N. 8 – 2009 – D & Innovazione

 

Sulla codificazione del diritto civile in Polonia

 

Aleksandra Gawrysiak-Zabłocka

Jan Zabłocki

Università «Cardinale Stefan Wyszyński»

Varsavia

 

 

Riconquistata nel 1918 l’indipendenza, la Polonia ereditò dalle potenze spartitrici tre sistemi giuridici: austriaco, tedesco, francese, russo, ungherese, peraltro non reputati diritti stranieri, ma legislazioni regionali. Rimasero in vigore, ma solo a tempo, gli uni essendo difformi dagli altri tanto nella sostanza e nella forma degli istituti, quanto nel raggio di regolamentazione dei rapporti socio-economici[1].

Finché le legislazioni straniere seguitavano ad essere diritto vigente, occorreva – in giurisprudenza e in dottrina – misurarsi con la scienza civilistica francese, tedesca e austriaca, sui cui del resto s’erano formate generazioni di giuristi polacchi. L’indirizzo e i risultati della codificazione ne furono largamente influenzati. Avviata nell’anteguerra[2], la codificazione fu portata a termine venti anni dopo la II guerra mondiale; quindi – sotto il regime totalitario comunista. Caduto il regime, la legislazione civile è rimasta – pur tra svariate modifiche e aggiornamenti – in piedi in virtù della perfezione tecnica dell’impianto[3].

Il desiderio di formare in Polonia un ordinamento giuridico[4] proprio, uniforme e del tutto indipendente portò la Dieta a istituire il 3 giugno 1919[5] la Commissione per la codificazione del diritto, composta da alcune decine di illustri studiosi e operatori del diritto provenienti da tutte le regioni e quindi radicati in tutti gli ordinamenti stranieri al momento vigenti nel paese. La Commissione per la codificazione fu istituita dalla Dieta quale organo del tutto autonomo, ma ausiliare[6], non autorizzato a legiferare in quanto impegnato a presentare i suoi progetti tramite il ministro della Giustizia. Il Governo poteva modificarli, integrarli o bloccarli, e dopo l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica di Polonia[7] ambo le Camere Legislative, cioè la Dieta e il Senato, non erano da ritenersi vincolate né dal tenore del progetto presentato dalla Commissione né dalle modifiche del Governo, potendo – previa discussione – presentare proprie aggiunte o correzioni. Pertanto la Commissione era responsabile soltanto del proprio progetto, non di quello che altri ne avrebbero fatto[8].

Sulla traccia dei progetti preparati dalla Commissione furono tra altri varati, a unificazione del diritto vigente, atti quali: il codice penale, la legge sull’organizzazione della giustizia ordinaria, il codice di procedura penale, il codice di procedura civile. Nell’anteguerra l’unificazione, per quanto attiene al diritto civile, fu parziale. I progetti approntati dalla Commissione permisero di varare:

1.  Il diritto su tratte[9] e assegni bancari[10] del 1924.

2.  I diritti d’autore[11], il diritto sulla concorrenza sleale[12], il diritto interregionale privato[13] e il diritto internazionale privato[14] del 1926.

3.  Il diritto sulla tutela di invenzioni, prototipi e marchi commerciali[15] e il diritto sulle società per azione[16] del 1928.

4.  Il codice delle obbligazioni[17] e il diritto sulle società a responsabilità limitata[18] del 1933.

5.  Il codice commerciale[19] del 1934.

Se ne arguisce che furono unificati rami del diritto civile particolarmente importanti per il commercio, mentre in altri, quali il diritto reale, il diritto di famiglia e delle successioni – questo strettamente legato a quello – permaneva in vigore il diritto regionale.

