Testatina-Tradizione2013

 

 

GÁBOR HAMZA

Università Eötvös Loránd Budapest

socio ordinario dell’Accademia delle Scienze Ungherese

 

Lo sviluppo e la codificazione del diritto privato e la tradizione giusromanistica in Russia e nell’Unione Sovietica

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SOMMARIO: I. Russia medievale. – II. Russia fino al 1918. – III. Unione Sovietica. – IV. Russia dopo il 1991. – Abstract

 

 

I. – Russia medievale

 

Letteratura

 

D. Strémooukhoff: Moscow the Third Rome. Sources of the Doctrine. Speculum 28 (1953); W. Goez: Translatio imperii. Tübingen, 1958.; V. T. Pasuto: Vnesnjaja politika Drevnej Rus’i. Moskva, 1968.; A.L. Goldberg: K predistorii idei Moskva - tret’ij Rim. Kulturnoje nasledije drevnej Rusi. Moskva, 1976.; B.A. Ribakov: Kijevskaja Rus’ i russkije knjazestva XII-XIII. vv. Moskva, 1982.; P. Catalano: Fin de l’empire romain? Un problème juridico-religieux. In: Roma Costantinopoli Mosca. Napoli, 1983. p. 543–556; J. N. Sc’apov — N.V. Sinicyna: La Rome antique et médiévale dans les textes russes du XIe au XVIe s. In: Roma Costantinopoli Mosca. Napoli, 1983. 481–503. e Z.V. Udalcova: La Russie de Kiev entre Rome et Constantinople. Les échanges culturels avec Constantinople. In: Roma Costantinopoli Mosca. Napoli, 1983. 435–446.

 

1. – Il diritto romano è penetrato nei territori russi in parte tramite i rapporti commerciali con l’Impero di Bisanzio[1], e in parte attraverso la Chiesa Ortodossa[2]. Nel territorio del Granducato di Kiev (Kijevskaja Rus’) gli elementi del diritto romano bizantino (ius Graeco-Romanum) sono stati diffusi principalmente attraverso il Zakon sudnii liug’em. Peraltro, a parte l’opera di grande influenza di Iohannes Scholastikos denominata Synagógé, nessun’altra opera giuridica bizantina è stata tradotta. I vari influssi del diritto dell’Impero di Bisanzio nel primo periodo erano percepibili principalmente nell’introduzione dell’uso dei testamenti scritti, nei nomocanoni regolanti tutte le questioni relative alla Chiesa e al matrimonio (tradotti in slavo antico nel XIII secolo) e nella creazione di corti ecclesiastiche dotate di grande autonomia, competenti nell’ambito delle questioni matrimoniali e di diritto ereditario.

 

2. – Le raccolte di diritto russo (le varie edizioni cioè redazioni della Russkaja Pravda) risalgono alla prima metà del secolo XI. Redatte in slavo antico, contengono quasi esclusivamente consuetudini (consuetudines). Il diritto privato di queste raccolte è anche diritto consuetudinario. Le numerose varianti della Russkaja Pravda hanno carattere territoriale e non tribale e riflettono il diritto feudale (ius feudale). La Russkaja Pravda conteneva pochi elementi di diritto romano[3].

Il nomocanone di Phótios (la traduzione in lingua slava venne dalla Bulgaria), che conteneva il Procheiron ed anche l’Eklogé, è stato pubblicato nel 1272, in occasione del sinodo di Vlad’imir, al tempo della frammentazione seguita alla devastazione dovuta ai mongoli (tartari). La traduzione del Nomos Geórgikos è apparsa all’inizio del XIV secolo[4]. È probabile però che queste fonti giuridiche bizantine fossero adoperate unicamente dalla Chiesa Ortodossa. La giurisdizione della Chiesa si estende sia ai casi di diritto matrimoniale che a quelli di diritto ereditario, e di conseguenza una considerevole parte della vita quotidiana dei laici è sottoposta al diritto adoperato dalla Chiesa.

Il corrispondente russo del nomocanone è la Kormc’aja Kniga, che significa ‘libro che dirige la nave della Chiesa’. La Kormc’aja Kniga edita nel 1653, e riveduta dal patriarca Nikon comprende anche l’Ekloga, ma non interferì sullo Stoglav (‘Cento capitoli’), in vigore dal 1551. Il rinomato storico russo M.N. Karamzin (1766-1826) considera il nomocanone come fonte di diritto (fons iuris) sussidiario nell’ambito del diritto privato.

Questa raccolta (Stoglav), redatta dai laici e approvata durante il sinodo della Chiesa Ortodossa del 1551, ha la funzione di armonizzare il Sud’ebnik del 1550 di Ivan IV “Il Terribile” (1533-1584) con le norme di diritto canonico approvate dal sinodo medesimo. Una delle fonti più antiche dello Stoglav è il nomocanone: in esso si può dunque riscontrare una certa influenza del diritto romano bizantino (ius Graeco-Romanum).

 

3. – Il granduca (velikij knjaz) Dimitri Ivanovic’ (“Donskoj”) vinse nella battaglia di Kulikovo nel 1380. Di conseguenza, nei testi letterari ottenne il titolo di “zar di Russia”. Il titolo di zar è stato adoperato per la prima volta nel 1473 da Ivan III (1462-1505) dopo il matrimonio con Sophia Palaiologa[5], cugina di Costantino XI (1448-1453), ultimo imperatore bizantino. Il monaco Philotheos (Filoteo), vissuto all’inizio del XVI secolo e artefice dell’idea che riteneva Mosca l’erede di Bisanzio, ha elaborato tale teoria sulla base della Novella VI dell’imperatore Giustiniano I (527-568). Il principio dell’unità (symphónia oppure in russo: sviascennaia sugubica) implicava l’unione del potere ecclesiastico (sacerdotium oppure hierosyné) e di quello temporale (imperium oppure basileia). Questo principio implicava la sottomissione della Chiesa al regnante (zar)[6]. Il titolo di zar è stato riconosciuto dall’imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano I (1493-1519) già al tempo del regno dello zar Vasilij III (1505-1533)[7], mentre il patriarca di Bisanzio lo riconobbe soltanto dal momento dell’incoronazione di Ivan IV nel 1547, secondo il rito bizantino[8].

