L’INFLUSSO DELLE TRADIZIONI
DEL DIRITTO ROMANO E DEL DIRITTO PRIVATO EUROPEO-CONTINENTALE SUGLI ORDINAMENTI
GIURIDICI EXTRAEUROPEI – RASSEGNA GLOBALE
Università Eötvös Loránd Budapest
socio
ordinario
dell’Accademia
delle Scienze Ungherese
SOMMARIO: I. AMERICA DEL NORD. –
I.1. Gli Stati
Uniti d’America. – I.1.A. L’influsso del
diritto privato europeo-continentale sullo sviluppo giuridico degli Stati Uniti
d’America. – I.1.B. La dottrina privatistica
europea e la tradizione codificatoria negli Stati Uniti d’America. – I.2. Canada. – II. AMERICA
CENTRALE E MERIDIONALE. – II.1. Introduzione. – II.2. Gli Stati dell’America Centrale. – II.2.A. Haiti. – II.2.B. La Repubblica Dominicana. – II.2.C. Messico. – II.2.D. Costa Rica. – II.2.E. Salvador. – II.2.F. Honduras. – II.2.G. Nicaragua. – II.2.H. Panama. – II.2.I. Guatemala. – II.2.J. Cuba. – II.3. America del Sud. –
II.3.A. Bolivia. – II.3.B. Cile. – II.3.C. Argentina. – II.3.D. Colombia. – II.3.E. Ecuador. – II.3.F. Uruguay. – II.3.G. Paraguay. – II.3.H. Perù. – II.3.I. Venezuela. – II.3.J. Brasile. – II.3.K. Suriname. – II.3.L. Guyana. – II.4. Le tendenze all’uniformazione
del diritto privato negli Stati dell’America Centrale e dell’America del Sud. – III. AFRICA DEL SUD. – IV. ASIA. – IV.1. Ceylon (Sri Lanka). – IV.2. Siam (Thailandia). – IV.3. Indonesia. – IV.4. Giappone. – IV.5. Cina (Repubblica Popolare
Cinese e Taiwan). – IV.6. Corea del Sud. – IV.7. Le Isole Filippine.– Abstract.
Non è molto noto che, sullo
sviluppo giuridico degli Stati Uniti d’America (USA), oltre al common law, ha esercitato il suo influsso anche
il diritto privato europeo continentale, basato sostanzialmente sul diritto
romano (ius Romanum). Nel presente
contributo, si prenderà essenzialmente in esame l’influsso del diritto inglese,
spagnolo e francese sullo sviluppo giuridico statunitense, nonché il rapporto
fra la giurisprudenza statunitense e il diritto privato europeo continentale.
Inizialmente, l’ordinamento
giuridico e la pratica giuridica delle colonie americane della corona
britannica si basavano sul common law inglese, il quale però – prima di
tutto per quanto riguarda la pratica giuridica dei tribunali ecclesiastici (tribunalia ecclesiastica) sul
matrimonio, sul divorzio e sul testamento, nonché il diritto commerciale – ha
implementato diversi principi ed istituti dal diritto romano.
1) L’effetto del diritto privato europeo sullo
sviluppo giuridico della Louisiana[2]
Lo stato della Louisiana,
trovatosi prima sotto l’autorità spagnola, poi francese, e appartenente dal 1803
agli Stati Uniti d’America, approvò e fece entrare in vigore il suo primo
codice civile nel 1808. La gran parte dei paragrafi (articoli), nonché la
struttura del codice, redatto in lingua francese e tradotto successivamente in
lingua inglese, si basavano sul progetto (Projet)
de Code civil francese del 1800, e sul suo testo definitivo (1804)[3].
I suoi compositori (tra i quali
ha avuto un ruolo rilevante Edward Livingston [1764-1836]) presero in
considerazione, seppure dandogli minore importanza, il diritto spagnolo. Il
codice fu influenzato dalle opere di Jean Domat (1625-1696) e di Robert-Joseph
Pothier (1699-1772)[4].
Il primo Louisiana Civil Code (secondo il suo titolo originario A
Digest of the Civil Laws now in Force in the Territory of Orleans) contenne
diversi elementi del diritto romano del Code civil, dato che suoi
compositori, di filosofia conservativa, non immisero nel codice gli articoli
riflettenti l’influsso della rivoluzione francese. Il Code civil della
Louisiana del 1808 – similmente al Code civil francese – può
essere diviso in tre parti. La prima parte, ‘Sulle persone’, regola il diritto
delle persone, il matrimonio, il divorzio, l’adozione, il potere del padre (patria potestas) e la tutela. La seconda
parte, ‘Sulle cose e sulle alterazioni della proprietà’, riguarda la proprietà
sui beni mobili e immobili, le servitù prediali e personali, i diritti dei
vicini (‘iura vicinitatis’) e le
barriere di costruzione. Nella terza parte, ‘Sui differenti modi di acquisto
della proprietà’–la parte più estesa del codice– il legislatore regola i modi
di acquisto e di cessazione della proprietà ed in particolare l’eredità
legittima e l’eredità basata sulle ultime disposizioni, la donazione, i delicta,
i differenti tipi di proprietà ed in fine i contratti.
L’influsso del diritto romano
sul Code civil si mostra soprattutto nell’istituto giuridico
dell’usufrutto, se confrontato con il life
estate creato dal common law. Il
diritto privato della Louisiana, sempre al posto del remainder anglosassone, usa un terminus
technicus francese, la nue-propriété.
Il Louisiana Civil Code, similmente al Code civil francese (artt.
720-722) regolò – in base alle origini del diritto romano – l’eredità dei
commorienti (commorientes – artt. 934-939) adottando le regole dell’età
e del sesso del Code civil francese in materia di presunzione di
sopravvivenza (presumption of survivorship). Alcuni istituti del diritto
romano, come per esempio l’actio de deiectis et effusis (art. 177) o l’emptio
spei (art. 2451), ricevettero maggior importanza in seguito alle
esplorazioni dei giacimenti petroliferi. Può essere ricondotto al diritto
romano il fatto che, in Louisiana, la liberazione degli schiavi urtò meno
ostacoli che in altri Stati degli USA. Altra caratteristica dell’ordinamento
giuridico della Louisiana è che, fino al 1857, gli schiavi – al fine di
liberarsi – potevano anch’essi intentare processo (trial).
I redattori del secondo codice
in lingua francese e inglese, entrato in vigore nel 1825, oltre che al Code
civil, si inspirarono alle
opere di Jean Domat e di Robert-Joseph Pothier, e presero diversi elementi
direttamente dal Digesto di Giustiniano.
Il terzo codice, il Louisiana
(Revised) Civil Code, approvato nel 1870 nonostante le modifiche
legislative iniziate nel 1979, continua a seguire la tradizione del diritto
romano trasmessa dal Code civil francese,
ma rivedendo ciascun istituto giuridico (per esempio: la rappresentanza
negoziale, contractual agency); nel
caso di alcuni istituti, l’influsso del common law si fa sentire in maniera
più decisa: questo influsso in certi casi significa coincidenza esatta. Nel
caso di alcuni altri istituti, la coincidenza origina dalle premesse di
dogmatica storica. Negli ultimi decenni si può notare come il common law abbia guadagnato terreno nella
revisione (revision) del Louisiana
Civil Code.
Dobbiamo ricordare che – in base
al suo influsso all’estero – il Louisiana civil law trust mostra molte
somiglianze con il negozio fiduciario del diritto romano (fiducia cum creditore), il quale si differenzia dal common law trust soprattutto perché non divide il legal title dall’equitable
title[5].
Nonostante ciò, l’ordinamento
giuridico dello stato della Louisiana è caratterizzato dalla ‘pacifica
convivenza’ delle tradizioni giusromanistiche (diritto romano, diritto spagnolo
e diritto francese) con le tradizioni del common
law. In questo modo, il sistema giuridico della Louisiana, similarmente a
quello del Québec, della Scozia, del Sud Africa e di Ceylon (Sri Lanka) è un
ordinamento giuridico misto, appartenente agli Stati aventi una mixed
jurisdiction[6].
2) Il diritto privato europeo e lo sviluppo
giuridico degli altri Stati statunitensi
È molto facile documentare la
presenza del diritto romano nel caso della colonia (colony) più importante, la Virginia. Thomas Jefferson (1743-1826),
redattore della Dichiarazione d’Indipendenza del 1776 e successivamente
presidente degli Stati Uniti (1801-1808), ebbe conoscenze approfondite nel
campo del diritto romano e, nell’ambito della sua pratica di avvocato, citò spesso
le regole (regulae) nonché istituti
propri di quest’ultimo. Il primo professore di diritto della Virginia, George
Wythe (†1806)[7]
e Edmund Pendleton, rinomato giudice di quell’epoca, ritennero il diritto
romano la base della formazione giuridica e si riferirono alle sue tesi
nell’ambito della loro giurisdizione. In particolare, può essere riscontrato
direttamente l’effetto della Novella di Giustiniano CXVIII sullo statuto
sull’eredità legale (Virginia Succession Act) dello stato della
Virginia, stipulato da Jefferson e approvato nel 1785. Il riferimento alle tesi
del diritto romano ebbe un ruolo importante nelle aspirazioni di indipendenza
dal Regno Unito, e tale ruolo si riflette anche nel sistema giuridico. Le
sentenze della Corte Suprema (Supreme Court), pronunciate nei primi
decenni del XIX secolo, si basarono varie volte sul diritto romano, così come
le frequenti citazioni di Joseph Story ed altri giudici.
Negli Stati meridionali e
occidentali degli Stati Uniti d’America (Texas, Nuovo Messico, Arizona,
California, Utah, Nevada e alcuni territori, territories, del Colorado del Sud), il diritto romano rimase
diritto vigente fino alla metà del XIX secolo, tramite la mediazione del
diritto spagnolo. Nel Texas, accanto al common
law entrato in vigore ufficialmente nel 1840, il diritto spagnolo e il
diritto dell’acqua e delle miniere messicane, basate sul diritto romano,
rimasero in vigore fino al 1866. L’introduzione del common law avvenne nel 1849 in California e nel 1876 in Nuovo
Messico.
3) Le caratteristiche dello sviluppo giuridico
in Porto Rico[8]
Lo Stato libero (affiliato) di
Porto Rico (Commonwealth of Puerto Rico, Estado Libre Asociado de Puerto Rico), appartenente
agli Stati Uniti dal 1898, divenne autonomo nel 1951. Merita ricordare che, secondo
una leggenda, il nome dell’isola deriva dal suo esploratore José Poncé de Leon,
il quale la nominò porto ricco, ovvero puerto rico, nel 1493, in base
alla conformazione naturale dell’isola. La costituzione in vigore ancora oggi
fu approvata nel 1952. Porto Rico dispone anche di un’Alta Corte di Giustizia,
nella quale due dei cinque membri venivano originariamente designati dagli
Stati Uniti d’America.
La Facoltà di Giurisprudenza di
Porto Rico fu fondata nel 1888 a San Juan, ma il suo funzionamento cessò nel
1900, in seguito al cambio di dominazione. La nuova Facoltà di Giurisprudenza,
nel programma della quale l’insegnamento del common law ebbe una parte significativa, fu istituita nel 1913.
George W. Davis, il primo
governatore militare statunitense di Porto Rico, ebbe come scopo quello di far
passare in seconda linea il sistema giudiziario spagnolo. In base al Foraker Act, approvato nel 1900, fu
creata una commissione addetta alla compilazione e alla revisione delle leggi (leyes) di Porto Rico (Commission to Compile and Revise the Laws of
Puerto Rico). L’Alta Corte di Giustizia, con una deliberazione emanata nel
1902, sancì la forza obbligatoria delle dottrine e massime legali (legal maxims) statunitensi per i
tribunali. Secondo questa deliberazione, nell’interpretazione delle ‘leggi
spagnole’ nella fase giurisdizionale devono essere utilizzate le norme del common
law . Questi tribunali si riferirono per la prima volta alla
dottrina (doctrine) dello stare decisis nel 1903.
Il diritto privato di Porto Rico
venne in principio regolato dalla giurisprudenza coloniale spagnola. Anche dopo
la liberazione dal dominio coloniale spagnolo, Porto Rico conservò il diritto
privato spagnolo. Di conseguenza, il Código civil spagnolo del 1889
entrò in vigore a Porto Rico il 1° gennaio 1890 e rimase in vigore anche
successivamente.
In seguito al cambio di
dominazione, fu istituita una commissione preparatoria per la riforma del
codice civile spagnolo, la quale già nel 1902 modificò alcune disposizioni del Código
civil. La prima modifica generale del codice avvenne nel 1930, seguita nel
1976 da una riforma alquanto importante.
A partire dal 1976, il Código
civil di Porto Rico, differente dal codice civile spagnolo nella struttura
e in molti istituti giuridici, venne modificato ininterrottamente.
Nell’applicazione delle disposizioni del codice, raramente si fa riferimento
alla dottrina (giurisprudenza) e pratica giudiziaria spagnola.
Dobbiamo mettere in risalto che,
nel 1983, si tenne a San Juan un convegno per preparare la riforma generale del
Código civil di Porto Rico, a cui parteciparono sia giuristi pratici che
professori[9].
