Testatina-Rassegne2013

 

 

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L’Insegnamento delle Istituzioni di Giustiniano nella Cina Odierna *

 

Xu Guodong

Università di Xiamen

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SOMMARIO: 1. La situazione dell’uso dei manuali di diritto romano prima della traduzione in cinese delle Istituzioni di Giustiniano. – 2. L’uso delle Istituzioni di Giustiniano quale manuale: metodo e ambito di applicazione. – 3. L’importanza dell’uso delle Istituzioni di Giustiniano quale manuale di diritto romano.

 

 

1. – La situazione dell’uso dei manuali di diritto romano prima della traduzione in cinese delle Istituzioni di Giustiniano

 

Il più antico ricordo del diritto romano nelle fonti cinesi è rappresentato da un rapporto di cinque ministri, inviati dal governo della Dinastia Qing, ad investigare i sistemi giuridici dei paesi occidentali. Il 9 maggio 1906, Zaize e i suoi colleghi dicevano, nel rapporto di inchiesta sulla situazione generale relativa alla Francia, che: «Le politiche dei paesi europei derivano principalmente dal regime antico del popolo romano, quindi le persone che parlano delle scienze politiche e del diritto devono parlare prima di Roma, così come gli studiosi cinesi devono ammirare la dinastia Zhou e prima la dinastia Qin ... la Francia è vicina a Roma geograficamente e ha ereditato le ricchezze romane della scienza politica e della giurisprudenza. Inoltre ebbe Napoleone I che, con grande talento e audace strategia, e con le sue qualità di forte volizione e ferocia, sistemò i confini delle cose umane e stabilì personalmente le leggi necessarie alla fondazione dello stato e al governo del popolo, che dividevano chiaramente i diritti privati e i poteri pubblici, le competenze superiori e quelle inferiori»[1]. Questo rapporto confermava la posizione del diritto romano come diritto d’origine nei vari paesi europei moderni, nonché la posizione della Francia come erede di primo ordine del diritto romano. Ciò spiega perché quando si stabilì il corso di diritto romano nella prima Università della Cina, si ingaggiarono professori francesi come responsabili del corso. Da qui in poi, più di 50 università, come l’Università di Yanjing, l’Università di Qinghua, l’Università di Chaoyang, l’Università di Dongwu, l’Università di Xiamen, l’Università di Wuhan, l’Università di Hunan, etc., hanno tutte inserito il diritto romano nell’elenco dei corsi obbligatori. Mi manca un rapporto dettagliato sui manuali adottati da esse, i rapporti frammentari ci fanno sapere che in alcune si utilizzavano i manuali di origine tedesca (ad esempio la Scuola Centrale della Politica), in altre si utilizzavano i manuali di origine belgaad esempio, il manuale di diritto romano di Chen Chaobi, che era un manuale universitario autorizzato dal Ministero dell’Istruzione del tempo), in altre si utilizzavano manuali di origine giapponese (ad esempio, da parte di molte scuole di giurisprudenza e di scienze politiche), e qualche altra utilizzava manuali di origine statunitense, come, ad esempio, quello di Qiu Hanping che circolava nell’Università di Dongwu.

In Cina, dopo il 1949, nessuno ha elaborato manuali di diritto romano fino agli anni 80 del secolo scorso. Nel novembre 1982, fu pubblicato Fondamenti di Diritto Romano, del Prof. Jiangping, un libretto di 148 pagine, che organizzava tutte le materie del diritto romano secondo il sistema pandettistico, di cui si dice che sia stato influenzato profondamente dal manuale di diritto romano di N.B. Novitski. Nell'anno successivo, si pubblicò un manuale uniforme di diritto romano, di 378 pagine, disposto dal Ministero di Giustizia per tutte le università ad esso appartenenti, elaborato da tre professori, Zhounan, Wu Wenhan[2] e Xie Bangyu, che si basava sul manoscritto del Prof. Xie Bangyu composto per gli studenti dell'Università di Pechino. Anche questo manuale organizzava le materie del diritto romano secondo il sistema delle pandette, ma possedeva un taglio troppo moderno, in cui si manifestava la volontà degli autori di assimilare il diritto romano alla ideologia socialista. Nel giugno 1987, il Prof. Jiangping ampliò questo manuale con la collaborazione del Prof. Mijian, aumentandolo a 397 pagine. Nello stesso tempo, nell’Università di Anhui si decise di sistemare i manoscritti di diritto romano del Prof. Zhounan, attraverso l’organizzazione di un gruppo di lavoro. Dopo gli sforzi, durati diversi anni, di tale gruppo, fu pubblicato nel 1994 il Trattato Originale di Diritto Romano, che divenne presto la più autorevole opera di diritto romano in Cina, citato molto spesso.