La costituzione del patriarcato di Mosca nel 1589 ha significato la fondazione della Chiesa Ortodossa russa autocefala. Merita di essere menzionato il fatto che il primo metropolita di Mosca è stato eletto nel 1448. Durante il sinodo cui presenziarono prelati greci e russi è stata approvata una Carta Costituzionale (Gramota Uložennaja), che ha ottenuto anche l’appoggio del patriarca di Costantinopoli ed è stata sottoscritta dal patriarca di Bisanzio. La Carta Costituzionale può essere considerata la “costituzione” della teoria della Terza Roma. Mosca viene considerata come capitale di un imperium. Lo zar è considerato come “imperatore unico” dei cristiani di tutto il mondo. L’opera di Roberto Bellarmino (1542-1621) pubblicata nello stesso anno, De translatione imperii Romani a Graecis ad Germanos, contestò l’ideologia espressa nella Carta Costituzionale.

 

4. – La legislazione dello zar Ivan III si realizzò in due direzioni: da una parte teneva conto del diritto consuetudinario, per esempio il (primo) Sudebnik dell’anno 1497 che è un “decreto” che regola principalmente materie processuali. Il Sudebnik si basava sulle tradizioni giuridiche bizantine. Per fare un esempio, durante il regno dello zar Ivan III si sviluppò il sistema dei beni militari nel cui ambito c’è una forte somiglianza con la pronoia bizantina, il cui scopo è la creazione di una nobiltà al servizio dello zar (autocrate).

Il diritto romano bizantino ha continuato a far sentire la propria influenza nel territorio dell’impero russo. Ivan IV diede l’incarico di tradurre in russo il Codex Iustinianus, e promulgò nel 1550 un nuovo (secondo) Sudebnik che, in pratica, modificò il Sudebnik del 1497[9]. Nel 1556 si mise in contatto con il granduca di Moldavia (uno dei due granducati rumeni) per fargli pervenire una nuova versione slava del Sintagma di Mattia Vlastares.

Un ostacolo alla penetrazione del diritto bizantino (ius Graeco-Romanum) fu la mancata conoscenza del latino e del greco. L’insegnamento di queste lingue risale ai primi anni del secolo XVII (a Mosca, Kijev e Lvov).

Dopo l’ascesa al trono della dinastia Romanov nel 1613 ebbe inizio la pubblicazione di opere giuridiche. Nel 1646 venne pubblicato il “grande nomocanone” di Photios in lingua slava, che contiene sia il Procheiron sia l’Eklogé.

Nel 1649 venne radunata l’Assemblea Grande (Zemskij Sobor) a Mosca che per cinque mesi discusse il progetto di “codice” dello zar Aleksij Mihajlović (1649-1676). La promulgazione del “codice” intitolato Sobornoje Uloz’enije, risale al 29 gennaio 1649. Il suo compilatore fu Nikita Odolevskij, il quale aveva ricevuto il compito di compilare le leggi relative al diritto privato emanate dagli imperatori bizantini. Questa opera di consolidazione dello zar Aleksij Mihajlović, contiene 25 capitoli e 963 articoli. Il Sobornoje Uloz’enije, conteneva, oltre che i testi dei Padri della Chiesa e i decreti (ukazy) degli zar, anche il diritto bizantino. Il materiale del “codice” si basa principalmente sul diritto consuetudinario russo e sul III Statuto Lituano del 1588. L’influenza del diritto romano bizantino – specialmente del Procheiron e dell’Eklogé – si fa sentire solo a tratti, particolarmente nell’ambito del diritto penale. L’influsso diretto del diritto bizantino si può osservare in circa cento articoli[10]. Nel manoscritto originale del Sobornoje Uloz’enije viene marcato rispetto a questi articoli: iz gradskih zakonov (in greco: ek ton nomon politikon).

 

5. – Sono di notevole importanza gli “Articoli Nuovi” (Novoukazanija statji) dello zar Aleksij Mihajlović del 1669, che contengono molti elementi di diritto penale bizantino. Nella sfera del diritto privato invece l’influenza bizantina si avverte di meno per due ragioni: non esisteva una tradizione paragonabile a quella romana e non si effettuò in Russia una recezione scientifica del diritto romano-bizantino (ius Graeco-Romanum). Dobbiamo mettere in rilievo anche in questa sede che l’influenza del diritto romano-bizantino è legata in gran parte alle traduzioni slave di vari codici bizantini.

 

 

II. – Russia fino al 1918

 

Letteratura

 

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1. Dalla fine del XVIII secolo[11] vari giureconsulti (tra cui G.A. von Rosenkampf (1764-1832), M.M. Speranskij (1772-1839) e Mihály (Michail) Balugyánszky (1769-1847), professore dell’accademia di diritto di Nagyvárad, oggi Oradea in Romania, hanno ricevuto l’incarico di consolidare (compilare) il diritto privato russo, ma i progetti non hanno ottenuto l’appoggio del monarca[12]. Nonostante ciò, nel 1832 come risultato dei lavori è venuta alla luce l’elaborazione sistematica dei precedenti decreti, cioè il Svod Zakonov Rossijskoj Imperii di 15 volumi, 8 sezioni e ca. 42.000 articoli (‘Raccolta di Leggi dell’Impero Russo’)[13]. Nel primo volume sono contenute le leggi costituzionali. Nei volumi successivi si trovano i decreti di carattere amministrativo. Nel decimo volume sono contenute le leggi civili e nell’ultimo le leggi penali. La grande maggioranza — più o meno due terzi — degli articoli concerne l’ambito del diritto pubblico (ius publicum). Nel materiale di diritto privato di quest’ultimo (decimo volume) vari istituti sono stati regolati sulla base del Code civil francese e sulla teoria di Robert-Joseph Pothier, mentre nella sfera dei diritti reali si può percepire l’influsso della giurisprudenza (scienza giuridica) tedesca e dei redattori dell’Allgemeines Bürgerliches Gesetzbuch austriaco.

