Testatina-Cronache2013

 

 

IX SEMINARIO INTERNAZIONALE

“DIRITTO ROMANO E ATTUALITÀ”

 

«VIE ANTICHE E MODERNE AI COMMERCI:

FILOSOFIA, ECONOMIA E DIRITTO. RODI, ROMA E LE LORO EREDITÀ».

 

Suzdal, 3-6 ottobre 2013

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Il IX Seminario si è aperto il giorno 3 ottobre 2013 alle 10.30 nella sala “Spasskij” dell’albergo “Suzdal”, nell’ambito dell’attività scientifica dell’Accademia di Giustizia della Russia, della Corte Suprema, della Corte Suprema di Arbitrato della Federazione Russa e del Centro di Studi del Diritto Romano. Detta attività riunisce forze e competenze di giuristi e storici del diritto in Russia, Italia, Bulgaria, Repubblica Ceca e Polonia, nonché di altri paesi europei ed è stato realizzato anche con la partecipazione organizzativa dell’Istituto di Storia Universale dell’Accademia delle Scienze di Russia. Il seminario, inoltre, rappresenta il primo frutto dell’accordo di collaborazione tra l’Accademia di Giustizia della Russia e l’Università telematica italiana e-Campus.

Il Comitato Organizzativo del seminario è stato presieduto da V.V. Ershov (Rettore dell’Accademia di Giustizia della Russia, Mosca), L.L. Kofanov (Presidente del Centro di Studi di Diritto Romano, Mosca); segretario responsabile A.A. Panov (prof. dell’Accademia di Russia della Giustizia, Mosca). Il Comitato Organizzativo era composto da: T.N. Neshataeva (prof. dell’Accademia di Giustizia della Russia, Mosca), A. Corbino (Presidente del Centro romanistico internazionale, Catania), S.S. Bugrova (prof. dell’Accademia di Giustizia della Russia, Mosca), K. Tanev  (Presidente del Centro romanistico di Bulgaria, prof. della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Sofia), M. Skrejpek (Presidente del Comitato Organizzativo del VII Seminario, prof. dell’Università di Carlo di Praga), P. Todini (prof. della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università e-Campus, Italia), A.O. Chubarian (Accademico, Direttore dell’Istituto di Storia Universale dell’Accademia delle Scienze di Russia), E.V. Liapustina (Istituto di Storia Universale, Mosca), M.V. Bibikov (prof. dell’Università Accademica degli Studi di Scienze Umanistiche di Mosca) e molti altri studiosi e giuristi.

 

Il tema del seminario del 2013 è stato scelto non a caso. Già nel 2012, durante l’VIII seminario a Sofia e Haskovo, era stato osservato che l'adesione della Russia all'organizzazione commerciale mondiale le impone di adeguare la normativa nazionale, in ambito commerciale, alle norme internazionali. Il lavoro dei civilisti russi mira oggi, inoltre, ad uno sviluppo delle norme contrattualistiche e dei diritti delle persone giuridiche ispirate ai principi di buona fede (bona fides romana) e di responsabilità delle parti contrattuali[1]. L'uso di una prospettiva storica permette di cogliere l'evoluzione del diritto che nell'antichità della vecchia Europa regolava il commercio internazionale marittimo (ed era connessa allo sviluppo del diritto commerciale e contrattuale di Rodi e di Roma, la cui normativa costituisce la base per il diritto moderno europeo) e consente una comprensione più profonda dei problemi giuridici attuali del commercio internazionale.

Il compito principale del seminario è stato, quindi, quello di delineare lo sviluppo delle strade del commercio. Sono state prese in considerazione sia le strade nella loro concretezza e materialità (le vie del mare, le strade romane, gli acquedotti ecc.) sia del commercio in senso astratto e, dunque, le norme giuridiche e altri mezzi che hanno consentito e facilitato lo sviluppo del commercio (dalle leggi greche e romane ai percorsi virtuali dell’intensificazione del commercio su internet). Particolare attenzione è stata dedicata, durante il seminario, alle problematiche di diritto pubblico romano sui contratti e, in particolare, agli acquisti statali di grano per il popolo.

Le lingue ufficiali del Seminario sono state il russo, l’italiano e l’inglese.

