N. 8 – 2009 – Contributi
Appunti sul Codice Civile Polacco
Università «Cardinale Stefan
Wyszyński»
Varsavia
Sommario: I. Premessa.
– II. Gli emendamenti del Codice Civile.
– III. Le sentenze della Corte Costituzionale.
– IV. L’adattamento
delle regolamentazioni giuridiche al cosiddetto acquis communautaire.
– V. L’implementazione
al di fuori dell’ambito del Codice Civile. – VI. Discussione sulla necessità di un nuovo
codice civile. – VII. Conclusioni.
L’atto giuridico fondamentale che regola in Polonia
i rapporti giuridici in materia civile è costituito dalla legge del 23
aprile dell’anno 1964, detto Il codice
civile[1]
(in polacco Kodeks Cywilny con
l’abbreviazione k.c.). Il sistema del Codice Civile si basa sul principio
pandettistico elaborato nel XIX secolo dalla dottrina tedesca. Il Codice Civile
si compone di quattro libri. Il primo libro che ha per titolo “Parte
generale”, comprende le norme che disciplinano le questioni di carattere
generale ed esse trovano applicazione nei diversi piani dei rapporti
giuridico-civili. Il libro secondo, che ha per titolo “La
proprietà e gli altri diritti reali” è stato dedicato ai
rapporti di natura giuridico-reale e dunque a quelli per i quali gli oggetti
materiali recitano un ruolo fondamentale. Il libro terzo comprende le norme che
riguardano le obbligazioni, mentre il libro quarto si occupa delle norme che
disciplinano le regole di successione. È da aggiungere che oltre al
Codice Civile nella legge del 25 febbraio dell’anno 1964 (e dunque
approvata meno di due mesi prima del Codice Civile) fu varato il codice di
famiglia e di tutela, con cui è stato regolato il diritto di famiglia.
Il Codice Civile è in vigore ormai da oltre quarant’anni[2]
e per quanto sia stato novellato[3]
parecchie decine di volte, tuttavia ancora il suo testo non ha raggiunto un
carattere unificazione-completa[4].
Da una parte si prenda in considerazione che 40 anni di
vita cogente del Codice polacco civile costituiscono poca cosa. Infatti in
Europa ci sono degli stati nei quali l’atto giuridico fondamentale per il
diritto privato è in vigore da un periodo di tempo notevolmente assai
più lungo. Come esempio si possono portare il codice civile napoleonico
del 1804 [5],
il codice civile tedesco del 1894 [6]
o il codice civile austriaco del 1811 [7].
Pur nondimeno, da una altra parte 40 anni di vita cogente
del Codice Civile polacco costituisce pur anche un periodo abbastanza lungo.
Occorre infatti prendere in considerazione che nel corso di approvazione del
Codice civile polacco
Nel 1989 in Polonia è avvenuta la caduta del
comunismo. I cambiamenti che si sono verificati nella vita socio-politica hanno
trovato il loro riflesso anche nella sfera dei rapporti giuridici civili ed
hanno generato numerose novellazioni del Codice Civile.
Tra le più importanti novellazioni del Codice
Civile occorre annoverare la legge del 28 luglio dell’anno 1990[11].
Con essa venivano cancellate le già su accennate norme che prevedevano
dettagliate regolamentazioni in riferimento agli enti economici collettivizzati
e persino questi stessi enti vennero abrogati. Allora, anche è stata
emendata la tipologia socialista della proprietà assieme alla
privilegiata proprietà collettiva. Inoltre detta novellazione ha
introdotto nel Codice Civile delle istituzioni che esistevano nella Seconda
Repubblica cioè in Polonia nel periodo tra la prima e la seconda guerra
mondiale. Queste istituzioni non furono prese in considerazione nella prima
originaria versione del Codice Civile, poiché furono considerate assai
inutili nel sistema socialista nonché alcune altre istituzioni
giuridiche utili in una economia di libero mercato. Cosí dunque, allora,
è stato aggiunto al Codice Civile l’articolo 353 nel quale
è stato redatto il principio della libera contrattazione,
l’articolo 357 che prevede la possibilità di cambiamenti di
clausole in situazioni straordinarie (la cosiddetta grande clausola rebus sic stantibus), l’articolo
358 che prevede la possibilità di fissare la valorizzazione dei compensi
in denaro sia sulla base di un accordo (§ 2) come anche in via giudiziaria
(§ 3 la cosiddetta piccola clausola rebus
sic stantibus), l’articolo 55 e seguenti concernenti le imprese
considerate come l’insieme organizzato di elementi materiali e
immateriali, destinati alla conduzione di attività economica;
l’articolo 921 e seguenti riguardanti l’assegno e le carte valori.