 

 

2. – L’uso delle Istituzioni di Giustiniano quale manuale: metodo e ambito di applicazione

 

La pubblicazione della traduzione in cinese di Zhang Qitai delle Istituzioni di Giustiniano, nel 1989, ha portato l’insegnamento del diritto romano in Cina in una nuova fase. In quel periodo, ero un dottorando dell’Istituto di ricerche di giurisprudenza dell’Accademia delle scienze sociali della Cina, e fui chiamato ad insegnare il diritto romano all’Università della Cina, per le scienze politiche e la giurisprudenza, non essendovi docenti della materia. Allora utilizzai la traduzione di Zhang Qitai come manuale per il corso, perché conosco bene questo libro, infatti l’avevo tradotto in cinese seguendo la traduzione inglese di J.B. Moyle, nel 1985, quando ero studente post-lauream, per il master. Tale scelta, che mi sembrava eventuale, ebbe grande importanza nella storia dell’insegnamento del diritto romano, poiché, per la prima volta, un docente utilizzò una fonte come manuale del corso di diritto romano. Da quel momento in poi, io ho sempre utilizzato questo libro come manuale, sia in qualità di professore dell’Università Sud-Centrale di Scienze politiche e di Giurisprudenza, sia in qualità di professore dell’Università di Xiamen, sia per gli studenti del corso di laurea, che per gli studenti di post-lauream. Inoltre, con l’aiuto del romanista italiano, Aldo Petrucci, e dello sinologo, Giuseppe Terracina, ho tradotto nuovamente le Istituzioni di Giustiniano in cinese, secondo il testo latino, durante il mio soggiorno accademico in Italia dal 1994 al 1997. Il risultato del lavoro fu pubblicato in due lingue (testo latino e testo cinese a fronte) nel 1998 dalla Casa editrice dell’Università della Cina per le Scienze politiche e la Giurisprudenza. Nel 2005, la stessa Casa editrice ne ha pubblicato una edizione revisionata. Quindi, dal 1998, utilizzo la mia traduzione delle Istituzioni di Giustiniano come manuale per i miei studenti, poiché è basata sul latino e ha una versione bilingue.

Nei primi anni, il mio metodo pedagogico è il seguente: chiamavo ogni studente, secondo l’ordine dei loro posti, a sintetizzare i contenuti di ogni passo delle Istituzioni di Giustiniano, poi correggevo gli errori e completavo le sintesi non complete. Dal punto di vista odierno, tale metodo ha le sue mancanze: in primo luogo, l’insufficienza di tempo, ho 32 ore di insegnamento per questo corso, a fronte di 830 passi da analizzare, comportava così che non si analizzassero mai le Istituzioni completamente. Un anno siamo riusciti ad arrivare sino al terzo libro, e questo rappresenta un ottimo risultato nella mia esperienza di insegnamento delle Istituzioni. In altri anni, arrivati alla fine del secondo libro, il semestre era finito. In secondo luogo, a causa della profondità dei contenuti delle Istituzioni; da un punto di vista superficiale, le regole incarnate nei passi delle Istituzioni sono facili da capire, ma si può scoprire la loro profondità se le si indaga attentamente, così si supererà la capacità degli studenti nel commentarle.

Ho fatto un cambiamento a partire dal 2009, innanzitutto sostituendo i miei commenti a quelli degli studenti, si è potuto risparmiare del tempo. Inoltre, non faccio i commenti passo per passo, ma tema per tema, così che si possano toccare i passi principali e più importanti delle Istituzioni, abbandonando l’idea di analizzare tutti i passi in un semestre di insegnamento. Tale revisione ha avuto un buon effetto: ho commentato tutti i quattro libri per la prima volta nel 2009 e i miei commenti in questo corso sono stati finalmente raccolti nel mio libro Commentarius ad Institutiones Iustiniani, che è stato pubblicato dalla Casa editrice dell’Università di Pechino, nel 2011.