La commissione di riforma del Código
civil (Comisión de Reforma del Código civil) cominciò i suoi lavori nel
febbraio del 1998. Nel gennaio del 1999, vennero accettati i criteri direttivi
della revisione del codice civile di Porto Rico (Criterios Orientadores que
guiaràn el Proceso de Revisión del Código civil de Puerto Rico). La
commissione, nel corso della riforma del codice civile, prese in considerazione
l’Atto di Arequipa (Acta de Arequipa), avviato da Argentina, Bolivia,
Perù e Porto Rico e firmato tra il 4 e il 7 agosto 1999 nella città peruviana
di Arequipa. Il quarto punto dell’Acta de
Arequipa rese possibile nei Paesi latino-americani l’armonizzazione di
alcuni settori del diritto privato di rilevante importanza, in base all’origine
romano-germanica, la quale è un elemento indiscutibile dell’identità comune.
Con riguardo alle
caratteristiche ormai centenarie dello sviluppo giuridico di Porto Rico, il
diritto privato di questo Paese viene considerato quale una mixed
jurisdiction[10].
Considerati i lavori di codificazione, non è ancora chiaro quale parte avranno
le tradizioni giuridiche europee continentali e dell’America Latina nel nuovo
codice di Porto Rico.
A Porto Rico fu in vigore il
(secondo) Código de comercio spagnolo del 1885. Nonostante ciò, gli
istituti di questo codice vennero praticamente del tutto sostituiti dal diritto
commerciale statunitense.
Negli Stati Uniti, il diritto
romano ha dapprima avuto influsso sulla giurisprudenza (legal science) del XIX
secolo tramite la dottrina (doctrine)
giuridica inglese e la Pandettistica tedesca. Di seguito prenderemo in esame
tre fasi della storia della giurisprudenza americana:
a)
i commentari;
b) la codificazione;
c)
il periodo della consolidazione.
La codificazione del diritto
privato, basata sul diritto romano del XIX secolo, fu sollecitata da molti. In
questo ambito, ha un rilievo speciale l’influsso di Jeremy Bentham (1748-1832),
il quale in Inghilterra si incaricò della guida del movimento codificatorio.
Negli Stati Uniti d’America, i
codici, mancanti a livello federale e statale, vennero sostituiti da commentari
riassuntivi, da alcuni ritenuti ‘mini-codificazioni’, grazie all’opera di
William Blackstone intitolata Commentaries on the Laws of England.
I commentari, che trattano vari
istituti giuridici, e che sono stati redatti sulla base di Blackstone da Joseph
Story (1779-1854), ritenuto il patrono della ‘equity americana’, hanno
un’importanza speciale[12].
Story prese sempre in considerazione gli istituti del diritto romano (civil
law) a causa della razionalità di quest’ultimo.
Joseph Story fu parzialmente
contrario alla codificazione e preferì una consolidazione (consolidation) cioè una compilazione sistematica, legata al nome dell’imperatore
Giustiniano I (527-568). Hanno un’importanza rilevante i commentari di James
Kent (1763-1847), prestigiosi fino quasi ad avere l’autorità di un codice, i
quali trattarono il diritto americano (Commentaries on American Law
I-IV, 1826-1830). In questi commentari l’autore, che li concepì quali
‘Blackstone nazionale’, si riferì spesso al diritto romano.
Negli Stati Uniti d’America,
verso gli anni venti del XIX secolo, si rafforzò il movimento codificatorio, di
cui il rappresentante più conosciuto fu William Sampson (1764-1836). I
combattenti d’avanguardia del movimento riformatorio giuridico attaccarono con
veemenza il sistema dei precedenti e la dottrina dello stare decisis, che lega le mani al giudice, e presero a modello il Code
civil francese. Infatti, il diritto romano –come sottolinea anche Hugh
Swinton Legaré (1797-1843)– è capace di servire come base per la codificazione
del diritto tramite la sua caratteristica sistematica, a differenza
dell’‘incoerente’ common law. Questa opinione fu condivisa da David
Hoffmann, il primo professore di diritto romano dell’University of Maryland[13].
Il rappresentante più rinomato
del movimento codificatorio fu David Dudley Field (1805-1894), il quale
denominò la codificazione di Giustiniano (Corpus
iuris civilis) ‘una grande impresa del genio umano’ (a great achievement
of human genius). Nel 1846, David Dudley Field propose all’assemblea
costituzionale dello Stato di New York la preparazione di un codice civile
generale. Secondo costui, con l’approvazione di un codice civile generale si
sarebbe potuto realizzare lo stesso scopo della codificazione giustinianea:
sistemare il diritto in vigore e privarlo delle sue imperfezioni. La struttura
del progetto, composto da quattro libri e avente come scopo la codificazione
del common law (restatement), si basò sul sistema delle Istituzioni
di Gaio. Anche il Code civil francese e il Civil Code
della Louisiana non mancarono di avere effetti su quest’opera, mentre diversi
paragrafi, nonché 34 regole giuridiche apparivano direttamente influenzati dal
Digesto. Il codice di Field non venne accettato dallo Stato di New York[14],
ma esso ebbe effetti significativi sugli altri territori degli Stati Uniti
d’America: le disposizioni riguardanti i contratti entrarono in vigore negli
Stati della California, della Georgia, del Montana, del Dakota del Sud, del
Dakota del Nord e dell’Idaho.
Gli oppositori del codice, come
James Carter Coolidge (1827-1905), criticarono il progetto, perché non lo
ritenevano adatto a riassumere il diritto in modo sistematico. James Carter
Coolidge pubblicò tali sue opinioni nel 1883, nell’opera intitolata ‘The Proposed Codification of Our Common law’.
Questa disputa, sotto molti punti di vista, ricorda quella tra Friedrich Carl
von Savigny e Anton Justus Friedrich Thibaut all’inizio del XIX secolo.
I codici di ciascuno Stato, come
quello della California (1872), della Georgia (1860), dell’Idaho (1887), del
Montana, del Nord e del Sud Dakota (1865), rispecchiano in sostanza la
struttura del diritto romano in tutto, tranne che per quanto riguarda le
disposizioni sui contratti, sulla loro struttura e sulla loro terminologia. La
legislazione dello Stato della California approvò nel 1872 il Civil Code,
che si basò per lo più sul progetto di Field e che è ancora oggi in vigore, pur
essendo stato modificato varie volte. I lavori, al termine della revisione del
codice, vennero diretti dalla California Law Revision Commission,
costituita nel 1953. La struttura del codice, composto da quattro parti
(diritto delle persone, diritto di proprietà, diritto delle obbligazioni,
disposizioni generali), rispecchia l’impostazione del diritto romano. Lo stesso
si riferisce alla maggior parte delle massime giuridiche e regole che si
trovano nella parte IV del codice.
La necessità di una
compilazione/codificazione nel campo del diritto fu sostenuta anche dal
professore dell’Università di Harvard Oliver Wendell Holmes (1841-1935),
conoscitore del diritto romano e giudice della Supreme Court. Holmes fu rappresentante della Pandettistica
tedesca, ma, ciononostante, in contrasto con i rappresentanti della Scuola
Storica (Historische Rechtsschule),
rifiutò le trappole della Begriffsjurisprudenz. È legata al suo nome la
pubblicazione dei commentari di Kent (‘Commentaries
on American Law’, 1873).
È ascrivibile a merito di Friedrich
Kessler, conoscitore degli studi della Pandettistica tedesca il fatto che,
negli anni trenta-quaranta del XX secolo, la tesi di Rudolf von Jhering sulla culpa
in contrahendo, originante dal diritto romano, fu introdotta nel testo del Restatement
of Contracts.
Il diritto casuistico, spesso
sregolato e pieno di contraddizioni, richiedeva l’unificazione e la
consolidazione del sistema giuridico. Questo compito fu assunto dai
rappresentanti di un movimento giuridico di riforma non del tutto coeso (Law
Reform Movement). Nell’ambito della consolidazione del diritto, l’opera più
importante fu il Codice Commerciale Uniforme (Uniform Commercial Code,
UCC), emanato nel 1952 e accettato per primo dalla giurisprudenza dello Stato
della Pennsylvania nel 1954, modificato più volte (1962, 1972, 1978), il quale
unificò il diritto commerciale a livello federale. In relazione al Restatement, l’incarico di Chief Reporter
nella redazione dell’UCC fu assunto dal ben noto rappresentante della tendenza
del legal realism, Karl N. Llewellyn (1893-1962), ottimo conoscitore del
diritto tedesco, nonché della giurisprudenza tedesca[15].
È da notare che nelle parti dell’UCC redatte da Llewellyn rinacque la Voraussetzungslehre
di Bernhard Windscheid, elaborata sulla base del diritto romano[16].
In questa compilazione del diritto commerciale, che adotta la tecnica di
codificazione propria dell’Europa continentale, evidente appare anche
l’influsso di Rudolf von Jhering.
La nascita dell’American Journal of Comparative Law,
fondato negli Stati Uniti nel 1951, mostra
l’interesse per lo studio e per la codificazione del diritto privato
continentale europeo. Il fondatore di questa Rivista fu Hessel E. Yntema
(1891-1966), professore di diritto romano e di diritto comparato alla Columbia
University dal 1921, e, dal 1934 fino alla morte, all’Università di Ann Arbor.
Hessel E. Yntema prese parte attiva anche alle attività dell’UNIDROIT a Roma e
del Hague Conference of International Law.
Nonostante la Francia concesse la
regione del Québec nel 1763 alla Gran Bretagna, nel territorio di questa
regione si continuò ad utilizzare il diritto già in vigore, basato sulla Coutume
de Paris. L’Act of Parliament del 1791 ed il Constitutional
Act divisero il Québec in Haut et Bas-Canada. Nel Bas-Canada il diritto
inglese (il common law) non fu
introdotto, anche se dopo la proclamazione di Giorgio III, in seguito
all’accordo di Parigi del 1763, gli abitanti delle colonie britanniche
avrebbero dovuto vivere secondo il diritto inglese (the Enjoyment of the
Benefit of the Laws of our Realm of England). Il modello dei primi tre
libri del Code civil de la province de Québec (originalmente il suo nome
ufficiale fu: Code Civil of Low Canada), entrato in vigore nel 1866, fu
il Code civil francese. Il IV libro del codice tratta il diritto
commerciale e ha un’importanza particolare, poiché questo testo fu il primo a
regolare in un codice unico il diritto civile e il diritto commerciale. Gli
autori del codice − rispetto ai redattori del Code civil − si ispirarono
in maggior parte alle opere in vigore in Québec, cioè alla Coutume de Paris
e ai lavori di Robert-Joseph Pothier; tuttavia, sul codice lasciò la sua
impronta anche la tradizione del common law. Dopo una preparazione
durata quasi quattro decenni, nel 1994 entrò in vigore il nuovo codice civile (Code
civil de Québec), formato da dieci libri: tale codice conserva
fondamentalmente le tradizioni continentali, con radici riconducibili fino al
diritto romano. Il V libro del codice, regolante le obbligazioni, contiene sia
i contratti di diritto civile e sia quelli di diritto commerciale.
Le regole riguardanti la fiducia
nel nuovo Code civil du Québec (fiducie, artt.1260-1298), conosciute già
parzialmente dal primo codice di diritto privato del Québec del 1866, si basano
in parte sulle tradizioni del diritto romano ed in parte sul trust del diritto angloamericano. Il Code civil du Québec mostra le
caratteristiche della mixed jurisdiction[18].
Il codice di diritto privato
canadese del 1866 entrò formalmente in vigore anche a Saint Lucia. Quest’isola,
indipendente dal 1979 e appartenente alla Comunità delle Nazioni (Commonwealth of Nations), fu colonia (colonie) francese fino al 1814.
Gli Stati dell’America Centrale
e Meridionale[20],
i quali furono per decenni sotto il dominio della Francia, dell’Olanda, del
Portogallo e della Spagna, conservarono le tradizioni del diritto romano
mediato dagli Stati colonizzatori. In questi Stati, la base teorica del diritto
e colonna dell’istruzione giuridica universitaria fu formata dal diritto
romano. Nella codificazione del diritto romano, accanto al Code civil
francese, hanno avuto grande importanza la giurisprudenza coloniale spagnola
(così la Recopilación de las Leyes de las Indias), le compilazioni
ufficiali spagnole (la Nueva Recopilación e la Novísima Recopilación),
il Código civil spagnolo, il Codice civile generale austriaco (ABGB), il
Burgerlijk Wetboek olandese del 1838, il codice civile portoghese del
1867, il BGB tedesco, la legge svizzera sulle obbligazioni (OR) ed il Codice
civile svizzero (ZGB). Il Codice civile italiano del 1942 influenzò e sta
influenzando ancora oggi i progetti e i codici civili e commerciali redatti
nella seconda metà del XX secolo.
Riguardo alla fase preparatoria
delle codificazioni, dobbiamo menzionare il progetto di codice civile spagnolo
di Florencio García Goyena (1851), il quale fu preso in considerazione dai
redattori di più Stati dell’America Centro-Meridionale, soprattutto prima
dell’entrata in vigore del codice civile spagnolo nel 1889. In dottrina,
accanto alle tradizioni di diritto privato degli Stati ex-colonizzatori, ebbe
un ruolo importante la Scuola storica del diritto (la Pandettistica tedesca).
