra tra il Giappone e la Russia nel 1904 fu causata gran parte dal contrasto di interessi riguardante il dominio sulla Corea.

Il conflitto russo-nipponico si concluse con il trattato di pace di Portsmouth (USA), mettendo la Corea sotto il protettorato del Giappone, pur essendo in netto contrasto con le disposizioni dell’accordo stipulato nel 1902 tra la Gran Bretagna ed il Giappone per garantire l’indipendenza della Corea (e della Cina). Il dominio politico, militare ed economico del Giappone in Corea fu realizzato passo dopo passo. Fu decisivo l’accordo firmato dai due paesi nel 1907, il quale prevedeva persino la graduale introduzione del sistema giuridico nipponico in Corea.

La struttura del Codice civile della Repubblica di Corea (Corea del Sud) –entrato in vigore nel 1960– si ispira al sistema delle Pandette, similarmente al codice civile giapponese, il quale fu in vigore in Corea fino al 1912, ovvero fino all’approvazione del primo codice civile coreano[68]. Il diritto tedesco delle Pandette (Pandektenrecht), già prima del 1960, influenzò in modo decisivo la formazione del diritto privato coreano.

Il codice, formato da 1118 articoli divisi in cinque libri (Parte Generale [artt. 1–184], diritti reali [artt. 185–372], diritto delle obbligazioni [artt. 373–766], diritto di famiglia [artt. 767–979] e diritto delle successioni [artt. 980–1118] segue la struttura del Codice civile giapponese, promulgato nel 1898. La legge introduttiva del codice di diritto privato coreano –con termine tedesco: Einführungsgesetz— consiste di 28 articoli.

Nella recezione del Codice civile giapponese ebbe un ruolo evidentemente determinante il fatto che, dopo la detronizzazione dell’ultimo re dell’era Chosón (1392-1910), la Corea divenne colonia del Giappone tra il 1910 e il 1945. Alcuni anni dopo la Seconda Guerra Mondiale, il 15 agosto 1948 la Corea divenne repubblica. Tra il 1910 e il 1945, ovvero nel periodo coloniale in cui la Corea era annessa al Giappone, la lingua ufficiale (così anche la lingua della giurisdizione) fu il giapponese. In realtà, l’influsso politico ed economico del Giappone fu presente sin dalla fine dell’Ottocento.

È un fatto di grande importanza che un decreto legislativo, promulgato nel 1912 (il cosiddetto Decreto introduttivo sulle azioni civili) mantenne in vigore il Codice civile giapponese fino alla redazione del codice di diritto privato coreano. L’illustre rappresentante della giuscivilistica (scienza del diritto civile) giapponese, Kenjiro Ume (1860-1910) dal 1906 fino alla sua morte fu attivo in Corea come consulente giuridico del leader politico giapponese, Hirobumi Ito, promuovendo la modernizzazione del sistema giuridico del Paese, divenuto protettorato, contribuendo così in modo decisivo alla diffusione ed alla ‘recezione governata’ del codice civile giapponese basato sul diritto tedesco.

Gli autori del Codice civile coreano, sin dall’inizio del lavoro di codificazione, avvenuto poco dopo la Seconda Guerra Mondiale, ritennero loro compito cancellare gli articoli che differivano dalla regolamentazione del BGB tedesco, mentre prestarono particolare cura ad introdurre nel codice coreano gli istituti giuridici (Rechtsinstitute) del BGB che non facevano parte del codice giapponese. Infine, cercarono decisamente di evitare la recezione degli istituti del Code civil francese.

Da ciò consegue che il codice civile coreano, alla fine, risultò essere molto più vicino al BGB tedesco che a quello giapponese: ad esempio, la regolamentazione che nel codice civile coreano riguarda la culpa in contrahendo (art. 535) corrisponde fedelmente alle disposizioni relative del BGB tedesco (§ 307)[69].

Bisogna però osservare che i redattori del codice coreano non insistettero in ogni caso sulla recezione degli istituti del BGB; di conseguenza, nel Codice civile coreano –similmente a quello giapponese– ci sono regole che non si trovano nel BGB. Tali sono per esempio le disposizioni che riguardano l’inadempimento (artt. 387–390), alcune regole sul risarcimento dei danni (artt. 393–399), nonché le regole che riguardano il recesso (artt. 544–553).

L’imponente sviluppo economico, avviatosi in Corea dal 1960, giustificherebbe lo studio della privatistica coreana anche dal punto di vista della sociologia del diritto. Gli ultimi sviluppi del diritto privato in Corea, oltre all’influsso tedesco già consolidato segnano un sempre più forte influsso del sistema romanista.

 

IV.7. – Le Isole Filippine[70]

 

In seguito alla conquista spagnola nel 1521 sulle Isole Filippine, in uno primo tempo furono adottate le compilazioni (Breviarium Alaricianum, Siete Partidas, Ordenamiento de Alcalá, ecc.) rispecchianti l’influsso del diritto romano, nonché la Nueva Recopilación, la quale comportò la minuziosa codificazione del diritto spagnolo. Le Ordenanzas Filipinas del 1603 furono adottate direttamente per regolamentare il sistema (ordinamento) giuridico coloniale delle Filippine.

Sulle Isole Filippine fu in vigore sia la Recopilación de las Leyes de las Indias, edita nel 1680 ed estesa alle colonie, sia la Novisima Recopilación del 1805, e in seguito, nel 1889, anche il Código civil spagnolo. Il Codice civile spagnolo venne applicato quasi per intero, salvo le disposizioni sul diritto matrimoniale titolo IV, [artt. 4-10]; il titolo XII sull’anagrafe civile [artt. 325-332]; e il titolo X sul consiglio familiare [artt. 293-313]. Nel 1886, entrò in vigore anche nelle Filippine il secondo codice di commercio spagnolo (Código de comercio), promulgato nel 1885.

Secondo le disposizioni del trattato di pace, firmato nel dicembre del 1898 a Parigi dalla Spagna e dagli Stati Uniti d’America (USA), le Filippine, considerate Dependency, vennero a ricadere sotto l’amministrazione dapprima militare, poi anche civile degli Stati Uniti d’America. Il Paese, retto da un governatore nominato, acquistò l’indipendenza formale diventando Commonwealth of the Philippines in base alla cosiddetta ‘legge sull’unione’, accolta il 1° maggio 1934 dalla legislazione filippina (il senato venne allestito nel 1916). Secondo la Costituzione, promulgata nel 1935, le Filippine divennero un paese d’appendice (Commonwealth) degli Stati Uniti d’America (USA), provvisto di autogoverno.

Nel sistema giuridico delle Filippine, divenuto indipendente il 4 luglio 1946, ebbe un ruolo graduale il Common law statunitense.

In base al decreto del presidente Manuel Roxas, nel marzo del 1947 venne allestita –convocando esclusivamente professori di diritto privato- una commissione incaricata della preparazione di un progetto per il nuovo codice civile. Il Civil Code, approvato nel 1949, nonostante contenga istituti giuridici conosciuti anche nel diritto anglo-americano, riflette le caratteristiche del codice civile spagnolo e di altri codici basati sul diritto romano (tra questi elenchiamo il Louisiana Civil Code e il California Civil Code, il Code civil francese, il Codice civile argentino, il Codice civile messicano del 1928, il Codice civile svizzero del 1911 (che incorpora anche il testo “modernizzato” del Codice civile delle obbligazioni del 1881), il Codice civile italiano del 1942 ed il BGB tedesco).

Il rapporto della commissione preparatoria, presentato il 26 gennaio 1948 al presidente dello Stato delle Isole Filippine, accentua il peso particolare delle tradizioni del diritto romano –ritenute fonti primarie (indirette) del nuovo codice civile– nel sistema di diritto privato delle Filippine. Merita di essere menzionato il fatto che, nel libro IV del codice entrato in vigore nel 1950, regolante le obbligazioni e i contratti, l’istituto del trust, regolato in un titolo autonomo, dimostra l’influsso del fideicommissum del diritto romano.

 

 

Einfluss der Traditionen des römischen Rechts und des kontinentaleuropäischen Privatrechts auf die Rechtsordnungen ausserhalb Europas ‒ eine globale Übersicht

(Zusammenfassung)

 

Das ius commune (privatum) Europaeum zu erschaffen stellt für die nächsten Jahrzehnte eine der wichtigsten Herausforderungen für das zusammenwachsende Europa dar. Vorbedingung dafür ist auch die gründliche Aufarbeitung und Darstellung der gemeinsamen historischen Wurzeln der Privatrechtsordnungen der Staaten Europas. Das ius commune (privatum) Europaeum dient immer mehr auch außerhalb Europas als Vorbild für die regionale Rechtsangleichung. Diese Tendenz macht sich in erster Linie in Mittel- und Südamerika, aber auch in Asien bemerkbar. In der Abhandlung werden auch die Geschichte und die derzeitige Lage der Rechtsvereinheitlichung innerhalb der Vereinigten Staaten von Amerika (USA) berücksichtigt. Die gemeinsame Grundlage des Privatrechts in Europa bildet in erster Linie das römische Recht, welches im Mittelalter und in der Neuzeit die Rechtsordnung der meisten europäischen Länder geprägt hat. Gleichermaßen bildete das römische Recht in der Neuzeit, teilweise infolge der Kolonisation, auch in vielen Staaten außerhalb Europas die Grundlage der Rechtsordnung. Auch in der Gegenwart ist das Privatrecht einer großen Anzahl der außerhalb Europas liegenden Länder wesentlich vom römischen Recht beeinflußt. Die römischrechtlichen Traditionen stellen einen festen Bestandteil auch der juristischen Identität der Staaten ausserhalb Europas dar.

 

 



 

[Per la pubblicazione degli articoli della sezione “Contributi” si è applicato, in maniera rigorosa, il procedimento di peer review. Ogni articolo è stato valutato positivamente da due referees, che hanno operato con il sistema del double-blind]

 

[1] O.W. Holmes: The Common law. Boston, 1881; W.W. Howe: Studies in the Civil Law and Its Relations to the Law of England and America. Boston, 1896; Idem: Roman and Civil Law in America. In Harvard Law Review 16 (1903), 142-158; Ch.S. Lobingier: The Modern Expansion of the Roman Law. In University of Cincinnati Law Review 6 (1932), 152-184; Ch.P. Sherman: Roman Law in the United States: Its Effects on the American Common law. In Boston University Law Review 14 (1934), 582-590; Idem: Roman Law in the United States of America: the Present Revival of Roman Law Study its Effects on the American Common law and on American Law Schools and Legal Education. In Atti del Congresso Internazionale di Diritto Romano. Bologna, II. Pavia, 1935, 321-341; M. Radin: Roman Law in the United States. In Atti del Congresso Internazionale di Diritto Romano. Bologna, cit., 343-360; R. Pound: The Influence of Civil Law in America. In Louisiana Law Review 1 (1938-1939), 1-16; H.M. Colvin: Le système de Common law «anglais» appliqué aux Etats-Unis est-il bien anglais? In Introduction à l’étude du droit comparé. Recueil d’études en l’honneur d’Édouard Lambert. III. Paris, 1938, 32-38; Idem: Roman and Civil Law Elements in Sources of the Law of the United States. In: Studi in memoria di A. Albertoni. III. Storia del diritto italiano e diritti stranieri. Padova, 1938, 113 ss.; H. Kirchberger: The Significance of Roman Law for the Americas and Its Importance to the Inter-American Relations. In Wisconsin Law Review (1944), 249-273; R. Pound: The Development of American Law and its Deviation from English Law. In The Law Quarterly Review 67 (1951), 49-66; V. Bolgar: Why no Trusts in the Civil Law? In AJCL 2 (1953), 204-219; G.L. Haskins: De la codification du droit en Amérique du Nord au XVIIe siècle: une étude de droit comparé. In TR 23 (1955), 311 ss.; J.H. Tucker Jr.: The Code and the Common law in Louisiana. In The Code Napoléon and the Common law World. New York, 1956; E. Bodenheimer: Präjudizienverwertung und Gesetzesauslegung im amerikanischen Recht. In AcP 160 (1961), 1-17; R.S. Pasley: L’Equity en droit anglo-americain. In RIDC 13 (1961), 292-299; P. Stein: The Attraction of the Civil Law in Post-Revolutionary America. In Virginia Law Review 52 (1966), 403-434 (=P. Stein: The Character and Influence of the Roman Civil Law. Historical Essays. London – Ronceverte, 1988, 411-442); A.N. Yiannopoulos: Civil Law in the Modern World. Baton Rouge, 1965; J. Dainow: The Civil Law and the Common law: Some Points of Comparison. In AJCL 15 (1966-1967), 419-435; N. Reich: Sociological Jurisprudence und Legal Realism im Rechtsdenken Amerikas. Hamburg, 1967; W. Fikentscher: Rechtswissenschaft und Demokratie bei Justice Oliver Wendell Holmes. Schriftenreihe der Juristischen Studiengesellschaft Karlsruhe. Bd. 96. Karlsruhe, 1970; Idem: Roscoe Pound. Von der Zweckjurisprudenz zur “sociological Jurisprudence”. In Festschrift für K. Larenz zum 70. Geburtstag. München, 1973, 93-108; S. Sobotka: David Dudley Field und die Kodifikationsbestrebungen im Staat New York im 19. Jahrhundert – unter besonderer Berücksichtigung des „Civil Code”. (Diss. Köln) Köln, 1973; R. Batiza: Sources of the Field Civil Code: The Civil Law Influences on a Common law Code. In TLR 60 (1986); D.R. Coquillette: Legal Ideology and Incorporation IV: The Nature of Civilian Influence on Modern Anglo-American Commercial Law. In Boston University Law Review 67 (1987), 876-970; M.H. Hoeflich: Transatlantic Friendship and the German Influence on American Law in the First Half of the Nineteenth Century. In AJCL 35 (1987), 599-611; U. Mattei: Stare decisis. Il valore del precedente giudiziario negli Stati Uniti d’America. Milano, 1988; S. Riesenfeld: The Influence of German Legal Theory on American Law. The Heritage of Savigny and His Disciples. In AJCL 37(1989), 1-7; M.H. Hoeflich: Savigny and his Anglo-American Disciples. In AJCL 37 (1989), 17-37; J.E. Herget: American Jurisprudence, 1870-1970. A History. Houston, 1990; C. Petit: A Contributor to the Method of Investigation. Sobre la fortuna de Gény en América. In QF 20 (1991), 261-310; H.W. Baade: Roman Law in the Water, Mineral and Public Land Law of the Southwestern United States. In AJCL 40 (1992), 865-877; R.H. Helmholz: Use of the Civil Law in Post-Revolutionary American Jurisprudence. In TLR 66 (1992), 1649-1684; U. Mattei: Common law. Il diritto anglo-americano. Torino, 1992; M.W. Reiman: Holmes' s Common law and German Legal Science. In The Legacy of Oliver Wendell Holmes Jr. Stanford (Cal.), 1992, 72-114; P. Stein: Roman Law, Common law, and Civil Law. In TLR 66 (1992), 1591-1604; M. Reimann: Historische Schule und Common law. Die deutsche Rechtswissenschaft des 19. Jahrhunderts im amerikanischen Rechtsdenken. Berlin, 1993; J. Zekoll: Common law and Civil Law im Privatrecht von Louisiana. In ZVglRWiss 93 (1994), 323 ss.; R. Zimmermann: “Common law” und “civil law”. Amerika und Europa. In Amerikanische Rechtskultur und europäisches Privatrecht. Tübingen, 1995; M. Reimann: Continental Imports: The Influence of European Law and Jurisprudence in the United States. In TR 64 (1996), 391-410; M.H. Hoeflich: Roman and Civil Law and the Development of Anglo-American Jurisprudence in the Nineteenth Century. Athens (Georgia), 1997; M. Reimann: Einführung in das US-amerikanische Privatrecht. München, 1997; D.R. Coquillette: The Anglo-American Legal Heritage. Durham (N.C.), 1999; W. Tetley: Mixed Jurisdictions: Common law v. Civil Law (Codified and Uncodified). In Louisiana Law Review 60 (1999-2000), 677-738; Chr. Börner: Kodifikation des Common law. Der Civil Code von David Dudley Field. Zürich, 2001; M.H. Hoeflich: Translation and the Reception of Foreign Law in the Antebellum United States. In AJCL 50 (2002), 753-776; S. Randazzo: Roman Legal Tradition and American Law. The Riccobono Seminar of Roman Law in Washington. In Roman Legal Tradition 1 (2002), 123-144; J.A. Brundage: Roman Law, Canon Law, and the Law of Marriage in the United States. In “Panta Rei”: Studi dedicati a M. Bellomo, I. Roma, 2004, 311-322 e S. Martín Santisteban: La figura del trust en los Estados Unidos de América. Sus aplicaciones en el derecho de familia. In Revista para el análisis del Derecho 2/2008 (=http://www.indret.com).

 