Divido le Istituzioni di Giustiniano in 18 temi come segue. Ogni tema occupa una settimana del semestre. Quando insegno questo libro agli studenti del corso di laurea, ogni settimana del semestre è composta da due ore. Invece, se insegno la stessa materia agli studenti post-lauream, ogni settimana del semestre è composta da tre ore.

 

Lezione prima: Introduzione nella quale faccio una breve narrazione di storia romana e di storia del diritto romano, e in questa lezione non commento nessun passo delle Istituzioni.

Lezione seconda: Principi di diritto romano (riguarda i titoli 1-2 del primo libro).

Lezione terza: Status libertatis (riguarda i titoli 3-8 del primo libro).

Lezione quarta: Status familiae (riguarda i titoli 9-15 del primo libro).

Lezione quinta: Tutela (riguarda i titoli 13-26 del primo libro).

Lezione sesta: L’istituto della capitis deminutio e l’ottica privatistica delle Istituzioni (riguarda il titolo 16 del primo libro).

Lezione settima: Diritto delle cose (riguarda i titoli 1-6 del secondo libro).

Lezione ottava: Modi di acquisto della proprietà (riguarda il dodicesimo passo del titolo 1-titolo 9 del secondo libro).

Lezione nona: Diritto testamentario (riguarda i titoli 10-19, più il titolo 25 del secondo libro).

Lezione decima: Legati (riguarda i titoli 20-24 del secondo libro).

Lezione undicesima: Successione legittima (riguarda i titoli 1-9 del terzo libro).

Lezione duodecima: Diritto sulle altre successioni (riguarda i titoli 10-12 del terzo libro).

Lezione tredicesima: Diritto delle obbligazioni, parte generale (riguarda i titoli 13-22, più i titoli 28-29 del terzo libro).

Lezione quattordicesima: Diritto contrattuale (riguarda i titoli 23-26 del terzo libro).

Lezione quindicesima: Diritto delle obbligazioni (riguarda il titolo 27 del terzo libro e i titoli 1-5 del quarto libro).

Lezione sedicesima: Diritto processuale (riguarda i titoli 6-14 del quarto libro).

Lezione diciassettesima: Diritto della giustizia amministrativa (riguarda i titoli 15-17 del quarto libro).

Lezione diciottesima: Diritto criminale (riguarda il titolo 18 del quarto libro).

 

Il semestre cinese include 18 settimane, avrei voluto fare una lezione alla settimana, però, a causa dei giorni di festa e degli esami, posso di solito impartire 16 lezioni su 18. Le due lezioni che non commento vengono studiate dagli studenti da soli. Il metodo di esame che adotto è quello scritto, con il permesso per gli studenti di consultare tutti i libri, ciò significa che gli studenti possono portare qualsiasi materiale nell’aula d’esame per consultarlo, ma non possono discutere tra loro. Il fine del nostro corso non è verificare la capacità mnemonica degli studenti, ma la loro abilità di comprendere quanto loro spiegato, considerando l’esame come una rilettura delle Istituzioni da parte degli studenti. Sebbene non abbia chiesto agli studenti che hanno scelto il mio corso di frequentarlo, di solito gli studenti che non l’hanno frequentato non riescono a superare l’esame poiché non tutti i temi di cui ho parlato durante le lezioni sono presenti nel manuale.

Questo mio metodo didattico determina un alto profilo dei docenti, ma le università della Cina che lo hanno adoperato sono poche. Oltre all’Università di Xiamen, un’altra università che lo ha adottato è l’Università di Jiangxi di Finanza ed Economia, la cui docente di diritto romano ha frequentato il mio corso di perfezionamento di diritto romano sotto la mia guida, e ha così imparato il mio metodo. Per inciso, a causa della complessità del mio metodo, quasi ogni anno accolgo insegnanti provenienti da altre università, per frequentare il mio corso, i quali studiano le Istituzioni di Giustiniano insieme ai miei studenti. Quest’anno, sta facendo così una docente di Medicina dell’Università del Sud Jiangxi, e, ho saputo di recente, che ci sono due gruppi di lettura a Pechino che studiano il mio Commentarius ad Institutiones Iustiniani. Uno appartiene all’Università del popolo ed è composto da tre membri (professori e studenti), l’altro è dell’Istituto della Cina delle Scienze Politiche per la Gioventù, composto da 10 membri, che si possono considerare come studenti che utilizzano le Istituzioni come loro manuale di diritto romano.

