IX
SEMINARIO INTERNAZIONALE
“DIRITTO
ROMANO E ATTUALITÀ”
«VIE ANTICHE E MODERNE AI COMMERCI:
FILOSOFIA, ECONOMIA E DIRITTO. RODI, ROMA E LE LORO EREDITÀ».
Suzdal,
3-6 ottobre 2013
Il IX Seminario si è aperto il
giorno 3 ottobre 2013 alle 10.30 nella sala “Spasskij”
dell’albergo “Suzdal”, nell’ambito
dell’attività scientifica dell’Accademia di Giustizia della
Russia, della Corte Suprema, della Corte Suprema di Arbitrato della Federazione
Russa e del Centro di Studi del Diritto Romano. Detta attività riunisce
forze e competenze di giuristi e storici del diritto in Russia, Italia, Bulgaria,
Repubblica Ceca e Polonia, nonché di altri paesi europei ed è
stato realizzato anche con la partecipazione organizzativa dell’Istituto
di Storia Universale dell’Accademia delle Scienze di Russia. Il
seminario, inoltre, rappresenta il primo frutto dell’accordo di
collaborazione tra l’Accademia di Giustizia della Russia e
l’Università telematica italiana e-Campus.
Il Comitato Organizzativo del seminario è stato
presieduto da V.V. Ershov (Rettore
dell’Accademia di Giustizia della Russia, Mosca), L.L. Kofanov (Presidente del Centro di Studi di Diritto Romano,
Mosca); segretario responsabile A.A.
Panov (prof. dell’Accademia di Russia della Giustizia, Mosca). Il
Comitato Organizzativo era composto da: T.N.
Neshataeva (prof. dell’Accademia di Giustizia della Russia, Mosca), A. Corbino (Presidente del Centro
romanistico internazionale, Catania), S.S.
Bugrova (prof. dell’Accademia di Giustizia della Russia, Mosca), K. Tanev (Presidente del Centro romanistico di
Bulgaria, prof. della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università
di Sofia), M. Skrejpek (Presidente
del Comitato Organizzativo del VII
Seminario, prof. dell’Università di Carlo di Praga), P. Todini (prof. della Facoltà
di Giurisprudenza dell’Università e-Campus, Italia), A.O. Chubarian (Accademico, Direttore
dell’Istituto di Storia Universale dell’Accademia delle Scienze di
Russia), E.V. Liapustina (Istituto
di Storia Universale, Mosca), M.V.
Bibikov (prof. dell’Università Accademica degli Studi di
Scienze Umanistiche di Mosca) e molti altri studiosi e giuristi.
Il tema del seminario del 2013 è stato scelto non
a caso. Già nel 2012, durante l’VIII seminario a Sofia e Haskovo,
era stato osservato che l'adesione della Russia all'organizzazione commerciale
mondiale le impone di adeguare la normativa nazionale, in ambito commerciale,
alle norme internazionali. Il lavoro dei civilisti russi mira oggi, inoltre, ad
uno sviluppo delle norme contrattualistiche e dei diritti delle persone
giuridiche ispirate ai principi di buona fede (bona fides romana) e di responsabilità delle parti
contrattuali[1]. L'uso di una prospettiva storica permette di cogliere
l'evoluzione del diritto che nell'antichità della vecchia Europa
regolava il commercio internazionale marittimo (ed era connessa allo sviluppo
del diritto commerciale e contrattuale di Rodi e di Roma, la cui normativa
costituisce la base per il diritto moderno europeo) e consente una comprensione
più profonda dei problemi giuridici attuali del commercio internazionale.
Il compito principale del seminario è stato,
quindi, quello di delineare lo sviluppo delle strade del commercio. Sono state
prese in considerazione sia le strade nella loro concretezza e
materialità (le vie del mare, le strade romane, gli acquedotti ecc.) sia
del commercio in senso astratto e, dunque, le norme giuridiche e altri mezzi
che hanno consentito e facilitato lo sviluppo del commercio (dalle leggi greche
e romane ai percorsi virtuali dell’intensificazione del commercio su internet).
Particolare attenzione è stata dedicata, durante il seminario, alle
problematiche di diritto pubblico romano sui contratti e, in particolare, agli
acquisti statali di grano per il popolo.
Le lingue ufficiali del Seminario sono state il russo,
l’italiano e l’inglese.