Il progetto di diritto privato,
preparato dal giusromanista di Panamá Justo Arosema (1817-1896), per quanto
riguarda la terminologia usata, segue la codificazione giustinianea. Anche se
questo progetto non entrò in vigore né a Panamá (appartenente in origine alla Colombia)
né in Colombia, esso influenzò la codificazione del diritto privato
nell’America Centro-Meridionale. Il romanista di Panamá, rinomato anche per le
sue opere nel territorio del diritto costituzionale, fu il primo ad insistere
sull’integrazione del diritto latino-americano tramite il diritto privato e la
codificazione basati sulle tradizioni del diritto romano.
Negli Stati dell’America
Centro-Meridionale, in seguito all’influsso francese, durante il XIX secolo
furono approvati codici commerciali indipendenti (código de comercio, code
de commerce). In conseguenza, nel continente è ancora in vigore una
tendenza dualista (il concetto dell’autonomia del diritto commerciale)[21].
Dobbiamo poi ricordare il fatto,
poco conosciuto, che il ius Romanum è in vigore in Antartide, dove due
Stati dell’America Meridionale – Argentina e Cile – rivendicano una parte
significante del territorio, sebbene tale pretesa non sia riconosciuta dal
diritto internazionale.
Il codice civile di Haiti,
colonia spagnola e successivamente francese, approvato nel 1825 ed entrato in
vigore l’anno seguente, fu in vigore su
tutto il territorio dell’isola di Hispaniola.
Il codice si allinea al Code civil sia dal punto di vista del contenuto
che del linguaggio. I redattori del codice, per quanto riguarda alcuni istituti
giuridici, tennero conto anche delle tradizioni giuridiche consuetudinarie di
Haiti. Tutto ciò è principalmente vero per il diritto di famiglia ed il diritto
delle successioni. Merita di essere menzionato il Code rural approvato
nel 1961.
Il diritto commerciale fu
ricodificato nel 1949, e venne così abrogato il Code de commerce
francese introdotto precedentemente. Durante i lavori preparatori della
codificazione, i redattori del nuovo codice presero in considerazione anche lo
sviluppo del diritto commericale di numerosi Stati europei.
In origine colonia spagnola e
francese, la Repubblica Dominicana adottò nel 1845 il Code civil
francese. Successivamente, nel 1884, entrò in vigore la traduzione spagnola del
codice.
In questo stesso anno, fu
approvato il codice commerciale, il quale con varie modifiche è tutt’oggi in
vigore.
La prima costituzione della
federazione messicana, approvata nel 1824, diede potere legislativo al
Congresso Federale solamente per quanto riguarda il diritto fallimentare.
Successivamente, l’approvazione del codice civile fu compito di ciascun Stato o
territorio.
Il primo codice civile del
Messico fu quello dello Stato Libero (Estado
libre) di Oaxaca, redatto tra il 1827 ed il 1829. Questo codice seguì, sia
per quanto riguarda la struttura, sia per quanto riguarda il contenuto, il Code
civil francese.
I codici civili messicani del
1871 e del 1884 mostrarono in modo molto meno evidente l’influsso del diritto
romano. Il codice del 1870 si basò sul progetto di Justo Sierra. Durante la
redazione del codice, il quale entrò in vigore solo nel Distretto Federale della
capitale e sul territorio della California del Sud (Territorio de Baja
California), furono presi in considerazione i principi del diritto romano,
la legislazione coloniale (legislación
colonial) spagnola, il Code civil francese, il Codice civile generale
austriaco (ABGB), il codice civile del Piemonte, il codice civile olandese del
1838, nonché il progetto di codice civile spagnolo legato al nome di Florencio
Garcia Goyena. Il codice del 1884, il quale entrò in vigore in un territorio
formalmente equivalente a quello del codice del 1871, può essere considerato
più una riforma di piccola misura che un codice civile del tutto nuovo.
La struttura federale del
Messico viene regolata dalla costituzione, approvata nel 1917, che è tutt’ora
in vigore. Successivamente, i 29 Stati membri, i due territori, ed anche il Distrito
Federal de México dispongono ciascuno di un codice civile. Questi 32 codici
però mostrano similitudini anche dal punto di vista strutturale e del
contenuto.
Ciò è dovuto in gran parte al
fatto che il codice del Distretto Federale della capitale serve da esempio ai
codici degli altri Stati. Il codice del Distrito fu approvato il 30
agosto del 1928. La sua entrata in vigore avvenne il 1° ottobre del 1932. Le
modifiche più rilevanti del codice avvennero nel 1965 e nel 1977. I redattori
del codice si attennero al BGB tedesco, al Codice civile svizzero, nonché al
Progetto italo-francese delle obbligazioni e dei contratti (Projet Franco-italien des obligations et
contrats) del 1927.
I codici di diritto privato,
vigenti sul territorio del Messico di oggi, possono essere suddivisi in quattro
gruppi: a) il gruppo degli stati che hanno interamente approvato il codice del
1928 - questi costituiscono la maggioranza, b) il gruppo degli stati che con
alcune modifiche strutturali e contenutistiche hanno approvato il codice del
1928, c) il gruppo degli stati che si sono attenuti ad entrambi i codici
sopraccennati, d) il gruppo degli stati il codice civile dei quali si basa sul
codice del 1884.
La struttura del Código civil, approvato nel 1928, è la seguente:
disposizioni introduttive (artt. 1-21), diritto delle persone (artt. 22-476),
diritti reali (artt. 477-1181), diritto delle successioni (artt. 1182-1791),
diritto delle obbligazioni (artt. 1792-3074). Questo codice segue le tradizioni
del diritto romano per quanto riguarda gli istituti giuridici del diritto delle
obbligazioni, ma prende spunto sotto vari aspetti anche dal Code civil francese.
Nel maggio del 2000, nel Distrito
Federal de México fu approvato un nuovo codice civile.
La costituzione del 1857
autorizzò il Congresso Federale solamente all’approvazione dei principi della
legislazione commerciale (legislación
comercial). Per regolare il diritto commerciale a livello federale fu
necessario modificare la costituzione. Questo avvenne nel 1883 e nel 1884.
Il diritto commerciale viene
regolato dal codice commerciale approvato nel 1889, vigente su tutto il
territorio della federazione. Il Código de comercio fu modificato varie
volte. L’attività delle società commerciali venne regolata da una legge a parte
(ley especial), approvata nel 1934.
Questa legge fu modificata nel 1980 e nel 1982.
In Costa Rica, nel 1841, fu
approvato un codice generale (Código general), il quale, a parte il diritto
privato, conteneva sia il diritto penale, che quello processuale civile e
penale. Sulla parte del codice che regola il diritto privato esercitò un ruolo
rilevante il Codice Santa Cruz nella versione del Codice per lo Stato
Nord-Peruviano promulgato nel 1836. È da notare che il testo Código Santa
Cruz è leggermente diverso
dal Código civil della Bolivia, risalente al 1830.
Il primo codice civile vero e
proprio, approvato nel 1886 ed entrato in vigore nel 1888, contiene il
materiale tradizionale del diritto privato. Anche questo codice si basa sulle
tradizioni europee di diritto privato ed è tutt’oggi in vigore, dopo essere
sopravvissuto a varie modifiche. Queste si riferiscono soprattutto al diritto
di famiglia, prima parte del Código civil, ma dal 1973 regolato in un codice indipendente.
Il diritto commerciale è
regolato dal Código de comercio,
approvato nel 1964, il quale fu varie volte modificato negli ultimi decenni. Il
primo codice commerciale, risalente al 1853, rimase in vigore solo per quanto riguarda
il diritto commerciale marittimo.
Il Codice civile del Salvador
entrò in vigore nel 1860. I redattori del codice presero come modello il Codice
civile cileno di Andrés Bello. Il codice mostra anche l’influsso del Code
civil francese nonché del diritto coloniale spagnolo (derecho colonial español).
Durante il XX secolo, il codice
fu modificato varie volte; tra le più importanti modifiche dobbiamo citare
quelle del 1902, del 1928, del 1937, del 1955 e del 1958: nel corso di tali
modificazioni novellari del codice, i redattori presero in considerazione il
BGB tedesco, il ZGB svizzero e il Codice civile italiano del 1942.
Il Codice di commercio del
Salvador, approvato nel 1970 ed entrato in vigore nel 1971, è tutt’oggi in
vigore. Il Codice commerciale del 1970 fu modificato (modernizzato) varie
volte.
Il primo codice civile
dell’Honduras fu promulgato nel 1880. I redattori del codice del 1880 presero
come modello il Codice civile cileno di Andrés Bello.
Il Codice civile approvato nel
1906 in vigore è il terzo codice civile del Paese. Il codice civile
dell’Honduras segue la struttura del Code civil francese. Le modifiche
entrate in vigore nel frattempo non modificarono la struttura del codice.
L’entrata in vigore del codice
di commercio, tutt’ora vigente, avvenne nel 1950. Il Código de comercio
fu varie volte modificato nelle sue parti riguardanti le società commerciali.
Il vigente codice civile del
Nicaragua entrò in vigore nel 1904 riflettendo l’influenza del codice civile di
Bello. La riforma del codice del 1904 più ampia avvenne nel 1929. A partire da
questa data, la revisione del codice, basata sui risultati delle codificazioni
europee, è tutt’ora in corso.
Il codice di commercio, emanato
nel 1916, ha vissuto la sua più ampia modifica nel 1949. Da allora, il Código
de comercio è stato modificato solo in piccola parte.
Il primo codice civile di Panamá
– appartenente anteriormente alla Colombia – fu approvato nel 1916. I suoi
redattori si attennero al Codice civile cileno, approvato nel 1855. Panamá
prima di essere diventato uno Stato indipendente nel 1903 era parte della
Colombia. Nel territorio di Panamá attuale prima dell’indipendenza vigeva il
Codice civile cileno di Andrés Bello. È da menzionare che i redattori del
Codice civile attuale presero in considerazione anche il Código civil spagnolo del 1889.
Anche il Codice di commercio
entrò in vigore nel 1916. L’attività delle società commerciali è regolata dalle
leggi emanate nel 1927 e nel 1946. Il Codice di commercio di Panamá, da allora,
fu modificato varie volte.
Il vigente Codice civile del
Guatemala, emanato nel 1963, entrò in vigore nel 1964. I redattori del terzo
codice civile del Paese, a parte il Code civil francese, si attennero ai
più importanti codici civili europei.
Il nuovo Codice di commercio del
Guatemala, promulgato nel 1970, entrò in vigore nel 1971.
A Cuba, appartenente alla Spagna
come colonia fino al 1898, il Código civil entrò in vigore nel 1889,
contemporaneamente alla Spagna. Il codice civile rimase in vigore anche dopo
che il paese venne a trovarsi sotto l’influsso degli Stati Uniti d’America
(USA). Il suddetto influsso fondamentalmente non ebbe nessun impatto sul
diritto privato.
Il codice rimase formalmente in
vigore anche dopo i cambiamenti politici ed economici, susseguitisi dopo il
1959. Ampie riforme vennero effettuate nel campo del diritto di famiglia e del
diritto del lavoro. Nel 1975, fu approvata la legge sul diritto di famiglia, la
quale riflette una forte impronta socialista. Il codice di diritto del lavoro,
entrato in vigore nel 1984, fu approvato nel 1985. Inoltre, la proprietà
privata e la libertà contrattuale vennero in gran parte ristrette.
Il Codice civile di Cuba, basato
sull’ideologia socialista, fu approvato nel 1988 [28].
Questo codice, conformemente ai codici dei Paesi socialisti europei, regola
solamente alcuni campi del diritto privato classico. Il Código civil, costituito da 547 articoli, è
suddiviso in quattro libri. Il codice, nel senso classico della parola, non
dispone di una Parte Generale. Al suo posto troviamo delle disposizioni
generali, costituite da 21 articoli. Il titolo Relación Jurídica, che si
trova nel primo libro, ricopre il ruolo di Parte Generale. Nonostante i
cambiamenti politici, i redattori del codice civile cubano conservarono la
dommatica avente radici nelle tradizioni di diritto romano.
Anche a Cuba fu vigente il
(secondo) Código de comercio spagnolo del 1885. Questo codice perse il
suo vigore all’inizio degli anni sessanta del secolo XX, in gran parte come
conseguenza dei cambiamenti politici ed economici.
Il codice civile boliviano del
1830 fu il primo codice di diritto privato dell’America del Sud. Esso prese
come base in gran parte il Code civil francese. I redattori presero in
considerazione –particolarmente per quanto riguarda il diritto ereditario–
anche la legislazione coloniale spagnola, nella quale un ruolo eminente era
ricoperto dal diritto romano. L’influsso del Code civil francese è
motivato principalmente dal fatto che, nel periodo della codificazione, i
redattori non avevano a disposizione un codice civile spagnolo da poter seguire
come esempio.
Il codice boliviano del 1830
manifesta la sua influenza sia sul codice civile peruviano del 1851, sia sul
codice civile entrato in vigore in Costa Rica nel 1841.
Anche il codice civile del 1845
della Bolivia è una versione in lingua spagnola del Code civil francese. Il nuovo codice civile
boliviano, elaborato in misura preponderante sulla base del Codice civile
italiano del 1942, venne promulgato nel 1975 ed entrò in vigore un anno dopo,
nel 1976.
In Bolivia, i preparativi del
nuovo Código civil sono
terminati. Durante la redazione del Proyecto, oltre i codici dei Paesi
dell’America del Sud e quelli dell’America Centrale, furono presi in
considerazione i codici civili europei ed extraeuropei, appartenenti alla
famiglia giuridica romano-germanica. Assieme ad Argentina, Perù e Porto Rico,
anche la Bolivia prese parte in modo attivo alla conferenza tenuta tra il 4 e
il 7 agosto del 1999 in Perù nella città di Arequipa, promuovendo
l’accettazione dell’Acta de Arequipa, la quale fissa i principi della
legislazione del diritto privato.
