Testatina-Cronache2013

 

 

XXXIII SEMINARIO PER LA COOPERAZIONE MEDITERRANEA

IDENTITÀ LATINOAMERICANA E IDENTITÀ MEDITERRANEA

Sassari, Palazzo dell’Università, Aula Eleonora d’Arborea

29-30 novembre 2013

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Nei giorni 29-30 novembre 2013, con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, si è svolto nell’Università di Sassari, presso l’aula Eleonora d’Arborea, il XXXIII Seminario per la Cooperazione Mediterranea dal titolo “Identità latinoamericana e identità mediterranea”, organizzato dall’ISPROM-Istituto di Studi e Programmi per il Mediterraneo e dal Seminario di Studi Latinoamericani del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Sassari, in collaborazione con l’ASSLA-Associazione di Studi Sociali Latinoamericani e il GTJ-Grupo de Trabajo de Jurisprudencia del CEISAL-Consejo europeo de Investigaciones Sociales de América Latina.

 

La mattina del 29 novembre si è tenuta la seduta introduttiva con gli interventi di saluto del Presidente dell’ISPROM, on. Salvatore Cherchi, del prof. Pietro Paolo Onida, il quale ha portato i saluti e gli auguri di un proficuo lavoro a nome del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Sassari, prof. Francesco Sini, del Direttore del Seminario di Studi Latinoamericani della Università di Sassari, prof. Giovanni Lobrano e, infine, del Segretario generale dell’ASSLA, prof. Pierangelo Catalano.

Il prof. Attilio Mastino, Rettore dell’Università di Sassari, ha tenuto il discorso introduttivo, ricordando l’opera dei Gesuiti prestata nei paesi latinoamericani, durante la colonizzazione portoghese, e in Sardegna con la fondazione di quel Collegio che diventerà l’Università degli Studi di Sassari. Un legame tra l’America latina e la Sardegna, attestato ancora oggi dalle oltre venti convenzioni stipulate dall'Ateneo sassarese con Università latinoamericane.

Sotto la presidenza dell’on. Salvatore Cherchi si sono svolte le relazioni introduttive del Direttore dell’Istituto Latinoamericano dell’Accademia delle Scienze di Russia, Mosca, prof. Vladimir Davydov, e del Vicepresidente dell’ASSLA, prof. Alberto Merler. La relazione del prof. Vladimir Davydov, dal titolo “La identificación civilizacional de América Latina (pasado y presente)”, ha trattato gli aspetti economici della complessa realtà latinoamericana, in parallelo all'altrettanto complessa realtà mediterranea. L'analisi condotta ha descritto l’America latina come un laboratorio mondiale di diverse culture, nata da una civilizzazione sui generis che ha combinato la struttura autoctona con la struttura metropolitana principalmente iberica, poi modificatasi attraverso una stratificazione sociale di base etnica e l’immigrazione che ha determinato la costituzione di società tipicamente europee.

Il prof. Alberto Merler, nel suo intervento, ha trattato il tema “Especificidades e identidades: comparaciones entre Mediterráneo y América Latina”. La relazione ha evidenziato l'importanza della comparazione, strumento per la comprensione dell'identità. Posta la distinzione tra il concetto di “specificità”, atto a sintetizzare le qualità necessarie ad una persona o ad una comunità per distinguersi, e il concetto d’identità come appartenenza ad un determinato movimento differentemente specificato da spinte politiche ed ideologiche, sono stati delineati i possibili rapporti tra l’area mediterranea e l’area latinoamericana, individuabili sul piano “fisico”, “culturale e antropologico”, nonché “sociologico” e “giuridico-istituzionale”. In conclusione, è emersa la grande ricchezza dei paesi latinoamericani, incentrata su differenze e pluralità mai omologate.

 

La seduta pomeridiana, dedicata a “Città e culture” e presieduta dall’on. Salvatore Cherchi, si è aperta con la relazione del prof. Manlio Brigaglia dell’Università di Sassari, seguita dai contributi del prof. Giovanni Bechelloni dell’Università di Firenze e del dott. Eugenio Orrù, Direttore dell’Istituto Gramsci della Sardegna.