Al seminario hanno partecipato scienziati (giuristi e
storici) provenienti da Russia, Italia, Bulgaria, Repubblica Ceca e Polonia. Al
seminario hanno partecipato circa 30 studiosi e, come sempre, è stata
prevista la partecipazione anche di giovani ricercatori. Uno degli obiettivi di
maggior importanza del seminario, infatti, è quello di offrire ai
giovani ricercatori la possibilità scientifica di presentare e confutare
le loro idee durante il tempo della discussione di ogni relazione, così
come previsto dal regolamento.
Gli atti del seminario (una breve cronaca e le singoli relazioni
preparate sotto forma di articoli scientifici) saranno stampate non solo sulla
rivista «La giustizia di Russia», ma anche sulle pagine della
rivista scientifica «Ius Antiquum», che sempre diventa
più internazionale, nonché sul sito italiano dell'Università
telematica E-Campus.
Il seminario ha iniziato i suoi lavori con le parole di
saluto ai partecipanti, da parte del Presidente del comitato organizzativo
prof. L.L. Kofanov, il quale per
conto del Centro studi di diritto romano -anche a nome del Rettore
dell'Accademia Russa di Giustizia prof. V.V.
Ershov e del Direttore dell'Istituto di storia universale, accademico A.O. Chubarian- ha augurato ai
partecipanti un proficuo lavoro scientifico. Si è proceduto poi con la
lettura, da parte del prof. Kofanov, della lettera del Presidente del Centro
Internazionale romanistico «Copanello», prof. A. Corbino, nella quale lo studioso italiano, nell’esprimere
la sua fiducia nel successo del seminario, ha ribadito il suo profondo
rammarico per l’impossibilità, dovuta a circostanze di fatto, di
partecipare personalmente al seminario evidenziando, però, una sua
partecipazione con l'anima per questo straordinario evento dei suoi colleghi ed
amici.
Con un saluto ai partecipanti del seminario, poi, la
prof.ssa P. Todini -anche per conto
dell'mondo accademico ed amministrativo dell’Università telematica
e-Campus- ha presentato l’Università e-Campus alla comunità
scientifica ivi presente ed ha augurato il successo dei presenti lavori e della
collaborazione, che vede in questo seminario il suo primo atto, con i colleghi
dell'Accademia Russa di Giustizia e con gli studiosi di altre università
e paesi. Un saluto ai partecipanti del seminario è stato, infine,
rivolto dal famoso romanista polacco prof. Ja.
Zabłocki, che, in particolare, ha sottolineato con gioia l'adesione
dei colleghi polacchi al presente
seminario.
La prima sessione plenaria, sotto la
presidenza dei proff. K. Tanev e L. Kofanov, è iniziata con la
relazione del prof. Igor Evghenievich
SURIKOV (Mosca) sul tema “I
concetti filosofici e giuridici del commercio e della circolazione monetaria
dei pensatori greci delle epoche arcaica e classica”. La relazione ha
fornito un quadro estremamente interessante della visione
filosofico-giuridica di Aristotele,
Platone ed altri pensatori antichi sulla natura e carattere del commercio nella
Grecia classica. In particolare è stato rilevato il ruolo specifico del
commercio del pane, le cui norme regolatrici si collocano principalmente
nell’ambito del diritto pubblico piuttosto che in quello privatistico. La
relazione ha suscitato un vivace dibattito, a cui hanno partecipato i proff.ri
K. Tanev, M. Skrejpek, L. Kofanov e altri.
Non meno importanti questioni teoriche di
diritto pubblico antico sono state affrontate dal prof. Jan ZABŁOCKI (Varsavia) nella sua relazione “Patrie grandi e piccole nel mondo romano”.
La relazione ha proposto l’analisi delle fonti (prima di tutto di
Cicerone) relative alla visione di Roma come «grande» patria e di
città-stato alleata italica come la «piccola» patria.
L’indagine, poi, si è rivolta ad una comparazione di detto
sistema, ed alla sua corrispondenza, con il concetto giuridico moderno di UE e
degli stati membri dell'unione europea. Alla vivace discussione che ne è
seguita hanno partecipato proff. K. Tanev, P. Todini, D. Falada.
Un problema teorico non meno
importante – sulla dottrina
romana delle cose e sul suo uso nel diritto ceco moderno – è stato
sollevato dal prof. Michal SKŘEJPEK
(Praga) nella relazione “Sulla
problematica della divisione delle cose nel nuovo codice privato ceco”.