 

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Al seminario hanno partecipato scienziati (giuristi e storici) provenienti da Russia, Italia, Bulgaria, Repubblica Ceca e Polonia. Al seminario hanno partecipato circa 30 studiosi e, come sempre, è stata prevista la partecipazione anche di giovani ricercatori. Uno degli obiettivi di maggior importanza del seminario, infatti, è quello di offrire ai giovani ricercatori la possibilità scientifica di presentare e confutare le loro idee durante il tempo della discussione di ogni relazione, così come previsto dal regolamento.

Gli atti del seminario (una breve cronaca e le singoli relazioni preparate sotto forma di articoli scientifici) saranno stampate non solo sulla rivista «La giustizia di Russia», ma anche sulle pagine della rivista scientifica «Ius Antiquum», che sempre diventa più internazionale, nonché sul sito italiano dell'Università telematica E-Campus.

 

Il seminario ha iniziato i suoi lavori con le parole di saluto ai partecipanti, da parte del Presidente del comitato organizzativo prof. L.L. Kofanov, il quale per conto del Centro studi di diritto romano -anche a nome del Rettore dell'Accademia Russa di Giustizia prof. V.V. Ershov e del Direttore dell'Istituto di storia universale, accademico A.O. Chubarian- ha augurato ai partecipanti un proficuo lavoro scientifico. Si è proceduto poi con la lettura, da parte del prof. Kofanov, della lettera del Presidente del Centro Internazionale romanistico «Copanello», prof. A. Corbino, nella quale lo studioso italiano, nell’esprimere la sua fiducia nel successo del seminario, ha ribadito il suo profondo rammarico per l’impossibilità, dovuta a circostanze di fatto, di partecipare personalmente al seminario evidenziando, però, una sua partecipazione con l'anima per questo straordinario evento dei suoi colleghi ed amici.

Con un saluto ai partecipanti del seminario, poi, la prof.ssa P. Todini -anche per conto dell'mondo accademico ed amministrativo dell’Università telematica e-Campus- ha presentato l’Università e-Campus alla comunità scientifica ivi presente ed ha augurato il successo dei presenti lavori e della collaborazione, che vede in questo seminario il suo primo atto, con i colleghi dell'Accademia Russa di Giustizia e con gli studiosi di altre università e paesi. Un saluto ai partecipanti del seminario è stato, infine, rivolto dal famoso romanista polacco prof. Ja. Zabłocki, che, in particolare, ha sottolineato con gioia l'adesione dei colleghi polacchi al presente  seminario.

 

La prima sessione plenaria, sotto la presidenza dei proff. K. Tanev e L. Kofanov, è iniziata con la relazione del prof. Igor Evghenievich SURIKOV (Mosca) sul tema “I concetti filosofici e giuridici del commercio e della circolazione monetaria dei pensatori greci delle epoche arcaica e classica”. La relazione ha fornito un quadro estremamente interessante della visione filosofico-giuridica  di Aristotele, Platone ed altri pensatori antichi sulla natura e carattere del commercio nella Grecia classica. In particolare è stato rilevato il ruolo specifico del commercio del pane, le cui norme regolatrici si collocano principalmente nell’ambito del diritto pubblico piuttosto che in quello privatistico. La relazione ha suscitato un vivace dibattito, a cui hanno partecipato i proff.ri K. Tanev, M. Skrejpek, L. Kofanov e altri.

Non meno importanti questioni teoriche di diritto pubblico antico sono state affrontate dal prof. Jan ZABŁOCKI (Varsavia) nella sua relazione “Patrie grandi e piccole nel mondo romano”. La relazione ha proposto l’analisi delle fonti (prima di tutto di Cicerone) relative alla visione di Roma come «grande» patria e di città-stato alleata italica come la «piccola» patria. L’indagine, poi, si è rivolta ad una comparazione di detto sistema, ed alla sua corrispondenza, con il concetto giuridico moderno di UE e degli stati membri dell'unione europea. Alla vivace discussione che ne è seguita hanno partecipato proff. K. Tanev, P. Todini, D. Falada.

Un problema teorico non meno importante  – sulla dottrina romana delle cose e sul suo uso nel diritto ceco moderno – è stato sollevato dal prof. Michal SKŘEJPEK (Praga) nella relazione “Sulla problematica della divisione delle cose nel nuovo codice privato ceco”. Al vivace dibattito intorno alla relazione hanno contribuito quasi tutti i partecipanti del seminario. Uno dei principali temi affrontati è stato il principio giuspubblicistico romano della divisione delle cose tra quelle incluse in circolazione commerciale e quelle ritirate dalla circolazione commerciale.