La novellazione di luglio dell’anno
Il 23 agosto dell’anno 1996 [12]
è stata deliberata una successiva grande novellazione del Codice Civile.
Tuttavia essa non ebbe una portata cosí fondamentalmente ampia come la
novellazione dell’anno
Di converso, la novellazione del 14 febbraio
dell’anno 2003 [13]
fu caratterizzata da un cambiamento sistematico. In conseguenza di essa
finalmente rimase regolarizzata la situazione giuridica dei soggetti privi di
personalità giuridica ma che sono in possesso di capacità
giuridica (art. 33). È stata introdotta la definizione della figura
dell’imprenditore (art. 43) e la regolamentazione riguardante le imprese
(la cosiddetta denominazione sotto la quale opera l’imprenditore –
art. 431 e ss.). È stato altresí definito il concetto di procura
(la cosiddetta delega rilasciata dall’imprenditore – art. 109 e
seguenti). Infine sono stati introdotti dei cambiamenti aggiuntivi
nell’ambito della stipulazione dei contratti.
Evidentemente non si può tacere che si sono
verificate anche certe situazioni nelle quali il legislatore polacco ha agito
in maniera negligente e non è stato al passo con i cambiamenti delle
norme del Codice Civile. Le situazioni delle norme che risultano in contrasto
con i principi fondamentali dell’ordinamento dello Stato, tuttavia,
possono essere attualmente eliminate in maniera risolutiva attraverso le
sentenze della Corte Costituzionale (in pollacco Trybunał Konstytucyjny con l’abbreviazione TK). Questo
organo è infatti competente a stabilire l’incompatibilità
di una legge con la costituzione (quella attualmente in vigore è stata
deliberata nell’anno 1997)[14].
La qualcosa ha come conseguenza la perdita di valore delle regolamentazioni
incostituzionali. È per questa ragione, dunque, che trattando dei
cambiamenti delle norme contenute nel Codice Civile non si può fare a
meno di citare la sentenza della Corte Costituzionale del 31 gennaio
dell’anno 2001 [15].
Con essa detta Corte, facendo riferimento alle successioni apertesi dopo il
giorno in cui è stata pubblicata (il 14 febbraio dell’anno 2001)
ha riconosciuto essere in contrasto con
Fu altresì, rilevante negli effetti la sentenza
della Corte Costituzionale del 4 gennaio dell’anno 2001 [17],
la quale trattava della responsabilità per i danni provocati dai pubblici
funzionari. Le regolamentazioni contenute nel Codice Civile e che limitavano la
possibilità di rivendicare da parte dei soggetti danneggiati le proprie
pretese, risultarono incoerenti con l’articolo 77 comma 1 della
Costituzione. Per l’appunto, questo stabilisce che ognuno gode del
diritto ad ottenere il risarcimento del danno, che ha dovuto subire a causa
dell’operato, in contrasto con il diritto, da parte di un organo della
pubblica amministrazione. In conseguenza a ciò
Nella trattazione dei cambiamenti introdotti nel Codice
Civile nel corso dell’ultima decina e oltre d’anni, non ci si
può nemmeno dimenticare che una parte di essi costituiva una conseguenza
del fatto che in Polonia era mutato il sistema economico. Ma d’altra
parte, altresí essa è stata condizionata dal fatto che in
conseguenza dei cambiamenti politici avvenuti,
L’aspirazione a conseguire lo status di membro
associate prima e successivamente l’adesione a pieno titolo come membro
effettivo della Comunità Europea comportava in sè l’obbligo
di disciplinare le regolamentazioni giuridiche polacche (comprese anche quelle
che si trovano nell’ambito del diritto civile) al cosiddetto acquis communautaire. In particolare,
sotto questo aspetto, occorre rivolgere l’attenzione al fatto che nel
diritto polacco era necessario inserire, al fine di uniformarle, tutta una
serie di direttive comunitarie. Secondo l’articolo 249 del Trattato, che
istituiva la Comunità Europea[20],
le direttive costituiscono la fonte del diritto comunitario. Esso obbliga in
maniera cogente ogni stato membro, cui sono indirizzate, a conseguire il
risultato previsto, lasciando pur tuttavia alle singole autorità
nazionali la libertà di scelta della forma e dei mezzi diretti a
conseguire questo risultato. Le direttive però, non costituiscono il
presupposto che regola di norma in modo pieno le questioni che formano il loro
oggetto ed esigono una precisazione o una interpretazione da parte degli stati
membri (vale a dire una implementazione o una trasposizione nel diritto
nazionale). Gli stati membri devono fare questo prima della scadenza del
termine fissato nelle norme di una data direttiva. Di regola questo periodo di
tempo va da un anno fino a tre anni. L’implementazione delle direttive
consiste fondamentalmente nell’emissione di un atto giuridico, operato
dall’organo competente dello Stato-membro, il quale introduce le norme
contenute nelle direttive, nell’ordinamento giuridico di questo Stato[21].