Al vivace dibattito intorno alla relazione hanno contribuito quasi tutti i
partecipanti del seminario. Uno dei principali temi affrontati è stato
il principio giuspubblicistico romano della divisione delle cose tra quelle
incluse in circolazione commerciale e quelle ritirate dalla circolazione
commerciale.
La seduta pomeridiana, tenutasi sotto la presidenza dei
proff. I.E. Surikov, Ja. Zabłocki, ha avuto inizio con
la relazione “Il prestito marittimo
romano ed aleatorietà - una differenziazione tra alea ed il rischio”
del prof. Konstatin TANEV (Sofia).
Lo studioso, analizzando i commenti dei giuristi romani ed altre fonti,
è giunto alla conclusione, estremamente persuasiva, che le alte
percentuali (12%) dei prestiti marittimi fossero applicabili solo nel periodo di
permanenza delle navi in mare, all'arrivo della nave in porto tale percentuale
si veniva a modificare, ciò proprio perché si tratta di
percentuali legate alla natura del contratto di prestito, con rischi reali
marittimi. Alla discussione che ne è seguita hanno partecipato i proff. M. Skrejpek,
L. Zingone, P. Nizcyporuk, L. Kofanov.
Nel rapporto “I
banchieri romani (argentarii) e le
loro operazioni” del prof. Piotr
NICZYPORUK (Bialostok, Polonia) è stato sollevato il non meno
interessante problema dell’attività dei banchieri romani nel III
sec. a.C. - III sec. d.C. La relazione si è interessata, in particolare,
all’aspetto giuspubblicistico degli argentarii,
che operavano esclusivamente in pubblico sotto il controllo del senato e del
popolo e più tardi dell'imperatore. Il brusco calo di detta
attività è stato ricondotto dallo studioso alla riforma di
Diocleziano, che, stabilendo il prezzo fisso per i prodotti e per il credito,
ha drasticamente limitato il campo di attività dei banchieri.
Il grande interesse della compravendita romana è
stato evidenziato nella relazione “La
coemptio fiduciae causa (Gaius, Inst. I. 114-115a) - riflesso di una
realtà economica” della dott.ssa
Genka MOSZHUHINA (Sofia). Lo studio pone l'attenzione sul fatto che il
formale atto di matrimonio, che si compiva attraverso un rituale di
«acquisto» della moglie, veniva definito con il termine coemptio (bancone di vendita). Usando
una delle possibili ricostruzioni della parte di frammento di Gaio andata
perduta, si giunge alla conclusione che, formalmente, in un atto di coemptio, non solo il fidanzato
«comprava» la moglie, ma anche la sposa «comprava» il
marito. Nel vivace dibattito sulla relazione (proff. K. Tanev, M. Skrejpek, L.
Kofanov, D. Falada, E. Liapustina) è stata discussa la questione
proposta di ripristinare il testo di Gaio, sopra richiamato, anche alla luce
del matriarcato in questa arcaica forma di matrimonio.
La sessione del mattino del 4 ottobre (venerdì),
presieduta dal prof. P. Nizcyporuk,
è iniziata con la relazione “Il
commercio e il diritto nella vita del monastero della prima età
bizantina” della prof.ssa Anna
VAN'KOVA (Mosca). La relazione ha analizzato le caratteristiche del
monastero – soggetto equivalente alla moderna persona giuridica, in grado
di realizzare le attività commerciali e titolare dei diritti successori
– nel periodo tardo romano e primo bizantino. La discussione che è
seguita, di rilevante interesse, si è rivolta alla natura della società
monacale, fondata non secondo il principio orizzontale dell’uguaglianza
dei fratelli, ma secondo una gerarchia patriarcale, dove l'abate era l'unica persona sui iuris, e i membri, come i
figli, personae alieni iuris.
Nella relazione “La ricostruzione dell'actio fiduciae” del famoso studioso
russo prof. Dmitrij V. DOZDEV
(Mosca) sono stati analizzati i dati della tradizione giuridica romana sulla
natura, le caratteristiche e il contenuto dell’actio fiduciae. Il relatore, in particolare, ha osservato che questa
forma versatile di querela si applicava anche nelle controversie «tra
amici» (inter amicos) nel caso
in cui la fiducia fosse venuta meno. Nel vivace dibattito che è seguito
–cui hanno partecipato E. Liapustina, K. Tanev, I. Surikov, Ja.