 

La seduta pomeridiana, tenutasi sotto la presidenza dei proff. I.E. Surikov, Ja. Zabłocki, ha avuto inizio con la relazione “Il prestito marittimo romano ed aleatorietà - una differenziazione tra alea ed il rischio” del prof. Konstatin TANEV (Sofia). Lo studioso, analizzando i commenti dei giuristi romani ed altre fonti, è giunto alla conclusione, estremamente persuasiva, che le alte percentuali (12%) dei prestiti marittimi fossero  applicabili solo nel periodo di permanenza delle navi in mare, all'arrivo della nave in porto tale percentuale si veniva a modificare, ciò proprio perché si tratta di percentuali legate alla natura del contratto di prestito, con rischi reali marittimi. Alla discussione che ne è seguita  hanno partecipato i proff. M. Skrejpek, L. Zingone, P. Nizcyporuk, L. Kofanov.

Nel rapporto “I banchieri romani (argentarii) e le loro operazioni” del prof. Piotr NICZYPORUK (Bialostok, Polonia) è stato sollevato il non meno interessante problema dell’attività dei banchieri romani nel III sec. a.C. - III sec. d.C. La relazione si è interessata, in particolare, all’aspetto giuspubblicistico degli argentarii, che operavano esclusivamente in pubblico sotto il controllo del senato e del popolo e più tardi dell'imperatore. Il brusco calo di detta attività è stato ricondotto dallo studioso alla riforma di Diocleziano, che, stabilendo il prezzo fisso per i prodotti e per il credito, ha drasticamente limitato il campo di attività dei banchieri.

Il grande interesse della compravendita romana è stato evidenziato nella relazione “La coemptio fiduciae causa (Gaius, Inst. I. 114-115a) - riflesso di una realtà economica” della dott.ssa Genka MOSZHUHINA (Sofia). Lo studio pone l'attenzione sul fatto che il formale atto di matrimonio, che si compiva attraverso un rituale di «acquisto» della moglie, veniva definito con il termine coemptio (bancone di vendita). Usando una delle possibili ricostruzioni della parte di frammento di Gaio andata perduta, si giunge alla conclusione che, formalmente, in un atto di coemptio, non solo il fidanzato «comprava» la moglie, ma anche la sposa «comprava» il marito. Nel vivace dibattito sulla relazione (proff. K. Tanev, M. Skrejpek, L. Kofanov, D. Falada, E. Liapustina) è stata discussa la questione proposta di ripristinare il testo di Gaio, sopra richiamato, anche alla luce del matriarcato in questa arcaica forma di matrimonio.

 

La sessione del mattino del 4 ottobre (venerdì), presieduta dal prof. P. Nizcyporuk, è iniziata con la relazione “Il commercio e il diritto nella vita del monastero della prima età bizantina” della prof.ssa Anna VAN'KOVA (Mosca). La relazione ha analizzato le caratteristiche del monastero – soggetto equivalente alla moderna persona giuridica, in grado di realizzare le attività commerciali e titolare dei diritti successori – nel periodo tardo romano e primo bizantino. La discussione che è seguita, di rilevante interesse, si è rivolta alla natura della società monacale, fondata non secondo il principio orizzontale dell’uguaglianza dei fratelli, ma secondo una gerarchia patriarcale, dove l'abate era l'unica persona sui iuris, e i membri, come i figli, personae alieni iuris.

Nella relazione “La ricostruzione dell'actio fiduciae” del famoso studioso russo prof. Dmitrij V. DOZDEV (Mosca) sono stati analizzati i dati della tradizione giuridica romana sulla natura, le caratteristiche e il contenuto dell’actio fiduciae. Il relatore, in particolare, ha osservato che questa forma versatile di querela si applicava anche nelle controversie «tra amici» (inter amicos) nel caso in cui la fiducia fosse venuta meno. Nel vivace dibattito che è seguito –cui hanno partecipato E. Liapustina, K. Tanev, I. Surikov, Ja. Zabłocki, P. Nizcyporuk, L. Kofanov – è stata suggerita la possibilità di collocare questa causa nell'ambito dei procedimenti arbitrali internazionali delle azioni tra il popolo romano e i suoi “alleati”, per esempio, con la repubblica di Rodi.