La trasposizione delle direttive deve consistere nel conferimento alla loro
sostanza di un potere vincolante non contestabile e che si salda nel diritto
nazionale conservando la necessaria specificità, precisione e chiarezza
al fine di appagare più che in modo soddisfacente il principio della
certezza del diritto[22].
Una implementazione delle direttive, condotta non entro i termini previsti o
fatta in modo improprio, ha come conseguenza quella di far nascere dei diritti
a favore dei soggetti e che possono essere rivendicati dinanzi ai giudici
nazionali nell’ambito della concezione dell’effetto diretto
nonché si concretizza nel loro diritto al risarcimento[23].
Una parte delle direttive comunitarie è stata
implementata in Polonia attraverso il cambiamento delle norme già
esistenti oppure aggiungendo nuove norme al Codice Civile. A questo punto, in
particolare occorre menzionare 1) la novellazione operata con la legge del 24
luglio dell’anno 1998[24],
riguardante la responsabilità delle persone che conducevano
attività alberghiera e aziende simili (art. 846 e ss.); 2) la
novellazione operata con la legge del 2 marzo dell’anno 2000 [25],
concernente i modelli dei contratti. Il cambiamento aveva come scopo il
rafforzamento della posizione del consumatore nei confronti
dell’imprenditore che proponeva i fac-simili dei contratti (art. 384 e
ss.). Inoltre veniva presa in considerazione la responsabilità per i
danni arrecati da prodotti pericolosi (art. 449 e ss.); 3) la novellazione
operata con la legge del 26 luglio dell’anno 2000 [26]
e che riguardava i contratti di agenzia. Il cambiamento aveva come
finalità il rafforzamento della posizione giuridica dell’agente
nei confronti dell’imprenditore che dà il mandato (art. 758 e
ss.); 4) la novellazione operata con la legge del 18 settembre dell’anno
2001 [27]
e che aveva come oggetto la prestazione delle dichiarazioni di volontà
in forma elettronica.
Pur nondimeno, nel contempo non tutte le direttive
comunitarie, riguardanti questioni di diritto civile, rimasero implementate nel
Codice Civile. Una parte di queste, infatti, rimase trascritta nel diritto
polacco in leggi distinte. Tra queste è necessario ricordare anzitutto:
1) la legge del 2 marzo dell’anno 2000 riguardante la tutela di alcuni
diritti dei consumatori nonchè la responsabilità derivante dai
danni causati da un prodotto pericoloso[28];
2) la legge del 13 luglio dell’anno 2000 che aveva per oggetto la tutela
dei soggetti che acquisivano il diritto ad usufruire della casa o di un locale
per uso abitativo nel tempo stabilito in ogni anno[29]
; 3) la legge del 27 luglio dell’anno 2002 avente per oggetto delle particolari
condizioni di vendita al consumatore nonchè i cambiamenti del Codice
Civile[30]
; 4) la legge del 20 luglio dell’anno 2001 concernente il credito ai
consumatori[31].
Le decisioni assunte in tal senso erano la conseguenza da un lato delle
regolamentazioni continuamente fluide di siffatte questioni nel diritto della
Comunità Europea, mentre dall’altro lato derivavano dalle
effettive difficoltà costruttive nell’implementazione delle regole
comunitarie nel sistema giuridico polacco[32].