[2] E. Smith: Edward Livingston and the Louisiana Codes. In Columbia Law Review 2 (1902), 24-36; J.H. Wigmore: Louisiana: The Story of its Legal System. In TLR 1 (1916), 1-15; M. Franklin: Some Observations on the Influence of French Law on the Early Civil Codes of Louisiana. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français (Montréal – 31 août – 2 septembre 1934). Paris - Montréal, 1936, 833-845; G. Ireland: La Louisiane. Vue nouvelle de son système de droit. In: Introduction à l’étude du droit comparé. Recueil d’études en l’honneur d’Édouard Lambert. III. Paris, 1938, 94-102; L. Oppenheim: The Law of Slaves – A Comparative Study of the Roman and Louisiana Systems. In TLR 14 (1939-1940), 384-406; H. Schwenk: Culpa in Contrahendo in German, French and Louisiana Law. In TLR 15 (1940), 88-92; S.B. Groner: Louisiana Law: Its Development in the First Quarter-Century of American Rule. In Louisiana Law Review 8 (1947-1948), 350-382; J.H. Tucker: The Code and the Common law in Louisiana. In TLR 29 (1954-1955), 739-764; R. Batiza: The Influence of Spanish Law in Louisiana. In TLR 33 (1958-1959), 29-33; L. Baudouin: The Influence of the Code Napoleon. In TLR 33 (1958-1959), 21-28; J.T. Hood: The History and the Development of the Louisiana Civil Code. In TLR 33 (1958-1959), 7-20; F. Stone: The Law with a Difference and How it Came About. In The Past as Prelude: New Orleans, 1718-1968. New Orleans, 1968, 42-70; A.A. Levasseur: On the Structure of the Civil Code. In TLR 44 (1969-1970), 693-703; R. Batiza: The Louisiana Civil Code of 1808. Its Actual Sources and Present Relevance. In TLR 46 (1971-1972), 4-31; Idem: Sources of the Civil Code of 1808. Facts and Speculation: A Rejoinder. In TLR 46 (1971/1972), 628-652; Idem: The Louisiana Civil Code of 1808: Its Actual Sources and Present Relevance. In TLR (1971-1972), 4-165; R. Pascal: Sources of the Digest of 1808: A Reply to Professor Batiza. In TLR 46 (1971/1972), 603-627; J.M. Sweeney: Tournament of Scholars over the Sources of the Civil Code of 1808. In TLR 46 (1971-1972), 585-602; A. Tate: The Role of the Judge in Mixed Jurisdictions. In Loyola Law Review 20 (1973-1974), 231-244; A.N. Yiannopoulos: Louisiana Civil Law System. Baton Rouge, 1977; Idem: Louisiana Civil Law: A Lost Cause? In TLR 54 (1980), 830-848; R.J. Rabalais: The Influence of Spanish Laws and Treatises on the Jurisprudence of Louisiana: 1762-1828. In Louisiana Law Review 42 (1981-1982), 1485-1508; J.M. Castán Vazquez: Reciprocal Influences between the Laws of Spain and Louisiana. In Louisiana Law Review 42 (1981-1982), 1473-1484; Lousiana’s Legal Heritage, (a cura di E.F. Hass), New Orleans, 1983; Chr. Osakwe: Louisiana Legal System: A Confluence of Two Legal Traditions. In AJCL 34 (1986), 29-46; R.H. Kilbourne Jr.: A History of the Louisiana Civil Code. The Formative Years, 1803-1839. Baton Rouge, 1987; V.V. Palmer: The Death of the Code – The Birth of a Digest. In TLR 63 (1988), 221-264; A.M. Garro: The Lousiana Public Records Doctrine and the Civil Law Tradition. Baton Rouge, 1989; M. McCaffery: Las Siete Partidas en la jurisprudencia del Estado norteamericano. In Revista de Derecho privado 73 (1989), 938 ss.; J.C. Cueto-Rua: The Civil Code of Louisiana is Alive and Well. In TLR 64 (1989-1990), 147-176; Sh. Herman: The Influence of Roman Law upon the Jurisprudence of Antebellum Louisiana. In Stellenbosch Law Review 3 (1992), 143-172; Idem: The Louisiana Civil Code. A European Legacy for the United States. New Orleans, 1993; B.K. Vetter: Louisiana: the United States’ Unique Connection to Roman Law. In Louisiana Law Review 39 (1993), 281-294; A.N. Yiannopoulos: Two Critical Years in the Life of Louisiana Civil Code: 1870 and 1913. In Louisiana Law Review 53 (1992-1993), 5-34; Sh. Herman: The Louisiana Civil Code: A European Legacy for the United States. In European Legal Traditions and Israel. Essays on Legal History, Civil Law and Codification, European Law, Israeli Law. Jerusalem, 1994, 309-337; J. Zekoll: Zwischen den Welten — Das Privatrecht von Louisiana als europäisch-amerikanische Mischrechtsordnung. In ZVglRWiss 93 (1994), 323-342; R. Batiza: Justinian’s Institutes and the Louisiana Civil Code of 1808. In TLR 69 (1994-1995), 1639-1648; Idem: Roman Law in the French and Louisiana Civil Codes: A Comparative Textual Survey. In TLR 69 (1994-1995), 1601-1630; A.N. Yiannopoulos: The Civil Codes of Louisiana. In: Louisiana Civil Code, St. Paul (Minn.), 1995; Sh. Herman: The Contribution of Roman Law to the Jurisprudence of Antebellum Louisiana. In Louisiana Law Review 56 (1995-1996), 257-316; D. Kehoe: Roman-Law Influence on Louisiana’s Landlord-Tenant Law: The Question of Risk in Agriculture. In TLR 70 (1996), 1053-1068; A.A. Levasseur: The Major Periods of Louisiana Legal History. In Loyola Law Review 41 (1996), 585-629; S.C. Symeonides: An Introduction to „The Romanist Tradition of Louisiana”: One Day in the Life of Louisiana Law. In Louisiana Law Review 56 (1995-1996), 249-255; Idem: Louisiana`s Reception and Preservation of the Romanist Legal Tradition. In Index 24 (1996), 515-518; M.B. North: Qui facit per alium, facit per se: Representation, Mandate and Principles of Agency in Louisiana at the Turn of the Twenty-First Century. In TLR 72 (1997-1998), 279-326; J.L. Carriere: From Status to Person in Book I, Title 1 of the Civil Code. In TLR 73 (1999), 1263-1287; V.V. Palmer: Two Worlds in One: The Genesis of Louisiana’s Mixed Legal System, 1803-1812. In Louisiana: Microcosm of a Mixed Jurisdiction, 1999; G. Hamza: Louisiana állam magánjogi törvénykönyvének reformja. In Magyar Jog 47 (2000), 558-560; P.J. Kastor: The Great Acquisition. An Introduction to the Louisiana Purchase. Great Falls (Mont.), 2003; V.V. Palmer: The Recent Discovery of Moreau Lislet’s System of Omissions and Its Importance to the Debate over the Sources of the Digest of 1808. In Loyola Law Review 49 (2003), 301-337; Idem: Concernant le 200e anniversaire du Code Napoléon: Son importance historique et contemporaine sur la codification du droit en Louisiane. In Le Code civil 1804-2004. Livre du Bicentenaire. Paris, 2004, 575-593; Th.W. Tucker: Interpretations of the Louisiana Civil Code, 1808-1840: The Failure of the Preliminary Title. In TECLF 19 (2004), 57-182; E. Lecuona Prats: El elemento hispano en la configuración del sistema jurídico de los Estados Unidos de América: “mixed jurisdiction” en Louisiana (1803-1825). In AHDE 76 (2006), 645-666; P.L. Reich: Siete Partidas in My Saddlebags: The Transmission of Hispanic Law from Antebellum Louisiana to Texas and California. In TECLF 22 (2007), 79-88; A.A. Levasseur: Les maux des mots en droit comparé. L’avant projet de réforme du droit des obligations en anglais. In RIDC 60 (2008), 819-859 e M.G. Puder: Romans Reloaded and Comparativists Charged – Living Law in Louisiana: the Case of Civil Possession. In Loyola Law Review 54 (2008), 571-601.

 

[3] R. Batiza: The Louisiana Civil Code of 1808. Its Actual Sources and Present Relevance. In TLR 46 (1971/1972); Idem: Sources of the Civil Code of 1808. Facts and Speculation. In TLR 46 (1971/1972); R. Pascal: Sources of the Digest of 1808: A Reply to Professor Batiza. In TLR 46 (1971/1972); A.N. Yiannopoulos: Louisiana Civil Law System. Baton Rouge, 1977; A.N. Yiannopoulos: Louisiana Civil Law: A Last Cause? In TLR 54 (1980); R.H. Kilbourne jr.: A History of the Louisiana Civil Code. The Formative Years, 1803–1839. Baton Rouge, 1987; A.M. Garro: The Lousiana Public Records Doctrine and the Civil Law Tradition. Baton Rouge, 1989; Sh. Herman: The Influence of Roman Law upon the Jurisprudence of Antebellum Louisiana. In Stellenbosch Law Review 3 (1992); Idem: The Louisiana Civil Code. An European Legacy for the United States. New Orleans, 1993; K. Vetter: Louisiana: the United States’ Unique Connection to Roman Law. In Loyola Law Review 39 (1993), 281–294; Sh. Herman: The Louisiana Civil Code: An European Legacy for the United States. In European Legal Traditions and Israel. Essays on Legal History, Civil Law and Codification, European Law, Israeli Law. Jerusalem, 1994, 309–337; J. Zekoll: Zwischen den Welten — Das Privatrecht von Louisiana als europäisch- amerikanische Mischrechtsordnung. In Zeitschrift für vergleichende Rechtswissenschaft 93 (1994), 323–342; A.N. Yiannopoulos: The Civil Codes of Louisiana. In Louisiana Civil Code, St. Paul/Minn, 1995; A.A. Levasseur: The Major Periods of Louisiana Legal History. In Loyola Law Review 41 (1996), 585–629; J.L. Carriere: From Status to Person in Book I, Title 1 of the Civil Code. In TLR 73 (1999), 1263–1287; V.V. Palmer: Two Worlds in One: The Genesis of Louisiana’s Mixed Legal System, 1803–1812. In Louisiana: Microcosm of a Mixed Jurisdiction, 1999, 28-30.

 

[4] Riguardo alle opere di Jean Domat e di Robert-Joseph Pothier vedi il capitolo III di quest’opera.

 

[5] F.P. Stubbs: Louisiana Trust for the Louisiana Lawyer. In Louisiana Law Review 1 (1938/1939) 774–786; F. Pringsheim: Legal Estate and Equitable Interest in Roman Law. In The Law Quaterly Review 59 (1943), 244–249; L. Oppenheim S.P. Ingram: Trusts. In Louisiana Civil Law Treatise 11 St. Paul/Minn, 1977; G. Le Van: Louisiana Counterparts to Legal and Equitable Title 41. In Louisiana Law Review 41 (1981), 177–185; K.V. Lorio: Louisiana Trusts: The Experience of a Civil Law Jurisdiction with the Trust. In Louisiana Law Review 42 (1982), 1721–1739; E.F. Martin: Louisiana’s Law of Trusts. 25 years after the Adoption of the Trust Code. In Louisiana Law Review (50), 501–530; Sh. Herman: Minor Risks and Major Rewards: Civilian Codification in North America on The Eve of the Twenty-First Century. In Tulane European & Civil Law Forum 8 (1993), 63–80; Th.B. Lemann: Trust: A Common law Institution in a Civilian Context. In The Tulane European and Civil Law Forum 8 (1993), 53–61; Sh. Herman: Der Einfluß des römischen Rechts auf die Rechtswissenschaft Louisianas vor dem amerikanischen Bürgerkrieg. In ZSS RA 113 (1996), 293–345.

 

[6] V.V. Palmer: Two Worlds in One: The Genesis of Louisiana’s Mixed Legal System, 1803– 1812. In Louisiana: Microcosm of a Mixed Jurisdiction, cit., 33–39.

 

[7] Tra gli studenti di Wythe, professore anche di diritto romano, troviamo Th. Jefferson e J. Monroe. Il diritto romano per Wythe significava il modello razionale del diritto e riteneva la codificazione giustinianea un modello per gli Stati Uniti. Vedi: A. Dill: George Wythe: Teacher of Liberty. Williamsburg, 1979; I. Brown: American Aristides. Rutherford, 1981; P.D. Carrington: Aftermath. In Essays for Patrick Atiyah. Oxford, 1991, 113–149.

 

[8] M.R. Ramos: Interaction of Civil Law and Anglo-American Law in the Legal Method in Puerto Rico. In TLR 23 (1948-1949); C. MouchetM. Sussini: Derecho hispánico y “Common law” en Puerto Rico. Buenos Aires, 1953; L. Muñoz Morales: El Código civil de Puerto Rico: Breve Reseña Historica. In Revista Jurídica de la Universidad de Puerto Rico (1932), 75-100; Idem: Enmiendas al Código civil de Puerto Rico posteriores al 1930. In Revista del Colegio de Abogados 13 (1950); C. Mouchet: Derecho hispánico y “common law” en Puerto Rico. Buenos Aires, 1953; M.J. Golding: A Short History of Puerto Rico. New York, 1973; D. Cintrón: La Profesión Legal a Comienzos del Régimen de los Estados Unidos en Puerto Rico. In Revista del Colegio de Abogados 35 (1974); Idem: La Organización Judicial de Puerto Rico (1800-1998). In Revista Jurídica de la Universidad de Puerto Rico 51 (1982); Simposio sobre la reforma del Código civil de Puerto Rico. In Revista Jurídica de la Universidad de Puerto Rico 52 (1983); A. Morales Carrión: Puerto Rico. A Political and Cultural History. New York, 1983; W.L. Thompson: The Introduction of American Law in the Philippines and Puerto Rico, 1898-1905. Fayetteville – London, 1989; J. Trías Monge: El choque de dos culturas jurídicas en Puerto Rico. San Juan, 1991; L.M. Argüelles — M. Fraticelli Torres: La investigación jurídica en el derecho puertorriqueño. San Juan, 1992; L. Fiol Matta: Civil Law and Common law in the Legal Method of Puerto Rico. In AJCL 40 (1992), 783-815; M.J. Godreau: Notas sobre una posible revisión del Código civil de Puerto Rico. In Revista Jurídica de la Universidad Interamericana de Puerto Rico 32 (1998); M.R. Orellana: Québec y Puerto Rico: un hemisferio y dos soledades. In Revista Jurídica de la Universidad de Puerto Rico 67 (1998), 1079-1097; R.N. Velasco: El ’98 y la invención de la tradición legal puertorriqueña. In Revista Jurídica de la Universidad de Puerto Rico 67 (1998), 1041-1077; L. Fiol Matta: El Control del Texto: Método Jurídico y Transculturación. In Revista Jurídica de la Universidad de Puerto Rico 68 (1999), 803-826 e M. Figueroa Torres: Crónica de una ruta iniciada: El proceso de revisión del Código civil de Puerto Rico. In Revista Jurídica de la Universidad Interamericana de Puerto Rico 35 (2001), 491-513.

 

[9] Simposio sobre la reforma del Código civil de Puerto Rico. In Revista Jurídica de la Universidad de Puerto Rico 52 (1983).

 

[10] M.R. Ramos: Interaction of Civil Law and Anglo-American Law in the Legal Method in Puerto Rico. In TLR 23 (1948–1949), 1-20; C. MouchetM. Sussini: Derecho hispanico y „Common law” en Puerto Rico. Buenos Aires, 1953; L. Muñoz Morales: El Código civil de Puerto Rico: Breve Reseña Historica. In Revista Juridica de la Universidad de Puerto Rico (1932), 75–100; Enmiendas al Código civil de Puerto Rico posteriores al 1930. In Revista del Collegio de Abogados 13 (1950); D. Cintrón: La Profesión Legal a Comienzos del Régimen de los Estados Unidos en Puerto Rico. In Revista del Collegio de Abogados 35 (1974); La Organización Judicial de Puerto Rico. (1800–1998). In Revista Juridica de la Universidad de Puerto Rico 51 (1982), 381-402; J. Trías Monge: El choque de dos culturas juridicas en Puerto Rico. San Juan, 1991; L.M. ArgüellesM. Fraticelli Torres: La investigación jurídica en el derecho puertorriqueño. San Juan, 1992; L.F. Matta: Civil Law and Common law in the Legal Method of Puerto Rico. In AJCL 40 (1992), 783–815; M.J. Godreau: Notas sobre una posible revisión del Código civil de Puerto Rico. In Revista Juridica de la Universidad Interamericana de Puerto Rico 32 (1998), 323-328; M.R. Orellana: Quebec y Puerto Rico: un hemisferio y dos soledades. In Revista Juridica de la Universidad de Puerto Rico 67 (1998), 1079–1097; R.N. Velasco: El ’98 y la invención de la tradición legal puertorriqueña. In Revista Juridica de la Universidad de Puerto Rico 67 (1998), 1041–1077; L. Fiol Matta: El Control del Texto: Método Jurídico y Transculturación. In Revista Juridica de la Universidad de Puerto Rico, cit., 803-826; M. Figueroa Torres: Crónica de una ruta iniciada: El proceso de revisión del Codigó civil de Puerto Rico. In Revista Jurídica de la Universidad Interamericana de Puerto Rico 35 (2001), 491–513.

 

[11] H.M. Field: Life of David Dudley Field. New York, 1908; J. Kohler: Die Gesetzauslegung im englischen und angloamerikanischen Recht. In Archiv für bürgerliches Recht 38 (1912), 49-65; M.E. Lang: Codification in the British Empire and America. Amsterdam — Paris, 1924; G. Kiss: Die Theorie der Rechtsquellen in der englischen und anglo-amerikanischen Literatur. In Archiv für bürgerliches Recht 39 (1939), 265-297; H.F. Goodrich: Restatement and Codification. David Dudley Field. In Centenary Essays. New York, 1949; R. Pound: David Dudley Field: An Appraisal. David Dudley Field, Centenary Essays. New York, 1949; A. Reppy: The Field Codification Concept. David Dudley Field, Centenary Essays. New York, 1949; Hessel E. Yntema: The Jurisprudence of Codification. David Dudley Field. In Centenary Essays. New York, 1949; R. Pound: The Development of American Law and its Derivation from English Law. The Law Quaterly Review 67 (1951); Idem: Codification in Anglo-American Law. In The Code Napoleon and the Common-Law World. New York, 1956; S.A. Bayitsch: La codificación en el derecho civil y en el Common law. In Boletín Mexicano de Derecho comparado 3 (1970); A.A. Schiller: Roman Interpretatio and Anglo-American Interpretation. In An American Experience in Roman Law: Writings from Publications in the United States. Göttingen, 1971, 56 ss.; W. Fikentscher: Von der Zweckjurisprudenz zur “Sociological Jurisprudence”. In Festschrift für K. Larenz zum 70. Geburtstag. München, 1973; C.M. Cook: The American Codification Movement. Westport (Conn.) 1981; P. Stein: The Attraction of the Civil Law in Post-Revolutionary America. In Virginia Law Review 52 (1966), 413-434 (= P. Stein: The Character and Influence of the Roman Civil Law. Historical Essays. London, 1988, 411-442); M. Reimann: The Historical School Against Codification: Savigny, Carter, and the Defeat of the New York Civil Code. In AJCL 37 (1989), 95-119; S. Riesenfeld: The Influence of German Legal Theory on American Law. The Heritage of Savigny and his Disciples. In AJCL 37 (1989), 1-7; C.P. Rogers III: Scots Law in Post-Revolutionary and Nineteenth-Century America: The Neglected Jurisprudence. In Law and History Review 8 (1990); E.C. Stiefel - F. Mecklenburg: Deutsche Juristen im amerikanischen Exil (1933-1950). Tübingen, 1991; M. Lutter - E.C. Stiefel - M.H. Hoeflich: Der Einfluß deutscher Emigranten auf die Rechtsentwicklung in den USA und in Deutschland. Tübingen, 1993; M.H. Hoeflich: Roman Law in American Legal Culture. In TLR 66 (1992), 1723-1743; P.D. Carrington: Der Einfluß kontinentalen Rechts auf Juristen und Rechtskultur der USA. 1776-1993. In JZ 50 (1995), 529-538; R. Zimmermann: Common law und Civil Law. Amerika und Europa. In Amerikanische Rechtskultur und europäisches Privatrecht. Tübingen, 1995; Sh. Herman: Schicksal und Zukunft der Kodifikationsidee in Amerika. In Amerikanische Rechtskultur und europäisches Privatrecht, cit., 1-10; Idem: The Fate and the Future of Codification in America. In AJLH 40 (1996), 407 ss.; Idem: The Fate and the Future of Codification in America. In Essays on European Law and Israel. Jerusalem, 1996, 89-129; N.F. Cantor: Imagining the Law: Common law and the Foundations of the American Legal System. New York, 1997; J. Martinez-Torrón: Anglo-American Law and Canon Law. Canonical Roots of the Common law Tradition. Berlin, 1998; J.J. Darby: Der Einfluß des Bürgerlichen Gesetzbuches auf das Recht in den Vereinigten Staaten. In 100 Jahre BGB – 100 Jahre Staudinger. Beiträge zum Symposion vom 18.-20. Juni 1998 in München. Berlin, 1999, 101-106; G.A. Weiss: The Enchantment of Codification in the Common-Law World. In Yale Journal of International Law 25 (2000), 435-532 e M.H. Hoeflich – S.M. Sheppard: Legal Scholarship and the Courts in the United States. In ZNR 28 (2008), 20-32.

 

[12] Story è l’autore del „Commentaries on the Law of Bailments” (1832), il „Commentaries on the „Law of Agency” (1839) ed il „Commentaries on the Law of Partnershipnek” (1841). La sua opera più famosa è il „Commentaries on the Conflict of Laws” (1834) sul diritto privato internazionale, nella quale cita spesso le opere degli antichi giuristi (umanisti, di diritto naturale ecc.) europei.

 

[13] David Hoffman è tra l’altro l’autore del „Legal Outlines” (Baltimore, 1836), il quale, al periodo, era considerato un’opera rilevante. Su David Hoffman: T.L. Shaffer: David Hoffman’s Law School Lectures. 1822–1833. In Journal of Legal Education 32 (1982).

 

[14] David Dudley Field Centenary Essay. (Ed. by A. Reppy), New York, 1949.

 

[15] N.E.H. Hull: Roscoe Pound and Karl Llewellyn. Searching for an American Jurisprudence. Chicago — London, 1997.

 

[16] W. Simshäuser: Windscheids Voraussetzungslehre rediviva. In AcP 172 (1972), 19 ss.