Un tema di particolare interesse è stato oggetto della relazione “Dalla lex Aquilia alla lex Rhodia. L'importanza d'interpretazione giuridica” del prof. David FALADA (Praga) basata sull'analisi dei commenti medievali alle norme della lex Rhodia sui danni illeciti. Il relatore, sulla base di esempi concreti, ha mostrato un evidente legame, e una serie di analogie di interpretazione, del concetto di «danno» in entrambe le leggi. Alla discussione che ne è seguita – cui hanno partecipato M. Skrejpek, E. Liapustina, K. Tanev, L. Kofanov – è stato evidenziato, circostanza particolarmente interessante, che l'unico riferimento al diritto romano presente nella legge rodiese è quello relativo alla lex Aquilia.

 

Nel pomeriggio (presidente prof. K. Tanev) è stata presentata la relazione “Nomos Rhodion Nautikos, libro 53 dei Basilici e il problema del contenuto della Lex Rhodia antica” del prof. Leonid L. KOFANOV (Mosca) nella quale è stata analizzata e confermata, attraverso il supporto di diverse autentiche fonti dei secoli I-III d.C., la veridicità delle informazioni dell'autore del «Prologo», cioè dell’introduzione bizantina al testo del VII secolo d.C. della «legge marittima di Rodi». Confrontando le singole norme contenute nel libro 53 dei Basilici con le informazioni contenute in altre fonti antiche sulle singole disposizioni della legge di Rodi, il relatore ha concluso che nella legge di Rodi sono presenti una serie di norme giuspubblicistiche di diritto internazionale. Si tratta di disposizioni che riguardano anche le transazioni commerciali del commercio marittimo, che trovano conferma, in particolare, con le leggi elleniche di Samo e di Rodi in materia di acquisti di grano e olio per i bisogni del popolo. Si tratta di generi alimentari  acquistati con denaro “pubblico”, per decreto dell'assemblea popolare. A Roma disposizioni simili alle leges frumentariae  erano a fondamento della particolare azione  repubblicana di diritto pubblico: la «condictio triticiaria». La relazione ha suscitato una vivace discussione in merito all'importanza e alla complessità del problema (I. Surikov, K. Tanev, E. Liapustina, M. Skrejpek).

Sul tema delle moderne vie del commercio fondate sull’eredità romanistica la relazione “Invalidità negoziali e rimedi per la protezione degli interessi nelle transazioni commerciali del consumatore: dal negotium nullum alle nullità di protezione” della prof.ssa Paola TODINI (Università e-Campus, Italia). La relazione ha analizzato la presenza di elementi di diritto romano nella moderna concezione, e nei relativi strumenti di tutela, degli interessi dei consumatori. Nella vivace discussione che ha seguito la relazione (L. Kofanov, L. Zingone, K. Tanev, D. Falada, S. Lazarov) è stata espressa l'idea che il consumatore astratto del diritto privato contemporaneo sembra un pò meno sicuro rispetto al popolo romano a cui erano offerti strumenti particolarmente efficienti come le azioni «popolari». Dette azioni consentivano di difendere gli interessi del popolo, come consumatore, ad esempio, nella distribuzione pubblica di «panem et circenses».

Infine, nella relazione “Il contratto di deposito nella legge marittima di Rodi e nei Basilici” del prof. Anton A. PANOV (Mosca) sono stati analizzati con attenzione i termini e i concetti relativi al contratto di deposito delle merci trasportate via mare e nei magazzini del porto. All’uopo è stata evidenziata la distinzione significativa tra la terminologia giuridica greca e quella latina, che definiva il concetto di «conservazione». Alla discussione hanno partecipato L. Kofanov, I. Surikov, K. Tanev e altri.

 

La riunione di sabato 5 ottobre (presidenti: proff. E. Liapustina, M. Skrejpek) è stata aperta con la relazione “I problemi testuali della legge marittima bizantina” della prof.ssa Elena V. SILVERSTOVA (Mosca), la quale ha dedicato particolare attenzione all'ultima pubblicazione scientifica della fonte bizantina del X secolo i Basilici – la versione greca del Digesto e del Codice di Giustiniano – a cura di H. Scheltema e N. Van Der Val. In particolare è stato esaminato il libro 53, in cui è collocato il diritto marittimo, che, secondo la relatrice, non aveva alcun rapporto con l'antica legge di Rodi. Alla discussione sulla relazione hanno partecipato K. Tanev, E. Liapustina, I. Surikov e L. Kofanov.