La rassomiglianza tra lo Svod Zakonov Rossijskoj Imperiji e Allgemeines Landrecht prussiano del 1794 è percepibile rispetto al contenuto di carattere eclettico, al metodo casistico e al suo carattere, per l’aspetto conservatore. Si avverte anche l’influsso della Pandettistica riguardante varie definizioni e norme nella sfera dei diritti reali e del diritto delle obbligazioni. Al contrario di questo, l’influsso bizantino si limita solo al diritto matrimoniale e a quello di famiglia. L’influsso del Code civil francese è innegabile quando citiamo l’art. 1539 del decimo libro dello Svod Zakonov, il quale dispone dell’interpretazione dei contratti, ed è praticamente il riassunto dei rispettivi articoli del Code civil (De l’interprétation des conventions, artt. 1156-1164). Anche altri libri del codice in questione contengono elementi di diritto privato, ad esempio nel nono libro troviamo le disposizioni riguardanti la capacità di agire, mentre nell’undicesimo libro vengono fissate le regole per i matrimoni celebrati con persone non pravoslave, ed infine il dodicesimo libro contiene le disposizioni sulle restrizioni della proprietà fondiaria.

 

2. L’edizione riveduta ed ampliata dello Svod Zakonov è stata pubblicata nel 1842 e nel 1857, in queste occasioni però in sedici monografie al posto di quindici. Oltre al codice in questione, è stata pubblicata anche una Raccolta Completa di Leggi dell’Impero Russo, il Polnoje Sobran’ie Zakonov Rossijiskoj Imperiji, che comprende in ordine cronologico 30920 leggi e decreti dal 1649 al 12 dicembre 1825, il giorno dell’ascesa al trono dello zar Nicola I. La prima edizione di questo venne pubblicata nel 1830, due anni prima della pubblicazione dello Svod Zakonov Rossijskoj Imperiji, la seconda edizione venne alla luce nel 1884, mentre la terza nel 1913 [14].

 

3. In Russia, la Pandettistica tedesca fece sentire il suo influsso sin dagli anni venti del XIX secolo; fu da allora che i giovani russi hanno cominciato a frequentare presso le università tedesche i corsi di Anton Friedrich Justus Thibaut (a Heidelberg), Friedrich Carl von Savigny (a Berlino), Georg Friedrich Puchta (a Leipzig) e Rudolf von Jhering a Göttingen.

Nella facoltà di giurisprudenza di Berlino fu fondato nel 1887 il Seminario Imperiale Russo di Diritto Romano (Kaiserliches Russisches Seminar für Römisches Recht), alla guida del quale c’erano Heinrich Dernburg (direttore), Ernst Wilhelm Eduard Eck ed Alfred Pernice. I più noti allievi del Seminario erano: D.D. Grimm e I.A. Pokrovskij per il diritto romano, L. Petraz’ickij per la filosofia del diritto, W. von Seeler per il diritto privato. Tra loro troviamo anche i traduttori delle monografie e dei manuali degli autori più rinomati della Pandettistica tedesca. Il Seminario Imperiale Russo di Diritto Romano ha funzionato durante quasi nove anni e il finanziamento veniva dal Ministero del Culto di San Pietroburgo.

I rappresentanti russi della Pandettistica tedesca consideravano il diritto romano (in russo: rimskoje pravo) come introduzione al diritto privato (in russo: c’astnoje pravo), mentre P. Sokolovskij ha sottolineato l’importanza rilevante del diritto romano per quanto riguarda la modernizzazione del diritto russo. Tra gli scritti dei giusromanisti russi spicca la storia del diritto romano di Pokrovskij (1913) e il diritto privato di V. Hvostov (1906), i quali si ispirano alla giurisprudenza tedesca. La tendenza della ricerca degli interessi (Interessenjurisprudenz) è stata sviluppata da S.A. Muromcev (1850-1910), fondatore della sociologia del diritto russa.

 

4. Nel 1882 lo zar Alessandro III (1881-1894) ha istituito una commissione di redazione, la quale prima nel 1899, poi nel 1903 ha emanato il progetto del codice civile russo (Grazdanskoje Ulozen’ije). Quest’ultimo rispecchia quasi interamente l’influsso del BGB tedesco la sua struttura (parte generale, diritto di famiglia, diritti reali, diritto delle successioni e diritto delle obbligazioni) si basa sul sistema pandettistico, mentre la parte riguardante il diritto delle obbligazioni si ispira al modello svizzero, e contiene anche gran parte del diritto commerciale. La situazione politica non ha reso possibile l’approvazione del codice uniforme, così si è fatta avanti la possibilità della codificazione parziale. Il progetto relativo al diritto delle obbligazioni del 1913 regola tramite il BGB tedesco istituti giuridici che si radicano nel diritto romano (per esempio la locupletatio iniusta) che fino ad allora erano sconosciuti in Russia.

La seconda parte dell’undicesimo volume dello Svod Zakonov Rossijskoj Imperiji conteneva leggi e decreti di diritto commerciale. Le disposizioni di diritto commerciale, esattamente 2598 articoli, contenute nell’Ustav torgovy sono piuttosto casistiche. Più tardi queste norme hanno acquisito vigore di legge, come per esempio la legge cambiaria e il diritto della procedura commerciale.