Zabłocki, P. Nizcyporuk, L. Kofanov – è stata suggerita la
possibilità di collocare questa causa nell'ambito dei procedimenti
arbitrali internazionali delle azioni tra il popolo romano e i suoi
“alleati”, per esempio, con la repubblica di Rodi.
Un tema di particolare interesse è stato oggetto
della relazione “Dalla lex Aquilia
alla lex Rhodia. L'importanza d'interpretazione giuridica” del prof. David FALADA (Praga) basata
sull'analisi dei commenti medievali alle norme della lex Rhodia sui danni illeciti. Il relatore, sulla base di esempi
concreti, ha mostrato un evidente legame, e una serie di analogie di
interpretazione, del concetto di «danno» in entrambe le leggi. Alla
discussione che ne è seguita – cui hanno partecipato M. Skrejpek,
E. Liapustina, K. Tanev, L. Kofanov – è stato evidenziato,
circostanza particolarmente interessante, che l'unico riferimento al diritto
romano presente nella legge rodiese è quello relativo alla lex Aquilia.
Nel pomeriggio (presidente prof. K. Tanev) è stata presentata la
relazione “Nomos Rhodion Nautikos,
libro 53 dei Basilici e il problema del contenuto della Lex Rhodia antica”
del prof. Leonid L. KOFANOV (Mosca)
nella quale è stata analizzata e confermata, attraverso il supporto di
diverse autentiche fonti dei secoli I-III d.C., la veridicità delle
informazioni dell'autore del «Prologo», cioè
dell’introduzione bizantina al testo del VII secolo d.C. della
«legge marittima di Rodi». Confrontando le singole norme contenute
nel libro 53 dei Basilici con le informazioni contenute in altre fonti antiche
sulle singole disposizioni della legge di Rodi, il relatore ha concluso che
nella legge di Rodi sono presenti una serie di norme giuspubblicistiche di
diritto internazionale. Si tratta di disposizioni che riguardano anche le
transazioni commerciali del commercio marittimo, che trovano conferma, in
particolare, con le leggi elleniche di Samo e di Rodi in materia di acquisti di
grano e olio per i bisogni del popolo. Si tratta di generi alimentari acquistati con denaro
“pubblico”, per decreto dell'assemblea popolare. A Roma
disposizioni simili alle leges
frumentariae erano a fondamento
della particolare azione
repubblicana di diritto pubblico: la «condictio triticiaria». La relazione ha suscitato una vivace
discussione in merito all'importanza e alla complessità del problema (I.
Surikov, K. Tanev, E. Liapustina, M. Skrejpek).
Sul tema delle moderne vie del commercio fondate
sull’eredità romanistica la relazione “Invalidità negoziali e rimedi per la protezione degli interessi
nelle transazioni commerciali del consumatore: dal negotium nullum alle
nullità di protezione” della prof.ssa Paola TODINI (Università e-Campus, Italia). La relazione ha
analizzato la presenza di elementi di diritto romano nella moderna concezione,
e nei relativi strumenti di tutela, degli interessi dei consumatori. Nella
vivace discussione che ha seguito la relazione (L. Kofanov, L. Zingone, K.
Tanev, D. Falada, S. Lazarov) è stata espressa l'idea che il consumatore
astratto del diritto privato contemporaneo sembra un pò meno sicuro
rispetto al popolo romano a cui erano offerti strumenti particolarmente
efficienti come le azioni «popolari». Dette azioni consentivano di
difendere gli interessi del popolo, come consumatore, ad esempio, nella
distribuzione pubblica di «panem et
circenses».
Infine, nella relazione “Il contratto di deposito nella legge marittima di Rodi e nei Basilici”
del prof. Anton A. PANOV (Mosca)
sono stati analizzati con attenzione i termini e i concetti relativi al
contratto di deposito delle merci trasportate via mare e nei magazzini del
porto. All’uopo è stata evidenziata la distinzione significativa
tra la terminologia giuridica greca e quella latina, che definiva il concetto
di «conservazione». Alla discussione hanno partecipato L. Kofanov,
I. Surikov, K. Tanev e altri.
La riunione di sabato 5 ottobre (presidenti: proff. E. Liapustina, M. Skrejpek) è stata aperta con la relazione “I problemi testuali della legge marittima
bizantina” della prof.ssa Elena
V. SILVERSTOVA (Mosca), la quale ha dedicato particolare attenzione
all'ultima pubblicazione scientifica della fonte bizantina del X secolo i
Basilici – la versione greca del Digesto e del Codice di Giustiniano
– a cura di H. Scheltema e N. Van Der Val. In particolare è stato
esaminato il libro 53, in cui è collocato il diritto marittimo, che,
secondo la relatrice, non aveva alcun rapporto con l'antica legge di Rodi. Alla
discussione sulla relazione hanno partecipato K. Tanev, E. Liapustina, I.