Nel 1934, venne promulgato il
primo codice di commercio della Bolivia, mentre il codice attualmente in vigore
venne promulgato nel 1972, entrando in vigore cinque anni dopo, nel 1977.
Il Codice civile cileno,
promulgato nel 1855 ed entrato in vigore nel 1857, il quale – salvo alcune
piccole modifiche – è tuttora in vigore, dal punto di vista del contenuto
segue, almeno in parte, il Code civil francese. Il Código de la
República de Chile, pur
non contenendo una Parte Generale, diverge per quanto riguarda la struttura,
dal modello francese. L’autore del codice, Andrés Bello (1781-1865) -cultore
tra l’altro, del diritto romano- tenne
in considerazione sia la dogmatica giuridica spagnola saldamente legata alle
tradizioni del diritto romano, sia le tesi della pandettistica tedesca,
principalmente quelle di Savigny. Durante il lavoro, Andrés Bello prestò
attenzione tra l’altro al Code civil francese, al Codice Civile Generale
austriaco (ABGB), al Louisiana Civil Code, all’Allgemeines Landrecht
prussiano e al Burgerlijk Wetboek del 1838. Come già ricordato, il
codice non dispone di una Parte Generale e ha la seguente struttura: il Título
preliminar contiene le disposizioni generali, seguito dalla parte riguardante
il diritto delle persone, la parte dei diritti reali, la parte del diritto
delle successioni, a cui vengono aggiunti gli articoli che regolano le
donazioni tra vivi, ed infine le obbligazioni contrattuali.
Se si compie una valutazione
generale del codice, Bello riuscì a comporre un’opera assolutamente originale e
tuttora estremamente funzionale, nonostante i continui cambiamenti sociali.
Il codice di Bello venne
impiegato nel corso dei lavori preparatori di vari codici di diritto civile,
così nel 1860 in Ecuador, nel 1871 in Venezuela, nel 1887 in Colombia, poi in
vari Paesi dell’America Centrale, come Nicaragua, Guatemala, Honduras, Salvador
e Panamá. Il codice di commercio cileno venne promulgato nel 1865 ed entrò in
vigore nel 1867. Il codice che, a pieno diritto, può essere considerato
un’opera originale, ebbe un grande influsso sulla legge commerciale di Panamá
(1869), del Guatemala (1877), dell’Ecuador (1882), della Colombia (1887),
dell’Honduras (1888) e del Salvador (1904).
Questo Código de comercio
venne modificato fondamentalmente nel 1983. È da notare che il diritto delle
società commerciali venne regolato da una legge autonoma, emanata nel 1981.
La Costituzione argentina, entrata
in vigore nel 1853, autorizzò il governo federale a svolgere un lavoro
legislativo al livello federale, tra l’altro anche per la regolamentazione del
diritto civile e di quello commerciale[31].
Il risultato di questo lavoro fu
il Codice civile argentino, promulgato nel 1869 ed entrato in vigore nel 1871,
il quale ebbe in sostanza come modello il Code civil francese. L’autore,
il professor Dalmacio Vélez Sársfield (1800–1875)[32],
civilista e noto studioso del diritto romano, fu influenzato dalle opere di Robert-Joseph
Pothier, dalla dottrina giuscivilistica spagnola nonché dal Codice civile
cileno di cui sopra. Il testo del Codice civile argentino nacque dal testo del
progetto redatto tra il 1864 e il 1869 da Dalmacio Vélez Sársfield che, a sua
volta, si basò sull’opera di Augusto Teixeira de Freitas, scritta tra il 1860 e
il 1864 sui principi del codice civile brasiliano (Esboço de Código civil); prese in considerazione, inoltre, anche il
codice prussiano (Allgemeines Landrecht für die preußischen Staaten). Il
Código civil argentino si divide in quattro parti: diritto delle persone
e familiare, diritto delle obbligazioni, diritti reali e diritto delle
successioni.
Gli istituti regolati nel codice
subirono diversi cambiamenti e cambiò pure l’interpretazione dottrinale, ma non
per questo divenne necessaria una sua riforma oppure modifica. Nonostante
questo, dopo la Prima Guerra Mondiale si avviarono i lavori per una revisione
completa del codice.
Nel 1926 venne nominata una
commissione per l’elaborazione di un progetto di riforma del Codice civile.
Questa commissione incaricò ad uno dei suoi membri, il noto professore Juan
Antonio Bibiloni (1860-1933), di preparare la stesura di un progetto
preliminare (Anteproyecto) di un
nuovo codice civile. Il progetto preliminare venne terminato nel 1930. La
stessa commissione nominata nel 1926 elaborò il c.d. Progetto del 1936. È da
menzionare che il progetto preliminare elaborato da Bibiloni servì da base al
testo del Progetto del 1936 che poi alla fine non venne accolto.
Nel 1954, il Ministero della
Giustizia argentino affidò l’incarico di elaborare il nuovo codice civile al
professor Jorge Joaquín Llambías (1911-1981); tuttavia, la riforma del codice
venne rinviata in conseguenza degli avvenimenti politici sopravvenuti.
Nel 1968, in vista delle riforme
progettate, il Codice civile argentino fu ampiamente modificato.
Nel 1987, la riforma del codice
civile fu messa di nuovo all’ordine di giorno. Già in quell’occasione si discusse
dell’eventuale adozione dell’impostazione monista[33].
Il progetto di riforma del codice civile del 1987 era un progetto che prevedeva
l’unificazione della legislazione civile e commerciale (código unificado).
Nel 1993 sono stati presentati
altri due progetti di riforme al codice civile. Uno fu elaborato da una
commissione nominata dalla camera dei deputati (cámara de diputados). Questo progetto era molto simile a quello del
1987. Questo Proyecto però non fu sottoposto al Senato. Un altro
progetto fu elaborato da una commissione nominata dall’allora Presidente della
Repubblica.
Nel 1995, venne incaricata una
nuova commissione per preparare la riforma del codice civile.
Il nuovo progetto, basato
sull’impostazione monista (concept
moniste), venne terminato nel dicembre del 1998 [34].
Il progetto del 1998, il quale prevedeva in un’unica legge la regolamentazione
del diritto civile e commerciale (ma non quello marittimo), fu presentato al
Congresso nel luglio del 1999. Le modifiche proposte dalla Commissione legislativa
del Congresso hanno fatto sì che questo progetto non venisse accolto.
Nell’aprile del 2001, 9 dei 13 membri della Commissione rassegnarono le loro
dimissioni; di conseguenza, il nuovo codice civile argentino non fu approvato
nel 2001.
Nel 2011 fu nominata una nuova
commissione che elaborò il c.d. Progetto di codice civile e commerciale del
2012 cioè un código unificado.
Il codice civile argentino fu
adottato, nel 1876, anche dal Paraguay, ed ha fortemente influenzato quello
dell’Uruguay; nel 1889, persino i redattori del Código civil spagnolo lo
presero in seria considerazione durante il lavoro di codificazione; infine,
esso venne usato da modello praticamente in tutti i Paesi dell’America del Sud
e dell’America Centrale nel corso delle riforme attuate[35].
Il primo codice commerciale
venne approvato in Argentina nel 1862. Tra i redattori, accanto a Eduardo
Acevedo, troviamo Dalmacio Vélez Sársfield, il quale partecipò in modo attivo
ai lavori[36].
È da notare che Eduardo Acevedo
e Dalmacio Vélez Sársfield sono gli autori (redattori) del Codice di commercio
dello Stato di Buenos Aires del 1857 che all’epoca fu separato dalla
Confederazione Argentina.
Il Codice commerciale del 1862
venne sostituito nel 1889 dal Código de comercio tuttora vigente. La legge commerciale argentina fu modificata
diverse volte dalla sua entrata in vigore. Merita uno speciale riguardo la
legge del 1972 sulla regolamentazione delle società commerciali.
Rispetto al sistema
costituzionale della Colombia[38] è
da notare che questo Paese passò per diverse forme politiche, confederazione,
pluralità di Stati aventi sovranità ma parti integranti della confederazione,
stato federale, prima che fosse costituita la odierna Repubblica (unitaria)
della Colombia nel 1886 [39].
Il Codice civile cileno di
Andrés Bello fu adottato prima dell’anno 1858 come código civil di alcuni degli Stati membri della Confederazione.
Il primo codice civile della
Colombia, chiamata Nuova Granada fino al 1863 – in riguardo alla regione
Santander di Colombia – prese il nome di Código civil de Santander.
Questo codice fu promulgato nel 1858 ed entrò in vigore nel 1860.
Il Código civil, approvato nel 1873 – quasi quindici
anni dopo – entrò in vigore nel 1887. Similarmente al suo antenato, anche questo
codice tuttora in vigore fu influenzato dal Codice civile cileno di Andrés
Bello.
La parte regolante le società
civili fu abrogata nel 1995, mentre le altre parti del Codice civile del 1887
furono modificate già molti anni prima, nel 1970.
Il vigente Codice di commercio
della Colombia risale al 1971 ed è in vigore dall’anno successivo. La
regolamentazione delle società commerciali fu modificata più volte.
Il codice civile dell’Ecuador fu
approvato nel 1861. I redattori del codice presero in considerazione
soprattutto il Código civil cileno. A partire dalla sua entrata in
vigore, il codice fu modificato varie volte. Durante le modifiche, i redattori
si basarono, oltre che sul codice delle obbligazioni e sul codice civile
svizzero, sul Codice civile
italiano del 1942; tuttavia, l’impostazione monista (concept moniste) non prevalse in Ecuador.
Il codice di commercio (Código de comercio), a partire dalla sua
entrata in vigore nel 1906, fu modificato più volte a causa della modernizzazione.
Il codice civile dell’Uruguay (Código civil de la República Oriental del
Uruguay) fu promulgato nel 1868 ed entrò in vigore nel 1869. Da allora, il
codice fu modificato diverse volte. Il redattore del codice fu Tristán Narvaja
(1819-1877), giurista rinomato, cultore del diritto privato. Il codice fu
influenzato dal progetto preparato da Eduardo Acevedo (1815-1863) tra il 1847 e
il 1849, pubblicato nel 1852, dal codice civile cileno, legato al nome di
Andrés Bello e dal Codice civile argentino elaborato da Dalmacio Vélez
Sársfield.
Il codice di commercio, redatto
nel 1865, e tutt’ora in vigore, è stato varie volte modificato con riguardo
alle società commerciali.
Il Paraguay adottò il codice
civile argentino nel 1877. Esso fu sostituito dal codice promulgato nel 1985,
in vigore dal 1987. Il codice segue in parte il sistema delle Pandette.
Il nuovo Código civil –
unico tra i codici di diritto privato nell’America Centrale e Meridionale –
segue in parte il code unique, dal momento che regola il diritto civile
ed alcuni istituti del diritto commerciale, come per esempio le società
commerciali, i contratti bancari.
Per gli istituti non regolati in
questo codice è rimasto applicabile il codice di commercio del 1889, entrato in
vigore nel 1891 al posto del Código de comercio del 1846. Il modello di
questa legge fu il codice di commercio argentino, approvato nello stesso anno;
tuttavia, questo codice non regola in modo completo il diritto commerciale.
Il primo codice civile peruviano
fu promulgato nel 1851, ed entrò in vigore nell’anno seguente. Questo primo
codice fu influenzato in maniera evidente dal Código civil boliviano del
1830.
I redattori del codice civile peruviano
del 1936 presero in considerazione la codificazione argentina e brasiliana,
oltre al BGB tedesco ed al ZGB svizzero.
Il nuovo codice civile del 1984
mostra prima di tutto i segni dell’influsso del Codice civile italiano; tale Codice del 1984, in vigore dal
1985, è una delle codificazioni di diritto privato più moderne dell’America
Latina. Nonostante il forte influsso italiano, in Perù rimase in vigore il Código
de comercio autonomo: in pratica nel campo del diritto commerciale, il
codice civile viene utilizzato come lex generalis: di conseguenza, in
questo Paese, in seguito all’approvazione del nuovo codice civile,
l’impostazione monista svolge un ruolo importante.
Il codice di commercio
promulgato nel 1902, prese il posto del Código de comercio del 1853, ed
è ancora oggi in vigore. Il codice fu modificato significativamente nel 1966,
riguardo alle società commerciali.
In Venezuela, il progetto del
codice di diritto privato fu preparato da Julián Viso nel 1854, ma questo non
ebbe copertura legislativa. In Venezuela, sino ad oggi, furono approvati sette
codici civili. Il primo, promulgato nel 1862 ed entrato in vigore nel 1863, fu
influenzato dal Código civil cileno, dal progetto di Julián Viso e dal
progetto di codice civile spagnolo del 1851. Questo codice, entrato in vigore
in modo provvisorio grazie al presidente José A. Páez, rimase in vigore
solamente per quattro anni. Il codice civile seguente, promulgato nel 1867, fu
influenzato dal Code civil francese.
Il terzo codice civile
venezuelano, emanato nel 1873, era fortemente influenzato dal Codice civile
italiano del 1865. Il Codice civile del 1873 fu derogato dal nuovo codice di
diritto privato approvato durante il governo liberale di G. Blanco, nel 1880.