L’unificazione del diritto delle obbligazioni risultò particolarmente urgente e fu fortemente voluta dagli ambienti economici. Non poté che precedere l’unificazione del diritto commerciale. L’unificazione del diritto delle obbligazioni si rivelò assai poco complicata in quanto, in tutte le regioni, la materia era regolamentata da norme radicate nei principi del diritto romano. In più non v’erano consuetudini né tradizioni che, come nel caso di altri rami del diritto civile, ostacolassero l’opera del codificatore. Contemplando regole generali del commercio, il diritto delle obbligazioni meglio di altri si presta a uniformarsi: tanto a livello internazionale, quanto – a maggior ragione – nei confini di uno stato[20].

La deflagrazione della II guerra mondiale impedì alla Commissione per la codificazione di concludere la sua opera. Nel 1945-46 il Dipartimento di Legislazione del Ministero della Giustizia ne prese comunque lo spunto per varare in breve una serie di atti unificatori[21].I disegni di legge elaborati da quel Dipartimento, discussi soltanto alle riunioni della Commissione giuridica e non destinati a pubblico dibattito, venivano, tramite il ministro della Giustizia, sottoposti al Consiglio Nazionale Generale[22] che, di solito senza dibattito, li votava in forma di decreti. In tal modo furono varati i suddetti atti unificatori:

1.  Diritto delle persone[23] nel 1945.

2.  Diritto matrimoniale[24] nel 1945

3.  Diritto di famiglia[25] nel 1946.

4.  Diritto di tutela[26] nel 1946.

5.  Diritto matrimoniale patrimoniale[27] nel 1946.

6.  Diritto delle successioni[28] nel 1946.

7.  Diritto reale[29] nel 1946.

8.  Diritto ipotecario[30] nel 1946.

9.  Norme generali di diritto civile[31]nel 1946.

Va notato che contemporaneamente con tutti questi decreti (salvo quello sulle norme generali di diritto civile) veniva promulgato un decreto a parte, contenente le norme introduttive (per il diritto reale e il diritto ipotecario furono varate norme introduttive congiunte) di deroga della legislazione precedente, di adattamento di altre leggi alla nuova legislazione, corredate di norme intertemporali. I singoli decreti entravano in vigore in date diverse, ma il 1 gennaio 1947 persero, di massima, vigore tutte le norme di diritto civile derivanti dai sistemi delle potenze spartitrici. Inoltre furono riformati e unificati il diritto sugli atti di stato civile[32], di pertinenza amministrativa ma strettamente legato al diritto civile, e le norme introduttive[33]. Dal 1 gennaio 1947 vigeva in Polonia un diritto civile unitario: non però in virtù di una codificazione, ma di un’unificazione, peraltro frettolosa e fondata su approccio e schemi tradizionali[34].

La maggioranza delle norme di diritto civile varate nel 1945-46 cadde presto in disuso, non corrispondendo alle esigenze del sistema comunista totalitario che allora si andava formando. Pertanto quasi subito, con decisione 18 febbraio 1947 del Ministro della Giustizia, fu istituita una Commissione per l’elaborazione di un progetto unitario del diritto civile che già nel 1948 era riuscita a redigere un disegno che sistematizzava le norme vigenti, migliorandone la stesura. Il progetto, tuttavia, non fu soddisfacente per le autorità che intendevano trasformare la Polonia in un paese comunista a imitazione dell’URSS. Anche il diritto civile doveva farvi la sua parte. Ma il progetto del 1948 non vi si prestava. Fu pertanto accantonato. Non se ne tenne conto nei lavori legislativi avvenire[35].

Nel 1950 si arrivò, tuttavia, a una parziale codificazione del diritto civile con l’entrata in vigore del codice di famiglia[36] e delle norme introduttive[37] (1 ottobre 1950[38]). Nel contempo si abrogarono: il diritto matrimoniale del 1945, il diritto di famiglia, il diritto di tutela e il diritto matrimoniale patrimoniale del 1946. La codificazione nuova doveva favorire «nuove forme di organizzazione socialista della famiglia, rafforzando il principio della stabilità del matrimonio, realizzando il principio di un’equiparazione non soltanto formale, ma anche materiale della donna, annullando eccessi attinenti alla possibilità di stipulare contratti matrimoniali per motivi patrimoniali, escludendo qualsiasi discriminazione dei figli extramatrimoniali, modificando la sostanza dell’adozione»[39].

