Genovese-1

MARIO GENOVESE

 

MORTIS CAUSA CAPITUR

Di una speciale categoria di acquisti patrimoniali

 

 

 

 

UNIVERSITÀ DI CATANIA

PUBBLICAZIONI DELLA FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA

253

 

 

 

Giappichelli Editore, Torino, 2011

XII-296 pp. – ISBN  978-88-34-8276-42

 

 

 

INDICE SOMMARIO

 

CAPITOLO PRIMO

LA LOCUZIONE "MORTIS CAUSA" NELLE FONTI ROMANE. DEFINIZIONE GAIANA (D. 3 9.6.31 PR.) DI CIÒ CHE «MORTIS CAUSA CAPITUR» E GLI ALTRI PASSI RILEVANTI. PROBLEMI E PROSPETTIVE

 

1.               La locuzione “mortis causa” in ambito giuridico-negoziale

1

2.         Mortis causa” nella definitio del Digesto: 39.6.31 pr. (Gai 8 ad ed. prov.)

6

3.         Approccio critico-esegetico a D. 39.6.31. pr.: a) riserve sostanziali espresse sulla sua genuinità  da taluni studiosi

9

4.         segue – b) gli studiosi che difendono la (quantomeno) sostanziale classicità del passo anche  rispetto al criterio fondato sulla carenza di “proprium nomen

14

5.         Contenuto dei paragrafi gaíaní (D. 39.6.31.1-4) successivi alla definitio formulata nel principium ed elementi di relativa incongruità

17

6.         Parziale conferma della definitio gaiana proveniente da D. 39.6.8 (Ulp. 7ad Sab.) ed ulteriori apporti di tale frammento alla categoria m. c. capere

21

7.         M. c. capere nella dottrina di Giuliano (D. 39.6.18,20 e 21)  cui espressamente si rifanno sia Gaio che Ulpiano

23

8.         La differentia tra «omnia quae mortis causa quis ceperit» e m. c. donatio prospettata in un tormentato passo di Marcello (fr. 38), quale ulteriore contributo giurisprudenziale al tema del m. c. capere all'interno del utolo 39.6

27

 

CAPITOLO SECONDO

FATTISPECIE DI M. C. CAPERE CONFIGURATE ALL'INTERNO DEL TITOLO 39.6 DEL DIGESTO. APPENDICE ANALITICA RELATIVA A DUE CASI DI DONAZIONE M. C. DAI GIURISTI ACCOSTATI AL M. C. CAPERE

 

1.         A) L'acquisto conseguente all'adempimento di una conditio implenda in dando imposta a beneficiati, a vario titolo, da disposizioni testamentarie

31

2.         B) L'acquisto di chi riceve qualcosa per accettare un'eredità o rinunciarvi, ovvero per omettere l'acquisizione di un legato

37

3.         C) L'acquisto della donna che riceve qualcosa per chiedere di essere immessa nel possesso di beni ereditari ventris nomine per calumniam

40

4.         D) L'acquisto di beni già dotali in favore della persona a cui ne viene stipulato il trasferimento da parte del marito "in mortem mulieris" e rilevanza della qualificazione "recepticiae" per le doti di tal genere

44

5.         Sfuggente rapporto tra il m. c. capere e la m. c. donatio: individuabilità di fattispecie di m. c. capere da questa distinte nonostante presentino manifesta integrazione con la causa donationis

58

6.         segue – E) L'acquisto scaturente da donazione modulata in funzione della morte di persona diversa dal donante ed avente propria ed auto­noma ragione d'afferenza al m. c. capere

60

7.         Appendice analitica. Casi particolari di m. c. donationes concepite in funzione della morte del donante menzionate dai giuristi in singolare contiguità con il m. c. capere: a) le due fattispecie di donazione per dele­gationem considerate da Giuliano (39.6.18.1) e da Gaio (39.6.31.3) ed il cenno gíulíanco al criterio valutativo per acquisti consistenti in "res obligatae" (39.6.18.3)

70

8.         segue – b) la donazione liberatoria realizzata tramite la consegna dei documenti attestanti il credito nonché l'ausilio di una terza persona, considerata da Giuliano (D. 39.6.18.2) e ripresa da Ulpiano (34.3.3.2)

79

9.         Persistenti difficoltà e dubbi sistematici con riguardo alla giustapposizione tra m. c. capere e m. c. donare (rectius: ex m. c. donatione capere)

85

 