Questo fu riposto dal quinto Código civil del 1896. Il codice civile del
1916, approvato durante il governo di M. Bustillas, si basò in maggior modo
sulla dottrina della giuscivilistica italiana ed, in contrasto con gli altri
codici, usò una terminologia più sofisticata. Nel 1922, sotto il governo di J.
Vincente Gómez, fu approvato il settimo codice civile venezuelano, in vigore
fino al 1942.
Il codice civile tutt’ora in
vigore, approvato nel 1942, è molto simile al Codice civile del 1873 basandosi
soprattutto sul Code civil francese, ma importa alcuni istituti dal
codice civile svizzero del 1907, da quello messicano del 1928 e dal Progetto
italo-francese di codice delle obbligazioni e dei contratti (Projet Franco-italien des obligations et
contrats) del 1927. Il Codice civile del 1942 è stato modificato dalla Ley
de reforma parcial de Código civil nel 1982.
Nel 1919 fu approvato il Codice
di commercio del Venezuela, modificato in modo significativo nel 1955. Da
allora fu modificata soprattutto la parte riguardante le società commerciali (sociedades mercantiles).
L’influsso del diritto romano è
percepibile anche sul codice civile brasiliano. L’iniziativa della
codificazione del diritto privato risale all’impero brasiliano, ovvero al
periodo precedente alla proclamazione della repubblica nel 1889. Alcuni autori
ritengono l’imperatore Pedro II –proprio grazie alla codificazione del diritto
privato– il ‘Giustiniano brasiliano’.
In Brasile, diventato
indipendente nel 1822, una legge approvata nel 1823 mantenne in vigore anche
gli statuti –così le Ordenações Filipinas (1603)– i decreti e le leggi
portoghesi promulgate prima del 25 aprile 1821. L’articolo 179 della prima
costituzione brasiliana (1824) dispose sulla creazione della legge di diritto
civile e penale.
L’autore della prima
consolidazione di diritto privato del Brasile indipendente (Consolidação das Leis Civis) fu Augusto
Teixeira de Freitas (1816-1883), il quale cominciò la preparazione della
compilazione nel 1857 su incarico governativo, seguendo le Ordenações
Filipinas, di fatto in vigore ed usate nella pratica giuridica fino
all’entrata in vigore del codice civile brasiliano. Le Ordenações
stranamente, pur avendo una Parte Generale (Parte
geral), non contenevano delle disposizioni sui negozi giuridici.
Dopo circa sessant’anni di
lavori preparatori, il Codice civile brasiliano entrò in vigore nel 1917, un
anno dopo la sua promulgazione. Il codice civile, con numerosi tentativi di riforma
rimase in vigore fino al 2003 quando fu sostituito da un nuovo codice.
L’impostazione e il contenuto
del codice del 1916 sono quelli del BGB tedesco. Il codice si compone di una
Parte Generale (artt. 1-179) e di una Parte Speciale (diritto di famiglia,
diritti reali, diritto delle obbligazioni, diritto delle successioni). Il
codice brasiliano del 1916, analogamente al BGB tedesco, ha un Einführungsgesetz
contenente anche i principi del diritto pubblico internazionale; esso è un
codice di natura eclettica, dal momento che il contenuto segue in gran parte il
Code civil francese, mentre la struttura segue il BGB tedesco.
Il codice si basa soprattutto
sull’Esboço de Código civil di
Augusto Teixeira de Freitas (il ‘Savigny americano’) del 1860-1864, che
armonizza la tradizione del diritto romano con le dottrine del diritto privato
europeo moderno e con le codificazioni del diritto privato. Quest’opera
influenzò il Código civil
dell’Uruguay, redatto da Tristan Narvaja, nonché il codice civile argentino di
Dalmacio Vélez Sársfield, il quale prese una parte considerevole direttamente
dall’Esboço.
L’Esboço de Código civil, costituito da 4908 articoli e tradotto in
gran parte in spagnolo – conosciuto anche oltre i confini del Brasile – è un’opera
rimasta incompleta; in essa, Freitas divise il codice civile in preparazione in
una Parte Generale e una Parte Speciale. La Parte Speciale è divisa in diritti
della persona e diritti reali. Dobbiamo ricordare che Teixera de Freitas fu
sostenitore dell’impostazione monista.
Oltre l’Esboço de Código civil, la codificazione brasiliana fu influenzata
dal progetto di codice civile di Clóvis Beviláqua (1859-1944). Il giurista,
esperto di diritto privato e comparato, fu incaricato nel 1899 di preparare un
progetto per la codificazione del diritto civile brasiliano. L’opera di
Beviláqua, il Projeto de Código civil,
fu influenzata sia dall’Esboço de Código
civil di Augusto Teixeira de Freitas, sia dai lavori preparatori del BGB
tedesco. Oltre a quest’opera, Beviláqua preparò un commentario di sei volumi al
codice civile brasiliano (Código civil
dos Estados Unidos do Brasil Commentado). Il commentario cita spesso le
fonti di diritto romano e i lavori dei pandettisti tedeschi. Quest’opera è
ritenuta un lavoro fondamentale nell’ambito del diritto privato brasiliano.
Il modo di pensare proprio del
diritto romano è presente anche nei lavori del romanista e giurista privatista
Francisco C. Pontes de Miranda (1893-1979). Dobbiamo menzionare la sua opera in
sessanta volumi Tratado de direito
privado (1954-1969), pubblicata a Rio de Janeiro in numerose edizioni. In
quest’opera, avente ad oggetto il diritto privato brasiliano, si sente
fortemente l’influsso del diritto romano.
Il governo brasiliano, nel 1940,
incaricò una commissione di tre giuristi rinomati (Orosimbo Nonato, Philadelfo
Azevedo e Hahnemann Guimarães) della revisione del codice civile. Il compito
principale di questa commissione fu quello di eliminare il dualismo dei
principii utilizzati nel territorio del diritto privato e in quello del diritto
commerciale.
Il governo brasiliano, su
iniziativa del Ministero della Giustizia nel 1961, decise di riprendere i
lavori della codificazione. La commissione incaricata della preparazione del
progetto del nuovo codice civile, sotto la guida del professor Orlando Gomes
nel 1963, preparò un progetto di 964 articoli (Anteprojeto de Código civil), ridotto da una seconda commissione
nel 1964 a 870 articoli, divisi in quattro parti. L’Anteprojeto, composto dal diritto delle persone, dal diritto di
famiglia, dai diritti reali e dal diritto delle successioni, fu oggetto di
diverse critiche.
Nel 1965 fu pubblicato l’Anteprojeto del codice delle
obbligazioni, preparato nel 1941. La prima parte dell’Anteprojeto regola i negozi, le obbligazioni e i contratti in
generale. La seconda parte –secondo l’impostazione monista– regola le società e
le attività commerciali. La terza parte tratta il diritto dei titoli di
credito. Il regolamento del diritto delle obbligazioni in un codice indipendente
fu osteggiato animosamente.
Il codice civile e il progetto
della legge delle obbligazioni, presentati davanti al Congresso il 12 ottobre
1965 dal presidente H. Castello Branca, si basavano sui due anteprogetti e
furono infine pubblicati in un’unica struttura di 1501 articoli. Nonostante
ciò, soprattutto per le forti critiche contro la parte di diritto di famiglia,
il governo federale dovette ritirare nel 1966 gli anteprogetti.
Successivamente, i lavori furono continuati dalla commissione guidata dal
professor Miguel Reale, mentre dei preparativi della parte sul diritto delle
società fu incaricato Sylvio Marondes. L’Anteprogetto rivisto fu presentato
davanti al congresso federale, e in questo stesso anno fu promulgato sotto il
nome di Progetto di Legge n. 634 (Projeto de Lei 634). Il Progetto fu
approvato dalla Camera dei deputati nove anni dopo la sua promulgazione, nel
1984, dopo numerose – in tutto 1063 – modifiche.
Le caratteristiche del Progetto
sono le seguenti:
- il diritto privato, regolato
già da Teixeira de Freitas (diritto civile), unificato con il diritto
commerciale (code unique);
- la Parte Generale (Parte
geral) e la Parte Speciale (Parte especial) divisi l’una dall’altra;
- la struttura della Parte
Speciale si divide in diritto delle obbligazioni, diritti reali, diritto di
famiglia e diritto delle successioni.
La Parte Generale del Progetto
prevede la divisione della capacità giuridica assoluta da quella relativa e
regola la rappresentanza negoziale – diversamente dalla regolamentazione
precedente – tra le disposizioni generali riguardanti i negozi giuridici e non
nell’ambito del mandato.
Nella prima parte della Parte
Speciale del Progetto, insieme al diritto delle obbligazioni, viene regolata
anche la laesio enormis. La spiegazione derivante dal tempo di
Diocleziano (284-305), secondo la quale la sproporzione tra la prestazione e la
ricompensa deve essere considerata causa di invalidità, è stata integrata nel
progetto come per mostrare l’aderenza alle tradizioni romane (reverentia iuris
Romani).
La terza parte del Progetto
regola i diritti reali, dove saltano all’occhio le regole di protezione
ambientale limitanti la pratica del diritto di proprietà. Il Progetto vuole
abrogare l’enfiteusi, che, negli ultimi tempi, aveva perso la sua importanza
economica e sociale in Europa e negli Stati extraeuropei.
La quarta parte del Progetto
contiene norme riguardanti il diritto di famiglia. Bisogna mettere in rilievo
le disposizioni sullo stato dei figli illegittimi: i figli nati al di fuori di
un matrimonio possono essere riconosciuti più facilmente che quelli nati a
causa dell’infedeltà dei coniugi.
L’ultima e quinta parte del
Progetto regola il diritto delle successioni. In queste norme si sente
fortemente l’influsso del diritto romano. Il regolamento di alcuni istituti
giuridici (Rechtsinstitute), come per
esempio il codicillus o le forme privilegiate di testamento, è rimasto
quasi interamente quello del diritto romano.
Tutto sommato, il fatto che il
Progetto non volle distaccarsi dalle tradizioni del diritto privato brasiliano
favorì l’approvazione del Progetto. Questo fatto può essere considerato come
segno di una continuità con le idee di Teixeira de Freitas che non furono
accettate nel codice del 1916 [45].
Sotto il dominio portoghese, anche
in Brasile fu di grande importanza, nel campo del diritto commerciale, l’opera
di Silva Lisboa, Principios de Direito
Mercantil e Leis de Marinha (1798-1804), che anche in Portogallo sostituì
il codice di diritto marittimo fino all’entrata in vigore del codice di
commercio portoghese nel 1833.
Il codice di commercio
brasiliano fu approvato nel 1850. Questo codice è ancora in vigore nonostante
le modifiche derivanti dallo sviluppo del diritto commerciale. Questo codice,
considerato un’opera legislativa originale, influenzò molto il codice approvato
nel 1857 ed entrato in vigore nell’allora Stato (nella provincia) di Buenos
Aires. Il codice di commercio fu redatto da Dalmacio Vélez Sársfield e
dall’uruguaiano Eduardo Acevedo. Con la mediazione del codice del 1857, il
codice di commercio brasiliano influenzò anche il codice di commercio argentino
del 1862 (quello vigente in Argentina, è, come è noto, del 1889) e quello
dell’Uruguay del 1865.
Nell’antica colonia olandese di
Suriname, il ‘vecchio diritto olandese’ (oud-Hollandsche
reg) e il diritto romano (Romeinsche
Reg), utilizzato sussidiariamente, furono sostituiti nel 1869 dal codice
civile olandese del 1838. Questo codice rimase in vigore anche dopo la
conquista dell’indipendenza nel 1975. Di conseguenza, il nuovo codice civile
olandese (Burgerlijk Wetboek) non
influenzò il diritto privato del Suriname.
Il diritto commerciale è tuttora
regolato dal codice di commercio olandese del 1838 (Wetboek van Koophandel): ciò non significa che nel Suriname non
prevalga l’impostazione monista, dal momento che la riforma del Codice di
commercio olandese del 1934 adottò proprio questa concezione.
La Guyana, diventata indipendente
nel 1966, fu colonia olandese fino al 1803 e, successivamente, colonia
britannica. Nel 1831, le tre colonie una volta olandesi (Essequebo, Demerara,
Berbice) si unirono sotto il nome di British Guyana. Già nel 1831, una
corte suprema di tre giudici (Supreme Court) cercò di sostituire il Roman-Dutch
Law con il diritto inglese.
La repressione della lingua
olandese nei territori della colonia, come anche a Berbice, dove si conservò
l’influsso linguistico e culturale più a lungo che nelle altre colonie, divenne
una barriera per l’uso delle opere di autori olandesi nella pratica giuridica.
Oltre a ciò, la Gran Bretagna, tramite l’emissione di diverse ordinances,
dichiarò il diritto inglese obbligatorio, ad esempio nel campo del diritto
delle successioni e nel regolamento della prescrizione.
Nonostante l’espansione del
diritto romano, la Guyana britannica conservò come diritto ufficiale in vigore
il Roman-Dutch Law fino al 1° gennaio 1917, in conseguenza dell’obbligo
fissato in un contratto dalla Gran Bretagna durante la capitolazione della
Repubblica di Batavia. Solo in seguito a questi eventi, il common law inglese
cominciò a cambiare il sistema giuridico della Guyana. Nonostante ciò, rimase
in vigore qualche istituto del diritto romano e qualche tipo di azione (actio), soprattutto nel campo degli
immobili, dove l’uso del Law of Real Property inglese è del tutto
escluso.
