Università Eötvös Loránd Budapest
socio ordinario dell’Accademia
delle Scienze Ungherese
Lo sviluppo e la codificazione del
diritto privato e la tradizione giusromanistica in Russia e nell’Unione
Sovietica
SOMMARIO: I. Russia medievale. –
II. Russia fino al 1918. – III. Unione Sovietica. – IV. Russia dopo il 1991. – Abstract
Letteratura
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1. – Il diritto romano è penetrato nei territori russi
in parte tramite i rapporti commerciali con l’Impero di Bisanzio[1], e in
parte attraverso la Chiesa Ortodossa[2]. Nel territorio
del Granducato di Kiev (Kijevskaja Rus’) gli elementi del diritto romano bizantino (ius Graeco-Romanum) sono stati diffusi
principalmente attraverso il Zakon sudnii liug’em. Peraltro, a
parte l’opera di grande influenza di Iohannes Scholastikos denominata Synagógé,
nessun’altra opera giuridica bizantina è stata tradotta. I vari
influssi del diritto dell’Impero di Bisanzio nel primo periodo erano
percepibili principalmente nell’introduzione dell’uso dei
testamenti scritti, nei nomocanoni regolanti tutte le questioni relative alla
Chiesa e al matrimonio (tradotti in slavo antico nel XIII secolo) e nella
creazione di corti ecclesiastiche dotate di grande autonomia, competenti
nell’ambito delle questioni matrimoniali e di diritto ereditario.
2. – Le raccolte di diritto russo (le varie edizioni
cioè redazioni della Russkaja
Pravda) risalgono alla prima metà del secolo XI. Redatte in slavo
antico, contengono quasi esclusivamente consuetudini (consuetudines). Il diritto privato di queste raccolte è
anche diritto consuetudinario. Le numerose varianti della Russkaja Pravda hanno carattere territoriale e non tribale e
riflettono il diritto feudale (ius
feudale). La Russkaja Pravda
conteneva pochi elementi di diritto romano[3].
Il nomocanone di
Phótios (la traduzione in lingua slava venne dalla Bulgaria), che
conteneva il Procheiron ed anche l’Eklogé, è
stato pubblicato nel
Il corrispondente russo del
nomocanone è la Kormc’aja Kniga, che significa ‘libro
che dirige la nave della Chiesa’. La Kormc’aja Kniga edita
nel 1653, e riveduta dal patriarca Nikon comprende anche l’Ekloga,
ma non interferì sullo Stoglav (‘Cento capitoli’), in vigore dal 1551. Il rinomato
storico russo M.N. Karamzin (1766-1826) considera il nomocanone come fonte di
diritto (fons iuris) sussidiario
nell’ambito del diritto privato.
Questa raccolta (Stoglav),
redatta dai laici e approvata durante il sinodo della Chiesa Ortodossa del
3. – Il granduca (velikij
knjaz) Dimitri Ivanovic’ (“Donskoj”) vinse nella
battaglia di Kulikovo nel 1380. Di conseguenza, nei testi letterari ottenne il
titolo di “zar di Russia”. Il titolo di zar è stato
adoperato per la prima volta nel 1473 da Ivan III (1462-1505) dopo il
matrimonio con Sophia Palaiologa[5], cugina di
Costantino XI (1448-1453), ultimo imperatore bizantino. Il monaco Philotheos
(Filoteo), vissuto all’inizio del XVI secolo e artefice dell’idea
che riteneva Mosca l’erede di Bisanzio, ha elaborato tale teoria sulla
base della Novella VI dell’imperatore Giustiniano I (527-568). Il
principio dell’unità (symphónia oppure in russo: sviascennaia
sugubica) implicava l’unione del potere ecclesiastico (sacerdotium
oppure hierosyné) e di quello temporale (imperium oppure basileia).
Questo principio implicava la sottomissione della Chiesa al regnante (zar)[6]. Il titolo
di zar è stato riconosciuto dall’imperatore del Sacro Romano
Impero Massimiliano I (1493-1519) già al tempo del regno dello zar
Vasilij III (1505-1533)[7], mentre il
patriarca di Bisanzio lo riconobbe soltanto dal momento
dell’incoronazione di Ivan IV nel 1547, secondo il rito bizantino[8].
La costituzione del patriarcato di
Mosca nel
4. – La legislazione dello zar Ivan III si realizzò in
due direzioni: da una parte teneva conto del diritto consuetudinario, per
esempio il (primo) Sudebnik
dell’anno 1497 che è un “decreto” che regola
principalmente materie processuali. Il Sudebnik
si basava sulle tradizioni giuridiche bizantine. Per fare un esempio, durante
il regno dello zar Ivan III si sviluppò il sistema dei beni militari nel
cui ambito c’è una forte somiglianza con la pronoia bizantina, il cui scopo è la creazione di una
nobiltà al servizio dello zar (autocrate).