Attualmente il numero delle Università della Cina che adoperano le Istituzioni di Giustiniano come manuale di diritto romano ancora non è molto alto, ma, in virtù della ragionevolezza di tale metodo, ci si può aspettare che tale numero aumenti sempre di più nel prossimo futuro.

 

 

3. – L’importanza dell’uso delle Istituzioni di Giustiniano quale manuale di diritto romano

 

L’incontro dei romanisti cinesi con i colleghi italiani del 1989 rappresenta una svolta per l’insegnamento del diritto romano in Cina, che ha causato una trasformazione nello studio che è passato da un approccio di seconda mano a uno diretto. In origine, l'insegnamento del diritto romano in Cina non si basava sulle fonti, giuridiche e letterarie, ma si basava sulle opere di diritto romano degli studiosi francesi, belgi e giapponesi; inoltre nessun romanista cinese ha mai studiato e indagato il diritto romano nel paese natale di tale diritto, cioè Italia. Successivamente, tale situazione è cambiata, gli studiosi cinesi hanno iniziato a studiare il diritto romano sulla base delle fonti e nel suo paese natale. Grazie all’aumentata accessibilità alle fonti, i giovani studiosi si abituano ad utilizzare il metodo didattico di esegesi, usando le Istituzioni di Giustiniano come manuale del corso. Pertanto, se il metodo di insegnamento del diritto romano nel passato si basava sulla deduzione, il metodo utilizzato attualmente è induttivo.

In virtù dell’aumento dell’accessibilità alle fonti, io e dei giovani studiosi abbiamo adoperato le Istituzioni di Giustiniano quale manuale del corso di diritto romano, affinché diminuisse la contaminazione del diritto romano da parte di visioni moderne. Infatti, poiché le Istituzioni di Giustiniano erano un manuale elementare di Roma antica per gli studenti delle scuole giuridiche, sono strutturate molto bene, in quanto coprono tutti i contenuti presenti nei voluminosi Digesta, in uno spazio di sedicimila caratteri cinesi. Così possiamo conoscere i voluminosi Digesta tramite questo libretto. In tal modo, la scelta di utilizzo delle Istituzioni di Giustiniano come manuale del corso di diritto romano rappresenta un metodo economico per studiare il diritto romano.

Il diritto romano ha una storia lunghissima che copre un arco di 2206 anni se si calcola dalla fondazione dell’Urbe (753 a.C.) alla caduta di Costantinopoli. Mentre è un arco di 926 anni se si calcola dalla promulgazione della Legge delle XII Tavole (450 a.C.) alla caduta dell’Impero occidentale romano (476 d.C.). In una storia così lunga, gli antichi romani ci hanno lasciato soltanto 4 testi giuridici completi. Il primo è la Legge delle XII Tavole; il secondo sono i Topica di Cicerone; il terzo sono le Istituzioni di Gaio; il quarto sono le Istituzioni di Giustiniano. Questi testi rappresentano rispettivamente le fisionomie del diritto in epoca arcaica, in quella pre-classica, in quella classica e in quella post-classica. Indagare l’evoluzione di un istituto in questi quattro testi è come scorrere la microstoria del diritto romano. Quindi uno studio di questi quattro testi rappresenta il metodo con il quale si può conoscere il diritto romano velocemente e senza interferenza degli interpreti. Perciò io suggerisco sempre tale metodo ai miei studenti, e una attuazione pratica di questo metodo è adottare le Istituzioni di Giustiniano come manuale del corso di diritto romano.

 

 

 



 

* Xu Guodong è professore ordinario e direttore dell’Istituto di Ricerca di Diritto Romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Xiamen.

[La traduzione italiana è stata revisionata dalla dott.ssa Stefania Fusco (Università di Sassari), componente della segreteria di redazione di Diritto @ Storia]

 

[1] Archivio di Documentazione storica sul costituzionalismo della fine della Dinastia Qing, primo tomo, La Casa Editrice della Cina, 1984, 14.

 

[2] Nella conversazione telefonica del 25 ottobre 2001, il prof. Xie Bangyu mi ha detto che il prof. Wu Wenhan è un grande ammiratore del diritto romano, pertanto anch’egli ha partecipato alla compilazione del manuale.