Nel 1913, i partecipanti alla conferenza
panamericana tenutasi a Montevideo decisero l’unificazione dei codici civili
dell’America Centrale e Meridionale. La decisione fu rinnovata nel 1933, sempre
a Montevideo. Durante la redazione del Codice civile americano unico/unificato
(Código civil Americano único), il progetto del nuovo codice civile
brasiliano entrato in vigore nel 2003 servì come modello.
Durante la conferenza panamericana
tenutasi a Lima nel 1938, fu costituita una commissione permanente con il
compito di unificare il diritto civile americano e le leggi del diritto
commerciale. Questa intenzione di unificare il diritto fu supportata dalle
conferenze degli avvocati degli Stati dell’America Centrale e Meridionale. Tra
queste, spicca quella tenutasi a Havanna nel 1941, quella tenutasi a Rio de
Janeiro nel 1943 e a Detroit nel 1951 (Conferencia Interamericana de
Abogados).
I tentativi di unificazione seguono
principalmente due orientamenti. I rappresentanti del primo orientamento
vorrebbero un codice commerciale unico, ma indipendente dal codice civile. I
rappresentanti del secondo orientamento vorrebbero un codice disciplinante sia
il diritto civile che quello commerciale, secondo il modello del code unique.
Nella seconda metà del XIX secolo, segue l’impostazione monista Augusto
Teixeira de Freitas. Nel XX secolo segue la stessa impostazione Alfredo
Valladão. Entrambi giuristi sono brasiliani.
I modelli dell’impostazione monista sono
il Code civil del Québec, il Codice delle obbligazioni svizzero (OR) ed
il Codice civile italiano del 1942. Lo scopo di questi codici principalmente è
di regolare i contratti commerciali insieme al diritto delle obbligazioni.
Nel corso della conferenza tenutasi nella
città peruviana di Arequipa tra il 4 e il 7 agosto 1999, l’Argentina, la
Bolivia, il Perù e Porto Rico aderirono all’Acta de Arequipa, dove si
fissavano i principi della codificazione del diritto privato nell’ambito della
cooperazione internazionale. Il quarto punto dell’Acta de Arequipa stabilisce
che l’armonizzazione dei codici dell’America Latina è obbligatoria nei settori
più importanti del diritto privato. La base dell’armonizzazione è il fatto che
tutti gli Stati dell’America Centro-Meridionale appartengono alla famiglia
giuridica romano-germanica[49].
Con la denominazione
‘Sud-Africa’ indichiamo non solo il Paese che nel 1910 apparteneva al Commonwealth
sotto il nome di ‘Unione dell’Africa del Sud’ per uscirne poi nel 1961 come ‘Repubblica
del Sudafrica’, bensì anche gli Stati diventati indipendenti nel frattempo, in
cui il diritto romano-olandese in qualche misura è ancora in vigore.
L’inizio dell’adattamento del
diritto romano-olandese risale ai tempi della fondazione delle colonie olandesi
di Colonia del Capo (Cape Colony),
avvenuta nel 1652. L’esercizio giurisdizionale del tribunale di Capetown, il
quale funzionava dal 1656, si basava sul diritto romano-olandese dei
colonizzatori (in lingua
afrikaans, Romeins-Hollandse reg; in inglese, Roman-Dutch Law[51]), che però dalla fine del 1700
cominciò a distaccarsi dal diritto della madre patria.
Questo processo fu rafforzato
anche dalla colonizzazione britannica, iniziata nel 1795, ovvero nel 1806,
durante la quale, accanto al diritto romano-olandese, fu presente in modo
continuo –soprattutto nel campo del diritto pubblico– anche il common
law inglese. Il diritto privato sudafricano, pur mantenendo il ruolo
di guida del diritto romano-olandese, negli ultimi decenni è stato
caratterizzato dalla simbiosi dei due sistemi giuridici che –a parte la
regolamentazione legale di alcuni istituti giuridici– ha finora respinto con
successo le aspirazioni di codificazione.
Il diritto (moderno)
romano-olandese oggi è in vigore nel territorio della Repubblica del
Sud-Africa, della Namibia, dello Swaziland, del Lesotho, del Botswana e dello
Zimbabwe.
La Namibia, colonia della
Germania, denominata Africa Tedesca del Sud-Ovest fino al 1919, con il trattato
mandatario del dicembre 1920 divenne territorio mandatario della Repubblica Sud
Africana, diventata indipendente nel 1910. L’adattamento del diritto
romano-olandese avvenne tramite la mediazione della repubblica mandataria
sudafricana e rimase in vigore anche dopo che il territorio mandatario divenne
indipendente. La particolarità del Sud-Ovest dell’Africa, qualificata come
territorio mandatario tipo ‘B’, consiste nel fatto di aver mantenuto il
medesimo titolo anche dopo la costituzione della Società delle Nazioni e
dell’ONU, senza diventare territorio tutelato. Di conseguenza, il controllo su
questo territorio non fu esercitato dal Consiglio di Tutela dell’ONU, ma da una
Commissione delle Nazioni Unite creata per questo scopo. Questa struttura
particolare mantenne l’influsso del sistema giuridico dell’Unione dell’Africa
Meridionale e, dal 1961, quella della Repubblica Sudafricana in Namibia[52].
In Swaziland, governato dal 1903
insieme al Transvaal, uno Stato boero del Sud-Africa, il Roman-Dutch Law
rimase in vigore anche dopo l’indipendenza.
Il Lesotho, divenuto
protettorato (protectorate)
britannico nel 1868 con il nome Basutoland, nel 1871 diventò colonia di Colonia
del Capo (Cape Colony). Dal 1884, il
Basutoland fu governato dall’alto commissario sudafricano, avente sede a
Capetown. Nonostante il Basutoland non fosse mai appartenuto a nessuno degli
stati boeri, il diritto romano-olandese venne applicato in Lesotho anche dopo
il 1966, l’anno dell’indipendenza[53].
Il Botswana, protettorato (protectorate) britannico dal 1885 sotto il
nome Botswanaland, applicò il diritto romano-olandese mediante i coloni boeri.
Il diritto romano-olandese è fonte del diritto anche nel Botswana, indipendente
dal 1966. Merita ricordare che, nel 1895, poco dopo che Botswanaland divenne
parte del protettorato britannico, la parte meridionale del territorio fu
annessa a Colonia del Capo e, a sua volta, divenne parte dell’Unione
Sudafricana, esistente dal 1910.
Il diritto romano-olandese ebbe
un certo ruolo anche nella giurisdizione del Sud-Rodhesia, cioè nell’attuale
Zimbabwe. La ragione di ciò è che una parte dei coloni era di origine boera[54].
Per quanto riguarda la madre
patria, cioè l’Olanda, l’adattamento più perfetto del diritto romano ebbe luogo
in Frisia. L’opera di Hugo Grotius, ‘Inleidinge
tot de Hollandsche Rechts-geleerdheid’, la cui traduzione inglese fu
pubblicata da C. Herbert nel 1845, ebbe grande influsso in Sud-Africa. Il
diritto romano-olandese è composto in parte: a) dal diritto romano, inoltre b)
dal diritto consuetudinario olandese, dei Paesi bassi e germanico, c) da leggi
olandesi, dei Paesi bassi (innanzitutto: zelandesi), d) da elementi del diritto
canonico, e) da sentenze, f) da contributi di alcuni illustri studiosi (H.
Grotius, S. van Leeuwen, U. Huber, J. Voet, C. van Bynkershoek ecc).
Dobbiamo ricordare Johannes
Christiaan de Wet (1912–1990), considerato il più grande studioso di diritto
sudafricano del Novecento. La sua attività fu influenzata dalla giurisprudenza
continentale, soprattutto da Friedrich Carl von Savigny e da Bernhard
Windscheid.
In conseguenza di ciò Wet non
può essere considerato un rappresentante del pensiero giuridico
anglo-americano.
Gli istituti radicati nel
diritto romano-olandese sono presenti soprattutto nell’ambito dei diritti
reali. Un istituto proprietario tipico del diritto sudafricano (e, come
costruzione, simile all’enfiteusi del diritto romano), è il perpetual
quitrent basato sulla Cradock Proclamation del 1813, il quale
prevede la concessione da parte dello Stato di alcune parcelle di terra a
privati, dietro il pagamento di un compenso annuo e mantenendo certi diritti
(come per esempio quelli minerari). È oggetto di discussione nella letteratura
il rapporto di questo ius in re aliena con il common law.
L’istituto in parola venne
modificato dalla legge nr. 54 del 1934, la quale cancellò l’obbligo del
pagamento del compenso. Lo Stato non si considerò più proprietario della terra.
L’enfiteuta divenne il proprietario di fatto di un terreno su cui lo Stato
mantenne alcuni diritti. Il diritto sudafricano non accetta la distinzione
conosciuta nel common law tra il dominium directum del proprietario e
il dominium utile del leaseholder. Da ciò consegue che il leaseholder
viene considerato tendenzialmente proprietario e – in alcuni casi – la
legislazione dichiara alcuni leasehold proprietà. Così dispone il Sectional
Titles Act, promulgato nel
1986.
Nel campo del diritto delle
obbligazioni, l’influsso del diritto romano si manifesta in modo chiaro nella
regolamentazione del contratto di compravendita di beni mobili, quando precisa
che non basta consegnare i beni venduti, ma è condizione dell’adempimento anche
il pagamento del prezzo. Anche nell’ambito delle cessioni sopravvive la
regolamentazione del diritto romano. Riguardo alle concessioni, è una curiosità
della prassi giudiziaria che i tribunali prendono in considerazione in modo
diretto la regolamentazione del BGB tedesco. È tuttora evidente la distinzione
derivante dal diritto romano tra actio utilis e actio directa.
Nell’ambito del diritto
extracontrattuale, va prestata una particolare attenzione all’actio
iniuriarum. Questa azione crea le basi del risarcimento dei danni a
carattere non patrimoniale. A partire dagli anni Sessanta del Novecento,
acquistò sempre maggiore importanza l’animus iniurandi: è interessante
notare che la costruzione amende honorable ha un’importanza
minore nel diritto sudafricano. Certamente, l’actio iniuriarum come
azione a carattere generale è adatta ad abbracciare una cerchia molto vasta di
fatti riguardanti la lesione personale.
La recezione del concetto di trust
sembra confermare l’affermazione del common law. Uno dei segni di
questa recezione è che il Treuhand ad pias causas viene riconosciuto nel
diritto sudafricano come un tipo speciale (for charitable purposes) di trust.
Di conseguenza, a prima vista si potrebbe dedurre una sempre più limitata
applicazione del diritto romano nella pratica. Non è assolutamente così se si
considera che il concetto del trust (Treuhand), conosciuto dal diritto inglese in realtà come
affare fiduciario, origina dal
diritto romano. In questo senso, il concetto di trust for charitable
purposes non è per niente estraneo al diritto romano[55].
Il diritto privato sudafricano,
il quale storicamente comprende elementi del diritto romano-olandese nonché del
common
law inglese, può essere considerato un modello tra i Paesi aventi la
cosiddetta giurisdizione mista (mixed
jurisdiction).
Agli inizi dell’età moderna,
gran parte dei paesi asiatici erano Stati indipendenti, ma allo stesso tempo
registravano uno sviluppo minore rispetto ai sistemi giuridici europei. Il
diritto europeo si è ‘infiltrato’ gradualmente, progressivamente in una parte
di questi Stati, mentre in quelli che erano sotto il regime coloniale olandese,
britannico e francese si faceva valere sempre più intensamente, oltre ai
diritti consuetudinari locali, il diritto dei Paesi colonizzatori.
Di seguito tratteremo gli Stati
più rilevanti, dove può essere dimostrato indirettamente l’effetto del diritto
romano.
Sull’isola di Ceylon (oggi Sri
Lanka), colonia portoghese dal 1505, poi olandese dal 1658 fino al 1796,
durante l’amministrazione coloniale olandese fu in vigore il diritto
romano-olandese, che fu mantenuto anche durante il dominio britannico dopo il 1796,
nonostante nell’applicazione del diritto –soprattutto dopo la creazione della
Corte Suprema (Supreme Court),
basata sull’uso del common law inglese– abbia avuto un ruolo
importante il diritto casuistico inglese. Il sistema inglese delle corti,
basato sul Courts Ordinance del 1889, portò inevitabilmente con sé la
crescita del ruolo del diritto inglese. Chiaramente, un tale processo non potè
essere controbilanciato dai frequenti riferimenti nelle sentenze alle opere
teoriche –prima di tutte a quelle di J. Voet– che servirono da base al diritto
romano-olandese sudafricano.
Negli ultimi decenni, la
posizione del diritto romano-olandese si è ulteriormente rafforzata: ciò è
dovuto al fatto che la maggioranza dei giuristi dello Sri Lanka oggi non studia
più presso università inglesi. Il diritto romano-olandese, il luogo del common
law dello Sri Lanka, oggi si fa valere più nitidamente nel diritto privato,
soprattutto nel diritto di famiglia, nei diritti reali e nel diritto delle obbligazioni;
invece il diritto inglese (il common law) viene applicato eccezionalmente, soprattutto come fonte del
diritto commerciale e nella giurisdizione civile. L’affermazione del common law inglese viene segnalata, per esempio, dalla recezione
dell’istituto del trust[57].