Secondo atto di tipo codificatorio poté ritenersi il varo, effettuato anzitutto per esigenze dell’ineunte legislazione familiare, di norme generali del diritto civile[40], entrate, con le norme introduttive, vigenti dal 1 ottobre 1950 in sostituzione di quelle del 1946 e del diritto delle persone del 1945, che modificarono profondamente il codice delle obbligazioni del 1933.

Nel 1950 fu altresì istituito uno speciale gruppo di lavoro presso il Ministro della Giustizia[41] incaricato di preparare un codice civile di inequivocabile matrice socialista; il gruppo elaborò, nel 1954 e nel 1955 due progetti che, stroncati dalla critica, non imboccarono l’iter legislativo[42].

Ai lavori di codificazione si ritornò nel 1956, istituendo la Commissione per la codificazione presso il Ministro della Giustizia[43] che riuscì ad assolvere il suo compito. Nel 1960 la Commissione pubblicò un progetto del codice civile, comprensivo del diritto di famiglia. Preparando il progetto successivo, reso pubblico nel 1961, si tenne conto delle voci critiche, manifestatesi nel corso di una pubblica discussione. Il secondo progetto non si estendeva più al diritto famiglia, cui si lavorava in parallelo, ma separatamente per approntare un codice distinto[44]. Ambo i progetti, vale a dire quello del codice civile e del codice di famiglia e tutela furono dati alle stampe nel 1962. Il Consiglio dei Ministri vi apportò numerose modifiche e all’iniziò del 1963 li presentò alla Dieta quali disegni di legge governativi. Qui furono discussi da più commissioni che, prima fra tutte quella della Giustizia, aggiunsero i propri cambiamenti.

A conclusione di pluriennali lavori codificatori furono presentati alla Dieta progetti che assursero al rango di leggi tuttora vigenti: il codice di famiglia e tutela[45] e il codice civile[46]. Contestualmente furono varate le norme introduttive di entrambi i codici[47]. Di conseguenza perse vigore la maggioranza dei decreti precedentemente varati per unificare il diritto civile polacco. Rimasero in vigore soltanto le norme riguardanti i libri fondiari e l’ipoteca. Furono altresì abrogati il codice delle obbligazioni e buona parte delle norme del codice commerciale[48].

Il codice civile del 1964 non è esageratamente casista. L’approccio sintetico permette di abbracciare in 1088 articoli, talvolta suddivisi in paragrafi, tutta la materia.

La sistematica del codice poggia sull’ottocentesco sistema pandettistico che enuclea una vasta parte generale, inclusiva delle azioni giuridiche e separa di netto i diritti reali dal credito, elemento delle obbligazioni. Di conseguenza si divide in quattro libri:I. Parte generale, II. Proprietà e altri diritti reali, III. Obbligazioni, IV. Successioni.

Quanto alla sostanza, vi si distinguono assai nettamente due strati. Nel primo si scorgono soluzioni tipiche del modello sovietico del sistema comunista (ad es. tipologia della proprietà, posizione privilegiata della cosiddetta proprietà socialista, particolare regole per il commercio tra enti dell’economia socializzata, spazio alle regole dell’economia pianificata). Nel secondo strato si rinvengono invece gli istituti classici del diritto civile, ripresi assai fedelmente dal codice delle obbligazioni del 1933 , dal codice commerciale del 1934, dal diritto reale e delle successioni del 1946. Paragonata con le codificazioni di altri paesi socialisti, quella polacca era più rispettosa di quegli istituti anche perché in Polonia si era conservata, specie in campagna, la proprietà individuale[49]. Non stupisce pertanto che dopo la caduta del comunismo nel 1989 e dopo più novelle che ne avevano espunti i cosiddetti istituti socialisti, nel diritto civile, si ritornò in più casi a istituti moderni (ad es. il principio della libertà contrattuale), peraltro già introdotti, d’accordo con i migliori modelli dell’epoca, nel diritto polacco d’anteguerra[50]. Il sistema comunista li riteneva superflui.