 

5. La conseguenza di questo fu che la successiva edizione dell’Ustav torgovy aveva solo 819 articoli. Le fonti delle disposizioni commerciali dello Svod Zakonov furono il diritto arcaico (“vecchio”) russo e il Code de commerce francese del 1807. L’Ustav torgovy sin dalla sua redazione era antiquato ed incompleto, e proprio queste lacune vennero colmate dalla giurisdizione del Senato Imperiale Russo. Anche il diritto consuetudinario aveva un ruolo importante nell’ambito del diritto commerciale, di conseguenza ai tribunali era permesso di applicarlo secondo il primo articolo dell’Ustav torgovy.

 

 

III. – Unione Sovietica

 

Letteratura

 

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Krief-Verbaere: Recherches sur la notion d’ordre public en droit interne russe à l’aune du droit français (Etude de droit privé sur l’ordre public en droit comparé français et russe. RIDC 54 (2003) 151-165; S. Sevillano: Das neue russische Arbeitsgesetzbuch. WiRO 12 (2003) 33-37; N. Drujinina: Die Entwicklung des Russischen Haftungsrechts. Von den Anfängen bis zur Gegenwart. Göttingen, 2004; G. Hamza: Continuity and Discontinuity of Private /Civil/ Law in Eastern Europe after World War II. FUNDAMINA 12 (2006) 48-80; Idem: Römisches Recht und Kodifikation des Privatrechts in Rußland und in der Sowjetunion. In: Studia Iuridica Caroliensia vol. 2, Budapest, 2007. 83-94; A.D. Rudokvas: I campi di applicazione dell’usucapione nel diritto romano e nel diritto civile moderno della Russia. In: Philia. Scritti per G. Franciosi. IV. Napoli, 2007. 2337-2362 e Idem: Russian Civil Law in the European Context: Past and Future. In: Studies in School of Business 10. 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1. Il Codice civile sovietico-russo (Grazdanskij Kodeks, 1922), che è composto da 435 articoli e può essere considerata l’edizione abbreviata del Grazdanskoje Uloz’enije del 1905, è stato ideato dal comitato guidato da Aleksej Grigorjević Gojkbarg (1883-1962)[15] e mostra l’influsso sia della Pandettistica tedesca, che del codice civile svizzero e della legge svizzera delle obbligazioni. L’approvazione di questo codice è stata resa necessaria dall’introduzione della “Nuova politica economica” (Novaja Ekonomic’eskaja Politika‒ NEP) avvenuta nel 1921, e perciò è stato preparato in tempi ristrettissimi, praticamente in poche settimane[16].

Conformemente al concetto socialista del diritto, il diritto di famiglia, il diritto del lavoro ed il diritto fondiario sono stati separati dal diritto privato, e sono stati riconosciuti come rami giuridici autonomi. Il primo codice di diritto del lavoro venne approvato nel novembre del 1918, ma nel 1922 è stata emanata una nuova legge sul diritto del lavoro e sul diritto fondiario. Nel 1918 è stata emanata una legge sul matrimonio, sulla famiglia e sulla tutela, che in seguito, nel 1926 è stata derogata da una nuova legge composta da 143 articoli.

Nella parte generale del codice civile, specialmente per quanto riguarda i negozi giuridici, è innegabile l’influsso esercitato dalla Pandettistica tedesca. Dal punto di vista concettuale, l’influsso della Pandettistica tedesca è riscontrabile in tutte le leggi riguardanti il diritto privato.

Verso la fine del periodo caratterizzato dalla NEP è nato il progetto di codificare le leggi approvate nella Russia Sovietica e nell’Unione Sovietica. Questa iniziativa è collegata all’idea di Speranskij e di Balug’anskij di redigere uno Svod Zakonov.

 

2. Le Basi (Fondamenti) della Legislazione del Diritto Civile approvate nel 1961, i codici delle repubbliche membri ispiratisi a quest’ultimo ed infine anche il Codice di diritto civile sovietico-russo, approvato nel 1922, sono piuttosto modesti per quanto riguarda la loro estensione.

Di conseguenza, non solo la struttura ma anche gran parte degli istituti e i principi giuridici in esso contenuti sono riconducibili al diritto romano. Serve da esempio della presenza delle tradizioni pandettistiche l’art. 14 delle Basi (Fondamenti) della Legislazione del Diritto Civile, il quale dispone dei negozi giuridici. Il Codice civile russo del 1964 dispone del negozio giuridico in un capitolo a parte.

Probabilmente per via dell’influsso svizzero, il Codice civile del 1922 non segue il principio di tradizione per quanto riguarda l’acquisto della proprietà. Secondo le Basi (Fondamenti) della Legislazione del Diritto Civile però, la modalità più importante che deve essere rispettata per ottenere l’acquisto della proprietà, è quella della tradizione della cosa (“sistema tradizionale”), questo comportò il ritorno della tradizione di diritto romano.

 

 

3. Il Codice civile della Repubblica Socialista Sovietica Russa del 1964, costituito da 569 articoli, segue il concetto di Ulpiano per quanto riguarda la proprietà (art. 92). Questo articolo si ispira anche all’art. 544 del Code civil francese. La tradizione contrattuale della proprietà non è concorde al principio di astrazione (Abstraktionsprinzip) del BGB tedesco. Il codice, a differenza del BGB tedesco, in molti casi non contiene una regolazione molto dettagliata. Per esempio le disposizioni riguardanti l’ipoteca sono solo undici (artt. 192-202), mentre il BGB tedesco dispone dell’ipoteca con regole dettagliatissime. Questa tendenza semplificativa è vera anche per il diritto delle successioni, infatti il codice non contiene alcuna regola riguardante la collatio, e non conosce nemmeno la substitutio fideicommissoria.