L’ordine giuridico di Ceylon è
una mixed jurisdiction, ugualmente a quello della Scozia, del Sud-Africa
e della Louisiana. I giuristi di Ceylon, dopo l’indipendenza del Paese, in
questi ultimi decenni lo considerano come indigenous common law.
Il Siam prese il nome di
Thailandia per la prima volta nel 1939, riprendendo il vecchio nome il 1°
gennaio 1946, per cambiarlo di nuovo appena tre anni dopo: infatti, dal 1949 il
nome ufficiale dello Stato è Thailandia. Il codice civile e commerciale della
Thailandia, emanato nel 1925, risente di forti influssi del BGB, ma i suoi
compilatori si ispirarono al Code civil e al Code de commerce, al
Codice civile giapponese (1899), ed anche all’OR e al ZGB svizzero. Il codice
thailandese ha successivamente influenzato il Codice civile giapponese.
Nel Siam, nel codice civile e
commerciale tuttora in vigore, prevale con poche modificazioni l’impostazione
monista (concept moniste): ciò rappresenta
il primo fenomeno di codificazione sulla base dell’impostazione monista in
Asia.
In Indonesia –cioè nel
territorio delle Indie Orientali Olandesi (Dutch
East Indies) di una volta– si mantenne in vigore il diritto romano-olandese,
dal momento che la legge indonesiana di diritto civile e commerciale, nata nel
1847, è praticamente una versione locale del Codice civile e commerciale
olandese del 1838. Questo Codice civile indonesiano, il quale per lungo tempo
fu in vigore solo per quanto riguarda gli europei, in gran parte è ancora oggi
in vigore. Bisogna però ricordare che, benchè la Costituzione delle Indie
Orientali olandesi, emanata nel 1854 e completata nel 1919, conteneva la
possibilità per i cittadini di origine non europea di sottoporsi
volontariamente al codice civile, questo, per lungo tempo, riguardò solo i
cittadini europei.
Dopo che l’Indonesia divenne
indipendente nel 1948, la vigenza del codice venne estesa a tutti i cittadini,
ma l’applicazione fu limitata al campo dei diritti reali e del diritto delle
obbligazioni. La ragione di ciò è che l’influsso sempre più notevole dell’Islam
ricondusse l’Indonesia al tradizionale diritto di Adat. Questo diritto consuetudinario
locale, legato strettamente alla religione, si usa innanzitutto nell’ambito del
diritto personale, della famiglia e delle successioni.
Il Timor Est (Timor Leste)[60],
occupato nel 1975 e successivamente annesso dall’Indonesia, è ormai
indipendente dal 2002. Fino all’annessione, fu in vigore il codice civile
portoghese. Durante il dominio indonesiano, il Código Civil
portoghese, promulgato nel 1966, fu abrogato e al suo posto fu introdotto il
diritto privato in vigore in Indonesia. Dopo il 2002, il codice in vigore è di
nuovo quello portoghese.
In Giappone, il sistema
(ordinamento) giuridico fu riformato in seguito alla restaurazione della
dinastia Meiji nel 1868. Il professore francese Gustave Emile Boissonade de
Fontarabie (1825-1910), professore di diritto in Giappone dal 1873, interpretò
il diritto romano come base del Code civil e presentò la storia della
comparazione del diritto in base al diritto romano. Il primo codice civile
giapponese (Code Boissonade), il quale si basava – ad eccezione del
diritto delle persone e del diritto delle successioni – prevalentemente sul Code
civil, fu reso pubblico nel 1890. Tre anni dopo venne costituita una nuova
commissione, con il compito di redigere un nuovo codice, il quale doveva
attribuire maggiore importanza alle tradizioni giuridiche giapponesi.
Dopo un dibattito sul processo
di codificazione per ragioni politiche, il quale sotto molti aspetti rammentava
quello tra Savigny e Thibaut, l’entrata in vigore del codice fu rinviata. Nel
1893, venne creata una nuova commissione con il compito di predisporre un nuovo
codice, che desse maggior riguardo alle tradizioni giuridiche giapponesi. I
membri della commissione furono studiosi con grande conoscenza del diritto
romano come Kenjiro Ume (1860–1910) e Masaakira Tomii (1858-1935), mentre
Nobushige Hozumi (1855–1926) fu seguace della scuola storica tedesca. La
commissione prese in considerazione principalmente il primo Progetto (Erster Entwurf) del BGB tedesco (1887),
elaborato in gran parte da Bernhard Windscheid; di conseguenza, il secondo Codice
civile giapponese, entrato in vigore nel 1898, si ispirò al sistema delle
Pandette (Pandektensystem), il quale
a sua volta si basò sul diritto romano.
Gli istituti giuridici, regolati
nella parte generale, nei diritti reali e nel diritto delle obbligazioni del
codice, si ispirano al diritto romano e alla Pandettistica tedesca. Si possono
osservare variazioni rispetto al diritto romano nell’ambito del diritto
familiare e del diritto delle successioni, in cui le tradizioni giapponesi sono
molto più pervasive. In relazione all’entrata in vigore della nuova
Costituzione (1946) dopo la Seconda Guerra Mondiale, avvenne anche la revisione
del diritto di famiglia e quella delle successioni: a partire dal 1° gennaio
1948, vennero cambiati quasi 300 articoli del Codice civile giapponese.
Nell’ambito del diritto
commerciale giapponese, si sente forte l’influsso degli Stati Uniti d’America:
il concetto di trust, conosciuto
nell’ordinamento statunitense, venne accolto in Giappone nel 1922, nel periodo
tra le due guerre. La base del codice di commercio giapponese del 1899 fu il
progetto elaborato dal professore di Rostock, Hermann Roesler (1834-1894), il
quale lavorò in Giappone come consigliere del governo tra il 1878 e il 1893.
(Hermann Roesler ebbe un ruolo importante anche nell’elaborazione della
Costituzione del 1889)[62].
Da parte giapponese, nella codificazione pandettista del Codice commerciale
giapponese assunse un ruolo importante Jogi Matsumoto (1877-1954).
Il Codice civile cinese, il
quale si basa principalmente sul BGB tedesco e sul modello svizzero del code
unique, regolante anche il
diritto commerciale, entrò in vigore tra il 1929 e il 1931, ed è in vigore
tutt’oggi nella Repubblica Cinese (sull’isola di Taiwan). Il diritto
commerciale venne regolato insieme al diritto delle obbligazioni, diviso in
cinque libri (Parte Generale, Obbligazioni e contratti commerciali, diritti
reali, diritto della famiglia, diritto delle successioni). I redattori del
codice, oltre al BGB tedesco, presero in considerazione anche il Codice civile
giapponese, il Codice civile svizzero (ZGB), la legge svizzera sulle
obbligazioni (OR), il Codice civile turco, il Codice civile di Siam, nonché il
Codice civile sovietico-russo. Da allora, la giurisprudenza e la dottrina si
basano ininterrottamente –sulla terraferma solo fino alla proclamazione della
Repubblica Popolare Cinese nel 1949– sulla Pandettistica tedesca, basata a sua
volta sul diritto romano. All’idea della recezione del common law in
Cina si oppose indirettamente Rosco Pound (1870-1964), professore
dell’Università di Harvard, il quale invitò a prendere in considerazione il
mantenimento delle tradizioni del diritto romano[64].
Roscoe Pound, a partire dal 1947, lavorò per due anni a Nanking (Nanchino) come
capo-consigliere del ministero della giustizia cinese. Prima del 1949, il
diritto romano (in cinese luoma fa) ebbe un ruolo importante nella
giurisprudenza privata cinese. In Cina, a partire dal 1976, si mostra un
interesse accentuato per l’insegnamento e la coltivazione scientifica del
diritto romano.
I Principi Generali del Diritto
Civile della Repubblica Popolare Cinese, emanati nel 1986 ed entrati in vigore
nel 1987, rispecchiano il ritorno alle tradizioni del diritto romano[65].
I Principi Generali, con i loro nove capitoli e 156 articoli, contengono le
regole generali del diritto civile, applicate direttamente nella pratica. Si
può scoprire un ritorno alle tradizioni del diritto romano anche nel Codice
civile cinese, ancora in fase preparatoria.
Nella Repubblica Cinese (Taiwan)[66],
a causa dell’occupazione giapponese dell’isola (Formosa) tra il 1895 e il 1945,
il Codice civile entrato in vigore tra il 1929 e il 1931 ebbe vigenza solo dal
1945; tuttavia, con minime modificazioni è tuttora in vigore. Evidenti sono
anche i segni dell’influsso del diritto statunitense, soprattutto nel
regolamento delle garanzie mobiliari.
Per la storia e per le tendenze
attuali del diritto privato coreano è importante conoscere l’andamento dei
rapporti politici tra la Corea e il Giappone. L’accordo di Tiencin, stipulato
tra il Giappone e la Cina nel 1885, in cui le parti reciprocamente si
impegnarono a rispettare l’indipendenza della Corea, mirava a ridimensionare
l’influsso nipponico in Corea. La guerra, scoppiata nel 1894 tra Cina e
Giappone, fu la conseguenza della violazione del trattato da parte cinese. Nel
trattato di pace, firmato nell’aprile dell’anno seguente, la Cina accettò tra
l’altro l’impegno di riconoscere la sovranità della Corea. Similmente, anche la
guerra tra il Giappone e la Russia nel 1904 fu causata gran parte dal contrasto
di interessi riguardante il dominio sulla Corea.
Il conflitto russo-nipponico si
concluse con il trattato di pace di Portsmouth (USA), mettendo la Corea sotto
il protettorato del Giappone, pur essendo in netto contrasto con le
disposizioni dell’accordo stipulato nel 1902 tra la Gran Bretagna ed il
Giappone per garantire l’indipendenza della Corea (e della Cina). Il dominio
politico, militare ed economico del Giappone in Corea fu realizzato passo dopo
passo. Fu decisivo l’accordo firmato dai due paesi nel 1907, il quale prevedeva
persino la graduale introduzione del sistema giuridico nipponico in Corea.
La struttura del Codice civile
della Repubblica di Corea (Corea del Sud) –entrato in vigore nel 1960– si
ispira al sistema delle Pandette, similarmente al codice civile giapponese, il
quale fu in vigore in Corea fino al 1912, ovvero fino all’approvazione del
primo codice civile coreano[68].
Il diritto tedesco delle Pandette (Pandektenrecht),
già prima del 1960, influenzò in modo decisivo la formazione del diritto
privato coreano.
Il codice, formato da 1118
articoli divisi in cinque libri (Parte Generale [artt. 1–184], diritti reali
[artt. 185–372], diritto delle obbligazioni [artt. 373–766], diritto di
famiglia [artt. 767–979] e diritto delle successioni [artt. 980–1118] segue la
struttura del Codice civile giapponese, promulgato nel 1898. La legge
introduttiva del codice di diritto privato coreano –con termine tedesco: Einführungsgesetz—
consiste di 28 articoli.
Nella recezione del Codice
civile giapponese ebbe un ruolo evidentemente determinante il fatto che, dopo
la detronizzazione dell’ultimo re dell’era Chosón (1392-1910), la Corea divenne
colonia del Giappone tra il 1910 e il 1945. Alcuni anni dopo la Seconda Guerra
Mondiale, il 15 agosto 1948 la Corea divenne repubblica. Tra il 1910 e il 1945,
ovvero nel periodo coloniale in cui la Corea era annessa al Giappone, la lingua
ufficiale (così anche la lingua della giurisdizione) fu il giapponese. In
realtà, l’influsso politico ed economico del Giappone fu presente sin dalla
fine dell’Ottocento.
È un fatto di grande importanza
che un decreto legislativo, promulgato nel 1912 (il cosiddetto Decreto
introduttivo sulle azioni civili) mantenne in vigore il Codice civile
giapponese fino alla redazione del codice di diritto privato coreano.
L’illustre rappresentante della giuscivilistica (scienza del diritto civile)
giapponese, Kenjiro Ume (1860-1910) dal 1906 fino alla sua morte fu attivo in
Corea come consulente giuridico del leader politico giapponese, Hirobumi Ito,
promuovendo la modernizzazione del sistema giuridico del Paese, divenuto
protettorato, contribuendo così in modo decisivo alla diffusione ed alla
‘recezione governata’ del codice civile giapponese basato sul diritto tedesco.
Gli autori del Codice civile
coreano, sin dall’inizio del lavoro di codificazione, avvenuto poco dopo la
Seconda Guerra Mondiale, ritennero loro compito cancellare gli articoli che
differivano dalla regolamentazione del BGB tedesco, mentre prestarono
particolare cura ad introdurre nel codice coreano gli istituti giuridici (Rechtsinstitute) del BGB che non
facevano parte del codice giapponese. Infine, cercarono decisamente di evitare
la recezione degli istituti del Code civil francese.
Da ciò consegue che il codice
civile coreano, alla fine, risultò essere molto più vicino al BGB tedesco che a
quello giapponese: ad esempio, la regolamentazione che nel codice civile
coreano riguarda la culpa in contrahendo
(art. 535) corrisponde fedelmente alle disposizioni relative del BGB tedesco (§
307)[69].
