N. 8 – 2009 – In
Memoriam//Ferdinando-Bona
Lectio sua.
Incontro di studio
in ricordo di Ferdinando Bona
a dieci anni dalla
scomparsa
(Pavia 11 settembre 2009)
Università di
Pavia
La
memoria non è che un modo di rendere presente quel che non è
più. E’ questo il sentimento che ha spinto a organizzare un
incontro in ricordo di Ferdinando Bona, morto improvvisamente dieci anni fa, il
13 settembre 1999.
Professore di Istituzioni di diritto
romano a Pavia, facoltà in cui aveva compiuto gli studi e di cui era
stato anche Preside, ha lasciato in generazioni di studenti il ricordo di
un’esistenza dedicata all’insegnamento, in cui versava un talento e
una passione che rendevano le sue lezioni il migliore avviamento al mondo del
diritto; agli studi di diritto romano, ha regalato un complesso di ricerche
– specialmente sul glossario di Festo e sulla giurisprudenza repubblicana
vista attraverso la testimonianza di Cicerone – frutto di una vera e
propria immedesimazione nei testi e nei problemi: pagine (raccolte nel 2003 nei due tomi di Lectio Sua, che contiene tutti gli
articoli) che ancora invitano, solo che se ne sappia apprezzare la
densità, a immergersi con altrettanta serietà nello studio, senza
cedere al richiamo delle piste più battute e delle letture sciatte.
Chi
ha avuto l’opportunità di essergli allievo ha potuto assistere al
quotidiano esempio – che solo con il tempo scopriva raro e quasi unico -
di come prestare attenzione agli studenti (almeno, finché siano disposti
a impegnarsi) e di come rispettare i testi senza volerli modificare o forzarne
l’interpretazione, anzi cercando di ricavare dal contesto il loro
significato più pieno. Due atteggiamenti, a pensarci bene, che erano in
Bona manifestazioni d’uno stesso valore, il rispetto, verso i discenti,
che non devono essere delusi nelle aspettative di formazione che ripongono nel
docente, e verso le testimonianze del passato, che possono parlare solo tramite
l’interprete.
I
dieci anni trascorsi hanno reso più acuto il rimpianto per un uomo di
umanità così profonda e sicura. Così, l’11 settembre
2009 ci si è ritrovati a
Pavia nel suo nome, per un incontro di studio nel quadro del Dottorato di
ricerca in Diritto romano e cultura giuridica europea. Cinque le relazioni,
presentate da suoi allievi: Dario Mantovani, Pavia (Sul Liber de iure civili in
artem redigendo di Cicerone);
Ernesto Bianchi, Cattolica di Piacenza (Gai.
2.130-132 e il regime classico dell’exheredatio dei postumi. Ragioni di
dubbio), Massimo Miglietta, Trento (Linee
di riflessione per lo studio della lex Aquilia nelle fonti bizantine),
Gianluca Mainino, Pavia (Considerazioni
sul proemium delle Istituzioni di Gaio), Paolo Lepore, Insubria (La pollicitatio pro honore: fonti
giuridiche, attestazioni epigrafiche e spunti interpretativi).
Tanti
i colleghi intervenuti, della sua Università (hanno parlato di lui
Emilio Gabba, il prorettore Gianni Francioni e il preside della Facoltà
Ettore Dezza) e di altri Atenei (hanno presieduto l’incontro Franco
Amarelli e Carlo Venturini e ha concluso Giovanni Negri). Molti soprattutto i
colleghi più giovani, che durante il loro percorso di studio –
anche condotto sotto la guida di altri maestri - avevano incrociato e cercato
la sua benevola, ma inflessibile attenzione critica.
Tutti
convenuti per mettere in comune il loro ricordo di un professore di cui si
sente la mancanza.