(Università di Sassari)
Come
direttore dell’Unità operativa del Progetto strategico del C.N.R. «I sistemi giuridici del Mediterraneo»
che – d’intesa con
Il VI Seminario
Internazionale di Studi «Tradizioni
religiose e istituzioni giuridiche del Popolo Sardo: il culto di San Costantino
imperatore tra Oriente e Occidente» si colloca nel quadro delle ricerche
relative al progetto strategico del CNR «Sistemi Giuridici del Mediterraneo».
Nell’ambito di tale progetto
l’Unità operativa ubicata nell’Università di Sassari ha come campo di ricerca
proprio il tema dei rapporti tra «Poteri
religiosi e istituzioni».
Finalità essenziali della
ricerca sono quelle di approfondire lo studio dei molteplici rapporti tra
poteri religiosi e istituzioni, nell’area geografica del Mediterraneo,
caratterizzata storicamente, almeno dalla fine dell’evo antico, quale terreno
privilegiato di confronto – e di scontro – tra due grandi religioni monoteiste
(Cristianesimo e Islam) e tra due dei grandi sistemi giuridici mondiali (il sistema
romanista e il sistema musulmano).
A) Religio,
populus Romanus
[Populus, religio, amplificatio della res publica] Per comprendere
quale rapporto esistesse tra poteri religiosi e istituzioni (religio e populus) e nel primo grande sistema giuridico mediterraneo, il
sistema giuridico-religioso romano, conviene muovere dalla testimonianza di
Cicerone: l'analisi della sua definizione di religio, sempre intesa nel senso di «culto degli dèi» (Cicerone, De nat. deor. 2.8), lascia intravedere
con grande chiarezza la giustificazione teologica dell’egemonia politica romana e della costante amplificatio
della res publica, che gli
antichi attribuivano al favore degli dèi verso i Romani; i quali per
sensibilità e cautela nella religio
superavano di gran lunga tutti gli altri popoli. Sempre secondo Cicerone, sarebbe del tutto inspiegabile l'elevato potere
conseguito dalla civitas romana nella sua storia sine summa placatione deorum immortalium
(De nat. deor. 3.5).
[Ius publicum] L’esistenza di uno stretto
rapporto tra poteri religiosi e istituzioni (politiche e giuridiche) ha
continuato ad essere considerata peculiarità dello ius del popolo romano (ius
publicum) ed elemento basilare dell’imperium populi Romani anche nel quadro
della nuova concezione cristiana dell’impero (Digesta Iustiniani 1.1.1.2: Publicum
ius in sacris, in sacerdotibus, in magistratibus consistit).
[Imperium e sacerdotium]
Gli aspetti divini e umani dell’Impero si trovano teorizzati (e sanzionati
giuridicamente) nelle costituzioni dell’imperatore Giustiniano. A questo
imperatore si deve, peraltro, anche la ridefinizione nella Novella 6 del fondamentale rapporto tra imperium e sacerdotium
(teoria della “sinfonia”). Nell’Oriente romano, poi, l’idea dell’Impero
continua ininterrottamente, e in parte si realizza attraverso un progressivo
accentramento autocratico del potere imperiale ed una nuova centralizzazione
territoriale: a Costantinopoli “Nuova Roma” e, in età moderna, a Mosca “Terza
Roma”.
[Pontefice Romano e translatio
imperii] Mutamenti più profondi si hanno invece in Occidente. Non solo perché
prevalgono in esso le discontinuità prodotte dai particolarismi giuridici che
si sono imposti dalle invasioni barbariche sino ai contemporanei stati
nazionali; ma soprattutto perché nella realtà religiosa emerge imponente la
figura del Papato, il quale, con una forte innovazione istituzionale rispetto
all’antica tradizione romana del rapporto tra magistrature e sacerdozi,
consolida e cristallizza un potere religioso in mano a persone diverse dai
detentori del potere politico. Tuttavia, lo sviluppo del Sommo Pontificato si
salda con la rinascita dell’Impero: cioè, con il massimo sforzo di
restaurazione universalista che l’Occidente medioevale abbia conosciuto.
[Popolo Sardo
tra Oriente e Occidente: elementi religiosi, istituzionali e giuridici]
La ricerca è
orientata anche nella prospettiva di dare un significativo contributo alla
storia dell’identità religiosa e giuridica della Sardegna: isola troppo spesso
considerata periferica per la geografia dell’Europa, ma assolutamente centrale
(per lo sviluppo delle sue istituzioni) nel Mediterraneo, nella dinamica
storica dei grandi sistemi giuridici mediterranei e nel confronto tra le Chiese
Cristiane d'Oriente e d'Occidente.
L’unità autonomistica e
resistenziale (socio-linguistica, culturale, religiosa) del Popolo Sardo si
presenta, innegabilmente, come prodotto delle contaminazioni e degli
incontri/scontri tra i grandi poteri religiosi ed istituzionali delle
Cristianità Orientale e Occidentale. Basterà citare, al riguardo, soltanto
alcuni esempi, che caratterizzano assai bene le peculiarità dei rapporti tra
poteri religiosi e istituzioni nella Sardegna (di ieri e di oggi):
- l’autonomia dello sviluppo
dell’organizzazione giuridico-amministrativa dei quattro Giudicati della
Sardegna medioevale;
- l’influenza del diritto
romano e del diritto canonico nella formazione del diritto sardo medioevale e
moderno: cfr.
