Filippo Gallo
Profilo biobibliografico
Filippo
Gallo è al presente professore emerito nell’Università di
Torino e socio nazionale residente dell’Accademia delle Scienze di
Torino.
Si
è laureato nel 1952, discutendo una tesi su La riforma dei comizi centuriati col suo Maestro Giuseppe Grosso,
al quale è poi succeduto nella cattedra di diritto romano
dell’Ateneo torinese.
Ha
insegnato nelle Università di Urbino, Trieste, Pavia e, a partire dal
1967 fino al collocamento a riposo nel 1999, nella Facoltà giuridica
torinese.
E’
stato Preside della predetta Facoltà, Presidente della Società
italiana di storia del diritto e, per 12 anni, membro del CUN e coordinatore,
nel medesimo, dei rappresentanti delle Facoltà di Giurisprudenza e di
Scienze Politiche.
In
occasione del passaggio a fuori ruolo, il Prof. Silvio Romano, insieme ad
allievi e colleghi, ha promosso una raccolta di studi in suo onore,
concretatasi in 4 volumi sul tema Nozione
formazione e interpretazione del diritto dall’età romana alle
esperienze moderne, Napoli 1997.
Nella
medesima occasione la Facoltà giuridica di Pavia ha promosso la
pubblicazione di suoi scritti scelti nel volume Opuscula selecta (cur. F. Bona e M. Miglietta), Verona 1999.
Il
compimento, nel 2004, del suo ottantesimo compleanno è stato festeggiato
con un Symposium, presso
l’Università di Reggio Calabria, dedicato a Interpretatio ius praetorium consuetudo.
E’
stato insignito della medaglia d’oro per i benemeriti della pubblica
istruzione.
E’
autore di una vasta produzione incentrata in prevalenza nel diritto romano, ma
ampliantesi frequentemente al diritto attuale (non soltanto civile), con spunti
comparatistici.
Si
ricordano la sua monografia giovanile Studi
sulla distinzione fra res mancipi e
res nec mancipi (Torino 1958), i suoi corsi su Interpretazione e formazione consuetudinaria del diritto (Torino
1971 e 1993), su Synallagma e conventio
nel contratto (Torino 1992 e 1995) e
su L’officium del pretore nella produzione e applicazione
del diritto (Torino 1997) ed i suoi saggi sull’arbitraggio, sulle variae causarum figurae, sulla
definizione celsina del diritto come ars
boni et aequi, sulla teorizzazione ulpianea di iustitia, sulla compilazione giustinianea e sul fondamento del
potere normativo imperiale.
Per
lungo tempo le sue ricerche hanno avuto come oggetto centrale i temi sopra
riferiti, a cui sono dedicati gli Studi in
suo onore ed il Symposium per il suo
ottantesimo compleanno.
Attualmente
è impegnato in studi indirizzati al recupero di elementi perduti del
diritto romano in vista della revisione di concezioni attuali.
Si
segnalano, tra i suoi scritti più recenti, L’interpretazione del diritto è affabulazione?, Milano
2005; Rifondazione della scienza giuridica
premessa primaria per la formazione di un diritto europeo, in Fondamenti del diritto europeo, Atti convegno ferrarese 27/2/2004,
Torino 2005; Fondamenti romanistici del
diritto europeo: a proposito del ruolo della scienza giuridica, in Tradizione romanistica e Costituzione (dir.
L. Labruna; cur. M. P. Baccari e
C. Cascione), 2, Napoli 2006; Una critica del nichilismo giuridico, in
Riv. dir. civ. 2007; La recezione moribus
nell’esperienza romana: una prospettiva perduta da recuperare,
in Iura 2004 [pubbl. 2007].
Torino, settembre 2007.