Del resto esistono ancora anche delle altre questioni
importanti da risolvere e che sono state regolamentate fuori dell’ambito
del Codice Civile. Tali questioni si aggiungono a tutte quelle indicate poco di
anzi, più sopra e le quali sono la conseguenza del fatto che una parte
delle direttive comunitarie è rimasta implementata nel diritto polacco
in leggi separate. Già all’inizio stesso della presente relazione
è stato menzionato il fatto che il diritto di famiglia non è
stato regolato in seno al Codice Civile, bensì nella legge contenuta nel
codice di famiglia e di tutela. Così è avvenuto nonostante che
esistesse una tradizione europea occidentale di opposto avviso, la quale si era
consolidata attraverso i secoli. Questa tradizione riconosceva il diritto di
famiglia quale parte integrante del diritto civile e lo collocava
nell’alveo dei codici civili. Nella formazione della regolamentazione
polacca ebbe il sopravvento il fatto che la dottrina comunista considerava il
diritto di famiglia quale un ramo giuridico distinto e separato dal diritto
civile. Ed è stato in conseguenza di questa ragione che non solo
nell’Unione Sovietica ma anche negli altri paesi che si definivano
“di democrazia popolare”, il diritto di famiglia è rimasto
regolato in codici distinti e separati[33].
Nel Codice Civile non è stata regolamentata neppure l’istituzione
dell’ipoteca, nonostante che questa rappresenti un elemento fondamentale
per la libera economia di mercato. Fu cosí deciso in tale materia sol
perchè negli anni 60 del ventesimo secolo, tale istituzione venne
considerata non necessaria nell’ambito del sistema socialista. In
effetti, attualmente, l’ipoteca è regolamentata attraverso la
legge del 6 luglio dell’anno 1982 [34].
A differenza dell’ipoteca (la quale oltre al fatto di essere menzionata
nel catalogo dei diritti reali minori (Iura in re aliena) su cosa altrui
ma che non è in generale regolata attraverso il Codice Civile), nello
stesso Codice Civile si trovano le norme generali riguardanti un altro diritto
reale minore su cosa altrui, vale a dire il pegno (art. 306 e ss.). Pur
tuttavia, oltre a queste regolamentazioni, in distinte e separate leggi si
trovano le regolamentazioni riguardanti il pegno registrato e il pegno
tributario[35].
Il fatto, poi, che parecchie delle istituzioni essenziali di
diritto civile restino fuori dall’ambito del Codice Civile costituisce
una delle argomentazioni principali, sollevate dai fautori che sostengono la
sostituzione di questo atto con un nuovo codice.
Un’altra carenza del Codice Civile, su cui spesso
si appunta l’attenzione, è costituito dal fatto che in questo atto
sono rimaste le clausole generali di pretta e chiara marca comunista. E tutto
questo nonostante che nell’ambito della novellazione operata nel luglio
dell’anno 1990, dal Codice Civile siano stati depennati i richiami in
esso contenuti ai principi del sistema della Repubblica Popolare Polacca. Valga
come esempio l’articolo 4 del Codice Civile, il quale fino a quella data
stabiliva che le norme del diritto civile devono essere interpretate e
applicate secondo i principi del sistema e in armonia con le finalità
della Repubblica Popolare Polacca. Pertanto, non è fuor di luogo
sottolineare che le clausole generali costituiscono lo strumento che rende
possibile la individualizzazione delle soluzioni sulla base dei principi che
hanno, per la natura delle cose, una formulazione generale nonchè
comportano un ammorbidimento del rigorismo del diritto. Esse devono assicurare
alle norme un sufficiente grado di elasticità. Questo, da un lato rende
possibile sentenziare in diversi stati di fatti che non rientrano in alcuno
schema, in considerazione delle circostanze particolari di un dato caso.
Invece, dall’altro lato le clausole generali costituiscono un freno a un
processo troppo veloce “di invecchiamento” e di perdita di attualità
delle norme giuridiche. Tali norme, infatti, grazie al grado di
elasticità acquisito attraverso l’inserimento delle clausole
generali possono essere ancora applicate, nonostante che si sia verificato un
cambiamento delle condizioni economiche, le quali esercitano la loro influenza
nella mutazione delle valutazioni dei rapporti giuridici, in relazione ai quali
l’organo giudiziario emetterà la sentenza[36].