 

[17] R. Lemieux: Les origines du droit franco-canadien. Montréal, 1901; P.-B. Mignault: Le Code civil au Canada. I: Le Code civil 1804-1904. Livre du Centenaire. II. Paris, 1904, 723-731; J.E. Billette: Donation. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français (Montréal – 31 août – 2 septembre 1934). Paris - Montréal, 1936, 189-223; J. Casgrain: La fiducie dans la province de Québec. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français , cit., 239-260; L.C. Carroll: Law of Lease and Hire in Quebec. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 403-415; Ph. Demers: Des privilèges et des hypothèques. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 527-533; C.E. Dorion: La loi du mariage dans la province de Québec. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 111-134; E. Fabre-Surveyer: Les régimes matrimoniaux. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 361-381; Idem: Rapport entre le droit commercial et le droit civil. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 85-598; A. Gérin-Lajoie: Le mandat. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 461-468; Ch. Lemesurier: The Marriage Law of Quebec. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 135-154; H. MacKay: Du cautionnement et du nantissement. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 515-526; P.B. Mignault: La responsabilité délictuelle en la privince de Québec. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 333-344; G.V.V. Nicholls: The Doctrine of the Quasi-Contract in the Province of Quebec: its Debt to the Code Napoléon and its Development. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 271-332; L. Pelland: L’adoption, en France et dans la province de Québec. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 163-176; C.R. Robert Taschereau: La codification de nos lois civiles. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 657-671; F. Roy: Des contrats. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 261-269; C.R. L. Saint-Laurent: Majeurs et mineurs. Quelques particularités du droit de Québec à cet égard. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 155-1162; F.R. Scott: The Law of Successions in the Quebec and in the French Civil Codes. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 177-187; J. Sirois: Liberté de tester. - quotité disponible. – partage dans la Province de Québec. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 225-226; M. Thibaudeau-Rinfret: De la vente en la province de Québec et en France. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 383-401; A.R. Tobin: La prescription. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 535-546; P.C. Venne: Les substitutions en France et dans la province de Québec. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 227-237; P.-B. Mignault: Les rapports entre le droit civil et la «Common law» au Canada, spécialement dans la province de Québec. In Introduction à l’étude du droit comparé. Recueil d’études en l’honneur d’Édouard Lambert. III. Paris, 1938, 88-93; A. Gérin-Lajoie: Introduction de la coutume de Paris au Canada. Revue du Barreau 1 (1941), 61-64; J.L. Baudouin: Le droit civil de la province de Québec. Montréal, 1953; Idem: Les apports du Code civil du Québec. In Canadian Jurisprudence: The Civil Law and Common law in Canada. Toronto, 1958; J.-G. Castel: Civil Law System of the Province of Quebec. Toronto, 1962; J.E.C. Brierley: Quebec’s Civil Law Codification: Viewed and Reviewed. In McGill Law Journal 14 (1968), 522-581; L. Ducharme: De l’acte de commerce en droit québecois. (Thèse) Montréal, 1976; J.E. Côté: The Reception of English Law. Alberta Law Review 15 (1977), 29-92; P.-A. Crépeau: La Réforme du Code civil du Québec. In RIDC 31 (1979), 269-283; J.W. Cairns: The 1808 Digest of Orleans and 1866 Civil Code of Lower Canada: an Historical Study of Legal Change. Edinburgh, 1980; E.C. Brierley - P.A. Crépeau: Civil Code 1866-1980: An Historical and Critical Edition. Montréal, 1981; Civil Code: 1980-1983. Supplement. Montréal, 1983; D. Lemieux: The Quebec Civil Law System in a Common law World: The Seven Crises. In The Juridical Review 34 (1989), 16-31; T.G. Barnes: How Far English Laws Are in Force Here: Nova Scotia’s First Century of Reception Law Jurisprudence. In University of New Brunswick Law Journal 42 (1993), 113-153; P.G. Jobin: Le nouveau code civil. In Revue Trimestrielle de Droit Civil 4 (1993), 911-920; Idem: L’influence de la doctrine française sur le droit québecois: le rapprochement et l’éloignement de deux continents. In Droit québecois et droit français: communauté, autonomie, concordance. Cowansville, 1993; Quebec Civil Law. Toronto, 1993; J. Vanderlinden: La colonisation juridique en Acadie aux XVIIe et XVIIIe siècles et en Afrique aux XIXe et XXe siècles. In Bulletin des Séances de l’Académie royale des Sciences d’Outre-Mer 39 (1993), 361-384; B. Young: The Politics of Codification – The Lower Canadian Civil Code of 1866. Montréal, 1994; J.E.C. Brierley: Regards sur le droit des biens dans le nouveau Code civil du Québec. In RIDC 47 (1995), 33-49; A. Popovici: Repenser le droit civil: un nouveau défi pour la doctrine québecoise. In Revue juridique Thémis 29 (1995), 547-561; H.P. Glenn: Quebec: Mixité and Monism. In Studies in Legal Systems: Mixed and Mixing. London, 1996; B. Lefebvre: La justice contractuelle: mythe ou réalité? In Les Cahiers du Droit 37 (1996), 17-37; P. Legrand: De la profonde incivilité du Code civil du Québec. In Revue Interdisciplinaire d’Etudes Juridiques 36 (1996), 1-23; J.F. Niort: Le nouveau Code civil du Québec et la théorie de la codification: Une perspective française. In DROITS 24 (1996), 135-143; S. Parent: Le Code civil du Québec: incivilité ou opportunité? In Revue Interdisciplinaire d’Etudes Juridiques, cit., 15-25; J. Vanderlinden: La réception des systèmes juridiques européens au Canada. In TR 64 (1996), 359-389; C. Valcke: Quebec Civil Law and Canadian Federalism. In Yale Journal of International Law 21 (1996), 67-121; C. Bouchard: La personnalité morale démythifiée: contribution à la définition de la nature juridique des sociétés de personnes québecoises. Sainte-Foy, 1997; P.-A. Crépeau – É.M. Charpentier: The UNIDROIT Principles and the Civil Code of Québec: Shared Values? Toronto, 1998; Transformation de la culture juridique québecoise. Québec, 1998; M. DumaisS. Normand: Le droit romain dans le droit coutumier du Bas-Canada selon François-Maximilien Bibaud. In La question agraire à Rome: droit romain et société. Perceptions historiques et historiographiques. Côme, 1999, 165-173; D. Fyson – S. Normand: Droit romain et codification du droit privé au Bas-Canada. In La question agraire à Rome: droit romain et société. Perceptions historiques et historiographiques, cit., 175-183; E. Hermon: Erudition et professionalisme: les débuts de l’enseignement du droit romain au Québec. In La question agraire à Rome: droit romain et société. Perceptions historiques et historiographiques, cit., 153-163; P.G. Jobin: La modernité du droit commun des contrats dans le Code civil du Québec: Quelle modernité? In RIDC 52 (2000), 49-76; D. Morton: A Short History of Canada. Toronto, 20015; J. Pinau – S. Gaudet: Théorie des obligations. Montréal, 20014; M. Conrad – A. Finkel: Canada. A National History. Toronto, 2003; P.-A. Crépeau: La réforme du droit civil canadien: une certaine conception de la recodification, 1965-1977. Montréal, 2003; P.G. Jobin: Les dommages punitifs en droit québecois. In Études de droit de la consommation. Paris, 2004, 537-557; J.L. Baudouin – P.G. Jobin: Le Code civil français et les codes civils québecois. In Le Code civil 1804-2004. Livre du Bicentenaire. Paris, 2004, 629-650; J.L. Baudouin – P.G. Jobin – N. Vézina: Les obligations. Cowansville, 20056; M. Grimaldi: «Code et codification»: pour souligner le dixième anniversaire de l’entrèe en vigueur du Code civil du Québec et le bicentenaire du Code Napoléon. In Les Cahiers de Droit 46 (2005), 11-28; S. Guillemard: L’élection de droit: comparaison québéco-européenne. In RIDC 57 (2005), 49-84; S. Normand: Le Code civil et l’identité. In Du Code civil du Québec – Contributions à l’histoire immediate d’une codification réussie. Montréal, 2005; G. Rémillard: Le nouveau Code civil: un véritable contrat social. In Du Code civil du Québec – Contributions à l’histoire immediate d’une codification réussie. Montréal, 2005, e D. Lluelles – B. Moore: Droit des obligations. Montréal, 2006.

 

[18] E. Baudry: La Réforme du Code civil. Québec, 1993; J.E.C. Brierly: The New Québec Law of Trusts: the Adaptation of Common law Thought to Civi Law Concepts. In Droit québécois et droit français: Communauté, autonomie, concordance. Québec, 1993, 383 ss.; L. Lilkoff: La circulation du modèle juridique et le droit commercial québecois. In Droit québécois et droit français: Communauté, autonomie, concordance, cit., 399 ss.; J.E.C. Brierly: Regards sur le droit des biens dans le nouveau Code civil du Québec. In RIDC 47 (1995), 33 ss.

 

