UN RICORDO PER ENRICO
VITTORIA PASSINO
Università di Sassari
Un grazie di cuore a tutti voi che siete qui, oggi,
per ricordare Enrico.
Grazie al Magnifico Rettore, il Professor Attilio
Mastino, al Preside della Facoltà di Giurisprudenza, il Professore ed amico
Francesco Sini, e ai colleghi, al Preside della Facoltà di Scienze Politiche,
il Professore ed amico Virgilio Mura, ai membri del Senato Accademico e del
Consiglio di Amministrazione, al Direttore Amministrativo, Dottor Croci, al
Personale tecnico amministrativo, ai Rappresentanti delle Organizzazioni
Sindacali.
Enrico apparteneva anche al mondo degli avvocati ed è
ai suoi colleghi dell’Ordine che rivolgo un sincero ringraziamento, in
particolare ai “giovani del suo studio”, tanto cari ad Enrico. Ancora grazie ai
Magistrati che hanno potuto apprezzarlo in tutta la sua vivacità nelle aule dei
Tribunali.
E, naturalmente, un affettuoso ringraziamento alla
famiglia: a Lalla innanzitutto, ad Ennio e Giuseppina, a Claudia e Nicoletta.
Grazie a tutti!
Ho conosciuto Enrico come docente del mio ultimo
esame, prima della discussione della tesi di laurea, sulla giurisprudenza
costituzionale e di legittimità sul diritto di sciopero, che vedeva relatore il
Professor Gustavo Zagrebelsky e correlatore il Professor Enrico Sotgiu.
Dopo qualche tempo il mio rapporto con Enrico è
diventato una sincera amicizia: quando, tramite il Professor Francesco Santoni,
nacque l’idea di una mia collaborazione con la Cattedra di Diritto del Lavoro.
In quella occasione ho conosciuto Speranza Dettori,
l’allieva prediletta di Enrico, Paolo Naseddu e Pino Uneddu, che non sono più
con noi, ai quali va il nostro affettuoso ricordo. Si era formato così un
gruppo che ha sempre mantenuto una forte e inusitata coesione interna che
andava ben al di là del mero rapporto di collaborazione nel lavoro. E questo
nonostante gli avvicendamenti delle più o meno brevi presenze dei docenti
“continentali”, dei quali abbiamo qui gli amici senz’altro più cari: Stefano
Liebman e Clara Enrico.
Che parte ha avuto Enrico in tutto questo? Sicuramente
è stato determinante il Suo atteggiamento franco e aperto alla conoscenza dei
nuovi colleghi, il Suo essere svincolato da logiche di competizione: prevaleva
sempre l’interesse per la persona senza aggettivi.
Prezioso punto di riferimento per tutti noi, Enrico;
la Sua profonda e raffinata cultura che andava ben oltre il sapere giuridico,
lo rendeva curioso per ogni forma di sapere: aveva, ad esempio, una passione
per la matematica e la fisica.
Ed era proprio questa sua cultura che lo metteva nelle
condizioni di cogliere l’essenza dei problemi più complessi a livello teorico e
di trovarne, ad un tempo, la soluzione con altrettanta attenzione alle
conseguenti implicazioni sul piano fattuale.
Ed è questo uno dei suoi più preziosi lasciti per noi
giuslavoristi. Ma le collaborazioni e le amicizie non si sono fermate al mondo
accademico: come non ricordare la preziosa collaborazione nella didattica, in
un rapporto cementato da sincera amicizia, di Manlio Abati e di Annalisa
Massidda?
Non sono, certo, queste poche parole che possono
esprimere il rimpianto che Enrico ha lasciato in tutti noi, ma sono semplici e
sincere come, credo, Lui avrebbe voluto.