Il Codice civile del 1964 è costituito da otto parti. La sua struttura è la seguente: parte generale, proprietà e i diritti reali, diritto delle obbligazioni, nell’ambito di questo la parte generale e la parte speciale, i diritti d’autore, il diritto dei brevetti d’invenzione, il diritto delle successioni, ed il diritto privato internazionale, nell’ambito del quale il diritto dei conflitti di leggi (conflictus legum).

 

4. Nel 1968 sono state approvate le Basi (Fondamenti) della Legislazione del Matrimonio e della Famiglia, in base alle quali in ciascuna repubblica sovietica sono state emanate le leggi riguardanti il matrimonio e la famiglia. La Repubblica Socialista Sovietica Russa ha preso in considerazione queste basi quando ha approvato le leggi sul matrimonio e sulla famiglia.

Le Basi (Fondamenti) della Legislazione della Proprietà Fondiaria sono state approvate a livello federale nel 1968, ed in seguito in base a queste è stato emanato il Codice della proprietà fondiaria in tutte le repubbliche sovietiche, e nel 1970 anche nella Repubblica Socialista Sovietica Russa.

Le Basi (Fondamenti) della Legislazione del Diritto del Lavoro sono state approvate nel 1970, ed in base a queste si è arrivati all’introduzione del Codice del diritto del lavoro della Federazione Russa (Repubblica Socialista Sovietica Russa), avvenuta nel 1971 [17].

Specialmente nella regolamentazione del diritto di famiglia e del diritto della proprietà fondiaria è possibile riscontrare l’influsso dei concetti, degli istituti e della struttura della dottrina della Pandettistica tedesca.

Lo Svod Zakonov SSSR, un’ampia raccolta che conteneva le Basi dei diversi rami del diritto e i codici in base a queste pubblicati, fu pubblicato tra il 1976 ed il 1985 [18].

Il diritto sovietico non riconosceva l’autonomia del diritto commerciale. Conformemente al concetto del dvuhsektornoje pravo (“diritto avente due settori cioè branche”) i rapporti tra le aziende socialiste erano regolati da norme giuridiche autonome anzichè dal Codice civile.

 

 

IV. – Russia dopo il 1991

 

Letteratura

 

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Vita notarile n. 3, (2006) 1209-1237; N. de Luca: Impresa e società nella Russia post-sovietica. Rivista di diritto societario 1 (2007) 140-172; D.D. Dozhdev: Russian Private Law and European Legal Transplants. In: Opening Up European Law. The Common Core Project towards Eastern and South Eastern Europe. Berne-Munich-Durham, 2007. 209-221; L. Kofanov: Contratto d’appalto statale nel diritto pubblico romano e nel diritto russo moderno. In: Fides Humanitas Ius. Studii in onore di L. Labruna. IV. Napoli, 2007. 2671-2683; A. Nußberger: Der “Russische Weg” – Widerstand gegen die Globalisierung des Rechts? OsteuropaR 53 (2007) 371-385; A.D. Rudokvas: Russian Civil Law in the European Context: Past and Future. In: Studies in School of Business 10. Lappeenranta University of Technology. Lappeenranta, 2007. 13-28; D. Tuzov: Il problema dell’acquisto di buona fede a non domino nel diritto civile russo. In: Fides Humanitas Ius. Studii in onore di L. Labruna. VIII. Napoli, 2007. 5681-5704; A. Chaigneau: Le droit de propriété en mutation. Essai à la lumière du droit civil russe. Paris, 2008; B. Dutoit: Le droit russe. Paris, 2008. e J. Peter – M. Solovjev: Erste umfassende Novellierung des russischen Arbeitsgesetzbuchs – die wichtigsten Änderungen. OsteuropaR 54 (2008) 18-34.

 

1. Il Soviet Supremo della Federazione Russa il 31 maggio del 1991 ha approvato le Basi (Fondamenti) della Legislazione del Diritto Civile. Queste sarebbero dovute entrare in vigore il 1° gennaio del 1992, ma per via del disfacimento dell’Unione Sovietica tutto ciò non avvenne.

Nonostante questo il legislatore della Federazione Russa, il Consiglio Supremo Russo, il 14 luglio del 1992 ha decretato che le Basi (Fondamenti) vengano applicate nel territorio della Federazione Russa. Le Basi (Fondamenti), similmente alle Basi (Fondamenti) approvate nel 1961, sono norme giuridiche applicabili direttamente. Le Basi (Fondamenti) hanno derogato quelle norme del Codice civile russo, che non erano conformi all’economia di mercato. Questa è anche conseguenza dell’indebolimento del sopraccennato razgosudarstvtlen’ije (“destatalizzazione”).

 

2. I lavori di preparazione del codice civile della Federazione Russa sono iniziati nel novembre del 1991. In questo processo hanno un ruolo molto importante gli esperti del Centro di Diritto Privato di Mosca guidato da S.S. Aleksejev.

Il nuovo Codice civile russo venne introdotto gradualmente seguendo l’esempio del nuovo Codice civile olandese (Nieuw Burgerlijk Wetbook). I membri della commissione di redazione del nuovo Codice civile russo presero in considerazione principalmente il nuovo Codice civile olandese e il BGB tedesco. Per via del BGB tedesco anche il nuovo Codice russo dispone di una Parte Generale[19].

Inoltre i codificatori si sono ispirati sia ai principi dei contratti europei ideati dal comitato diretto (presieduto) da Ole Lando, sia ai contratti commerciali ideati dall’UNIDROIT. Oltre a questi i codificatori hanno tenuto conto anche del modello di codice civile ideato dall’assemblea interparlamentare della Comunità degli Stati Indipendenti (Sodruz’estva N’ezavisimych Gosudarstv), nonché la Convenzione di Vienna sulla compravendita internazionale di merci.