[19] J. Guevara: Historia del Paraguay, Río de la Plata y Tucumán. Buenos Aires, 1836; R. Levene: Introducción a la Historia del Derecho Indiano. Buenos Aires, 1924; E. Miñana Villagrasa: La unificación del derecho mercantil hispano-americano (Bases para una legislación común). Madrid, 19293; J.M. Ots Capdequí: Manual de historia del derecho español en las Indias y del derecho propiamente indiano. Buenos Aires, 1943; E. Schäfer: El Consejo Real y Supremo de las Indias. I-II. Sevilla, 1935-1947; R. Altamira: Manual de investigación de la historia del derecho indiano. México, 1948; E.J. Couture: El porvenir de la codificación y del ‘common law’ en el continente americano. In Jornadas Franco Latino-Americanas de Derecho Comparado. Montevideo, 1948-1951, 147 ss.; T. Ascarelli: Diritti dell’America Latina e dottrina italiana. In Rivista trimestrale di diritto e procedura civile 3 (1949) (=T. Ascarelli: Studi di diritto comparato e in tema di interpretazione. Milano, 1952, 155 ss.); R. Levene: Las indias no eran colonias. Buenos Aires, 1951; A. García Gallo: Panorama actual de los estudios de historia del derecho indiano. In Revista de la Universidad de Madrid 1 (1952), 41-64; H. Valladão: Le droit latino-américain. Paris, 1954; A. García Gallo: El Derecho común ante el Nuevo Mundo. In Revista de Estudios Políticos 80 (1955), 133-152; F.W. von Rauchhaupt: Vergleich und Angleichbarkeit der Rechte Süd- und Mittelamerikas. In RabelsZ 20 (1955), 121 ss.; M. Reale: Horizontes do Direito e da Historia jurídica. São Paulo, 1958; H. von Beringe: Südamerikanisches Handels- und Gesellschaftsrecht. Düsseldorf, 1959; L. de Gasperi: El régimen de las obligaciones en el derecho latinoamericano. Buenos Aires, 1960; Ph.J. Eder: Principios característicos del “Common law” y del Derecho latinoamericano. Buenos Aires, 1960; J. Beneyto Pérez: Historia Social de España y de Hispanoamérica. Madrid, 1961; J. Olavarría Avila: Los códigos de comercio latinoamericanos. Santiago de Chile, 1961; K.W. Ryan: The Reception of the Trust. In ICLQ 10 (1961), 265-283; J. Barrera Graf: El derecho mercantil en la América Latina. México, 1963; J.M. Restrepo: Historia de la Nueva Granada. I-II. Bogotá, 1952-1963; P.A. Schmitt: Paraguay und Europa. Die diplomatischen Beziehungen unter Carlos Antonio López and Francisco Solano López 1841-1870. Berlin, 1963; G.A. Morales R.: Sociedades de responsabilidad limitada en Centro América. (Tesis de grado, Univ. de Costa Rica) San José, 1965; D. Abad de Santillan: Historia institucional argentina. Buenos Aires, 1966; R. Moser: Fragen des lateinamerikanischen Handelsrechts. Zürich, 1966; A. García Gallo: Problemas metodológicos de la histora del Derecho indiano. In Revista del Instituto de Historia del Derecho Ricardo Levene 18 (1967), 13-64; H.A. Steger: Die Universitäten in der gesellschaftlichen Entwicklung Lateinamerikas. Gütersloh, 1967; J.M. Castán Vázquez: El sistema jurídico iberoamericano. In Revista de estudios políticos 157 (1968), 209 ss.; A. Díaz Bialet: La fortuna y el valor práctico de la obra de Acursio en el Derecho común Americano. In Atti del Convegno Internazionale di Studi Accursiani (Bologna, 21-26 ottobre 1963) III. Milano, 1968, 1007 ss.; L. Moiset de Espanés: Obligaciones naturales y deberes morales. Estudio de derecho comparado. Córdoba (Argentina), 1968; R. Ramírez Rodríguez: La legislación mercantil latioamericana. In BMDC 1 (1968), 319-333; M. Reale: O direito como experiencia. São Paulo, 1968; J.M. Castán Vázquez: El sistema de derecho privado iberoamericano. In Estudios de derecho 75 (1969), 5-30; E.J. Fitte: De la Revolución al Reconocimiento de las Provincias Unidas. Buenos Aires – Barcelona, 1969; M. Kaplan: La formación del Estado Nacional en América Latina. Santiago de Chile, 1969; A. Díaz Bialet: Influencia del Derecho Romano en el derecho positivo de la Argentina. Acerca de la transfusión del Derecho Romano. In Romanitas 10 (1970), 235 ss.; H.A. Steger: As universidades no desenvolvimento social de América Latina. Rio de Janeiro, 1970; A. Díaz Bialet: La transfusion du droit romain. In RIDA 18 (1971), 471 ss.; A. García Gallo: Metodología de la historia del derecho indiano. Santiago de Chile, 1971;H.J. Wiarda: Law and Political Development in Latin America: Toward a Framework for Analysis. In AJCL 19 (1971), 434-463; A. García Gallo: Estudios de historia del Derecho indiano. Madrid, 1972; J. Ruiz Massieu: Régimen jurídico de las empresas multinacionales en la Asociación Latinoamericana de Libre Comercio. México, 1972; J.M. Marilúz Urquijo: El derecho prehispánico y el derecho indiano como modelos del derecho castellano. In Actas y estudios del III Congreso del Instituto Internacional de historia del derecho indiano. Madrid, 1973, 101-113; M.J. MacLeod: Spanish Central America. A Socioeconomic History 1520-1720. Berkeley, 1973; J.M. Marilúz Urquijo: El derecho prehispánico y el derecho indiano como modelos del derecho castellano. In Actas y estudios del III Congreso del Instituto Internacional de historia del derecho indiano. Madrid, 1973, 101-113; L. Moisset de Espanés: Derecho civil español y americano. Sus influencias recíprocas. Córdoba (Argentina), 1973; H.A. Steger: Die Bedeutung des römischen Rechts für die lateinamerikanische Universität im 19. und 20. Jahrhundert. In Index 4 (1973), 22-34; Idem: «Universidad de Abogados» y Universidad futura. In Index 4 (1973), 59-89; R. Zorraquín Becú: La condición política de las Indias. In Revista de Histora del Derecho 2 (1974), 285-380; A. García Gallo: La penetración de los derechos europeos y el pluralismo jurídico en la America Latina. In XIV Congress of Historical Sciences. San Francisco, August 21-29. 1975. La pénétration des Droits étrangers dans les Droits nationaux et locaux depuis le XVIe siècle. San Francisco 1975, 5-19; Idem: Las Audiencias de Indias. Su origen y caracteres. In Memoria del II Congreso Venezolano de Historia. Caracas, 1975, 359-432 (= A. García Gallo: Los orígenes españoles de las instituciones americanas. Estudios de Derecho Indiano. Madrid, 1987, 889-951; P. Catalano: Il diritto romano attuale dell’America Latina. In Index 6 (1976), 87-119; A. García-Gallo: La penetración de los derechos europeos y el pluralismo jurídico en la América Española 1492-1824. In Index 6 (1976), 3-11; A. Guzmán Brito: La función del Derecho romano en la unificación jurídica de Latinoamérica. In Index 6 (1976), 74-82; F.A. Vazquez Pando: Derecho español en América, Derecho castellano vulgar y Derecho indiano. (Una posible interpretación histórica). In Memoria del IV Congreso Internacional de História del Derecho indiano. México, 1976, 785-795; J. Bazant: A Concise History of Mexico. From Hidalgo to Cárdenas. Cambridge, 1977; M. Rodríguez: La Revolución Americana de 1776 y el mundo hispánico. Madrid, 1976; J.M. Marilúz Urquijo: El régimen de la tierra en el Derecho indiano. Buenos Aires, 19782; G. Dolezalek: Informática Jurídica y Derecho Romano para la unificación del derecho en Latinoameríca. In Quaderni Latinoamericani 3-6 (1979), 123 ss.; F. Morales Padrón: Teoría y leyes de la conquista. Madrid, 1979; J. Ocampo López: La independencia de los Estados Unidos de América y su proyección en Hispanoamérica: el modelo norteamericano y su repercusión en la independencia de Colombia. Caracas, 1979; A. Soto Cárdenas: La influencia de los Estados Unidos en la constitución de las naciones latinoamericanas, Washington D.C. 1979; B. Bernal Gómez: El Derecho Romano en el Discurso de Antonio de León Pinelo sobre la importancia, forma y disposición de la Recopilación de las leyes de las Indias occidentales. V. Congreso del Instituto Internacional de Historia del Derecho Indiano. Quito – Guayaquil, del 24 al 30 de julio de 1978. In Anuario Histórico-Jurídico Ecuatoriano 5 (1980), 147-186; O. Morales Benítez: Elementos de unidad y resistencia del sistema latinoamericano en el derecho agrario. In Revista de la Universidad Externado de Columbia 21 (1980), 265 ss.; H. Pietschmann: Staat und staatliche Entwicklung am Beginn der spanischen Kolonization Amerikas. Münster, 1980; V. Tau Anzoátegui: El pensamiento español en el proceso de la codificación hispanoamericana: Los «Discursos críticos» de Juan Francisco de Castro. In Revista de Estudios Histórico-Jurídicos 5 (1980), 375 ss.; H. Eichler: Privatrecht in Lateinamerika. In Aus Österreichs in Geschichte und Gegenwart. Festschrift für E.C. Hellbling zum 80. Geburtstag. Berlin, 1981, 502 ss.; B. Beatriz Gómez: La literatura jurídica práctica en torno a los derechos castellano e indiano. Siglos XVI al XVIII. In Estudios en Honor de A. Vázquez del Mercado. México, 1982; G. Pinzón: Sociedades comerciales. I. Teória general. Bogotá, 19824; E. Rozo Acuña: Bolívar, pensamiento constitucional. Bogotá, 1982; M.L. Wortman: Government and Society in Central America. 1680-1840. New York, 1982; V. Tau Anzoátegui: ¿Que fue el derecho indiano? Buenos Aires, 1982; A. Guzmán Brito: Puntos de orientación para el estudio histórico de la fijación y codificación del derecho en Iberoamérica. In Revista General de Legislación y Jurisprudencia 86 (1983), 3-22; Idem: La vigencia del Derecho romano en Indias según el jurista Juan del Corral Calvo de la Torre. In Justicia, Sociedad y Economia en la América Española (siglos XVI. XVII y XVIII), trabajos del VI Congreso del Instituto Internacional de Historia del Derecho Indiano. Valladolid, 1983, 71-89; A. Muro Orejón: La Recopilación de Leyes de Indias de 1680. In Justicia, Sociedad y Economia en la América Española (siglos XVI. XVII y XVIII), trabajos del VI Congreso del Instituto Internacional de Historia del Derecho Indiano, cit., 53-68; J.M. Castán Vázquez: La influencia de la literatura jurídica española en las codificaciones americanas. Madrid, 1984; J.L. de los Mozos: La influencia de la literatura jurídica española en las codificaciones americanas. Discurso de recepción en la Real Academia de Jurisprudencia y Legislación. Madrid, 1984; E. González de Cancino: Algunas consideraciones en torno a la influencia del Derecho romano de las codificaciones civiles de América Latina. In Index 14 (1984), 147-166; M. MacLeod: Spanish Central America. A Socioeconomic History, 1520-1720. Berkeley (CA.), 1984; P. Catalano: Diritto romano attuale, sistemi giuridici e diritto latinoamericano. In Studia in honorem V. Pólay septuagenarii. Szeged, 1985, 167-188; W. Borah (a cura di): El gobierno provincial en la Nueva España (1570-1787). México, 1985; S. Schipani: Römisches Recht, Unabhängigkeitsrevolutionen und Rechtskodifizierungen in Lateinamerika. In Studia in honorem V. Pólay septuagenarii, cit., 355-366; B. Bernal Gómez: Cómo codificar el Derecho Indiano. In Boletín Mexicano de Derecho Comparado 19 (1986), 107-127; E. González de Cancino: Algunas consideraciones en torno a la influencia del Derecho Romano en las codificaciones civiles de América Latina. In Index 14 (1986), 167-165; G.S. Pene Vidari: Diritto romano, rivoluzioni per l’indipendenza e codificazioni del diritto in Italia e in America Latina. In Index 14 (1986), 87-98; V. Tau Anzoátegui: El pensamiento español en el proceso de la codificación hispano-americana: los “Discursos críticos” de Juan Francisco de Castro. In Index 14 (1986), 69-85; Idem: La costumbre jurídica en la América española (siglos XVI-XVIII). In Revista de Historia del Derecho 14 (1986), 355-425; A. Guzmán Brito: Andrés Bello y el Derecho latinoamericano. Caracas, 1987; B. Bernal Gómez: Los comentarios novohispanos a la Recopilación de Leyes de Indias. Recopilación de las Leyes de los Reynos de las Indias. Estudios Histórico-Jurídicos. México, 1987; A. García Gallo: Los origines españoles de las instituciones americanas. Estudios de Derecho indiano. Madrid, 1987; V. Tau Anzoátegui: Historia. derecho y sociedad. En torno a la concepción histórico-jurídica de Ricardo Levene. In Investigaciones y Ensayos 35 (1987), 19-87; B. Bravo Lira: El Derecho Común en ultramar. Autores y obras jurídicas de la época del Barroco en Hispanoamérica. In IC 15 (1988), 1-42; Idem: El derecho indiano y sus raíces europeas: derecho común y propio de Castilla. In AHDE 58 (1988), 5-53; P. Catalano: A ma is élő római jog: a világ nagy jogrendszerei és a latin-amerikai jog. (Das auch heute geltende römische Recht: Die großen Rechtssysteme der Welt und das römische Recht). In Tanulmányok a római jog és továbbélése köréből I. Budapest, 1987-1988, 45-74; H.J. König: Auf dem Wege zur Nation. Nationalismus im Prozess der Staats-und Nationbildung Neu-Granadas 1750-1856. Stuttgart, 1988; S. Zavala: Las instituciones jurídicas en la conquista de América. México, 1988; B. Bravo Lira: Derecho común y Derecho propio en el Nuevo Mundo. Santiago de Chile, 1989; Idem: Tierras y habitantes de América y Filippinas bajo la Monarquia española. Situación jurídica y realidad práctica. In Poder y respeto a las personas en Iberoamérica. Siglos XVI a XX. Santiago de Chile, 1989, 8 ss.; D. Nelle: Zusammenhang zwischen iberoamerikanischem Zivilrecht und dem spanischen Zivilgesetzbuch von 1889. In ZfRV 30 (1989), 255 ss.; V. Tau Anzoátegui: La doctrina de los autores como fuente del derecho castellano-indiano. In Revista de Historia del Derecho (Buenos Aires) 17 (1989), 351-408; A. Muro Orejón: Lecciones de Historia del Derecho Hispano-Indiano. México, 1989; H. Pérez Brignoli: Breve historia de Centroamérica. Madrid, 19903; C.D. Malamud: Acerca del concepto de Estado colonial en la América Hispana. In Revista de Occidente 116 (1991), 114-127; J. Manzano y Manzano: Historia de las recopilaciones de Indias. I-II. Madrid, 1991; B. Bravo Lira: El estado constitucional en Hispanoamérica: 1811–1991. México, D.F. 1992; C.H. Cuestas: Romanismo y Latinoamericanismo en Justo Arosema. Revista do Direito Comparado 7 (1992), 63 ss.; I. Sánchez Bella - A. de La Hera – C. Díaz Rementería: Historia del Derecho Indiano. Madrid, 1992; A. de León Pinelo: Recopilación de las Indias. México, 1992; G. Dolezalek: Informática jurídica y Derecho romano para la unificación del derecho en Latinoamérica. Index 20 (1992), 337-362; M.R. Pugliese La Valle: La vigencia de la concepción histórico-jurídica de Altamira. In Revista de Historia del Derecho 20 (1992), 335-375; S.J. Sánchez-Arcilla Bernal: Las Ordenanzas de las Audiencias de Indias (1511-1821). Madrid, 1992; E. Simmons Merle: La revolución norteamericana en la independencia de Hispanoamérica. Madrid, 1992. V. Tau Anzoatégui: Casuismo y Sistema. Indagación histórica sobre el espíritu del Derecho Indiano. Buenos Aires, 1992; Idem: El tejido histórico del derecho indiano. Las ideas directivas de Alfonso García Gallo. In Revista de Historia del Derecho 21 (1992), 41-51; Idem: La noción de la ley en America Hispana durante los siglos XVI a XVIII. In: V. Tau Anzoátegui: La ley en Hispanoamérica. Buenos Aires, 1992, 27-65; J. Barrientos Grandón: La cultura jurídica en la Nueva España. Sobre la recepción de la tradición jurídica europea en el virreinato. Méjico, 1993; J. Del Arenal Fenochio: Rafael Altamira y Crevea. La formación del jurista. México, 1993; C. Petit: El caso del derecho indiano. In QF 22 (1993), 665 ss.; P. Bendel: Zentralamerika. Frieden, Demokratie, Entwicklung? Politische und wirtschaftliche Perspektiven in den 1990er Jahren. Frankfurt am Main, 1993; B. Clavero: Derecho Indígena y Cultura Constitucional en América. México, 1994; A. Annino – L. Castro Leiva – F.-X. Guerra: De los imperios a las Naciones: Iberoamérica. Zaragoza, 1994; A. Dougnac: Manual de Historia del Derecho Indiano. México, 1994; H.J. König: En el camino hacia la Nación. Nacionalismo en el proceso de formación del Estado y de la Nación de la Nueva Granada, 1750-1856. Bogotá, 1994; A. Pérez Martín: Dal diritto comune medievale al diritto indiano. In Diritto dei Nuovi Mondi. Padova, 1994, 29 ss.; Idem: Derecho común, derecho castellano, derecho indiano. In Rivista internazionale di diritto comune 5 (1994), 43-90; S. Schipani: Il codice civile spagnolo come ponte fra sistema latinoamericano e codici europei (Il rinvio ai principi generali del diritto). In RDC 40 (1994), 359-397; R. Zorraquín Becú: Hacia una definición del derecho indiano. In Revista de Historia del Derecho 22 (1994), 401-417; J.L. de los Mozos: Codificaciones Latinoamericanas, tradición jurídica y principios generales del derecho. In Roma e America. Diritto romano comune 1 (1996), 29-40; A. Guzmán Brito: Mos Latinoamericanus iura legendi. In Roma e America. Diritto Romano Comune , cit., 15-20; C.J. Hernando Sánchez: Las Indias en la Monarquía Católica. Imágenes e ideas políticas. Valladolid, 1996; F. Hinestrosa: Codici, Università, scienza giuridica: strategia per l’unificazione del diritto in America Latina. In Roma e America. Diritto romano comune, cit., 21-28; J. Barrientos Grandón: Mos italicus y praxis judicial indiana. In Ius Fugit. Revista Interdisciplinar de Estudios Histórico-Jurídicos 5-6 (1996-1997), 357-428; J. Fernández Bulté: Notas sobre los desafíos a la unificación jurídica en América Latina. In Roma e America. Diritto romano comune 3 (1997), 91-98; AA.VV.: XI Congreso del Instituto Internacional de Historia del Derecho Indiano. Actas y Estudios. I-IV. Buenos Aires, 1997; R. Knütel: Einflüsse des Louisiana Civil Code in Lateinamerika. In Index 25 (1997), 117-143; C. Pass: Politische Systeme in Lateinamerika. Linz, 1997; V. Tau Anzoatégui: Nuevos horizontes en el estudio histórico del Derecho Indiano. Buenos Aires, 1997; R. Zorraquín Becú: Nuevas consideraciones sobre el derecho indiano. In Revista de Historia del Derecho 25 (1997), 501-524; B. Bernal Gómez: El derecho castellano dentro del sistema jurídico indiano. In Anuario Mexicano de Historia del Derecho 10 (1998), 89-105; D.L. Ceballos: Gobernar las Indias. Por una historia social de la normalización. In IC 25 (1998), 149-195; La Argentina en el siglo XX. (Ed. C. Altamirano) Buenos Aires, 1999; I. Buisson-Wolff: Staat, Gesellschaft und Nation in Hispanoamerika. Ausgewählte Aufsätze. Frankfurt am Main, 1999; R.L. Woodward: Central America. A Nation Divided. New York, 19993; J. Barrientos Grandón: Historia del Derecho Indiano, del descubrimiento colombiano a la codificación. Ius Commune–Ius Proprium en las Indias Occidentales. Roma, 2000; A. Guzmán Brito: La codificación civil en Iberoamérica. Siglos XIX y XX. Santiago de Chile, 2000; C. Ramos Núñez: La cultura jurídica en la época de la Confederación Perú-Boliviana. In Revista de Estudios Histórico-Jurídicos 22 (2000), 267-297; J. Sánchez-Arcilla Bernal: Instituciones político-administrativas de la América hispánica (1492-1810). Madrid, 2000; E. Autorino: L’autonomia contrattuale nel sistema giuridico latinoamericano. In Roma e America. Diritto Romano Comune 12 (2001), 121-130; B. Bravo Lira: Cultura de abogados en Hispanoamérica antes y después de la codificación (1750-1920). In Roma e America. Diritto Romano Comune 12 (2001), 27-50; A. Guzmán Brito: Causa del contrato y causa de la obligación en la dogmática de los juristas romanos, medievales y modernos y en la Codificación europea y americana. In Roma e America. Diritto Romano Comune 12 (2001), 167-320; E. Martiré: 1808. Ensayo histórico-jurídico sobre la clave de la emancipación hispano-americana. Buenos Aires, 2001; Idem: El derecho indiano, un derecho propio particular. In Revista de Historia del Derecho 29 (2001), 331-361; Idem: El derecho indiano, un derecho propio particular. In Revista de Historia del Derecho 29 (2001), 331-361; J.C. Moreira Alves: As obrigações divisíveis e indivisíveis no processo de formação do sistema jurídico latinoamericano. In Roma e America. Diritto Romano Comune 12 (2001), 79-100; P. Papanti Pelletier: Sull’efficacia del contratto traslativo negli ordinamenti europei continentali e latinoamericani. In Roma e America. Diritto Romano Comune 12 (2001), 157-166; V. Tau Anzoatégui: El poder de la costumbre. Estudios sobre el Derecho Consuetudinario en América hispana hasta la Emancipación. Buenos Aires, 2001; M.M. Salord Beltrán: La influencia de Francisco de Vitoria en el Derecho Indiano. México, 2002; F. de Trazegnies Granda: El Derecho Prehispánico. Una aproximación al estudio de la Historia del Derecho de las culturas sin Derecho. In Revista de Historia del Derecho 30 (2002), 299-320; E. Martiré: Algo más sobre el derecho indiano (entre el ius commune y la modernidada). In AHDE 73 (2003), 231-264; W.Q. Morales: A Brief History of Bolivia. New York, 2003; J. Barrientos Grandón: El gobierno de las Indias. Madrid, 2004; E. Bucher: Zu Europa gehört auch Lateinamerika. In ZEuP 12 (2004), 515-547; A.A. Cassi: Ius commune tra vecchio e nuovo mondo. Mari, terre, oro nel diritto della conquista (1492-1680). Milano, 2004; P. Cavaleri: La restauración del Virreinato. Orígenes del nacionalismo territorial argentino. Buenos Aires, 2004; A. Guzmán Brito: La influencia del Código civil francés en las codificaciones americanas. In El Código Civil francés de 1804 y el Código Civil chileno de 1855. Influencias, confluencias y divergencias. Escritos en conmemoración del bicentenario del Código Civil francés. In Cuadernos de extensión jurídica 9 (2004), 17-50; L. Labruna: Principii giuridici, tradizione romanistica e humanitas del diritto tra Europa e America Latina. In Labeo 50 (2004), 24 ss.; L. Nuzzo: Il linguaggio giuridico della Conquista. Strategie di controllo nelle Indie spagnole. Napoli, 2004; A. Guzmán Brito: La sistematica de los Códigos civiles de la época clásica de la codificación iberoamericana. In Mundus Novus. America. Sistema giuridico lationoamericano (= Roma e America. Diritto Romano Comune 19-20 (2005), 283-356); Latin America and the Atlantic World. El mundo atlántico y América latina (1500-1850). Essays in Honor of H. Pietschmann. Köln u.a., 2005; H. Loyola Novoa: Universidad y cultura de abogados en Latinoamérica. De la modernidad a la posmodernidad. In Mundus Novus. America. Sistema giuridico lationoamericano (= Roma e America. Diritto Romano Comune 19-20 (2005), 391-402); E. Martiré: Las Audiencias y la Administración de Justicia en las Indias. Madrid, 2005; C. Garriga: Sobre el gobierno de la justicia en Indias (siglos XVII-XVII). In Revista de Historia del Derecho 34 (2006), 67-160; A. Guzmán Brito: Historia de la codificación civil en Iberoamérica. Siglos XIX y XX. Navarra, 2006; H.J. König: Kleine Geschichte Lateinamerikas. Bonn, 2006; El Tratado argentino-alemán de amistad comercio y navegación de 1857. Estudios histórico-jurídicos. Buenos Aires, 2007; A. Filippi: Para una periodización de las distintas recepciones y proyecciones de la tradición romanista (y de la idea de Roma) en América Hispana. In Fides Humanitas Ius. Studii in onore di L. Labruna. III. Napoli, 2007, 1873-1905; M.J. García Garrido: Raíces romanistas en los códigos de América Latina. In Estudios de Derecho romano en homenaje al Prof. Dr. D. Francisco Samper. Santiago, 2007, 387-396; L. Nuzzo: Dall’Italia alle Indie. Un viaggio del diritto comune. In Fides Humanitas Ius. Studii in onore di L. Labruna. VI. Napoli, 2007, 3867-3889 (= Dall’Italia alle Indie. Un viaggio del diritto comune. In Rechtsgeschichte 12 (2008), 102-124 e De Italia a las Indias. Un viaje del derecho común. In Estudios Socio-Jurídicos 10 (2008), 87-126); L. Rodríguez Ennes: Florencio García Goyena y la codificación iberoamericana. In AHDE 76 (2007), 705-723; S. Schipani: Codici civili nel sistema latioamericano. In Digesto delle Discipline privatistiche. Sezione civile, Vo Aggiornamento, Torino, 2010, e A. Guzmán Brito: Codificación del derecho civil e interpretación de las leyes. Las normas sobre interpretación de las leyes en los principales códigos civiles europeo-occidentales y americanos emitidos hasta fines del siglo XIX. Madrid, 2011.

 

[20] In ragione delle sue tradizioni giuridiche noi abbiamo classificato il Mexico, nonostante la sua posizione (collocazione) geografica, come stato facente parte dell’America del Sud.

 

[21] L. Mazeaud: L’unification du droit civil et du droit commercial. In Problèmes Contemporains de Droit Comparé. II. Tokio, 1962, 215–230.

 

[22] A.N. Léger: Code civil d’Haïti: annoté d’après la doctrine et la jurisprudence haïtiennes et françaises et références aux auteurs. Précédé de la Constitution de 1918 amendée en 1928. Puerto Principe, 1931; Idem: De l’influence du Code Napoléon à Haïti et des differences de législation civile entre la France et Haïti. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 755-815; S.H. Vieux: Le plaçage, droit cotumier et famille en Haiti. (Thèse) Paris, 1989; A.G. Cabanis: Un exemple de créolisation juridique modulée: Le Code Civil Haïtien de 1825 et le Code Napoléon. In RIDC 48 (1996), 443-456 e De la place de la coutume dans l’ordre juridique haïtien. Bilan et perspectives à la lumière du droit comparé. Actes du colloque des 29 et 30 novembre 2001. Grenoble, 2003.

 

[23] Vd. V. Castellanos Pizano: La influencia del derecho francés sobre el derecho dominicano. In Trabajos conmemorativos del primer centenario de la adopción de los códigos franceses como leyes nacionales. Santo Domingo, 1985, 142 ss.; W. Vega: Historia del derecho dominicano. Santo Domingo, 1986 e F. Tavares: Historia del derecho y de las ideas sociopolíticas. Santo Domingo, 1996.

 

[24] M. Borja Soriano: L’influence du Code civil français au Mexique. In: Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français, cit., 817-828; A. Aguilar Gutiérrez – J. Derbez Muro: Panorama de la legislación civil de México. México, 1960; G.F. Margadant: Das neue mexikanische Gesellschaftsrecht. Frankfurt am Main – Berlin, 1968; M. Borja Soriano: Teoría General de las Obligaciones. I-II. México, 1968-19706; F.A. Vázquez Pando: Notas para el estudio de la historia de la codificación del Derecho Civil en Mexico de 1810 a 1834. In Jurídica 4 (1972), 393-397; R. Ortiz-Urquidi: Oaxaca, cuna de la codificación iberoamericana. México, 1973; M. del Refugio Gonzáles: Notas paras el estudio del proceso de la codificación civil en Mexico (1821-1928). In Libro del Cincuentenario del Código Civil. México, 1978; J. Barrera Graf: La Convención de Viena sobre los contratos de compraventa internacional de mercaderías y el Derecho mexicano. Estudio comparativo. In Anuario Jurídico (México) 10 (1983), 141-163; Idem: Las sociedades en Derecho mexicano. México, 1983; Idem: Temas de derecho mercantil. México, 1983; G. Rivera Marín de Iturbe: La propiedad territorial en México, 1301-1810. México, 1983; A. Pacheco: La familia en el Derecho civil mexicano. México, 1984; J. Barrera Graf: Evolución del Derecho privado en México durante los últimos cuarenta años. In Las ciencias sociales y El Colegio Nacional. México, 1985, 15-21; F. de Icaza Dufour: La codificación civil en Mexico, 1821-1884. In Revista de Investigaciones Jurídicas 9 (1985), 265 ss.; J. del Arenal Fenocchio: Historia de la enseñanza del Derecho Romano en Michoacán (México) 1799-1910. In Index 14 (1986), 263-281; C. Alonso Ledesma: El Derecho mercantil del siglo XX: balance general de un siglo que se agota. In La Ciencia del Derecho durante el siglo XX. México, 1998, 541-591; C. Garriga: La recusación judicial: del derecho indiano al derecho mexicano. In La supervivencia del derecho español en Hispanoamérica durante la época independiente. México, 1998, 203-239; S.G.F. Margadant: Introducción a la historia del derecho mexicano. México, 200118; G. Hamza: A magánjog kodifikációja Mexikóban. (La codificazione del diritto privato in Messico). In Magyar Jog 50 (2003), 436-441; J.A. de la Torre Rangel: Lecciones de Historia del Derecho Mexicano. México, 2005; J.A. Caballero Juárez: Derecho romano y codificación: las sentencias de los jueces mexicanos en una época de transición (1868-72). In Roma e America. Diritto Romano Comune 19-20 (2005), 357-384 e J.R. Narváez H.: Oralidad y justicia en la historia de México. In Anuario Mexicano de Historia del Derecho 19 (2007), 271-290.

 

[25] S. Jimenéz: Elementos de Derecho civil y penal de Costa Rica. I. San José, 1875; J. Solera Bennett: Legislación mercantil. San José, 1948; R. Ozores: La sociedad anónima en el Nuevo Código de Comercio de Costa Rica. In Revista de Ciencias Jurídicas 5 (1965), 195 ss.; O. Torralba: Las fuentes del Derecho mercantil. San José, 1965; L.F. Gutiérrez: Sociedad y empresa. In Revista de Ciencias Jurídicas 11 (1968), 243 ss.; M. Certad: Temas de Derecho comercial. San José, 1988; C. Corrales Solano: Nociones de derecho mercantil. San José, 19904; J. González Fallas: Curso de legislación mercantil. San José, 19905; F. Mora Rojas: Instroducción al estudio del Derecho commercial: teoría de la empresa en el Derecho commercial costarricense. San José, 1991; V. Pérez Vargas: Derecho privado. San José, 19912; A. Brenes Córdova: Tratado de los contratos. San José, 19924; V. Hustedt: Grundzüge des costaricanischen Rechts der Handelsgesellschaften sowie des Einzelunternehmers mit beschränkter Haftung. Osnabrück, 1996, e J.E. Guier Esquivel: Historia del derecho. San José de Costa Rica, 20063, 663 ss.

 

[26] R. Mendoza Orantes: Código de Comercio y leyes mercantiles. República de El Salvador, Salvador, 1991 e R.C. Boland: Culture and Customs of El Salvador. Westport (Conn.), 2001.

 

[27] Per quel che riguarda la storia di Cuba vedi: A.L. Pérez Jr.: Cuba Between Reform and Revolution. Oxford – New York, 1952; K. Krakau: Die kubanische Revolution und die Monroe-Doktrin. Frankfurt am Main – Berlin, 1968; E. Williams: From Columbus to Castro: the History of the Carribean 1492-1969. London, 1972; T. Heydenreich: Kuba: Geschichte, Wirtschaft, Kultur. München, 1987; J. Hell: Geschichte Kubas. Berlin, 1989; C. Mesa-Lago: Cuba – After the Cold War. Pittsburgh – London, 1993; H. Thomas: Cuba: The Pursuit of Freedom. New York, 1998; M. Zeuske – M. Zeuske: Kuba. 1492-1902. Leipzig, 1998; H.J. Burchardt: Kuba: Im Herbst des Patriarchen. Stuttgart, 1999; O. Ette - M. Franzbach: Kuba heute. Frankfurt am Main, 2001; B. Hoffmann: Kuba. München, 2002 e M. Zeuske: Kleine Geschichte Kubas. München, 2003.