La relazione del prof. Manlio Brigaglia dal titolo “Per una storia dell’identità sarda” ha approfondito il concetto di identità in riferimento ai Sardi ed alla Sardegna. Questa identità definita “sardità”, caratterizzata da molti luoghi comuni, è diversa a seconda del periodo storico di riferimento, pur se caratteristica costante della Sardegna è la continua presenza di un dominio straniero, condizione attenuata solo con il Risorgimento. Il dominio esterno è sempre sopportato dai Sardi con indifferenza, che si trasforma in rivolta ogni qual volta viene invasa la sfera vitale di singoli. È con la Prima Guerra Mondiale e con l’attività della Brigata Sassari che si fissano alcune caratteristiche biologiche e culturali attribuite all'identikit del Sardo attuale, descritto come guerriero ”naturale“, dotato di virtù forti ed in ogni caso diverso rispetto ai c.d. ”continentali“.

Il prof. Giovanni Bechelloni ha presentato una relazione dal titolo “Incontro tra città per un mondo migliore”, evidenziando come le differenze possano contribuire alla costruzione di un mondo migliore. Le differenze devono essere salvaguardate approfondendo la memoria collettiva e non solo quella storica che, alcune volte, può essere manipolata da élite politiche. Il rapporto tra Italia e Brasile può determinare una nuova via verso l'internazionalizzazione, concetto da ritenersi opposto alla globalizzazione.

Il dott. Eugenio Orrù, con “Antonio Gramsci e l’identità”, ha affrontato il tema dell'identità in Gramsci, grande pensatore della democrazia. L'identità non può chiudersi nel passato, ma deve tendere al futuro, deve essere un progetto, una conquista. Gramsci è sardo, campano, albanese, meridionale. Studia il banditismo, il folklore ed il tema dell'identità sarda e del Mezzogiorno, nonché dell'identità pluralistica dell'Italia. Il concetto d'identità per Gramsci è rappresentato dalla realtà storica e culturale particolarmente complessa dell'Italia. Le questioni sarda e meridionale sono questioni nazionali, non mere riflessioni culturali, ma terreno concreto di strategia e prospettiva per il futuro e per la battaglia politica nella costruzione di uno Stato fondato sull’autogoverno come sostanza della democrazia: «Il Mezzogiorno non ha bisogno di leggi speciali e di trattamenti speciali. Ha bisogno di una politica generale, estera ed interna, che sia ispirata al rispetto dei bisogni generali del paese, e non di particolari tendenze politiche o regionali. Non basta costruire una strada, o un bacino montano» (A. Gramsci, Scritti giovanili (1914-1918), Torino 1958, 32). L'identità è un fattore del futuro e coincide in Gramsci con l'affermazione della democrazia.

 

La sessione conclusiva del Seminario sul tema “Geopolitica e diritto” ha preso l’avvio il mattino del 29 novembre sotto la presidenza del prof. Giovanni Lobrano.

Hanno presentato comunicazioni il Presidente dell’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie, nonché Direttore della rivista Geopolitica, dott. Tiberio Graziani, la Vicedirettrice dell’Istituto Latinoamericano dell’Accademia delle Scienze di Russia di Mosca, prof.ssa Tatiana Ryutova, la Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Nazionale “Scuola superiore di Economia” - Sede di San Pietroburgo, prof.ssa Tatiana Alexeeva, e il prof. Paolo Fois dell’Università degli Studi di Sassari.