La sopraccennata assemblea nel 1994 ha decretato che dovesse essere creato un codice civile che servisse da modello agli stati membri. Il Centro di Diritto Privato di Mosca è stato incaricato di preparare questo progetto. L’assemblea interparlamentare il 29 ottobre del 1994 ha approvato la prima parte del Codice civile (Grazdanskij kodeks. C’astj pervaja. Model rekomendateln’ij zakonodateln’ij akt Sodruzestva N’ezavisimich Gosudarstv) della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI). Anche se questo codice civile non può essere considerato la traduzione del codice civile russo, sotto molti aspetti si riferisce ad esso. Nella sua preparazione hanno preso parte i giuristi di tutti gli stati membri.

I codificatori hanno tenuto conto anche del Louisiana Civil Code, specialmente per quanto riguarda la regolazione delle varie forme di proprietà. Per questo motivo i redattori del codice si avvalsero anche della costruzione del Louisiana Civil Law Trust. Caratteristica speciale di questo tipo di trust è il fatto che nel suo caso, a differenza del trust conosciuto nel common law, non vi è una differenza tra legal title ed equitable title. Il nome russo di questo istituto giuridico che ha le sue radici nel diritto romano è doveritelnaja sobstvennost’. In questa espressione il termine doverije significa fiducia, e corrisponde alla costruzione della fiducia cum creditore del diritto romano. Ma alla fine questo istituto giuridico non divenne parte del Codice civile russo. In base a un decreto presidenziale questa forma di proprietà è in vigore solo nelle operazioni finanziarie tra le banche[20].

 

3. La prima parte del Codice civile russo (artt. 1-453) è entrata in vigore il 1° gennaio del 1995, dopo che nel 1994 è stato approvata dalla Duma statale (Gosudarstvennaja Duma). Stranamente il quarto capitolo del primo libro, che disponeva delle persone giuridiche, era già in vigore dal 5 dicembre del 1994. La seconda parte del codice è stata approvata nel gennaio del 1996, ed entrò in vigore il 1° marzo del 1996.

La prima parte, composta da 29 capitoli, si basa principalmente sul BGB tedesco e contiene una Parte Generale (artt. 1-208), le disposizioni sulla proprietà (artt. 209-306), le disposizioni generali sulle obbligazioni (artt. 307-419) e le disposizioni generali riguardanti i contratti (artt. 420-453).

La seconda parte del codice regola i contratti speciali, il diritto delle successioni, e l’applicazione del diritto straniero.

La parte del Codice civile russo che riguarda la proprietà è alquanto particolare perché riconosce varie forme di proprietà. Considera forme di proprietà, oltre che la classica proprietà privata, anche i diritti che nel diritto romano erano considerati iura in re aliena, per esempio l’usufrutto ed anche le servitù. Il capitolo diciasettesimo della prima parte, che riguarda la proprietà fondiaria (artt. 260-287), è entrato in vigore per ragioni politiche solo successivamente. Tutto ciò è motivato dal fatto che il riconoscimento della proprietà privata (c’astnaja sobstvennost’) dei fondi è tutt’ora in discussione sia dal punto di vista politico che da quello giuridico. Questo capitolo è entrato in vigore contemporaneamente alla legge sulla proprietà fondiaria. Prima la proprietà fondiaria fu regolata da una legge approvata il 24 dicembre del 1990 ancora nella Repubblica Socialista Sovietica Russa.

La quarta parte del Codice civile approvata dalla Duma statale il 24 novembre 2006 regola la proprietà intellettuale (artt. 1225-1551). L’ultima parte del Codice entrò in vigore il 1° gennaio 2008.

 

4. Sebbene in Russia non sia stata ancora approvata una legge autonoma sul diritto commerciale (kommerc’eskoje pravo), il diritto delle società (associazioni) economiche (commerciali) è regolato da una legge autonoma. La prima legge sulle società economiche (commerciali) conforme all’economia di mercato e al rasgosudarstvlen’ije (“destatalizzazione”), fu approvata il 25 dicembre 1990 e da allora varie volte modificata. Bisogna menzionare che, nella prima parte del Codice civile della Federazione Russa, vi è un ampio riferimento ai contratti commerciali, come nel nuovo Codice civile olandese (Nieuw Burgerlijk Wetboek).

 

 

Abstract

 

In the Grand Duchy of Kiev elements of Byzantine Roman law were strongly present. It is, however, probable that these Byzantine sources of law were applied only by ecclesiastical courts. The „code” of Tsar Alexis Mihailovich of 1649 contained texts by the Fathers of the Church, the orders of the tsars, and Byzantine law. In the late eighteenth century several scholars were entrusted with the consolidation of Russian private law. By 1832 a systematized revision of previous law was still prepared and issued in fifteen volumes under the title Svod Zakonov. Several legal institutions of its private law section were based on the French Code civil. As regards the law of things the influence of German jurisprudence could be felt. Byzantine Roman law survived only in marital and family law. The Pandectist School made its impact felt in Russia from the 1820s when Russian law students attending German universities began to study under Thibaut, Savigny, and Puchta. In 1882 Tsar Alexander III established a committee of codification that published drafts of the Russian civil code. In most parts they reflected the impact of the German BGB. The impact of the Pandectist School could be felt also in the Civil code of Soviet-Russia promulgated in 1922. The same is holding true for The Principles of Civil Jurisdiction of the Soviet Union adopted in 1961. The Civil code of the Russian Soviet Socialist Republic, promulgated in 1964, was based on the system of Pandects and reflected in a number of its institutions the influence of Roman law. The new Russian civil code (1995-2007) was put gradually into force and shows mainly the influence of the German BGB as well as of the new Dutch civil code.