Il diritto romano bizantino ha continuato a far sentire la
propria influenza nel territorio dell’impero russo. Ivan IV diede
l’incarico di tradurre in russo il Codex Iustinianus, e
promulgò nel 1550 un nuovo (secondo) Sudebnik
che, in pratica, modificò il Sudebnik
del 1497[9]. Nel 1556 si mise in
contatto con il granduca di Moldavia (uno dei due granducati rumeni) per fargli
pervenire una nuova versione slava del Sintagma
di Mattia Vlastares.
Un ostacolo alla penetrazione del diritto bizantino (ius Graeco-Romanum) fu la mancata
conoscenza del latino e del greco. L’insegnamento di queste lingue risale
ai primi anni del secolo XVII (a Mosca, Kijev e Lvov).
Dopo l’ascesa al trono della dinastia Romanov nel
1613 ebbe inizio la pubblicazione di opere giuridiche. Nel 1646 venne
pubblicato il “grande nomocanone” di Photios in lingua slava, che
contiene sia il Procheiron sia
l’Eklogé.
Nel 1649 venne radunata l’Assemblea Grande (Zemskij Sobor) a Mosca che per cinque
mesi discusse il progetto di “codice” dello zar Aleksij
Mihajlović (1649-1676). La promulgazione del “codice”
intitolato Sobornoje Uloz’enije,
risale al 29 gennaio 1649. Il suo compilatore fu Nikita Odolevskij, il quale
aveva ricevuto il compito di compilare le leggi relative al diritto privato
emanate dagli imperatori bizantini. Questa opera di consolidazione dello zar
Aleksij Mihajlović, contiene 25 capitoli e 963 articoli. Il Sobornoje
Uloz’enije, conteneva, oltre che i testi dei Padri della Chiesa e i
decreti (ukazy) degli zar, anche il diritto bizantino. Il materiale del
“codice” si basa principalmente sul diritto consuetudinario russo e
sul III Statuto Lituano del 1588. L’influenza del diritto romano
bizantino – specialmente del Procheiron e dell’Eklogé
– si fa sentire solo a tratti, particolarmente nell’ambito del
diritto penale. L’influsso diretto del diritto bizantino si può
osservare in circa cento articoli[10]. Nel manoscritto
originale del Sobornoje Uloz’enije viene
marcato rispetto a questi articoli: iz
gradskih zakonov (in greco: ek ton
nomon politikon).
5. – Sono di notevole importanza gli
“Articoli Nuovi” (Novoukazanija
statji) dello zar Aleksij Mihajlović del 1669, che contengono molti
elementi di diritto penale bizantino. Nella sfera del diritto privato invece
l’influenza bizantina si avverte di meno per due ragioni: non esisteva
una tradizione paragonabile a quella romana e non si effettuò in Russia
una recezione scientifica del diritto romano-bizantino (ius Graeco-Romanum). Dobbiamo mettere in rilievo anche in questa
sede che l’influenza del diritto romano-bizantino è legata in gran
parte alle traduzioni slave di vari codici bizantini.
Letteratura
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Osteuropa bis zum Ersten Weltkrieg. Rechtskulturen des modernen Osteuropa.
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1. – Dalla fine del XVIII secolo[11] vari giureconsulti
(tra cui G.A. von Rosenkampf (1764-1832), M.M. Speranskij (1772-1839) e
Mihály (Michail) Balugyánszky (1769-1847), professore
dell’accademia di diritto di Nagyvárad, oggi Oradea in Romania,
hanno ricevuto l’incarico di consolidare (compilare) il diritto privato
russo, ma i progetti non hanno ottenuto l’appoggio del monarca[12].
Nonostante ciò, nel 1832 come risultato dei lavori è venuta alla
luce l’elaborazione sistematica dei precedenti decreti, cioè il
Svod Zakonov Rossijskoj Imperii di 15 volumi, 8 sezioni e ca. 42.000
articoli (‘Raccolta di Leggi dell’Impero Russo’)[13]. Nel
primo volume sono contenute le leggi costituzionali. Nei volumi successivi si
trovano i decreti di carattere amministrativo. Nel decimo volume sono contenute
le leggi civili e nell’ultimo le leggi penali. La grande maggioranza
— più o meno due terzi — degli articoli concerne
l’ambito del diritto pubblico (ius
publicum). Nel materiale di diritto privato di quest’ultimo (decimo
volume) vari istituti sono stati regolati sulla base del Code civil francese e sulla teoria di
Robert-Joseph Pothier, mentre nella sfera dei diritti reali si può
percepire l’influsso della giurisprudenza (scienza giuridica) tedesca e
dei redattori dell’Allgemeines
Bürgerliches Gesetzbuch austriaco.