Il dott. Tiberio Graziani, nella sua relazione su “Aspetti geopolitici delle relazioni tra Mediterraneo e America Latina (con particolare riferimento alle autonomie locali)”, ha affrontato il tema del Seminario in una chiave di geopolitica, quella scienza multidisciplinare volta anche all'identificazione di scenari futuri. La relazione ha evidenziato come il Mediterraneo sia un’area di cerniera, un’ecumene in cui le contrapposizioni tra Oriente ed Occidente sono complementari. Da un punto di vista geopolitico, l’Italia appartiene per il relatore all’emisfero orientale, circostanza che potrebbe consentire di rinsaldare antichi legami con la parte orientale della massa euro-asiatica, una parte contigua sia sul piano territoriale, sia sul piano culturale. Su scala globale si assiste ad una fase di transizione dall’unipolarismo al multipolarismo attraverso un processo di trasformazione in atto che vede la presenza di nuovi aggregati geopolitici quali, tra i tanti, l’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (SCO), che nasce tra i Paesi euroasiatici per motivi di sicurezza, l'Unione euroasiatica, che ha costituito uno spazio economico doganale, e, per quanto riguarda l’America latina, l’UNASUR, che nasce con finalità di difesa ed è espressione della presa di coscienza da parte dei leader sudamericani della importanza strategica dei loro paesi. Dal punto di vista del multipolarismo, l’Europa e il Mediterraneo hanno bisogno di aumentare la propria autonomia, riacquistando una nuova funzione attraverso rapporti bilaterali con la Russia o i Paesi dell’America Latina.

La relazione della prof.ssa Tatiana Ryutova dal titolo “Particularidades etnoraciales en la formación de identidades nacionales en Latinoamérica” ha mostrato come l'analisi etno-razziale delle popolazioni latinoamericane sia molto complessa, anche in ragione delle interferenze e dei pregiudizi culturali. Il processo storico della formazione della società e la conseguente cultura si fondano su diversi modelli “puri” tipici, che, a loro volta, si fondono tra loro. Nell’individuazione di un’identità nazionale, fondamentali sono i fattori culturali iniziali, unitamente al processo di assimilazione dei componenti sociali secondari e all'immigrazione che determina una modifica sostanziale socio-culturale. La questione indigena influenza particolarmente il quadro sociale latinoamericano, anche in ragione della grande differenziazione al suo interno. La varia e molteplice composizione etno-razziale dell’America latina non permette di ricostruire un quadro uniforme; emblematico è il caso della Bolivia la cui denominazione ufficiale è oggi Stato Plurinazionale della Bolivia.

La prof.ssa Tatiana Alexeeva con la sua relazione in lingua spagnola su “La Constitución de Cádiz “puente” jurídico entre Mediterráneo y América Latina” ha analizzato la costituzione politica della corte spagnola del 1812 e la sua importanza per il Mediterraneo e per l'America latina. In generale, i principi base della Costituzione sono di origine francese, ma sono stati adattati alla specificità della Spagna. La Costituzione del 1812, in particolare, introduce un principio di uguaglianza tra Spagnoli e Americani, dichiarando che i domini americani non sono colonie, ma parte integrale ed essenziale della monarchia spagnola. Si afferma il principio di sovranità del popolo e grande spazio è lasciato al concetto di nazione. All'inizio del XIX secolo questa Costituzione è stata il simbolo del liberalismo ed ha avuto grande influenza sia nei paesi del Mediterraneo, sia nei paesi dell’America Latina, riscontrabile sino ai giorni nostri. Si possono trovare, infatti, influenze della Costituzione del 1812 anche nella Costituzione spagnola attuale.

A conclusione delle attività del Seminario, si è svolta la relazione del prof. Paolo Fois dal tema “Un “diritto all’identità” nell’era della globalizzazione?”, che ha descritto la globalizzazione come quel fenomeno ineluttabile e irresistibile che trasforma la nostra terra in “un villaggio globale senza più confini”. Tuttavia, sono riscontrabili forze resistenti che vogliono ridimensionare la portata di questo fenomeno, attraverso regole protettive o altre forme di difesa, anche a livello regionale e locale, contro il possibile appiattimento generalizzato delle specificità della cultura. La tutela delle diversità della cultura emerge da diversi atti internazionali, che identificano la diversità come originalità e particolarità a beneficio delle generazioni anche future. Dichiarazioni analoghe, in cui la diversità culturale è considerata patrimonio essenziale della società, sono riscontrabili anche a livello europeo. Non esiste oggi un diritto riconosciuto all’identità, valore il quale, invece, il relatore si augura che in futuro sia individuato attraverso un atto giuridico specifico.

 

ADRIANA MURONI

Università di Sassari