 

 



 

[1] Z. Radwański, Kształtowanie się polskiego systemu prawnego w pierwszych latach II Rzeczyposplitej Kształtowanie się polskiego systemu prawnego (La formazione del diritto polacco nei primi anni della II Repubblica), «Czasopismo Prawno-Historyczne» 21.1 (1969), 31 s.; S. Płaza, Kodyfikacja prawa w Polsce międzywojennej (Codificazione del diritto in Polonia tra le due guerre mondiali), «Czasopismo Prawno-Historyczne» 57.1 (2005), 225 s.

 

[2] Cfr. K. Sójka-Zielińska, Wielkie Kodyfikacje cywilne XIX wieku (Le grandi codificazioni del diritto civile dellOttocento), Warszawa 1973, 218.

 

[3] Sulle modifiche del codice civile polacco dopo la svolta del 1989 cfr. A. Gawrysiak-Zabłocka, J. Zabłocki, Appunti sul Codice civile polacco, in Diritto @ Storia 8, 2009, =

 

[4] Il proposito di unificare e codificare , materia per materia, conferendo vigore universale in tutto lo Stato al codice di una delle potenze spartitrici, ovvero compilandone uno che raccogliesse il meglio di quelli già vigenti, fu rifiutato per ragioni di prestigio. Cfr. Z. Radwański, Kształtowanie się polskiego systemu prawnego (La formazione del diritto polacco) cit. 32; K. Sójka-Zielińska, Organizacja prac nad kodyfikacją prawa cywilnego (Organizzazione dei lavori di codificazione del diritto civile), «Czasopismo Prawno-Historyczne» 27.2 (1975); S. Grodziski, Komisja Kodyfikacyjna Rzeczypospolitej Polskiej (La Commissione di codificazione della Repubblica di Polonia), «Czasopismo Prawno-Historyczne» 33.1 (1981), 52.

 

[5] «Dziennik Ustaw» (= «Gazzetta Ufficiale») nr. 44, 315.

 

[6] In virtù dell’art. 5 della legge 2 agosto 1926 («Gazzetta Ufficiale» nr. 78 pos. 442) di modifiaca della Costituzione del 1921 la Dieta con legge del 2 agosto 1926 («Gazzetta Ufficiale» nr. 78, pos. 443) autorizzò il Presidente della Repubblica a emanare decreti legislativi. La Commissione per la codificazione diventò, di fatto, organo ausiliare non della Dieta, ma del Governo poiché i suoi disegni di legge venivano trasmessi al ministro della Giustizia e promulgati, dopo eventuali modifiche, eliminato l’iter parlamentare, quali decreti legislativi presidenziali. Vale ricordare che, d’accordo con l’art. 49 della Legge Costituzionale 23 aprile 1935 («Gazzetta Ufficiale» nr. 30, pos. 227), leggi e decreti del Presidente dovevano considerarsi atti legislativi. Cfr. A. Lityński, Na drodze do kodyfikacji prawa w Polsce Ludowej, in Prawo wczoraj i dziś. Studia dedykowane profesor Katarzynie Sójce-Zielińskiej (Verso la codificazione del diritto nella Polonia popolare, in Diritto ieri e oggi. Studi dedicati alla professoressa Katarzyna Sójka-Zielińska), Warszawa 2000, 137.

 

[7] Legge 17 marzo 1921 («Gazzetta Ufficiale» nr. 44, pos. 267).

 

[8] Cfr. K. Sójka-Zielińska, Organizacja prac nad kodyfikacją (Organizzazione dei lavori di codificazione) cit., 272 s.; S. Grodziski, Komisja Kodyfikacyjna (La Commissione di codificazione), cit., 47.

 

[9] Decreto presidenziale 14 novembre 1924 («Gazzetta Ufficiale» nr. 100, p. 926, modificato con legge 28 aprile 1936 «Gazzetta Ufficiale» nr. 37, pos. 282).