Surikov e L. Kofanov.
La relazione “Nolumus ... Romanis legibus ...
convexari: legislazione sul commercio nei
regni visigotici (V-VII sec.)” del prof. Oleg V. AUROV (Università umanistica, Mosca) ha analizzato
le norme, non copiose, sul commercio nei regni primo medievali della Francia e
della Spagna. In particolare, è stato osservato che i visigoti non
riconoscevano un effetto diretto del diritto romano anche se il contenuto delle
norme romane entrò nelle loro raccolte ufficiali. Alla discussione hanno
partecipato K. Tanev, E. Liapustina e L. Kofanov.
Particolarmente interessante, poi, la relazione
“Lex Rhodia e Tavole Amalfitane. Influenze, analogie e
differenze” della dott.ssa Camila
STLOUKALOVÁ (Praga), nella quale è stata evidenziata la
ricezione del diritto marittimo di Rodi anche nel diritto medievale del XII
sec. di Amalfi. Dette disposizioni, peraltro, costituiscono il fondamento del
diritto marittimo commerciale moderno, in particolare, un riferimento specifico
alla legge di Rodi è presente nella legislazione degli Stati Uniti
d’America. Alla vivace discussione che ha seguito la relazione hanno
partecipato K. Tanev, D. Falada, M. Skrejpek, E. Liapustina, P. Todini e altri.
La relazione “Il
commercio nella rivoluzione digitale: mutamenti del consumatore,
dell'amministrazione e organizzazione aziendale, nelle politiche di marketing”
del prof. Luigi ZINGONE
(Università e-Campus, Italia) ha spostato la riflessione dei
partecipanti dalle vie marittime del commercio antico e medievale alle
possibilità, quasi senza limiti, delle vie di commercio nell'oceano di
internet; nuove strade che consentono di aumentare il volume di traffico di
merci e di denaro sul mercato. Il relatore, tuttavia, ha richiamato
l'attenzione sulla necessità di utilizzo e sviluppo degli istituti
romanistici della responsabilità e dell’onestà delle parti
nelle operazioni di trading online. La relazione ha provocato
un’interessante discussione sulla possibilità di applicazione di
particolari strumenti di controllo a tutela della buona fede dei partecipanti
al commercio elettronico (P. Nizcyporuk, K. Tanev, M. Skrejpek e altri).
La riunione di domenica 6 ottobre (presidenti: proff. D. Falada, P. Todini) si è aperta con la relazione “Subrogatio and similar institutes in the
Institutiones of Gaius and in the Digest of Justinian” del dott. Stoyan LAZAROV (Sofia), che, sulla base
dell’analisi di specifici testi giuridici, esamina l'istituto della
sostituzione di un esecutore, in particolare, la sostituzione dell’erede
principale con il suo vice. Al dibattito hanno partecipato E. Liapustina, K.
Tanev, L. Kofanov, D. Falada.
Con la relazione “Pignoris capio come mezzo di regolamento d'attività commerciale
dello stato Romano nel I sec. a.C. - I sec. d.C.” il dott. Aleksey V. RUDAKOV (Centro di storia di
diritto romano e dei sistemi giuridici d’Europa, Mosca) ha analizzato una
fonte epigrafica molto interessante dell’epoca del Principato - la legge
doganale di Efeso, in cui si descrivono molto dettagliatamente gli strumenti
legali per monitorare il mercato e l'addebito del porto doganale. Il relatore
ha esaminato in dettaglio gli strumenti del potere pubblico, come il sequestro
dei beni presentati come garanzia nell'affare del debitore. Nella relazione lo
studioso ha osservato che questo strumento giuspubblicistico è stato
utilizzato non solo dai funzionari romani, ma anche dai pubblicani romani che
prendevano in appalto le tasse portuali. Al dibattito hanno partecipato molti
scienziati: E. Liapustina, K. Tanev, L. Kofanov, I. Surikov, E. Solomatina ecc.
In particolare, si è osservato che la fonte analizzata è scritta
in lingua greca, in cui il concetto di garanzia e di stoccaggio non variano,
quindi è estremamente importante analizzare esattamente l'originale
greco, e non la sua ripristinata versione latina.