 

[28] Rispetto le caratteristiche del Codice civile di Cuba vedi: AA.VV.: Il Codice civile di Cuba e il diritto latioamericano. (S. Schipani, a cura di). Roma, 1990; J. Fernández BultéJ. Fernández Estrada: Veinte años del Código civil cubano. Romanista o socialista? (Nuestro Código, America Latina y el Caribe). In Roma e America. Diritto Romano Comune 24 (2007), 87-101 e L.B. Pérez Gallardo: Publicaciones relativas al Código civil cubano (1987-2007), 297-305.

 

[29] J. Chacón: Exposición Razonada y Estudio Comparado del Código Civil chileno. Valparaíso, 1868; M.L. Amunátegui: Andrés Bello y el Código Civil. Santiago, 1885; L. Claro Solar: Explicaciones de Derecho civil chileno y comparado. Santiago, 1898, (rist. 1992); M. Somarriva Undurraga: Las obligaciones y los contratos ante la jurisprudencia. Santiago, 1939; Idem: Evolución del Código Civil Chileno. Homenaje al centenario de su promulgación. Santiago, 1955; C. Stuardo – S. Villalobos: Génesis Histórica del Código Civil de Chile. Santiago, 1956; A. de Avila Martel: El derecho romano en la formación de los juristas chilenos del siglo XVIII. In Studi in memoria di F. Vassalli. Torino, 1960, 395-408; R. Varela Varela: Derecho comercial. I. Santiago, 1966; J. Olavarría: Posibilidades de efectuar la unificación del Derecho de las obligaciones civiles y comerciales. In Inchieste di Diritto Comparato. (M. Rotondi, a cura di) Padova, 1974, 401-407; H. Álvarez Rosende: Responsabilidad precontractual. Valparaíso, 1979; H. Hanisch Espíndola: La influencia de Savigny en Bello en materia de personas jurídicas. In Revista de Estudios Histórico-Jurídicos (Valparaíso) 5 (1980), 167 ss.; S. Schipani: Andrés Bello romanista-istituzionalista. In Sodalitas. Scritti in onore di A. Guarino. VII. Napoli, 1984, 3411-3466; L.R. Viso: Del derecho romano al Código del Don Andrés Bello. In Sodalitas. Scritti in onore di A. Guarino. VI. Napoli, 1984, 3077-3082; A. Guzmán Brito: Codificación y consolidación: una comparación entre el pensamiento de A. Bello y el de A. Teixeira de Freitas. In Revista de Estudios Histórico-Jurídicos (Valparaíso) 10 (1985), 269-284; Idem: Crítica al derecho como presupuesto de la codificación en Chile en torno al primer tercio del siglo XIX. In Index 14 (1986), 129-146; F.D. Busnelli: Considerazioni sulla crisi dei codici, con particolare riferimento al caso del Codice Civile cileno di Andrés Bello. In Andrés Bello y el Derecho latinoamericano. Caracas, 1987, 481 ss.; C. Ghisalberti: Il Codice Civile di Andrés Bello, Codice latinoamericano. In Andrés Bello y el Derecho latinoamericano, cit., 315 ss.; A. Guarneri: Il Código civil cileno e suoi modelli: alcune osservazioni. In Andrés Bello y el Derecho latinoamericano, cit., 381 ss.; A. Guzmán Brito: La sistematica del Código civil de Andrés Bello. In Andrés Bello y el Derecho latinoamericano, cit., 481 ss.; D. Nelle: Entstehung und Ausstrahlungswirkung des chilenischen Zivilgesetzbuchs von Andrés Bello. Frankfurt am Main, 1988; J.M. Castán Vázquez: El humanismo de Andrés Bello y su proyección en el Derecho civil iberoamericano. In Revista crítica de derecho inmobiliario 68 (1992), 653-666; A. Guzmán Brito: El Código Napoleón y el Código Civil de Chile. In Boletín de la Academia Nacional de Derecho y Ciencias Sociales de Córdoba 10 (1994), 1361-1373; L. Tomasello: Estudios de Derecho Privado. Valparaíso, 1994; C. Villegas: Tratado de las sociedades. Santiago, 1995; Á. Puelma Accorsi: Estudios sobre reformas al Código Civil y Código de Comercio. Santiago, 1999; H. Corral Talciani: La definición de contrato en el Código cvil chileno y su recepción doctrinal. Comparación con el sistema francés. In Roma e America. Diritto Romano Comune 12 (2001), 131-156; A. de Ramon: Breve historia de Chile. Buenos Aires, 2001; G. Hamza: Andrés Bello és a chilei magánjog kodifikációja. (Andrés Bello e la codificazione del diritto privato in Cile). In Magyar Jog 50 (2003), 186-188; J.L. Rector: The History of Chile. Westport (Conn.), 2003; A. Vodanovic: Manual de Derecho civil. I. Parte Peliminar y General. Santiago, 2003; J. Baraona González: Una comparación entre el sistema sucesorio del Code y el Código Civil chileno en sus versiones originales. In El Código Civil francés de 1804 y el Código Civil chileno de 1855. Influencias, confluencias y divergencias. Escritos en conmemoración del bicentenario del Código Civil francés. Cuadernos de extensión jurídica 9 (2004), 117-141; H. Corral Talciani: La familia en el Código Civil francés y en el Código Civil chileno. In El Código Civil francés de 1804 y el Código Civil chileno de 1855. Influencias, confluencias y divergencias. Escritos en conmemoración del bicentenario del Código Civil francés. Cuadernos de extensión jurídica, cit., 51-67; M. de los Ángeles: La influencia del Código Civil francés en el Código Civil chileno en materia de bienes y propiedad. In El Código Civil francés de 1804 y el Código Civil chileno de 1855. Influencias, confluencias y divergencias. Escritos en conmemoración del bicentenario del Código Civil francés. Cuadernos de extensión jurídica, cit., 69-79; A. Lyon Puelma: Personas Jurídicas. Santiago, 2004; C. Pizarro Wilson: La influencia del Code en el Código de Bello en derecho de obligaciones: ¿Existe la responsabilidad contractual? In El Código Civil francés de 1804 y el Código Civil chileno de 1855. Influencias, confluencias y divergencias. Escritos en conmemoración del bicentenario del Código Civil francés. Cuadernos de extensión jurídica, cit., 83-93; P. Zelaya Etchegaray: La responsabilidad civil en el Code francés y su relativa influencia en el Código Civil chileno. In El Código Civil francés de 1804 y el Código Civil chileno de 1855. Influencias, confluencias y divergencias. Escritos en conmemoración del bicentenario del Código Civil francés. Cuadernos de extensión jurídica, cit., 95-116; J. Barrientos Grandón – A. Novales Alquezar: Nuevo derecho matrimonial chileno. Santiago, 20053; A. Guzmán Brito: Historia literaria del Código Civil de la República de Chile. Santiago de Chile, 2005; Á. Vidal Olivares: El Nuevo Derecho chileno del matrimonio (Ley No. 19.947 de 2004). Santiago, 2006; L. Carvajal Arenas: La unificación del Derecho de las obligaciones civiles y comerciales. In Revista de Derecho de la Pontificia Universidad Católica de Valparaíso 27 (2006), 37-53; J.L. Guerrero Becar: La compensación económica en la Ley de matrimonio civil. Análisis jurisprudencial y sobre la necesidad de revisar los supuestos de procedencia. In Revista de Derecho de la Pontificia Universidad Católica de Valparaíso, cit., 55-94; A. Guzmán Brito: Los vocablos “transferor” y “transmitir” y sus derivados en el “Código civil de Chile” con especial referencia a la definicón de título traslatio de dominio. In Revista de Derecho de la Pontificia Universidad Católica de Valparaíso, cit., 95-103 e J. Barrientos Grandón: De las voces ‘tradición’ y ‘entrega’ en el código civil chileno. Sobre la civilística chilena y nuestro “código civil imaginario”. In Estudios de Derecho romano en homenaje al Prof. Dr. D. Francisco Samper. Santiago, 2007, 109-153.

 

[30] M.A. Saez: Observaciones críticas sobre el Código civil. I. Mendoza, 1883; L.V. Varela: Historia Constitucional de la República Argentina (1810-1910). I-IV. La Plata, 1910; J. Cabral Texo: Historia del Código civil argentino. Buenos Aires, 1920; C.O. Bunge: Historia del Derecho Argentino. Madrid, 19272; A. Colmo: Influence du Code civil français dans la République Argentine. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français (Montréal – 31 août – 2 septembre 1934), cit., 747-754; R. Levene: Historia del derecho Argentino. Buenos Aires, 1945; A. Díaz Bialet: La recepción del derecho romano en la Argentina. Córdoba, 1951; Idem: El Derecho Romano en la Obra de Vélez Sársfield. Córdoba, 1952; R.M. SalvatE.V. Galli: Tratado de Derecho civil argentino. Obligaciones en general. Buenos Aires, 19526; R. Zorraquín Becú: La organización política argentina en el período hispánico. Buenos Aires, 1959; A. Díaz Bialet: La crisis del derecho y la crisis del derecho romano. In Studi giuridici in memoria di F. Vassalli. I. Torino, 1960, 547 ss.; L. Moisset de Espanés: Las obligaciones naturales en el derecho civil argentino. Córdoba, 1967; R. Zorraquín Becú: Historia de Derecho Argentino. Buenos Aires, 1969; A. Díaz Bialet: Influencia del Derecho Romano en el Derecho positivo de la Argentina. Acerca de la transfusion del Derecho Romano. In Romanitas 10 (1970), 235 ss.; A. Levaggi: Esponsales. Su régimen jurídico en Castilla, Indias y el Rio de la Plata hasta la codificación. In Revista del Instituto de Historia de Derecho Ricardo Levene (Buenos Aires) 21 (1970), 11-99; A. Díaz Bialet: Influencia del Derecho Romano en el derecho positivo de la Argentina. Acerca de la transfusión del Derecho Romano. In Romanitas, cit., 235 ss.; V. Tau Anzoátegui: Los juristas argentinos de la generación de 1910. In Revista de Historia del Derecho (Buenos Aires) 2 (1974), 225-283; R. Zorraquín Becú: La recepción de los derechos extranjeros en la Argentina durante el siglo XIX. In Revista de Historia del Derecho (Buenos Aires) 4 (1976), 325-359; A. Levaggi: El cultivo de la historia jurídica en la Universidad de Buenos Aires (1876-1919). Buenos Aires, 1977; A. Díaz Bialet: La transfusión del derecho romano en la Argentina (S. XVI–XVIII) y Dalmacio Vélez Sarsfield autor del Código Civil argentino (1864-1869). In Studi Sassaresi, serie III. 5 (1977-1978); V. Tau Anzoátegui: Los orígenes de la jurisprudencia de los tribunales en la Argentina. In Revista de Historia del Derecho (Buenos Aires) 6 (1978), 319-352; M.I. Seoane: La enseñanza del Derecho en la Argentina. Desde sus orígines hasta la primera década del siglo XX. Buenos Aires, 1981; R. Zorraquín Becú: La organización judicial argentina en el período hispánico. Buenos Aires, 1981; A. Levaggi: Historia del Derecho de las obligaciones, contratos y cosas. Buenos Aires, 1982; M.I. Seoane: Historia de la dote en el derecho argentino. Buenos Aires, 1982; V. Tau Anzoátegui: Los comienzos de la fundamentación de las sentencias en la Argentina. In Revista de Historia del Derecho (Buenos Aires) 10 (1982), 267-371; A. Levaggi: El Derecho Romano en la formación de los abogados del ochocientos. In Index 14 (1986), 251-262; Idem: Manual de historia del derecho argentino (castellano – indiano/nacional). I-III. Buenos Aires, 1986; R.I. Peña: Los sistemas jurídicos en la enseñanza del derecho en la Universidad de Córdoba (1614-1807). Academia Nacional de Derecho y Ciencias Sociales de Córdoba. Córdoba, 1986; V. Tau Anzoátegui: Las ideas jurídicas en la Argentina (Siglos XIX-XX). Buenos Aires, 19872; Idem: La influencia alemana en el derecho argentino: Un programa para su estudio histórico. In Jahrbuch für Geschichte von Staat, Wirtschaft und Gesellschaft Lateinamerikas 25 (1988), 612 ss.; J.C. Chiaramonte: La Ilustración en el Río de la Plata, cultura eclesiástica y cultura laica durante el Virreinato. Buenos Aires, 1989; R. Knütel: Preußisches Recht im argentinischen Código civil von 1869. In Festschrift für H. Niederländer zum siebzigsten Geburtstag am 10. Februar 1991. Heidelberg, 1991, 41-56; A. Levaggi: El romanismo de los primeros comentaristas del Código Civil argentino. In Revista Brasileira de Direito Comparado 12 (1992), 1-32; M. Rosti: L’evoluzione giuridica dell’Argentina indipendente (1810-1950). Milano, 1994; A.D. Leiva: Aprendizaje jurídico y entrenamiento profesional (siglos XVIII a XX). Buenos Aires, 1996; C.M. Storni: Investigaciones sobre Historia del Derecho Rural Argentino. Españoles, criollos, indios y gauderios en la llanura pampeana. Buenos Aires, 1997; A. Levaggi: La ley de fe de erratas del Código civil argentino del año 1882. La ciencia jurídica sustituye al Codificador. In Roma e America. Diritto Romano Comune 12 (2001), 63-78; N.L. Nicolau: El rol de los juristas en la formación del subsistema obligacional argentino. In Roma e America. Diritto Romano Comune 12 (2001), 101-120; V. Tau Anzoátegui: La “cultura del código”. Un debate virtual entre Segovia y Saez. In Revista de Historia del Derecho (Buenos Aires) 26 (1998), 539-564; Idem: Código y ciencia jurídica en la Argentina. El pensamiento de Ernesto Quesada (1858-1934). In Roma e America. Diritto Romano Comune 12 (2001), 51-62; G. Bossert: Bicentenaire du Code civil: L’Argentine. In Le Code civil 1804-2004. Livre du Bicentenaire. Paris, 2004, 539-547; J.M. Díaz Couselo: La tradición indiana en la formación del derecho argentino. In Temas de Historia Argentina y Americana, nr. 7. Buenos Aires, 2005; V. Tau AnzoátequiE. Martiré: Manual de Historia de las Instituciones Argentinas. Buenos Aires, 20057; S. Schipani: Il Codice civile di Dalmacio Vélez Sarsfield (in vigore in Argentina). In Fides Humanitas Ius. Studii in onore di L. Labruna. VII. Napoli, 2007, 5099-5115; G.A. Coronel Villalba: Los iura in re y las res: tradición romanística en el Código Civil argentino. In Estudios de Derecho romano en homenaje al Prof. Dr. D. Francisco Samper. Santiago, 2007, 259-296; G.A. Borda: Manual de Derecho civil. Contratos. Buenos Aires, 200821; V. Tau Anzoátegui: La codificación en la Argentina (1810-1870). Mentalidad Social e Ideas Jurídicas. Buenos Aires, 20082; H. Trigoudja: Le droit international dans les États d’Amérique latine: regards sur l’ordre juridique argentin. In RIDC 60 (2008), 89-120 e A. Levaggi: La enfiteusis en la Argentina (siglos XVII-XX). Estudio histórico-jurídico. Buenos Aires, 2012.

 

[31] Vedi C.I. Salvadores de Arzuaga: Los Controles Institucionales en la Constitución Argentina 1853 – 1994. Buenos Aires, 1999 e A. Levaggi: Confederación y federación en la génesis del Estado argentino. Buenos Aires, 2007.

 

[32] Homenaje a Dalmacio Vélez Sársfield I-V. Córdoba, 2000 e A. Levaggi: Dalmacio Vélez Sársfield, Jurisconsulto. Córdoba, 2005.

 

[33] J.C. Palmero: Estado de la Unificación civil y comercial en la República Argentina. In Revista del derecho comercial y de las obligaciones 1989.

 

[34] J.C. Otaegui: La sociedad desde la ley 15 haste el proyecto de 1998 sobre Código civil unificado con el Código de Comercio. In Homenaje a Dalmacio Vélez Sársfield. IV. Córdoba, 2000, 83–104.

 

[35] A. Guzmán Brito: La influencia del Código civil de Vélez Sársfield en las codificaciones de Iberoamérica hasta principos del siglo XX. In Homenaje a Dalmacio Vélez Sársfield. V, cit., 235–254; J.C. Palmero: Vélez Sársfield y el derecho latinoamericano. In Homenaje a Dalmacio Vélez Sársfield. I, cit., 203–206.

 

[36] H. Cámara: Dalmacio Vélez Sársfield coautor del Código de comercio. In: Homenaje a Dalmacio Vélez Sársfield. I, cit., 183–202; J.D. Ray: Regulación del derecho privado en la Argentina: Vélez Sársfield y el Código de comercio. In Homenaje a Dalmacio Vélez Sársfield. IV, cit., 105–113.

 

[37] Per quanto riguarda la recezione del diritto romano in Colombia, cfr., tra gli autori più recenti: F. Betancourt: La recepción del Derecho romano en Colombia (Sec. XVIII). Sevilla, 2007.

 

[38] La Colombia dichiarò la sua indipendenza il 20 luglio 1810. L’indipendenza della Colombia fu dichiarata definitivamente il 7 agosto 1819.

 

[39] Secondo la costituzione della Colombia del 1991 lo Stato è unitario e una repubblica presidenziale.

 

[40] Per quanto riguarda l’influsso del Code civil francese sul Codice civile ecuadoriano, vd. L.F. Borja: Influence du Code civil français à l’Équateur depuis sa promulgation jusqu’à l’heure actuelle. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français (Montréal – 31 août – 2 septembre 1934), cit., 881-891.

 

[41] C.A. González: El proceso legislativo paraguayo. (Desde la colonia hasta comienzos del siglo XX). In Index 14 (1986), 167-189; R. Silva Alonso: Vélez Sarsfield en el nuevo Código civil paraguayo. In: Homenaje a Dalmacio Vélez Sarsfield. V, cit., 409-419 e E. Abásolo: La dialéctica entre codificacióny pervivencia de la cultura jurídica Indiana en un ambiente signado por la ausencia de Universidad: el Paraguay de los López (1841-1870). In QF 37 (2008), 207-232.

 

[42] J. Basadre: Historia del derecho peruano. Lima, 19884; G. Hamza: Reflexiónes sobre los derechos de la personalidad en el nuevo Código civil del Peru (1984). (Un ensayo comparativo). In AnnUB 39-40 (1998-1999), 125-133; F.V. Ramirez: Vélez Sarsfield en la codificación civil peruana. In: Homenaje a Dalmacio Vélez Sarsfield. V, cit., 479-490; C.F. Sessarego: Persona por nacer en el Código de Vélez Sársfield y en el Código civil peruano de 1984. In Homenaje a Dalmacio Vélez Sarsfield. I, cit., 343-386; C. Hunefeldt: A Brief History of Peru. New York, 2004 e M. Torres Méndez: L’influence du Code civil français sur le Code civil péruvien. In Le Code civil 1804-2004. Livre du Bicentenaire, cit., 623-627; sul ruolo del diritto romano nelle Università peruviane vd. E. Méndez Chang: Actividades romanistas en el Perú. In Index 20 (1992), 421-422.

 

[43] C. Parra Pérez: El Régimen Español en Venezuela. Madrid, 1932; J.B. Bance: L’influence du Code civil français au Vénézuéla. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français (Montréal – 31 août – 2 septembre 1934), cit., 875-878; A. Calatrava: Venezuela y la Colonización Española. Caracas, 1957; H. Bello Lozano: Historia de las Fuentes e Instituciones Jurídicas Venezolanas. Caracas, 1966; T.B. De Maekelt: El metodo comparado y el Derecho internacional privado venezolano. In Ponencias Venezolanas al X Congreso Internacional de Derecho Comparado. Caracas, 1978, 75-108; R. Pérez Perdomo: El formalismo jurídico y sus funciones sociales en el siglo XIX venezolano. Caracas, 1978; Idem: Los juristas en la creación de la sociedad colonial venezolana (1790-1830). In Homenaje a Manuel García Pelayo. Caracas, 1980; Y.L. Suárez: Es la codificación una forma superada de legislación? Especial referencia al caso de Venezuela. In El derecho venezolano. Ponencias Venezolanas al XI Congreso Internacional de Derecho Comparado. Caracas, 1982; G. Carrera Damas: Historia de la historiografia venezolana (textos para su estudio). Caracas, 1985 e R. Pérez Perdomo: Derecho romano, codificación, independencia política de Venezuela. In Index 14 (1986), 191-197.