 

[10] Decreto presidenziale 14 novembre 1924 («Gazzetta Ufficiale» nr. 100, p. 927, modificato con legge 28 aprile 1936  «Gazzetta Ufficiale» nr. 37, pos. 283).

 

[11] Legge 29 marzo 1926 («Gazzetta Ufficiale» nr. 48, pos. 286), modificato decreto presidenziale 22 marzo 1927 («Gazzetta Ufficiale» nr. 63, pos. 318), nonche Legge 22 marzo 1935 ( «Gazzetta Ufficiale» nr. 26, pos. 176); testo unico «Gazzetta Ufficiale» nr. 36, pos. 260

 

[12] Legge 2 augusto 1926 («Gazzetta Ufficiale» nr. 96, pos. 559), modificato decreto presidenziale 17 settembre 1927 («Gazzetta Ufficiale» nr. 84, pos. 749); testo unico «Gazzetta Ufficiale» nr. 56 dell’anno 1930, pos. 467.

 

[13] Legge 2 augusto 1926 («Gazzetta Ufficiale» nr. 101, pos. 580), modificato decreto presidenziale 8 ottobre 1945 («Gazzetta Ufficiale» nr. 44, pos. 252).

 

[14] Legge 2 augusto 1926 («Gazzetta Ufficiale» nr. 101, pos. 581), modificato decreto presidenziale 14 gennaio 1927 («Gazzetta Ufficiale» nr. 3, pos. 22).

 

[15] Decreto presidenziale 22 marzo 1928 («Gazzetta Ufficiale» nr. 39, pos. 384), modificato a più riprese.

 

[16] Decreto presidenziale 22 marzo 1933 («Gazzetta Ufficiale» nr. 39, pos. 383).

 

[17] Decreto presidenziale 27 ottobre 1928 («Gazzetta Ufficiale» nr. 82, pos. 598) con norme introduttive («Gazzetta Ufficiale» nr. 82, pos. 599).

 

[18] Decreto presidenziale 27 ottobre 1928 («Gazzetta Ufficiale» nr. 82, pos. 602).

 

[19] Decreto presidenziale 27 giugno1934 («Gazzetta Ufficiale» nr. 57, pos. 502) con norme introduttive («Gazzetta Ufficiale» nr. 57, pos. 503).

 

[20] Cfr. R. Longschamps de Bérier, Polskie prawo cywilne. Zobowiązania (Il diritto civile polacco. Le obbligazioni), Lwów 1939 (edizione anastatica Poznań 1999), 3.

 

[21] Non v’è dubbio che un’unificazione tanto spedita fu resa possibile dal lavoro precedentemente compiuto dalla Commissione per la codificazione; cfr. S. Grodziski, Komisja Kodyfikacyjna (La Commissione di codificazione), cit., 71 s.; Idem, Z dziejów unifikacji polskiego prawa cywilnego (Pagine sulla storia dell’unificazione del diritto civile polacco), «Czasopismo Prawno-Historyczne» 37.2 (1985), 293 s.; A. Lityński, Na drodze do kodyfikacji prawa (Verso la codificazione del diritto),  cit., 139.

 

[22] In quel periodo il Consiglio Nazionale Generale, attivo dal 31 dicembre 1943 fino alla proclamazione della Polonia popolare, dipendente dall’Unione Sovietica, facendo di ufficio di Dieta nei limiti tracciati dalla Costituzione della Repubblica di Polonia del 1921. Cfr. L. Garlicki, Polskie prawo konstytucyjne (Diritto costituzionale polacco), Warszawa 2000, 13.

 

[23] Decreto 29 agosto 1945 («Gazzetta Ufficiale» nr. 40, pos. 223).

 

[24] Decreto 25 settembre 1945 («Gazzetta Ufficiale» nr. 48, pos. 270).

 

[25] Decreto 22 gennaio 1946 («Gazzetta Ufficiale» nr. 6, pos. 53).

 

[26] Decreto 14 maggio 1946 («Gazzetta Ufficiale» nr. 20, pos. 135).