Tuttavia, il nocciolo della questione consiste in questo: che le clausole di
carattere generale contenute nel Codice Civile (quali ad esempio” i
principi della convivenza sociale”, “le finalità
socio-economiche del diritto”) non si prestano più a questo, vale
a dire a rallentare il processo troppo veloce “di invecchiamento”
delle norme, poichè già da sole queste hanno perduto la loro
attualità. Infatti, non c’è dubbio che occorre dire addio[37]
a tali clausole per le sequenti ragioni. In primo luogo, in relazione alla loro
origine, le funzioni tipicamente proprie svolte attraverso esse nel sistema
della Repubblica Popolare Polacca sono diventate inattuali. In secondo luogo,
in riferimento a quello che oggi è considerato infondato e cioè
l’aspirazione ad accentuare l’opposizione del sistema giuridico
socialista al sistema “borghese”. Pur nondimeno, è evidente il
fatto che non è possibile che tale operazione avvenga attraverso una
semplice sostituzione delle vecchie clausole con delle nuove, quale ad esempio
possono essere “le buone costumanze”, “i principi di
equità”, “il buon senso”, “la bona fede”.
Questa operazione, affinchè sia condotta con il crisma della
razionalità, richiede un’analisi precisa di tutte quelle
istituzioni giuridiche, nell’ambito delle quali compaiono le vecchie
clausole. Infatti, occorre per prima cosa stabilire se l’utilizzo di
clausole generali o di locuzioni indefinite risulti in una data situazione
necessario ed eventualmente quali locuzioni adoperare[38].
Pertanto, si deve partire dal presupposto che il processo di modernizzazione
del Codice Civile avviene soltanto attraverso dei cambiamenti parziali. Ne
consegue che non si può escludere la situazione che l’eliminazione
delle vecchie clausole generali si dilungherà nel tempo. E purtroppo
questo fatto è da considerarsi non vantaggioso dal punto di vista dei
principi di una corretta legislazione. Altresí continueranno a
coesistere le vecchie accanto alle nuove clausole generali, le quali hanno lo
scopo di introdurre, con l’occasione, delle integrazioni o delle parziali
novellazioni di singoli frammenti del Codice Civile[39].
L’idea sulla necessità di varare un nuovo
codice civile è stata presentata nei suoi dettagli attraverso
Tuttavia, nello stesso tempo, nell’eseguire una
valutazione del Codice Civile, occorre pure sottolineare i suoi innegabili
pregi: vale a dire, la precisione linguistica e la sua concisione. A questo
proposito occorre rilevare che oltre alle istituzioni di provenienza sovietica
– tipicamente proprie degli stati cosiddetti del socialismo reale –
il Codice Civile nella sua essenza riuscì a mantenere la continuazione
del diritto civile storicamente polacco, quale si era venuto formando
nell’arco di tempo della sua unificazione. Chiaramente ci si riferisce al
tempo della creazione, nel periodo tra le due grandi guerre e subito dopo la
seconda guerra mondiale, dell’omogeneo diritto civile polacco in
sostituzione dei sistemi giuridici degli ex stati occupanti[41],
che fino ad allora erano in vigore. È grazie al fatto di avere ereditato
un diritto unificato che il Codice Civile Polacco è risultato, in
confronto agli altri codici varati nei restanti paesi “del blocco
socialista” – ricco di istituzioni già esistenti nei paesi a
sistema capitalistico.
Per queste ragioni anche le modifiche del Codice Civile
Polacco dopo l’anno 1989 risultarono, nonostante tutto, più
semplici in confronto al lavoro di novellazione di analoghi atti giuridici,
messo in opera negli altri stati post-comunisti. Pertanto, questo ha fatto
sí che in Polonia non si verificasse la necessità urgentemente estrema
di varare un nuovo codice civile cosí come è avvenuto negli altri
stati dell’Europa Centro-Orientale. Pure per questi motivi, da una parte
in alcuni paesi sono state già portate a termine nuove codificazioni
civili (come in Lituania, in Ucraina, nella Slovenia, in Russia) mentre in
altri paesi (quali
Al momento presente non esiste dunque, ancora in Polonia
nel complesso il progetto di un nuovo codice civile. I lavori intrapresi a
questo scopo avranno sicuramente una durata che si protrarrà nel tempo
per parecchi anni. La formulazione delle singole norme giuridiche dovrà
infatti essere preceduta da studi perspicaci e accuratamente profondi. Detti
studi dovranno avere il carattere della comparazione giuridica, pur prendendo
in attento esame il ricco patrimonio della dottrina e della giurisprudenza
polacca. Occorrerà anzitutto portare attenzione alle sentenze e alle
delibere della Suprema Corte di Cassazione nonché della Corte
Costituzionale. E infine bisognerà portare alla luce le tendenze volte a
istituire il codice europeo delle obbligazioni[47].