 

 

 



 

[Per la pubblicazione degli articoli della sezione “Tradizione Romana” si è applicato, in maniera rigorosa, il procedimento di peer review. Ogni articolo è stato valutato positivamente da due referees, che hanno operato con il sistema del double-blind].

 

[1] Lo Stato di Kiev (Drevnjaja Rus’) non fece mai parte dell’Impero Romano. Questo primo Stato russo venne fondato alla fine del IX secolo dai Variaghi e durò fino alla invasione dei Mongoli nel 1236.

 

[2] Papa Adriano II (867-872) ‒ siamo ancora alcuni decenni prima della fondazione dello Stato di Kiev ‒ ebbe un atteggiamento benevolo nei confronti della lingua slava. La storia della Chiesa Ortodossa si intreccia molto strettamente con quella dello Stato russo.

 

[3] È da notare che la dominazione mongola non ebbe influenza sul diritto russo. Le consuetudini mongole non sono state mai imposte ai Russi. La più negativa conseguenza di questa dominazione in campo giuridico fu il ristagno del diritto. Si registra invece continuità nella sfera del diritto pubblico: i mongoli (tartari) non distrussero formalmente lo Stato di Kijev. Lo stesso si può affermare anche per la Chiesa Ortodossa. Jaroslav III venne considerato anche dai mongoli come Gran Duca di Russia, un titolo di carattere formale che non ebbe molta importanza pratica. L’unità spirituale della Russia fu rappresentata da un unico metropolita.

 

[4] Non ci sono dati concreti rispetto all’applicazione del Procheiron e del Nomos Geórgikos. Probabilmente vennero applicati da parte delle corti ecclesiastiche, le quali utilizzavano soprattutto le versioni “moderne” della Russkaja Pravda (“diritto consuetudinario russo”).

 

[5] Ivan III usò il titolo di zar nei trattati conclusi con i tedeschi nel Baltico dal 1473.

 

[6] Da parte del patriarca Antonios viene sottolineata l’unità dell’imperium e sacerdotium. L’idea si basa sulla Novella VI dell’imperatore Giustiniano I (Quomodo oporteat episcopus et reliquos clericos ad ordinationem deduci, et de expensis ecclesiarum — Imp. Iustinianus A. Epiphanio archiepiscopo Constantinopolitano). È di notevole importanza in questa sede la prefazione della Novella: Maxima inter homines dei dona a supera benignitate data sunt sacerdotium et imperium. quorum illud quidem rebus divinis inservit, hoc vero humanas res regit earumque curam gerit: quorum utrumque ab uno eodemque principio proficiscatur et humanam vitam exornat (traduzione latina del testo greco).

 

[7] Il titolo di imperatore (zar) di Vasilij III, figlio di Ivan III, venne riconosciuto dall’imperatore Massimiliano, dall’Ordine Prussiano e più tardi dagli inglesi.

 

[8] Mosca, la capitale dove nel 1448 venne eletto per la prima volta un metropolita russo, nel 1589 divenne un centro governativo ecclesiastico autonomo, dopo che il patriarca di Bisanzio firmò la Carta Costituzionale (Gramota Uložennaja) adottata nel sinodo tenuto nello stesso anno. Tuttavia, il patriarca fu accettato de iure come capo del quinto patriarcato ortodosso solo nel 1593. Dopo questo fatto Mosca considerò se stessa come la “Nuova Roma” dopo Bisanzio, e come la “Terza Roma” ereditaria dell’Impero Romano, anche se le grandi potenze europee e la Chiesa Romana non riconoscevano la legalità dell’eredità della Russia (translatio imperii). Nonostante questo, tale ideologia rimase di grande importanza fino al 1917 sia nella mentalità politica russa che nella teoria di diritto pubblico russo.

 

[9] Nel campo ecclesiastico è da notare la convocazione dell’assemblea dei bojari (“duci”) ed ecclesiastici nel 1551 che ha una certa rassomiglianza con il sinodos e sincletos conosciuto a Bisanzio. Questo concilio accoglie cento decisioni; per questo si chiama Stoglav cioè “cento capitoli”.

 

[10] E da menzionare che venivano puniti ex officio tutti i reati commessi contro la Chiesa Ortodossa

 

[11] Pietro il Grande (1682/1696-1725) riprese contatto con l’Europa occidentale nel 1689. Le sue leggi furono influenzate dai modelli tedeschi e svedesi. Questo fenomeno si osserva nei suoi “Articoli militari” e nella sua “Tabella dei ranghi”. Le riforme di Pietro il Grande e dei suoi successori portarono ad una legislazione straordinaria. La maggioranza delle leggi ha carattere amministrativo. Con Pietro il Grande vennero elaborate 3107 leggi, con l’imperatrice (czarina) Anna 2765 (ascesa al trono nel 1730) e l’imperatrice Caterina II (1762-1796) ben 5948 leggi (ukazy). Durante il Settecento sorse l’idea della consolidazione (in altri termini codificazione o incorporazione) del diritto poich‚ dal 1649 (anno dell’entrata in vigore di Sobornoe Uloz’enije) furono introdotte numerosissime leggi influenzate dalle idee dei giureconsulti tedeschi e svedesi, e poi anche italiani (per esempio Beccaria) e di Montesquieu. Vi furono vari tentativi di consolidamento del corpus legum da parte di diverse commissioni incaricate di sistemare le leggi esistenti. Un notevole canale per la penetrazione del diritto romano fu l’università di Mosca, fondata nel 1755. Nell’insegnamento venne attribuito un grande ruolo al diritto romano (rimskoje pravo). Lo stesso si può dire delle università fondate all’inizio dell’Ottocento nell’impero russo (Varsavia, Pietroburgo, Dorpat, Vilna, Abo [Turku], Kazan, Charkov). L’insegnamento del diritto romano influenzò molto la prassi e la teoria giuridica russa.