La rassomiglianza tra lo Svod Zakonov Rossijskoj
Imperiji e Allgemeines Landrecht
prussiano del 1794 è percepibile rispetto al contenuto di carattere
eclettico, al metodo casistico e al suo carattere, per l’aspetto
conservatore. Si avverte anche l’influsso della Pandettistica riguardante
varie definizioni e norme nella sfera dei diritti reali e del diritto delle
obbligazioni. Al contrario di questo, l’influsso bizantino si limita solo
al diritto matrimoniale e a quello di famiglia. L’influsso del Code
civil francese è innegabile quando citiamo l’art. 1539 del
decimo libro dello Svod Zakonov, il quale dispone
dell’interpretazione dei contratti, ed è praticamente il riassunto
dei rispettivi articoli del Code civil (De
l’interprétation des conventions, artt. 1156-1164). Anche
altri libri del codice in questione contengono elementi di diritto privato, ad
esempio nel nono libro troviamo le disposizioni riguardanti la capacità
di agire, mentre nell’undicesimo libro vengono fissate le regole per i
matrimoni celebrati con persone non pravoslave, ed infine il dodicesimo libro
contiene le disposizioni sulle restrizioni della proprietà fondiaria.
2. – L’edizione riveduta ed
ampliata dello Svod Zakonov è stata pubblicata nel 1842 e nel
3. – In Russia, la Pandettistica
tedesca fece sentire il suo influsso sin dagli anni venti del XIX secolo; fu da
allora che i giovani russi hanno cominciato a frequentare presso le
università tedesche i corsi di Anton Friedrich Justus Thibaut (a
Heidelberg), Friedrich Carl von Savigny (a Berlino), Georg Friedrich Puchta (a
Leipzig) e Rudolf von Jhering a Göttingen.
Nella facoltà di giurisprudenza di Berlino fu
fondato nel 1887 il Seminario Imperiale Russo di Diritto Romano (Kaiserliches Russisches Seminar für
Römisches Recht), alla guida del quale c’erano Heinrich Dernburg
(direttore), Ernst Wilhelm Eduard Eck ed Alfred Pernice. I più noti
allievi del Seminario erano: D.D. Grimm e I.A. Pokrovskij per il diritto
romano, L. Petraz’ickij per la filosofia del diritto, W. von Seeler per
il diritto privato. Tra loro troviamo anche i traduttori delle monografie e dei
manuali degli autori più rinomati della Pandettistica tedesca. Il
Seminario Imperiale Russo di Diritto Romano ha funzionato durante quasi nove
anni e il finanziamento veniva dal Ministero del Culto di San Pietroburgo.
I rappresentanti russi della Pandettistica tedesca
consideravano il diritto romano (in russo: rimskoje
pravo) come introduzione al diritto privato (in russo: c’astnoje pravo), mentre P. Sokolovskij ha sottolineato
l’importanza rilevante del diritto romano per quanto riguarda la
modernizzazione del diritto russo. Tra gli scritti dei giusromanisti russi
spicca la storia del diritto romano di Pokrovskij (1913) e il diritto privato
di V. Hvostov (1906), i quali si ispirano alla giurisprudenza tedesca. La
tendenza della ricerca degli interessi (Interessenjurisprudenz)
è stata sviluppata da S.A. Muromcev (1850-1910), fondatore della
sociologia del diritto russa.
4. – Nel 1882 lo zar Alessandro III
(1881-1894) ha istituito una commissione di redazione, la quale prima nel 1899,
poi nel
La seconda parte dell’undicesimo volume dello Svod
Zakonov Rossijskoj Imperiji conteneva
leggi e decreti di diritto commerciale. Le disposizioni di diritto commerciale,
esattamente 2598 articoli, contenute nell’Ustav torgovy sono
piuttosto casistiche. Più tardi queste norme hanno acquisito vigore di
legge, come per esempio la legge cambiaria e il diritto della procedura
commerciale.
5. – La conseguenza di questo fu che
la successiva edizione dell’Ustav torgovy aveva solo 819 articoli.
Le fonti delle disposizioni commerciali dello Svod Zakonov furono il diritto arcaico (“vecchio”) russo
e il Code de commerce francese del 1807. L’Ustav torgovy
sin dalla sua redazione era antiquato ed incompleto, e proprio queste lacune
vennero colmate dalla giurisdizione del Senato Imperiale Russo. Anche il
diritto consuetudinario aveva un ruolo importante nell’ambito del diritto
commerciale, di conseguenza ai tribunali era permesso di applicarlo secondo il
primo articolo dell’Ustav torgovy.
Letteratura
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Idem: Russian Civil Law in the European Context: Past and Future. In:
Studies in School of Business 10. Lappeenranta University of Technology. Lappeenranta, 2007. 13-28.