Il nuovo codice civile, nell’attuale situazione, dovrebbe essere la
continuazione della dottrina civilistica polacca e non la rivoluzionaria
eliminazione di questa. I lavori
attorno al nuovo codice civile dovrebbero avere uno spettro tale da portare ad
una ampia consultazione con l’ambiente non solo dei giuristi ma anche con
altri gruppi del mondo sociale e professionale. La nuova codificazione
avrà un senso ed un significato se indicherà come risolvere i
problemi che si manifestano nel corso dei tempi, allorquando si sono
manifestati dei cambiamenti nella gerarchia dei valori e sono altresí
comparsi nuovi rapporti socio-economici.
[1] «Dziennik Ustaw» = «Gazzetta Ufficiale» nr.16, pos. 93 con le
modifiche. I testi degli atti normativi sono disponibili in lingua polacca
sulla pagina della Camera Bassa del Parlamento Polacco www.sejm.gov.pl
[2] Secondo le disposizioni della legge del giorno 23 maggio
dell’anno 1964. – Le norme introduttive del Codice Civile
(«Gazzetta Ufficiale» nr. 16, pos. 94 con le modifiche), le norme
del Codice Civile (salvo piccole eccezioni) sono entrate in vigore il primo
gennaio dell’anno 1965.
[3] La prima novellazione è stata compiuta
nell’anno 1971; fino all’anno 1989 sono state operate sei
successive novellazioni. Un autentico boom delle modificazioni si è
verificato solo dopo i cambiamenti del sistema economico.
[4] Per quanto riguarda la concezione del testo unificato si
confronti il § 98 e ss. del Decreto del Consiglio dei Ministri 20 giugno
2002, sul tema dei “Principi di tecnica legislativa”
(«Gazzetta Ufficiale» nr. 100, pos. 908).
[7] Das
Allgemaine Bügerliche Gesetzbuch (ABGB), entrato
in vigore il 10 gennaio 1812.
[8] Zielona księga. Optymalna
wizja Kodeksu cywilnego w Rzeczpospolitej Polskiej (Il
Libro Verde. Visione ideale del Codice Civile nella
Repubblica di Polonia), (red.)
Z. Radwański, Varsavia 2006, 13 (il testo nella versione inglese è
accessibile sul sito: http//www.ejcl.org/112/ greenbookfinal-2.pdf. )
[9] Secondo Ulpiano il
diritto pubblico è costituito dalle norme, le quali si riferiscono al
sistema dello stato romano, mentre invece il diritto privato è
costituito da quelle norme, le quali concernono gli interessi dei singoli
soggetti. Alcune norme sono infatti previste nell’interesse generale,
altre invece nell’interesse dei singoli soggetti (D.
1,1,1,2: publicum ius est, quod ad
statum rei Romanae spectat, privatum quod ad singulorum utilitatem: sunt enim
quaedam publice utilia, quaedam privatim).
[10] «Gazzetta Ufficiale» nr. 33, pos. 232. Il
testo unificato con le modificazioni in «Gazzetta Ufficiale»
dell’anno 1976, nr. 7, pos. 36.
[15] Iscrizione, atto P4/99, «Gazzetta Ufficiale»
nr. 11 pos. 91. Le sentenze della Corte Costituzionale (i riassunti delle
più importanti sentenze si trovano anche nelle versioni inglese e
francese) sono anche accessibili sul sito internet www.tribunal.pl
.
[16] La novellazione del luglio dell’anno 1990,
trattata già dianzi, ha abrogato infatti le norme riguardanti le
limitazioni relative alla successione testamentaria delle aziende agricole, ma non
riguardava la successione legittima.