CAPITOLO TERZO

M. C. CAPERE IN RAPPORTO ALLA PRECETTISTICA PONTIFICALE ED ALLA NORMAZIONE REPUBBLICANA E CLASSICA

 

1.         Rapporto tra il "morte capere" di cui si fa menzione nei precetti pontificali a salvaguardia dei sacra privata ed il m. c. capere: a) il quadro dei riferimenti cíceroniani e le categorie di soggetti gravati

90

2.         segueb) margini d'inquadrabilità tra i soggetti gravati dei beneficiati da m. c. donatio, alias da ex m. c. donatione capere

100

3.         seguec) margini d'inquadrabilità tra i soggetti gravati dei beneficiati da attribuzioni costituenti m. c. capere e considerazioni conclusive

105

4.         M. c. capere nelle leggi Furia (testamentaria) e Voconia limitartici della possibilità di ricevere ex testamento a titolo particolare

107

5.         segueValutazioni di massima circa la portata del riferimento al m. c. capere nelle leggi Furia (testamentaria) e Voconia

117

6.         Lex Falcidia e successive estensioni autoritativo-normative in rapporto alle ipotesi di m. c. capere

121

7.         segue – Questioni affrontate dai giuristi circa la computabilità nella 'quarta" di quanto dall'erede captum in base a conditio implenda gravante su altri

128

8.         Penus conseguita ex legato e sua possibile acquisizione quale m. c. capere: a) peculiarità di tale attribuzione testamentaria e contrastata visione giurisprudenziale circa la sua riconduzione al m. c. capere emergente da D. 35.2.1.8 (Paul. l. s. ad l. Falc.)

135

9.         segue – b) prospettive di cauta assimilazione al m. c. capere a seconda dei casi nonché delle diverse concezioni giurisprudenziali e valenza del riferimento «mora facta» di cui al testo paolino

152

10.       Normativa demografica augustea (lex Iulia et Papia) e successive estensioni autoritativo-normative in rapporto alle ipotesi di m. c. capere

166

11.       segue – a) Analisi di D. 39.6.36 (Ulp. 8 ad l. Iul. et Pap.) e sua portata in merito all'assoggettabilità al regime caducario degli acquisti dipendenti dalla fattispecie di m. c. capere consistente nel datum condicionis

171

12.       segue – b) Riconsiderazione in chiave dubitativa dell'opinione dottrinaria dominante che, sulla base del testo ulpianeo (D. 39.6.36), sostiene l'avvenuta estensione della normativa Giulia e Papia agli acquisti costituenti m. c. capere

179

 

CAPITOLO QUARTO

ASPETTI DELLA CAPACITÀ GIURIDICA DELLE PERSONE E RIFLESSI SUL M. C. CAPERE

 

1.         M. c. capere e limiti di capacità sanciti in D. 39.6.9 (Paul. 3 ad Sab.): le interpretazioni della dottrina

183

2.         Capacità giuridica di Latini e peregrini rispetto all'acquisto di lasciti a titolo di eredità, legato o fedecommesso e prospettive di confronto con le acquisizioni costituenti m. c. capere

188

3.         D. 35.1.55 (Iav. 13 epist.): condizione di peregrinus, testamenti factio e m. c. capere derivante da condicio implenda in dando imposta ad un legatario

190

4.         V.F. 259 (Pap. 12 resp.): condizione di Latinus (Iunianus) e riflessi sulla idoneità a m. c. (ex donatione) capere

198

5.         Rinnovata lettura in chiave storico-evolutiva di D. 39.6.9 e termini della sua rilevanza in materia di m. c. capere

207

 

CAPITOLO QUINTO

M. C. CAPERE NELLA CONCEZIONE DEI GIURISTI CLASSICI E DUBBIA GENUINITÀ DELLA DEFINITIO GAIANA DI D. 39.6.31 PR.

 

1.         Originario significato contestualizzato di "mortis causa capere"e matu­razione sul piano storico-normativo delle condizioni atte a favorire una sua concettualizzazione in chiave sistematica

212

2.         Comparazione critico-ricomposítiva tra D. 39.6.31.2 e 39.6.18 pr. e prospettive di integrazione e reciproca chiarificazione

215

3.         D. 39.6.18 pr.: a) interpretazioni ed emendamenti suggeriti in dottrina

219

4.         segue – b) proposta emendativa e d’integrazione logico-testuale con la parte conclusiva di D. 39.6.31.2

223

5.         segue – c) argomentazioni sostanziali a sostegno dell'emendamento proposto per D. 39.6.18 pr. e supporto testuale desumibile da D. 39.6.8 pr.-1