Dopo una breve pausa, la riunione è ripresa con
una tavola Rotonda sul tema «La ricerca sulla storia dello sviluppo del
sistema del diritto pubblico romano ed europeo». Il responsabile di
questo progetto scientifico internazionale – sostenuto dai fondi statali
della fondazione “Il fondo scientifico statale di Russia” per il
periodo 2013-2015 – è L.
Kofanov, il quale ha illustrato il contenuto del progetto in una relazione
introduttiva. L'idea di base del progetto è che mentre il diritto
privato romano è stato attentamente studiato nel corso dei secoli, il
diritto pubblico invece è stato molto meno fortunato. Proposto nel XIX
secolo dal grande romanista tedesco Th. Mommsen, il sistema romano del diritto
statale, in qualche modo, è diventato la base di un sistema moderno del
diritto pubblico. In realtà questo diritto moderno è solo una
parte del diritto pubblico romano – è il diritto dei magistrati, e
cioè di funzionari. Nel frattempo quelle parti di diritto pubblico
romano -come i beni pubblici (res
publicae), la proprietà statale e le servitù pubbliche, e in
generale il diritto pubblico reale, i contratti pubblici e i prestiti statali
commerciali, e in generale tutto il diritto pubblico delle obbligazioni-
rimangono al di fuori dell’attenzione degli studiosi. Da
qui, nel diritto moderno statale esiste un evidente pregiudizio di fronte alla
burocratizzazione, in quanto il popolo non conosce né i propri diritti
di proprietà pubblica, né le opportunità di partecipazione
nei contratti pubblici.
Gran parte dei partecipanti al seminario hanno mostrato
un forte interesse al progetto, esprimendo la volontà di partecipare. In
una libera discussione sul progetto sono intervenuti, in particolare, il prof. I. Surikov che ha mostrato la
volontà di scrivere un capitolo sul diritto pubblico greco antico, il
prof. M. Skreipek, che ha proposto
di scrivere, in un lavoro collettivo di progetto, il capitolo sulle cause della
nascita della burocrazia dell'impero romano, il prof. P. Nizcyporuk, che ha proposto di scrivere un capitolo sui
banchieri e sulle banche pubbliche a Roma antica e nell'Europa moderna, sui
problemi antichi e moderni di controllo da parte del popolo per le proprie
banche e banchieri. Volontà di partecipazione al progetto è stata
espressa anche dagli italiani prof.ssa P.
Todini e prof. L. Zingone nonché
dai rappresentanti della delegazione bulgara e del suo capo prof. K. Tanev.
In chiusura del seminario, il prof. L. Kofanov ha passato in rassegna le relazioni e le discussioni
scientifiche svolte nei giorni 3-6
ottobre a Suzdal. Tutti i partecipanti al Seminario hanno espresso la loro
ammirazione per l'alto livello scientifico e la brillante organizzazione del IX
seminario. Il prof. K. Tanev,
quindi, ha letto la lettera indirizzata ai partecipanti al seminario dal
Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di
Istanbul prof. Yener Urner, in cui
lo studioso turco ha ufficialmente invitato a svolgere il prossimo X il
seminario «Il diritto Romano e la modernità» alla sua
università all'inizio di ottobre 2014. Il tema proposto per il seminario
è l’istituto romano del
furtum e il diritto moderno. I
partecipanti al seminario, discutendo il tema proposto, hanno chiarito che
oggetto del prossimo seminario sarà il furto romano nella sua accezione
più ampia, cioè come l'appropriazione indebita delle cose o dei
diritti quindi, sia nella prospettiva giusprivatistica sia dal punto di vista
del diritto pubblico romano e anche del diritto internazionale. In questo senso ricadono nel tema
prescelto anche le azioni recuperatorie internazionali, le contestazioni in merito
al furto della proprietà sacra dei templi, le cause di concussione dei
magistrati romani ecc.
Il prof. P.
Nizcyporuk ha proposto, nel caso in cui colleghi turchi non siano in grado
di concretizzare l’offerta, di organizzare un seminario sullo stesso
argomento e nello stesso periodo presso l'università di Bialystok
(Polonia). La proposta è stata approvata a conclusione del IX seminario
«Il diritto Romano e l’attualità».
Centro
di Studi di Diritto Romano, Mosca
PAOLA TODINI
Università
E-Campus
Italia