1. – Il Codice civile sovietico-russo
(Grazdanskij Kodeks, 1922),
che è composto da 435 articoli e può essere considerata
l’edizione abbreviata del Grazdanskoje Uloz’enije del 1905,
è stato ideato dal comitato guidato da Aleksej Grigorjević Gojkbarg
(1883-1962)[15]
e mostra l’influsso sia della Pandettistica tedesca, che del codice
civile svizzero e della legge svizzera delle obbligazioni. L’approvazione
di questo codice è stata resa necessaria dall’introduzione della
“Nuova politica economica” (Novaja Ekonomic’eskaja
Politika‒ NEP) avvenuta nel 1921, e perciò è stato
preparato in tempi ristrettissimi, praticamente in poche settimane[16].
Conformemente al concetto socialista del diritto, il diritto
di famiglia, il diritto del lavoro ed il diritto fondiario sono stati separati
dal diritto privato, e sono stati riconosciuti come rami giuridici autonomi. Il
primo codice di diritto del lavoro venne approvato nel novembre del 1918, ma
nel 1922 è stata emanata una nuova legge sul diritto del lavoro e sul
diritto fondiario. Nel 1918 è stata emanata una legge sul matrimonio,
sulla famiglia e sulla tutela, che in seguito, nel 1926 è stata derogata
da una nuova legge composta da 143 articoli.
Nella parte generale del codice civile, specialmente per
quanto riguarda i negozi giuridici, è innegabile l’influsso
esercitato dalla Pandettistica tedesca. Dal punto di vista concettuale,
l’influsso della Pandettistica tedesca è riscontrabile in tutte le
leggi riguardanti il diritto privato.
Verso la fine del periodo caratterizzato dalla NEP
è nato il progetto di codificare le leggi approvate nella Russia
Sovietica e nell’Unione Sovietica. Questa iniziativa è collegata
all’idea di Speranskij e di Balug’anskij di redigere uno Svod
Zakonov.
2. – Le Basi (Fondamenti) della
Legislazione del Diritto Civile approvate nel 1961, i codici delle repubbliche
membri ispiratisi a quest’ultimo ed infine anche il Codice di diritto
civile sovietico-russo, approvato nel 1922, sono piuttosto modesti per quanto
riguarda la loro estensione.
Di conseguenza, non solo la struttura ma anche gran parte
degli istituti e i principi giuridici in esso contenuti sono riconducibili al
diritto romano. Serve da esempio della presenza delle tradizioni pandettistiche
l’art. 14 delle Basi (Fondamenti) della Legislazione del Diritto Civile,
il quale dispone dei negozi giuridici. Il Codice civile russo del 1964 dispone
del negozio giuridico in un capitolo a parte.
Probabilmente per via dell’influsso svizzero, il
Codice civile del 1922 non segue il principio di tradizione per quanto riguarda
l’acquisto della proprietà. Secondo le Basi (Fondamenti) della
Legislazione del Diritto Civile però, la modalità più
importante che deve essere rispettata per ottenere l’acquisto della
proprietà, è quella della tradizione della cosa (“sistema
tradizionale”), questo comportò il ritorno della tradizione di
diritto romano.
3. – Il Codice civile della
Repubblica Socialista Sovietica Russa del 1964, costituito da 569 articoli,
segue il concetto di Ulpiano per quanto riguarda la proprietà (art. 92).
Questo articolo si ispira anche all’art. 544 del Code civil francese. La tradizione contrattuale
della proprietà non è concorde al principio di astrazione (Abstraktionsprinzip)
del BGB tedesco. Il codice, a differenza del BGB tedesco, in molti casi non
contiene una regolazione molto dettagliata. Per esempio le disposizioni
riguardanti l’ipoteca sono solo undici (artt. 192-202), mentre il BGB
tedesco dispone dell’ipoteca con regole dettagliatissime. Questa tendenza
semplificativa è vera anche per il diritto delle successioni, infatti il
codice non contiene alcuna regola riguardante la collatio, e non conosce
nemmeno la substitutio fideicommissoria.
Il Codice civile del 1964 è costituito da otto
parti. La sua struttura è la seguente: parte generale, proprietà
e i diritti reali, diritto delle obbligazioni, nell’ambito di questo la
parte generale e la parte speciale, i diritti d’autore, il diritto dei
brevetti d’invenzione, il diritto delle successioni, ed il diritto
privato internazionale, nell’ambito del quale il diritto dei conflitti di
leggi (conflictus legum).
4. – Nel 1968 sono state approvate le
Basi (Fondamenti) della Legislazione del Matrimonio e della Famiglia, in base
alle quali in ciascuna repubblica sovietica sono state emanate le leggi
riguardanti il matrimonio e la famiglia. La Repubblica Socialista Sovietica
Russa ha preso in considerazione queste basi quando ha approvato le leggi sul
matrimonio e sulla famiglia.
