Attività scientifica del
Circolo Toscano di diritto
romano e storia del diritto “Ugo Coli”
anno 2005
Nell’anno
2005 sono stati fino ad oggi ospiti del Circolo i
relatori proff. Pietro Cerami dell’Università di Palermo, Massimo
Brutti, dell’Università
«
Il
prof. Pietro
Cerami ha svolto a Siena, il giorno 8 marzo, una relazione sul tema
della «negotiatio plurium cum societate». Lo studioso palermitano
ha inteso dimostrare - sulla base di un’attenta esegesi di oltre venti
testi, tratti quasi esclusivamente dal Digesto - l’esistenza a Roma del
fenomeno dell’impresa collettiva che si sarebbe dapprima affiancato a
quello dell’impresa individuale per poi divenire, rispetto a questo,
prevalente. Studiando la società dei pubblicani, assai diffusa nelle
varie province romane, risulta di grande evidenza come tale societas, molto ben organizzata, appaia all’esterno attraverso i
suoi organi. Questo fenomeno della rilevanza esterna della società
è senza dubbio in forte crescita fra l’età di Pomponio e
quella di Ulpiano. In un testo di Gaio essa è testimoniata per le
quattro societates, dei pubblicani,
dei banchieri, dei venaliciarii e
(seppure con qualche dubbio) degli armatori. D.2.14.27, in particolare,
è un passo emblematico sul versante della solidarietà;
altrettanto significativo appare Auctor ad Herennium 2.13.19 che attesta la
vigenza tanto della solidarietà attiva quanto di quella passiva. Pare
interessante osservare, infine, come le fonti giustifichino con una motivazione
di ordine etico la solidarietà passiva dei venaliciarii.
Il
prof. Massimo
Brutti ha svolto a Firenze, il giorno18 marzo, una relazione su
«il giurista romano e il suo pubblico»: tracciando il contesto
sociologico del livello di alfabetizzazione della società romana, ovvio
(ma non sempre considerato) presupposto nella produzione stessa dei testi
scritti, non solo giuridici, destinati alla circolazione. Nel particolare piano
della produzione tecnico-giuridica è stato rilevato il contributo
derivato da una prima circolazione di un testo che oggi chiameremmo
‘provvisorio’, indirizzato ad un circolo ristretto di lettori
selezionati dal giurista in grado di fornire indicazioni destinate ad essere
riversate nella stesura definitiva. Un secondo suggestivo aspetto della
relazione ha riguardato in particolare le Istituzioni di Gaio: il relatore ha
documentato con precisi riscontri terminologici la aderenza perfetta del testo
pubblicato al contenuto delle lezioni tenute dal maestro adrianeo, come
riprodotte dagli auditores, mentre le Res cottidianae avrebbero
rappresentato un secondo livello di elaborazione svolta sempre dagli auditores
sulla base della traccia didattica.
Il
prof. Dario
Mantovani ha svolto a Pisa, il giorno 8 aprile, una relazione sul
tema «i giuristi, il retore e le api: ius controversum in Quint. Decl.
maj. 13», nella quale ha richiamato preliminarmente alla attenzione
degli storici del diritto il patrimonio retorico, ricchissimo di spunti
giuridici, spesso affrontati con forte consapevolezza e non indifferente
scaltrezza dagli oratori, cui in definitiva era rimesso il compito non
irrilevante del convincimento del giudice. Il testo approfonditamente esaminato
ha offerto l’occasione di una evidente riprova di quanto premesso,
nonché il riscontro, spesso quasi testuale, della tradizione
dell’insegnamento che evidentemente non conosceva un netto confine tra
diritto e retorica. Passaggi del testo sono stati confrontati con brani del
Digesto e scorci della letteratura latina, individuando suggestivi tracciati,
dei quali gli storici del diritto raramente sono consapevoli.
Il
prof. J.
Michael Rainer ha svolto a Pisa, il giorno 19 aprile, una relazione
sui «problemi della cautio damni infecti», affrontando la
stratificazione della letteratura del secolo scorso in materia, cominciando
dagli studi di Bonfante e Branca e richiamando le antiche e fondamentali tesi
di Burckhard e di Karlowa in punto di rito del lege agere damni infecti.
Lo studioso ha poi illustrato la posizione assunta in Bau- und
nachbarrechtlichte Bestimmungen im klassichen römischen Recht (Graz
1987), dove è sostenuta l’articolazione del rito per il danno
temuto sulla legis actio per iudicis arbitrive postulationem, misurando
la propria tesi con i rilevi successivamente formulati, nel 1995, da Falcone e
con quelli precedenti (1969) di Albanese. Dalla esegesi dei paragrafi 31, 32 e
33 del quarto libro delle Istituzioni di Gaio, il relatore ha individuato un
tracciato di ricerca futura, nel senso della pignoris capio anche in
materia di danno temuto, giusta il celebre incipit del 31°, previo
suo confronto (in uno studio futuro) con taluni procedimenti attestati nella
prassi tributario amministrativa dell’oriente romanizzato.
Stefania Pietrini
Università di
Pisa