- l’indiscusso prestigio
della Chiesa Cristiana d’Oriente nell’Isola per tutto l’Alto Medioevo (vedi Paulis), da cui consegue la persistente
diffusione del culto di santi orientali non sempre in sintonia con il rito
latino (valga per tutti la tenace devozione dei Sardi per un “santo” soldato
quale San Costantino Imperatore: cfr. Spada
e Atzori);
- infine, il singolare caso
della “sarda rivoluzione” antifeudale ed antipiemontese (“sa die de sa Sardigna”) degli anni 1793-1796, che annoverò fra capi
e animatori di quei moti contadini un ragguardevole numero di sacerdoti e
teologi della Facoltà di Teologia dell’Università di Sassari.
Tutte queste peculiarità
della storia istituzionale della Sardegna sarebbero da rimeditare al fine di
comprendere meglio
Il VI Seminario
Internazionale di Studi «Tradizioni
religiose e istituzioni giuridiche del Popolo Sardo: il culto di San Costantino
imperatore tra Oriente e Occidente», che oggi inauguriamo in questa
prestigiosa Sala Consiliare della Città di Sassari – espressione della
democrazia cittadina e della partecipazione popolare – , si ricollega, con
continuità scientifica, ai Seminari organizzati in precedenza:
- a Oristano e Sedilo (luglio 1997), sul tema «Popolo Sardo tra Oriente e Occidente»;
- a Roma - Torre di Ponte Milvio – (ottobre 1997),
sul tema «Verso il Nuovo Millennio.
San Costantino Imperatore e il progresso del diritto»;
- a Sassari e Pozzomaggiore (luglio 1998), sul tema
«Tradizioni religiose e istituzioni
politiche»;
- a Sassari, Sedilo e Oristano (luglio 1999), sul
tema «Poteri religiosi e istituzioni»;
- a Sassari e Sedilo (luglio del 2001), sul tema «Tradizioni religiose e istituzioni giuridiche
del Popolo Sardo: il culto di San Costantino imperatore tra Oriente e Occidente»).
Questo Seminario vuole
essere anche l’occasione per un ulteriore significativo contributo alla storia
dell’identità politica, giuridica e religiosa della Sardegna e del Popolo
Sardo; ricuperando nel contempo la più ampia prospettiva mediterranea ed
orientale (greco-slava) del culto del Santo Imperatore.
Faremo tutto ciò avvalendoci
dell’impegno e della partecipazione di molti colleghi, specialisti nei diversi
campi del diritto e della storia, provenienti da Università italiane e
straniere: dalla Russia, dalla Bulgaria, dalla Francia, dalla Grecia, dalla
Romania, e dalla Spagna; dall’Università di Cagliari, dall’Università di
Messina, dall’Università di Roma “
Nella seduta odierna il
nostro Seminario sarà onorato dalla partecipazione dell’avv. Massimo Vari, Vice
Presidente della Corte Costituzionale della Repubblica Italiana.
L’articolazione dei lavori
prevede tre sessioni tematiche; la prima sarà dedicata a «L’imperatore e il progresso del diritto», mentre le altre due
avranno per temi: «Il Santo Imperatore»
e «Il culto».
Le sessioni di lavoro, come
appare dal cartoncino dell’invito, si svolgeranno a Sassari, a Sedilo, a
Oristano. Sarà anche un viaggio ideale verso il cuore della Sardegna, sulle
tracce della più autentica venerazione dei Sardi nei confronti del Santo
Imperatore (Sedilo e la sua irripetibile festa) e delle più solide radici
dell’unità e della vocazione autonomistica del Popolo Sardo (Oristano, come
tutti sanno, era l’antica capitale del Giudicato di Arborea, simbolo della
“costante resistenziale dei Sardi” e dell’autonomia della Sardegna medievale).
Non posso concludere senza ringraziare
gli Enti che hanno permesso l’organizzazione del Seminario, con il loro
contributo finanziario o logistico:
-
l’Università di Sassari, in primo luogo: Facoltà di Giurisprudenza e il
Dipartimento di Scienze Giuridiche sono stati dei finanziatori assai generosi.
Sono molto grato di questo a tutti i colleghi.
-
L’ISPROM-Istituto di Studi e Programmi per il Mediterraneo, al quale
dobbiamo l’impianto scientifico e la dimensione mediterranea di queste
iniziative costantiniane.
-
Le Municipalità di Sassari e di Oristano, che hanno consentito lo
svolgimento dei nostri lavori nelle rispettive Sale Consiliari; un onore e un
riconoscimento di cui sono molto grato ai Sindaci e ai Presidenti del Consiglio
Comunale delle due Città.
-
Il Comune di Sedilo, che ha accettato di ospitare ancora una volta una
sessione dei nostri lavori, dando perciò a questo seminario una dimensione più
autentica e, vorrei dire, più sarda.
-
Infine, ma non certo ultima in ordine d’importanza, voglio esprimere un
particolare ringraziamento all’Assessore della Pubblica Istruzione e Cultura
della Regione Autonoma della Sardegna, che ha voluto inserire questa nostra
iniziativa fra le manifestazioni finanziate con
Sassari, Sala Consiliare di Palazzo Ducale, 4 luglio
2002.
BIBLIOGRAFIA
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