Le Basi (Fondamenti) della Legislazione della
Proprietà Fondiaria sono state approvate a livello federale nel 1968, ed
in seguito in base a queste è stato emanato il Codice della
proprietà fondiaria in tutte le repubbliche sovietiche, e nel 1970 anche
nella Repubblica Socialista Sovietica Russa.
Le Basi (Fondamenti) della Legislazione del Diritto del
Lavoro sono state approvate nel 1970, ed in base a queste si è arrivati
all’introduzione del Codice del diritto del lavoro della Federazione
Russa (Repubblica Socialista Sovietica Russa), avvenuta nel 1971 [17].
Specialmente nella regolamentazione del diritto di
famiglia e del diritto della proprietà fondiaria è possibile
riscontrare l’influsso dei concetti, degli istituti e della struttura
della dottrina della Pandettistica tedesca.
Lo Svod Zakonov SSSR,
un’ampia raccolta che conteneva le Basi dei diversi rami del diritto e i
codici in base a queste pubblicati, fu pubblicato tra il 1976 ed il 1985 [18].
Il diritto sovietico non riconosceva l’autonomia del
diritto commerciale. Conformemente al concetto del dvuhsektornoje pravo (“diritto
avente due settori cioè branche”) i rapporti tra le aziende
socialiste erano regolati da norme giuridiche autonome anzichè dal
Codice civile.
Letteratura
G. Ajani: The Soviet Experience
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wichtigsten Änderungen. OsteuropaR 54 (2008) 18-34.
1. – Il Soviet Supremo della
Federazione Russa il 31 maggio del
Nonostante questo il legislatore della Federazione Russa, il
Consiglio Supremo Russo, il 14 luglio del
2. – I lavori di preparazione del
codice civile della Federazione Russa sono iniziati nel novembre del
Il nuovo Codice civile russo venne introdotto gradualmente
seguendo l’esempio del nuovo Codice civile olandese (Nieuw Burgerlijk Wetbook). I membri della commissione di redazione
del nuovo Codice civile russo presero in considerazione principalmente il nuovo
Codice civile olandese e il BGB tedesco. Per via del BGB tedesco anche il nuovo
Codice russo dispone di una Parte Generale[19].
Inoltre i codificatori si sono ispirati sia ai principi
dei contratti europei ideati dal comitato diretto (presieduto) da Ole Lando, sia
ai contratti commerciali ideati dall’UNIDROIT. Oltre a questi i
codificatori hanno tenuto conto anche del modello di codice civile ideato
dall’assemblea interparlamentare della Comunità degli Stati
Indipendenti (Sodruz’estva N’ezavisimych Gosudarstv), nonché la Convenzione di
Vienna sulla compravendita internazionale di merci.
La sopraccennata assemblea nel
I codificatori hanno tenuto conto anche del Louisiana
Civil Code, specialmente per quanto riguarda la regolazione delle varie
forme di proprietà. Per questo motivo i redattori del codice si
avvalsero anche della costruzione del Louisiana Civil Law Trust.
Caratteristica speciale di questo tipo di trust è il fatto che
nel suo caso, a differenza del trust conosciuto nel common law, non vi
è una differenza tra legal title ed equitable title. Il
nome russo di questo istituto giuridico che ha le sue radici nel diritto romano
è doveritelnaja sobstvennost’. In questa espressione il
termine doverije significa fiducia, e corrisponde alla costruzione della
fiducia cum creditore del
diritto romano. Ma alla fine questo istituto giuridico non divenne parte del
Codice civile russo. In base a un decreto presidenziale questa forma di
proprietà è in vigore solo nelle operazioni finanziarie tra le
banche[20].
3. – La prima parte del Codice civile
russo (artt. 1-453) è entrata in vigore il 1° gennaio del 1995, dopo
che nel 1994 è stato approvata dalla Duma statale (Gosudarstvennaja Duma). Stranamente il quarto capitolo del primo
libro, che disponeva delle persone giuridiche, era già in vigore dal 5
dicembre del 1994. La seconda parte del codice è stata approvata nel gennaio
del 1996, ed entrò in vigore il 1° marzo del 1996.
La prima parte, composta da 29 capitoli, si basa
principalmente sul BGB tedesco e contiene una Parte Generale (artt. 1-208), le
disposizioni sulla proprietà (artt. 209-306), le disposizioni generali sulle
obbligazioni (artt. 307-419) e le disposizioni generali riguardanti i contratti
(artt. 420-453).
La seconda parte del codice regola i contratti speciali,
il diritto delle successioni, e l’applicazione del diritto straniero.