225

6.         Ricomposizione della casistica giulianea finalizzata a definire fattispecie  di m. c. capere da sottrarre alla normativa Giulia e Papia: a) m. c. sine donatione capere

228

7.         segue – b) m. c. capere derivante da atti integrati alla causa donationis, ma concepiti in mortem di persona diversa dal donante. Richiamo dei casi di donazione m. c. in obligando ed in liberando di cui ai §§ 1 e 2 di D. 39.6.18 in rapporto al contenuto del § 3 di 39.6.31; chiave di coordinamento per i due riferimenti (solo gaiani: 1 e 4 del fr. 31) alla m. c. donatio tramite acceptilatio

230

8.         Assetti differenziati connessi alle varianti stipulatorie in base alle quali il marito poteva assumere obblighi restitutori (in senso lato) rispetto ai beni ricevuti in dote (dotes recepticiae) e possibile contiguità sostanziale (in talune applicazioni) con la causa donationis

241

9.         Esame di D. 39.6.38 (Marcell. 1 ad l. Iul. et Pap.) e suo apporto alla ridefinizione dei rapporti tra acquisti (capere) da m. c. donationes ed acquisti a sé stanti costituenti m. c. capere: a) le diverse interpretazioni dottrinarie

253

10.       segue – b) originali termini d'inerenza alla m. c. donatio del principio “praesens praesenti dat"; riflessi sulla qualificazione quale m. c. capere per il datum condicione implenda e sua compatibilità con le attribuzioni per interposta persona atte a realizzare m. c. donationes (casi di cui in D. 39.6.18.1-2 e 39.6.31.3)

259

11.       Ridimensionamento, in funzione della lettura critica di D. 39.6.38 e dell'apporto storico-ricognitivo di 39.6.36, della tesi sostenente la sopravvenuta estensione della legislazione Giulia e Papia al m. c. capere

264

12.       Motivate perplessità riguardo all'integrale genuinità della definitio di D. 39.6.31 pr. Ulteriore apporto di D. 34.9.5.17-18 (Paul. 1 de i. fisc.) e notazioni conclusive

268

 

Indice degli autori

277

Indice delle fonti

289

 

Seconda di copertina

 

Il volume muove dalla problematica definitio gaiana espressa in esordio di D. 39.6.31 la quale, tenuti fuori gli acquisti a titolo di eredità, di legato e di fedecommesso, individua ciò che mortis causa capitur nelle acquisizioni parimenti occasionate dalla morte di una persona, ma prive di propria nomina. Dopo una disamina delle varie fattispecie (tra le quali: l'acquisto da condicio implenda in dando apposta a disposizioni testamentarie; l'acquisto conseguito per accettare un'eredità o per rinunciarvi; l'acquisto di beni già dotali da parte di chi ne ha avuto stipulato il trasferimento dal marito in mortem mulieris, secondo il genus delle dotes recepticiae), prende in considerazione i dati normativi salienti (dalla precettistica pontificale in tema di sacra, alle leges Furia e Voconia, Falcidia, nonché Iulia et Papia, fino ai più tardi provvedimenti estensivi) e favorenti l'affermarsi della categoria “mortis causa capere”; da ritenere progressivamente autonomizzatasi dalla mortis causa donatio, nonostante qualche spiegabile ambiguità delle fonti. L'analisi critico-esegetica delle molteplici testimonianze — tra cui spiccano, oltre al cruciale passo gaiano, D. 39.6.8, 18, 36, 38, ed anche 35.2.1.8 (sulla fattispecie della penus legata)approda ad un'originale ricomposizione del sentire giurisprudenziale classico in merito a tale categoria d'acquisti, al netto dei mirati interventi compilatori intesi ad armonizzarla con l'aggregante sistematica giustinianea.

 

Terza di copertina

 

MARIO GENOVESE (Acicatena, 1962) è professore associato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Catania, dove ha tenuto corsi d'insegnamento di Istituzioni di Diritto Romano, Diritto Romano ed Esegesi delle fonti del Diritto Romano.

 

Ha indirizzato l'attività di ricerca, in ambito pubblicistico, verso la gestione amministrativo-tributaria delle province ed i rapporti tra giurisdizione governatoria e giudici locali; in ambito privatistico, verso la sistematica delle res e gli stati di cittadinanza e libertà, i risultati conseguiti sono confluiti nella pubblicazione di un testo monografico e di svariati saggi e articoli.