La relazione “Nolumus ... Romanis legibus ... convexari: legislazione sul commercio nei regni visigotici (V-VII sec.)” del prof. Oleg V. AUROV (Università umanistica, Mosca) ha analizzato le norme, non copiose, sul commercio nei regni primo medievali della Francia e della Spagna. In particolare, è stato osservato che i visigoti non riconoscevano un effetto diretto del diritto romano anche se il contenuto delle norme romane entrò nelle loro raccolte ufficiali. Alla discussione hanno partecipato K. Tanev, E. Liapustina e L. Kofanov.

Particolarmente interessante, poi, la relazione “Lex Rhodia e Tavole Amalfitane. Influenze, analogie e differenze” della dott.ssa Camila STLOUKALOVÁ (Praga), nella quale è stata evidenziata la ricezione del diritto marittimo di Rodi anche nel diritto medievale del XII sec. di Amalfi. Dette disposizioni, peraltro, costituiscono il fondamento del diritto marittimo commerciale moderno, in particolare, un riferimento specifico alla legge di Rodi è presente nella legislazione degli Stati Uniti d’America. Alla vivace discussione che ha seguito la relazione hanno partecipato K. Tanev, D. Falada, M. Skrejpek, E. Liapustina, P. Todini e altri.

La relazione “Il commercio nella rivoluzione digitale: mutamenti del consumatore, dell'amministrazione e organizzazione aziendale, nelle politiche di marketing” del prof. Luigi ZINGONE (Università e-Campus, Italia) ha spostato la riflessione dei partecipanti dalle vie marittime del commercio antico e medievale alle possibilità, quasi senza limiti, delle vie di commercio nell'oceano di internet; nuove strade che consentono di aumentare il volume di traffico di merci e di denaro sul mercato. Il relatore, tuttavia, ha richiamato l'attenzione sulla necessità di utilizzo e sviluppo degli istituti romanistici della responsabilità e dell’onestà delle parti nelle operazioni di trading online. La relazione ha provocato un’interessante discussione sulla possibilità di applicazione di particolari strumenti di controllo a tutela della buona fede dei partecipanti al commercio elettronico (P. Nizcyporuk, K. Tanev, M. Skrejpek e altri).

 

La riunione di domenica 6 ottobre (presidenti: proff. D. Falada, P. Todini) si è aperta con la relazione “Subrogatio and similar institutes in the Institutiones of Gaius and in the Digest of Justinian” del dott. Stoyan LAZAROV (Sofia), che, sulla base dell’analisi di specifici testi giuridici, esamina l'istituto della sostituzione di un esecutore, in particolare, la sostituzione dell’erede principale con il suo vice. Al dibattito hanno partecipato E. Liapustina, K. Tanev, L. Kofanov, D. Falada.

Con la relazione “Pignoris capio come mezzo di regolamento d'attività commerciale dello stato Romano nel I sec. a.C. - I sec. d.C.” il dott. Aleksey V. RUDAKOV (Centro di storia di diritto romano e dei sistemi giuridici d’Europa, Mosca) ha analizzato una fonte epigrafica molto interessante dell’epoca del Principato - la legge doganale di Efeso, in cui si descrivono molto dettagliatamente gli strumenti legali per monitorare il mercato e l'addebito del porto doganale. Il relatore ha esaminato in dettaglio gli strumenti del potere pubblico, come il sequestro dei beni presentati come garanzia nell'affare del debitore. Nella relazione lo studioso ha osservato che questo strumento giuspubblicistico è stato utilizzato non solo dai funzionari romani, ma anche dai pubblicani romani che prendevano in appalto le tasse portuali. Al dibattito hanno partecipato molti scienziati: E. Liapustina, K. Tanev, L. Kofanov, I. Surikov, E. Solomatina ecc. In particolare, si è osservato che la fonte analizzata è scritta in lingua greca, in cui il concetto di garanzia e di stoccaggio non variano, quindi è estremamente importante analizzare esattamente l'originale greco, e non la sua ripristinata versione latina.