 

[12] Nel 1797 si costituì una commissione legislativa per l’elaborazione di vari codici di tipo occidentale. Vennero realizzati dei progetti di codice civile e penale che però non vennero approvati dallo zar Paolo I (1796-1801). Durante i primi anni del regno di Alessandro I (1801-1825) il giovane zar ed i suoi consiglieri vollero dar vita a delle riforme liberali. Nella commissione legislativa ebbe un grande ruolo il giurista Freiherr von Rosenkampf, e dal 1808 Michele Speranskij. A Speranskij risale l’idea di istituire il Parlamento con due camere (Consiglio Imperiale e Duma Imperiale) in base ad una costituzione parlamentare. Speranskij volle distaccarsi dal corpus legum russo considerandolo come obsoleto e “barbarico”. Nel 1811 venne approvato il progetto di un codice civile elaborato in base al Code civil francese dal Consiglio Imperiale. Questo progetto però fallì per la resistenza delle forze politiche conservatrici. Il rinomato storico Karamzin si oppose expressis verbis al progetto e lo rifiutò in base ai propri sentimenti nazionali. L’atteggiamento di Karamzin sulla questione del progetto può essere considerato paradigmatico. Speranskij dovette andare in esilio (a N’izn’ij Novgorod) nel marzo 1812, evento che simbolizza il fallimento delle idee liberali dello zar Alessandro I. Dopo l’invasione e la ritirata di Napoleone nel 1812 seguì una reazione che si oppose a una codificazione di tipo occidentale. Sotto l’impero dello zar Nicola I (1825-1855) si arrivò a una consolidazione che non corrispondeva alle esigenze di una codificazione e di una modernizzazione totale del diritto in vigore. Lo zar Nicola I fu molto conservatore e si oppose a qualsiasi riforma — atteggiamento che si riflettè anche nel campo giuridico e che portò alla rivolta dei decabristi nel dicembre 1825. Secondo lo zar Nicola I la commissione legislativa doveva rifarsi alle tradizioni anziché elaborare nuove leggi non radicate nella tradizione giuridica russa (dichiarazione pronunciata nel Consiglio Imperiale nel 1826).

 

[13] Il nuovo corpus legum conosciuto sotto il nome di Svod ZakonovRossijskoj Imperii fu elaborato dalla commissione legislativa intitolata “Secondo Dipartimento della Cancellaria di Sua Maestà” presieduta da Mihály (Michail) Balugyánszky (1769-1846), eminente giurista di origine ungherese perfezionatosi all’università di Pest e a Vienna in diritto romano. Il più noto collaboratore di Mihály (Michail) Balugyánszky fu il conte Speranskij, cui va il merito di questa consolidazione. Il piano della consolidazione ebbe prevalentemente aspetto storico. Secondo la concezione di Speranskij la consolidazione (codificazione) doveva essere realizzata su tre livelli: il primo livello, ovvero la raccolta completa di tutte le leggi e decreti (ukazy), fu realizzato nel Polnoje Sobran’ije Zakonov, dal codice del 1649 (Sobornoje Uloz’enije); il secondo piano, cioè la consolidazione di carattere sistematico, fu realizzato nello Svod Zakonov, che comprenderebbe tutte le leggi ancora vigenti; il terzo livello era la preparazione di un codice (uloz’enie) comprendente le leggi modificate secondo le esigenze della teoria giuridica e della storia giuridica con riguardo alle nuove esigenze esistenziali. Da parte dello zar Nicola I vennero approvate le prime due parti del progetto, dato che la terza parte ‒ quella concernente il codice, in altri termini, la codificazione e modernizzazione del diritto in senso proprio ‒ venne titolata “troppo astratta e teorica”

 

[14] Il secondo Polnoe Sobran’ie Zakonov (Vtoroe Polnoe Sobran’ie Zakonov) raccoglie le leggi dal 12 dicembre (in 55 volumi) 1825 al 1881. Il terzo Polnoe Sobran’je Zakonov (Tret’e Polnoje Sobran’ie Zakonov) raccoglie le leggi dal 1881 al 1917.

 

[15] A.G. Gojkhbarg prima di tutto era esperto in diritto famigliare. Una delle sue opere più importanti era “Bracnoje, semejnoje, i opekunskoje pravo Sovjetskoj Respubliki” (Mozkva, 1920).

 

[16] F. Volfzon: Uc’ebnjik grazdanskovo prava. 2a ed. Moskva, 1927. 9 ss.

 

[17] Qui menzioniamo che questa legge è stata abrogata il 1° febbraio 2002 da un codice del lavoro composto da 14 parti e 217 articoli. Il nuovo Codice del lavoro della Federazione Russa è molto criticato, dato che contiene ancora una grande parte delle regole del Codice del 1971.

 

[18] K.F. Guc’enko: Razvit’ije zakonodat’elstva: osnovnije napravlen’ija i sredstva daln’ejsego soversenstvovan’ije. Sovjetskoje gosudarsztvo i pravo. 1985. 5–7; J.S. Samoc’enko: Novij sag v soversenstvovaniji sovjetskogo zakonodat’elstva. Sovjetskoje gosudarstvo i pravo 1987 e J. Bena: Idea Vceobecnej Kodifikácie zákonodarstva v dejinách sovietskeho práva. In: Velke kodifikace II. Praha, 1989. 149-156.

 

[19] S. Solotych: Das Zivilgesetzbuch der Russischen Föderation. Erster Teil. Baden-Baden, 1996.

 

[20] W.E. Butler: Trust Ownership in Russia: Toward a Legislative History. Parker School Journal of European Law 1 (1994) 300-326 e Sh. Herman: Trusts Sacred and Profane: Clerical, Secular and Commercial Use of the Medieval Commendatio. TLR 71 (1997) 869-896.