Bisogna però osservare che i
redattori del codice coreano non insistettero in ogni caso sulla recezione
degli istituti del BGB; di conseguenza, nel Codice civile coreano –similmente a
quello giapponese– ci sono regole che non si trovano nel BGB. Tali sono per
esempio le disposizioni che riguardano l’inadempimento (artt. 387–390), alcune
regole sul risarcimento dei danni (artt. 393–399), nonché le regole che
riguardano il recesso (artt. 544–553).
L’imponente sviluppo economico,
avviatosi in Corea dal 1960, giustificherebbe lo studio della privatistica
coreana anche dal punto di vista della sociologia del diritto. Gli ultimi
sviluppi del diritto privato in Corea, oltre all’influsso tedesco già
consolidato segnano un sempre più forte influsso del sistema romanista.
In seguito alla conquista
spagnola nel 1521 sulle Isole Filippine, in uno primo tempo furono adottate le
compilazioni (Breviarium Alaricianum, Siete Partidas, Ordenamiento
de Alcalá, ecc.) rispecchianti l’influsso del diritto romano, nonché
la Nueva Recopilación, la quale comportò la minuziosa codificazione del
diritto spagnolo. Le Ordenanzas Filipinas del 1603 furono adottate direttamente per regolamentare il
sistema (ordinamento) giuridico coloniale delle Filippine.
Sulle Isole Filippine fu in
vigore sia la Recopilación de las Leyes de las Indias, edita nel 1680 ed
estesa alle colonie, sia la Novisima Recopilación del 1805, e in
seguito, nel 1889, anche il Código civil spagnolo. Il Codice civile spagnolo venne applicato quasi per
intero, salvo le disposizioni sul diritto matrimoniale titolo IV, [artt. 4-10];
il titolo XII sull’anagrafe civile [artt. 325-332]; e il titolo X sul consiglio
familiare [artt. 293-313]. Nel 1886, entrò in vigore anche nelle Filippine il
secondo codice di commercio spagnolo (Código
de comercio), promulgato nel 1885.
Secondo le disposizioni del
trattato di pace, firmato nel dicembre del 1898 a Parigi dalla Spagna e dagli
Stati Uniti d’America (USA), le Filippine, considerate Dependency, vennero a ricadere sotto
l’amministrazione dapprima militare, poi anche civile degli Stati Uniti
d’America. Il Paese, retto da un governatore nominato, acquistò l’indipendenza
formale diventando Commonwealth of the Philippines in base alla
cosiddetta ‘legge sull’unione’, accolta il 1° maggio 1934 dalla legislazione
filippina (il senato venne allestito nel 1916). Secondo la Costituzione, promulgata
nel 1935, le Filippine divennero un paese d’appendice (Commonwealth) degli
Stati Uniti d’America (USA), provvisto di autogoverno.
Nel sistema giuridico delle
Filippine, divenuto indipendente il 4 luglio 1946, ebbe un ruolo graduale il Common
law statunitense.
In base al decreto del
presidente Manuel Roxas, nel marzo del 1947 venne allestita –convocando
esclusivamente professori di diritto privato- una commissione incaricata della
preparazione di un progetto per il nuovo codice civile. Il Civil Code, approvato nel 1949, nonostante
contenga istituti giuridici conosciuti anche nel diritto anglo-americano,
riflette le caratteristiche del codice civile spagnolo e di altri codici basati
sul diritto romano (tra questi elenchiamo il Louisiana Civil Code e il California
Civil Code, il Code civil francese, il Codice civile argentino, il
Codice civile messicano del 1928, il Codice civile svizzero del 1911 (che
incorpora anche il testo “modernizzato” del Codice civile delle obbligazioni
del 1881), il Codice civile italiano del 1942 ed il BGB tedesco).
Il rapporto della commissione
preparatoria, presentato il 26 gennaio 1948 al presidente dello Stato delle
Isole Filippine, accentua il peso particolare delle tradizioni del diritto
romano –ritenute fonti primarie (indirette) del nuovo codice civile– nel
sistema di diritto privato delle Filippine. Merita di essere menzionato il
fatto che, nel libro IV del codice entrato in vigore nel 1950, regolante le
obbligazioni e i contratti, l’istituto del trust, regolato in un titolo
autonomo, dimostra l’influsso del fideicommissum del diritto romano.
(Zusammenfassung)
Das
ius commune (privatum) Europaeum zu
erschaffen stellt für die nächsten Jahrzehnte eine der wichtigsten
Herausforderungen für das zusammenwachsende Europa dar. Vorbedingung dafür ist
auch die gründliche Aufarbeitung und Darstellung der gemeinsamen historischen
Wurzeln der Privatrechtsordnungen der Staaten Europas. Das ius commune (privatum) Europaeum dient immer mehr auch außerhalb
Europas als Vorbild für die regionale Rechtsangleichung. Diese Tendenz macht
sich in erster Linie in Mittel- und Südamerika, aber auch in Asien bemerkbar.
In der Abhandlung werden auch die Geschichte und die derzeitige Lage der
Rechtsvereinheitlichung innerhalb der Vereinigten Staaten von Amerika (USA)
berücksichtigt. Die gemeinsame Grundlage des Privatrechts in Europa bildet in erster
Linie das römische Recht, welches im Mittelalter und in der Neuzeit die
Rechtsordnung der meisten europäischen Länder geprägt hat. Gleichermaßen
bildete das römische Recht in der Neuzeit, teilweise infolge der Kolonisation,
auch in vielen Staaten außerhalb Europas die Grundlage der Rechtsordnung. Auch
in der Gegenwart ist das Privatrecht einer großen Anzahl der außerhalb Europas
liegenden Länder wesentlich vom römischen Recht beeinflußt. Die
römischrechtlichen Traditionen stellen einen festen Bestandteil auch der
juristischen Identität der Staaten ausserhalb Europas dar.
[Per la pubblicazione degli articoli della
sezione “Contributi” si è applicato, in maniera rigorosa, il procedimento di peer review.
Ogni articolo è stato valutato positivamente da due referees, che hanno operato con il sistema del double-blind]
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[4] Riguardo alle opere di Jean Domat e di
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[6] V.V. Palmer: Two Worlds in One: The Genesis of Louisiana’s Mixed
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Microcosm of a Mixed Jurisdiction, cit., 33–39.
[7] Tra gli studenti di Wythe, professore
anche di diritto romano, troviamo Th. Jefferson e J. Monroe. Il diritto romano
per Wythe significava il modello razionale del diritto e riteneva la
codificazione giustinianea un modello per gli Stati Uniti. Vedi: A. Dill: George Wythe: Teacher of Liberty. Williamsburg, 1979; I. Brown: American Aristides. Rutherford, 1981; P.D. Carrington: Aftermath.
In Essays for Patrick Atiyah. Oxford,
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[8] M.R. Ramos: Interaction of
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[9] Simposio sobre la reforma del Código civil
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[10] M.R. Ramos: Interaction of
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[12] Story è
l’autore del „Commentaries on the Law of Bailments” (1832), il „Commentaries on
the „Law of Agency” (1839) ed il „Commentaries on the Law of Partnershipnek”
(1841). La sua opera più famosa è il „Commentaries on the Conflict of Laws”
(1834) sul diritto privato internazionale, nella quale cita spesso le opere
degli antichi giuristi (umanisti, di diritto naturale ecc.) europei.
[13] David Hoffman è tra l’altro l’autore del
„Legal Outlines” (Baltimore, 1836), il quale, al periodo, era considerato un’opera
rilevante. Su David Hoffman: T.L. Shaffer:
David Hoffman’s Law School Lectures.
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[15] N.E.H. Hull: Roscoe Pound and Karl Llewellyn. Searching for an
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[20] In ragione delle sue tradizioni giuridiche
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geografica, come stato facente parte dell’America del Sud.
[21] L. Mazeaud: L’unification du
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[27] Per quel che
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[28] Rispetto le caratteristiche del Codice
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[30] M.A. Saez: Observaciones críticas sobre el Código civil.
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XVII-XX). Estudio histórico-jurídico.
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[31] Vedi C.I. Salvadores de Arzuaga: Los Controles Institucionales en la
Constitución Argentina 1853 – 1994. Buenos Aires, 1999 e A. Levaggi: Confederación y federación en la génesis del Estado argentino.
Buenos Aires, 2007.
[32] Homenaje a Dalmacio Vélez
Sársfield I-V. Córdoba, 2000 e A. Levaggi: Dalmacio Vélez Sársfield, Jurisconsulto. Córdoba, 2005.
[33] J.C. Palmero: Estado de la Unificación civil y comercial
en la República Argentina. In Revista
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[34] J.C. Otaegui: La sociedad desde la ley 15 haste el
proyecto de 1998 sobre Código civil unificado con el Código de Comercio. In
Homenaje a Dalmacio Vélez Sársfield.
IV. Córdoba, 2000, 83–104.
[35] A. Guzmán Brito: La influencia del Código civil de Vélez
Sársfield en las codificaciones de Iberoamérica hasta principos del siglo XX.
In Homenaje a Dalmacio Vélez Sársfield.
V, cit., 235–254; J.C. Palmero: Vélez Sársfield y el derecho latinoamericano.
In Homenaje a Dalmacio Vélez Sársfield.
I, cit., 203–206.
[36] H. Cámara: Dalmacio Vélez Sársfield coautor del Código
de comercio. In: Homenaje a Dalmacio
Vélez Sársfield. I, cit., 183–202; J.D.
Ray: Regulación del derecho
privado en la Argentina: Vélez Sársfield y el Código de comercio. In Homenaje
a Dalmacio Vélez Sársfield. IV, cit., 105–113.
[37] Per quanto riguarda la recezione del
diritto romano in Colombia, cfr., tra gli autori più recenti: F. Betancourt: La recepción del Derecho romano en Colombia (Sec. XVIII). Sevilla,
2007.
[38] La Colombia dichiarò la sua indipendenza
il 20 luglio 1810. L’indipendenza della Colombia fu dichiarata definitivamente
il 7 agosto 1819.
[39] Secondo la costituzione della Colombia
del 1991 lo Stato è unitario e una repubblica presidenziale.
[40] Per quanto riguarda l’influsso del Code civil francese sul Codice civile
ecuadoriano, vd. L.F. Borja: Influence du Code civil français à
l’Équateur depuis sa promulgation jusqu’à l’heure actuelle. In Le droit civil français. Livre-souvenir des
journées du droit civil français (Montréal – 31 août – 2 septembre 1934),
cit., 881-891.
[41] C.A. González: El proceso legislativo paraguayo. (Desde la colonia hasta comienzos del siglo XX).
In Index 14 (1986), 167-189; R. Silva Alonso: Vélez
Sarsfield en el nuevo Código civil paraguayo. In: Homenaje a Dalmacio Vélez
Sarsfield. V, cit., 409-419 e E.
Abásolo: La dialéctica entre
codificacióny pervivencia de la cultura jurídica Indiana en un ambiente signado
por la ausencia de Universidad: el Paraguay de los López (1841-1870). In QF 37 (2008), 207-232.
[42] J. Basadre: Historia del
derecho peruano. Lima, 19884; G. Hamza: Reflexiónes sobre los derechos de
la personalidad en el nuevo Código civil del Peru (1984). (Un ensayo
comparativo). In AnnUB 39-40
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Vélez Sarsfield. V, cit., 479-490; C.F.
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[43] C. Parra Pérez: El Régimen Español en Venezuela. Madrid, 1932;
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cit., 381-408.
[49] Il testo del
IV punto in spagnolo è la seguente: «Que la armonización en sectores relevantes
del derecho privado es posible en América Latina, por la pertenencia a la
familia romano-germánica, lo que constituye un indudable factor de identidad».
[50] M. de Villiers: The Roman and
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[51] L’espressione deriva da Simon van
Leeuwen, che prima la usava in latino (come nel sottotitolo della “Paratitla juris
novissimi [1652]), posteriormente però, nel titolo del suo famoso lavoro del
1664, „Het Roomsch Hollandsch recht” pubblicato in Leiden, usava già la parola
olandese. Sotto l’espressione “diritto romano-olandese” oggi intendiamo il
diritto formato e usato dai Paesi Bassi nei secoli XVII-XVIII. Secondo altre opinioni è meglio usare
l’espressione “Roman-European Law”, in quanto questo termine non comprende in
sé solamente le tradizioni del diritto olandese, bensì anche quelle del diritto
europeo costruite e formate dal diritto romano. Per questo, v. D.H. Van Zyl: The General Enrichment Action is Alive and Well. In Acta Juridica 1992. (Essays in Honour of Wouter de Wos). Wouter de Vos: Regsgeskiedenis. Kaapstad-Wetton-Johannesburg, 1992.
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[65] Nella Repubblica Popolare Cinese
all’inizio fu prevista la compilazione di un codice civile generale i cui
preparativi risalgono al 1954. Tra il 1979 e il 1982 sono state preparate
quattro bozze. Il terzo progetto risalente al 1981 conteneva 501 articoli,
mentre il quarto del 1982 ne aveva 465. La peculiarità del quarto progetto del
1982 consiste nel fatto che la maggioranza degli articoli (esattamente 241)
riguarda i contratti. Comunque se la codificazione generale del diritto civile
è stata tuttora rimandata ciò si deve al fatto che contemporaneamente si è
cominciata la regolamentazione con una legge autonoma dei contratti riguardanti
la vita economica ed i rapporti economici internazionali (1985) a pari passo
con la codificazione del diritto di successione.
[66] Tze Chien Wang: Entwicklungslinien und Reform des
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