La parte del Codice civile russo che riguarda la
proprietà è alquanto particolare perché riconosce varie
forme di proprietà. Considera forme di proprietà, oltre che la
classica proprietà privata, anche i diritti che nel diritto romano erano
considerati iura in re aliena, per esempio l’usufrutto ed anche le
servitù. Il capitolo diciasettesimo della prima parte, che riguarda la
proprietà fondiaria (artt. 260-287), è entrato in vigore per
ragioni politiche solo successivamente. Tutto ciò è motivato dal
fatto che il riconoscimento della proprietà privata (c’astnaja sobstvennost’) dei
fondi è tutt’ora in discussione sia dal punto di vista politico
che da quello giuridico. Questo capitolo è entrato in vigore
contemporaneamente alla legge sulla proprietà fondiaria. Prima la
proprietà fondiaria fu regolata da una legge approvata il 24 dicembre
del 1990 ancora nella Repubblica Socialista Sovietica Russa.
La quarta parte del Codice civile approvata dalla Duma
statale il 24 novembre 2006 regola la proprietà intellettuale (artt.
1225-1551). L’ultima parte del Codice entrò in vigore il 1°
gennaio 2008.
4. – Sebbene in Russia non sia stata
ancora approvata una legge autonoma sul diritto commerciale (kommerc’eskoje pravo), il diritto
delle società (associazioni) economiche (commerciali) è regolato
da una legge autonoma. La prima legge sulle società economiche
(commerciali) conforme all’economia di mercato e al rasgosudarstvlen’ije
(“destatalizzazione”),
fu approvata il 25 dicembre 1990 e da allora varie volte modificata. Bisogna
menzionare che, nella prima parte del Codice civile della Federazione Russa, vi
è un ampio riferimento ai contratti commerciali, come nel nuovo Codice
civile olandese (Nieuw Burgerlijk Wetboek).
In the Grand Duchy of Kiev elements of Byzantine Roman law
were strongly present. It is, however, probable that these Byzantine sources of
law were applied only by ecclesiastical courts. The „code” of Tsar
Alexis Mihailovich of 1649 contained texts by the Fathers of the Church, the
orders of the tsars, and Byzantine law. In the late eighteenth century several
scholars were entrusted with the consolidation of Russian private law. By 1832
a systematized revision of previous law was still prepared and issued in
fifteen volumes under the title Svod Zakonov. Several legal institutions of its
private law section were based on the French Code civil. As regards the law of
things the influence of German jurisprudence could be felt. Byzantine Roman law
survived only in marital and family law. The Pandectist School made its impact
felt in Russia from the 1820s when Russian law students attending German
universities began to study under Thibaut, Savigny, and Puchta. In 1882 Tsar
Alexander III established a committee of codification that published drafts of
the Russian civil code. In most parts they reflected the impact of the German
BGB. The impact of the Pandectist School could be felt also in the Civil code
of Soviet-Russia promulgated in 1922. The same is holding true for The
Principles of Civil Jurisdiction of the Soviet Union adopted in 1961. The Civil
code of the Russian Soviet Socialist Republic, promulgated in 1964, was based
on the system of Pandects and reflected in a number of its institutions the
influence of Roman law. The new Russian civil code (1995-2007) was put gradually
into force and shows mainly the influence of the German BGB as well as of the
new Dutch civil code.
[Per la pubblicazione degli articoli della sezione
“Tradizione Romana” si è applicato, in maniera rigorosa, il
procedimento di peer review. Ogni articolo è stato
valutato positivamente da due referees,
che hanno operato con il sistema del double-blind].
[1] Lo Stato di Kiev (Drevnjaja Rus’) non fece mai parte dell’Impero Romano. Questo
primo Stato russo venne fondato alla fine del IX secolo dai Variaghi e
durò fino alla invasione dei Mongoli nel 1236.
[2] Papa Adriano II (867-872) ‒ siamo
ancora alcuni decenni prima della fondazione dello Stato di Kiev ‒ ebbe
un atteggiamento benevolo nei confronti della lingua slava. La storia della
Chiesa Ortodossa si intreccia molto strettamente con quella dello Stato russo.
[3] È da notare che la dominazione
mongola non ebbe influenza sul diritto russo. Le consuetudini mongole non sono
state mai imposte ai Russi. La più negativa conseguenza di questa
dominazione in campo giuridico fu il ristagno del diritto. Si registra invece
continuità nella sfera del diritto pubblico: i mongoli (tartari) non
distrussero formalmente lo Stato di Kijev. Lo stesso si può affermare
anche per la Chiesa Ortodossa. Jaroslav III venne considerato anche dai mongoli
come Gran Duca di Russia, un titolo di carattere formale che non ebbe molta
importanza pratica. L’unità spirituale della Russia fu rappresentata
da un unico metropolita.