 

[44] Clóvis Beviláqua: Resumo das Lições de Legislação Comparada sobre o Direito Privado. Bahía, 18972; M.P. Merêa: Código civil brasileiro. Lisboa, 1917; A. Correia – G. Sciascia: Manual de Direito Romano e textos em correspondência com os artigos do Código Civil Brasileiro. I. São Paulo, 1949; G. Braga da Cruz: A formação histórica do moderno direito privado português e brasileiro. In Revista da Faculdade de Direito da Universidade de São Paulo 50 (1955), 32-77; W.M. Ferreira: História do direito brasileiro. I-IV. Rio de Janeiro, 1951-1956; H. Valladão: Der Einfluß des deutschen Rechts auf das brasilianische Zivilgesetzbuch (1857–1922). Rio de Janeiro, 1973; Idem: Influencia do direito alemão na codificação civil brasileira (1857-1922). In Jurídica (Rio de Janeiro) 123 (1973), 41-52; M. Reale: Considerações gerais sobre o Projecto de Código civil (Projecto de Lei no. 634 de 1975). In Revista da Facultade de Direito da Universidade de São Paulo 71 (1976), 29 ss.; Clóvis Beviláqua: Código Civil dos Estados Unidos de Brasil. Edição Histórica. Rio de Janeiro, 1977; S. Meira: Teixeira de Freitas o jurisconsulto do Império. Vida e obra. Rio de Janeiro, 1979; J.C. Moreira Alves: A contribuição do antiguo direito português no Código civil brasileiro. In Estudos de Direito Civil Brasileiro e Português. I. Jornada Luso-Brasileira de Direito Civil. São Paulo, 1980, 34 ss.; J. de Matos Antunes Varela: O abuso do direito no sistema jurídico brasileiro. In Revista de Direito Comparado Luso-Brasileiro 1 (1982), 37-59; C.M. da Silva Pereira: A nova tipologia contractual no direito civil brasileiro. In Revista de Direito Comparado Luso-Brasileiro 1 (1982); J.A. Rios: Família e sucessão no Brasil e em Portugal nos séculos XIX e XX: tentativa de síntese. In Revista de Direito Comparado Luso-Brasileiro 3 (1983); M. Reale: Direito Natural / Direito Positivo. São Paulo, 1984; J.A. Rios: Origens portuguesas da propriedade agrária no Brasil. In Revista de Direito Comparado Luso-Brasileiro 4 (1984); C.M. da Silva Pereira: A influência de Teixeira de Freitas na elaboração do novo Codigo civil brasileiro. In Revista de Direito Comparado Luso-Brasileiro 5 (1985); S.A.B. Meira: Os anteprojetos do Código Civil no Brasil. In Index 14 (1986), 207-214; J.C. Moreira Alves: O Direito Romano na formação dos civilistas brasileiros até o advento do Código Civil. In Index 14 (1986), 225-250; G. Hamza: A magánjog kodifikálása Brazíliában. (Die Kodifizierung des Privatrechts in Brasilien). In AUB 29 (1987), 203-205; S. Meira: Direito romano e direito novo do Brasil. Existe un direito civil brasileiro? In Estudios en homenaje de A. d’Ors. II. Pamplona, 1987, 869-888; A. Guzmán Brito: Codificación y consolidación: una comparación entre el pensamiento de A. Bello y el de A. Teixeira de Freitas. In Roma e America. Diritto Romano Comune 1 (1988), 255-266; S. Meira: Clóvis Beviláqua. Sua vida. Sua obra. Fortaleza, 1990; Idem: Romanismo e universalidade na obra de Clóvis Beviláqua. In Revista Brasileira de Direito Comparado 11 (1991), 129-137; L.R. de Freitas Gomez: Noção de pessoa no direito brasileiro. ireitos da personalidade. BFDC 69 (1993), 340 ss.; J. Cretella Júnior: Direito Romano Moderno. Introdução ao Direito Civil Brasileiro. Rio de Janeiro, 19967; G. Hamza: Törekvések a magánjog újrakodifikálására Brazíliában. (Tentativi per ricodificare il diritto privato in Brasile). In Magyar Jog 44 (1997), 756-760; O. De Carvalho: Teixeira de Freitas e a unificação do direito privado. In Roma e America. Collana di Studi Giuridici Latinoamericani 21. Padova, 1998, 106 ss.; S. Meira: Pedro II e as grandes codificações imperiais. Um novo Justiniano. In: Codificación y descodificación en Hispanoamérica. I. Santiago de Chile, 1999, 77 ss.; R. Cardilli: La “Buona Fede” come principio di diritto dei contratti: diritto Romano e America Latina. In Roma e America. Diritto Romano Comune 13 (2002), 123-188; M. Reale: Visão Geral do novo Código Civil. In Roma e America. Diritto Romano Comune 13 (2002), 319-326; J.M. Arruda Alvim: Direito das coisas – direito brasileiro. Código civil (lei 10.406, de 11 de janeiro de 2002). In Roma e America. Diritto Romano Comune 16 (2003), 233 ss.; F.D. Busnelli: Persona umana e responsabilità civile nel nuovo codoce civile brasiliano. In Roma e America. Diritto Romano Comune 16 (2003), 65-74; R. Cardilli: Brevi note sul nuovo Codice civile del Brasile. In Roma e America. Diritto Romano Comune 16 (2003), 217 ss.; D. Corapi: L’unificazione del Codice di Commercio e del Codice Civile in Brasile. In: Il Nuovo Codice Civile Brasiliano. Milano, 2003, 7 ss.; F. dos Santos Amaral Neto: Os princípios jurídicos na relação obrigatória. In Roma e America. Diritto Romano Comune 16 (2003), 75-86; J. Martins Costa: A revisão dos contratos no código civil brasileiro. In Roma e America. Diritto Romano Comune 16 (2003), 135-172; J.C. Moreira Alves: O novo código civil brasileiro: principais inovações na disciplina do negocio jurídico e suas bases ramanísticas. In Roma e America. Diritto Romano Comune 16 (2003), 11-28; P. Papanti Pelletier: Considerazioni sulla “parte generale” del negozio giuridico e del contratto nel nuovo codice civile brasiliano. In Roma e America. Diritto Romano Comune 16 (2003), 35-40; P. Rescigno: La “parte generale” del nuovo codice civile del Brasile. In Roma e America. Diritto Romano Comune 16 (2003), 29-34; N. Rondinone: Storia inedita della codificazione civile. Milano, 2003, 279 ss.; C. Salomão Filho: Função social do contrato: primeras anotações. In Roma e America. Diritto Romano Comune 16 (2003), 109-130; S. Schipani: Il nuovo Codice civile del Brasile e la prospettiva dell’unificazione del Diritto del sistema Giuridico latinoamericano. In Roma e America. Diritto Romano Comune 16 (2003), 289-298; C. Scognamiglio: Buona fede e responsabilità civile nel nuovo codice brasiliano. In Roma e America. Diritto Romano Comune 16 (2003), 201 ss.; A. Wald: O novo código civil e a evolução do regime jurídico dos contratos. In Roma e America. Diritto Romano Comune 16 (2003), 87-108; D. Corapi: Il diritto delle società nel nuovo Codice civile brasiliano. In Roma e America. Diritto Romano Comune 17 (2004), 93-100; R. Sztajn: A empresa no novo Código Civil. In Roma e America. Diritto Romano Comune 17 (2004), 59-70; L. Beck Varela: Das Sesmarias à Propriedade Moderna: Um Estudo de História do Direito Brasileiro. Rio de Janeiro, 2005; R. Camilo Júnior: O Código Civil brasileiro de 2002, a empresa e a autonomia do Direito Comercial. In Inter-American Bar Association E-Law Review 1 (2005); Le Droit Brésilien: hier, aujourd’hui et demain. (Dir. par A. Wald et C. Jauffret-Spinosi) Paris, 2005; D. Corapi: Tradizione romanistica e influsso di Common law nell’evoluzione del Diritto brasiliano. In Roma e America. Diritto Romano Comune 22 (2006), 181 ss.; Introduction au droit brésilien. (Sous la direction de D. Paiva de Almeida) Paris, 2006; I. de Aguilera Vieira - G. Vieira da Costa Cerqueira: L’influence du Code de commerce français au Brésil – (Quelques remarques sur la commémoration du bicentenaire du Code français de 1807). In RIDC 59 (2007), 27-78 e D. Corapi: Il Diritto brasiliano: nuovo terreno di indagine per la comparazione. In RDC 53 (2007), 375-381.

 

[45] C.M. Da Silva Pereira: A influencia de Teixera de Freitas na elaboraçăo do novo Código Civil Brasileiro. In Revista de Direito Comparado Luso-Brasileiro 3 (1986), 107 ss.

 

[46] A. Quintus Bosz: Drie eeuwen grondpolitiek in Suriname. (Diss.) Utrecht, 1954; C.C. Goslinga: A Short History of the Netherlands Antilles and Suriname. The Hague, 1979 e G. Willemsen: Koloniale politiek en transformatieprocessen in een plantageeeconomie. Suriname 1873-1940. Amsterdam, 1980.

 

[47] M.C. Dalton: The Passing of Roman-Dutch Law in British Guyana. In SALJ 36 (1919); M.C. Dalton: The Civil Law of British Guyana. Georgetown, 1921 e T.J. Spinner: A Political and Social History of Guyana. Boulder (Colorado), 1984.

 

[48] H. Valladão: Le droit latino-americain. Paris, 1954; E. Cordeiro Alvarez: Unificacion legislativa en Latinoamerica. In Revista Jurídica. Facultad de Derecho y Ciencias Sociales, de la Universidad Nacional de Tucuman 9 (1961); A.M. Garro: Armonización y Unificación del derecho privado en América Latina: esfuerzos, tendencias y realidades. Roma, 1992; Idem: Unification and Harmonisation of Private Law in Latin America. In AJCL 40 (1992), 587-616 e S. Schipani: Dalmacio Vélez Sarsfield e l’unificazione del diritto in America Latina. In Homenaje a Dalmacio Vélez Sarsfield. V, cit., 381-408.

 

[49] Il testo del IV punto in spagnolo è la seguente: «Que la armonización en sectores relevantes del derecho privado es posible en América Latina, por la pertenencia a la familia romano-germánica, lo que constituye un indudable factor de identidad».

 

[50] M. de Villiers: The Roman and Roman-Dutch Law of Injuries. A Translation of Book 47, Title 10 Voet’s Commentary on the Pandects, with Annotations. Cape Town u.a., 1899; M. Nathan: Codification in South Africa. In The Union Law Review 2 (1911), 498-501; S.B. Kitchin: The Codification of Our Laws. In The South African Law Journal 30 (1913), 10-20; H.D.J. Bodenstein: English Influences on the Common law of South Africa. In SALJ 32 (1915), 337 ss.; G.T. Morice: Sale in Roman-Dutch Law, with References to English, French and German Law. Capetown, 1919; J. Wessels: The Future of Roman-Dutch Law in South Africa. In SALJ 37 (1920), 265 ss.; C.G. Botha: The Early Influence of the English Law upon the Roman-Dutch Law in South Africa. In SALJ 40 (1923), 292 ss.; R.W. Lee: Roman Law in the British Empire particularly in the Union of South Africa. In: Atti del Congresso Internazionale di Diritto Romano. Bologna, II. Pavia, 1935, 251-296; T.B. Barlow: The South African Law of Vicarious Liability in Delict and a Comparison of the Principles of Other Legal Systems. Cape Town – Johannesburg, 1939; R.W. Lee: An Introduction to Roman-Dutch Law. Oxford, 1946; T. Nadaraja: The Roman-Dutch Law of Fideicommissa. Ceylon, 1949; B. Beinart: Roman Law in South African Practice. Inaugural Lecture delivered before the University of Cape Town on 6 November 1951. In University of Cape Town Lecture Series no. 5. Cape Town, 1952; P. van Warmelo: The Function of Roman Law in South African Law. In TLR 33 (1957), 565 ss.; J.C. de Wet: Die resepsie van die Romeins-Hollandse reg in Suid-Afrika. In THRHR 21 (1958), 84-97, 162-175 e 239-248; H.R. HahloE. Kahn: The Union of South Africa: The Development of Its Laws and Constitution. Stevens, 1960; P. van Warmelo: Roman Law and the Old Authorities on Roman-Dutch Law. In AJ 1961, 38 ss.; M. Kaser: Das römische Recht in Südafrika. In ZSS RA 81 (1964), 1-30; Idem: Klassiske Romeinse reg in die Suid-Afrikaanse praktyk. In THRHR 27 (1964), 177 ss.; R. Dannenbring: Heutiges römisch-holländisches Recht – Vom Privatrecht der Republik Südafrika. In ZfRV 6 (1965), 56-84; H.R. HahloE. Kahn: The South African Legal System and its Background. Cape Town, 1968; W.J. Hosten - I. Zajtay: The Permanence of Roman Law Concepts in the Continental Legal Systems and in South African Law. In The Comparative and International Law Journal of Southern Africa 2 (1969), 181-205; J.R.L. Milton: The Law of Neighbours in South Africa. In AJ (1969), 123-268; D. Pont: On the Ancestry of the Private Law of South Africa. In Speculum Juris 5 (1969); S.M. Poulter: The Common law in Lesotho. In Journal of African Law 13 (1969), 127-144; B. Beinart: Roman Law in a Modern Uncodified Romanistic System. In Romanitas 10 (1970), 333-348; L.R. Caney: The Law of Suretyship in South Africa. Cape Town u.a., 19702; A.J.E. Joffey: Nuisance: South African, Roman and English. In SALJ 87 (1970), 436-456; D.J. Joubert: The Agents’ Right to Compensation for Losses. In SALJ 87 (1970), 457-462; The Oxford History of South Africa. I-II. Oxford, 1969-1971; V.V. Palmer — S.M. Poulter: The Legal System of Lesotho. Michigan, 1972; P. van Warmelo: Le droit romain en Afrique du Sud. In Index 3 (1972), 131-152; Chr. von Bar: Die Entwicklung des südafrikanischen Zivilrechts dargestellt an Fragen des Haftungsrechts. In RabelsZ 42 (1978); D.H. van Zyl: Geskiedenis van die Romeins-Hollandse reg. Durban, 1979; B. Beinart: The English Legal Contribution in South Africa: The Interaction of Civil Law and Common law. In AJ 23 (1981); A.J.G.M. Sanders: The Characteristic Feautures of Sothern African Law. In Comparative and International Law Journal of Southern Africa (1981), 328 ss.; DH van Zyl: Geskiedenis van die Romeins-Hollandse Reg. Durban, 1983; A. Földi: A római jog Dél-Afrikában. (Il diritto romano nel Sud Africa). In Jogtörténeti Szemle 3 (1990), 72-86; R. Zimmermann: Das römisch-holländische Recht im Südafrika. Darmstadt, 1983; J. Fisch: Geschichte Südafrikas. München, 1990; R. Feenstra - R. Zimmermann: Das römisch-holländische Recht. Fortschritte des Zivilrechts in 17. und 18. Jahrhundert. Berlin, 1992; W. de Vos: Resgeskiedenis. Kaapstadt – Wetton – Johannesburg, 1992; J.C. de Wet – A.H. van Wyk: Die Suidafrikaanse Kontraktereg en Handelsreg. Durban, 19925; R. ZimmermannCh. Hugo: Fortschritte der südafrikanischen Rechtswissenschaft im 20. Jahrhundert: Der Beitrag von J.C. de Wet (1912-1990). In TR 60 (1992), 157 ss.; R. Zimmermann: Roman-Dutch Jurisprudence and its Contribution to European Private Law. In TLR 66 (1992), 1690-1721; J.M. Burchell: Principles of Delict. Cape Town – Wetton – Johannesburg, 1993; M.S. Blackman: Companies. In The Law of South Africa. vol. 4/1. Durban, 1995; E. Fagan: Roman-Dutch Law in its South African Historical Context. In Southern Cross – Civil Law and Common law in South Africa. Oxford, 1996, 33 ss.; A. Cockrell: Studying Legal History in South Africa: The Lesson of Lot’s Wife. In ZEuP 5 (1997), 436 ss.; T. Honoré: Obstacles to the Reception of Trust Law? The Exemples od South Africa and Scotland. In Aequitas and Equity in Civil Law and Mixed Jurisdictions. Jerusalem, 1997, 793-818; G. Hamza: A dél-afrikai magánjog fejlődésének újabb tendenciái. (Le nuove tendenze dello sviluppo del diritto privato sudafricano). In Magyar Jog 45 (1998), 343-350; J. Church: The Convergence of the Western Legal System and the Indigenous African Legal System in South Africa with Reference to Legal Development in the Last Five Years. In FUNDAMINA 5 (1999), 8-21; Th. De Smidt: Roman-Dutch Cape Law. FUNDAMINA 5 (1999), 123-129; L.M. Thompson: A History of South Africa. New Haven (Conn.), 20013; T.R.H. Davenport — C. Saunders: South Africa. A Modern History. Basingstoke, 20025; I. Farlam: The Old Authorities in South African Practice. In TR 75 (2007), 399-408; JHA Lokin: Harmonisation in Roman, Roman-Dutch and South African Law. In FUNDAMINA 14 (2008), 24-36; C. Nicholson: Some Preliminary Thoughts on a Comparative Law Model for Harmonisation of Laws in Africa. In FUNDAMINA 14 (2008), 50-65; GJ van Niekerk: Harmonisation of Indigenous Laws in Southern Africa. In FUNDAMINA 14 (2008), 155-167; Ph.J. Thomas: Harmonising the Law in a Multilingual Environment with Different Legal Systems: Lessons to be Drawn from the Legal History of South Africa. In FUNDAMINA 14 (2008), 133-154 e L. Schäfer: The Judicial Development of the Roman-Dutch Doctrine of Parental Authority in South African Law. TR 76 (2008), 133-153.

 

[51] L’espressione deriva da Simon van Leeuwen, che prima la usava in latino (come nel sottotitolo della “Paratitla juris novissimi [1652]), posteriormente però, nel titolo del suo famoso lavoro del 1664, „Het Roomsch Hollandsch recht” pubblicato in Leiden, usava già la parola olandese. Sotto l’espressione “diritto romano-olandese” oggi intendiamo il diritto formato e usato dai Paesi Bassi nei secoli XVII-XVIII.  Secondo altre opinioni è meglio usare l’espressione “Roman-European Law”, in quanto questo termine non comprende in sé solamente le tradizioni del diritto olandese, bensì anche quelle del diritto europeo costruite e formate dal diritto romano. Per questo, v. D.H. Van Zyl: The General Enrichment Action is Alive and Well. In Acta Juridica 1992. (Essays in Honour of Wouter de Wos). Wouter de Vos: Regsgeskiedenis. Kaapstad-Wetton-Johannesburg, 1992.

 

[52] M. Silagi: Von Deutsch Südwest zu Namibia. Ebelsbach am Main, 1977.

 

[53] V.V. Palmer - S.M. Poulter: The Legal System of Lesotho. Michigan, 1972.

 

[54] J. Redgment: Introduction to the Legal System of Zimbabwe. 2a ed. Harare, 1981.

 

[55] L.I. Coertze: Die Trust in die Romeins-Holandse Reg. Stellenbosch, 1948; A.M. Honoré: The South African Law of Trusts. 3a ed., Kaapstad, 1985.