 

Dopo una breve pausa, la riunione è ripresa con una tavola Rotonda sul tema «La ricerca sulla storia dello sviluppo del sistema del diritto pubblico romano ed europeo». Il responsabile di questo progetto scientifico internazionale – sostenuto dai fondi statali della fondazione “Il fondo scientifico statale di Russia” per il periodo 2013-2015 – è L. Kofanov, il quale ha illustrato il contenuto del progetto in una relazione introduttiva. L'idea di base del progetto è che mentre il diritto privato romano è stato attentamente studiato nel corso dei secoli, il diritto pubblico invece è stato molto meno fortunato. Proposto nel XIX secolo dal grande romanista tedesco Th. Mommsen, il sistema romano del diritto statale, in qualche modo, è diventato la base di un sistema moderno del diritto pubblico. In realtà questo diritto moderno è solo una parte del diritto pubblico romano – è il diritto dei magistrati, e cioè di funzionari. Nel frattempo quelle parti di diritto pubblico romano -come i beni pubblici (res publicae), la proprietà statale e le servitù pubbliche, e in generale il diritto pubblico reale, i contratti pubblici e i prestiti statali commerciali, e in generale tutto il diritto pubblico delle obbligazioni- rimangono al di fuori dell’attenzione degli studiosi.  Da qui, nel diritto moderno statale esiste un evidente pregiudizio di fronte alla burocratizzazione, in quanto il popolo non conosce né i propri diritti di proprietà pubblica, né le opportunità di partecipazione nei contratti pubblici.

Gran parte dei partecipanti al seminario hanno mostrato un forte interesse al progetto, esprimendo la volontà di partecipare. In una libera discussione sul progetto sono intervenuti, in particolare, il prof. I. Surikov che ha mostrato la volontà di scrivere un capitolo sul diritto pubblico greco antico, il prof. M. Skreipek, che ha proposto di scrivere, in un lavoro collettivo di progetto, il capitolo sulle cause della nascita della burocrazia dell'impero romano, il prof. P. Nizcyporuk, che ha proposto di scrivere un capitolo sui banchieri e sulle banche pubbliche a Roma antica e nell'Europa moderna, sui problemi antichi e moderni di controllo da parte del popolo per le proprie banche e banchieri. Volontà di partecipazione al progetto è stata espressa anche dagli italiani prof.ssa P. Todini e prof. L. Zingone nonché dai rappresentanti della delegazione bulgara e del suo capo prof. K. Tanev.

 

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In chiusura del seminario, il prof. L. Kofanov ha passato in rassegna le relazioni e le discussioni scientifiche svolte nei  giorni 3-6 ottobre a Suzdal. Tutti i partecipanti al Seminario hanno espresso la loro ammirazione per l'alto livello scientifico e la brillante organizzazione del IX seminario. Il prof. K. Tanev, quindi, ha letto la lettera indirizzata ai partecipanti al seminario dal Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Istanbul prof. Yener Urner, in cui lo studioso turco ha ufficialmente invitato a svolgere il prossimo X il seminario «Il diritto Romano e la modernità» alla sua università all'inizio di ottobre 2014. Il tema proposto per il seminario è l’istituto romano del  furtum e il diritto moderno. I partecipanti al seminario, discutendo il tema proposto, hanno chiarito che oggetto del prossimo seminario sarà il furto romano nella sua accezione più ampia, cioè come l'appropriazione indebita delle cose o dei diritti quindi, sia nella prospettiva giusprivatistica sia dal punto di vista del diritto pubblico romano e anche del diritto internazionale. In questo senso ricadono nel tema prescelto anche le azioni recuperatorie internazionali, le contestazioni in merito al furto della proprietà sacra dei templi, le cause di concussione dei magistrati romani ecc.

 

Il prof. P. Nizcyporuk ha proposto, nel caso in cui colleghi turchi non siano in grado di concretizzare l’offerta, di organizzare un seminario sullo stesso argomento e nello stesso periodo presso l'università di Bialystok (Polonia). La proposta è stata approvata a conclusione del IX seminario «Il diritto Romano e l’attualità».

 

 

LEONID KOFANOV

Centro di Studi di Diritto Romano, Mosca

 

PAOLA TODINI

Università E-Campus

Italia

 

 

 



 

[1] Vedi: Kofanov L. L’influenza del diritto rodiese sulla formazione del concetto romano dei contratti consensuali, in Rossijskoe Pravosudie. 7, Мosca, 2013. 65-66.