[20] Testo unificato «Gazzetta Ufficiale» 2002,
C325, p. 1. Questo testo è stato successivamente modificato
«Gazzetta Ufficiale» 2003, L236 p. 1 nonchè «Gazzetta
Ufficiale» 2005, L157, p. 11. Versione polacca:
«Gazzetta Ufficiale» 2004, nr. 90, pos. 864, allegato 2.
[21] S. Biernat, Źródła prawa Unii
Europejskiej, [w:] Prawo Unii
Europejskiej. Zagadnienia systemowe (La fonte del diritto della Unione Europea,
in, Il diritto della Unione Europea. Le questioni di sistema), 2a ed. (red.) J. Barcz, Warszawa
2003, 190.
[22] C. Mik, Europejskie prawo wspólnotowe. Zagadnienia teorii i
praktyki (Diritto
comunitario europeo. Le questioni della teoria e della prattica), I, Warszawa
2000, 666.
[28] «Gazzetta Ufficiale» nr. 22, pos. 271 con
modificazioni. Come di già è stato indicato più sopra,
questa legge ha portato ad aggiungere al Codice Civile delle norme sulla
responsabilità nel caso di un prodotto pericoloso nonché delle
modificazioni riguardanti i modelli contrattuali. Tuttavia, nel contempo
solamente in questa legge (e dunque non nel Codice Civile) rimasero regolamentate
delle questioni di assai elevato valore giuridico come i contratti stipulati
fuori del locale dell’impresa e i contratti stipulati a distanza.
[29] «Gazzetta Ufficiale» nr. 74, pos. 885 e
modificazioni. Questa legge regola il cosiddetto timesharing.
[34] La legge sul Catasto e sull’Ipoteca, testo
unificato «Gazzetta Ufficiale» dell’anno 2001, nr. 124, pos.
1361 e modificazioni.
[35] Cfr. la legge del 6 gennaio dell’anno 1996 sul
pegno registrato e sul registro dei pegni, «Gazzetta Ufficiale» nr.
149, pos. 703 e modificazioni nonché l’art. 41 e ss. della legge
del 29 agosto dell’anno 1997 – Legge Finanziaria, testo unificato
«Gazzetta Ufficiale» dell’anno 2005, nr. 8, pos. 60 e
modificazioni. Con ciò stesso occorre ricordare che attualmente è
rappresentato il concetto che la regolamentazione materiale-giuridica del pegno
registrato dovrebbe trovare posto nel codice civile, mentre invece
l’ulteriore esistenza del pegno tributario sottoposto
all’iscrizione nel registro condotto dall’Ufficio delle Imposte
Dirette non trova giustificazione. Cfr anche il Zielona Księga (Libro
Verde), 81.
[36] Cfr. E.
Rott-Pietrzyk, Klauzula generalna
rozsądku w prawie prywatnym (La clausola generale del buon senso nel
diritto privato, Varsavia 2007, 284-285.
[40] Cfr. M.
Kępski, M. Seweryński, A. Zieliński, Rola Kodyfikacji na przykładzie prawa prywatnego w procesie
legislacyjnym, (Il ruolo della Codificazione sull’esempio del diritto
privato nel processo legislativo), «Przegląd Legislacyjny»
(«Rassegna Legislativa») nr. 1 (2006), 10.
[41] Occorre infatti ricordare che, dopo
[42] Creata con Decreto-Legge del Consiglio dei Ministri
109/96 del 17 settembre dell’anno 1996. Testo in «Przegląd
Legislacyjny» ( «Rassegna Legislativa») nr. 1 (1997).
[46] Il testo è disponibile sulla pagina http://ms.gov.pl/kkpc/kkpc.php
[47] Contemporaneamente si sottolinea che l’idea di
istituire il Codice Europeo delle obbligazioni non occorre trattarla come un
argomento contrario ad intraprendere i lavori sul nuovo codice civile polacco.
Il Codice Europeo delle obbligazioni, persino nel caso in cui vedrà la
luce, non si occuperà dell’intero ambito del diritto civile, ma
solamente di una sua parte. (Questo dà ad intendere la sua
denominazione). Inoltre, se si prende in esame la posizione ufficiale della
Comunità Europea e principalmente la posizione preponderante dei governi
degli Stati-Membri, esso sarà assai probabilmente un diritto
“morbido” (soft law) e non esclude la necessità di un
regolamento interno agli stati del diritto delle obbligazioni. Cfr. Zielona Księga (Il Libro Verde), cit., 200.