 

[56] G.C. Mendis: The Early History of Ceylon and its Relations with India and other Foreign Countries. Calcutta, 1932; T. Nadaraja: The Roman-Dutch Law of Fideicommissa. Ceylon, 1949; L.J.M. Cooray: The Reception of the English Trust in the Roman-Dutch Jurisprudence of Ceylon. In SALJ 86 (1969), 149-150; Idem: An Introduction to the Legal System of Ceylon. Colombo, 1972; T. Nadaraja: The Legal System of Ceylon in its Historical Setting. Leiden, 1972; H.W. Tambiah: Principles of Ceylon Law. Colombo, 1972; C.G. Weeramantry: Contractual Remedies in Sri Lanka. In Contractual Remedies in Asian Countries Indian Law Institute. 1975; K.M. de Silva: A History of Sri Lanka. London, 1981; Law and Culture in Sri Lanka. A Research Report on Asian Indigenous Law. (Ed. by M. Chiba) Tokyo, 1984; M.J. van den Horst: The Roman-Dutch Law of Possessory Remedies in Sri Lanka. In Lesotho Law Journal (1985); C.G. Weeramantry: The Reception and Development of the Roman-Dutch Law in Sri Lanka. In Lesotho Law Journal 1 (1985); R. Rajepakse: An Introduction to Law in Sri Lanka. Colombo, 1990; A. Cooray: Sri Lanka: Occidental and Oriental Laws in Harmony. In Studies in Legal Systems: Mixed and Mixing. London, 1996, 71-88; J. van Goor: De Nederlandse Koloniën. Geschiedenis van de Nederlandse expansie 1600-1975. Den Haag, 19972 e L.R. Reddy: Sri-Lanka. Past and Present. New Delhi, 2003.

 

[57] L.J M. Cooray: The Reception of the English Trust in the Roman-Dutch Jurisprudence of Ceylon. In SALJ 86 (1969), 43 ss.

 

[58] S. Kraichitti: Law and Legal Profession in Thailand. In The Legal System of Thailand, The Seventh Lawasia Conference. Bangkok, Thailand, August 7-12, 1981. Bangkok, 1981; K. Prokati: Die Rechtskultur und die Rolle der Rechtskreislehre in Thailand. In Die Bedeutung der Lehre vom Rechtskreis und der Rechtskultur. Berlin, 2001, 77 ss.; D.K. Wyatt: Thailand. A Short History. 3a ed. New Haven (Conn.), 2003 e C. Baker - P. Phong-Paichit: A History of  Thailand. Cambridge, 2005.

 

[59] H.J. van Mook: Indonesia and the Problem of Southeast Asia. In Foreign Affairs 27 (1948-1949), 561-575; H.G. Angelo: Transfer of Sovereignty over Indonesia. In American Journal of International Law 44 (1950), 569-572; J. la Bree: De rechterlijke organisatie en rechtsbedeling te Batavia in de XVIIe eeuw. (Proefschrift) Leiden, 1951; W.A. Engelbrecht: De Wetboeken wetten en verordningen beneven de Grondet van de Republiek Indonesie. Bruxelles, 1960; P. Goetzen: Die Rezeption des niederländischen Rechts in Indonesien. In ZVglRWiss 73 (1972), 64 ss.; B. Dahm: Indonesien. Geschichte eines Entwicklungslandes. 1945-1971. Leiden, 1978; M.B. Hooker: Adat Law in Modern Indonesia. Kuala Lumpur, 1978; J. Ball: Indonesian Legal History 1602–1848. Sydney, 1982; S. Gautama – R.S. Hornick: An Introduction to Indonesian Law. Unity in Diversity. Bandung, 1983; S. Gautama: Essays in Indonesian Law. 2a ed. Bandung 1993; R. CribbC. Brown: Modern Indonesia. A History since 1945. Harlow, 1996; D. Fitzpatrick: Disputes and Pluralism in Modern Indonesian Land Law. In Yale Studies in International Studies 22 (1997), 171-212; J. van Goor: De Nederlandse Koloniën. Geschiedenis van de Nederlandse expansie 1600-1975. 2a ed. Den Haag, 1997; J.J.P. de Jong: De waaier van het fortuin. De Nederlanders in Azië en de Indonesische archipel 1595-1950. Den Haag, 1998; A.J.B. Sirks: “In as far as in Accordance with the Conditions of these Lands and Practice.” European and Native Law in the Dutch-East Indies. In IC 25 (1998), 159-179; M.C. Ricklefs: A History of Modern Indonesia since c. 1200. 3a ed. Hampshire, 2001; C. Brown: A Short History of Indonesia. Crows Nest, 2003; N.S. Efthymiou: De organisatie van regelgeving voor Nederlands Oost-Indië. Stelsels en opvattingen (1602-1942). Amsterdam, 2005 e J.A. Sommers: Nederlandsch-Indië. Staatkundige ontwikkelingen binnen een koloniale relatie. Zutphen, 2005.

 

[60] A.K. RonyI.S. Wiarda: The Portuguese in Southeast Asia. Hamburg, 1997; M. Ruffert: The Administration of Kosovo and East-Timor by the International Community. In ICLQ 50 (2001), 555 ss.; R. Wilde: Accountability and International Actors in Bosnia Hercegovina, Kosovo and East Timor. In ILSA Journal of International and Comparative Law 7 (2001), 455 ss.; Idem: From Danzig to East Timor and Beyond: The Role of International Territorial Administration. In American Journal of International Law 95 (2001), 583 ss.; I. Cristalis: Bitter Dawn. East Timor. A People’s Story. London, 2002; J. Dunn: East Timor. A Rough Passage to Independence. 2a ed. Double Bay, 2003 e M. Benzing: Midwifing a New State: The United Nations in Timor. In Max Planck Yearbook of United Nations Law 9 (2005) Leiden – Boston, 295-372.

 

[61] M. Goraï: Influence du Code civil français sur le Japon. In Le Code civil 1804-1904. Livre du Centenaire, cit., 779-790; N. Hozumi: Lectures on the New Japanese Civil Code as Materials for the Study of Comparative Jurisprudence. Tokyo, 1904; J.E. de Becker: Annotated Civil Code of Japan. I-IV. London, 1909-1910; N. Hozumi: The New Japanese Civil Code. 2a ed. St. Louis, 1912; J.E. de Becker: Commentary on the Commercial Code of Japan. I-III. London, 1913; F. Meyer: Der Einfluss Deutschlands auf das japanische Recht. In Deutsche Juristen-Zeitung 16-18 (1914), 1067-1073; J.E. de Becker: International Private Law of Japan. London, 1919; Idem: The Principles and Practice of the Civil Code of Japan. A Complete Theoretical and Practical Exposition of the Motifs of the Japanese Civil Code. I-II. London, 1921; T. Muto: Il diritto romano e il diritto giapponese. In Atti del Congresso Internazionale di Diritto Romano. Bologna, II. Pavia, 1935, 297-319; N. Sugíyama: Les transformations du droit civil japonais et l’influence du droit civil français. In Le droit civil français. Livre-souvenir des journées du droit civil français (Montréal – 31 août – 2 septembre 1934), cit., 673-689; M.M. Kanazawa: Grundlagen der japanischen Rechtsgeschichte. In Archiv für Rechts-und Sozialphilosophie 31 (1937-1938), 38-83; M. Ishimoto: L’influence du Code civil français sur le droit civil japonais.In RIDC 6 (1954), 744-752; R. Suzuki: Die Modernisierung des japanischen Familien und Erbrechts. In RabelsZ 18 (1954), 104-120; T. Kenzo: Contact of the Common law with the Civil Law in Japan. AJCL 4 (1955) p. 60-69; A. Gonthier: Histoire des institutions japonaises. Bruxelles, 1956; R. Suzuki: Die Entwicklung des japanischen Familienrechts unter dem Einfluss des europäischen Rechts. In ZVglRWiss 59 (1957), 181-234; W. Röhl: Das Familiengericht in Japan. In NJW 10 (1957), 12-23; J. Matsuda: Das neue japanische Aktienrecht. In RabelsZ 23 (1959), 114-132; W. Röhl: Fremde Einflüsse im modernen japanischen Recht. Frankfurt am Main – Berlin, 1959; A. Yamada: Japanische Gesetzgebung auf dem Gebiete des Privatrechts 1945-1858. In RabelsZ 26 (1961), 713-730; R. Bersihand: Geschichte Japans. Stuttgart, 1963; Z. Kitagawa: Das Methodenproblem in der Dogmatik des japanischen bürgerlichen Rechts. In AcP 166 (1966), 330 ss.; Y. Mitsukuni: Legal Positivism and Authoritarianism in Japanese Legal Tradition. In Osaka Law Review 17 (1969), 1 ss.; Z. Kitagawa: Rezeption und Fortbildung des europäischen Zivilrechts in Japan. Frankfurt am Main, 1970; N. Koyama: Introduction à la conciliation dans le droit japonais. In RIDC 23 (1971), 77-88; Z. Kitagawa: Rechtssoziologisches zum Problem- und Systemdenken im japanischen Vertragsrecht. In Festschrift für K. Larenz zum 70. Geburtstag. München, 1973, 305-328; J. Murakami: Einführung in die Grundlagen des japanischen Rechts. Darmstadt, 1974; D.T.C. Wang: Les sources du droit japonais. Genève, 1978; J.E. Becker: The Principles and Practice of the Civil Code of Japan. 2a ed. Washington, 1979; Chin Kim – C.M. Lawson: The Law of the Subtle Mind: The Traditional Japanese Conception of Law. In ICLQ 28 (1979), 491-513; P. Eubel: Die Haftung des Geschäftsherrn für den Gehilfen nach deutschem und japanischem Recht. Frankfurt am Main, 1981; G. Rahn: Recht und Rechtsmentalität in Japan. Düsseldorf, 1981; M. Okuda: Zivilrecht und Zivilrechtswissenschaften in Japan seit der Rezeption europäischer Rechte im 19. Jahrhundert. In Grundprobleme des Privatrechts in Japan. Köln, 1982; N. Hayashi: Derecho romano en el Japón. In Iura 34 (1983), 105-115; K. Yamauchi: Rezeption des westeuropäischen Rechts in Japan. Lund, 1984; Hyeong-Kyu Lee: Die Rezeption des europäischen Zivilrechts in Ostasien. In ZVglRWiss 86 (1987), 164 ss.; F.K. Upham: Law and Social Change in Postwar Japan. Cambridge – London, 1987; T. Sugishita: Der Eigentumsvorbehalt im japanischen Recht. Heidelberg, 1988; Die Japanisierung des westlichen Rechts. Tübingen, 1990; K. Igarashi: Einführung in das japanische Recht. Darmstadt, 1990; Z. Kitagawa: Drei Entwicklungsphasen im japanischen Zivilrecht. In Die Japanisierung des westlichen Rechts. Tübingen, 1990, 125-141; K.W. Nörr: Die Verwandlung des rezipierten Rechts, oder die Japanisierung als Vorgang und als Ergebnis. In Die Japanisierung des westlichen Rechts. Tübingen, 1990, 447-450; G. Rahn: Rechtsdenken und Rechtsauffassung in Japan. München, 1990; J. Carbonnier: Boissonade et la réception du droit français au Japon. Conclusion. In RIDC 43 (1991), 423-426; E. Okubo: Boissonade et la réception du droit français au Japon. L`héritage de G. Boissonade dans le Code civil et dans la doctrine du droit civil au Japon. In RIDC 43 (1991), 407-422; Y. Okubo: Boissonade et la réception du droit français au Japon. La querelle sur le premier Code civil japonais et l’ajournement de sa mise en vigueur: le refus du législateur étranger? In RIDC 43 (1991), 389-406; J. Robert: Boissonade et la réception du droit français au Japon. Introduction. In RIDC 43 (1991), 327-332; E. Seizelet: Boissonade et la réception du droit français au Japon. Les implications politiques de l’introduction du droit français au Japon. In RIDC 43 (1991), 367-388; J.-L. Sourioux: Boissonade et la réception du droit français au Japon. La pensée juridique de G. Boissonade aspects de droit civil. In RIDC 43 (1991), 357-366; N. Kamiya: Aspetti e problemi della storia giuridica in Giappone: la recezione del diritto cinese e del sistema romanista. In Index 20 (1992), 365-390; T. Kinoshita: Japanese Law and Western Law. In Wege zum japanischen Recht. Festschrift für Z. Kitagawa zum 60. Geburtstag. Berlin, 1992, 199-219; S.K. Inoue: Geschichte Japans. Frankfurt am Main – New York, 1993; T. Kawai: Probleme der Rezeption des deutschen Zivilrechts in Japan. In: Die Einwirkung der Rezeption westlichen Rechts auf die sozialen Verhältnisse in der fernöstlichen Rechtskultur. Baden-Baden, 1993, 63 ss.; A. Eckey-Rieger: Der Kodifikationsstreit zum japanischen Bürgerlichen Gesetzbuch. Bonn, 1994; S. Ishii: The Reception of the Occidental Systems by the Japanese Legal System. In La réception des systèmes juridiques: implantation et destin. Textes présentés au premier colloque international du Centre International de la Common law en Français. Brussels, 1994, 239-266; H. Baum: Rechtsdenken, Rechtssystem und Rechtswirklichkeit in Japan – Rechtsvergleichung mit Japan. In RabelsZ 59 (1995), 258-292; S. Maruyama: Historischer Überblick über das Aktienrecht in Japan. In ZVglRWiss 94 (1995), 283-291; N. Yasuda: The Evolution of the East Asian Law Region. In Vom nationalen zum transnationalen Recht. Heidelberg, 1995, 279 ss.; Z. Kitagawa: Nachkriegszeitliche amerikanische Einflüsse auf das japanische Recht – Japan als Treffpunkt zweier westlicher Rechtssysteme. In Zwischen Kontinuität und Fremdbestimmung: zum Einfluß der Besatzungsmächte auf die deutsche und japanische Rechtsordnung 1945 bis 1950: Deutsch-japanisches Symposion in Tokio vom 6. bis 9. April 1994. Tübingen, 1996, 377-387; C. Steenstrup: A History of Law in Japan until 1868. Leiden, 1996; F.B. Verwaijen: Early Reception of Western Legal Thought in Japan 1841-1868. (Diss. Leiden) 1996; M. Yokoyama: Le transfert de la propriété immobilière et son opposabilité en droit japonais. In RIDC 48 (1996), 779-812; Zwischen Kontinuität und Fremdbestimmung: zum Einfluß der Besatzungsmächte auf die deutsche und japanische Rechtsordnung 1945 bis 1950: Deutsch-japanisches Symposion in Tokio vom 6. bis 9. April 1994. Tübingen, 1996; Das Recht vor der Herausforderung eines neuen Jahrhunderts: Erwartungen in Japan und Deutschland. (Hrsg. von Z. Kitagawa et alii) Tübingen, 1998; H.-P. Marutschke: Einführung in das japanische Recht. München, 1999; H. Oda: Japanese Law. 2a ed. Oxford, 1999; Regulierung – Deregulierung – Liberalisierung. (Hrsg. von Z. Kitagawa et alii) Tübingen, 2001; H.-G. Leser: Die Wirkungen des BGB im Ausland – Ein Beitrag zur Rechtsvergleichung. In: 100 Jahre BGB. Vortragsreihe der Juristischen Gesellschaft Hagen. Baden-Baden, 2001, 39-52; A. Sanders: Die japanische Rezeption europäischen Zivilrechts – Ein Modell für die europäische Rechtsvereinheitlichung? In ZEuP 10 (2002), 96-121; T. Oka: Einige Bemerkungen über den Einfluss des deutschen Rechts bei der Entstehung des Entwurfs zum japanischen BGB und bei seiner Beratung. In Festschrift für P. Schlechtriem zum 70. Geburtstag. Tübingen, 2003, 141-154; G.D. Allinson: Japan’s Postwar History. 2a ed. Ithaca (N.Y.), 2004; J.-L. Halperin: La connaissance du Code civil japonais et de la loi Horei par les juristes français de 1898 à 1945. In Hundert Jahre Japanisches Zivilgesetzbuch. Köln – Berlin – München, 2004, 61-80; Chr. Jamin: Boissonade et son temps. In Hundert Jahre Japanisches Zivilgesetzbuch, cit., 81-116; R. Knütel: Das Japanische Zivilgesetzbuch und das Römische Recht. In Hundert Jahre Japanisches Zivilgesetzbuch, cit., 131-184; Chr. Krampe: Vertragsauslegung im römischen, französischen, deutschen und japanischen Recht. In Hundert Jahre Japanisches Zivilgesetzbuch, cit., 185-200; Sh. Nishimura: Die Diligentia quam in suis in der Rechtstradition Europas und Japans. In Hundert Jahre Japanisches Zivilgesetzbuch, cit., 217-246; J.-L. Sourioux: L’influence de Boissonade sur le projet de Code Civil Japonais à la fin du XIXème siècle. In: Hundert Jahre Japanisches Zivilgesetzbuch, cit., 329-340; J. Schröder – Y. Morinaga: Zum Einfluß des BGB auf das japanische Zivilrecht. In Rechtstransfer durch Zivilgesetzbücher. Beiträge Liechtenstein-Institut Nr. 29/2005, Bendern, 2005, 38-44; Y. Matsushima: Japanese Family Law: Changing Families and Reforming Family Law. In Liber Memorialis P. Šarčević. Universalism, Tradition and the Individual. München, 2006, 305-314; A. Bartels-Ishikawa: Hermann Roesler. Dokumente zu seinem Leben und Werk. Berlin, 2007; Japanese and European Private International Law in Comparative Perspective. (Ed. by J. Basedow, H. Baum and Y. Nishitani) Tübingen, 2008; Rezeption und Reform im japanischen und deutschen Recht. (Hrsg. von J.-M. Jehle, V. Lipp und K. Yamanaka) Göttingen, 2008 e Chr.C. Wendehorst: Rezeption deutschen Zivilrechts – Was bleibt übrig im 21. Jahrhundert? In Rezeption und Reform im japanischen und deutschen Recht. Göttingen, 2008, 20-32.

 

[62] J. Siemes: Herman Roesler and the Making of Modern Japan. Tokyo, 1968.