 

[27] Decreto 29 maggio 1946 («Gazzetta Ufficiale» nr. 31, pos. 196).

 

[28] Decreto 8 ottobre1946 («Gazzetta Ufficiale» nr. 50, pos. 328).

 

[29] Decreto 11 ottobre 1946 («Gazzetta Ufficiale» nr. 57, pos. 319).

 

[30] Decreto 11 ottobre 1946 («Gazzetta Ufficiale» nr. 57, pos. 320).

 

[31] Decreto 12 novembre 1946 («Gazzetta Ufficiale» nr. 67, pos. 369).

 

[32] Decreto 25 settembre 1945 («Gazzetta Ufficiale» nr. 48, pos. 272).

 

[33] Decreto 25 settembre 1945 («Gazzetta Ufficiale» nr. 48, pos. 273).

 

[34] Dell’importanza dell’unificazione per la prassi e la dottrina scrive S. Grodziski, Z dziejów unifikacji (Pagine sulla storia dell’unificazione),  cit., 296 s.

 

[35] Cfr. S. Grodziski, Z dziejów unifikacji (Pagine sulla storia dell’unificazione), cit., 298; Z. Radwański, Prawo cywilne – część ogólna (Diritto civile – parte generale}, Warszawa 2007, 29.

 

[36] Legge 27 giugno 1950 («Gazzetta Ufficiale» nr. 34, pos. 308).

 

[37] Legge 27 giugno 1950 («Gazzetta Ufficiale» nr. 34, pos. 309).

 

[38] Quanto attiene alla procedura fu regolamentato con la legge su procedimenti non contradittori e questioni di famiglia («Gazzetta Ufficiale» nr. 34, pos. 309) e relativi alla curatela («Gazzetta Ufficiale» nr. 34, pos. 310).

 

[39] Cfr. A. Wolter, Prawo cywilne. Część ogólna (Diritto civile. Parte generale), Warszawa 1955, 47.

 

[40] Delibera 22 agosto 1950 («Gazzetta Ufficiale nr. 34, pos. 311).

 

[41] Delibera 27 settembre 1950 della Presidenza del Governo («Monitor Polski» = «Monitore Polacco»  nr A-106, p. 1339).

 

[42] Cfr. Z. Radwański, Prawo cywilne (Diritto civile), cit., 29.

 

[43] Decisione 23 agosto 1956 del presidente del Consiglio dei Ministri («Monitore Polacco» nr. A-70, p. 856).

 

[44] Nel contempo si lavorava alla codificazione della procedura civile; il codice di procedura civile fu votato il 17 novembre 1964 («Gazzetta Ufficiale» nr. 43, pos. 296 e «Gazzetta Ufficiale» del 1965 nr. 15, pos. 113).

 

[45] Legge 25 febbraio 1964 («Gazzetta Ufficiale» nr. 9, pos. 59).

 

[46] Legge 23 aprile 1964 («Gazzetta Ufficiale» nr. 16, pos. 93).

 

[47] Legge 25 febbraio 1964 («Gazzetta Ufficiale» nr. 9, pos. 60) nonché Legge 23 aprile 1964 («Gazzetta Ufficiale» nr. 16, pos. 94).

 

[48] Cfr. E. Skowrońska-Bocian, Prawo cywilne. Część ogólna (Diritto civile. Parte generale), Warszawa 2005, 27 s.

 

[49] Cfr. Z. Radwański, Prawo cywilne (Diritto civile), cit., 30 s.

 

[50] L’opera della Commissione per la codificazione risultò utile non soltanto allo Stato polacco socialista, come aveva giustamente osservato Z. Radwański, Kształtowanie się polskiego systemu prawnego (La formazione del diritto polacco), cit., 47, ma anche, grazie a un alto livello giuridico, l’assenza di casistica e la stringatezza, conseguita mediante un costante ricorso a concetti generali, può continuare ad essere utile nei lavori tesi a preparare una nuova codificazione del diritto civile.