[4]
Non ci sono dati concreti rispetto all’applicazione del Procheiron e del Nomos Geórgikos. Probabilmente
vennero applicati da parte delle corti ecclesiastiche, le quali utilizzavano
soprattutto le versioni
“moderne” della Russkaja
Pravda (“diritto consuetudinario russo”).
[6] Da parte del patriarca Antonios viene
sottolineata l’unità dell’imperium e sacerdotium.
L’idea si basa sulla Novella VI dell’imperatore Giustiniano I (Quomodo oporteat episcopus et reliquos
clericos ad ordinationem deduci, et de expensis ecclesiarum — Imp.
Iustinianus A. Epiphanio archiepiscopo Constantinopolitano). È di
notevole importanza in questa sede la prefazione della Novella: Maxima inter homines dei dona a supera
benignitate data sunt sacerdotium et imperium. quorum illud quidem rebus
divinis inservit, hoc vero humanas res regit earumque curam gerit: quorum
utrumque ab uno eodemque principio proficiscatur et humanam vitam exornat
(traduzione latina del testo greco).
[7]
Il titolo di imperatore (zar) di Vasilij III, figlio di Ivan III, venne
riconosciuto dall’imperatore Massimiliano, dall’Ordine Prussiano e
più tardi dagli inglesi.
[8]
Mosca, la capitale dove nel 1448 venne eletto per la prima volta un metropolita
russo, nel 1589 divenne un centro governativo ecclesiastico autonomo, dopo che
il patriarca di Bisanzio firmò la Carta Costituzionale (Gramota
Uložennaja)
adottata nel sinodo tenuto nello stesso anno. Tuttavia, il patriarca fu
accettato de iure come capo del
quinto patriarcato ortodosso solo nel 1593. Dopo questo fatto Mosca
considerò se stessa come la “Nuova Roma” dopo Bisanzio, e
come la “Terza Roma” ereditaria dell’Impero Romano, anche se
le grandi potenze europee e la Chiesa Romana non riconoscevano la
legalità dell’eredità della Russia (translatio imperii).
Nonostante questo, tale ideologia rimase di grande importanza fino al 1917 sia
nella mentalità politica russa che nella teoria di diritto pubblico
russo.
[9] Nel campo ecclesiastico è da
notare la convocazione dell’assemblea dei bojari (“duci”) ed
ecclesiastici nel 1551 che ha una certa rassomiglianza con il sinodos e sincletos conosciuto a Bisanzio. Questo concilio accoglie cento
decisioni; per questo si chiama Stoglav
cioè “cento capitoli”.
[10]
E da menzionare che venivano puniti ex
officio tutti i reati commessi contro la Chiesa Ortodossa
[11] Pietro il Grande (1682/1696-1725) riprese
contatto con l’Europa occidentale nel 1689. Le sue leggi furono
influenzate dai modelli tedeschi e svedesi. Questo fenomeno si osserva nei suoi
“Articoli militari” e nella sua “Tabella dei ranghi”.
Le riforme di Pietro il Grande e dei suoi successori portarono ad una
legislazione straordinaria. La maggioranza delle leggi ha carattere amministrativo.
Con Pietro il Grande vennero elaborate 3107 leggi, con l’imperatrice (czarina) Anna 2765 (ascesa al trono nel
1730) e l’imperatrice Caterina II (1762-1796) ben 5948 leggi (ukazy). Durante il Settecento sorse
l’idea della consolidazione (in altri termini codificazione o
incorporazione) del diritto poich‚
dal 1649 (anno dell’entrata in vigore di Sobornoe Uloz’enije) furono introdotte numerosissime leggi
influenzate dalle idee dei giureconsulti tedeschi e svedesi, e poi anche italiani
(per esempio Beccaria) e di Montesquieu. Vi furono vari tentativi di
consolidamento del corpus legum da
parte di diverse commissioni incaricate di sistemare le leggi esistenti. Un
notevole canale per la penetrazione del diritto romano fu l’università
di Mosca, fondata nel 1755. Nell’insegnamento venne attribuito un grande
ruolo al diritto romano (rimskoje pravo).
Lo stesso si può dire delle università fondate all’inizio
dell’Ottocento nell’impero russo (Varsavia, Pietroburgo, Dorpat,
Vilna, Abo [Turku], Kazan, Charkov). L’insegnamento del diritto romano
influenzò molto la prassi e la teoria giuridica russa.