 

[63] O. Franke: Die Geschichte des chinesischen Rechts. Berlin – Leipzig, 1930; K. Bünger: Das neue chinesische BGB. Seine Entstehungsgeschichte und Systematik. In Blätter für internationales Privatrecht, Leipzig – München, 1931, 257-267; H. Böhling: Chinesisches Sachenrecht. Jena, 1934; K. Bünger: Zivil- und Handelsgesetzbuch sowie Wechsel- und Scheckgesetz von China. Marburg, 1934; J. Escarra: Le droit chinois. Conception et évolution. Institutions législatives et judiciaires. Science et enseignement. Paris, 1936; J. Escarra: Le droit comparé et la jurisprudence chinoise. In Introduction à l’étude du droit comparé. Recueil d’études en l’honneur d’Édouard Lambert. I. Paris, 1938, 481-491; V.A. Riasanovsky: Chinese Civil Law. Tientin, 1938; O. Haas: Gewohnheitsrechtliche Vertragstypen in China. Bonn, 1941; K. Bünger: Die Rezeption des europäischen Rechts in China. In Deutsche Landesreferate zum III. Internationalen Kongress für Rechtsvergleichung in London. Tübingen, 1950, 166 ss.; Idem: Fünfzig Jahre Rechtsreform in China. Übersee Rundschau, 1950; K. Kirfel: Das Gewohnheitsrecht in China. In Sinologica 3 (1951), 52-64; J. Needham: Human Laws and the Laws of Nature in China and the West. In Journal of the History of Ideas 12 (1951), 3-32, 194-231; K. Bünger: Die Rechtsidee in der chinesischen Geschichte. In Saeculum 3 (1952), 192-217; H. Maspero — J. Escarra: Les institutions de la Chine. In Essai historique. Paris, 1952; R. Pound: Roman Law in China. In Studi in memoria di P. Koschaker. II. Milano, 1954, 439-445; D.C. Buxbaum: Preliminary Trends in the Development of the Legal Institutions of Communist China. In ICLQ 11 (1962), 1-30; F. Michael: The Role of Law in Traditional, Nationalist and Communist China. In The China Quarterly 9 (1962), 124-148; Yuvoon Chen: Zur Übernahme europäischer Rechte in China. In Mitteilungen des Instituts für Orientforschung 9-10 (1963-1964), 400 ss.; L. Vandermeersch: La formation du légisme. Recherche sur la constitution d’une philosophie politique et caractéristique de la Chine ancienne. Paris, 1965; S.J. Boulais– P. Le Guy: Manuel du Code Chinois. Taipei, 1966; Wang Tze-chièn: Die Aufnahme des europäischen Rechts in China. In AcP 166 (1966), 343-351; Jyun-Hsyong Su: Das chinesische Rechtsdenken im Licht der Naturrechtslehre. Freiburg im Breisgau, 1966; D. Bodde – C. Morris: Law in Imperial China. Cambridge (Mass.), 1967; Tsien Tche-hao: La responsabilité civile délictuelle en Chine populaire. In RIDC 19 (1967), 875-882; Chi Wen Sun: Introduction to Basic Problems in the Civil Law of the People’s Republic of China. In Chinese Communist Ideology. Los Angeles, 1968, 193 ss.; P. Weber-Schäfer: Oikumene und Imperium – Studien zur Ziviltheologie des chinesischen Kaiserreichs. München, 1968; W. Müller-Freienfels: Zur revolutionären Familiengesetzgebung, insbesondere zum Ehegesetz der Volksrepublik China vom 1. 5. 1950. In Ius Privatum Gentium. Festschrift für M. Rheinstein zum 70. Geburtstag am 5. Juli 1969. II. Tübingen, 1969, 843 ss.; Tong-schung Tai: Der chinesische Legalismus unter besonderer Berücksichtigung seiner rechtspositivischen Elemente. Mainz, 1969; J.A. Cohen: Contemporary Chinese Law: Research Problems and Perspectives. Cambridge (Mass.), 1970; K. Bünger: Max Webers Aussichten über Recht und Justiz im kaiserlichen China. In Oriens Extremus, 1972, 11-22; M.J. Meijer: Marriage Law and Policy in the People’s Republic of China. Hongkong, 1972; Chang Hanchu: A History of Modern Chinese Legal System. Taipei, 1973; R. Heuser: Recht und Rechtstheorie in der VR China. In Jus 13 (1973), 540 ss.; Pen Tien Lin: Vergeiselung und dingliche Sicherungsrechte im chinesischen traditionellen Privatrecht. München, 1976; M. Weber: Konfuzianismus und Taoismus. In Gesammelte Aufsätze. I. Tübingen, 4 ed. 1977, 278 ss.; W. Müller-Freienfels: Soviet Family Law and Comparative Chinese Development. In Familienrecht im In-und Ausland. Frankfurt am Main, 1978, 225-275; Terng Yaw Lin: Wirtschaftsverwaltung der VR China. Köln, 1978; W. Johnson: The T’ang Code. I. General Principles. Princeton (N.J.), 1979; A. Arndt: Recht und revolutionäre Politik. Überlegungen zur systematischen Einheit der politischen Theorie Mao Ce-tung. In Studien zum chinesischen Recht. II. Bochum, 1980, 37-81; J.A. Cohen – R.R. Edwards – Fu Mei–Chang Chen: Essays on China’s Legal Tradition. Princeton, 1980; F. Fischer: Entwicklung der marxistischen Staats-und Rechtstheorie in der Sowjetunion bis Stalin und in der VR China. In Studien zum chinesischen Recht. II. Bochum, 1980, 7-36; Hyung J. Kim: Fundamental Legal Concepts of China and the West. A Comparative Study. Washington–London, 1980; H. von Senger: Kaufverträge im traditionellen China. Zürich, 1980; O. Weggel: Chinesische Rechtsgeschichte. Leiden, 1980; E. Dell’Aquila: Il diritto cinese. Introduzione e principi generali. Padova, 1981; G. Kaminski: Zu der neuesten Entwicklung im chinesischen Rechtswesen. In Chinas neuer Weg zum Recht. Wien, 1982, 48-52; F. Levcik: Die chinesische Wirtschaft nach der Kulturrevolution. In Wirtschaft und Gesellschaft 8 (1982), 663-678; F. Münzel: Das Recht der Volksrepublik China. Einführung in die Geschichte und den gegenwärtigen Stand. Darmstadt, 1982; H. von Senger: Aufwertung des Vertragrechts in der VR China. In Chinas neuer Weg zum Recht. Wien, 1982; Tao Xijin: Einige Fragen bei der Arbeit am Entwurf des Zivilgesetzbuches. In RabelsZ 46 (1982), 426-437; Tsien Tsche-Hao: Le Droit Chinois. Paris, 1982; O. Weggel: Der institutionelle Rahmen der internationalen wirtschaftlichen Beziehungen der VR China. In: Chinas neuer Weg zum Recht, cit., 191-216; Idem: Die Wandel des Eigentumsbegriffs in der VR China. In: Chinas neuer Weg zum Recht, cit., 338-355; U. Manthe: Römisches Recht in der Volksrepublik China. In Asien 10 (1984), 59-64; T. Heberer: Zur Problematik der gegenwärtigen Landwirtschaftsreform in der VR China. In Osteuropawirtschaft 1 (1985), 30-46; M. Klein: Zur Rechtsentwicklung in der VR China. In Studien zum chinesischen Recht. IV. Bochum, 1985, 39-53; U. Manthe: Diritto romano nella Cina Popolare. In Labeo 31 (1985), 303-308; Idem: Das Erbrechtsgesetz der Volksrepublik China. In OsteuropaR 31 (1985), 200-203; O. Behrends: Zur Lage des römischen Rechts im heutigem China. In Index 14 (1986), 317-333; E.J. Epstein: The Evolution of China’s General Principles of Civil Law. In AJCL 34 (1986), 705-713; R. Heuser: Das Außenwirtschaftsrecht der VR China. München, 1986; F. Münzel: Die Allgemeinen Grundsätze des Bürgerlichen Rechts der Volksrepublik China. In: China Aktuell, Hamburg, 1986, 288-311; P.B. Potter: Policy Law and Public Economic Rights in China: the Doctrine and Practice of Law on Economic Contract. Diss. University Washington, 1986; Vang Tze-chien: Entwicklungslinien und Reform des chinesisch-taiwanischen Schuldrechts. In AcP 186 (1986), 237-267; S.H.R. Zheng: China’s New Civil Law. In AJCL 34 (1986), 669-704; W. Gellhorn: China’s Quest for Legal Modernity. In Journal of Chinese Law 1 (1987), 1-22; U. Manthe: Bürgerliches Recht und Bürgerliches Gesetzbuch in der Volksrepublik China. In Jahrbuch für Ostrecht 28 (1987), 11-30; T. Manoharan: The 1981 Economic Contract Law and the 1986 General Principles of Civil Law of the PRC – A Supplementary Note. In Review of Socialist Law 13 (1987), 285 ss.; R. Heuser: Chinas Weg in eine neue Rechtsordnung. In JZ 43 (1988), 893-904; Jiang Ping: Il diritto romano nella Repubblica Popolare Cinese. In Index 16 (1988), 367-376; H.R. Zheng: China’s Civil and Commercial Law. Butterworth Singapore — UK — USA — Canada — Australia — New Zealand, 1988; Idem: Basic Principles of Civil Law in China. Armonk – London, 1989; Wang Yangfeng: Die Allgemeinen Grundsätze des Zivilrechts der “VR China” vom 1.1. 1987. und das Bürgerliche Gesetzbuch der Bundesrepublik Deutschland: eine rechtsvergleichende Untersuchung. Diss. Münster, 1989; Mi Jian: Die chinesische traditionelle Kultur und das gegenwärtige Rechtssystem. In ZfRV 30 (1989), 24-38; J.K. Ockó: Preface. In The Emerging Framework of Chinese Civil law, Law and Contemporary Problems 52 (1989); A. Kaufmann: Vergleichende Rechtsphilosophie am Beispiel der klassischen chineschen und der klassischen abendländischen Rechtskultur. In: Festschrift für W. Lorenz zum 70. Geburtstag. Tübingen, 1991, 635-648; Mi Jian: Diritto cinese e diritto romano. In Index 19 (1991), 343-358; R. Süß: Grundzüge des chinesischen Internationalen Privatrechts. Köln, 1991; K.W. Nörr: The Problem of Legal Transplant and the Reception of Continental Law in China before 1930. In Wege zum japanischen Recht. Festschrift für Z. Kitagawa zum 60. Geburtstag. Berlin, 1992, 231-243; P.B. Potter: The Economic Contract Law of China: Legitimation and Contract Economy in the People’s Republic of China. Seattle, 1992; Idem: Die Einwirkung der Rezeption westlichen Rechts auf die sozialen Verhältnisse in der fernöstlichen Rechtskultur. Baden-Baden, 1993; I. Kaufmann: Versicherung in der VR China. Baden-Baden, 1993; Yang Zhenshan: La tradizione filosofica del diritto romano e del diritto cinese antico e l’influsso del diritto romano sul diritto cinese contemporaneo. In Index 21 (1993), 523-536; R.C. Keith: China’s Struggle for the Rule of Law. New York – London, 1994; Liang Huixing: Das chinesische Zivilrecht: Sein gegenwärtiger Zustand und der Erlass eines Zivilgesetzbuches. In AcP 194 (1994), 477-494; H. von Senger: Einführung in das chinesische Recht. München, 1994; Jianfu Chen: From Administrative Authorisation to Private Law. A Comparative Perspective of the Developing Civil Law in the People’s Republic of China. Dordrecht – Boston – London 1995; Hsieh Ming Kuan - Wang Wen Chieh - Li Ch`ing T`an: I rapporti tra il diritto civile di Taiwan e il diritto romano. In Index 24 (1996), 481-486; Jiang Ping: Il risorgere dello spirito del diritto romano in Cina. In Index 24 (1996), 447-454; S. Schipani: Il ius Romanum Commune codificato e i codici dell’età delle grandi rivoluzioni. In La codificazione del diritto comune. Torino, 1996, 69-80; R. Heuser: Wirtschaftsreform und Gesetzgebung in der Volksrepublik China. Texte und Kommentare. Hamburg, 1997; Jiang Ping: Proyecto de ley contractual unitaria de la República Popular China. In Roma e America. Diritto Romano Comune 5 (1998), 243-256; Mi Jian: L’usus fructus e la possibilità di risolvere un problema dei diritti reali in Cina. Spunti raccolti dal diritto romano e dal codice civile italiano. In Roma e America. Diritto Romano Comune, cit., 257-274; S. Schipani: Il diritto romano in Cina. In Roma e America. Diritto Romano Comune, cit., 231-242; D. Gaurier: L’idée de codification dans la Chine ancienne. In Mélanges F. Sturm. I. Liège, 1999, 687-702; F. Münzel – Zheng Xiaoqing: Chinas neues Vertragsrecht – ein Überblick. In RIW 45 (1999), 641-646; L. Moccia (a cura di): Profili emergenti del sistema giuridico cinese. Roma, 1999; S. Schipani: La nuova legge cinese in materia di contratti e il diritto romano come base di essa e della comunicazione con i codici del sistema romanistico. In Roma e America. Diritto Romano Comune 8 (1999), 225 ss.; Shao Jiandong: Die Rezeption des deutschen Zivilrechts im alten China. In JZ 52 (1999), 80-86; J. Tao: Droit chinois des affaires. Paris, 1999; J.M. Scheil - T. Gargulla -C. Schroder -J. Riemenschneider: Vertragsgesetz der Volksrepublik China: Übersetzung und Einführung. Hamburg, 1999; Wang Tay-Sheng: Legal Reform in Taiwan under Japanese Colonial Rule, 1895-1945. In The Reception of Western Law. Seattle – London, 1999; H. Piquet: Le droit du travail dans la Chine des réformes. Paris, 2000; X.Y. Li-Kotovtchikhine: La réforme du droit chinois par la codification. In RIDC 52 (2000), 529-552; Ph.C.C. Huang: Code, Custom, and Legal Practice in China. The Qing and the Republic Compared. Stanford (Cal.), 2001; Jiang Ping: L’orientamento del diritto civile del XXI secolo e la redazione del Codice cinese. In Roma e America. Diritto Romano Comune 12 (2001), 391-396; Shao Jiandong - E. Drewes: Chinesisches Zivil-und Wirtschaftsrecht. Hamburg, 2002; R. Heuser: Einführung in die chinesische Rechtskultur. 2a ed, Hamburg, 2002; R. Knieper: Die Bedeutung des Zivil- und Wirtschaftsrechts – Rechtssystem für Direktinvestitionen in der VR China. In ZVglRWiss 101 (2002), 220-233; U. Manthe: Die Rechtsentwicklung Chinas im 20. Jahrhundert.In Berliner Chinahefte 22 (2002), 3-18; D.C.K. Chow: The Legal System of the People’s  Republic of China in a Nutshell. St. Paul (Minn.), 2003; Xu Guodong: La struttura basilare del progetto di codice civile per la RPC dell’Università del Centro Sud di Scienze Politiche e Giurisprudenza di Wuhan e le Istituzioni di Gaio. Africana. In Rivista di studi extraeuropei 1 (2003), 175 ss.; Yingxia Su: Die Rechtsmängelhaftung des Verkäufers nach UN-Kaufrecht im Vergleich mit dem chinesischen Vertragsgesetz. In ZVglRWiss (2003), 101 ss.; E. Ponti: La recezione della cultura giuridica occidentale in Cina fra Ottocento e Novecento: il diritto cinese fra continuità e cesure. In Un inquieto ricercare. Scritti offerti a P. Caroni. Bellinzona, 2004, 407-434; Xu Guodong: Structures of Three Major Code Projects in Today’s China. In TECLF 19 (2004), 37-56; Jiang Ping: Lo sviluppo della elaborazione del Codice Civile Cinese e le principali controversie in dottrina in merito. In Roma e America. Diritto Romano Comune 17 (2004), 347-352; X. Guodong: Il diritto romano come ponte tra diritto cinese e diritto latioamericano. In Roma e America. Diritto Romano Comune 19-20 (2005), 431-440; H. Piquet: La Chine au carrefour des traditions juridiques. Bruxelles, 2005; R. Schulze: Der Einfluss des BGB in China. In Rechtstransfer durch Zivilgesetzbücher 29 (2005), 45-54; G. Crespi Reghizzi: Proprietà e diritti reali in Cina. In Mondo Cinese 126 (2006), 26 ss.; H. Julius: China auf dem Weg zu einem Zivilgesetzbuch: Zur Nichtverabschiedung des Sachenrechtsgesetzes. In Zeitschrift für Chinesisches Recht 13 (2006), 270-276; F. Münzel: Das revidierte Gesellschaftsrecht der VR China. In Zeitschrift für Chinesisches Recht, cit., 287-289; A. Serafino: In tema di diritto di proprietà in Cina. In RDC 52 (2006), 556 ss.; Mi Jian: Deutsches Recht in China seit der Politik der Reform und Öffnung. In Zeitschrift für Chinesisches Recht 14 (2007), 132-139; G. Terracina: Intorno alla legge sui diritti reali della RPC. In Index 35 (2007), 281-294; Xianzhong Sun: Die Rezeption der westlichen Zivilrechtswissenschaft und ihre Auswirkungen im modernen China. In RabelsZ 71 (2007), 644-662 e K.B. Pissler: Gläubigeranfechtung in China. Eine rechtshistorisch-rechtsvergleichende Untersuchung zur Rechtsplantation. Tübingen, 2008.

 

[64] R. Pound: Some Problems of the Administration of Justice in China. Nanking, 1948; Comparative Law and History as Basis for Chinese Law. In Harvard Law Review 61 (1947– 1948), 749–762; Ts’ao Wen-Yen: The Law in China As Seen by R. Pound. Taipei, 1953; R. Pound: The Chinese Civil Code in Action. In TLR 29 (1954–1955), 227–291; C. Petit: Harvard en Lyon. Lecturas de Roscoe Pound en el Institut de Lambert. In Excerptiones iuris: Studies in Honor of André Gouron. Berkeley, 2000, 503–547.

 

[65] Nella Repubblica Popolare Cinese all’inizio fu prevista la compilazione di un codice civile generale i cui preparativi risalgono al 1954. Tra il 1979 e il 1982 sono state preparate quattro bozze. Il terzo progetto risalente al 1981 conteneva 501 articoli, mentre il quarto del 1982 ne aveva 465. La peculiarità del quarto progetto del 1982 consiste nel fatto che la maggioranza degli articoli (esattamente 241) riguarda i contratti. Comunque se la codificazione generale del diritto civile è stata tuttora rimandata ciò si deve al fatto che contemporaneamente si è cominciata la regolamentazione con una legge autonoma dei contratti riguardanti la vita economica ed i rapporti economici internazionali (1985) a pari passo con la codificazione del diritto di successione.

 

[66] Tze Chien Wang: Entwicklungslinien und Reform des Chinesisch-taiwanischen Schuldrechts. In AcP 186 (1986), 237-267; Jong-Hyu Jeong: Umformung des japanischen Zivilrechts in Korea. In Wege zum japanischen Recht. Festschrift für Z. Kitagawa. Berlin, 1992, 171–198; Tze-Chien Wang: Rezeption und Fortbildung des amerikanischen Mobiliarsicherungsrechts in Taiwan. In Wege zum japanischen Recht. Festschrift für Z. Kitagawa, cit., 601-620.

 

[67] Bong Duck Chun: Wesen und Struktur des koreanischen Rechts. Einführung in die koreanische Rechtsgeschichte vor 1900. In Festschrift für Prof. A. Eckhardt zum 75. Geburtstag. Baden-Baden, 1960, 121-141; Bong-Keun Kal: Die Neugestaltung des koreanischen Familien- und Erbrechts. Standesamt, 1962, 135 ss.; Ki-Baik Lee: A New History of Korea. Seoul, 1985; Hyeong-Kyu Lee: Die Rezeption des europäischen Zivilrechts in Ostasien. In ZVglRWiss 86 (1987), 158-170; J.H. Grayson: Korea. A Religious History. Oxford, 1989; Ju-Chan Sonn: Die Entwicklung des koreanischen Gesellschaftsrechts. In Zur Rezeption des deutschen Rechts in Korea. Baden-Baden, 1990, 75-82; Cho Kyu-Chang: Koreanisches Zivilrecht und deutsches bürgerliches Recht. In Zur Rezeption des deutschen Rechts in Korea. Baden-Baden, 1992; Jong-Hyu Jeong: Umformung des japanischen Zivilrechts in Korea. In Wege zum japanischen Recht. Festschrift für Z. Kitagawa zum 60. Geburtstag. Berlin, 1992, 171-198; Kun Yang: Judicial Review and Social Change in the Korea Democratizing Process. In AJCL 41 (1993), 1-6; Yee-Heum Yoon: Zur religiös-kulturellen Situation im Korea der Gegenwart. In Modernisierung und Religion in Südkorea. Studien zur Multireligosität in einer ostasiatischen Gesellschaft. München, 1998, 77-86; Won-Ho Lee: Kurzer Abriß über koreanisches Recht in Vergangenheit und Gegenwart. In Festschrift für B. Großfeld zum 65. Geburtstag. Heidelberg, 1999, 687-700; G. Hamza: Európai magánjogi hagyományok Dél-Koreában. (Tradizioni di diritto privato europeo in Corea del Sud). In Magyar Jog 47 (2000), 692-694; Hyung-Bae Kim: Das deutsche BGB und das koreanische Zivilrecht. In AcP 200 (2000), 511 518; Korean Society. Civil Society, Democracy and the State. London, 2002; E. Bidet: Corée du Sud. Économie sociale et société civile. Paris, 2003.

 

[68] Il testo del codice civile coreano Cho Kyu-Chang: Koreanisches Bürgerliches Gesetzbuch. Textausgabe mit Einleitung und Erklärungen Koreanischer Rechtsbegriffe. Frankfurt am Main, 1980.

 

[69] Byoung Jo-Choe: Culpa in contrahendo bei Rudolph von Jhering. Göttingen, 1988.

 

[70] G.F. Zaide: Philippine History and Civilization. Manila, 1939; A.F. Agbayani: Commentaries and Jurisprudence on the Commercial Laws of the Philippines. Quezon city, 1964; J.L. Phelan: The Hispanization of the Philippines. 2a ed. Madison (Wisc.), 1967; M.J. Gamboa: An Introduction to Philippine Law. 7 ed. New York, 1969; R. Constantino: A History of the Philippines. New York, 1976; G.F. Zaide: Philippine History and Government. Manila, 1984; B. Bravo Lira: Tierras y habitantes de América y Filippinas bajo la Monarquia española. Situación jurídica y realidad práctica. In Poder y respeto a las personas en Iberoamérica. Siglos XVI a XX. Santiago de Chile, 1989, 8 ss.; W.L. Thompson: The Introduction of American Law in the Philippines and Puerto Rico, 1898-1905. Fayetteville – London, 1989; P.A. Rodell: Culture and Customs of the Philippines. Westport (Conn.), 2002; F.Gupit — D. Martinez: A Guide to Philippine Legal Materials 43 (1993); Handbuch Philippinen. Gesellschaft – Politik – Wirtschaft – Kultur. Bad Honnef, 2006.