[12] Nel 1797 si costituì una
commissione legislativa per l’elaborazione di vari codici di tipo
occidentale. Vennero realizzati dei progetti di codice civile e penale che
però non vennero approvati dallo zar Paolo I (1796-1801). Durante i
primi anni del regno di Alessandro I (1801-1825) il giovane zar ed i suoi
consiglieri vollero dar vita a delle riforme liberali. Nella commissione
legislativa ebbe un grande ruolo il giurista Freiherr von Rosenkampf, e dal
1808 Michele Speranskij. A Speranskij risale l’idea di istituire il
Parlamento con due camere (Consiglio Imperiale e Duma Imperiale) in base ad una
costituzione parlamentare. Speranskij volle distaccarsi dal corpus legum russo considerandolo come
obsoleto e “barbarico”. Nel 1811 venne approvato il progetto di un
codice civile elaborato in base al Code
civil francese dal Consiglio Imperiale. Questo progetto però
fallì per la resistenza delle forze politiche conservatrici. Il rinomato
storico Karamzin si oppose expressis
verbis al progetto e lo rifiutò in base ai propri sentimenti
nazionali. L’atteggiamento di Karamzin sulla questione del progetto
può essere considerato paradigmatico. Speranskij dovette andare in
esilio (a N’izn’ij Novgorod) nel marzo 1812, evento che simbolizza
il fallimento delle idee liberali dello zar Alessandro I. Dopo
l’invasione e la ritirata di Napoleone nel 1812 seguì una reazione
che si oppose a una codificazione di tipo occidentale. Sotto l’impero
dello zar Nicola I (1825-1855) si arrivò a una consolidazione che non
corrispondeva alle esigenze di una codificazione e di una modernizzazione
totale del diritto in vigore. Lo zar Nicola I fu molto conservatore e si oppose
a qualsiasi riforma — atteggiamento che si riflettè anche nel
campo giuridico e che portò alla rivolta dei decabristi nel dicembre
1825. Secondo lo zar Nicola I la commissione legislativa doveva rifarsi alle
tradizioni anziché elaborare nuove leggi non radicate nella tradizione
giuridica russa (dichiarazione pronunciata nel Consiglio Imperiale nel 1826).
[13] Il nuovo corpus legum conosciuto sotto il nome di Svod ZakonovRossijskoj Imperii fu elaborato dalla commissione
legislativa intitolata “Secondo Dipartimento della Cancellaria di Sua
Maestà” presieduta da Mihály (Michail) Balugyánszky
(1769-1846), eminente giurista di origine ungherese perfezionatosi
all’università di Pest e a Vienna in diritto romano. Il più
noto collaboratore di Mihály (Michail) Balugyánszky fu il conte
Speranskij, cui va il merito di questa consolidazione. Il piano della
consolidazione ebbe prevalentemente aspetto storico. Secondo la concezione di
Speranskij la consolidazione (codificazione) doveva essere realizzata su tre
livelli: il primo livello, ovvero la raccolta completa di tutte le leggi e
decreti (ukazy), fu realizzato nel Polnoje Sobran’ije Zakonov, dal
codice del 1649 (Sobornoje
Uloz’enije); il secondo piano, cioè la consolidazione di
carattere sistematico, fu realizzato nello Svod
Zakonov, che comprenderebbe tutte le leggi ancora vigenti; il terzo livello
era la preparazione di un codice (uloz’enie)
comprendente le leggi modificate secondo le esigenze della teoria giuridica e
della storia giuridica con riguardo alle nuove esigenze esistenziali. Da parte
dello zar Nicola I vennero approvate le prime due parti del progetto, dato che
la terza parte ‒ quella concernente il codice, in altri termini, la
codificazione e modernizzazione del diritto in senso proprio ‒ venne
titolata “troppo astratta e teorica”
[14] Il secondo Polnoe Sobran’ie Zakonov (Vtoroe
Polnoe Sobran’ie Zakonov) raccoglie le leggi dal 12 dicembre (in 55
volumi) 1825 al 1881. Il terzo Polnoe
Sobran’je Zakonov (Tret’e
Polnoje Sobran’ie Zakonov) raccoglie le leggi dal 1881 al 1917.
[15] A.G. Gojkhbarg prima di tutto era
esperto in diritto famigliare. Una delle sue opere più importanti era
“Bracnoje, semejnoje, i opekunskoje pravo Sovjetskoj Respubliki”
(Mozkva, 1920).
[17] Qui menzioniamo che questa legge
è stata abrogata il 1° febbraio 2002 da un codice del lavoro
composto da 14 parti e 217 articoli. Il nuovo Codice del lavoro della
Federazione Russa è molto criticato, dato che contiene ancora una grande
parte delle regole del Codice del 1971.
[18] K.F. Guc’enko:
Razvit’ije zakonodat’elstva: osnovnije napravlen’ija i
sredstva daln’ejsego soversenstvovan’ije. Sovjetskoje gosudarsztvo
i pravo. 1985. 5–7; J.S. Samoc’enko: Novij sag v soversenstvovaniji
sovjetskogo zakonodat’elstva. Sovjetskoje gosudarstvo i pravo 1987 e J.
Bena: Idea Vceobecnej Kodifikácie zákonodarstva v dejinách
sovietskeho práva. In: Velke kodifikace II. Praha, 1989. 149-156.